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Autore: Midnight the mad    06/04/2014    2 recensioni
"Insomnia" perché sì. Perché è roba scritta in notti insonni e momenti del cazzo.
Canzoni perché sì. Perché sono più reali della vita.
Parole perché sì. Perché è l'unico modo di gridare.
Cose diverse tra loro, che vengono un po' quando vogliono. Se volete leggere, leggete.
1. Redundant
2. Basket Case
3. She's a Rebel
4. Uptight
5. Die young
6. Pompeii
7. St. Jimmy
8. Gli anni
9. X-Kid
10. Show must go on
11. Cry to heaven
12. '74-'75
13. Knockin' on heaven's door
14. The forgotten
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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X-KID
 
Hey, little kid,
did you wake up late one day and...
 
La luce del sole estivo filtra dalle persiane ed entra pigra dalla finestra. Pigra, esattamente come te. Sbadigli, osservando i giochi di ombre che crea sul muro. Sarebbe una bella giornata, questa. è domenica, e finalmente, dopo settimane di pioggia e cielo nuvoloso e pesante, c’è il sole. Sarebbe la giornata perfetta per andare a fare un giro da qualche parte, magari con un amico. è da un po’ che Marta ti chiede se vuoi andare a fare un giretto all’Ikea che hanno aperto qui vicino, per esempio. Oppure potresti cedere alle insistenze di Al e andare in mountain bike con lui al parco naturale.
Sì, sarebbe una giornata perfetta per fare un sacco di cose, se non fosse che oggi è oggi. Che oggi è quel giorno. Che oggi è il suo compleanno.
E che lei non è lì con te.
 
...you’re not so young, but you’re still dumb...
 
Il rumore della macchinetta del caffè che macina i grani con una lentezza esasperante ti sveglia del tutto, riportandoti alla realtà. Eppure, in qualche modo, continui a sentirti ancora stordito, stordito dentro.
Butti giù il caffè, che ti scende in gola neanche fosse fuoco. Tossisci. Ormai non sei più la stessa ragazza capace di ingurgitarne una decina in quel modo per andare avanti fino alle cinque del mattino a lavorare da Gianni per guadagnare qualche soldo per comprare quella fottuta macchina che non è mai arrivata nel tuo garage, ma che piuttosto è stata sostituita da viaggi ai concerti e bottiglie, un mucchio di bottiglie.
Come eri giovane, cazzo. Immersa nel mondo così tanto da non sentirti neanche più nemmeno lievemente stordita da quella vita. Immagini che fosse perché, alla fin fine, ti sentivi giovane.
Ora no, però. Ora nel mondo non ci sei più immerso, cammini sulla superficie come tutti gli altri, e grazie tante. Peccato che, come per il caffè, quando si perde l’abitudine l’impatto poi è sempre piuttosto pesante. Ti torna in mente qualche parola di una canzone, una canzone che, in qualche modo, è stata capace di svegliarti un po’, quando l’hai sentita per la prima volta. Non sono molte le cose capaci di farlo, in realtà. Cazzo, quella canzone dovrebbe sentirsi fiera di se stessa.
Quasi senza pensarci, inizi a tracciare i contorni di quelle parole con il dito.
 
L’impatto con il mondo è sempre forte
per chi vorrebbe solo farne parte...
 
Già. Quello che hai sempre voluto tu, almeno da anni, è fare parte del mondo. Eppure, non ci sei mai riuscita. Non davvero, non del tutto, non credendoci.
E questo per un solo motivo. Non puoi riuscirci, non da sola. Perché non vuoi.
 
...and you’re numb to your old glory, but now it’s gone...
 
Come ti sentivi viva.
Sì, proprio così. Viva, ecco com’eri. Eri viva, e non facevi parte del mondo, non facevi parte della massa. Non facevi parte di niente, eppure non ti sentivi sola. Ti sentivi semplicemente felice.
Ma ora non è più così. No, non lo è più.
E tutto, in questa cazzo di giornata, sembra deciso a costringerti a tornare indietro e a chiederti perché, adesso, di quello che eri non resta che un ricordo perso in una giornata che sa di luce di sole e caffè bollente.
 
...I fell in love, but it didn’t catch your fall
Then I crashed into a wall,
then I fell to pieces on the floor...
 
