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Autore: Sognolicantropi    10/04/2014    3 recensioni
È una scisaac (con molti accenni Sciles e Sterek) un po' diversa, il soprannaturale non c'entra, quindi non ci saranno lupi mannari, kanima ecc.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Isaac Lahey, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU | Avvertimenti: Bondage
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Scott McCall era un ragazzo normale sotto molti punti di vista.
Abitava a Beacon Hill da quando era nato. Era una piccola cittadina della California: un posticino accogliente, pieno di vita, pieno di gente, dove non avevi tempo per annoiarti.
Aveva una bellissima vita da teenager, lavorava in una clinica veterinaria per guadare qualcosa per sé.
Conosceva un sacco di gente grazie a questo piccolo lavoro e tutti gli volevano un gran bene.
Quel ragazzo che tanto si faceva amare. Un tesoro con tutti; tante volte, se vedeva qualcuno in difficoltà, si proponeva di aiutarlo a portare a casa la spesa.
Inoltre era il solista di un gruppo che aveva fondato con dei suoi compagni di scuola: gli Impossible. E anche grazie ai loro concerti nei pub del luogo era un ragazzo molto rinomato.
Circa all’età di diciassette anni aveva dichiarato la sua omosessualità e tutte le sue convinzioni caddero.
Quel luogo tanto sicuro e famigliare si era rivelato essere il suo inferno terrestre.
Ovunque si girasse si sentiva mille occhi addosso che gli perforavano la schiena, ricordandogli quando sbagliato fosse il suo essere.
Da ragazzo spensierato com’era, si trasformò in una persona molto introversa e riservata. Se poteva si rintanava in casa, da solo, faceva i compiti, studiava, ma soprattutto leggeva. Per lui leggere era l’unico modo per creare un mondo tutto suo, dove si sentiva amato e accettato per quello che era. Nel giro di pochi mesi era riuscito a leggere tutti i libri che aveva trovato in casa e quando ebbe finito cominciò a rintanarsi nella biblioteca comunale. Al termine della scuola, di solito, si dirigeva in quel luogo tanto sicuro e, dopo aver finito i compiti, cominciava a rispolverare i vecchi volumi dimenticati da tutti, iniziando un nuovo viaggio tra quelle fragili pagine.
Proprio tra gli scaffali di quel grande stabile aveva incontrato Stiles: il suo migliore amico.
Si ricordava ogni giorno quel fortuito incontro, dopo averlo fatto soffrire per diversi mesi da solo, il destino gli aveva affiancato una persona preziosa.
Le sue mani correvano esperte tra gli scaffali pieni di polvere della grande libreria ormai conoscendo a memoria ogni volume. Uno sguardo concentrato, le sopraciglia corrugate in un espressione che non si addiceva al dolce viso del moro.
Aveva bisogno di trovare un libro in particolare da leggere per la milionesima volta.
Harry Potter e la pietra filosofale era il suo libro preferito. Molti probabilmente avrebbero riso venendo a conoscenza di quel particolare, ma Scott non se ne preoccupava, d’altra parte chi avrebbe mai dovuto saperlo in un mondo che non si curava nemmeno di conoscere il suo nome?
Due occhi sicuri penetravano ogni singolo volume, memorizzando con così poca fatica, ogni titolo, autore e posizione.
Eccolo finalmente! Era posto alla fine dello scaffale, proprio sul bordo, quasi stava per cadere. Chi aveva trattato quel povero libro con così poco riguardo meritava una pena per quanto gli riguardava.
Due fragili mani lo afferrarono proprio mentre le sue fecero lo stesso. Dall’altro lato dello scaffale Scott poteva vedere due occhi color nocciola molto sorpresi, ma che non si sganciarono dal libro.
«Scusa, ti serve?» chiese l’altro con una voce gentile.
«No guarda, l’ho preso tanto per fare» sputò con voce acida Scott.
Proprio non gli riusciva di essere gentile con le persone. In passato lo era, ma nel momento in cui avrebbe avuto più bisogno degli altri gli avevano voltato le spalle, lasciandolo solo ad affrontare quella nuova verità.
Il ragazzo dagli occhi color nocciola lo guardò accigliato, con uno sguardo dispiaciuto.
In quel momento Scott sentì una morsa attorno al cuore che lo stringeva forte: era forse possibile che quello sconosciuto avesse, con uno sguardo, cominciato a sciogliere lo spesso strato di giaccio che ricopriva il cuore di Scott?
«Perdonami» sussurrò allora Scott, con sguardo basso, «Prendilo pure» si ritrovò a dire senza pensarci.
Sentì però la presa attorno al libro farsi più leggera e un rumore di passi che si avvicinavano.
Il nuovo ragazzo gli sorrise amichevole, il primo sorriso dopo tanti sguardi di disprezzo.
