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Autore: Fire Human Guts    07/04/2014    1 recensioni
Amava i clown, dalle loro parrucche alle loro enormi scarpe colorate.
Ad Abigail piacevano anche le farfalle, ma non quelle che volavano nel suo stomaco, però.
Quelle le facevano venire la nausea, oppure era veder Louis Tomlinson baciare la biondina di turno? Questo non lo sapeva, ma di una cosa era certa.
Amava Louis Tomlinson.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Abigail aprì gli occhi e mugugnò qualcosa di incomprensibile mentre la madre aprì le imposte e spalancò la finestra della sua stanza da letto.
Un brivido percorse la sua spina dorsale, mentre il vento freddo delle 
otto del mattino avvolgeva la stanza. “Sbrigati, tesoro, sono le otto.” L'avvertì Maura uscendo dalla stanza con il solito ticchettio delle scarpe con il tacco.
Abigail spalancò gli occhi e si alzò immediatamente dal letto, rischiò quasi di cadere e di rompersi la noce del collo, ma poco le importava.
Avrebbe fatto brutta fine lo stesso, se avesse ritardato di nuovo con Mallory.
“Porca...”
“Non dire parolacce!” L'ammonì la madre dalla cucina. Abigail annuì distratta, si infilò i primi abiti che le capitarono a tiro e allungò una mano sotto al letto pronta per afferrare i suoi soliti anfibi rovinati che le piacevano. Ma non trovò nulla, solo aria.
“Mamma, dove sono le mie scarpe?” Domandò uscendo dalla sua stanza da letto e percorrendo l'appartamento a piedi scalzi fino ad arrivare in cucina. Erano le otto ed un quarto. Niall e Dakota erano già usciti e lei era tremendamente in ritardo.
“Gli anfibi dici? Li ho buttati.” Borbottò posando sul tavolo la tazza di latte di Abigail e afferrando le chiavi di casa. “Cosa?!” Urlò la ragazza presa alla sprovvista.
“Oh, andiamo erano rovinati. Te ne ho comprati un paio nuovi ieri, sono in camera mia.”
Abigail si precipitò in camera della madre, notò subito sotto la specchiera uno scatolo color dell'oro con all'interno degli anfibi nuovi di zecca.

Non erano rovinati, non avevano l'aria vissuta ed erano così lucidi da farle girare quasi la testa. Li odiava e rivoleva indietro quelli vecchi.
“Non dimenticarti di fare colazione, a stasera!” Trillò la madre chiudendosi la porta alle spalle.
Ed Abigail con espressione affranta infilò con cura quelle scarpe che non assomigliavano per niente alle sue, nonostante fossero dello stesso modello.

 

“Oh, Abigail non avevo notato le tue scarpe nuove.” Ridacchiò Mallory aggiustando la coda alta che aveva fatto ai capelli. Abigail strizzò gli occhi e assunse ancor di più l'espressione imbronciata. “Scommetto che non ti piacciono.” Continuò l'amica reggendo dei libri tra le mani.
Erano appena entrate a scuola e ad Abigail sembrava più affollata del solito, le sembrava quasi che fossero tutti li ad ammirare le sue nuove scarpe.
Si sentiva in imbarazzo.
“Come possono piacermi?! Sono così... Strane.” Sbuffò camminando a grandi passi e fissandosi le scarpe. “Tu sei strana.” Puntualizzò l'amica sorridendo in modo bonario. “Si ma in positivo. Queste scarpe invece non mi piacciono.” Rispose continuando a camminare a testa bassa. “Abigail, hai passato il tuo armadietto.” L'avvertì Mallory continuando a camminare.
Abigail serrò gli occhi, si fermò e fece qualche passo indietro andandosi a scontrare con qualcuno. “A dopo.” Borbottò ignorando la persona che aveva quasi buttato a terra.
“Farfallina, sta un po' più attenta.” Non appena riconobbe la voce di Louis, si voltò con un sorriso a trentadue denti, il suo umore cambiò improvvisamente.

