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Autore: Juliet Leben22    09/04/2014    1 recensioni
"Bella fuori, vuota dentro. La tenacia di andare avanti le veniva a mancare.. ma aveva fatto una promessa. Una solenne promessa. "
Questa è la storia segreta di un amore passato che durarà eternamente.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista, Luna Lovegood, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione, Draco/Pansy, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lemon, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: PWP | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 21°”Come back to a melancholy life.”

 
Non appena il treno si fermò, gli studenti scesero in massa.
Correvano dalle proprie famiglie, le abbracciavano.
Hermione provava una malinconia attanagliante ma cercava con lo sguardo i suoi genitori.
Eppure sapeva che non si trovavano lì, ma dall’altra parte del binario 9 e ¾ .
Forse aveva solo bisogno di un abbraccio sincero, uno di quelli che sua madre non le negava mai.
-Hermione ma che hai?-
-Niente Ginny.. –cercò di simulare un sorriso.
Era come se si sentisse ancora fidanzata con Lui, ma allo stesso tempo comprendeva di essere ormai abbandonata a se stessa.
No, non era così. Draco la pensava in ogni istante, in ogni momento.
Si era smaterializzato nel suo castello, dove lo aspettavano Lucius e Narcissa Malfoy.
Non appena apparve nel castello, Narcissa lo chiamò da lontano.
-Draco? Draco sei tu? Stai bene?- urlava mentre correva nel grande salone.
-Sì. Sto bene.- disse piano e composto, ricacciando indietro le lacrime.
Sua madre accorse ad abbracciarlo. –Che bello che sei tornato!-
Il giovane annuì e colei che l’aveva messo al mondo capì che non era lo stesso Draco che era partito quell’anno.
Era così felice che il Signore Oscuro l’avesse scelto e ora portava un peso nel cuore incolmabile.
A causa sua i giorni felici erano finiti e forse non sarebbero più tornati.
-Draco.. che hai?-
Il ragazzo scosse la testa. Non poteva parlarne, non poteva mettere in pericolo sua madre.
Cercò di prendere un solenne respiro, gli mancava l’aria.
Avrebbe tanto voluto che lei fosse lì a guardarlo e dargli aria.
Avrebbe tanto desiderato che lei gli desse forza. Ora più che mai.
Narcissa gli guardò il braccio e vide che il tatuaggio era ancora integro, così sul suo viso apparve un punto interrogativo.
-Draco.-  A pochi metri apparve suo padre, composto ma con un portamento meno regale di prima.
Aveva grosse occhiaie, aveva i capelli spettinati e sbiaditi.
-Padre come state?-
-Siamo molto fieri di te.-
-Ti ringrazio.-
Cominciò a incamminarsi verso la scala che conduceva verso la sua stanza.
Sua madre fece per fermarlo, ma ritrasse immediatamente la mano.
La scala, precedentemente ricoperta da un tappeto verde con cromature dorate, era sgombra.
L’antico nome dei Malfoy stava decadendo e con esso, la sua famiglia.
Draco provava rabbia nel vedere impotenti i suoi genitori, ma non fece nulla.
Lei l’aveva salvato da se stesso.
Lei l’aveva salvato da qualsiasi cosa gli avesse impedito di vivere fino a quel giorno.
Si lanciò sul letto e si lasciò cullare al sonno dal pensiero di lei.
Lei aveva appena trovato i suoi genitori.
Era uscita dal binario, aveva salutato la famiglia Weasley e Harry, che avrebbe rivisto tra breve, e li aveva visti lì, sulla soglia del binario in attesa del suo ritorno.
Le sorridevano, felici di vederla e abbracciarla.
Suo padre e scompigliò i capelli e sua madre la strinse forte.
Trattenne le lacrime e si incamminò verso casa, fingendo un sorriso.
La sua famiglia la rincorse.
Come avrebbe mai potuto raccontagli di ciò che era accaduto?
Come poteva proteggerli al meglio?
Questi pensieri la tormentarono fino a casa.
Suo padre si mise a cucinare la sua pasta con le polpette e sua madre si sedette sul divano con lei.
-Allora raccontami tutto. Quel ragazzo? Vi siete rivisti?Quando me lo presenti?-
Abbassò lo sguardo cercando di non piangere.
Il dolore era insopportabile, era irraccontabile.
Si mise una mano sul cuore, sembrava rallentasse fino a spegnersi con lui lontano.
-Ma che succede?-
-Ci siamo rivisti fino a ieri mamma.- una lacrima le scese sul viso.
La madre l’asciugò. –Oh, ti manca tanto?-
Hermione annuì.  –Non potremo più rivederci. –
