Capitolo V
Sogno d’autunno
A pranzo Aliack incrociò la ragazza e la prese in disparte.
- Senti, per ieri…
- Stasera vengo da te. – annunciò Miriam senza ascoltarlo
minimamente.
La guardò stranito e lei sorrise baciandolo teneramente.
- Signor Black e signorina Serpeverde, non avete letto la
nuova norma? – si voltarono e videro la faccia grassoccia della Umbridge. Si
guardarono non capendo e si avvicinarono al muro della Sala Grande. “I ragazzi
e le ragazze dovranno stare a 30cm di distanza. Dolores Umbridge, Inquisitore
Supremo.”
- Dovrò mettervi in punizione…
Entrarono nella sala e si diressero verso i loro tavoli.
- Posso uccidere la Umbridge? – chiese Aliack sedendosi
vicino ai gemelli.
- Ne saremmo contenti… hai letto la nuova regola? – chiese
George.
- Sì… e sono anche in punizione.
- Hai collezionato punizioni… - constatò Fred.
- Se le regole le mette all’ora di pranzo cosa posso saperne
io?
Si sfogò con il cibo nel suo piatto. Con la coda dell’occhio
vide Hermione guardarlo dalle pagine di un libro. Gli vennero in mente le
parole di Ron e si ripromise che avrebbe parlato con lei.
Sentì un sibilo dietro alle orecchie; si abbassò di scatto e
della polenta finì in faccia a Ron. Si girò e vide Zecks con il cucchiaio in
mano; sorrise all’amico e rialzò lo sguardo.
- Credo che Zecks ti abbia preso di mira… - aggiunse quasi
dispiaciuto.
Sentirono una voce leziosa richiamare l’attenzione e si
voltarono tutti. La Umbridge era in piedi mentre guardava Zecks. – Signor Kyre,
ha letto la norma numero 15?”
- Forse…
- ‘Bisogna tenere un comportamento adeguato nella scuola’ –
recitò la donna – Non mi sembra che lei lo stia facendo.
- Mi faccia indovinare, sono in punizione?
- Sì, l’aspetto nel mio ufficio alla solita ora. – si
risedette e Zecks continuò a fissarla in tono di sfida: le avrebbe preparato
qualche bella sorpresa…
Dopo pranzo andarono nelle varie aule e alle 5 Aliack si
preparò per andare nell’ufficio della Umbridge. Per strada incrociò anche Zecks
e risero all’idea dell’ennesima frase che la donna avrebbe detto di scrivere.
Si guardarono le mani: dappertutto c’erano cicatrici che si sovrapponevano con
le frasi piu’ svariate. Davanti all’ufficio della donna videro Miriam e Aliack
trattenne il desiderio di baciarla.
Entrarono nell’ufficio rosa e presero delle piume aspettando
che la donna dicesse le frasi.
- Devo comportarmi bene, signor Kyre - e Zecks iniziò a scrivere divertito – Devo
rispettare le regole, signor Black e signorina Serpeverde.
Alle sette uscirono e Miriam seguì Aliack nel suo
dormitorio.
Entrarono ridendo e tutti i Grifondoro si voltarono
riconoscendo la voce di Miriam. Si sedettero su due poltrone vicino alla
finestra. Aliack notò Hermione e gli venne in mente che doveva parlarle. Si
congedò da Miriam che fu subito raggiunta dai gemelli e si diresse verso
Hermione.
Ron lo guardò in cagnesco, mentre la ragazza lo fissava
arrossendo.
- Posso parlarti?
- Sì…certo… - era arrossita e Aliack iniziò a prepararsi
mentalmente, non sarebbe stato facile.
- Ti piace qualcuno? – chiese di punto in bianco non sapendo
come cominciare. La ragazza divenne paonazza e lo fissò allibita.