“Louis!” Esclamò contenta. Avrebbe voluto abbracciarlo, ma ignorò quell'istinto. “Come va questa mattina? Ti vedo contenta.” Ridacchiò lui, mettendo entrambe la mani nei capelli, cercando di aggiustarli.
“Per niente, invece.” Borbottò Abigail ricordandosi improvvisamente delle scarpe nuove, aveva vergogna.
“Qualcosa non va?” Chiese continuando a strofinare i capelli con le dita. “Lascia perdere. Piuttosto, cosa stai facendo con i tuoi capelli?” Domandò lei osservando attentamente ogni sua mossa.
“Il cappello che ho messo me li ha fatti diventare una sottiletta!” Scoppiò in una sonora risata cacciando un beanie grigio.
Abigail arricciò il naso disgustata, odiava i cappelli in generale, ma doveva ammettere che a Louis stava bene di tutto e quindi poteva anche passarci su, in qualche modo.
Già stava cominciando a piacerle quel cappellino.
Louis infilò il cappello di nuovo nello zaino e osservò attentamente le scarpe della ragazza. “Belle scarpe.” Commentò.
“Te ne sei accorto anche tu?” Piagnucolò arrossendo appena. “Delle scarpe? Si, sono carine.” Annuì il ragazzo, mentre gli passarono di fianco alcuni suoi amici che salutò con un cenno del capo. “Sono degli anfibi nuovi che mia madre mi ha comprato. E' tutta colpa sua, sono orrendi.” Ringhiò aprendo l'armadietto e recuperando il libro di matematica.
Quella mattina sarebbe entrata in classe a svolgere gli esercizi di aritmetica che Louis le aveva insegnato. Anche se non era del tutto preparata, grazie a Louis era riuscita a svolgere almeno i compiti per casa. Stava migliorando, insomma.
“Sono i soliti anfibi che indossi, nuovi però.” Dichiarò con un ovvietà che ad Abigail fece rizzare i capelli. “Appunto, sono nuovi. Io rivoglio quelli rovinati!” Esclamò battendo un piede a terra. Ne rimase delusa ed amareggiata quando si rese conto che nemmeno il rumore della gomma degli anfibi sul pavimento era quello di prima.
“Quante storie!” Louis alzò gli occhi al cielo e allungò un piede verso quello di Abigail.
“Ecco i tuoi anfibi vecchi e rovinati di un tempo.” Annunciò dopo averle calpestato delicatamente i piedi e averle sporcato le scarpe.
Abigail arrossì per la vicinanza con Louis, poi dopo essersi ripresa annuì con un sorriso che andava da un orecchio all'altro. “Grazie, sono magnifici adesso!”
Abigail sorrise e lo ringraziò di nuovo. Perché non era venuta a lei in mente, quell'idea così geniale? Non erano come quelli vecchi, ma avevano l'aria vissuta di un tempo. Amava i suoi anfibi rovinati.

 

Abigail aprì la porta di casa con il solito affanno per le scale. La risata di Liam riempì l'abitacolo ed Abigail non potette fare a meno di alzare gli occhi al cielo.
“Ben tornata, sorellina!” La salutò Niall dalla sua solita postazione, la cucina.
Abigail non rispose, si limitò ad appoggiare con la delicatezza di un elefante lo zaino sul divano, occupato già in gran parte da Dakota, intenta a guardare uno dei suoi cartoni animati preferiti.

Varcò la porta della cucina e borbottò un “Devi ancora spiegarmi cosa c'è tra te e Mallory.”
“Tu stai male.” Niall ridacchiò istericamente, era la prima volta che Abigail vedeva suo fratello in serie difficoltà. Gli piaceva Mallory, eccome se gli piaceva.
Liam represse una risata, portandosi il collo della maglietta sulla bocca. “Certo, lupo.” L'apostrofò la ragazza con il soprannome che gli aveva affibbiato Dakota.
“Tu, invece, devi spiegarmi perché Louis Tomlinson qualche minuto fa mi ha telefonato chiamandomi farfallina” Inarcò un sopracciglio incrociando le braccia ed imitando con voce teatrale quella di Louis.
Abigail lo fissò.
Niall la fissò di rimando.
Si fissarono e “La smettete di fissarvi e di leggervi nel pensiero? Noi comuni mortali non vi comprendiamo.” Sbottò Liam alzando le braccia al cielo.
“Liam, perché parli al plurale? Ci sei solo tu come comune mortale... Stupido.” Borbottò Abigail cercando cambiare discorso mentre dentro di lei stava per morire dall'imbarazzo.
“Non cambiare discorso, ragazzina!” Ridacchiò Niall disciogliendo le braccia per poi incrociarle di nuovo al petto, la conosceva troppo bene.
“Che ti ha detto?” Domandò Abigail ignorandolo di nuovo. “Nulla, ho chiuso la chiamata non appena gli ho detto che ho qualcos'altro piuttosto che la...”
“Va bene così!” Urlò Abigail interrompendolo mentre Liam e Niall scoppiarono in una risata sguaiata.

