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Autore: _miky_    07/04/2014    7 recensioni
Sequel di “Ci sei stata sempre e solo tu”.
Sana e Akito dopo non poche difficoltà sono finalmente riusciti a dichiararsi e a trovare il loro giusto equilibrio.
Ma come in tutte le relazioni dovranno affrontare nuove sfide, nuove gelosie e nuovi problemi.
Riusciranno a rimanere uniti e a superare gli ostacoli che il futuro gli riserverà?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Nuovo Personaggio, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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CAPITOLO 11 ● PICCOLE COSE
 

“Pensi di andare in giro ancora allungo con una borsa da donna?” rise Sana una volta arrivata davanti alla sua abitazione.
Akito inarcò semplicemente un sopraciglio, mentre la sua ragazza commentò “Devo dire che ti dona parecchio!”.
“Andrò a riconsegnargliela ora” affermò il ragazzo ignorando appositamente l’ennesima presa in giro di Sana.
“Potevi pensarci prima, però! Quella ragazza si starà disperando non trovando la propria borsa!” gli disse.
“Ero impegnato in qualcosa di più… Interessante” le sussurrò ad un soffio dal suo viso.
Sana sorrise imbarazzata, azzerando in seguito quella minima distanza che si era creata tra le loro labbra. Le loro lingue giocavano ad esplorare la bocca dell’altro mentre Akito cingeva possessivamente la vita della propria ragazza.
Se fosse stato per lui non l’avrebbe mai lasciata andare.
Improvvisamente i due fidanzati furono illuminati da due fari e interrotti dal rumore di un clacson assordante che non cessava di suonare.
Sana si voltò leggermente in direzione della macchina appena arrivata davanti casa sua e, intravedendo la figura dell’uomo alla guida si morse automaticamente il labbro inferiore, che fino ad un attimo fa era stato torturato dolcemente dal suo ragazzo.
“Oh cacchio!” esclamò Sana allontanandosi leggermente dalle braccia di Akito.
“Ma gli occhiali da sole non li toglie nemmeno alla sera?!” domandò il biondo.
“Come fai a pensare agli occhiali da sole in questo momento?” commentò Sana avvicinandosi al finestrino di Rei.
“Ciao! Come stanno procedendo i preparativi per le nozze?” domandò imbarazzata Sana cercando di deviare ciò che il suo manager aveva appena visto.
“Benissimo, ma fammi il favore di ricordarmi di non far combaciare nuovamente gli impegni lavorativi con i preparativi per il matrimonio” affermò Rei guardando storto Akito.
“Tranquillo, non la mangio mica!” ghignò Akito.
“Mangi con noi stasera?” gli domandò Sana ignorando completamente la provocazione del suo ragazzo.
“Si, così vi racconterò cosa abbiamo deciso io e Asako!” annuì Rei.
“Che bello! Sono molto contenta, così posso anche raccontarti cosa abbiamo fatto oggi pomeriggio agli studi!” esclamò felice la ragazza.
“Spero tu sia arrivata puntuale!” le disse con una punta di rimprovero.
“Certo!” rise Sana portandosi una mano dietro alla nuca.
“Parcheggio la macchina, ti aspetto dentro!” affermò salutando educatamente Akito.
“Va bene!” rispose la rossa mentre il suo ragazzo lo salutò con un cenno del capo.
“Ti scrivo dopo, ok?” esclamò Sana riportando l’attenzione sul proprio fidanzato.
Akito annuì dandole un ultimo delicato bacio.
 