- Hermione, se quel qualcuno sono io, ti prego di lasciar
perdere. Sei intelligente, avrai capito che sono follemente innamorato di
Miriam; l’altra volta ti ho detto che dieci anni fa avrei scelto te, ma avrai
anche capito che mi diverto a prendere in giro le persone… - fece una pausa e
proseguì – C’è già qualcuno innamorato di te, quindi non perdere tempo con me,
soffriresti solamente.
Rimasero in silenzio per qualche istante e Hermione sbottò
indignata: - Come hai potuto pensare che potessi piacermi? Io non perdo tempo
con quelli arroganti come te.
- Allora meglio così.
Tornò da Miriam e la vide stranamente incavolata. Lo fissò
torva e arrivò al nocciolo della questione: - Che cos’hai fatto la prima sera?
- Che ho fatto? – chiese Aliack notando una punta di gelosia
nella voce della ragazza.
- Hai spudoratamente corteggiato una ragazza. – lo fissò in
modo sempre più aggressivo e Aliack capì che stava per esplodere dalla rabbia.
- Non eravamo ancora insieme… - tentò lui di difendersi.
- Ti sembra una scusa?- stava per urlare, se lo sentiva. La
vide che stava per aprire bocca e la richiuse prepotentemente con la propria.
- Per me ci sei solo tu. – affermò sicuro e con la voce più
dolce che avesse mai fatto.
La ragazza si alzò dalla poltrona e fece per andarsene, ma
lui afferrò il suo polso e la guardò intensamente. Lei sorrise e Aliack la
condusse nella sua camera. Non gl’importava del decreto della Umbridge, avrebbe
fatto tutte le punizione del mondo, anche il Crucio, pur di possedere quel
corpo.
Le tolse la divisa e fissò il suo corpo, gli parve la cosa
più bella che potesse esistere. Si girò; chiuse la porta con la magia e usò il
Muffliato. Fece per toglierle anche la gonna, ma la ragazza lo bloccò e disse
sensualmente: - Mi piaceva di più la tua dolcezza di ieri…
Il ragazzo sorrise e la portò al letto. Si tolse la
maglietta e riprese da dove si erano interrotti la sera precedente. Le baciò il
corpo segnando una lunga linea che scendeva dal collo e andava verso il seno.
Interruppe quella linea immaginaria e ne tracciò un’altra sul ventre della
ragazza. Le sfilò la gonna e si lasciò togliere i pantaloni. Rimasero in intimo
e la guardò come a cercare consenso. Lei aveva il fiato corto, ma riuscì
comunque a sorridere. L’abbracciò e, mentre lei scorreva le sottili dita verso
i boxer, le slacciò il reggiseno. Si inginocchiarono e si tolsero l’intimo a
vicenda.
Rimasero completamenti nudi e si osservarono. Lei aveva seni
perfetti e ogni parte del suo corpo era proporzionata; lui aveva i muscoli del
torace ben delineati e le spalle ben piazzate. Si baciarono intensamente e
passarono la notte più bella della loro vita.
Si svegliarono il giorno dopo per il consueto trambusto e
arrossirono appena incrociarono lo sguardo dell’altro. Erano abbracciati e il
corpo di Miriam aderiva perfettamente al torace del ragazzo. Si baciarono
teneramente e si alzarono. Si prepararono e Miriam divenne invisibile per
unirsi a un gruppo di Serpeverde senza destare sospetti.
I due evitarono d’incontrarsi per qualche giorno, avevano la
spiacevole sensazione di essere osservati…
Finalmente arrivò la prima uscita a Hogsmeade. La mattina
Aliack notò Hermione, Ron e Harry discutere vivacemente, alla fine sembrava che
avessero vinto i primi due. Il pomeriggio si trovò con gli altri tre amici
davanti alla Testa di Porco. Il barista li riconobbe subito e li salutò
offrendogli gratis del Whisky Incendiario.
Dopo una decina di minuti entrarono anche Harry Potter,
Hermione Granger e Ron Weasley. Li guardarono sorpresi; Harry si avvicinò e
disse: - Come mai siete qui?
