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Autore: BFan    09/04/2014    8 recensioni
"Mi dirai mai perchè Damon non fa che parlarmi di passione per gli accenti inglesi, boschi e preferenze per i cattivi ragazzi? Dubito che lo faccia solo perchè pensa che io abbia qualche possibilità con te, adorabile biondina."
"E sai qual è la cosa peggiore? Che io, in realtà, non sono mai stata arrabbiata per quello che è successo, non mi sono mai pentita di aver fatto l'amore con lui"
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Caroline\Klaus, Enzo, Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2


Caroline ed Enzo parlavano amichevolmente da una decina di minuti all'interno del bar scolando drink quando il vampiro si rese conto di essere osservato da qualcuno. Ci mise un po' a capire chi fosse a prestare così tanta attenzione a loro due in quanto Caroline non era certo una che passava inosservata e spesso attirava su di se molto sguardi. 
Quello che Enzo percepiva però non era semplice curiosità, erano gli occhi di una persona che lo stava trafiggendo. Della serie "se gli sguardi potessero uccidere".
Era un vampiro, lo aveva capito subito, e sembrava essere parecchio interessato alla loro conversazione. Non lo aveva mai visto prima e Caroline non si era ancora accorta di lui in quanto gli dava le spalle. 
Quando la bionda capì che non aveva ancora tracannato abbastanza drink per dimenticarsi del fatto che si trovava a New Orleans, Enzo decise quel tizio era solo un guardone con la mania per le biondine e tornò a prestare attenzione alla compagna di viaggio che sembrava intenzionata ad esaurire tutto l'alcol del locale. 
"Allora Enzo" cominciò Caroline, storpiando leggermente il nome dell'uomo con il suo accento americano. "Perché hai un nome italiano se sei inglese? Me lo sono chiesta dal primo giorno in cui ti incontrato. Sai, quando sono vagamente alticcia ma non ancora ubriaca tendo a fare domande molto più interessanti del solito." E, come se volesse aggiungere enfasi alle sue parole, annuì vigorosamente con la testa. Enzo pensò che forse era un po' più che "vagamente alticcia" ma tenne questo commento per se. 
"Mio padre era inglese ma mia madre era un giovane donna italiana, di Torino per la precisione. I miei genitori si conobbero li, dove mio padre conduceva alcuni affari con imprenditori italiani nei mesi precedenti l'estate e si innamorarono. Lei decise di seguirlo a Londra e poco dopo si sposarono. Quando scoprirono che aspettavano un figlio mia madre si impuntò per dargli un nome italiano mentre mio padre riteneva che fosse più consono un nome della stessa nazionalità del paese in cui il bambino sarebbe cresciuto. Mia madre morì di parto e mio padre decise di realizzare il suo ultimo desiderio dandomi il nome che tanto le piaceva, Lorenzo." 
Caroline rimase interdetta per un momento, non voleva certo far tornare alla mente brutti ricordi al suo quasi amico solo a causa della sua stupida curiosità.
"Scusa, non lo sapevo." Aggiunse immediatamente dopo.
"Per cosa ti scusi? Mi hai solo fatto una domanda e anche pertinente direi. Sei una ragazza curiosa, questo significa che ti interessi alla vita e alle persone che ti circondano. È un bella cosa." Enzo sorrise e Caroline ricambiò, felice per le sue parole.
Enzo stava per proporre l'idea di andarsene a dormire data l'ora, soprattutto considerato quello che li attendeva il giorno dopo: la ricerca dell'ibrido originale, quando senti di nuovo quello sguardo fisso su di lui. 
"Allora, Lorenzetto, dimmi la tua opinione sulle fasi lunari. Non credi che siano molto interessanti?" 
Si, Caroline aveva decisamente bevuto troppo!


