Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: vanessa_    06/04/2014    3 recensioni
Estate del 1839.
Un uomo particolarmente cupo passa le sue giornate a scrivere musica. Viene colpito da un tremendo e perenne blocco dello scrittore e cade ancora di più in depressione.
Poi arriva lei: la sua ispirazione.
[Per quanto possa sembrare strano, è ispirato all'inimitabile Giacomo Leopardi, il miglior poeta italiano che sia mai esistito]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitolo 5.

Un sonoro schiaffo si fece spazio nella stanza e questa volta, non ci furono promesse non mantenute o carezze dolci. Solamente un uomo basito ed una ragazza molto, molto infuriata.
-Mi avevate detto che non mi avreste più toccata!-esclamò furente.
-Oh beh scusate, ma non mi sembrava che i miei baci vi dispiacessero poi così tanto e poi le parole che avete detto sembravano urlare sono attratta da voi-confessò massaggiandosi la guancia dolorante. La fanciulla si ritrovò all'improvviso sprovvista di uno scudo, perché era vero, le piacevano i suoi baci e le cose che aveva detto le pensava veramente e sì, era attratta da lui.
-Non mi piace questa situazione-sospirò prendendosi il capo fra le mani disperata. Il riccio si assicurò di non avere la mandibola frantumata e dopo di che rivolse lo sguardo verso il volto preoccupato della giovane.
-Vi fate così tanti dannatissimi problemi inutili. Voi mi piacete, sì, e avete ammesso che vi sentite attratta da me. La cosa è semplice.-affermò trattenendo la sua voglia di toccare il suo corpo quasi più bruscamente, che passionalmente.
-Io non so come reagirebbe vostro padre..-
-Si troverà un altro intrattenimento. A lui potrebbe piacere l'idea che io finalmente abbia una compagna che lui stesso trova abbastanza. Altrimenti non vi avrebbe prescelto-
-Mi sembra troppo strano. E poi, compagna?-Clarissa portò le braccia al petto e rimase basita di fronte alle parole del riccio che stava già costruendo la loro intera vita sentimentale fondata su tre baci rubati.
-Oh scusate..preferireste essere il giocattolo di mio padre?-Clarissa scosse immediatamente la testa, perdendosi poi di nuovo nei suoi pensieri e ragionamenti.
Al signore potrebbe dispiacere, pensò, ma a me piace davvero Harry ed anche lui è un mio padrone,si contraddisse osservando gli occhioni di Harry sorriderle. Decise in fine di aspettare ancora, per pensare meglio ai pro e ai contro e a capire che cosa cavolo volesse lei. Solamente lei.
-Penso di aver bisogno di tempo..-affermò afferrando la maniglia dietro di lei.
-Potete almeno rispondere ad una semplice domanda?-
-Sarebbe?-
-Vi piaccio?-le servì quella domanda cruda ed improvvisata. Non era preparata ad un quesito di quel genere e certamente la vecchia e responsabile Clarissa avrebbe scosso la testa ritendendo che la situazione fosse inapropriata e da dimenticare, ma da quando ha conosciuto quella famiglia la vecchia Clarissa non sorge molte volte. Si morse l'interno della guancia ed annuì a testa bassa, meritandosi il quarto bacio improvviso. Non si oppose e per una volta non pensò al signor Styles o alla fine che avrebbe fatto; per una volta pensò a sé stessa ed al presente.
-Lasciate che accada-sorrise il riccio stringendole le mani. La giovane ricambiò il sorriso e seguì l'uomo che ora stava correndo lungo tutti i corridoi del secondo piano, superando ogni cameriere come fossero ostacoli di un videogame. Arrivarono fino all'ultima scalinata, che scesero fra risate e urla che sembrarono recare disturbo a qualcuno. Nella sala in cui corsero si trovava la regina Vittoria, accompagnata da una dama sola. Quella donna era veramente fin troppo poco presentabile agli occhi di chiunque.
-Cosa è questo frastuono?-si lamentò alzandosi ed interrompendo la sua partita a scacchi con la fanciulla bionda al suo fianco. I due ragazzi si irrigidirono facendo scomparire dal loro volto qualsiasi traccia di divertimento.
-Ci perdoni vostra maestà, stavamo soltanto divertendoci un po'..-si scusò Harry mimando una specie di inchino che Clarissa imitò per evitare di mancare di rispetto. La donna sospirò e disse loro di tornare da fossero venuti in silenzio, e se avessero proprio voluto fare tutto quel fracasso sarebbero potuti uscire in cortile. Ringraziarono con un vero e proprio inchino, prima di uscire ridacchiando ed incamminandosi verso l'uscita. Le guardie all'entrata si assicurarono che non fossero diretti verso l'uscita del palazzo sbarrando il cancello, ma i due volevano semplicemente divertirsi insieme nei giardini fioriti.
