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Autore: JeegRobot    09/07/2008    0 recensioni
Partendo dalle ultime scans, ho provato ad immaginare ciò che potrebbe succedere in un ipotetico futuro. SPOILER per chi non segue le scans. Presenza di quasi tutti i personaggi del manga. Nascita di vari pairings durante la storia, la maggior parte dei quali ancora da decidere. L'unico certo al momento è Shika-Tema.
Genere: Generale, Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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05-La promessa - Domani è il grande giorno e non abbiamo ancora preparato niente! – sbuffò Ten Ten – Mi sarebbe piaciuto presentarmi con qualcosa di più che qualche pacchetto di stuzzichini! –
- C’è anche il ramen istantaneo per Naruto – disse Choji ingoiando una manciata delle sue immancabili patatine.
- Già…patatine e ramen…sai che banchetto… - rispose sarcastica Ten Ten.
“Beh, non è poi così male” pensò fra sé e sè l’Akimichi, assiduo divoratore di entrambe le pietanze. A dire il vero, conoscendolo, a lui sarebbe andata bene qualunque cosa…
- Se s-se volete – intervenne titubante Hinata -  p-potrei chiedere ai cuochi di casa mia di preparare qualcosa. N-non dovrebbe essere un grosso problema per loro. –
- Sarebbe fantastico! – disse raggiante Choji, che già pregustava tutte le leccornie che avrebbe potuto mangiare alla festa.
- Grazie mille Hinata, ci faresti un grosso favore – la ringraziò con un gran sorriso Ten Ten – ma non esagerare, bastano un paio di torte e qualche tramezzino, ricordiamoci che è pur sempre una festa. Il resto, cioè gli stuzzichini, il gelato, le bibite e – sospirò – il ramen istantaneo, provvederemo a comprarlo noi direttamente domani.
Alla vista di quel sorriso sincero Hinata arrossì lievemente poi, iniziando a giocherellare come suo solito con le dita disse: - F-figurati, n-non c’è di che. –
Chi invece rimase deluso fu Choji, che di colpo si vide sparire dalla propria immaginazione tutte quelle sontuose portate che stava già pregustando. Peccato…si fece però coraggio pensando che almeno una volta arrivato a casa, sua madre l’avrebbe accolto con un pranzo degno di nota.


Il campanello suonò insistentemente per tre volte, prima che il padrone di casa si decidesse di andare ad aprire la porta. Sulla soglia c’era una ragazza dai capelli rosa che lo guardava con fare molto interrogativo.
- Si può sapere che stai facendo ancora in casa a quest’ora? – chiese in tono aspro la ragazza – vuoi per caso diventare come quello scansafatiche di Shikamaru? –
Il ragazzo, irriconoscibile, lo sguardo basso, mormorò un flebile – scusa – poi si voltò e tornò all’interno dell’appartamento, lasciando la ragazza sulla soglia di casa.
Furente entrò sbattendo la porta, gridando: - Ti sembra questo il modo di trattare gli ospiti? E poi ti prego, apri un po’ le finestre, qua dentro si muore! –
Con un altro – scusa – appena udibile il ragazzo si avvicinò alla finestra vicina al tavolo e l’aprì, venendo così investito da una ventata d’aria fresca, che lo ridestò leggermente dal suo stato semi-comatoso.
La ragazza, irritata da un comportamento così remissivo, lo raggiunse, lo prese per le spalle e lo voltò di colpo per guardarlo bene in faccia. Stava per alzare la voce, quando si rese conto dello stato dell’amico. Occhi gonfi, di un azzurro opaco, spento. Profonde occhiaie, capelli spettinati e guance solcate da lacrime che chissà per quanto tempo erano scese ininterrotte. Quella visione la fece intenerire profondamente, non si aspettava proprio di trovarlo in quelle condizioni. Istintivamente, senza nemmeno pensarci, lo strinse a sé abbracciandolo.
Lui, nonostante la superasse in altezza, chinò il capo sulla sua spalla ed iniziò a mormorare: - Se ne è andato anche lui…sono rimasto solo…ogni volta che trovo qualcuno a cui voglio bene veramente, qualcuno che considero come un familiare, questo se ne va e mi lascia solo… - poi, la voce rotta dai singhiozzi – Sakura…ti prego…non lasciarmi anche tu… -
Lei lo strinse a sé maggiormente, accarezzandogli i capelli e schioccandogli un leggero bacio sulla guancia: - Sta tranquillo Naruto, sei troppo importante per me. Non ti lascerò da solo, mai. Ed ora piangi, sfogati che ne hai bisogno, non tenerti tutto dentro. Non ti fa bene restare sempre da solo. –
Lui le si avvinghiò con le braccia, scoppiando in un pianto incontrollato. Ma questa volta non era amaro come quelli che l’avevano accompagnato ogni notte dalla notizia della morte di Jiraya. Stavolta aveva un retrogusto dolciastro, probabilmente merito del profumo dei capelli della compagna di squadra che stringeva a sé.
Poi, d’un tratto, alzando il viso andò ad incrociare gli occhi di lei, altrettanto umidi ed in procinto di lacrimare. La guardò fisso per qualche istante, poi quasi ad implorarla le disse: - Ti prego, promettimi che non mi abbandonerai anche tu…promettimelo, ho bisogno di saperlo! –
- Te lo prometto Naruto – rispose teneramente lei – te lo prometto. E poco a poco lacrime calde iniziarono a rigare anche le sue guance.