*****

Klaus, seminascosto dietro un gruppi di ragazzi, continuava ad ascoltare, sempre più geloso, la conversazione che Caroline stava avendo con quel tipo, Lorenzo. 
L'ibrido non riusciva a smettere di fissarlo fulminandolo con lo sguardo e probabilmente il tizio con l'accento assolutamente ridicolo se ne accorse. Meglio per lui, avrebbe capito, in questo modo, di dover stare lontano da Caroline.
I minuti però passavano e i due rimanevano sempre assieme parlando del più e del meno, come se stessero cercando di conoscersi meglio. Come una coppia che sta assieme da poco. 
Klaus strinse maggiormente i pugni facendo diventare le nocche delle mani bianche per lo sforzo. Perché Caroline sembrava interessata ad avere una relazione con chiunque tranne che con lui? Gli sarebbe basta a una piccola opportunità e null'altro perché sapeva che sarebbe riuscita a conquistarla. Ma lei era ostinata ed orgogliosa, proprio come lui.
Aspettò che Camille si avvicinasse e ordinò un altro, l'ennesimo, bicchiere di bourbon. Poi, come se nulla fosse, cercando di apparire più distaccato e disinteressato possibile, rivolse a Camille la domanda. 
"Sai chi sono quei due? Li hai mai visti prima? Non vorrei che nella mia città arrivassero persone sconosciute pronte a creare problemi." Klaus aggiunse velocemente l'ultima parte della frase notando lo sguardo curioso di Camille. 
"No Klaus, non li ho mai visti prima d'ora. Sembra che si conoscano bene. Passeranno la notte qui, hanno prenotato una stanza. L'unica rimasta disponibile."
Sentendo queste parole l'ibrido si irritò maggiormente. Dire che era furioso sarebbe stato l'eufemismo del secolo. Perché diavolo Caroline passava la notte, nella stessa stanza, con un'idiota del genere? 
"Sono una bella coppia non trovi? Sono stati fortunati ad aver trovato una camera con letto matrimoniale." Commentò distrattamente la barista, prima di tornare a servire nuovi clienti.
L'originale non si era nemmeno reso conto che sentendo le ultime parole della psicologa, preso dalla rabbia, aveva disintegrato il bicchiere sotto la forza della sua stretta.
Quando si rese conte che Caroline, che aveva bevuto più del normale, si alzò trascinando con se il vampiro moro verso il piano superiore, dove si trovavano le stanze, decise che era il momento per intervenire. 
Quel bifolco inglese non avrebbe posato un dito sulla sua Caroline.

*****


Quando Caroline era ormai arrivata al terzo scalino che avrebbe condotto lei ed Enzo al piano superiore, capì che qualcosa non andava.
E non era certo una sensazione dovuta alla sua notevole allegria da alcol. Sentiva qualcuno vicino. Sentiva lui. Il suo odore. 
E poi, inevitabilmente, anche la sua voce.
"Sweetheart, che piacere è per me vederti nella mia città." 
E nonostante la bionda avesse percepito la sua presenza, quando Klaus parlò non poté fare a meno di raggelare.
'Andiamo Caroline, cosa ti aspettavi? Enzo ti ha portato in questa dannata città per incontrarlo e ora ti sorprendi tanto perché lo rivedi?' 
Caroline decise che la vocina insulsa nella sua testa stesse chiaramente dicendo delle sciocchezze, magari era ubriaca anche lei. 
Enzo, comunque, si voltò verso la persona che aveva parlato immaginando si trattasse di Klaus. Rischiò di scoppiare a ridere quando si rese conto che era lui! Il tipo che lo aveva fissati per tutta la sera e che probabilmente aveva ascoltato ogni loro parola.
"E così tu sei Klaus il guardone eh? Il tuo accento è leggenda." 
Caroline si tirò una manata in fronte. Cosa diavolo stava dicendo Enzo? 
Klaus alzò irritato un sopracciglio. Quel tipo lo aveva appena definito un guardone? 
L'ibrido si convinse che, evidentemente, voleva morire sotto atroci sofferenze.
"Klaus -E Caroline, cominciando a parlare per cercare di salvare il salvabile, si voltò lentamente verso di lui- cosa ci fai qui?" E non passo nemmeno un secondo dal momento in cui la bionda pronunciò la frase al momento in cui cominciò ad insultarsi mentalmente. Che domande faceva? Era lei ad essere andata nella sua città. Stupida, idiota Caroline!
"Temo, Sweetheart, che questa domanda debba fartela io. Cosa ci fai a New Orleans? È per caso successo qualcosa di cui devo essere messo al corrente?" E lo sguardo di Klaus corse velocemente ad Enzo, come se volesse far intendere che pretendeva sapere, immediatamente, chi diavolo fosse il tipo con cui la sua bionda stava per passare la nottata. 
"Klaus, lui è Enzo -e indicò l'amico- Enzo, lui è Klaus." Il moro allungò una mano amichevolmente verso l'ibrido che la ignorò bellamente. Attendeva ancora risposte.
"Siamo finiti a New Orleans -continuò Caroline- a causa di un piccolo errore di orientamento- e qui fulminò Enzo- e abbiamo deciso di fermarci per la notte per poi riprendere il viaggio domani."
"In realtà -la contraddisse Enzo- non c'è stato nessun errore. Io l'ho portata qui volontariamente e AAH! Che diavolo fai Caroline?" La bionda aveva pestato il piede del vampiro con tutta la sua forza per evitare che continuasse la frase. Come se non si fosse già abbastanza umiliata. Ci mancava solo che Klaus venisse a sapere del suo monologo on the road e poteva dire addio definitivamente alla sua dignità.
Ovviamente un Klaus sempre più confuso sbuffò irritato. Il suo sopracciglio destro stava combattendo la forza di gravità e raggiungeva vette sempre più alte. 
"Non ho intenzione di mentire, biondina. Dirò tutto al guardon... Klaus." Si corresse in fretta.
"Ah, fa quello che ti pare. Io vado di sopra, non intenzione di farmi umiliare così!" E con la super velocità raggiunse la sua stanza prima che uno dei due uomini potesse fermarla.
Senza nemmeno guardarsi intorno si buttò sul letto e si coprì le orecchie con il cuscino. Non aveva intenzione di ascoltare una singola parola di quelle che i due al piano di sotto si sarebbero, di li a poco, scambiati.