-Correte veloce?-domandò Clarissa all'uomo che sembrava star per avere un attacco cardiaco. Lui rise ansimando, non era proprio uno sportivo.
-Abbastanza. Per quale motivo?-
Dopo aver controllato che nessuno li stesse guardando, la fanciulla si sfilò le scarpe scomode e troppo strette nascondendole dietro ad una siepe di rose. 
-Il primo che raggiunge il laghetto là in fondo vince-affermò raccogliendosi le maniche in modo poco raffinato e femminile. Harry sospirò divertito, ma la imitò levandosi le scarpe e il cappello che si scoprì nascondere un cespuglio di capelli che quel giorno erano particolarmente in disordine.
-Posso sapere cosa vinco?-le pizzicò il fianco ridendo, mentre lei sussultò sghignazzando a sua volta.
-Quello che volete..-rispose molto vaga la fanciulla stirandosi i muscoli delle braccia.
-Voi-rivelò Harry portandosi una mano alla fronte, nel tentativo di riparare i suoi occhi sensibili dal sole. Clarissa gli rivolse lo sguardo smettendo di ridere.
-Sarà quello che avrete, allora-affermò mettendosi in posizione di partenza.
-Cioè, potrò letteralmente avervi?-si assicurò.
-Una persona non può appartenere ad un'altra, ma mi avrete in qualsiasi modo voi intendiate-
Entrambi sorrisero preparandosi per la corsa. Stabilirono il punto di partenza tracciando una piccola linea nel terreno e quello di arrivo affermando che avrebbero dovuto toccare il tronco dell'albero di fianco all'acqua. Fu Harry a dare il via, subito dopo aver annunciato pronti, partenza e subito dopo il fatidico via.
Sfrecciarono lungo il terreno ben curato e ricoperto di erba tagliata alta all'incirca tre centimetri, ridendo a squarciagola. In testa c'era Clarissa, però poi ci fu Harry e pochi secondi dopo di nuovo la fanciulla che aveva accellerato il passo dandosi più spinta con le braccia. Il tronco era a pochi metri, c'erano quasi e a toccarlo per prima fu il pianista, che a detta della giovane, aveva barato allungando il suo braccio prima del dovuto. Ma una promessa è una promessa, disse Clarissa dopo aver ripreso fiato. 
-Allora è deciso; sarete mia.-sorrise il moro accarezzandole il viso.
-Ora potreste dirmi in che modo?-Harry rise ancora, scuotendo la testa e rivolgendo il suo sguardo verso l'orizzonte illuminato dal sole.
-Sarete mia, questa notte, nella nostra camera da letto-le sussurrò in un orecchio, mentre la sua mano sinistra si era appoggiata al suo fianco, provocandole una serie di brividi lungo tutta la schiena.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - 
Harry non sembrava il tipo di persona a cui piace non mantenere le promesse, e questo fu all'incirca il motivo principale per cui il cuore di Clarissa sembrò stare per esplodere da un momento all'altro per tutto il resto della giornata. Dopo quella confessione le aveva impresso un bacio sulla guancia e se ne era andato con grande stile, con la sua andatura sghemba e quasi gobba, oserebbe dire la giovane. Clarissa aveva passato ore ed ore ad assistere alle prove dell'opera che avrebbero messo in scena a fine settimana per il compleanno della regina. Non aveva alcun intrattenimento all'infuori dei libri e dato che lì non facevano altro che dirle come da brava signorina si sarebbe dovuta comportare, si tolse questo dente comportandosi come tale, ma ogni cosa, ovunque ed in qualsiasi occasione sembrava ricordarle cosa le sarebbe aspettato quella notte. L'opera parlava di una storia d'amore fra un uomo ricco ed educato e una fanciulla di campagna con modi un po' bruschi e semplici. Cominciamo bene, commentò mentalmente la ragazza. Ogni tentativo di avance del ragazzo le ricordava vagamente tutti i sorrisi e gli sfiori che Harry le concedeva più che spesso. L'unica differenza era il semplice fatto che lì entrambi i protagonisti erano dei giovincelli di diciassette anni, mentre la differenza fra Clarissa e il riccio era di sette anni e mentre lei era ancora in guerra con gli ormoni e la scoperta del mondo degli adulti, Harry era un uomo con una certa cultura, maturo e vicino alla trentina, più o meno.
