Libri > Cronache del mondo emerso
Segui la storia  |       
Autore: Raya_Cap_Fee    09/04/2014    4 recensioni
• Sequel di "Alla fine non hai scelta"• Dopo la morte di Turno per mano di Dubhe, Cormia si ritrova da sola nelle mura della Gilda. La sua vita è cambiata, è stata nuovamente stravolta da un ciclone. Sa di aspettare un figlio e sa di non poterlo partorire senza che nessuno se ne accorga. La Gilda è stata la sua casa per tredici anni ma ormai, per lei, non rappresenta più nulla. Inseguita da un sogno ricorrente in cui il suo compagno le grida di uccidere qualcuno, la nostra protagonista affronterà nuove prove, farà nuovi e vecchi incontri e infine affronterà la sfida più grande: essere madre.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Ebbene sì, eccomi qui che ho deciso di torturarvi con un sequel ahahahaah. Buona lettura!
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
YOU LEFT ME IN THE DARK


 
 
CAPITOLO DODICI: Welcome

Erowyn  si riprese piuttosto in fretta. Dopotutto, era un soldato e come tale era stato in convalescenza anche altre volte. Ilona si era addolcita nuovamente nei confronti di suo figlio ma non poteva fare a meno di essere più diffidente nei confronti di Cormia. Aveva scoperto chi era in realtà ed era logico che le cose fossero cambiate.

Cormia emise un sospiro e si guardò intorno. Era seduta all’esterno della casa e guardava in direzione della distesa d’acqua ispirando l’odore di salsedine che saliva dalla scogliera. Vide Erowyn risalire il sentiero e soffermò lo sguardo sul soldato. Nelle settimane passate dopo la visita di Eleint , Erowyn aveva davvero fatto di tutto per farla sentire a sicuro. Non che Cormia fosse spaventata ma era in un certo senso grata al soldato, sempre pronta a offrirle una mano.

Aveva il sospetto, o meglio, quasi la certezza che lui provasse qualcosa nei suoi confronti.

“Sono decisamente un pescatore provetto” esordì il ragazzo mostrando il cestino che portava in una mano e sul fondo del quale erano posizionati l’uno sull’altro dei pesci che Cormia non conosceva. Accennò un sorriso e alzò gli occhi grigi verso il volto del giovane “Potresti pur sempre cambiare mestiere allora…” disse tranquilla non riuscendo a trattenere un mezzo sorriso. Erowyn era così, capace di trasmetterle un senso di tranquillità almeno fin quando non arrivava la sera e il sonno.

Erowyn sorrise “Vieni, tra poco sarà buio” le porse una mano. Lei lanciò un’ultima occhiata al mare e poi accettò l’invito facendo scivolare la propria mano in quell’altro.


 
Ilona cucinò i pesci che Erowyn aveva pescato arricchendoli con delle erbe e per una sera la tensione in casa sembrò allentarsi. Erowyn parlava animatamente con la madre e Cormia ascoltava in silenzio azzardando un sorriso di tanto. Verso la fine della cena però cominciò ad avvertire qualche dolore al ventre. Il bambino si muoveva spesso ormai ma mancava ancora qualche settimana al parto.
Strizzò gli occhi e schiuse le labbra in una muta smorfia di dolore che non passò inosservata.

“Cormia?”

“Sto bene” mormorò alzando appena una mano. Scostò la sedia dal tavolo e si rimise in piedi. Incrociò lo sguardo di Ilona prima che una nuova fitta riuscisse a farla piegare su se stessa. Avvertì immediatamente le braccia di Erowyn circondarla ma nello stesso momento sentì i calzoni bagnarsi “Madre…”disse Erowyn .

Ilona si alzò in fretta dal tavolo “E’ in anticipo”

“Cosa?” chiede Cormia con una nota di spavento nel tono. Le si erano appena rotte le acque. Strinse gli avambracci di Erowyn.

“Portala in camera a farla sdraiare e poi aspetta fuori. Non sono cose che ti riguardano queste” disse Ilona inarcando le sopracciglia. L’Assassina seguì Erowyn nella propria camera e si adagiò sul letto.

Stava davvero per nascere il bambino?

Strinse gli occhi quando una nuova contrazione la scosse. Quando fu passata trovò Erowyn a stringerle le mani, o forse era stata lei a prendergliele. Il ragazzo accennò un sorriso “Andrà tutto bene” mormorò “Andrà tutto bene, Cormia” ripetè. La ragazza annuì lentamente e il soldato si chinò e lasciarle un bacio sulla tempia.
Ilona entrò nella stanza “Vai, Erowyn” disse la donna.


 
Erowyn uddibì e tornò nella cucina ormai vuota. Aveva sfiorato con le labbra la pelle di Cormia, non era sicuro che fosse stata la mossa giusta ma era stato istintivo rassicurarla.
Era ormai notte fonda e Ilona non era uscita dalla stanza di Cormia nemmeno per un attimo. Tutto ciò che ero Erowyn sentiva erano i lamenti di Cormia e un vociare sommesso. Duravano davvero così tanto i parti?

Si agitò sulla sedia e fissò per attimo il fuoco acceso. Un improvviso urlo lo fece sobbalzare e si alzò in piedi. Ilona sbucò con la testa fuori dalla porta “Erowyn vai a chiamare Yras, la venditrice di stoffe. Dille di venire”. Era agitata.

