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Autore: GraStew    05/04/2014    6 recensioni
Martina è la classica ragazza acqua e sapone. Ha vissuto molte esperienze tristi, ma nonostante ciò non si lascia distruggere da niente. Tutto cambierà un giorno d'estate, quando il suo cuore verrà spezzato per l'ennesima volta. Questa è la storia di una vendetta, di un'amore che non porterà niente di buono. Questa è la storia di Martina, una ragazza che avrà bisogno dell'aiuto degli altri per riuscire a sopravvivere e per continuare ad amare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Hurt Lovers
 
 
*Cupcake e Marshmallow*

-dodicesimo capitolo-



 
 
Fisso inerme il mio cellulare pensando alla voce che ho sentit; una voce troppo familiare. E poi realizzo tutto. È quella della donna che mi ha fatto da mamma negli ultimi anni.
La voce di Marta mi ha lasciata inebetita, senza parole e con una gran voglia di spaccare tutto. So che erano insieme, ma allora perché Ryan mi ha mentito? Perché mi ha detto che non lo erano?
Scuoto la testa cercando di fermare le lacrime che non vogliono lasciare i miei occhi.
Voglio tornare a casa! Voglio guardarla negli occhi e capire perché mi sta facendo tutto questo!
Poteva benissimo dirmelo che era innamorata di lui, prima che lo diventassi io.
Doveva avere il buonsenso di farmi sapere i suoi sentimenti quel giorno a casa mia, quando ci aveva scoperto a baciarci. Le avevo chiesto se provasse qualcosa nei confronti di Ryan, ma non pensavo che lo volesse tutto per lei.
Ora cosa faccio?
Io sono disperatamente innamorata di lui. Ho bisogno di lui come l’aria e l’ho capito solo standogli lontana per tutti questi giorni.
L’ho capito perché continuo a pensare a lui ogni giorno, ogni ora della mia fottutissima vita.
Mi sento così sola.
Ho litigato con Chiara e non voglio mettere in mezzo Elisa, ma non ho scelta.
Ho bisogno di parlarne con qualcuno, altrimenti scoppio.
Mi alzo facendo forza con le braccia ed esco dalla stanza sperando di incontrarla prima di tutti gli altri.
Incrocio le dita affinché non incontri Chiara, non perché non le voglio bene, ma solo perché mi direbbe “te l’avevo detto”, ed ora non è quello di cui ho bisogno.
Arrivo in cucina, ma trovo solo Daniele intento a mangiare una fetta biscottata con la nutella.
Passo oltre, facendogli solo un segno con la testa, mentre lui mi guarda senza dire una parola.
Quando arrivo in soggiorno, scorgo la mia amica sul divano, mentre regge un libro tra le mani.
«Eli» mormoro a bassa voce.
«Marti!» esclama vedendomi «sono venuta a bussare prima, ma non mi hai aperto. Stai bene?» mi chiede seriamente preoccupata.
«Ah, eri tu? Scusa ma non me la sentivo. È successo un casino. Io sono un vero casino» inizio a confessarle in preda al panico.
«Innanzitutto respira, siediti qui con me e raccontami con calma. Sono sicura che stai esagerando come sempre». Sorride mentre lo dice, per rassicurarmi e per farmi ritornare il buonumore, cosa che non succede.  
«Ho ricevuto una chiamata».
«Da chi?»
Respiro profondamente ripensando alla voce spezzata di Alessio. «Ale» le dico guardandola in faccia e annuendo alla sua espressione sconvolta.
«Cosa ti ha detto?»
«Sta andando avanti senza di me, anche se mi ama ancora».
«Te l’ha detto lui?» mi chiede la mia amica aggrottando le sopracciglia.
«Sì e ti giuro che mi sono sentita morire da una parte, ma dall’altra sono felice per lui. Non si merita una ragazza problematica come me. Non si merita una fidanzata che non lo ama per come dovrebbe».