***
 
“Deve essere qui…” dedusse Akito avvicinandosi al citofono e cercando il cognome della ragazza
Okuda.
Una volta trovato, suonò il campanello e rimase lì in attesa per qualche secondo.
“Si, chi e?” domandò una voce femminile.
“C’è Alex? Sono Akito, un suo…” affermò pensando per un momento all’aggettivo qualificativo che stava per pronunciare “…Amico. Sono venuto a portarle la borsa che ha dimenticato oggi”.
“Oh… Ti ringrazio!” disse gentilmente la donna “Alex scende immediatamente!”.
Il cancellino dopo qualche secondo si aprì e Akito si ritrovò all’interno del cortile della villetta a schiera.
Un unico marciapiede portava ai cancellini di ogni proprietario, il quale possedeva un proprio giardino da utilizzare secondo le proprie esigenze e gusti. Infatti alcuni giardini erano semplici e decorati con qualche piantina, mentre altri avevano anche qualche giocatolo sparso qua e là che magari qualche bambino aveva dimenticato di mettere apposto.
All’ingresso di ogni villetta vi era un piccolo portico molto grazioso che portava all’interno dell’abitazione, invece al secondo piano ogni proprietà possedeva un balcone decorato anch’esso con alcuni fiori o piante verdi.
Poco dopo Akito vide un’esile figura avvicinarsi a lui correndo ed esclamando “Grazie Akito! Allora c’è l’avevi tu la mia borsa!”.
La ragazza a differenza del pomeriggio indossava una calda felpa blu abbinata a dei comodi jeans che gli sottolineavano le lunghe e snelle gambe. I capelli erano raccolti in una elegante treccia laterale mentre il suo viso era privo di trucco.
È vero, quando si incontravano al parco per correre insieme ovviamente era struccata, ma forse era proprio questo dettaglio che sorprendeva ogni volta Akito.
Alex non aveva bisogno di truccarsi o di vestirsi accuratamente per apparire bella, perché con i suoi delicati dettagli naturali e il fascino che possedeva nei movimenti, riusciva in ogni caso a farsi notare tra la gente grazie proprio alla sua semplicità.
“Per fortuna che la testa ce l’hai attaccata al collo, se no oggi avresti perso pure quella!” esclamò Akito porgendole la borsa.
Alex scoppiò a ridere alla battuta di Akito, il quale inarcando un sopraciglio affermò “Non so se ti rendi conto della gravità della cosa!”.
“Grave… Non esageriamo! Ci sono cose più gravi nella vita che perdere una borsa” sorrise Alex sottolineando ogni singola parola.
“La cosa grave è che sono dovuto andare in giro con un accessorio estremamente femminile per tutta la città!” rispose il ragazzo infastidito.
La ragazza dopo questa confessione non riuscì a trattenersi dalle risate e scherzando gli disse “Ecco, questo si che è un valido motivo! Però sono sicura che nessun cittadino abbia dubitato dei tuoi gusti sessuali!”.
“Per curiosità, oltre alle chiavi e alla borsa hai intenzione di perdere qualcos’altro?” le domandò con una punta di sarcasmo.
“Non so…” fece spallucce la ragazza “Solitamente sono una ragazza molto ordinata…”.
“Ordinata?! Da quello che ho potuto vedere all'interno di quella borsa, tu sei proprio il contrario di ordinata!” commentò Akito.
“Ognuno alla sua filosofia di ordine!” si difese.
“Ora devo ritornare a casa!”
“Certo, grazie ancora per essere passato a portarmi la borsa!” sorrise Alex aprendogli il cancellino.
“Ci vediamo dopo domani!” la salutò allontanandosi da casa sua.
 
