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Autore: slanif    10/04/2014    4 recensioni
Questo progetto è nato per caso, mentre rileggevo il Manga di Slam Dunk… non so bene quale collegamento astruso abbia compiuto il mio cervello, fatto sta che mi è venuta in mente questa cosa qua, e perciò vi tedierò con le mie storie! XD!
Il titolo della fan fiction è piuttosto eloquente, direi, e cioè le mie one-shot (tutte autoconclusive e nessuna legata tra loro (forse! u.u)) saranno basate sul concetto del “Mettersi Insieme”. Avevo indetto anche un Contest con questa prerogativa sul Forum di EFP, e alla fine mi sono decisa a cimentarmici anch’io! XD! Io però ho scelto non solo di incentrarla sul Fandom di Slam Dunk, ma di fare una one-shot sul “Mettersi Insieme” per ogni mia coppia preferita! L’aggiornamento avverrà nel giorno del CoppiaDay! Ovvero:
05 Aprile: Takenori Akagi/Kiminobu Kogure
10 Aprile: Shin’ichi Maki/Nobunaga Kiyota
04 Maggio: Toru Hanagata/Kenji Fujima
13 Giugno: Kiccho Fukuda/Soichiro Jin
14 Giugno: Kazushi Hasegawa/Hisashi Mitsui
01 Luglio: Ryota Miyagi/Ayako
06 Luglio: Akira Sendo/Hiroaki Koshino
11 Ottobre: Hanamichi Sakuragi/Kaede Rukawa
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccoci alla seconda parte di questa mia raccolta!
Questa coppia mi piace moltissimo! Mi sembrano un papà con un bambino da educare (o una scimmia da ammaestrare, come direbbe Hanamichi! Ahahah! XD!)!
Come per la prima parte, non ho mai scritto nemmeno su questa coppia, perciò chissà cosa ne uscirà fuori? Speriamo qualcosa di decente!
Buona lettura!



*



10/04 – Shin’ichi Maki X Nobunaga Kiyota



Cosa devo fare con lui?
Me lo chiedo spesso, soprattutto quando ha uno di questi momenti da perfetto idiota.
Eccolo lì, che fa un gran casino e ride come un esaltato, neanche avesse due anni e fossimo all’asilo.
“Smettila, Kiyota, qui dobbiamo allenarci seriamente” lo ammonisco, con sguardo duro.
Lui si volta di scatto a guardarmi, con gli occhi fuori dalle orbite: “Ma… Maki-san(*01)…” bisbiglia, gli occhi lacrimosi.
Se si mette a piangere lo ammazzo…
“Niente ma! Questo è il Kainan King, non un campetto del parco!” sbotto, dandogli un sonoro pugno in testa.
Lui come da copione si lamenta, inginocchiato a terra, tutto rannicchiato su se stesso, con le mani ben premute sul punto offeso: “Cattivo, Maki-san!” si lagna.
“Vuoi un altro pugno?” lo minaccio, sventolandoglielo davanti al naso, inginocchiandomi a mia volta di fronte a lui.
Lui mi guarda malissimo, ma non dice niente.
Dopo questa solita parentesi, finalmente Kiyota comincia a concentrarsi e l’allenamento procede regolarmente…

