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Autore: LittleNene    07/04/2014    12 recensioni
Dal 11° capitolo:
“Harry, El … è Harry … io … io lo amo … e devo dirglielo”
“El … devo vederlo subito ! Dove scendono ?? Lo sai ?”
“Torni al loro camerino e poi percorri il corridoio da cui sono spariti prima … corri !”
Non rallentai nemmeno per riprendere un po’ di fiato. Lo dovevo raggiungere in fretta.
Cominciai a sentire della voci, tra le quali riconobbi al sua, e questo mi spinse ad aumentare la velocità ulteriormente.
Vidi davanti a me una scala stretta; le voci provenivano da lì. Erano voci felici e allegre. Erano sicuramente loro.
Per primo scese Harry.
Non appena lo vidi gli corsi incontro, ad una velocità impressionante.
“Harry … io …”
Mi sorrise, incitandomi a continuare.
“Durante questa performance … ho capito una cosa importantissima …” proseguii, molto tentennante.
“Anche io …” disse il riccio “Prima tu …”
Presi un profondo respiro.
“Io ti amo …”
“Anche io ti amo … me ne sono accorto da un po’, solo che non ne ero sicuro, avevo paura … di sbagliarmi, del fatto che magari mi avresti respinto … ma oggi ne ho avuto la certezza”
Mi gettai sulle sue labbra.
Non avevo più ascoltato da dopo il “Anche io ti amo”.
Non mi interessava altro, in quel momento.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Infinity
 
[Harry’s POV]
 
Quella mattina splendeva un sole incredibilmente caldo; ed era solo metà Aprile.
Avevo ancora qualche minuto di attesa, così lo passai osservando il cielo terso e gli alberi che crescevano nel grande cortile che mi stava davanti.
Ero tornato quello stesso giorno da LA, ma i ragazzi erano tornati un giorno prima di me.
Il solito ritardatario; lasciavo sempre certe cose indietro.
Il tempo di tornare a casa, fare una doccia e lasciare la borsa che uscii di nuovo.
Lei sarebbe stata la prima persona che avrei visto.
Soffermai lo sguardo sul grande porto d’entrata aspettando che uscisse colei che stavo aspettando.
Non si apriva.
Strano, l’orario era quello giusto.
Continuai a passare l’occhio dall’orologio al portone, iniziando a farmi salire un po’ di agitazione.
Stavo quasi per arrivare al culmine quando le porte si aprirono e uno sciame di bambini iniziò a correre sul viale centrale.
Cercai con lo sguardo ma non la vidi; poi d’un tratto scorsi una piccola bambina la cui cosa più evidente era la massa di ricci castani che sballonzolavano tra i compagni.
Aveva lo zainetto troppo largo, che le saliva e scendeva ad ogni passo.
Si fermò in mezzo a cercare qualcuno. La osservai intensamente finché i nostri occhi verdi non s’incontrarono.
Rimase stupita ma poi il suo visino fu illuminato da un dolce sorriso e in meno di 3 minuti me la ritrovai avvinghiata al petto.
Papà sei tornato, sei tornato!” ripeté staccandosi dalla mia spalla, tutta contenta.
Sì piccolina, papà è qui” le risposi, sfiorandole la testina riccioluta e godendomi la sensazione di riaverla tra le braccia.
Sono proprio felice!” esclamò, rigettandosi sulla mia spalla.
La stavo stringendo a me quando sentii la sua testa alzarsi. Non proferì parola così feci per girarmi.
Mamma!” esclamò sorridente.
Nel mentre che mi voltai la vidi lì dietro di noi, a guardarci.
La piccola si agitò così la lasciai andare e corse subito tra le sue braccia.
La vidi abbassarsi e abbracciare Emily, dandole poi un bacio sulla guancia.
Incrociammo i nostri sguardi così mi avvicinai.
Emily si avvinghiò alla gamba di Irene, che si era alzata.
Non mi avevi detto per che ora tornavi” esordì.