***
 
Giovedì pomeriggio Sana, Hisae, Aya e Fuka si diressero al centro commerciale decise a comprare un costume per la festa di Halloween.
La sera precedente infatti, Gomi aveva inviato una e-mail a tutti gli amici e conoscenti, invitandoli a partecipare al party che si sarebbe tenuto sabato 31 ottobre nel locale in cui lavorava. Inoltre l’evento aveva sottolineato che la maschera migliore avrebbe ricevuto un premio, ovvero: per un’intera serata il locale avrebbe offerto al vincitore una serie di drink.
“Avete già pensato a come vi travestirete?” chiese Aya mentre si lasciava trasportare dalla scala mobile insieme alle sue amiche.
“No, avrò bisogno sicuramente del vostro aiuto!” rispose Sana pensando alla quantità di vestiti che ci sarebbero stati.
“Io settimana scorsa ho visto un costume e mi è piaciuto molto… Speriamo che ci sia la mia taglia!” affermò Hisae.
“Sicuramente Fuka sarà la prima a trovare il vestito adatto. È sempre così!” commentò Aya con un sorriso.
“Secondo voi sarà una festa tranquilla?” domandò Fuka assorta nei suoi pensieri.
“Non so, Gomi non mi ha anticipato nulla! Ha detto che sarà una sorpresa anche per noi!” rispose Hisae entrando nel negozio in cui proponeva accessori e vestiti per l’evento di Halloween.
“Tutto bene Fuka? Hai una faccia…” si preoccupò Sana.
“Come? Certo, sono solamente un po’ stanca!” esclamò portandosi una mano dietro alla nuca.
“Eccolo!” affermò di colpo Hisae mostrando alle tre amiche il costume che aveva visto la settimana scorsa.
“Hai intenzione di far morire Gomi per caso?” scherzò Aya alla vista dell’indumento.
“Scommetto che Gomi sarà troppo distratto per lavorare!” intervenne Fuka.
“Ricordatemi di non farmi servire da Gomi sabato sera” rise Sana “Potrebbe porgermi un drink imbevibile!”.
“E dai ragazze, state esagerando!” affermò Hisae mentre un’idea le balenava in testa “Anche se devo ammettere che mi stuzzica il pensiero di riuscire a fargli perdere la testa!”.
“Ecco le abbiamo dato l’incipit!” scosse la testa Aya.
“Sarà la mia piccola rivincita!” ghignò Hisae “Quando siamo in compagnia nei miei confronti è sempre così pieno di sé rispetto a quando siamo da soli!”.
“Ma è normale…” la rassicurò Fuka “Tutti gli uomini in genere sono così!”.
“Ego maschile!” aggiunse Aya annuendo.
Hisae scrollò le spalle non ascoltando ciò che le sue amiche le avevano appena detto e, prendendo un cerchietto decorato da due orecchiette nere si diresse al camerino.
“Non cambierà mai!” rise Sana cercando un vestito che riprendesse i suoi gusti.
“Che ne dite di questo cappello?” affermò Aya infilandosi il copricapo.
“Mi piace!” rispose Sana mentre Fuka le consigliò “Potresti abbinarci questo vestito da strega!”.
“Dici? Vado subito a provarlo!” esclamò Aya sorridendo.
“Trovato qualcosa?” domandò Fuka poco dopo a Sana.
“Non ancora… E tu?” sbuffò l'amica.
“Mah… Che ne dici di questo?” le rispose Fuka mostrandole un vestito.
Era un costume molto particolare. Il corpetto nero era decorato sul petto da tre cuori rossi lineati in verticale, la gonna bianca e nera ricadeva morbida sulle gambe con la particolarità che nel retro si allungava formando un apparente vestito a strascico.*
“Regina di cuori?!” esclamò Sana porgendole una bacchetta con la punta a forma di quel muscolo involontario.
Tagliaaaatele la testa!” rise Fuka imitando la Regina di Cuori del cartone animato “Alice nel paese delle meraviglie”.
Sana scoppiò a ridere e prendendo una pipa affermò “Cosa. Essere. Tu.”.
“La devi tenere capovolta!” affermò Fuka allegra.
“Ops!” disse Sana facendole una piccola linguaccia.
“Ma non tornano più Aya e Hisae?” domandò Fuka voltandosi verso i camerini.
“Andiamo a vederle!” esclamò Sana prendendole la mano.
In un attimo arrivarono presso i camerini e videro Hisae e Aya specchiarsi mentre si scattavano qualche foto.
“Ehi, non ci dite niente?!” affermò fintamente offesa Fuka.
“Ma come non avete ancora scelto cosa mettere?” domandò sorpresa Hisae girandosi verso Sana e Fuka.