 

Non appena Abigail varcò la porta a vetri oscurati della biblioteca andò a sbattere contro qualcuno per l'ennesima volta, facendo rovesciare i libri e i quaderni di aritmetica a terra.
Tutto ciò che riuscì a sentire fu un “Ahia” Strozzato.
Alzò il capo sbuffando sonoramente e il volto mortificato di Louis si fece spazio davanti ai suoi occhi. “Dovremmo smetterla di incontrarci così.” Ridacchiò con il volto paonazzo per la vergogna. Louis sorrise e la solita donna dietro la scrivania di legno gli lanciò un occhiata in tralice.

Il ragazzo si accasciò a terra e sistemò i libri in una pila ordinata porgendoli poi ad Abigail che lo osservava grata.
“Grazie.” Bisbigliò evitando di ricevere un'altra brutta occhiata da parte della custode.
“Stavo venendo a cercarti.” Sussurrò Louis grattandosi la nuca. “Si, scusami sono in ritardo.” Rispose mortificata.
Louis annunciò un mezzo sorriso, poi seguito da Abigail si diresse di nuovo ad uno dei tanti tavoli posti in quella piccola biblioteca che stava cominciando a diventare un po' troppo stretta per i gusti di entrambi.

 

Quanto tempo era passato? Ad Abigail sembrava un eternità eppure l'orologio rosa da polso legato al suo braccio fin troppo bianco, segnava chiaramente le cinque e trenta del pomeriggio, l'ora in cui Niall e Liam bevevano il the giocando all'xbox e mostrando a Dakota, la piccola ed innocente sorellina, come uccidere gli zombie.
Erano chiusi in quel locale polveroso e colmo di libri che aveva voglia di leggere, da un ora e mezza e già non ne poteva più di risolvere gli stessi esercizi, aveva quasi imparato a memoria tutto lo svolgimento. “Louis, ho imparato questi esercizi, voglio svolgerne altri.” Brontolò picchiettando la penna nera sul quaderno pieno di scarabocchi e di numeri scritti nelle forme più strane, che solo Abigail riusciva a comprendere.
“Finalmente!” Dichiarò gettando anche lui la penna sul suo quaderno che andò a finire, però, a terra e alzando le braccia al cielo.
“Cosa...” Abigail lo osservò con un'aria interrogativa, quasi con sguardo omicida e non riuscì a terminare la frase, Louis la interruppe sorridendo. “Finalmente sei riuscita a superare del tutto la tua paura!” Louis diminuì il tono di voce ma l'eccentricità che aveva utilizzato per esprimere quelle parole fece sorridere in modo buffo Abigail, la quale prima di scoppiare a ridere, portò una mano davanti alla bocca evitando così di essere cacciata via da quella biblioteca troppo polverosa.
Pensò a quelle parole dette da Louis attentamente, aveva superato la sua paura per la matematica non appena aveva annunciato di voler svolgere altri esercizi, finalmente poteva ritenersi libera in un certo senso, era fiera di sé stessa e anche un po' nervosa.
“Hai ragione.” Annuì Abigail giocherellando con l'orologio. “Adesso, che ne dici se andiamo a superare un'altra tua insignificante paura?” Domandò il moro strofinandosi le mani con un sorriso quasi da approfittatore dipinto sulle labbra.
“Mi stai dando dell'insignificante?” Esclamò offesa Abigail che tirò giù dal tavolo le mani troppo bianche e le puntò sulle gambe, molto probabilmente già pronta ad andarsene.
“No, hai capito male. Cioè, io non intendevo quello, io...”
“Louis, stavo scherzando. Ho capito quello che volevi dire.” Lo anticipò la bionda rassicurandolo con un sorriso intenerito. Louis sospirò sorridendo a sua volta.
“Andiamo a vedere un film horror a casa mia.” Annunciò infilando il quaderno di matematica nello zaino verde. “Ma io...” Abigail tentò di persuaderlo e “Tu cosa?” La interruppe il moro alzandosi dalla sedia scomoda, già pronto per andare via e sentire una qualche scusa inventata da Abigail su due piedi, ma non le avrebbe dato retta, Louis era testardo.
“Io voglio continuare a fare esercizi di matematica.” La buttò li la ragazza che mise un finto broncio. “Oh, non raccontarmi cavolate! Lo sappiamo entrambi che di matematica non ti importa nulla. Su, andiamo a vedere questo film!” Esclamò praticamente trascinando Abigail per un braccio.
“Ma Louis, hai lasciato la tua penna a terra!” Provò ancora, indicandogli la penna rossa che aveva fatto cadere. La bibliotecaria li guardò male e “Siete pregati di fare meno baccano, grazie.” Li ammonì ancora una volta.
E Louis fermandosi si avvicinò lentamente al viso di Abigail, così vicino che la ragazza temette di svenire da un momento all'altro, mentre i fuochi d'artificio dentro di lei scoppiavano allegramente. Il ragazzo accostò le labbra sottili all'orecchio sinistro di Abigail e sussurrò “Non mi importa.” E lei tutto ciò che sentì, oltre alla porta della biblioteca chiudersi alle loro spalle, ai clacson delle auto in corsa e al chiacchiericcio delle persone che passavano in fretta per di la, furono dei brividi che non riuscì a non associarli All'amore che provo per Louis Tomlinson.

