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Autore: annies    08/04/2014    1 recensioni
«E io sono Harry Styles, supervisore di articoli e stagisti, quindi, tuo superiore».
Il modo pungente in cui pronuncia la parola "superiore" fa rimangiare tutti i pensieri carini che Kara aveva avuto su di lui fino a dieci minuti prima e le fa assumere un'espressione contrita; la stessa che Zayn odia, la stessa che sua madre fa fatica a sopportare e la stessa che mette su quando non le piace qualcuno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tra nuvole
e lenzuola

8.

Quando Kara apre gli occhi - è di nuovo mattina, ha di nuovo mal di testa - un profumo inusuale le arriva dritto al cervello e si sente improvvisamente rigida. Si gira su un fianco, prova ad appoggiarsi al cuscino un po' troppo alto e un po' troppo duro, a serrare le palpebre per riaddormentarsi ma no, quel raggio di sole che filtra dalle tapparelle, quel profumo insistente, il bianco che acceca, non riescono a farle prendere sonno e quindi, un po' impacciata si gira.
E lo vede.
Vede Harry con le ciglia lunghe, gli occhi stretti, le labbra rosse schiuse, i ricci scompigliati e un russo leggero ed impercettibile.  Un improvviso tremito le scuote le ossa e forse, ma solo forse, comincia a sentirsi un po' a disagio, scombussolata. Lo guarda dormire per sessanta minuti, non uno più, non uno meno: Harry apre gli occhi e il cuore di Kara comincia a correre impetuoso.
L'orologio segna le undici del mattino, il sole è ormai alto su Londra anche se lei non riesce ancora a vederlo e Gemma Styles è uscita da dieci minuti per andare all'Università. Lo sa perché ha sentito la porta sbattere e ancora prima un penetrante odore di pane tostato.
Nonappena Harry apre gli occhi verde meraviglia a Kara viene istintivo di stringere il coprimaterasso e conficcarci dentro le - poche - unghie. Lei ha ancora i capelli arruffati, le occhiaie di chi ha appena scoperto di esser stata tradita e il profumo di Harry intriso addosso - non indossa mica una delle sue magliette, vero?
«Ma che ore sono?» domanda Harry, e forse Kara si pente di essersi lasciata andare a sentimenti tanto evidenti. Dopotutto, cosa può pretendere da Styles? Un buongiorno caloroso con tanto di colazione a letto?
«Le undici, idiota» risponde lei, girandosi sull'altro fianco e dandogli le spalle.
Non parlano per circa un quarto d'ora: Harry fissa il soffitto, con le mani sul ventre, i piedi che un po' sporgono dal letto troppo corto e il corpo che freme per via della presenza di Kara.
Kara, con le mani giunte sotto la guancia, le ginocchia piegate come fosse in posizione fetale e il broncio, vorrebbe alzarsi e andarsene, anche se in fondo starebbe ore soltanto ad accarezzarlo. Ancora preferisce non pensarci, a tutto quello che è successo solo la mattina prima, perché ha già pianto, ha già urlato e ha già fatto la scena tragica. Non ce la fa a pensare a Zayn e Ryah insieme, quindi sceglie di non farlo, di concentrarsi piuttosto sull'ultimo articolo da riscrivere.
«Certo che sei proprio suscettibile, Wright» mormora Harry spezzando il religioso silenzio.
Quando quest'ultimo le cinge il fianco con il braccio e le sfiora le ossa sporgenti del bacino con le dita, Kara rischia di avere una sincope.
«Se sei così scontroso ogni mattina, non troverai mai nessuno con cui stare»
«Intanto la qui presente snob ha occupato più di metà del mio letto, stanotte!» esclama Harry di rimando, dandole un buffetto sulla schiena e soffiando una risata.
Kara starebbe ferma in quella posizione per tutto il giorno. E anche quelli dopo.
E quelli dopo ancora.
Immagina proprio in quel momento come Miss Blanche possa essere arrabbiata non vedendo nessuno dei due in studio, come Ryah stia cercando di chiamarla inutilmente, come Zayn stia comprando un mazzo di cento rose rosse a vuoto.
«Ma se sei tu che dormi come un elefante» inizia lei, offesa «e russi pure!»
Harry si alza puntellandosi sui gomiti, le arriva ad un centimetro.
I ricci di lui quasi ricadono sulla fronte di Kara e già lei comincia ad iperventilare. Kara, tu sei forte, non ti lasciar abbindolare da un qualsiasi Harry Styles.
Kara, non farti abbracciare.
Kara, non farti baciare.
Kara.
Non. Farti.
Baciare.
Ed è già troppo tardi anche per una dura come Kara, è già troppo tardi per chi ha il cuore di ferro come Harry ed è giù troppo tardi per due che come loro sono sangue ed ossa.
Sangue ed ossa che si amalgano.
Ed è un bacio di quelli che un po' ti fanno male, di quelli che ti trasportano in un'altra dimensione, di quelli che le labbra un po' si spaccano.
Un bacio che Kara forse ha desiderato dal primo momento e che Harry ha sicuramente desiderato dal primo secondo.
«Come hai fatto a finire nel mio letto? Io non lascio dormire con me le psicopatiche!» esclama lui, staccandosi dalle sue labbra e prendendo a baciarle il collo seguendo una linea immaginaria.
I punti di una retta che non finisce.
Mai.
«Di psicopatico qui ce n'è uno solo, e credo si chiami Harry» Kara non sorride, ma appoggia le mani sul petto del riccio e aspetta.
Aspetta con gli occhi chiusi che Harry la baci ancora, e ancora, e ancora.
Ancora.
Harry non parla, sa solo che forse un po' lo ringrazia Zayn, forse un po' però si dà la colpa perché se non fosse stato per il suo atteggiamento del cazzo la stringerebbe già da più tempo.
«Quanto sei antipatica»
«Zitto»
E stringimi.