*****

Klaus stava per raggiungere Caroline al piano superiore quando, parandosi davanti a lui, Enzo lo fermò.
Ovviamente ricevette in cambio uno sguardo di fuoco ma poco gli importava. Klaus non gli faceva paura, non quando alle spalle aveva settant'anni di inferno.
Allo stesso tempo l'ibrido dovette ammette che per quanto irritante Enzo fosse, aveva un gran fegato. Doveva dargliene atto. 
"Io e te, Ibrido rubacuori, dobbiamo farci una bella chiacchierata su Caroline. Cosa ne dici?" 
L'originale si limitò ad indicare con un cenno del capo un tavolo libero ai margini del locale, dove nessun orecchio indiscreto avrebbe potuto farsi gli affari loro.

Dopo essersi seduti e aver ordinato da bere -suscitando un commento divertito di una giovane cameriera che probabilmente li aveva scambiati per degli alcolisti non molto anonimi- Klaus fece cenno ad Enzo di cominciare.
"Allora, prima di tutto voglio mettere in chiaro un paio di cose dato gli sguardi assassini che mi hai rivolto per tutta la sera: io e l'adorabile biondina siamo solo amici e -Enzo si interruppe notando lo sguardo del vampiro di fronte a lui cambiare immediatamente. Un sorriso soddisfatto ora faceva da padrone al suo viso compiaciuto- e a quanto pare questo ti fa molto piacere." Ironizzò l'italo-inglese.
Dentro di se, nel frattempo, Klaus stava gongolando come poche altre volte gli era capitato in mille anni. 
"Quindi, perché siete qui se non ci siete finiti per errore? E perché viaggiate insieme? E, cosa molto più importante, se siete solo amici perché condividete un letto matrimoniale per la notte?" 
Ed Enzo, armato di pazienza per cercare di far stare calmo il biondo, spiegò tutto per filo e per segno.

*****

Quando Caroline sentì bussare dolcemente alla porta della sua stanza pregò silenziosamente affinché un grande, enorme, buco nero si aprisse sotto di lei per inghiottirla seduta stante. Come avrebbe fatto a guardar Klaus di nuovo in faccia? 
Forse però c'era ancora una soluzione. La finestra era abbastanza grande e avrebbe potuto scivolarci in mezzo e buttarsi per poi scappare... 
"Caroline, apri la porta, dobbiamo parlare." E il suo piano di fuga andò in pezzi. Infondo ormai era un'adulta, doveva affrontare le conseguenze delle sue azioni. 
Trascinando i piedi fino alla porta, la aprì tenendo lo sguardo basso per evitare di incontrare il suo. 
Klaus sorrise nel vedere il modo il cui lo accolse, probabilmente Caroline era davvero in imbarazzo.
L'ibrido, comunque, non riusciva smettere di sorride. Quell'Enzo, in fondo, non era così male e non aveva potuto fare a meno di ringraziarlo per aver portato Care da lui. Gli aveva raccontato ogni cosa: del modo in cui loro due si erano incontrati, del fatto che lui fosse stato prigioniero per decenni ed usato come cavia, dei viaggi con Caroline alla ricerca di persone che avrebbero potuto aiutarli a risolvere i loro, sempre innumerevoli, problemi. Di come avessero cominciato a scambiarsi confidenze sulla loro vita passata durante le ore passate chiusi in macchina su strade isolate e quasi fuori dal mondo. Ovviamente si era soffermato sul loro ultimo viaggio, quello della mattina dello stesso giorno, e di come Caroline si fosse sfogata con lui riguardo i suoi sentimenti così confusi per l'ibrido.