 

“Guardati, sei la ragazza più coraggiosa che io conosca!” Ridacchiò Louis lanciando un'occhiata divertita ad Abigail che fissava lo schermo piatto del televisore della stanza di Louis con sguardo terrorizzato, aspettava l'apparizione di qualche assassino da un momento all'altro, ma fino a quel momento quel film non aveva ancora nulla di horror.
“Smettila di prendermi in giro.” L'ammonì stringendo più forte quel cuscino blu di Louis che aveva poggiato in grembo, le girava la testa e aveva voglia di sgranchire le gambe che teneva piegate dall'inizio del film, mezz'ora.
“Sono serio.” Sussurrò alzando gli occhi al cielo proprio mentre i colori del televisore si attenuarono per poi scomparire del tutto, calò l'oscurità nella stanza di Louis.
Le imposte abbassate del tutto, la porta chiusa a chiave e le luci spente donavano a quella stanza un aspetto decisamente macabro, e gli abiti del ragazzo buttati lì a terra sembravano quasi trasformarsi in tanti piccoli draghi pronti a darle fuoco.
Le iridi chiare di Abigail si strinsero in cerca di luce, proprio in quel momento stava per sbuffare e annunciare la sua imminente uscita, quando d'improvviso sullo schermo apparve un mostro dalla pelle verdognola, raggrinzita e dagli occhi galli, acquosi ed indemoniati, in più come da sottofondo c'era una musica inquietante.
Non appena la ragazza riuscì a dare una forma a ciò che le era apparso davanti agli occhi lanciò un urlo squillante e immerse il volto nel morbido cuscino, facendo scoppiare Louis nella sua solita fragorosa risata. L'arrivo inaspettato del mostro non l'aveva per niente scalfito ed Abigail represse per la milionesima volta, o forse di più, la voglia di immergersi nelle sue braccia e farsi coccolare, li si sarebbe sicuramente sentita meglio, più... Protetta.
“Non ridere.” Mugugnò con il volto ancora incastrato nel cuscino. “Sei troppo buffa!” Continuò il ragazzo al suo fianco. “E' spaventoso quel coso ed io non sono buffa.” Si giustificò, poi sventolando una mano, alla ceca, in direzione di Louis lo colpì dritto in faccia e borbottò “Adesso spegni.”
“Mi hai colpito!” Trillò il moro mentre alle orecchie della bionda arrivavano ancora gli urli della protagonista che le ricordava vagamente Mallory, forse dalla voce squillante e fastidiosa in alcuni punti.
Poi dopo un paio di minuti in cui Abigail era ancora attaccata con il viso al cuscino, Louis sospirò pesantemente e “Okay, la spengo.” Rinunciò afferrando il telecomando del televisore dal tappeto e mettendo in pausa il CD.
“Hai fatto?” Borbottò con la voce ovattata dal cuscino. “Dai, smettila di fare la fifona!” Louis afferrò il cuscino e glielo sfilò dalle mani poggiandolo sul letto dietro di loro.
“Io non voglio essere fifona!” Esclamò Abigail incrociando le braccia al petto ed assumendo un espressione infantile.
“Non devi avere paura, non hai nulla da perdere.” Borbottò grattandosi la nuca, non sapeva come incoraggiarla, ma infondo era vero, non aveva nulla da perdere.
“Okay.” Esclamò di nuovo “Guardiamoci questo film.” Borbottò per poi riprendere il cuscino dal letto.


Chiedo scusa per il terribile ritardo, lo so, sono passati tre mesi dal mio ultimo aggiornamento ma ho avuto parecchi problemi con il mio PC rotto, spero che ci sia ancora qualcuno che legge questa storia perché, davvero sono mortificata e giuro che non accadrà più!
Se c'è ancora qualcuna che legge la storia, spero che il capitolo sia piaciuto.
Non c'è molto da dire sul capitolo, Abigail supera la sua paura numero uno, cioè la matematica e la paura dei film horror, ovviamente Louis la aiuta anche a "ritrovare" i suoi anfibi vecchi e la ragazza comincia ad accettare i "difetti" chiamiamoli così, di Louis (Anche se detto tra noi, lui di difetti non ne ha).
Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va.
Al prossimo aggiornamento, che prometto arriverà prestissimo! <3
E n n E.

 

 

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