Lo sapevano solo i ragazzi, volevo farvi una sorpresa” dissi.
La vidi sorridere guardandomi negli occhi.
Direi che è stata un’ottima idea” concluse abbracciandomi.
Non appena sentii le sue braccia attorno al collo, la strinsi a me.
Quanto mi era mancata, anche se erano state 3 settimane.
Mi siete mancate” le sussurrai.
Tu molto di più, ma con questa sorpresa hai rimediato un po’” affermò guardandomi negli occhi.
Nel mio intento ero riuscito.
Complimenti Harry!
Così mi avvicinai e la baciai.
Mamma, papà!” esclamò la nostra piccola dalle basse zone; così ci staccammo e la osservammo “perché qui?” chiese stupita.
Iniziammo a ridere, non per quello che aveva detto, ma per la situazione in generale.
Perché mamma e papà si voglio tanto bene e così ce lo dimostriamo” le spiegai accarezzandole il viso.
Probabilmente la risposta non era stata sufficiente, ma non chiese altro.
Andiamo a casa? Dai che ci stanno aspettando tutti” dissi prendendo per mano la piccola e cingendo la vita a Irene.
Prendemmo le due macchine con cui eravamo arrivati e dopo pochi minuti parcheggiammo nel vialetto di casa.
Io ero andato più veloce, così ero arrivato prima.
Dopo poco arrivarono entrambe e mi stupii della velocità di Irene; così quando scese le chiesi:
Ma sei andata veloce? No, perché sei arrivata poco dopo di me e io sono adnato veloce … non vorrei sai, c’è la piccola a bordo e … bhe …” iniziai, ma m’interruppe.
Amore, so che pensi che io non sia un asso a guidare però me la cavo, sai? E vado alla velocità giusta per non mettere in pericolo Emily …” mi spiegò tranquillamente, aiutando la piccola a scendere.
Si ma potrebbe capitare che …” continuai.
Amore, stai tranquillo” mi disse sulla porta, concludendo la discussione con un bacio a stampo.
Era incredibile.
Non ebbi nemmeno il tempo di mettere mano alle chiavi che una raggiante Eleanor mi spalancò la porta.
Alla buon ora!” esclamò sorridente “volevo vedere la mia piccolina!” e si buttò a prendere in braccio Emily che già si era mossa.
Felice di vedere anche te El, io sto bene grazie e tu?” chiesi ironicamente entrando in casa nostra.
Styles tu sei l’ultimo che devo salutare, dato che sei sempre il solito che deve rimanere più a lungo perché non sa organizzarsi” esclamò lasciando la piccola correre per casa e abbracciando Irene.
Ok, aveva ragione.
Gli altri sono già qui?” chiesi mentre l’abbracciavo.
Da un pezzo riccio” mi rimproverò la brunetta, dandomi un leggerissimo pugno sulla schiena.
Ci dirigemmo in sala, dove trovammo tutti quanti ad attenderci.
Niall e Alessia erano sul divano; lui la teneva in braccio.
Liam si stava dirigendo ad aiutare Danielle a portare i piattini e i bicchieri per tutti. Non erano tornati insieme, ma Liam si era lasciato da un po’ con Sophia, e nonostante avessero avuto una lunga relazione dopo la nascita di Emily, si riavvicinò presto a Danielle la quale non aveva avuto più relazioni serie.
Zayn e Perrie andavano a gonfie vele; dopo il fidanzamento durato un anno e mezzo si sposarono con una cerimonia piuttosto semplice rispetto a ciò che ci si sarebbe aspettato da due cantanti famosi.
Il matrimonio si tenne nell’Hampshire, in mezzo al verde della campagna. Vedere la piccola Emily tutta vestita di bianco a fare la damigella mentre distribuiva petali bianchi sotto gli occhi di tutti mi annebbiò ulteriormente gli occhi da padre innamorato.