«Hai ragione; sei stata coraggiosa a lasciarlo andare. E Ryan?».
Ryan. Ryan. Ryan.
Solo a sentire il suo nome mi vengono i brividi e le mani iniziano a sudare a livelli assurdi.
«L’ho chiamato perché volevo confessargli che ho scelto lui, ma non ho potuto. Mi ha frenata l’aver sentito una voce dall’altro capo del telefono. Mi sono sentita morire» racconto alla mia amica senza dirle il nome della persona perché solo a pensarci mi fa star male.
«Una persona?!»
Annuisco abbassando lo sguardo mentre mi torturo le pellicine della mano destra con i denti.
Ho smesso da tempo di fare questo gesto, ma da qualche tempo il nervosismo mi ha portata di nuovo a distruggermi le mani.
«Sono sicura fosse Marta. Lui ha riattaccato dopo avermi detto di dovermi parlare appena fossi tornata. Capisci? Era Marta! E, oddio, loro stanno insieme. Eli, ti rendi conto? Mi aveva detto che non erano insieme; poi ha imprecato quando lei ci ha interrotto e ha chiuso» dico tutto d’un fiato infatti quando mi blocco ho il fiatone e le lacrime mi rigano il viso.
Cerco di regolare il respiro ma non ci riesco.
«Martina calmati! Ti sentirai solo male, per favore».
«N-non ci riesco. Non riesco a respirare». Il panico prende il sopravvento su di me, sui miei muscoli che iniziano a tremare e sul mio cuore che fa male.
Sono arrabbiata, sono delusa, sono amareggiata.
Sono innamorata e non lo so, non so più niente. Mi sento solo male e non so cosa fare. Mi sento come se non avessi una vita d’uscita, come se tutti quelli che mi circondano alla fine si stufassero di me e mi abbandonino, come se io fossi un pezzo di stoffa sgualcito che ormai non va più di moda.
Mi sento morire, mi sento come se tutte le forze mi stessero abbandonando.
«Martina respira; non lasciare che il panico guidi i tuoi sentimenti. Non sei sola».
Il mio cervello apprende le parole della mia amica, che non un braccio mi abbraccia da dietro, ma non vuole collaborare.
Rimango con gli occhi chiusi a pensare a cosa debba fare della mia vita e a come devo risolvere questa situazione. Come devo affrontarla?
L’unica cosa che so è che devo tornare immediatamente a Roma, a casa.
Non posso continuare a godermi questa vacanza. Ho bisogno di certezze e soprattutto di risposte.
«Io torno a casa» mormoro appena riesco a tranquillizzarmi.
«Cosa? No, non puoi» obietta la mia amica stupita.
«E perché?»
«Devi continuare il viaggio con noi e poi Ryan non è a casa, ricordi?».
Faccio mente locale e mi maledico perché Elisa ha ragione. Devo comunque aspettare.
«Vaffanculo» impreco, sbattendomi la mano sulla faccia.
Samuele che nel frattempo è entrato in stanza ci guarda allibito. «Che diavolo stai facendo? Perché ti prendi a schiaffi?
«Lasciala stare. Ti spiego tutto io dopo».
«No, lo faccio io!» esclamo urlando, mentre mi alzo di scatto dal divano.  «Ti racconto io. Sono una cogliona. Ecco quello che è successo; ho rovinato tutto. Sono una deficiente e non ho capito niente. Ho perso su tutti i fronti. Sono una fallita e ho combinato un vero casino. Non lo avrò mai tutto per me, mai… mai» continuo a ripetere mentre le gambe mi cedono e mi fanno cadere a terra «mai… non sarà mai mio» singhiozzo prendendomi i capelli con le mani.
«Amica mia» mormora Samuel piegandosi alla mia altezza. «Ci sono io con te, siamo tutti con te» sussurra abbracciandomi mentre io continuo a piangere contro la sua spalla.
«Che devo fare? Lo amo tanto» mormoro disperata tra un singhiozzo e l’altro.
Sento anche la presenza di altre persone in stanza e suppongo siano Chiara e Daniele, ma in questo momento ho solo bisogno di piangere e di sfogarmi.