«Sai, a volte ci penso a com'era prima di venire qui. Ci penso perché un po' mi pesa abitare in questa grande città, chiuso in una camicia Ralph Lauren che neanche mi piace dietro ad un'inutile scrivania. Ci penso perché non sono riuscito a concludere  niente di tutto quello che ho amato - e amo - fare. Neanche da piccolo, quando ho chiesto a mio padre di pagarmi la scuola di musica, lui ha voluto accontentarmi: il calcio, il calcio sì che è una cosa importante. E a me però non piaceva, rincorrere quella palla, sudare in quel modo e condividere la mia settimana con quei miei compagni stupidi e privi di alcun interesse al di là dello sport. Io, crescendo, cominciavo ad appassionarmi sempre di più. Rolling Stones, Beatles, Pink Floyd e tutti i più importanti artisti del passato.»
«Un giorno, quando i miei si erano già separati da qualche anno, ho chiesto a mia madre di poter andare ad un concerto a Brighton. Avevo sedici anni, ma Kelly, Dan e Yuri sarebbero andati in treno. Perché io non avrei potuto? Neanche quella volta mia madre - neanche Gemma, mia sorella, mi era stata molto d'aiuto - aveva acconsentito. Purtroppo, fino ai miei diciotto anni le mie assolute priorità sono state solo ed esclusivamente lo studio ed il calcio.»
«Mio padre avrebbe voluto che io diventassi avvocato penalista, come lui, mentre mia madre avrebbe voluto che cominciassi a studiare economia. Gemma decise di venire a studiare qui, a Londra, anche per stare con il suo ragazzo e io la seguii. Mia madre ne fu contenta, ma a mio padre disse che ero anch'io lì per studiare. Legge. Mio padre pensa che io stia per diventare un avvocato, e invece lavoro in uno stupido giornale di moda.»
«Ho finito tutte le mie lacrime da bambino, versate sulla mia perenne insoddisfazione e sui voti che hanno cominciato a scendere sempre più. Mi sono costruito da solo, ho formato una corazza impenetrabile, un po' perché non ho più rivisto mio padre dalla mia ultima partita di calcio, a circa quindici anni. Lui era lì, sugli spalti, con la cravatta verde e i pugni sulle ginocchia. Ero così contento.
Dopo dieci minuti lui era già andato via, lasciando al suo posto un gelido sedile vuoto. Forse è da quel momento che ho iniziato a non piangere più».

Harry si appoggia a Kara ed è già pomeriggio, quando finisce di raccontare.
Lei lo stringe forte, quasi fosse lei, la più forte, e chiude gli occhi ancora una volta.



buonasera ragazze! so che sono in tremendo ritardo (ormai inizio sempre così i miei commenti ai capitoli) ma ho dovuto studiare un sacco - quest'anno è andata così! - e non ho mai avuto tempo - e voglia, devo essere sincera - di dedicarmi a scrivere fan fiction.
spero che lo sfogo di Harry vi sia piaciuto, io ho amato scriverlo. so che magari non è una scusa plausibile per tutta questa insicurezza/aggressività, ma a me piace così, spero di non deludervi troppo.
un bacione,
ari

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