Hisae indossava un aderente corsetto nero che le risaltava il seno pronunciato, la gonna fru fru ricadeva perfettamente evidenziando le sue toniche gambe che, grazie ai tacchi neri, la slanciavano parecchio. Il cerchietto con le orecchiette nere da gatta le donava un’espressione dolce a differenza dei guanti, che abbinati all’abito esprimevano una certa aggressività proprio come le unghie del gatto.**
“Hai preso l’abito migliore!” rispose Sana ammirando come le stava divinamente il costume da gatta.
“Lo penso anch’io!” strizzò l’occhio Hisae “Gomi impazzirà!”.
“E tu Aya? Ti piace l’abito?” domandò sorridendo Fuka.
“Si, anche se prenderò una taglia più piccola. Lo sento leggermente largo sul seno” rispose l’amica specchiandosi nuovamente.
Il cappello da strega che aveva scelto precedentemente Aya si abbinava in modo impeccabile all’abito nero che fasciava le sue curve delicate, ad eccezione della gonna che si allargava leggermente. Quest’ultima infatti dava spazio all’immaginazione poiché in alcuni punti il vestito si accorciava facendo intravedere le sottili gambe . ***
“Spero che ci sia la tua taglia, perché anche tu Aya sei molto bella!” sorrise Sana.
“Coraggio andiamo a cercare il vostro costume, così poi ci scattiamo qualche foto!” esclamò Hisae uscendo impaziente dai camerini.
“Certo che Halloween l’esalta parecchio!” affermò Sana notando l’allegria dell’amica.
Fuka ridendo scosse la testa “È innamorata!”.
“Ehi Fuka ho trovato il vestito adatto a te!” urlò Hisae.
“Corriamo a vedere, sono curiosa!” esclamò Aya guardando entrambe le ragazze.
L’amica aveva in mano un abito color rosso decorato con alcuni ricami in pizzo nero. Era molto simile al vestito che indossava Hisae, perché anch’esso, aveva la particolarità di avere un corsetto molto aderente al contrario della gonna che si gonfiava in vita facendo di conseguenza intravedere le gambe della ragazza che lo avrebbe indossato. ****
“Ma… È troppo… Rosso…” arricciò il naso Fuka.
“Si! E il mio è troppo nero!” scherzò Hisae “Dai provalo sono sicura che ti starà benissimo!”.
“Non saprei…” affermò insicura la ragazza prendendo in mano il vestito ed esaminandolo.
“Fidati della tua amica Hisae!” sorrise incoraggiandola.
“Perché non lo può indossare Sana? Lei ha delle gambe da far invidia a chiunque!” esclamò Fuka.
“Invidiare? Ma se sono alta un metro e poco più!” rise Sana.
“Ok… Lo provo ma non vi assicuro che lo comprerò!” si arrese infine la ragazza.
Aya e Sana aspettavano di vedere sbucare fuori dal camerino Fuka, intanto che Hisae cercava qualche accessorio per definire e completare il costume dell’amica.
“Ti ho portato due cosine!” esclamò allegra Hisae.
“Ho paura di vederle!” sbuffò Fuka uscendo dal camerino.
“Decisamente sexy!” si complimentò Sana “E per la cronaca hai delle belle gambe!”.
“Ecco metti questi!” sorrise Hisae infilandole un cerchietto con delle corna rosse e porgendole un tridente.
Fuka lentamente si girò per guardarsi allo specchio e per poco non impallidì.
No ragazze, ve lo scordate! È troppo… Troppo…”.
“Provocante?” l’aiutò Aya.
“Anche!” annuì Fuka “Inoltre Hisae, scusa la domanda, ma mi vedi come un diavolo?”.
Hisae rise “Se mai l’avvocato del diavolo! Comunque ti sta veramente bene!”
“Dai Fuka è solo una serata!” insistette Hisae.
“Appunto, è una sera come tutte le altre!” rispose convinta.
“Beh hai tempo un po’ di tempo per pensarci, intanto cerchiamo un abito per la sottoscritta!” esclamò Sana che non vedeva l’ora di provarsi qualche costume.
“Vieni ti aiuto!” disse Hisae.
“Tu che dici Aya?” domandò Fuka mentre si specchiava per l’ennesima volta.
“Si è vero, è molto appariscente però ammettilo: ti sta benissimo!” le rispose Aya.
Nel frattempo Sana e Hisae stavano esplorando nuovamente il negozio in cerca di qualcosa  che potesse attirare la loro attenzione, non avevano ancora in mente nessun personaggio in particolare.
“Da pirata?” le domandò Sana.
L’amica scosse la testa “No, non mi piace!”.
“Cow-girl?” riprovò ma Hisae non le aveva dato nemmeno retta.
“Sirenetta?” le chiese mostrandole un vestito.