«Piacere, Stiles» si presentò occhi color nocciola, offrendogli la mano. «S-Scott» balbettò insicuro. Quel ragazzo, quello...Stiles era davvero bello. Scott era gay, era lecito per lui fare quei pensieri. Non troppo alto, magro quanto basta, capelli un po’ arruffati, degli occhi che rendevano il suo sguardo molto dolce e un sorriso luminoso: proprio di quelli che ti rendono felice.
«Ti serve proprio quel libro?» chiese Stiles gentilmente.
«No. Prendilo pure, lo so a memoria» rispose alzando le spalle.
«Siamo in due» esclamò il moro sorridendo.
Dio, perché doveva essere così amichevole?! Scott non si ricordava l’educazione! Cosa si doveva fare adesso?
«Senti, al piano di sopra non c’è nessuno, ti va di fare due chiacchiere?» si propose Stiles sorridendogli.
«Okay. Ma non sorridere». Scott proprio non ce la faceva a vederlo così allegro e spensierato. Gli ricordava se stesso, qualche mese prima. Stiles lo guardò stranito prima di scoppiare a ridere come un folle.
«Silenzio!» un urlo si levò a qualche scaffale di distanza, la vecchia bibliotecaria proprio non voleva sentire volare una mosca.
Il moro si portò una mano alla bocca, trattenendo le risa, mentre Scott lo guardava con sufficienza, incamminandosi al piano superiore.
Dopo qualche rampa di scale si ritrovarono in una stanza piuttosto buia, Scott non c’era mai andato e sembrava essere una soffitta.
Stiles premette un pulsante vicino ad un vecchio armadio e qualche luce si accese, mentre la maggior parte rimase spenta a causa della lampadina bruciata.
«Che ci fai quassù?» chiese Scott guardando fuori. Ormai si stava facendo buio e le prime stelle stavano già cominciando a popolare il cielo.
«Molte delle volte leggo, altre penso» rispose il ragazzo senza perdere il sorriso. Scott lo fulminò con lo sguardo e Stiles subito si fece più serio. «Che c’è che non va con il mio sorriso?» chiese cauto.
«E’ felice» sospirò Scott vagando con gli occhi in ogni angolo della stanza.
«E’ per questo che è bello» gli rispose a sua volta Stiles.
«Non l’avrei mai detto!» esclamò sarcastico Scott sedendosi per terra con la schiena appoggiata al muro.
«Ascolta, sto cercando di fare amicizia. Puoi essere meno scontroso?» Stiles sbuffò, incrociando le braccia.
«Perché vuoi essere mio amico?!» Scott si agitò. Basta avere il cuore spezzato a causa degli amici. Basta avere il cuore spezzato.
«Perché sei solo…» disse Stiles,«Proprio come me» si ritrovò a dire, sedendosi affianco a Scott.
«Sono gay».
Scott doveva dirlo. Gli prudeva la lingua da quando aveva incrociato i suoi occhi solo perché voleva dirglielo. Ormai era quasi automatico per lui. Era come se la gente dovesse sapere con chi aveva a che fare. Della sua stranezza, di quanto fosse sbagliato.
Stiles doveva saperlo subito, prima di creare qualche legame con lui, per poi spezzarlo con insulti sentendosi quasi infetto.
«Anche io».
Scott alzò la testa velocemente incatenando i suoi occhi scuri a quelli di Stiles. Qualche lacrima aveva già cominciato a formarsi e iniziava a pungere i suoi occhi. Poi non resistette e si abbandonò al ragazzo che aveva parlato, che lo abbracciò stretto facendolo sentire dopo tanto di nuovo amato.
Era l’inizio di una nuova vita per Stiles e Scott.
Gli ultimi anni di scuola furono un inferno.
I suoi amici non gli parlavano più da quando aveva fatto coming out, veniva preso in giro.
Il suo unico amico, Stiles, non frequentava la stessa scuola quindi si trovava sempre da solo, in corriera, a lezione, ovunque.
Sua madre invece non era cambiata. Non lo guardava come se avesse una strana malattia. Lo guardava perché era Scott, il suo Scott.
Il moro non era mai crollato in quegli ultimi anni di liceo grazie a lei che sempre lo supportava, gli ricordava chi era e quanto andasse bene così com'era.
In ogni caso, anche con la forza che la sua famiglia e Stiles gli trasmetteva non era facile andare avanti in un mondo dove veniva etichettato.
Trasferirsi era quindi una necessità.
Aveva scelto l'America: Brooklyn.
Ancora non capiva perché aveva scelto quella meta, ma sin da quando era piccolo l'America lo affascinava.
Quel grande continente dove tutto e possibile. Dove alle persone non interessa chi sei, da dove vieni o quali sono le tue credenze. Dove vieni accettato prima di tutto perché sei una persona e come tale devi essere trattata.
Alla fine del liceo prese questa importante decisione e chiese a Stiles se avrebbe voluto accompagnarlo in quella nuova avventura.
Stiles ovviamente accettò subito.
Così all’età di vent’anni Scott poteva finalmente dire che aveva cominciato a vivere.
  
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