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Autore: Onedirection_robsten    09/04/2014    6 recensioni
Emily è una normale quindicenne londinese, solo una cosa la differenzia dalle altre: sua madre ha il tumore, e presto dovrà subire un'operazione che potrebbe cambiarle la vita. Nel frattempo, mentre la madre prepara il necessario per l'ospedale, ritrova il diario che scrisse quando era ancora un'adolescente.
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- cos'è?- chiesi, sedendomi vicino a lei.
- l’ho cercato per anni..- iniziò, senza guardarmi – qui, c’è tutta la mia vita-
La guardai confusa, non capendo di cosa stesse parlando. Era un diario segreto, e c’ero arrivata, ma non capivo tutta quell'emozione nel rivederlo.
La sentii sospirare ancor più profondamente, per poi vederla chiudere gli occhi e porgere il diario verso di me, ma continuando a tenerlo stretto fra le dita.
- voglio che tu lo legga, e che impedisca a me di fare lo stesso- disse seria.
Scossi la testa, rifiutandomi di prenderlo.
- mamma, è il tuo diario segreto, non il mio!- esclamai.
Aprì gli occhi, sorridendo, e posandomi delicatamente il diario sulle gambe.
- c’è scritta la mia più grande storia d’amore, in tutti i particolari- sussurrò, stringendo la mia mano.
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Spero di avervi incuriosito abbastanza! :)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parlare con lui non mi era stato d’aiuto, mi aveva detto cose su mamma che già sapevo, e su Harry non sapeva dirmi niente visto che non l’aveva mai conosciuto. Mi spiegò anche perché non me l’avevano mai detto, ma erano ragioni che avevo già compreso di mio.
Disse che restavo la sua bambina, che mi voleva bene come se fossi sua figlia e per me ci sarebbe sempre stato; io ci credevo. Sapevo che era così, infondo ero cresciuta con l’idea che Jason fosse mio padre, e non riuscivo a vederlo in modo diverso.
- e come faccio a contattare Harry?- chiesi.
Alzò le spalle – questo non lo so-
Lo guardai un attimo, pensando a tutti i modi possibili per riuscire a rintracciarlo. Facebook era poco affidabile, Twitter neanche, lui era troppo vecchio per saperlo usare; i social network erano esclusi a prescindere. Il telefono sicuramente era privato, e su internet non c’era il suo numero.
- abita a Londra – dissi tra me e me, facendo corrugare le sopracciglia di Jason – abita a Londra!- esclamai.
In men che non si dica ero corsa al piano di sotto, dritta di fronte alla libreria, a cercare quella maledettissima rubrica. Era la mia unica speranza. Doveva avere per forza una casa, e quindi un numero di casa; sempre che non fosse stato privato anch’esso.
Papà si sedette sul divano accanto a me, capendo subito le mie intenzioni.
Andai a Londra, poi sfogliai i cognomi con la S. Seguii la fila con il dito, facendo più attenzione quando entrai in quelli con “St”.
“Styles… Frederic”, no. “Styles… Lucy”, no. “Styles…Harry”, bingo!
Picchiettai con dito sul nome, sorridendo soddisfatta.
- non t’illudere tesoro, potrebbe non essere lui-
Annuii, posando il grande libro sul tavolino ed andando in cucina per recuperare un foglietto ed una penna; tornai in salone, copiandomi l’indirizzo ed il numero di casa.
- domani non lavori, vero?- chiesi, guardandolo.
Sbuffò – ho alternative?-
Risi a bassa voce, stampandogli un bacio sulla guancia.
 
Il giorno dopo, girammo a vuoto per diverse case. A quanto pareva, Harry aveva cambiato diverse case e i proprietari ci mandarono di casa in casa; ma lui non c’era mai.
Avevamo iniziato la ricerca alle nove, e alle dodici non avevamo ancora finito. Era più difficile di quanto avessi pensato.
- e se ci rivolgessimo alle autorità?- chiesi, abbassando il volume della radio in macchina, mentre ci dirigevamo verso l’ennesima casa.
Jason rise – e cosa vuoi dire loro? Che sei la figlia di un cantante super famoso e intendi rintracciare tuo padre?-
Annuii energicamente, e lui rise di nuovo.
- no Jas, sul serio- m’intestardii – è mio padre, e in un modo o nell’altro deve conoscermi-
Lui sospirò ed annuì, sapendo che io avevo pienamente ragione. In realtà, volevo rintracciare Harry prima che mamma se ne andasse definitivamente; volevo che lui la vedesse ancora una volta, perché mi sembrava giusto nei suoi confronti.
 