Io e Irene ci eravamo trovati benissimo e avevamo convenuto che quello sarebbe stato l’ulteriore coronamento del nostro amore, ma unanime avevamo pensato che non c’era fretta. Ci amavamo, avevamo avuto una figlia (sebbene presto), quindi per il momento non ci serviva altro.
Intanto lei aveva preso la patente (grande traguardo!) e stava frequentando l’università di Scienze della Formazione.
Eleanor e Louis andavano a gonfie vele. La loro relazione era più forte di prima e non li avevamo mai visti così felici.
Lei si era laureata poco dopo il primo compleanno di Emily e da qualche tempo aveva trovato lavoro come assistente in una grande azienda di marketing.
Vivevamo ancora insieme, ma stavamo tutti progettando di cercare un complesso di 5 case dove poterci trasferire, ognuno coi proprio spazi ma mantenendo contatti costanti.
I soldi non ci mancavano e anche la nostra carriera stava proseguendo alla grande, permettendoci di fare ciò che amavamo per il più lungo tempo possibile.
Anche Niall e Alessia mantenevano la loro, fin dall’inizio, solida relazione. Lei era al penultimo anno di Lingue e, insieme ad Irene, aveva preso la patente.
Mi guardai attorno cercando la mia piccolina e la trovai intenta ad aiutare, o almeno quella era la sua idea, la mamma a finire la torta in cucina.
 



[Irene’s POV]
 
Mami ti posso aiutare?” mi chiese la mia bambina dagli occhi verdi e dai ricci cioccolato seduta sul tavolo.
Certo amore mio, prendi questa …” le passai la sac a poche con la glassa bianca “… e adesso mi aiuti a fare le nuvolette sul bordo, va bene piccola?
La vidi annuire soddisfatta; così le presi le manine e, guidandola con le mie le feci decorare la torta.
Quando finimmo risultò niente male.
Abbiamo una futura pasticcera in casa!” la strinsi da dietro facendola ridere.
Ora la faccio vedere allo zio Lou, così gli faccio vedere quanto sono più brava di lui a cucinare!” disse convinta, saltando giù dal tavolo e correndo in sala dal papà.
Stavo per prendere la torta e dirigermi nella stanza con tutti, quando sentii qualcuno dietro di me; mi voltai e mi accorsi che era Alessia.
Amore! Tutto bene?” chiesi, un poco sorpresa di vederla dietro così silenziosa.
Sisi amore, non preoccuparti … però dovrei dirti una cosa …” iniziò.
Iniziai a preoccuparmi così le chiesi di proseguire.
Ok non penso ci sia un modo migliore per dirlo …” la sentii agitata.
Stavo pensando le peggior cose: una malattia, problemi in famiglia …
… amore sono incinta!” buttò fuori tutta l’agitazione sorridente.
Tutte le paure sparirono e fecero spazio alla gioia immensa.
Feci un salto e l’abbracciai.
Oh mio dio! Sei seria? Oddio ma da quanto lo sai? L’avete cercato? In quanti lo sappiamo? Oddio che bella notizia amore … sarò zia!” sparai a raffica una serie di domande della cui risposta m’importava poco e l’abbracciai con gli occhi lucidi.
Si sono seria amore; non l’abbiamo proprio cercato ma quando ci è venuto il sospetto facendo un bilancio la nostra vita poteva permetterselo e un bambino sarebbe stato solo un elemento in più nel nostro amore. Ah ed escluso Niall sei la prima che lo sa, nemmeno Harry” rispose guardandomi negli occhi e asciugandomi una lacrima col pollice.
Ma aspetta … avete organizzato questo ritrovo con tutti con una scusa per dare questa notizia?” chiesi collegando un paio di cose.
Sorrise e non ci fu bisogno di altre parole.
Mi voltai verso il tavolo e mi accorsi che c’era ancora della glassa nella sacca, così mi venne un’idea.
Tu vai di la, io arrivo tra 2 minuti con la torta” le feci l’occhiolino e la spedii in salotto.
Raccolsi la glassa avanzata e sul sopra della torta scrissi “Congratulations lovely soon to be parents”.