Qualche fila più in giù si trovavano altre dame ad assistere alle prove e Clarissa non potè fare a meno di osservarle con quasi disprezzo; provava una certa antipatia per la gente della borghesia. Ha sempre avuto un'idea negativa riguardo tutti loro e aveva raramente delle eccezioni da considerare. 
Finite le prove fece una visita alle stalle, dove era solita lavorare qualche anno prima e si ritrovò ad accarezzae dai cavalli più vecchi a quelli più giovani, come i puledri che amava particolarmente. Clarissa adorava gli animali e non può fare a meno di intenerirsi e mostrare uno splendido sorriso di fronte a loro. 
Avrebbe voluto trattenersi per sempre in quel luogo, anche se non le dettero il permesso di cavalcare, ma purtroppo l'ora di cena era giunta e la signorina si sarebbe dovuta ritirare nelle sue stanze per prepararsi, con l'aiuto delle due solite dame. Si affrettò a raggiungere il castello rendendosi conto che si era già fatto molto tardi dato il cielo scuro e, dopo essersi assicurata che nessuno la stesse guardando, accellerò il passo in una corsa anche se non sembrava il comportamento migliore per una milady della sua età. Una volta arrivata ai giardini privati riprese fiato sotto gli occhi indiscreti della servitù che le lanciava sguardi sbalorditi e da ficcanaso. 
Quando corse fino alla camera da letto, Harry stava già indossando la giacca di velluto per completare la tenuta da sera, mentre dall'altra parte della stanza, il suo abito celeste era fra le mani delle due giovani che l'attendevano impazienti.
-Dovrete essere in grado di vestirvi in..-Harry diede una sbirciata all'orologio da tasca-sei minuti-sorrise. Clarissa fece una smorfia e lo pregò di uscire, lasciando le ragazze sole. Le sfilarono velocemente il vestito sporco di fango -non osarono porre domande a riguardo- e mentre una delle due le chiudeva il corsetto e le infilava la gonna, l'altra le spazzolava i boccoli spettinati e crespi. Ahio, si lamentava Clarissa ad ogni colpo di spazzola.
Fu pronta in cinque minuti e, dopo aver ringraziato le giovani, si affrettò a correre per le scale per poi raggiungere il piano terra, dove tutti si stavano già riunendo per dirigersi verso la sala pranzo.
-Ce l'avete fatta-sghignazzò Harry offrendole un braccio. Clarissa lo strinse e sorrise soddisfatta.
-Avevate dubbi?-Harry sorrise divertito ed avanzò, seguendo la miriade di persone dirette verso la cena. Accompagnò la giovane e la scortò fino alla sua sedia, poi ci si sedette di fianco.
Per tutta la serata non fece altro che rivolgerle sguardi gentili e di sfuggita, talvolta, per evitare che qualcuno potesse sospettare di qualche legame sentimentale fra i due. Spesso dimenticava che la gente lì, considerava Clarissa la sua sgualdrina. Lui ci provava e non pensava di dover fare tutta quest fatica, dati i sei anni di recitazioni che gli toccarono lungo la sua infanzia, ma non ci riusciva. Non riusciva a vedere Clarissa come una macchina per divertirsi in modo così indignoso. Non avrebbe mai voluto che una creatura così adorabile e dolce, quasi innocente, fosse trattata a livello di donne senza pudore. Era pur sempre un uomo, certo, e i suoi pensieri riguardanti la fanciulla non erano sempre casti come una passeggiata lungo il sentiero ricoperto di roselline di tutti i colori possibili. Non poteva di certo smentire che, qualche volta, l'occhio fosse caduto sull'ampia scollatura della donna, che durante quella prima notte non avesse avuto la tentazione di accarezzarla, che, tutte le volta che le rivolgeva lo sguardo, non avesse dovuto impedire alle sue parti intime di scatenarsi. 
-Harold?-la voce forte e decisa di Adelaide interruppe i pensieri di Harry.
-Uhm, si?-scosse il capo, rivolto precedentemente verso il volto di Clarissa. Era totalmente distratto.
-La regina vorrebbe sapere che programmi avete per il fine mese-alzò un sopracciglio con fare severo, mentre l'uomo dalla folta chioma scosse di nuovo la testa intontito dalla proposta. Vittoria si lasciò sfuggire una risata di fronte al disagio del ragazzo e spiegò meglio il fatto che gli stesse proponendo di accompagarla nel fine mese durante la sua escursione al lago. Balbettò, distolse lo sguardo parecchie volte e chiuse per una frazione di secondo gli occhi.
-Ne sarà entusiasta!-interruppè suo padre sorridendo, notando la giovane di fronte a lui con il capo chino e lo sguardo deluso. Clarissa era gelosa.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: vanessa_