- Si può sapere cos’hai da fissarmi così intensamente? – chiese Towaru rivolto a Suigetsu, pur continuando nella sua corsa. – E’ da quando siamo partiti che mi ritrovo il tuo sguardo viscido addosso. Ti conviene darmi una spiegazione plausibile, prima che mi arrabbi. -
- Oh, niente di che – rispose placidamente l’interpellato – è solo che mi stavo chiedendo quali fossero le tue reali doti. Cioè, siamo sicuri che tu valga davvero qualcosa? –
- Al momento opportuno mostrerà a tutti il suo valore, statene certi – si intromise Tobi – per ora cerchiamo di non perdere tempo in dispute inutili e muoviamoci, il prossimo obiettivo non è molto lontano, e poi dobbiamo allontanarci il più possibile dal confine col Paese del Fuoco. Domani gli uomini della Pioggia guidati da Pain sferreranno un’offensiva contro Konoha, giusto per tenere impegnati per un po’ di tempo i ninja della Foglia, dandoci così modo di concludere la nostra ricerca. Quindi Sasuke dì al tuo sottoposto di non disturbare, altrimenti mi vedrò costretto a prendere seri provvedimenti. –  concluse fermandosi e voltandosi a guardare Suigetsu.
Questi lo guardò fermarsi e sputò in terra, in segno di spregio, poi lo fissò in volto con aria di sfida. Da vero stolto non aveva fatto i conti con le abilità oculari degli Uchiha. Fu questione di una frazione di secondo prima che il mangekyou sharingan entrasse in azione e lo catapultasse in un mondo fittizio di atroci ed interminabili sofferenze.
Dopo una manciata di secondi Tobi interruppe il genjutsu, facendo crollare a terra la sua vittima. Poi, rivolto agli altri, disse: - Questo era solo un avvertimento, la prossima volta farò sul serio. Quindi siete pregati di non disturbare durante questa missione e di conservare le vostre forze per il momento del vero scontro. –
Ci fu il più assoluto silenzio per una decina di secondi, poi continuò : - Ci fermiamo cinque minuti per riposarci un attimo e dar modo a quell’incapace di riprendersi. Sono stato clemente, entro domani avrà recuperato appieno le sue forze. Mi auguro che gli serva di lezione. -
Karin, e Juugo guardarono sbigottiti il leader di quella spedizione, inconsapevoli del vero potere che poteva celarsi nello sharingan. Se era riuscito a mettere al tappeto in così poco tempo un tipo come Suigetsu, significava che quell’abilità innata era davvero temibile e potentissima. D’ora in avanti sarebbe stato meglio seguire rigorosamente le sue direzioni.




“Oh, come si sta bene al calduccio sotto le coperte. Niente missioni, niente seccature, nessuno che dist…” – NARA SHIKAMARUUUUU!!! – I pensieri del giovane ninja vennero interrotti bruscamente, per l’ennesima volta, dalla “dolce” voce della sua “dolce” madre.
Fu questione di una manciata di secondi prima che la porta venisse spalancata.
- RAZZA DI SCANSAFATICHE! MA DOVEVI PROPRIO EREDITARE TUTTI I DIFETTI DI TUO PADRE? – chiese(o meglio asserì)Yoshino, arrabbiata come sempre.
- Mhn…che c’è? – mugugnò Shikamaru, gli occhi ancora chiusi e la testa ben rannicchiata sotto al cuscino.
- C’è che è arrivata una comunicazione per te, e devi recarti urgentemente dall’Hokage. Quindi ora ti alzi e corri immediatamente là. E se fra due minuti non sei fuori di casa, giuro che a palazzo ti ci porto io a calci, figlio degenere! Intesi? –
“Mio padre deve averla davvero combinata grossa stavolta per renderla così furente” pensò il giovane Nara. “Qua è meglio scappare, prima che la situazione degeneri!” Ed in fretta e furia si scaraventò fuori dal letto, e si infilò al volo la divisa, il tutto sotto lo sguardo non proprio amorevole di Yoshino che impugnava il solito mattarello.
Scese le scale di corsa e fece per dirigersi verso l’ingresso, quando notò un corpo inerme disteso sul divano. Per la precisione si trattava di suo padre. Sembrava dormire placidamente, non fosse per l’enorme bernoccolo che si ritrovava in fronte. Doveva essere stata colpa del mattarello…
Senza che se ne accorgesse, si ritrovò sua madre alle spalle, che gli sussurrò in un orecchio: - Visto cosa succede a farmi arrabbiare? Vuoi un ricordino in fronte anche tu, tesoro? –
Shikamaru, che in un primo momento era rimasto irrigidito a causa dello spavento, riprese di colpo il controllo sul suo corpo e si fiondò fuori di casa in men che non si dica.
“Quella donna è un vero demonio” pensò una volta raggiunta una debita distanza di sicurezza da casa sua “chissà cosa ha portato mio padre a sposarla? Uno di questi giorni devo ricordarmi di chiederglielo…”
Immerso nei suoi pensieri, stava cercando di sfruttare il suo notevole QI per cercare di capire cosa avesse spinto suo padre a prendere una decisione tanto folle, quando quasi senza rendersene conto si trovò davanti al palazzo dell’Hokage.
Salutò come suo solito le guardie all’ingresso e si diresse fino all’ufficio del Quinto. Stavolta però, memore dell’ultimo incontro e del fatto che una volta arrabbiata Tsunade poteva assomigliare tremendamente a sua madre, decise di bussare.
Una volta ricevuto il permesso di entrare aprì la porta e si diresse verso la scrivania dove era seduta l’Hokage. – Mi avete mandato a chiamare? – chiese poi una volta avvicinatosi.
  
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