- Preferiamo questo posto ai Manici di Scopa. – rispose
Zecks buttando giù tutto in una volta un bicchiere di Whisky. Harry prese
Aliack da parte e gli disse: - Aliack, vogliamo formare un gruppo per imparare
Difesa contro le Arti Oscure.
- Perchè me lo dici? – chiese sconcertato il ragazzo.
- Ci serve anche l’aiuto tuo e degli altri, voi conoscete
meglio di noi gli incantesimi per difendersi in battaglia.
Aliack rimase fisso a guardarlo, poi voltò lo sguardo sugli
altri e disse: - Lo chiedo a loro. – si risedette al tavolo e parlò con tono
grave. Zecks e Nerix rimasero sconvolti,
mentre Miriam era rimasta impassibile.
Parlarono per dei minuti, poi Aliack fece cenno di
avvicinarsi e annunciò: - Va bene, ma non abbiamo intenzione di mostrarci
apertamente. Possiamo insegnarti gli incantesimi e poi tu li dirai agli altri.
Abbiamo già abbastanza problemi con la Umbridge e vogliamo evitarne altri.
Tutti e quattro se ne andarono e dopo qualche minuto
entrarono nella locanda vari studenti di Hogwarts di tutte le case, tranne
Serpeverde.
Parlarono di ciò che avevano in mente e si misero d’accordo
per decidere gli incontri.
Dopo qualche settimana un nuovo avviso della Umbridge era
stato appeso alla parete: “È vietato l’incontro abituale di quattro o più
studenti. Tutte le associazioni, le squadre e i gruppi saranno sciolti se non
otterranno il permesso dell’Inquisitore Supremo. Dolores Umbridge, Inquisitore
Supremo.”
Tutti gli studenti che stavano leggendo si paralizzarono
alla parola squadre. Draco non entrò nella sala per la colazione, ma andò a
cercare la professoressa per ottenere il permesso di riformare la squadra di
Quidditch. Ottenne il permesso senza problemi e fu lo stesso per le altre case,
a eccezione di Grifondoro che ci impiegò quasi una giornata.
La sera Miriam entrò nel dormitorio Serpeverde e vide un
gruppo di persone disposte in cerchio e nel mezzo si scorgevano i capelli
biondo pallido di Draco Malfoy.
- Che succede? – chiese a Pansy Parkinson.
- La Umbridge ha
formato un gruppo d’Inquisizione e sta cercando i membri fra i Serpeverde.
- E perchè l’ha fatto?
- Alcuni studenti infrangono l’ultima regola. Fra di loro
c’è Harry Potter che sarà il capo, visto com’è egocentrico… - la ragazza tornò
a guardare adorante Draco e a Miriam venne in mente Bellatrix mentre scrutava
Voldemort in attesa di nuovi ordini.
- Chi vuole far parte del gruppo d’Inquisizione? – chiese
Draco dopo aver spiegato la situazione e disprezzato per vari minuti i
Grifondoro. Quasi tutti i Serpeverde alzarono la mano e il biondo sorrise
malevolo. Miriam andò nella sua stanza per provare qualche incantesimo, ma dopo
qualche secondo bussò qualcuno.
Andò svogliatamente ad aprire e si trovò davanti Draco e i
suoi due inseparabili scagnozzi: Tiger e Goyle.
- Che volete?
- Farti delle domande – spiegò il prefetto. Miriam squadrò i
due dietro di lui e disse: - Quei due non li voglio qua dentro.
Stranamente i due se ne andarono senza opporre resistenza,
mentre Draco entrò nella stanza guardandosi intorno, sorpreso dai vari oggetti
appesi alle pareti. Indicò un corno fatti di rami e chiese: - Che cos’è?
- Una cornucopia. Secondo la leggenda ne escono ricchezze a
non finire.
