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Autore: VeganWanderingWolf    06/04/2014    0 recensioni
ho pensato di raccogliere qui una serie di scribacchiature che riguardano i corvi. non nel senso zoologico dell'animale, ma più che altro all'evocazione dell'immagine del corvo nel mio personale immaginario, in relazione a stati d'animo e/o persone che, per qualche motivo, associo ai corvi. il fulcro da cui scaturiscono non è sempre coincidente con la mia vita o la mia persona, per quanto, dopotutto, sono sì io che scribacchio, ma la penna che getta inchiostro è penna nera, penna di corvo.
Genere: Dark, Introspettivo, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nonsenses'
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. stranger in the clothes you know the most.

 

e tu, veramente, non pensi che sia strano?

ci conosciamo da vicino, e certe volte non ci capiamo per niente

sappiamo esattamente cosa sta passando nella testa dell'altro

siamo completamente inconsapevoli di cosa l'altro stia vivendo

conosciamo così tante storie del nostro passato

e non abbiamo idea cosa ci abbia reso ciò che siamo

sentiamo che non faremo mai a meno dell'altro

e facciamo fatica a condividerci la stessa stanza

come se ogni nostro respiro inciampasse in ogni singolo dell'altro

come se calpestassimo terre di pianeti completamente diversi

 

e un momento prima stai scherzando come l'anima della festa

e il momento dopo sei chiuso in te stesso chissà in quale altra dimensione

e in questo momento ti guardo come la cosa che mi dice che è tutto a posto

e il momento dopo sei esattamente il più grande problema della mia vita

e sei vivace come un bambino in qualche stupida festività

e sono la più sorridente e felice ed entusiasta persona qui attorno

e sei vecchio come qualcuno che ha sputato tanto cemento quanto ne ha calpestato

e sono l'impersonificazione del cinismo e ogni cosa che guardo è fredda e nera

 

e io, realmente, non dovrei trovarlo molto più incredibile?

sentirmi nei panni di qualcun'altro nel momento in cui indosso gli abiti che ho sempre

hai degli occhi stranieri nel momento in cui guardi ciò che conosci più di ogni altra cosa

i nostri fantasmi ci danno la caccia come se non fossero esattamente ciò che ci siamo lasciati alle spalle

non riconosciamo i passi che stanno facendo le nostre scarpe e la strada che abbiamo scelto

e certe volte mi ritorna in mente il momento esatto

quando ho trovato chissà dove un tono per farti parlare come non avevi fatto mai con nessun'altro

quando riesci a mettermi di fronte a te come alla valutazione che posso avere di me

camminiamo fianco a fianco, e teniamo d'occhio la reciproca posizione, ci accertiamo che ogni passo sia sicuro

andiamo in direzioni opposte come se non importasse cosa possa accaderci perché siamo su strade diverse

 

ed eri la cosa senza la quale pensavo di non riuscire più a tornare a me

ed eri la cosa senza la quale potevo provare l'unico sollievo possibile per ritrovarmi

ed ero la sola persona con cui potessi parlare apertamente e senza la quale chissà dove

ed ero la sola persona che dovessi accuratamente evitare a costo di girare a vuoto per non si sa dove

e dico tutto ciò che mi passa per la testa e lancio battute che tengono banco

e mi aggiro come non fossi nemmeno qui e quelli con cui parlo cercano di tenermi a fuoco

e sei inavvicinabile perché qualcosa ti gira assolutamente per il verso sbagliato

e senza di te non è la stessa cosa per nessuno e tutti ti cercano, e vengono a chiedere a me

 

e non lo trovi terribilmente confusionale?

ancora chi avvicini viene a fare amicizia con me, come se dovesse avere la mia approvazione

e mentre balli con loro cerchi il mio sguardo come se dovessi verificare che non c'è problema

e per quanto mi riguarda nessuno può toccarti, per quanto mi interessa puoi fare ciò che vuoi

ci guardano come se una delle loro migliori speranze fosse che ritorniamo mescolati nello stesso contenitore

ci spiano alla lontana come se quando discutiamo dovessero tenersi pronti allo scatto per venirci a separare

ritengono davvero, ne sono convinti, che da quando ci siamo spartiti i territori abbiamo spaccato tutto il gruppo

e il mio telefono era la concentrazione della loro preoccupazione di quello che poteva averci allontanato

e quando ci lanciamo battute tra noi si crea il gelo attorno come se fossero pronti a buttarsi a terra nel caso volino coltelli

e d'altra parte non siamo mai capaci di prevedere se saremo i migliori alleati o i peggiori nemici delle prossime ore