-Oddio come mai?-
-La sua famiglia non adora le ragazze come me,diciamo così..- Era il modo giusto per spiegarglielo? Di certo non poteva dirle che la sua famiglia l’avrebbe uccisa seduta stante.
Anche se a volte immaginava di entrare a casa sua come la sua ragazza e di conoscere sua madre.
Forse un giorno sarebbero andate d’accordo.
Forse l’avrebbe trattata come la figlia femmina che non aveva mai avuto.
Forse..
Era cosciente che non erano altro che sogni lontanissimi dalla realtà, ma qualche volta solo per un attimo aveva immaginato un futuro tranquillo per loro.
-Ma non ti conoscono neanche!-
-Lo so mamma. –
-E lui non può fare nulla?-
-No, non ha scelta davvero.. – Si stropicciò gli occhi. Dal suo viso si trasmetteva una profonda tristezza, un’ impareggiabile malinconia e anche tanta stanchezza.
Lui l’aveva salvata da ciò che incarnava.
Lui era la cosa più bella che la vita le avesse dato, oltre alla magia.
-Ti sei innamorata.- asserì Jane con un sorriso.
La ragazza annuì e accennò un sorriso, sapendo che sarebbe stata la sua più dolce rovina.
Non appena i ragazzi giunsero alla Tana, si misero a dormire.
Come al solito Harry non riuscì a prendere immediatamente sonno.
Gli horcrux lo tormentavano.
Dove trovarli? Come distruggerli?
Questi pensieri lo accompagnarono al mondo onirico in due orette.
La mattina seguente, a casa Weasley i preparativi cominciavano.
Ronald si alzò verso le dieci, non riuscendo più a dormire per il rumoroso trambusto.
-Hey mamma ma che succede?-
Molly Weasley era intenta a scrivere una piccola fila di bigliettini.
-Ben alzato caro! Insomma Ronald! Ma che domande fai? Sono gli inviti per il matrimonio!-
-Matrimonio?!- chiese sorpreso.
-Muoviti Ron ad andare ad aiutare Harry e gli altri!- esclamò Ginny.
Ron si sfregò gli occhi, cercando di svegliarsi appieno.
Uscì dalla tana e vide che i Harry, Fred e George, Remus e gli altri stavano abbassando un telo bianco con la bacchetta.
“Sicuramente stanno utilizzando l’incantesimo Vingardium Leviosa”, pensò Ron.
Harry lo chiamò a gran voce. –Vieni Ron!-
Una volta aggregatosi al gruppo, chiese al suo migliore amico cosa stesse per accadere.
-Hey ma stai bene? Tra due giorni si sposano tuo fratello Percy e Fleur!-
Dopo essere riuscito a capire cosa stesse accadendo, rimase sconvolto.
-E quando pensavano di dirmelo?-
-Ti hanno mandato una lettera due mesi fa!- esclamò il Prescelto.
-Ah..e Hermione è stata invitata, giusto?- chiese Ron fingendo di non importargli.
-Si, certo.-
-Ah e quando arriva?-
-Fra due giorni!-
Una volta aggiustato il tendone, non rimaneva che cominciare a posizionare i tavoli.
-Per oggi basta! Siamo avanti con la preparazione! Ben fatto!- esclamò Arthur Weasley.
-Ehi Ron ti sei svegliato anche tu!-continuò sorridendo al figlio.
-Quando ti sei svegliato tu?- chiese il rosso all’amico.
-Due ore fa..-
-Come hai fatto?-
-Mi ha.. svegliato Ginny ecco..-
Ron sospirò e scosse la testa.
Il Prescelto rise. –Sei geloso di tua sorella?-
-Sono protettivo con mia sorella, è diverso!- esclamò simulando nervosismo.
Pochi secondi dopo quel broncio scomparve, allargandosi in un sorriso.
Harry si guardò intorno prima di rientrare in casa.
Quel prato, quello stagno.. La notte in cui avrebbe voluto davvero vendicarsi di Bellatrix, la notte in cui combatteva solo per Sirius. Le tenebre che nascondevano le fiamme della Tana.
Troppa codardia e troppa gelosia da parte dei Mangiamorte. Eppure gli Weasley non si erano arresi. Eccoli lì, un anno dopo ad organizzare il matrimonio dei loro figli maggiori.
L’aria gli scuoteva i capelli e il sole gli illuminava il viso.
Una mano, delicatamente, si posò sulla sua spalla sinistra. –A cosa pensi?-
-Ricordavo quella notte..-
Lo abbracciò. –Ora è passato. Ora dobbiamo pensare a salvare la famiglia, giusto?-
-Promettimi che non andrai ad Hogwarts..-
-Mai. Tu hai bisogno di qualcuno che sia lì. In avanscoperta.-
-Non tu. Non lì. Non capisci? Sarà tutt..- un soave bacio gli chiuse la bocca.
Gli prese la mano e rientrarono.
-Ginny dove sei? Aiutaci con gli inviti!-
-Arrivo mamma!-
Sorrise al ragazzo che rimase ancora mezzo sorridente per il bacio di prima.
In cuor suo sapeva di doversi godere quei momenti finché poteva.
Due giorni erano troppo pochi.
 
   
 
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