- Succede davvero? – Miriam sorrise: anche lei quando aveva
sentito quella leggenda ne era rimasta affascinata…
- Forse, non ho mai scoperto come funzioni. – Draco sembrò
deluso e fissò un altro oggetto. Era un’ascia lunga un metro con delle piume di
fenice a metà del manico; la lama era molto ampia e splendeva, nonostante la
flebile luce delle candele.
- Quella è’ l’ascia della morte. A
seconda di chi la possiede il suo potere cambia e provoca la morte anche solo
con un graffio. La lama è cosparsa con il veleno del basilisco e le piume della
fenice servono per proteggere chi la usa.
- Perchè ce l’hai?
- È un cimelio della famiglia Serpeverde. Comunque, che devi
chiedermi?
Draco sembrò riprendersi e riassunse la sua espressione
spavalda. – Perchè non vuoi entrare nel gruppo della Umbridge? Sarebbe comodo
per te, non avresti più problemi con il Ministero.
- Non m’interessa e, comunque, l’idea di avere come capo
quella donna mi fa ribrezzo.
Draco assentì col capo e fissò un oggetto alle spalle di
Miriam. La ragazza si girò e vide l’albero genealogico della sua famiglia.
- Il Signore Oscuro è imparentato con Salazar Serpeverde?
- Sì, ma non ha una successione diretta come la mia o vicina
come la tua, lui gli discende per altre cinque famiglie.
Il ragazzo distolse lo sguardo appena una luce azzurra
illuminò la stanza. Si voltò per guardare Miriam e la vide provare degli
incantesimi.
- Che fai?
Lei si voltò sorpresa. – Non li insegnano più questi
incantesimi? Dieci anni fa la McGrannit si divertiva a insegnarli…
Draco guardava fissò la sfera blu che lei teneva in mano e
dopo qualche istante quella divenne una fenice rossa.
Guardò la ragazza attendendo spiegazioni e lei disse: -
Serve per scoprire se sei un Animagus. La sfera mostra in che cosa ti
trasformerai. Vuoi provare?
Lui fece cenno di sì e lei gli porse la fenice. Appena fu
nelle mani di Draco quella scomparve.
- A quanto pare non sei un Animagus… - commentò lei.
- In che cosa si trasformava Salazar Serpeverde? – la ragazza
scosse la testa e affermò che nessuno l’aveva mai saputo.
- Anche Black, Myne e Kyre sono Animagus?
- Sì. Zecks è un drago d’acqua; Aliack un grifone; Nerix non
lo so, non ha mai voluto dirlo…
Il ragazzo rimase esterrefatto e lei rise divertita dalla
sua reazione. Gli vennero in mente i primi quattro anni passati ad Hogwarts, a
tutte le pazzie che avevano fatto lei e gli altri… Però nella sua vita c’era
sempre stato un baratro infinito, che non riusciva a colmare con quelle
esperienze meravigliose e tutto era successo per colpa di Lucius Malfoy.
L’aveva salvata per il suo bene, eppure sentiva di odiarlo profondamente perchè
l’aveva consegnata a Voldemort.
Guardò il ragazzo davanti a lei, così simile al padre, ma
così ingenuo…
Sentì un’altra presenza nella stanza e capì che era Aliack.
- Il resto te lo mostro un’altra volta, ora sono stanca.
Draco se ne andò e Miriam si girò verso Aliack.
- Perchè sei qui?
- È da troppo che non parliamo da soli.
Divenne visibile e si sedette su una sedia di fianco al letto
della ragazza.
- Di che vuoi parlare?
- Ci eravamo messi d’accordo per aiutare Harry, ma mi sembra
che tu non stia facendo molto…
- La Umbridge mi sta tenendo sott’occhio. Comunque penso che
per me e gli altri diventerà impossibile aiutarlo: la Umbridge ha creato un
gruppo d’Inquisizione e sono tutti Serpeverde.
- Non credo che possa essere un problema per te venire nel
mio dormitorio… - ribattè lui impassibile.
La ragazza lo fissò per qualche istante negli occhi, poi lui
distolse lo sguardo. – Che ti è successo?