Per quanto mi sforzi, non riesco a trovare una via d’uscita. Voglio Ryan; lo desidero con tutto il mio cuore e mi maledico per avere solo diciotto anni e per aver taciuto i miei sentimenti. Avrei dovuto confessargli che lo amo quando ancora ne avevo la possibilità e invece ho sbagliato tutto.
Ho rovinato l’amicizia con Alessio, con Chiara e il rapporto con Marta.
Cosa mi resta?
Come farò ad andare avanti? Con quale faccia continuerò a vivere sotto lo stesso tetto della donna che per qualche anno mi ha fatto da madre?
«Dai, alzati Marti» mi suggerisce Elisa afferrandomi per mano.
Annuisco e mi rimetto seduta sul divano.
«Dammi il tuo telefono. ORA» esclama Chiara all’improvviso, sorprendendomi. Pensavo non mi avrebbe rivolto più la parola.
«A che ti serve?»
«Tu dammelo. Porca troia ti stai distruggendo per un uomo che non ti merita. Dammi. Il. Cellulare» risponde scandendo le ultime tre parole.
«Non lo chiamare Chiara. Mi sono illusa di poter stare con lui quando tu mi dicevi di ignorarlo, ma io lo amo. Che cosa devo fare?» piagnucolo ancora abbassando la testa. «Mi vergogno anche di piangere davanti a voi, ma siete i miei amici e ho bisogno di voi».
«E noi siamo qui per te» concorda Samuel sorridendomi.
«Ora dammi il telefono» continua imperterrita Chiara. So già che se non glielo darò io se lo prenderà con la forza. Tanto vale farla finita subito. Lo afferro da dentro la tasta dei jeans e lo do alla mia amica, che appena lo prende, inizia a digitare velocemente.
So già che sta per chiamare Ryan e che molto probabilmente farò un’altra delle mie brutte figure, ma alla fine cos’ho da perdere?
«Metto il vivavoce» annuncia la mia amica, nonostante noi tutti scuotiamo la testa.
Sono davvero pronta per ascoltare le parole di Ryan?
No, non credo.
Quando la sua voce riecheggia nella stanza il mio stomaco si capovolge e un misto di ansia e terrore invade il mio corpo.
Elisa e Samuel mi tengono per mano mentre io ascolto le parole della mia amica.
«Martina è distrutta per colpa tua. Non lo capisci? Come puoi trattarla così dopo tutto quello che c’è stato tra voi?» gli chiede Chiara con tono di chi non ammette repliche.
«Io… non so… sta male?» lo sento chiedere.
«Allora non mi ascolti. Cosa diavolo vuol dire per te “Martina è distrutta”? Pensi che abbia ballato fino a non potersi reggere più in piedi? Cavolo, Ryan. Lei ti ama e tu te la spassi con Marta? Come diavolo fai ad essere così insensibile?» risponde Chiara non facendolo neanche parlare.
Mi tappo le orecchie perché non voglio sentire la sua risposta. Sarebbe la fine di tutto ed io non sono ancora pronta.
«Che ha? Dov’è?»
«Qui accanto a me, ma rispondi alla mia domanda».
«Solo Dio sa quanto io tenga a lei, quanto mi manca la sua risata, il suo viso. Ma è difficile… è… è complicato Chiara».
«Complicato? Cosa c’è di complicato?» gli chiede la mia amica guardandomi negli occhi.
«Tutto. Non posso stare con lei, non… lo vorrei con tutto il cuore, credimi. E, Martina, se mi stai sentendo, ascoltami. Ti prego non piangere amore, non disperare. Tra qualche giorno ci rivedremo e ti spiegherò tutto. Tu, per favore, non stare male per me. Ti prego perché sapere che lo sei mi distrugge. Martina? Mi senti? Ti amo, Martina. Ti amo anch’io» lo sento dire, mentre il mio cuore inizia a battere sempre più veloce. Sono bloccata, paralizzata.
Può l’amore portarmi alla follia?
Penso di sì, perché io sono follemente innamorata di quest’uomo e non m’importa se è più grande, se è complicato, se non posso stare insieme.