Sali lentamente le scale, un passo dopo l’altro. Scricchiolano. Proprio come te, in questo momento. Ti senti scricchiolante, così fragile, quasi sul punto di romperti. E non sai perché.
O meglio, sì, lo sai benissimo il perché. Solo che pensarci fa fottutamente male.
La soffitta ti accoglie, polverosa come i tuoi ricordi, come tutto quello che c’è lì dentro e nella tua testa. In effetti, quella soffitta potrebbe essere la tua testa, così piena di cose com’è.
Così piena di cose nascoste com’è.
Ti avvicini agli scatoloni ammucchiati in un angolo e ti lasci cadere seduta per terra. Ci torni tutti gli anni, lì, e ci passi una giornata intera, senza mai riuscire ad aprirne neanche uno. Ormai neanche ti ricordi più cosa c’è, lì dentro.
Ti ricordi solo cosa significava per te quella roba. Sì, te lo ricordi, e per questo non riesci a buttarla via. Perché sarebbe come buttare via un pezzo di lei.
E tu lei la amavi.
Sì, ecco cosa. La amavi, anche se nell’amore non credi più. Anche se quella parola, “amore”, per te non significa più nulla.
Lei è morta, lei era l’amore. L’amore è morto.
E tu sei morta con lui.
No, ti correggi. No, non sei affatto morta con lui. Non ci sei riuscita, per qualche motivo, forse per paura, sei rimasta lì a cercare di raccogliere i pezzi. Come se non fosse stato chiaro sin dall’inizio che non ci saresti mai riuscita.
Stupida, stupida idiota. Sarebbe bastata una pallottola in testa, in quel momento. O delle vene tagliate. O un salto dal tetto di un palazzo.
E invece non hai fatto proprio niente, e adesso sei qui.
A fissare dei vecchi scatoloni aspettando chissà cosa.
Già, te lo chiedi proprio, che cosa. Tanto lo sai, lei non tornerà.
 
...Now you’re sick to death.
Bombs away, here goes nothing,
the shouting’s over...
 
Non appena lo pensi, ti aspetti che il mondo ti crolli addosso. Che qualcosa ti esploda nel petto come tutte le altre volte.
Eppure, non succede niente. Nel tuo cuore, nella tua testa, ormai c’è solo silenzio.
Un orribile silenzio che fa più paura del caos che ti regna di solito dentro.
Batti le palpebre, le lacrime agli occhi. è così che funziona, quindi. Ci si abitua, alla fine. Dopo un po’ smette di fare rumore, fa solo male, un dolore silenzioso e pungente, ma quasi lontano. Non che la sofferenza se ne vada. Diventa solo diversa. Non senti più esplodere bombe di disperazione nella tua testa.
Ti sembra semplicemente di affogare in un lago fatto di ricordi.
 
...Hey, X-Kid, bombs away,
here goes nothing,
the southing’s over and out,
over and out again...
 
è quel pensiero che ti fa avvicinare agli scatoloni. Perché sai che non esploderà più nessuna bomba arrivata per spaventarti. Perché sai che, qualsiasi cosa farai, continuerai ad affondare in quell’acqua che sa di lei e di gelo.
Quello che stai facendo è solo aiutarti ad affogare più in fretta.
 
...I once was old enough
to know better, man I was too young to care...
 
Lo scatolone è più pesante di quanto pensassi. Quando lo apri, il perché è subito chiaro. Senti una stretta al petto, gelida e dolorosa.
Vinili. è piena di dischi di vinile da 33 e 45, i vostri dischi. Tutte le canzoni che non sei più riuscita ad ascoltare dopo che lei è morta. In pratica, pensi, ormai non ascolti più musica. Li tiri fuori una alla volta, tutti. C’è qualsiasi cosa, lì dentro. Europe, Green Day, Guns n’ roses, Nirvana, Sex Pistols, Ramones, Survivor, Dire Straits. Ti blocchi su un disco degli Spandau Ballet. Il suo gruppo preferito. E, su quel disco, c’è anche la sua canzone preferita.
Pensi a quando ascoltavate insieme quella canzone, tenendovi la mano. A quanto vi sentivate grandi, capaci di tutto. E a quanto foste ingenue. Sì, perché in quel momento pensavate davvero di potervi proteggere a vicenda da tutto, e non ve ne fregava del mondo, non ve ne fregava di niente.
Già, proprio di niente.
Sollevi la testa di scatto e afferri un altro scatolone. è qui da qualche parte, lo sai che c’è. Dopo poco, riesci finalmente a trovare un vecchio giradischi aggiustato chissà quante volte con lo scotch. Il suo vecchio giradischi di seconda mano, che sparava la musica nel modo più bello che tu abbia mai sentito.
Prendi un respiro e afferri l’amplificatore.
 
...many cares, probably would but
Harvey Wood is dead and gone...
 
Il vecchio vinile polveroso gira lentamente nel giradischi, i graffi che si fanno sentire tutti stridendo nell’amplificatore. Tu te ne stai immobile, ad occhi chiusi, stravaccata sulla poltrona sbrindellata appoggiata alla parete, e ascolti. Ascolti quelle parole che sono come schiaffi, godendoti lo stridore dei graffi come attimi di respiro all’inferno.
 
Because I’ve nothing else here for you,
and just because it’s easier than the truth,
oh, if there’s nothing else that I can do,
I’ll fly for you…
 
Volare per lei. Sì, certo, l’avresti fatto, avresti fatto anche altro. Ma non sarebbe servito.
Oddio, eri così stupida.
Eri così stupida quando pensavi ancora di poter cambiare il mondo.
 