"L'ho fatto -ruppe il silenzio Klaus dopo alcuni minuti- perché non potevo permettere che il mondo perdesse un'anima buona e luminosa come la tua. Su questa terra c'è bisogno di persone come te, con così tanta voglia di vivere. In realtà, non ho mai avuto scelta." 
Caroline, per la prima volta da quando era entrato nella stanza, volse il suo sguardo verso Klaus. Di cosa stava parlando? 
"Enzo mi ha detto che ti sei sempre chiesta perché io ti abbia salvato la vita dandoti il mio sangue senza pretendere nulla in cambio. Per questo l'ho fatto." Spiegò dolcemente Klaus. 
Caroline, di riflesso e senza nemmeno rendersene conto, sorrise. Sorrise perché per la prima volta in vita sua si sentì la prima. Si sentì importante. Lui, un ibrido millenario che aveva visto e vissuto qualunque cosa, aveva ritenuto che lei fosse speciale, che meritasse di vivere. 
"Sai, ci sono tante cose che devo dirti Caroline e forse molte non ti piaceranno ma sappi che per me tu sei speciale e io non voglio ferirti in alcun modo. Non hai idea di quello che ho provato quando ti ho vista con Enzo e... No, non interrompermi -aggiunse vedendo che lei stava per dire qualcosa- perché sto per dirti molte cose e sono davvero sicuro che se non lo faccio adesso non riuscirò più a farlo. Colpa del mio temperamento, suppongo.
Comunque, dicevo, non hai idea di quanto io sia stato geloso vedendoti con lui, vedendoti ridere, scherzare. E mi sono chiesto per quale motivo tu sia in grado di ridere e scherzare con chiunque tranne che con me. Ma conoscendo adesso ogni cosa immagino di doverti dire che anche io provo qualcosa per te. E so bene che tu già lo sai ma dirlo ad alta voce fa tutto un altro effetto." Klaus prese un lungo respiro e chiuse la mano destra di Caroline fra le sue. 
La bionda sentiva il suo cuore battere all'impazzata. Stava forse per venirle un infarto? 
"Caroline, Hayley è incinta. È incinta di mia figlia e dovrebbe nascere fra pochi giorni e..." Per un momento il respiro di Klaus si spezzò. Come poteva dire tutta la verità a Caroline se questo significava perderla irrimediabilmente?
"E io ti giuro che non provo nulla per lei ma si tratta della mia bambina. Ci ho messo forse troppo tempo a capire che mi importa di mia figlia e non posso permettermi ci rinunciarvi. Probabilmente lo faccio per egoismo ma ho bisogno di qualcuno nella mia vita che mi ami incondizionatamente e indipendentemente dal mio passato che non posso cambiare." Klaus prese un secondo respiro e guardò Caroline negli occhi, non si aspettava quello che però vide.
Stava sorridendo, sembrava orgogliosa. Orgogliosa di lui.
"Klaus aspetta! -disse prima che l'ibrido riprendesse a parlare- io so già tutto. 
So di Hayley, so che è incinta e che ha passato gli ultimi mesi a casa con la tua famiglia." Klaus la guardò sconvolto. Sapeva tutto eppure era ancora li con lui? Perché?
"All'inizio sono stata davvero male. Molto, molto male. -ricominciò la bionda, cercando di spiegarsi dopo aver notato lo sguardo di Klaus.- ma alla fine ho capito che non ne avevo il diritto. Io ti ho sempre, stupidamente, rifiutato e non potevo certo pretendere che tu te ne stessi buono. Puoi anche avere mille anni ma sei pur sempre un uomo- e aggiunse un sorriso alle sue parole- e so anche che non avresti mai potuto immaginare di poter avere dei figli. Klaus, non è di questo che devi preoccuparti. Non è per questo che dovresti chiedermi scusa." E concluse così il monologo.
L'ibrido non sapeva se essere felice o meno. Caroline non sembrava arrabbiata o delusa dal fatto che avesse passato la notte, mesi prima, con Hayley e lei fosse rimasta incinta. C'era comunque qualcosa, e le sue ultime parole lo avevano confermato, che la disturbava.
"Perché non sei stato tu a dirmelo? Io avrei capito, come puoi vedere. È questa la cosa che mi ha delusa."
Lo sguardo triste di Caroline fece sentire Klaus terribilmente in colpa e alla stesso tempo lo rese così orgoglioso di lei.
"Mi dispiace, Sweetheart. Io non volevo deluderti, è davvero l'ultima cosa che voglio al mondo. Ma avevo... Paura. Si, paura. Di perderti per sempre. E ti chiedo scusa.
Ti avevo detto che ti avrei aspettata per sempre pur di essere il tuo ultimo amore ma quando ho pensato di dirti tutto ho creduto che tu non avresti più voluto sentir parlare di me." E Caroline in quel momento lo vide: il Klaus insicuro, indeciso. Un bambino maltrattato e odiato dal padre, cresciuto sentendosi sempre inadeguato. Non sentendosi mai abbastanza.
Caroline, con ancora le mani fra le sue, lo conducesse fino al letto dove lo fece sedere al suo fianco. 
"Sono orgogliosa di te, Niklaus." Lui alzò sguardo, sorpreso ed emozionato. Non lo aveva mai chiamato con il suo nome intero. E nessuno, in mille anni, gli aveva mai detto di essere orgoglioso di lui.
"Come?" Riuscì solo a dire, spaesato.
"Sono orgogliosa sa di te -ripeté la bionda fieramente e con convinzione- perché nonostante una grandissima paura che so tu hai provato sei riuscito ad affezionanti a tua figlia, ad amarla nonostante non sia nemmeno ancora nata. Perché so che farai di tutto per essere un padre degno di questo nome. So che lei ti vorrà bene perché hai provato sulla tua pelle cosa significare non essere amati dal proprio padre e farai di tutto per evitare che lei possa rivivere quello che hai vissuto. -piano piano Caroline si era avvicinata a lui e aveva circondato il suo viso con la dolce carezza delle sue mani ormai libere- Ma soprattutto sono orgogliosa di te perché nonostante sia stato Mikael ad averti cresciuto tu sei riuscito a diventare migliore e lo dimostrerai ogni giorno a tua figlia. Le dimostrerai che non poteva capitarle padre migliore di te."
Klaus non riuscì a trattenersi e una piccola lacrima solitaria scavò il suo viso. I suo occhi lucidi fissavano Caroline come un cieco fissa la luce dopo aver riacquistato la vista. Dio, quanto le era mancata. Se lei fosse stata con lui durante quei mesi d'inferno forse le cose sarebbe state più facili da affrontare, Caroline aveva il dono di far sembrare tutto facile. O forse, con lei al suo fianco, tutto lo era realmente, facile.
Le si avvicinò piano e la baciò. Un bacio così carico di passione e amore, di sentimenti ancora non detti ma così profondi e radicati, che per un momento mancò  il respiro ad entrambi. 
Le loro labbra si attiravano come calamite opposte ma Klaus dovette interrompere il bacio perché anche lui doveva dire a Caroline una cosa molto importante e quello, lo sentiva, era il momento perfetto.
"Anche io sono orgoglioso di te. Sei una donna meravigliosa e non potevo scegliere persona migliore, dopo mille anni, di cui innamorarmi. 
Ti amo, Caroline." 
Con le loro fronti che si sfioravano la bionda chiuse gli occhi per riuscire a percepire, fino in fondo, il piacere che quelle parole le provocarono. Il suo cuore si riempì di una gioia che mai aveva provato prima.
"Ti amo anche io, Nik." 