Guardai soddisfatta il risultato e, finalmente, portai la torta nell’altra stanza, dove trovai già tutti riuniti attorno al tavolo; la mia piccola in posto d’onore accanto a Louis mentre lo assillava con il fatto che lei fosse più brava e che glielo avrebbe dimostrato.
Pronti per la torta?” chiesi passando lo sguardo su tutti ma soffermandomi su Niall, e di più sulla riccia, con un sorriso che faceva trapelare stessi nascondendo qualcosa.
Dopo aver sentito un “Sì” generale poggiai la torta nel mezzo, in modo tale che tutti potessero leggerla.
Lessi un diffuso sconcerto misto a sorpresa, anche sugli occhi dei diretti interessati del messaggio sulla torta poiché, esclusa Alessia la quale già sapeva che avevo in serbo qualcosa, non avevano la minima idea di cosa avrei potuto fare.
Si guardarono tutti attorno; io a stento riuscivo a nascondere un sorriso e continuavo a passare gli occhi tu tutti i presenti per non fissarmi sulla mia migliore amica e sul suo biondino.
Il primo ad aprire bocca fu Louis, che aveva gli occhi sbarrati:
Okokok … bello scherzo ragazzi … di chi è stata l’idea? Tua Irene vero?” mi chiese indicandomi e iniziando a ridere, sotto lo sguardo sconcertato degli altri che probabilmente avevano intuito qualcosa di più di lui.
Io scossi velocemente la testa, come per discolparmi anche perché non era sicuramente uno scherzo.
Niall e Alessia stavano iniziando a ridere e per non tradirsi e far durare un po’ di più lo scherzo il biondino si nascose dietro la ricca e mascherò la risata affondando la testa tra i suoi capelli e facendo finta di abbracciarla.
Dai Irene è stato divertente … ma ora è finita. Non sono psicologicamente pronto per un altro nipote …
Qualcosa mi dice che dovrei abituartici invece …” non riuscivo più a trattenermi dal ridere.
Si voltò di scatto verso Harry.
Ma tu proprio non sai stare fermo con quell’aggeggio! Il criceto che occupa la tua testa è il più pigro della terra … ma sapete ragionare voi due?!” iniziò a sbraitare, fraintendendo l’intera questione.
Harry stava per ribattere ma lo precedetti:
Tommo sei completamente fuori strada, ma ti pare che saremmo così incoscienti da fare un altro bambino adesso?! Stiamo benissimo con Emily. Lascia passare del tempo!” chiarii subito la situazione, strabuzzando un po’ gli occhi perché il solo pensiero di un altro figlio mi metteva in ansia nonostante amassi alla follia Emily e il suo papà.
Si voltò spaesato.
Ma allora di chi è?
Sicuramente si stava chiedendo quello.
Buttai uno sguardo alla riccia, dalla cui spalla stava spuntando un ciuffo biondo.
Ci sorridemmo, mettendo così fine al gioco.
Beh … ragazzi penso proprio che tra qualche mese avrete un piccolo Thomas che sgambetterà per casa” disse la riccia facendo spalancare a tutti la bocca dallo sgomento.
Tre secondi per collegare che la coppia fu sopraffatta dall’intera comitiva.
La mia piccolina s’intrufolò tra le gambe e corse ad abbracciare quelle della sua zia preferita.
Ragazzi va bene, grazie … ma stiamo soffocando” esclamò l’irlandese allontanando tutti dalla sua mammina.
Ero certa che sarebbe diventato paranoico come Harry.
Ah no, come Harry nessuno avrebbe mai potuto essere.
Però un po’ meno si dai.
Paranoico sicuramente.
Amore ne abbiamo già parlato … niente paranoie ok? Perché ti butto sul divano per tutti e nove i mesi” gli disse puntandogli scherzosamente un dito vicino al volto.
Lui si bloccò e le sorrise; poi si avvicinò e si baciarono non prima che le sussurrasse un impercettibile “ti amo” sulle labbra.
