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Autore: Marra Superwholocked    08/04/2014    1 recensioni
Valery ha finalmente trovato il Dottore. Sarà quello giusto?
« Il mio funziona anche sul legno! »
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The White Panther'
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Il cacciavite volante


Valery, purtroppo, non fu mai una buona attrice a differenza dei suoi genitori. Non riusciva nemmeno a fare il “sorriso finto” quando sua nonna la vestiva da principessa e la obbligava a cantare quelle stupide canzoncine da bambine: lei era uno spirito libero, amava di più lanciare sassi con la fionda piuttosto che fare la damigella in pericolo. Suo zio la portava a correre nei prati dove l'erba era alta il doppio di lei e faceva finta di perderla per poi balzarle davanti all'improvviso e ogni volta che tornavano a casa sua nonna si lamentava dei vestiti sporchi e rovinati e del fango che spargeva in casa come trofeo di guerra, mentre il resto della sua famiglia se la rideva e la guardava con un nodo in gola.
Una lacrima stava per farsi strada sulla sua guancia, ma la ricacciò indietro. Era alla ricerca del Dottore da quasi cent'anni e mai una volta che fosse riuscita a fare una pausa per rivedere il suo nido. Non avrebbe mai più rivisto sua madre, suo padre, i suoi nonni, suo zio Tony: era lontana da loro nel Tempo così come nello Spazio. Ed il Dottore, l'unico che potesse capire la sua situazione, non poteva consolarla.
Ma perché cercava il Dottore? A quale scopo? Valery se lo chiese solo quando, dopo aver superato mille ostacoli con l'aiuto del capitano Jack, era con lui nel suo Tardis. E ancora una volta si dimenticò della recitazione.
« Sicura di stare bene? » le chiese il Dottore con le mani sulla consolle.
« Sì, certo. » Tempo al tempo, si disse. Fai finta di nulla e tieni gli occhi su di lui.
« Per caso, ti sei guardata attorno? »
Ok, è il momento, fai un bel respiro ed entra in scena. « Be', siamo.. Aspetta. Non era una cabina telefonica quella da cui siamo entrati? »
« Sì, e poi? »
Valery fece finta di essere scioccata e sbarrò gli occhi girando su se stessa. Il Dottore sorrise nel vederla correre fuori e rimanere per un attimo incantata dall'estrema imponenza del Big Ben che si poteva ammirare all'orizzonte. Poi Valery lasciò perdere i colori caldi del tramonto e andò a farsi un giretto attorno al parallelepipedo blu che conosceva molto bene. Quando tornò nel Tardis e richiuse le porte, la brezza tiepida si arrestò e i morbidi capelli di lui smisero di oscillare per fermarsi sulla sua fronte.
« È più grande all'interno! » recitò lei.
Il Dottore sembrò abboccare e passò le dita sotto le bretelle per alzarle e farle schioccare sulle spalle ossute. « Bene! Adesso vediamo di scoprire cosa diavolo sono quei graziosi esserini che volevano invitarci a bere il tè. »
« No, aspetta. Chi sei? Hai detto che ti chiami Dottore, ma che significa? » Era entrata nella parte.
« Io sono il Dottore, è così che mi hanno sempre chiamato e non intendo rompere la tradizione. »
« Ma.. »
« Alt » la interruppe. « Credimi, ti basta sapere questo. Ah, be', poi è ovvio: provengo da un pianeta chiamato Gallifrey, ho quasi mille anni e questa è casa mia. » Allargò le braccia con le palme all'insù. « Benvenuta nel Tardis, Penny. »
Ci fu un momento, per Valery, in cui avrebbe voluto zittirlo facendogli l'eco, ma frenò quell'impulso pensando che doveva a tutti i costi aspettare il segnale. Letteralmente. Nel frattempo avrebbe viaggiato un po' col Dottore per poi fare ritorno al suo Tardis e continuare la ricerca.
Ma non ne avrebbe avuto bisogno. « Quindi.. Quegli ometti.. Anche loro sono come te? » gli chiese. Ora era molto più sicura di sé ed era certa che ce l'avrebbe fatta: la sua sicurezza era tale che non avrebbe permesso a nessuno di metterle i bastoni fra le ruote.
« Già, anche loro sono alieni. Non si tratta di robot o qualche tua allucinazione. » Prima di togliersi la giacca di tweed, prese dalla tasca interna il suo cacciavite sonico e lo puntò sulla faccia di Valery, illuminandola di verde. Allora, vediamo cosa sei, pensò. Ricordava ancora benissimo quel suo mini viaggio in toscana: stava scrivendo di Anna, una sirena che aveva sacrificato tutto per lui, e poi l'aveva vista.. Quegli occhi dal taglio da predatrice, di un colore brillante a metà tra il prato e le nocciole. I capelli sono diversi, ma esistono le parrucche, pensò quando la vide la prima volta tra quelle vie isolate dal resto di Londra.
Valery ricordò appena in tempo che col cacciavite sonico avrebbe potuto analizzarla e venire a conoscenza della sua natura. « NO!! » urlò alzando di scatto il braccio e facendo volare, così, l'innocua arma del Dottore.
Tadaa! Cosa mi nascondi, Penny Lane? Sempre che questo sia il tuo vero nome.. Stava per parlare, quando una scossa li fece capitombolare entrambi sulla griglia attorno alla consolle. E Valery sentì ancora quel rumore ritmato: qualunque cosa fosse, ora era molto più vicino.

   
 
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