Hisae questa volta si voltò interessata verso l’amica e all’oggetto che teneva in mano.
Era un abito molto grazioso di colore azzurro che aderiva perfettamente sul corpo di chi lo avrebbe indossato. Era decorato da una fantasia a scaglie di un colore più scuro rispetto al tulle che ricadeva sull’orlo della gonna. *****
“Mi piace! Inoltre assomiglieresti ad Ariel per il colore dei tuoi capelli!” affermò la ragazza avvicinandosi per cercare la taglia della ragazza.
“Incrociamo le dita, mi piace moltissimo questo abito!” sorrise Sana aiutando Hisae.
Controllarono per ben due volte ma senza nessun risultato, c’erano solo misure più grandi rispetto al suo corpo esile.
“Ecco lo sapevo! Dovevo mangiarmi quella brioches alla nutella!” si imbronciò Sana ripensando alla mattinata di qualche settimana fa.
“Dai proviamo a chiedere alla commessa!” esclamò Hisae “Magari hanno qualcosa in magazzino!”.
Sana annuì e avvicinandosi alla commessa del negozio le domandò se per caso avessero ancora la sua taglia in magazzino.
“Mi dispiace, ma tutto quello che abbiamo è qui esposto!” rispose educatamente.
“La ringrazio!” affermarono in coro le due amiche.
“Forza e coraggio! Ci sarà pur qualcosa!”
“Lo spero!” sbuffò scoraggiata Sana e notando solo in quel momento un cerchietto con le orecchie da topino.
“Avete per caso il costume di Minnie?” domandò speranzosa Sana alla commessa.
“Prova a controllare lì!” le disse indicando alla sua sinistra.
“Certo che oggi sei fissata con la Disney!” scherzò Hisae mentre si dirigevano nel reparto mostrato dalla commessa.
“Shhh!” ridacchiò Sana “Ho sempre avuto un debole per Minnie!”.
“Io preferisco Paperino!”
“Ora speriamo in bene!” affermò mordendosi il labbro inferiore e cercando in quegli abiti a pois.
“Trovato! Ti piace?” esclamò Hisae.
Sana appena lo vide le si illuminarono gli occhi e, senza nemmeno rispondere, prese per un braccio l’amica portandola al camerino.
“Avete trovato qualcosa?” chiese Aya vedendole arrivare.
“Se tutto va bene si!” rispose allegra Sana.
“Problemi di taglia?” intuì Fuka specchiandosi nuovamente.
“Esatto!” urlò Sana infilandosi il vestito.
“Beata te!”
“Se ce l’hai ancora addosso vuol dire che non ti dispiace poi molto!” commentò Hisae.
Fuka non rispose.
Da quando era diventata così indecisa?
Lei che cercava di tenere sotto controllo tutto ciò che le accadeva intorno.
Lei che riusciva a prendere decisioni seguendo semplicemente il suo istinto.
Così tra un dubbio e l’altro e guardandosi intensamente allo specchio si chiese “Mi piace veramente questo costume?”.
“Lo prendo!” affermò Fuka finalmente convinta.
Pensava ancora che fosse troppo rosso.
Troppo appariscente.
Troppo provocante.
Troppo… Troppo!
Ma era consapevole di essere ancora giovane e sapeva fin troppo bene che quando avrebbe raggiunto una certa età e le responsabilità si sarebbero accumulate, non avrebbe più potuto indossare un abito così audace.
“Evvai! Vedrai, stenderai Takaishi!” rise Hisae.
“Sana ci sei?” le domandò Fuka non vedendola uscire dal camerino.
“Si un secondo!” rispose Sana uscendo qualche minuto dopo.
“Per fortuna era un secondo!” commentò Fuka in contemporanea a Hisae che affermò “Hai qualche problema a determinare il tempo?!”.
“Caspita Sana sei troppo tenera!” esclamò Aya.
Indossava un abito a pois bianco e rosso a mezze maniche, quest’ultime erano leggermente gonfie come la gonna decorata da un tulle nero. Tra il solco dei due seni vi era un piccolo fiocco nero non troppo apparisce e la sua vita perfetta era fasciata da una media cintura del medesimo colore. Il cerchietto con le orecchie da topino completava perfettamente l’abbigliamento e i graziosi tacchi slacciavano di gran lunga la ragazza. ******
“Perfetta!” esclamò Hisae.
“Passiamo dalla sarta a comprare una nastro di stoffa a pois, così da poter far un elegante fiocco da abbinare al vestito!” le consigliò Aya.
“D’accordo!” sorrise Sana “Vogliamo fare qualche foto!”.
“Assolutamente!” esclamarono in coro le amiche.
“Non vedo l’ora di sabato!” sorrise Sana.
 