Tutti li stavamo guardando incantati, ma la piccola riccia decise di rompere il momento perché doveva mangiare la torta.
Mamma mangiamo la torta! Devo vincere con lo zio Lou!” esclamò tirandomi la tasca dei jeans e facendomi abbassare ridendo.
D’accordo piccola …” dissi, poi mi abbassai e le sussurrai “… ma sei sempre più brava dello zio tu!
Sorrise orgogliosa di quello che le avevo appena detto, e divenne rossa, mostrando le piccole fossette che aveva ereditato dal padre e che la rendevano ancora più d’aspetto vispo.
Me la presi con calma per servire la torta e quando vidi la piccola schizzare da Tommo, che era seduto accanto alla brunetta, e saltargli sulle gambe chiedendogli insistentemente se era buona, mi venne da ridere.
Sarebbe rimasta sicuramente lì finché il povero Lou non le avesse detto che era più brava di lui. In quello aveva preso da Harry.
Esasperare le persone fino allo sfinimento per ottenere ciò che volevano; ma erano entrambi adorabili che non gli poteva dire di no e gliela si dava vinta solo per vederli contenti.
Intanto la brunetta ridente si gustava la torta tranquillamente e rifiutava ogni minima richiesta d’aiuto della sua dolce metà in balia delle richieste di Emily.
Spostai lo sguardo su tutti i ragazzi e fui colpita dalla coppia di futuri neo genitori: erano sulla poltrona spostata, che avevamo messo per le bambole che Emily portava in sala quando voleva guardare un cartone.
Ogni giorno sceglieva un cartone diverso, rigorosamente della Disney, e lo guardava insieme a me nel caso non ci fosse Harry.
Era il loro momento speciale; mentre io preparavo la cena si mettevano entrambi sul divano; Harry se la metteva tra la gambe e guardavano insieme il cartone, ma non prima che la ricciolina avesse messo i suoi peluches comodi sulla poltrona per far vedere anche loro “La Sirenetta” o “La Bella e la Bestia”.
Il suo preferito rimaneva però Cenerentola, con grade dispiacere del suo papà poiché gli aveva bruciato “Lilli e il Vagabondo”. Non che non le piacesse, ma non lo guardava così frequentemente così come Harry faceva con me; inoltre anche se l’avessero guardato più frequentemente il riccio non l’avrebbe seguito più di tanto dato che lo trovavo sempre incantato a guardarla con occhi innamorati, mentre lei ignara mimava i vari dialoghi dei personaggi.
Vorrei però sottolineare che quando la piccola andava a dormire dai vari zii ero io quella “costretta” a sorbirsi il cartone dei cani ogni santa sera; non che mi dispiacesse rimanere sdraiata col padre di mia figlia sul divano a coccolarci tranquillamente.
Eh beh si dovette abituare; per i figli si fanno molti sacrifici che vanno anche oltre il non vedere più il cartone preferito e lo sapevamo bene.
Da quando ci eravamo lasciati quel giorni in aeroporto, prima che i ragazzi partirono per New York, fin dal primo istante iniziammo a pensare a come risolvere la situazione e quando tornarono arrivammo ad un punto in comune unendo le nostre idee quasi sovrapponibili.
Prima avremmo lasciato correre il Take Me Home Tour, le cui date ormai erano state decise e non potevamo cambiare.
Con l’avvento del terzo tour, e dei seguenti, avremmo concordato la disposizione in modo che avesse più buchi per tornare a casa e con l’arrivo del piccolo Thomas questo piano sarebbe andato benissimo addirittura per due famiglie.
Harry ridusse i suoi viaggi di svago a LA e mi disse, quando cercai di impedirglielo per non essere troppo drastico, “ci andremo insieme, e faremo vedere a nostra figlia quanto è meravigliosa quella città … l’amerà anche lei”.
Le pauese erano numerose, rispetto a prima, ma Harry stava comunque parecchio fuori di casa.