“Che succede?” chiese aggrottando la fronte. Ilona si morse un labbro “E’ più difficile del previsto….va, presto”.


Non fu facile raggiungere il villaggio nel cuore della notte e tantomeno fu facile riconoscere la capanna di Yras. La donna, dai capelli grigi e gli occhi azzurri tendenti al verde, aprì assonnata l’ingresso, uno scialle a coprirle le spalle ossute.
“Yras, abbiamo bisogno di aiuto. La ragazza che ospitiamo sta per avere il bambino. E’ anticipo e la mamma sembra preoccupata. Vieni…” disse in fretta il soldato. La donna lo squadrò per un attimo “Da quanto?” chiese.

“Da quanto cosa?”

“Da quanto è in travaglio?” ripetè Yras chiudendosi la porta alle spalle. Sembrava volesse arrivare fino alla scogliera nella veste da notte.
Erowyn schiuse le labbra “All’incirca quattro ore…credo”.

Yras annuì “Fa strada, non ci vedo molto bene” disse prendendogli un  braccio.


 
 
Una volta raggiunta la casa, Yras scomparì oltre la soglia della camera dalla quale provenivano ancora i versi di Cormia. Alla fine Erowyn non resistette. Uscì all’esterno avvicinandosi alla scogliera e si sedette lì, sull’erba, a gambe incrociate. Da quel punto le grida successive di Cormia giunsero più ovattate. Lui era un uomo e di quelle cose non ne capiva ma più passava il tempo e più si faceva inquieto per la sorte della ragazza.
 
Quando i primi raggi di sole spuntarono a est finalmente, al grido di Cormia se ne udì un altro. Sembrò sovrastare qualsiasi cosa. Era un pianto rabbioso e forte. Il pianto tipico di chi è stato strappato al rifugio sicuro del ventre. Finalmente era nato. Erowyn si rimise in piedi e guardò verso la casa prima di avviarsi in quella direzione.

Mise la testa dentro proprio nel momento in cui Ilona usciva dalla stanza con in un braccio un fagotto “Come stanno?” chiese ansioso. Ilona sollevò lo sguardo e accennò un sorriso “Bello grosso anche per essere prematuro direi” rispose in tono gentile. Era sempre così, i bambini riuscivano sempre a farla ammorbidire.

Erowyn si avvicinò “E’ un maschio quindi” lanciò un occhiata al bambino. La pelle era ancora rossastra e in testa aveva solo una zazzera di capelli biondi, gli occhi, socchiusi erano chiari sebbene non si potesse ancora vederli bene.

Il soldato stirò appena le labbra in un sorriso “Lei come sta?”

“Si è addormentata. E’ stato difficile…per un attimo ho pensato che sarebbero morti entrambi”.

Yras uscì dalla camera “Andiamo, Ilona” disse l’anziana sistemando un lembo del tessuto nel quale era avvolto il bambino. Erowyn inarcò un sopracciglio “Andare dove?”

“Il bambino deve mangiare, Erowyn. E Cormia non ne è in grado al momento. Al villaggio c’è una ragazza che ha partorito da poco” rispose la madre. Erowyn annuì poco convinto e lanciò una nuova occhiata al nascituro. Aveva un espressione arcigna e il soldato sorrise nuovamente “Va bene” disse.

 
Quando, pochi minuti più tardi, entrò nella camera di Cormia emise un sospiro di sollievo nel vederla riposare. Tutto era stato sistemato dalle due donne e non c’era traccia di quello che era accaduto. Si sedette al fianco della ragazza e ne osservò il profilo. Era come al solito pallida e leggere ombre scure le contornavano gli occhi.

Rimase a guardarla per un po’ senza osare sfiorarla e quando la vide strizzare le palpebre fu tentato di andarsene ma, alla fine, rimase. Gli occhi si riaprirono piano e lo misero a fuoco con insolita vividezza “Come sta?” sussurrò Cormia voltando il capo  nella sua direzione. Erowyn si sporse verso di lei “Sta bene.”

“E’ un maschio o una femmina?”

Doveva davvero essere crollata nell’immediato. La aiutò a mettersi semiseduta appoggiata alla parete.

“E’ un maschio bello grosso”

Cormia socchiuse per un attimo gli occhi e deglutì “Non lo sento, dov’è?” aggiunse preoccupata.

“Al villaggio. Yras e la mamma l’hanno portato lì per farlo mangiare” rispose ancora con calma. Quelle domande erano naturali.
La ragazza fissò gli occhi al soffitto e fu scossa da un singhiozzo.

“Cormia…” mormorò lui mentre lei immergeva una mano nei capelli biondissimi. Erowyn sospirò e si sporse ad a stringerla se. Lei non protestò e nascose la testa contro la sua spalla, il volto rigato da nuove lacrime. Lui la strinse a se ispirando l’odore della sua pelle “E’ qui  con te, Cormia. Lui è qui con te” le sussurrò all’orecchio.


 
 
Angolo Autrice

Mi faccio perdonare con un nuovo capitolo :) ed ecco a voi….devo ancora decidere che nome dare al nuovo nato! Comunque, diciamo che con questa si è chiusa la prima parte della storia. D’ora in poi di ritornerà a vivere nel mondo Emerso. Per entrambi. Spero vi sia piaciuto e..niente <3
Un bacione,

Raya_Cap_Fee

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Cronache del mondo emerso / Vai alla pagina dell'autore: Raya_Cap_Fee