*****

Passarono la notte così, abbracciati a parlare. Chiarirsi. Raccontarsi tutto.
Caroline spiegò che era stato Matt a dirle della gravidanza. Il giocatore di Football aveva saputo tutto da Rebekah, che aveva raccontato ogni cosa nello specifico al biondo con cui era in contatto. 
La loro situazione non era semplice, ma si sa, loro lo sapevano, la soluzione è sempre a portata di mano.
E mentre si scambiavano l'ennesimo bacio una voce li riscosse dalla loro bolla privata. 
"Vi ricordate che io sono sempre qui vero? No, perché sembra che vi siate dimenticati di me. Vi avverto che che credo di aver finito le scorte di bourbon nella notte, temo sia il caso che a guidare dopo sia tu, adorabile biondina a cui ho risolto ogni problema."






Angolo autrice: salve a tutti! Che dire? Wow! Non mi aspettavo così tanto consenso da parte vostra, sono davvero felice che la storia vi sia piaciuta e ringrazio infinitamente tutte le persone che hanno recensito, che hanno messo la storia fra le preferite/seguite/ricordate. Mi avete resa davvero contenta.
Spero che anche questo secondo ed ultimo capitolo vi sia piaciuto e spero che i personaggi non siano troppo OOC, in tal caso aggiungerò questo avvertimento.
Detto questo, voglio dire che inizialmente questa storia doveva avere solo due capitolo e così sarà però può darsi che in futuro scriva qualcosa, magari una raccolta di OS, usando questa storia come spunto e raccontando di altre situazioni, magari dei Missing Moment.
Ancora grazie tutti e alla prossima!
B.
  
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