Emily non sentì eccessivamente la lontananza di papà; nel senso che le mancava parecchio ma le avevamo spiegato il motivo per cui papà e gli zii non erano spesso a casa e con tutto l’amore che, anche oltreoceano, Harry le dimostrava non si sentì mai “con una parte mancante”.
Usavamo la video-chat una volta al giorno e quando divenne più grande iniziò anche a chiamarla per mezz’ora al giorno, solo loro due.
Inoltre era capace di tornare a casa nel caso si fosse creato anche il minimo problema.
Ricordo ancora quella volta che ero andata a prendere Emily all’asilo perché mi avevano chiamata con urgenza dall’università; Alessia era con me perché eravamo nella stessa sede.
Lei guidava perché io ero troppo occupata a pensare a cosa potesse essere successo a mia figlia.
Arrivate all’asilo ci fiondammo dentro e vedemmo che si era solo schiantata contro la porta a vetri perché stava correndo e non l’aveva vista.
Tonta come il padre.
Ecco la prima cosa che pensai.
Lei comunque stava benissimo, già scalpitava perché voleva scendere dal lettino dell’infermeria e non appena mi vide si agitò ancora di più.
La portammo a casa e pensai di chiamare Harry; sicuramente la storia sarebbe saltata fuori e preferivo dirglielo a voce.
Non appena lo chiamai e gli spiegai l’accaduto iniziò a dare di matto. Tentai di calmarlo e pensai di esserci riuscita quando riattaccai.
La mattina dopo me lo ritrovai fuori della porta di casa.
Aveva mollato tutto: prove, ragazzi, management. Fortunatamente era in Europa.
Scoppiai a ridergli in faccia quando lo vidi lì e non appena si accertò che la piccola stesse bene lo rispedii in aeroporto.
Non fece più piazzate del genere, anche se erano una forte dimostrazione del suo amore per la piccola non poteva sparire da un momento all’altro, aveva delle responsabilità e accettò.
Lo sapeva bene anche lui.
Ritornando a Niall e Alessia.
Li vidi su quella poltrona che mi ricordava troppo mia figlia; l’una sulle gambe dell’altro a condividere una fetta di torta molto dolcemente e ridendo un po’.
Era incredibile.
Tra qualche mese anche loro avrebbero formato una famiglia; era strano viverlo dall’esterno.
Non fraintendetemi, non potevo essere più felice della notizia che mi avevano appena dato, solo che mi ricordava la situazione che avevamo vissuto io e Harry qualche anno prima e viverlo da esterno, come avevano fatto gli altri mi faceva strano.
Un figlio penso sia la cosa più bella che possa accadere ad una coppia innamorata; a noi era successo un po’ prima del normale e fortunatamente il nostro sentimento aveva retto e continuava verso una strada che non potevo vedere più luminosa e serena.
Loro invece erano … giusti.
Erano grandi abbastanza, maturi, autonomi e si amavano. Non potevo immaginare una situazione migliore per mio nipote.
Portai in cucina i piatti, immaginandomi un’Alessia col pancione e pensai al povero Niall che si sarebbe dovuto sopportare i mille acciacchi che già da normale aveva.
Le augurai la più serena della gravidanze e fu così.
Una gravidanza serena e goduta che si concluse con la nascita di uno splendido biondino con gli occhi azzurri di nome Thomas James Horan.
Emily lo prese subito sotto la sua ala protettrice, dichiarandolo “il mio splendido cuginetto che da me imparerà tutto ciò che c’è da imparare sulla cucina per battere lo zio Louis”.
 
Stavo iniziando a lavare i piatti, quando due mani a me fin troppo familiari mi sfiorarono i fianchi e finirono per congiungersi sul ventre, provocandomi piccoli brividi per la carezza.
Mi ricordò gli inizi della mia gravidanza. Harry lo faceva ogni volta che mi vedeva girata a fare qualcosa.
Mi alitò leggermente sul collo e poi mi stampò un dolce bacio, facendomi chiudere gli occhi.
Buona la torta amore” disse.