 

ed ero l'immancabile complicità di giorni e notti dove ci fosse da combinare qualche trucco

ed ero l'ultima persona all'altezza di una strategia da mettere in atto con buona abilità

ed eri di chi aspettare l'arrivo per iniziare a contare sul fatto che potevamo saltarci fuori

ed eri il perenne assente di ogni volta in cui si dovesse sperare perlomeno nella buona sorte

ed ero a chi ogni fiducia in caso le cose diventassero crudamente serie

ed ero a chi non avresti affidato qualcosa che fosse da fare precisamente a puntino

ed eri chi mi accoglieva sul suo sedile per riposare prima della battaglia e passare attraverso le giornate morte

ed eri chi mi chiudeva la portiera in faccia mentre stavo ancora parlando come se in ogni caso non ti interessasse

 

non l'ho mai trovato davvero così estraniante, dopotutto?

la mia peggiore ferita era averti perso e la mia più dorata speranza era non ritrovarti mai più

sul retro della tua carta vincente prima che lo sapessi e sul davanti di una carta scoperchiata di colpo c'ero comunque io

potevo leggere esattamente i tuoi modi e capire da che cosa stavi scappando e cosa avresti inseguito fino all'esaurimento

aspettavi ciò che avrei detto come se fossi il tuo oracolo personale, distribuzione immediata delle tue battute migliori

davanti al quale ti saresti inginocchiato e che avresti pugnalato alle spalle prima di rendertene conto

non mi importava che strade stessi attraversando, ma ti avrei difeso per molto meno di ciò a cui tengo di più

non ti toccava minimamente chi stavo avvicinando, e ti materializzavi per stare di mezzo con perfetta precisione

comprendo perfettamente tutti i tuoi torti e ti spalleggerei su ogni campo di battaglia sapendo che hai ragione

mi guarderesti con sospetto ogni volta che ho piena convinzione, e alla fine sai che a modo mio ho visto giusto

 

ed ero il tuo migliore ricovero e chi ti porgeva la spada e baciava la mano sporca di sangue

ed ero chi ti inseguiva per miglia pur di scagliarti addosso ogni cosa che pensavo avessi completamente sbagliato

ed eri lo sguardo che mi dava ragione o torto giudicandomi con ogni peso e misura a tua disposizione

ed eri l'ultimo che potesse azzardare qualsiasi commento su qualsiasi cosa facessi, pensassi, dicessi e provassi

ed ero la terra su cui potevi appoggiare ogni passo ad occhi chiusi e senza la minima esitazione

ed ero il terremoto dietro l'angolo che avrebbe scaravoltato ogni cosa come se potessi farlo senza motivo alcuno

ed eri la porta aperta quando fuori tirava il vento che cercava di strapparmi i piedi dal suolo e disperdermi

ed eri la finestra chiusa sulla quale sapevo era inutile graffiare fino a consumarmi le unghie fino all'osso della falange

 

e non l'hai mai trovato qualcosa di sconvolgente?

mi avresti ridotto in poltiglia pur di placare la tua rabbia, e mi avresti chiesto perdono senza riuscire a concedertelo mai

ti avrei potuto passare attraverso come se fossi inconsistente, e non potevo immaginare il mondo senza di te

e sono ancora l'unica  persona con la quale puoi dire per filo e per segno cosa ti ha buttato fuori da te

non osi pormi nemmeno una parola personale, in agguato per aggrapparti ad ogni mia singola domanda

da quando ho circuito il mio spazio di salvezza dalle tue multiformi tempeste e dalle tue freddezze senza appello

e sei ancora l'unica persona dalla quale ho fede possa provenire l'unica determinazione esatta di cosa sta accadendo

non cercherei il tuo consiglio nemmeno se mi trovassi con le spalle al muro davanti ad un plotone d'esecuzione

da quando so che non posso farmi mandare in pezzi dalle tue sentenze perché non riesco a delimitarne correttezza

siamo quelli che sono più vicini tra tutta questa folla e non ci permetteremmo mai di scambiarci un abbraccio

 

e sei tutto ciò che temo e in cui ancora posso credere e sperare

sei la maledizione che arriva cercando la sua prossima vittima e la salvazione per chi possa invocarti

e sono tutto ciò che ti manda in frammenti scomposti e sono la sola cosa che può ricomporti nella tua esatta forma

e sono tutto ciò che puoi indovinare esattamente laddove finisce la tua comprensione

e sei tutto ciò che posso aspettarmi quando smetto di vedere ciò che può capitarmi

e sei chi continuo a incontrare quando cerco di lasciarmi alle spalle le strade che ho chiuso, bruciato e calpestato

e sono tutto ciò a cui puoi appellarti quando hai smesso di lasciarti addomesticare da ogni scorta inesistente

e sono l'ultima persona alla quale puoi ricorrere quando sei già così giù che per scendere ancora dovresti scavare

 

e non avrei dovuto semplicemente sospettare lo spirito di auto-conservazione?