...You fell in love but then you just fell apart
like a kick in the head...
 
Forse era solo perché vi amavate.
Già, forse.
Ma l’amore non serve a un cazzo, proprio a un cazzo.
Con rabbia, ti avvicini al giradischi e strappi il vinile da sotto il braccio, spezzandolo in due.
Non serve volare per qualcuno, non serve amare, se poi non sei neanche capace di salvare una cazzo di vita.
 
...You’re an x-kid and you never even got started again...
 
Ricominciare.
Che parola strana.
Tu non hai mai saputo ricominciare.
Eppure, ci hai provato. Sì, certo che l’hai fatto. Basta guardare dove sei ora. Con una nuova vita, nuovi amici, nuovo lavoro.
Solo che una nuova testa non sei riuscita a procurartela.
Forse è proprio questo il problema.
Già. Dentro, tu sei sempre quella stupida ragazzina che nell’amore ci crede.
Stupida, stupida, stupida.
“Cresci, idiota, cresci!”
Ma tu non puoi crescere. Il futuro te lo sei bruciato, perché l’hai deciso da quando hai conosciuto lei che il tuo futuro le sarebbe appartenuto.
E adesso lei è morta.
 
...Bombs away, here goes nothing,
the shouting’s over.
Hey, x-kid, bombs away,
here goes nothing,
the shouting’s over and out,
over and out...
 
Vorresti urlare.
Sì, sarebbe meglio.
Sarebbe meglio sentirsi travolti da questo dolore invece che subire in silenzio, che affogare in silenzio.
Ma, nella tua anima, non c’è rumore. Non ci sono bombe. La guerra è finita, e tu ti sei arresa.
E non sai nemmeno perché, per tutto questo tempo, hai continuato a combattere.
 
...And you were such a young soul,
and you got lost and out of control,
you went over the edge of joking
an I have a broken heart...
 
Fuori.
Non sai perché sei uscita, in realtà. Non sai neanche dove stai andando. Segui semplicemente i tuoi piedi, perché sei troppo stanca per fermarli. E sei troppo stanca per fermare anche i ricordi, ricordi che ti affogano ancora di più. Ricordi di quello che eri, di quello che eravate, e di come adesso tutto quello che c’è nella tua testa sia fuori controllo. Sì, perché quando si è metà di un intero e l’altra metà muore non si può andare avanti come se si fosse una cosa sola. No, resti semplicemente metà di qualcosa, una metà incompleta.
Avresti dovuto mettere in conto che sarebbe potuta finire così. Magari l’avevi fatto, e avevi deciso di rischiare comunque. Non te lo ricordi più. La tua parte coraggiosa è andata a farsi fottere da anni, e neanche sai com’eri, ormai. Non sai nulla di te stessa, l’hai nascosta al mondo per così tanto tempo che ormai neanche tu riesci più a vederla.
I tuoi passi salgono lenti una scala.
E poi arrivi.
 
...Hey, little kid,
did you wake up late one day and
you’re not so young, but you’re still dumb,
you’re an x-kid and you never even got started again...
 
L’aria fresca sul viso è come uno schiaffo, uno schiaffo che ti sveglia davvero e ti fa barcollare. Il tetto, quel tetto. Quello è il vostro posto. Il posto dove andavate sempre, il tetto di un palazzo abbandonato. Il tetto da cui vi sembrava di poter vedere tutto il mondo, da cui credevate che quel mondo fosse vostro e che voi foste più forti di lui.
Non è mai stato vero. Il mondo vi ha schiacciate. Ha ucciso lei, e tu non hai neanche la forza di rialzarti. Perché non lo vuoi, capisci. Non l’hai mai voluto. Dentro la tua testa, sei sempre quella ragazzina stupida e sognatrice.
Un’ex-ragazzina, ecco cosa sei. L’ombra di qualcosa che eri, che non sa diventare nient’altro.
 
...Bombs away, here goes nothing,
the shouting’s over.
Hey, x-kid, bombs away,
here goes nothing,
the shouting’s over...
 
Batti le palpebre, il vento che ti sbatacchia qua e là. E intanto affondi, affondi e affondi nel buio, e non combatti più.
 
...Hey, x-kid, bombs away,
here goes nothing,
the shouting’s over...
 
Perché non ne è neanche mai valsa la pena, di combattere.
 
...Hey, x-kid,bombs away,
here goes nothing,
the shouting’s over...
 
Perché in quella battaglia non ci hai mai creduto.
 
...over and out...
 
Perché hai sempre combattuto per la cosa sbagliata.
E, adesso, anche se è tutto finito, vuoi cambiare parte in quella guerra.
Fai un passo, fissando il cielo, e questa è l’ultima volta. è finita. Finita, e tu sei fuori, fuori dai giochi.
 
...over and out again.
 
E smetti di affondare, e tocchi il fondo. Un fondo che sa di dolore, di asfalto e di lacrime.
Un fondo che sa di lei.
  
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