Ho bisogno di lui.
«Ti sento, Ryan. Sono qui… e ti amo, ti amo follemente. Ho bisogno di te e mi dispiace di dovertelo dire al telefono mentre tutti ci ascoltano. Non m’importa, hai capito? Non m’interessa di niente e di nessuno. Voglio te, ho bisogno di te. E anche se non so perché è così complicato, non mi riguarda. Ti voglio e mi manchi come l’aria» confesso afferrando il cellulare dalle mani di Chiara, con una forza tale da poter sfasciare un’intera casa.
Le parole di Ryan mi hanno dato una speranza. Adesso vedo uno spiraglio alla fine del tunnel che credevo mi avrebbe inghiottita.
«Oh, Martina! Starai bene in questi giorni? Io, cioè noi, tra due giorni saremo a casa e mi dispiace da morire perché sono un coglione. Non avrei dovuto dirti che Marta era già a casa. Perdonami, ma ho preferito mentirti piuttosto che farti stare male. Peccato che abbia ottenuto solo il contrario. Appena ci rivediamo dovrò spiegarti tante cose e tu mi devi promettere che sarai forte, va bene? Me lo prometti? Per adesso non ci pensare. Goditi gli ultimi giorni in Sicilia».
«Va… va bene».
«Sono con te» mormora a bassa voce «ci sentiamo presto, okay?» sussurra e dopo aver aspettato la mia risposta, chiude il telefono lasciandomi sola con i miei pensieri. Sola con mille domande, ma con una risposta in più.
Ryan mi ama e starò con lui a qualunque costo. Qualunque!
Mi volto verso i miei amici che mi guardano sorridendo e proprio Chiara mi abbraccia per prima. «Scusa, scusa, scusa» mi mormora all’orecchio mentre mi stritola tra le sue braccia.
«Eri solo preoccupata per me. Ti voglio bene».
«Anche io amica mia. Ti vogliamo tutti bene e adesso è arrivato il momento di festeggiare tra noi donne. Schifezze a volontà, che ne dici?»
Elisa batte le mani mentre i ragazzi ci guardano sbalorditi. «Vi lasciamo. Trovate tutto in cucina» ci dice Samuel scuotendo la testa divertito.
Annuiamo e insieme alle mie due migliori amiche mi dirigo in cucina.
«Cuciniamo!» esclama Elisa tutta contenta. «Voglio fare i cupcake» ammette con gli occhi che le brillano. È sempre stata portata per la cucina. Ogni volta lei si ammazza di lavoro mentre Chiara ed io mangiamo come le porcelline.
«Voi intanto prendete tutte le schifezze possibili».
Scoppiamo a ridere e in neanche un secondo la penisola della cucina si trasforma in un supermercato.
Patatine di tutti i tipi, nutella, biscotti al cioccolato, popcorn, vodka alla frutta e marshmallow.
«Li adoro!» esclamo afferrando il sacchetto di questi ultimi. «Sono gommosi e zuccherosi. Buonissimi» mugugno mentre ne infilo qualcuno in bocca.
«Hai ragione Martina! Ora mentre Chiara ci racconta cos’ha combinato con Daniele io preparo i cupcake, sperando ci siano tutti gli ingredienti. Ci vorrà un po’ ma abbiamo tutto il tempo».
Chiara diventa subito rossa, come se fosse il tipo che si vergogna e scuote la testa.
«Racconta! È un ordine. Fai parte delle MEC e noi ci raccontiamo tutto».
«Ma chi di noi ha avuto la brillante idea di creare un nome con le nostre iniziali?» farfuglia imbronciata.
«Veramente tu» le rispondo scoppiando a ridere.
«Ah… non avevo niente di meglio da fare quel giorno?» si chiede da sola.
«Non cambiare discorso» la rimprovero avvicinandomi a lei, pronta a torturarla se è il caso.
Lei alza le mani arresa e inizia a raccontarsi di quando si sono dati il primo bacio e di quanto gli mancherà una volta partite.
Continuiamo a chiacchierare fino alle prime luci dell’alba, quando esauste ci addormentiamo tutte e tre sul pavimento della cucina.
 