- Niente, è solo che… pensavo che così avremmo passato più
tempo insieme, tutto qui. – lei sorrise dolcemente e rispose: - Aliack, te l’ho
detto, la Umbridge mi controlla – il suo sorriso divenne triste – Per un po’
non potremo vederci.
- Co…? Stai scherzando? Dieci anni fa ci controllava
Silente, ma non hai mai avuto problemi a venire da me, ora che ci controlla
quel rospo hai paura?
- Quella donna è del Ministero, cerca di capire…
- Sì, capisco… capisco che tu mi hai illuso per tutto il
tempo!
Il ragazzo se ne andò e le si strinse il cuore…non poteva
averlo detto davvero, probabilmente l’aveva Confusa… però…ricordava
perfettamente tutto… non voleva credere che Aliack avesse veramente detto
quelle cose: lei lo amava, avrebbe fatto qualunque cosa per lui, per questo
aveva deciso che avrebbero fatto meglio a non vedersi per qualche giorno, per
evitare che lui avesse qualche problema a causa sua.
Sentì qualcosa di caldo scenderle lungo la guancia… pensava
di aver finito le lacrime quando tutta Hogwarts aveva scoperto che era un
mangiamorte… eppure quel ragazzo era riuscito a distruggere le barriere della
sua cella interiore, aveva sciolto tutti i lacci che bloccavano i suoi
sentimenti, le aveva insegnato ad amare…
Si alzò e si asciugò le guance, se doveva affrontarlo,
voleva farlo a testa alta.
Divenne invisibile e corse verso la torre dei Grifondoro.
Entrò nel dormitorio e lo trovò mentre guardava afflitto i gemelli. Lo guardò
da lontano per qualche istante, poi tornò visibile.
Lui alzò di scatto la testa e la guardò sorpreso, ma riprese
il suo ghigno spavaldo.
- Alla fine sei venuta… - tutta la sala li fissava in
silenzio.
- Dovevo chiarire. – ci fu qualche istante di silenzio, la
tensione era palpabile. – Non so che cos’hai capito, ma sappi che ho deciso di
non vederci per qualche giorno per il bene di entrambi.
- Potevi chiedermelo.
- Però se me l’avessi chiesto l’avrei presa meglio. – si
alzò dalla poltrona e si avvicinò lentamente alla ragazza. Rimase a un metro da
lei e si perse nel contemplarne gli occhi.
- Allora te lo chiedo adesso. Che ne dici se per un po’ non
ci vediamo? L’ho pensato ieri sera quando la punizione della Umbridge ha deciso
di incidermi la spalla e sono svenu… - si bloccò di
colpo. Non aveva intenzione di dirlo, però la rabbia l’aveva accecata come le
succedeva spesso. Vide Aliack fissarla preoccupato aveva aperto la bocca, ma
l’aveva richiusa non sapendo cosa dire. La guardò per qualche istante, poi
disse: - Perchè eri in punizione?
- No, niente. – si girò e fece per andarsene, ma Aliack la
bloccò per il polso.
- Perchè eri lì? Non hai fatto niente, no?
Sospirò sonoramente. – Guarda la spalla destra e capirai.
Le guardò la spalla e vide una cicatrice che le arrivava
fino all’osso con scritto: “Non devo amare Black.”
- Miriam… io…
- Non preoccuparti, sto benissimo.
La lasciò andare e la ragazza tornò nel suo dormitorio. Si
sedette sulla poltrona mentre tutta la sala era percorsa da dei brusii. I
gemelli lo guardarono seri e dopo qualche istante chiesero a bassa voce: - Che
c‘era scritto?
- ‘Non devo amare Black’.
Lo guardarono tutti sconvolti e Ginny sbottò: - Ma come si
permette quella vecchia megera con la faccia da rospo?