il caos elettrostatico che non riesco a seguire né seminare ha un nodo di passaggio che ti corrisponde immancabilmente

per quanto continui a girare in tondo e attraversare ogni genere di situazioni ritorni dal via dove sono io

ho staccato la spina più e più volte ma non riesco ad isolarti al di fuori dello spazio in cui potrei finalmente rigenerarmi

continui a ripetere gli stessi mantra, cambi i vestiti e le modalità come se cercassi la migliore, e io ti ricordo chi sei

vado in fiamme e mi ricompongo, gioco sul rewind con un tasto sempre nuovo e inciampo immancabilmente nei tuoi lacci

sei la prova che si può cambiare non importa quante volte pelle a mutare, e sono il tatuaggio che non riesci a cancellare

sono la tua spanna al di sopra del mondo a cui ti impiccherai per quanto continui a lottare

sei la profondità della mia intenzione fedele ad una libertà che non ho la disponibilità di sacrificarti

 

e sono chi ti solleva fino alle cime oltre le quali non riuscivi a spaziare la vista

e sono la zavorra da tagliare prima che ti trascini in un abisso dal quale potrebbe non esserci ritorno

ed è tua la mano che si sporge per spingermi sott'acqua quando sto annegando troppo lentamente

ed è tua la mano che mi tiene e mi solleva al di sopra di muri troppo alti da scavalcare

e sono chi ti può trovare quando vaghi per sfuggire qualsiasi cosa che pensi di non poter mai affrontare

e sono chi ti può portare su una deviazione così sbagliata che lo schianto è imminente in ogni istante

e sei il vortice che divora ogni luce quando tutto ciò di cui ho più bisogno è un raggio di sole senza inizio né fine

e sei l'ancora attorno alla quale girare quando la nebbia confonde i polmoni e la fine del mondo reclama

 

non dovresti trovarlo perlomeno completamente allucinante?

se sotto un cielo di piombo la sola luce che brilla su scaglie è quella sulle mie iridescenze controcorrente per non farti divorare?

se la lampada che strofino per i desideri che non oserei nominare evoca la nuvola di zolfo che precede te?

se gli occhi sotto una coltre nera come pece nei quali trovi sicuro lago su cui addormentare i tuoi dubbi sono i miei?

se sono capace di non farmi incrinare il sorriso dalla tua presenza perché sei ciò per cui non potrei mai spezzarmi?

se il peso legato ai tuoi piedi che ti manda a fondo è la mia via per riportarti a casa sano e salvo?

se abbandono la stanza o resto ai margini per non celebrare la tua voce da gran che la sento seguirmi ovunque?

se quando cambi tono e parli con la gola direttamente collegata al fondo della tua essenza ci sono io dall'altra parte?

se posso affidarti la mia vita senza pensarci e prescindere scioltamente da te per ogni mia singola scelta?

se puoi sapere che sarò l'ultima persona ad abbandonarti e la prima a non farti più riconoscere te stesso?

essendo tu di cui non posso liberarmi e che non riuscirò mai ad afferrare

essendo io su cui ricucire lo strappo dei tuoi sogni e lo sparo delle tue illusioni

 

ma il mio demone mi ha risvegliato e se n'è andato tempo fa senza sentire un solo richiamo di rimpianto

ma il treno che dovevi prendere al volo è in un punto imprecisato del tragitto che non puoi raggiungere

ma i miei fili si riallacciano in un modo che non comprende le tue coordinate, giocano ad evitarle per spirito innato

ma le linee sulla tua mano indicano un tempo in cui potrei esistere solo se le cose fossero andate diversamente

ma il senso delle cose è corso via molto tempo fa dandomi un'unica opportunità di saltargli in groppa e l'ho colta

ma il flusso è già passato ben oltre il punto in cui avevo smesso di aspettarti scaduto il tempo che potevo concederti

ma le svolte hanno già preso il loro corso e abbiamo girato il volante in modo diverso senza consultarci

ma il momento in cui avresti potuto renderti conto che dovevi tornare a ripensarci è già dall'altra parte della clessidra

ma sono sulla riva opposta e non ho alcuna intenzione di saltare non apparendomi nessuna immagine di noi

ma non ho trovato il modo di afferrare il motivo per cui perdonare ed ho già buttato i frammenti inerti sul pavimento

ma non c'è stagione sotto la protezione della quale potremmo incontrarci per riprovare a far funzionare

il meccanismo spezzato che si rifiuta di girare, le risposte sbagliate che non siano già state condannate all'errore

il cielo in frantumi per la freccia che ho scagliato, il corvo è volato via e non c'è gabbia che lo potrà ricatturare

il vento passato a portare via i resti, tutto ciò che si è già ricomposto in una realtà dove non può più esistere in somiglianza

 

 

nota: non ho la più pallida idea di se davvero il titolo sia in quello che si può definire inglese corretto. Diciamo che molto spesso, scribacchiando, preferisco affidarmi al come mi suonano le parole che al loro stretto significato, e specialmente in altre lingue. Prendetela come una licenza poetica se questo vi può dare meno fastidio. Ma ad ogni modo il senso del titolo in italiano vorrebbe essere: ‘straniero nei vestiti che conosci di più’.

  
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