La decorazione era di nostra figlia, sai?” chiesi.
Credo di averlo intuito dalle 20.000 volte che l’ha detto a Tommo” rispose, iniziando a farci dondolare.
Scoppiammo a ridere insieme; entrambi sapevamo quanto la piccola sapeva essere contemporaneamente esasperante ma adorabile.
Ha preso da te anche questo tesoro … sei esasperante almeno quanto lei!” esclamando lasciando i piatti e voltandomi verso di lui, in modo che mi vedesse in viso.
Rimase col sorriso aperto a guardarmi; socchiuse gli occhi pensando a come rispondere, ma poi lasciò stare cambiando discorso:
E così avremo un altro scricciolo che corre per casa …
Yes baby, ma questa volta non sarà nostro …” dissi ridendo da sola “… non sono adorabili?” chiesi sbirciando la coppietta che stava ancora mangiando la torta.
Niall doveva aver fatto il bis.
Harry …?” chiesi, dato che non ricevetti risposta.
I voltai verso di lui.
Non sarebbe male avere un altro marmocchio per casa non trovi?” mi chiese, con un mezzo sorriso.
Non gli ressi il gioco.
Styles … fai in tempo a farti altri 5 tatuaggi prima che diamo alla luce un altro bambino” mi volti ridendo.
Sai perfettamente che potrei farmeli entro settimana prossima” ribatté.
Scordatelo, ne hai troppi … credo che l’inchiostro ti stia dando al cervello, già menomato” continuai a ridere.
Ma non cedeva oh.
La piccola Emily lo chiede spesso un fratellino … non vorrai non accontentare la nostra amata bambina?” chiese ad occhi dolci, sottolineando le parole “nostra”, “amata” e “bambina”.
Scossi la testa. Era impossibile.
Ascolta amore, so che stai scherzando ma mettiamo in chiaro lo stesso: io voglio avere altri figli con te, ma penso che per adesso siamo a posto così. In futuro ne avremo anche perché non potrei desiderare di meglio, ma …
Te la sei bevuta?” mi scoppiando a ridere dopo aver visto il mio sguardo “assassino”.
Ciao” mi staccai da lui e feci per andare in sala dagli altri, ma mi raggiunse e mi strinse a sé ancora.
Mi guardò dritta negli occhi e mi sorrise; poi mi voltò.
La vedi?” mi chiese indicandomi con un cenno della testa nostra figlia che giocava con l’ultimo peluche che Harry le aveva portato.
Annuii, ma solo dopo qualche secondo in cui mi persi ad ammirarla.
Ecco … io vedo lei e poi vedo te … la mattina, quando mi sveglio con te accanto e quando vado a vederla dormire solo perché mi ricorda te … siete costantemente nella mia mente anche quando sono via. Non avrei mai pensato di poter provare un sentimento così forte, ma è successo e ogni giorno ringrazio Dio perché mi ha fatto conoscere te mi ha dato la possibilità di avere lei. Io ti amo da morire e voglio avere altri 2, 3, 4 figli con te …
Calma, calma riccio …” lo bloccai scherzando. Chiuse la bocca e sorrise, per poi riprendere.
… ma più avanti; ora non potrei stare meglio, abbiamo un nostro equilibrio e abbiamo tutto il tempo di questo mondo per avere altri bambini. Non ci sarebbe nulla che mi facesse più che felice che avere un altro bambino da te, dico davvero … solo più avanti.
Con quelle ultime parole, che mi toccarono nel cuore, strinsi io le sue braccia ancora più attorno a me fino a sentire il suo cuore battere forte dietro al mio.
Stringemmo le nostre mani intrecciate e mi girai, guardandolo dall’alto.
Ti amo, come mai avevo fatto prima d’ora” conclusi mettendomi in punta di piedi aspettando che si avvicinasse.
Mi avvicinò ulteriormente con le mani, abbassandosi un po’, e toccò le sue labbra con le mie concludendo nel modo più perfetto ciò che ci eravamo appena detti.