Aliack sorrise per il nuovo nomignolo della Umbridge, ma
continuava a pensare alle parole della ragazza…
Anche quando aveva rinnegato Voldemort aveva detto di stare
benissimo, ma dopo due giorni era svenuta e avevano scoperto moltissime
cicatrici che le deturpavano il corpo; probabilmente le era tornato in mente
quel ricordo e in quello stesso istante lei stava piangendo da sola nella sua
stanza mentre guardava la cornucopia che lui le aveva regalato.
- …Aliack, mi stai ascoltando? – chiese Hermione piuttosto
indignata. Il ragazzo si riprese e la fissò sorpreso.
- Dicevo che dovreste dirlo a Silente.
- Se glielo propongo rischio di perderla… è troppo
orgogliosa per rivelare a qualcuno ciò che prova realmente.
- Ma con te parla, no? – chiese George non capendo quella
frase.
- Sì, ma non parliamo di queste cose, so benissimo che
soffre quando ne parla con me e preferisco evitare. L’unica con cui parla è
Nerix perchè lei non la guarderebbe preoccupata come, invece, ho fatto io
prima…
Andò nella sua stanza e rimase sdraiato a faccia in giù sul
letto a pensare a quanto avrebbe desiderato aiutare Miriam, anche per le cose
più stupide… eppure lei non gli diceva niente perchè non voleva farlo soffrire.
Il giorno dopo la vide mentre parlava tranquillamente con i
Serpeverde. La fissò per tutta la colazione. Appena fuori dalla sala lo
raggiunse Nerix e, mentre andavano nell’aula, la ragazza gli disse: - Aliack,
dovresti evitare di guardarla per un po’. Ieri ti ha detto che cosa l’è
successo, giusto? – assentì col capo e lei riprese – Lo so che per te è
impossibile, ma se vi eviterete per qualche tempo la Umbridge smetterà di
tenerla sott’occhio.
- Sì… tenterò. Ci vediamo dopo. – entrò nella stanza e si
sedette in fondo all’aula aspettando che arrivasse anche Zecks per sfogarsi con
qualcuno.
Entrarono tutti i Tassorosso del quinto anno e Zecks gli si
sedette affianco. Prese una fionda dalla tasca e ruppe una pergamena facendone
tanti pallini. Caricò l’arma sotto lo sguardo sempre più stranito di Aliack e
sparò contro il folto cespuglio di capelli di Hermione. La pallina si incastrò
in quell’ammasso di capelli senza che la ragazza se ne accorgesse minimamente e
Zecks caricò nuovamente.
- Posso parlarti? – chiese Aliack dopo la decima pallina.
L’amico si bloccò e lo fissò sorpreso. – Pensavo che dopo lo
scherzo dell’altro giorno non mi avresti più parlato…
Stava camminando
tranquillamente nell’ampio corridoio quando si era sentito alleggerito e poi
scaraventato verso il soffitto. Era appeso a testa in giù e riuscì a
distinguere Zecks che teneva la corda. Nel frattempo era arrivato un folto
gruppo di persone e il ragazzo esponeva trionfante la sua vittima.
- Ho cambiato idea… senti, Miriam ti ha detto della
punizione?
- Che punizione?
Si rallegrò nel pensare che non era l’unico a non saperlo e
gli spiegò cos’era successo.
- Non lo sapevo… Perchè me lo dici?
- Volevo sfogarmi con qualcuno e ho trovato solo te…
Fece un lungo monologo in tutta l’ora del Professor Vitius,
mentre Zecks assentiva guardandolo sempre più sconvolto: gli parlò della sera
prima, del loro rapporto, di quanto l’amava; gli disse tutto quello che aveva
in testa e si sentì alleggerito da un peso che aveva sullo stomaco. Alla fine
della lezione Zecks aprì finalmente bocca: - Secondo me devi aspettare qualche
giorno, sicuramente tornerà tutto a posto, però non devi assolutamente incontrarla,
chiaro?
- Sai che ragioni come Nerix?
- Perchè?
- Mi ha detto la stessa cosa.
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Farai felice milioni di scrittori.
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