Quando arrivammo alla casa, potei ben notare che era molto più isolata di quelle precedenti e anche molto più grande.
Scesi di corsa dalla macchina, mentre Jason finiva di parcheggiare. Gli dissi di restare in macchina, tanto se non fosse stato Harry quello, saremmo dovuto ripartire verso un’altra meta.
Bussai quasi freneticamente, un suono forte e prolungato. La porta si aprì poco dopo, e diamine, dovetti sorreggermi allo stipite della porta per non cadere a terra.
 
Si, davanti a me c’era proprio lui. Harry. Papà. Cazzo, era più bello che in foto! Per lui gli anni si erano bloccati a venticinque, non ne dimostrava affatto trentuno. Era altissimo e la maglia a maniche corte metteva in evidenza i suoi bicipiti muscolosi e le spalle larghe. Gli occhi verdi, identici ai miei, i capelli ricci apparentemente senza una forma precisa.
Si, era decisamente lui.
 
- ciao- disse sorridente.
In un attimo Jason mi fu affianco e mi mise una mano sulla spalla, come a farmi sentire il suo sostegno.
- Harry Styles?- chiesi, con il fiato spezzato.
Prima di annuire, mi squadrò bene; rimase per più di qualche secondo a fissare il mio volto.
- ok ehm…- guardai Jason, il quale mi fece un sorriso incoraggiante – sono Emily Wilson – dissi di botto.
Vidi i suoi occhi fermarsi per qualche secondo nei miei, poi gli spalancò e fece un passo indietro. Certo, non doveva essere facile per lui sentire il cognome della sua ex (?) fidanzata. In ogni caso, non gli avrei detto subito di essere sua figlia, volevo solo che lui vedesse mia madre.
- so che tutto ciò ti può sembrare pazzesco e senza senso, e forse lo è, ma ti prego, devi venire con me in ospedale-
Corrugò le sopracciglia. Capii che non c’era nulla da fare se non dirgli la verità.
- mamma sta morendo-
Scosse la testa, portandosi una mano a tirarsi indietro i capelli.
- cos’è, uno scherzo?- chiese, divertito.
- vorrei lo fosse- sussurrai, abbassando lo sguardo.
I suoi occhi si velarono di tristezza e il suo corpo parve immobilizzarsi. Mi aveva creduta? Per favore, doveva essere così!
- Holly?- chiese, con un tono talmente basso che era appena udibile – la mia Holly?-
Girai automaticamente la testa verso Jason, che aveva la mascella testa e i pugni serrati. Doveva essere dura per lui ritrovarsi davanti il ragazzo che per tanti anni aveva occupato il cuore di sua moglie.
- si- risposi – per favore, vieni-
 
Annuì.
 
Si. Lo fece. Sarebbe venuto. Avrebbe visto mia madre. Lei l’avrebbe sentito un’ultima volta!
 
Senza perdere tempo, ci rimettemmo in macchina. Harry ci seguiva con la sua, e dal suo sguardo potevo capire che era ancora confuso da tutta quella situazione.
Certo, anch’io lo sarei stata. Una ragazzina si presentava alla tua porta per dirti che una tua vecchia fiamma stava morendo; un’assurdità.
Non sapevo neanche perché aveva accettato, sapevo solo di esserne felice.
 
Arrivammo all’ospedale intorno all’una, giusto l’orario delle visite. Percorsi velocemente il tragitto per andare in camera di mia madre, salutando tutte le infermiere che avevo conosciuto.
Jason si fermò fuori dalla stanza di mamma, che aveva la porta chiusa, come sempre.
- andate voi, vi aspetto qui- disse, accennando un sorriso.
Annuii e mi girai verso Harry, il quale si stava mordendo nervosamente il labbro e mi guardava con aria strana.
Presi un bel respiro ed aprii la porta, era sempre un colpo al cuore vederla lì, stesa inerme sul quel lettino.
Mi feci di lato, facendo entrare Harry e richiudendo la porta.
Il riccio avanzò fino al letto di mia madre, sedendosi accanto a lei e prendendole una mano.
- Hol…-
Non finì neanche di pronunciare il nome di mia madre, che scoppiò a piangere. 





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Hi! Scusate se il capitolo è corto, ma non ho molto tempo per scrivere ultimamente :( Spero vi sia piaciuto, prometto che il prossimo sarà più lungo! Alla prossima :)
  
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