***
 
“Feedback letteralmente significa retroazione, ovvero la reazione ad uno specifico stimolo” stava spiegando il professore mentre Sana prendeva attentamente appunti “È un fattore fondamentale nel processo di comunicazione verbale e non verbale”.
L’insegnate parlava molto velocemente e ininterrottamente e Sana tra una notazione e l’altra, si trovò leggermente confusa su alcuni concetti appena spiegati.
“Mi domando che diamine ha mangiato a colazione oggi il professore! Caffè e peperoncino?! Cosa gli costa andare più lentamente!” pensò innervosita mentre cercava di capire e di rimanere a tempo con la spiegazione “Ho già capito che dovrò chiedere aiuto a Fuka!”.
Come se non bastasse, in quel preciso momento, Sana fu distratta da una pallina di carta accartocciata che l’aveva appena colpita in testa e, nemmeno a farlo apposta, era finita al centro del suo libro maledetto.
Si girò immediatamente nella direzione in cui dedusse era venuto il lancio, ma tutti gli studenti presenti a quella lezione erano rivolti verso il professore oppure chini sul loro libro a prendere appunti, o almeno pensò Sana, ci provavano visto la rapidità con cui spiegava l’insegnante.
I suoi occhi tornarono a fissare la pallina di carta accartocciata e con non poca curiosità l’aprì per scoprire cosa ci fosse scritto.

Pranziamo insieme Rossa?

Sana sorrise.
Doveva immaginarsi che quel pezzetto di carta fosse appartenuto a Marco.
Recuperò la penna che aveva lasciato di fianco al libro, abbandonando momentaneamente la lezione incomprensibile per poter rispondere al biglietto che aveva appena ricevuto. Ma non fece in tempo a girare il foglietto e scrivergli “Si può fare!” che vide accanto alla sua mano sinistra un'altra pallina di carta accartocciata.  
Ancora più curiosa di prima aprì velocemente il bigliettino per poter leggere il secondo messaggio.

Conosco quel sorriso.
Ci troviamo fuori dall’aula!