 
Quando, verso le tre del pomeriggio, mi sveglio, sgrano gli occhi per il gran casino che abbiamo lasciato in cucina. Cerco di alzarmi dal pavimento, anche se i muscoli sono tutti indolenziti. Impreco mentalmente e facendo forza con le braccia mi sollevo. La cucina è in uno stato pietoso per via dei cupcake, venuti male, di Elisa. Non aveva alcuni ingredienti e perciò si è ritrovata a improvvisare.
Sveglio le mie amiche all’improvviso, perché mi rendo conto che domani mattina dovremo ripartire e almeno è nostro dovere lasciare la casa pulita.
Quando, dopo dieci minuti, anche loro si alzano, le avverto che sono le tre del pomeriggio e che dobbiamo sbrigarci.
Cerchiamo di fare il più in fretta possibile ma il nostro stomaco non vuole collaborare. Tutte e tre siamo costrette a scappare in bagno.
Quando lo raccontiamo ai due fratelli gemelli, scoppiano a ridere fino alla lacrime.
«Tra un po’ vi mangiavate anche i piedi del tavolo. È normale che vi siate sentite male» dice Daniele tra una risata e l’altra.
«E quindi domani partite?» mi chiede Samuel una volta da soli. Sono le dieci di sera e siamo stravaccati sul mio letto.
«Già. Mi mancherai tantissimo».
«Anche tu. Mi sono divertito in questi giorni e ti ringrazio per avermi fatto entrare nella tua vita».
«Mi fai piangere così, scemo!» esclamo dandogli un colpo sulla spalla.
«Ahia! È vero, scusa! Verrò a trovarti a Roma, molto presto…» mormora abbracciandomi.
Lo stringo forte a me perché so che mi mancherà da morire.
«Devi assolutamente» gli dico facendo finta di rimproverarlo.
«Ti voglio bene».
«Anche io. Ora basta altrimenti scoppio a piangere e non è una cosa possibile. Mi hai vista singhiozzare troppe volte» ammetto vergognandomi.
«Non abbassare mai lo sguardo, Martina. Sei forte e coraggiosa, ma anche tu come a tutti hai i tuoi punti deboli. Non è una colpa».
«Grazie» mormoro abbracciandolo di nuovo.
Come farò senza i suoi consigli?
«Mi raccomando! Skype, messaggi, facebook. Dobbiamo sentirci ogni giorno. Non ti dimenticare di me!».
«Ma come potrei farlo? Mi sei entrata dentro amica mia. Ora ti lascio riposare. A domani» mormora alzandosi dal letto. Mi bacia sulla guancia e se ne va chiudendosi la porta alle spalle.
Mi mancherà tutto questo. Mi ero davvero abituata a convivere con questi quattro pazzi.
 
 
 
******  
 

 
Eccomi di nuovo qua con un nuovo entusiasmante capitolo ahahahah ma anche no, lo so xD
No, dai, in questo capitolo succedono tante cose che mi hanno lasciata così *___* perché sono arrivate all’improvviso, come la confessione di Ryan, che non era prevista lol
Spero che vi sia piaciuto <3
Un bacione  a tutte voi <3
Gra
 
   
 
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