Anche io ti amo piccola, in una maniera che nemmeno t’immagini” mi sussurrò poi, intrecciando le sua braccia dietro la mia schiena e tenendomi leggermente alzata da terra.
Penso che sia ora di andare dagli altri …” dissi a bassa voce, tentando di prolungare il più possibile quel momento.
Coraggio …” sussurrò dopo un profondo respiro, slacciando le sue braccia e prendendomi per mano.
Andammo a sederci sul divano, dove erano rimasti dei posti liberi e la nostra piccola proruppe, alzandosi dal tappeto:
Mamma, papà giocate con me e Pompo?” chiese con l’orsetto di Harry in mano.
Noi due ci scambiammo uno sguardo poi Harry si voltò sorridendo:
Salta in braccio topo!
Le si illuminarono gli occhi e, letteralmente saltò in braccio ad Harry, per poi accomodarsi su entrambi scoppiando in una risata cristallina.
Harry iniziò a farle il solletico, sapeva quando lo soffrisse, e non bastarono tutte le richieste della piccola perché smettesse, lui si divertiva troppo a sentirla ridere.
Li guardai, letteralmente innamorata.
Era la mia famiglia.
In loro rivedevo tutto ciò che con fatica, ma grazie anche all’aiuto di tutto coloro che amavo, ero riuscita a costruire e mantenere.
Non potevo essere più felice di ciò che avevo e che tra qualche mese avrei avuto.
Harry aveva ragione, per essere ancora più felici c’era tempo.
Lo sapevo, niente mi avrebbe portato via tutto ciò che mi circondava.
Ora dovevamo solo godercelo e pensare al presente.
Avevamo tutto il tempo del mondo per essere felici.
Ne ero certa.
Amore incondizionato, eco ciò che regnava tra tutti noi.
Mai avrei pensato che la mia vita sarebbe stata così felice, realmente così felice, ma lo era.
Lo era davvero.

Angolo autrice:
Ed eccoci qui.
Ho postato con un ritardo madornale, ma mi piace pensare che ho allungato così tanto porprio perchè non volevo che finisse tutto.
E' passato un anno e mezzo da quando avevo postato il primo capitolo e mai, giuro mai, avrei pensato che quello che all'inizio era stato solamente uno sfogo fantastico sarebbe diventato un mezzo così meraviglioso per esprimermi e per conoscere molte persone fantastiche come te, che stai leggendo proprio ora.
Con alcune ho addirittura legato una specie di amicizia virtuale, e potrà sembrare strano, ma mi sento davvero legata a queste persone anche se non le ho mai viste e forse mai le vedrò.
Ho cercato di dare il finale più degno e "aperto" mantenendo sempre il lieto fine rimantico (che penso sia il mio marchio) che questa storia e questa coppia si meritava.

Se adesso mi guardo indietro mi sembra incredibile tutto ciò che è passato; quante idee ho creato e quante sono state accantonate.
Voi ci siete sempre state; ci siamo un po' persi ma io sono sempre andata avanti per la mia strada convinta di star facendo ciò che era più giusto.
Un grande GRAZIE va ad ognuna di voi; chi leggeva in silenzio, chi mi lasciava un commentino e anche chi ha instaurato un rapporto con me.
GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE! 
Siamo alla fine e ho voluto inserire il POV di Harry, che non mettevo da molto, per dare un certo spessore a tutto e per permettervi di salutare tutti.
Sono infinitamente legata a questa storia; sarà per sempre la mia prima; la mia scommessa ... per questo ho scelto questo titolo.
Spero di avervi trasmesso tanto, almeno quanto questa storia abbia significato per me.
Non smetterò di scrivere, ma mi prendo una pausa per dare priorità ad altre cose, mettere in attuo nuovi progetti; sper che vogliate comunque continaure a seguirmi quando ricomincerò, se no ... beh arrivederci, ma lo dico col sorriso in viso! :)
Ancora altri mille grazie! 
Irene xxx

 
 
 
 
   
 
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