Come diamine aveva fatto Marco a capire che aveva già deciso di accettare il suo invito a pranzo?
Doveva rispondergli?
Teoricamente si.
Ma avrebbe anticipato nuovamente una sua risposta?
Praticamente si.
Sorridendo, infilò i due bigliettini appena ricevuti nel suo astuccio color nero, per poi provare senza alcun risultato a riconcentrarsi ancora una volta sulla lezione.
“Ma perché è sempre così convinto di sé stesso… Sono sicura che se provo a cercare sul vocabolario il sinonimo della parola convinzione, accanto ci trovo scritto il nome Marco!” pensò Sana mentre giocava con il tappuccio della sua penna.
Anche se le faceva piacere che il ragazzo fosse riuscito a percepire il suo desiderio di pranzare in sua compagnia, non voleva che lui potesse avere il potere di decidere al suo posto.
Involontariamente si voltò verso il ragazzo e vide la mano di lui scorrere sinuosa lungo un foglio che, a differenza del suo, era riempito di annotazioni.
“Ma sono l’unica che non riesce a capirci nulla? Forse sono solo distratta…” si disse fra sé e sé mentre gli occhi concentrati di Marco incontravano quelli confusi di Sana.
Imbarazzata più che mai, la ragazza distolse immediatamente lo sguardo sentendo un improvviso calore invaderle il corpo e il viso andarle praticamente a fuoco.
“Che vergogna! Chissà che avrà pensato! Sono rimasta imbambolata come un bambino che vede davanti a sé la pubblicità del suo gioco preferito!” pensò Sana fissando il suo libro e massaggiandosi le tempie come se le fosse venuto un fastidioso mal di testa.
“Settimana prossima riprenderemo la lezione da qui!” affermò il professore chiudendo il suo libro.
Perfetto la lezione era terminata, e ora?
Ora come avrebbe dovuto comportarsi?
Ma perché si sentiva terribilmente in soggezione in quel momento?
Possibile che ogni istante che trascorreva insieme a Marco, riusciva a suscitarle sempre nuove emozioni?
Che razza di potere aveva su di lei?
Con queste innocue domande, riordinò le sue cose e alzandosi di corsa cercò di raggiungere velocemente la porta dell’aula in modo da scappare da quella situazione. O da lui?
Aveva forse paura di affrontarlo?
Affrontare cosa poi? Un semplice pranzo!
“Cavolo Rossa, non pensavo fremessi dalla voglia di pranzare insieme a me!” ghignò Marco vedendola arrivare di corsa.
“Cosa ti fa pensare che io abbia accettato?” rispose Sana fermandosi davanti al ragazzo e guardandolo in tono di sfida.
“Te l’ho già detto… Dal sorriso che è nato sul tuo volto non appena hai letto il bigliettino che ti ho inviato!” affermò il ragazzo per nulla turbato.
“Io sorrido sempre!” ribatté sicura Sana.
Marco rimase per un momento in silenzio, osservando attentamente ogni movimento del suo viso.
Muovendo leggermente le spalle le disse “Ho visto come ti si sono illuminati gli occhi quando hai aperto il primo foglietto. La curiosità che esprimevano i tuoi occhi nel vedere e nel leggere il secondo messaggio, seguito da un sorriso se si può ancora più felice. Non serve per forza rispondere a parole a volte, basta osservare le piccole cose”.
Sana aveva ascoltato ogni parola pronunciata da Marco con attenzione, rimanendo letteralmente sorpresa ad ogni dettaglio che lui era riuscito a vedere sul suo viso.
Non sapeva cosa rispondergli perché aveva completamente ragione, ma un rumore involontario le venne in soccorso.
“Inoltre il rumore del tuo stomaco è un ulteriore conferma!” rise Marco.
Sana scoppiò a ridere e dandogli un piccolo buffetto sul braccio esclamò “Mangiamo una pizza?”.
 
* Regina di cuori: http://www.asapmarkets.com/upload/big/0-283.jpg
** Costume da gatta: http://static.pourfemme.it/625X0/www/pourfemme/it/img/victoria-s-secret-halloween.jpg
*** Costume da strega: http://www.costumidicarnevale.net/foto-prod/80005853.jpg
**** Costume da diavoletta: http://www.pyrettaslair.com/images/uploads/roma_costume_halloween_-_sexy_devil_1484.jpg
***** Costume da sirenetta: http://i00.i.aliimg.com/wsphoto/v0/1129812524/-font-b-little-b-font-font-b-mermaid-b-font-ariel-font-b-mermaid-b.jpg
****** Costume da Minnie: http://i01.i.aliimg.com/photo/v0/753470911/women_sexy_font_b_carnival_b_font.jpg
 
SPOILER:
“E tu perché non riesci a fidarti del prossimo?”.
Marco scrollò le spalle “Non puoi fidarti di una persona che conosci da sempre… Figurati di una persona che manco conosci!”.
“Quindi, c’è una persona in particolare che in passato ti ha fatto soffrire…” dedusse Sana.





Ciao a tutte!!
Scusate il ritardo ma la scorsa settimana sono stata invasa da una moltitudine di impegni!!
Solo oggi sono riuscita a pubblicare l'unidicesimo capitolo che spero vivamente vi sia piaciuto! =)
Vi ho "linkato" i costumi di Halloween a cui mi sono ispirata!
Io personalmente adoro quello di Hisae!
Cosa accadrà durante il pranzo tra Sana e Marco ?! xP
Inoltre Alex ha sottolineato che perdere una borsa non è la fine del mondo, perché?
Non vi anticipo niente!! =X
Ringrazio di cuore Lolimik, Angel 92, Elamela e Piccolasognatrice92 (che mi ha seguito dal primo capitolo della mia prima FF :') )! 
Grazie anche a tutte coloro che leggono solamente, recensiscono e inseriscono la mia FF tra le preferite, ricordate e seguite!
Vi auguro un felice inizio settimana!! ;)
Un bacione!
A prestissimo!!

Miky






 






 
 
  
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