Siamo ormai negli spogliatoi e io mi sto facendo la doccia. Sento i miei compagni chiudere le loro e avviare a vestirsi, ma a me piace crogiolarmi a lungo sotto il getto caldo, perché mi rilassa molto i muscoli tesi dal duro allenamento a cui li sottopongo tutti i giorni. Rimango sotto il getto sempre per almeno una buona mezzora, insaponandomi lentamente e massaggiandomi contemporaneamente i muscoli indolenziti, cercando di distenderli.
Quando finalmente mi decido ad uscire dalla doccia e a dirigermi di nuovo nella stanza adibita a spogliatoio, mentre sono nel piccolo corridoio con specchi e lavandini che divide le due zone, sento dei singhiozzi.
Mi fermo un attimo sorpreso ad ascoltare, cercando di capire di chi si tratti.
Possibile che qualcuno si sia intrufolato negli spogliatoi, pensandoli deserti, e sia lì a piangere?
Oh, no… e adesso io come faccio a cambiarmi? Che gigantesca seccatura…
Sbuffo, indeciso sul da farsi.
Se vado là in accappatoio ed è una ragazza si potrebbe traumatizzare e darmi del maniaco (perché le giapponesi ragionano in modi strani, c’è poco da fare…). Se è un ragazzo probabilmente mi darebbe un pugno pur di farmi scucire la promessa di non dirlo a nessuno (cosa che ovviamente non mi interessa minimamente fare). Se invece, come temo, è un mio compagno di squadra, allora questa opzione numero tre è la peggiore di tutte… perché se è un mio compagno di squadra che sta frignando e io, il capitano, lo becco così… a parte la voglia di dargli un pugno in testa per dargli una svegliata, ma poi si creerebbe imbarazzo e basta!
Sbuffo di nuovo, sempre più scocciato.
Comincio a sentire freddo e questi pensieri tanto non porteranno a niente… forse questa persona rimarrà qui a piangere per un’altra ora e io che faccio? Me ne sto nascosto qui per tutto questo tempo con solo l’accappatoio addosso? Non se ne parla!
Perciò alla fine esco allo scoperto dal mio angolino in ombra ed entro nella grande stanza dove ci sono gli armadietti. Il pavimento è di mattonelle bianche, adesso sudice d’acqua e pedate nere di innumerevoli scarpe da tennis. Ci sono delle panche di legno chiaro e il muro è bianco, un po’ sporco di strisciate nere in vari punti. La luce è piuttosto forte e rimbalza accecante sulle pareti bianche. Ad aiutare tale situazione ci sono sicuramente gli armadietti grigio chiaro che riflettono la luce in modo fastidioso. Ce ne sono uno per studente, e il mio è proprio al centro nella parete destra. In teoria davanti, sopra la panca, dovrebbe esserci la mia sacca sportiva, ma l’ho infilata nell’armadietto, affinché nessuno ci andasse a guardare dentro (eh, sì… ho scoperto più di un compagno a guardare nella mia sacca! Jin mi ha detto che è perché sono troppo stoico, quindi tutti pensano che nascondo dei segreti! Sì, proprio! Nella sacca sportiva, poi! Jin ha riso e ha detto che speravano di trovarci una rivista porno… che roba!), perciò è normale che la persona che ho adesso davanti pensava di essere sola…
Persona…
Nobunaga?
Non può essere…
Eppure sembra proprio lui quello tutto rannicchiato sulla panca, con le gambe al petto, a piangere con la testa sulle ginocchia. D’altronde chi altri ha quei lunghi e lisci capelli sempre un po’ disordinati? Nessuno, che io conosca… e quella pelle un po’ abbronzata, quei muscoli sodi e gli arti piccoli e magri sono senza dubbio i suoi!
Eh? Come? Che dite? Che lo conosco molto bene? E vorrei vedere! Passo la maggior parte degli allenamenti a guardarlo, come faccio a non rendermi conto di come è fatto?
Eh, sì… Shin’ichi Maki, ovvero me medesimo, si è accorto da qualche tempo di avere una cotta per quella maledetta testa calda…
Come è potuto succedere?
Me lo chiedo anche io ogni giorno…
“Kiyota” lo chiamo piano, avvicinandomi, e lui alza la testa di scatto. Ha gli occhi lucidi spalancati e un’espressione sconvolta. Appena mi riconosce, arrossisce ancora di più.
“M… Maki-san…” balbetta, tirandosi in piede di scatto “S… scusami, me ne vado subito! Pensavo non ci fosse più nessuno!”. Il fiume di parole che gli esce dalla bocca è talmente veloce che non riesco quasi a comprendere tutto.
Fa immediatamente per andarsene, quasi correndo verso la porta passandomi di fianco, ma io lo blocco per un polso: “Dove credi di andare?” domando, fissandolo di sbieco col mio sguardo più serio.
Okay, odio la gente che piange e ammetto che la mia faccia non è tra le più espressive della prefettura, però non posso vederlo così! Se c’è qualcosa o qualcuno che lo ha fatto piangere io lo devo sapere!
“No, Maki-san, ti prego, lasciami andare…” sussurra lui a testa bassa, nascondendo il volto con i capelli lunghi che ricadono in avanti.
Sbuffo spazientito: “Da quando Nobunaga Kiyota fugge? Non sei tu che non fai altro che proclamare a tutto il Mondo che sei la matricola numero uno della prefettura?”.
Kiyota mi rivolge un sorriso triste: “Qui c’è poco da fare l’esaltato…” ammette “Ho già perso in partenza”.
Il suo tono è così mesto e la sua espressione così tanto da cane bastonato che non posso esimermi dallo strattonarlo e dirgli con voce dura: “Non ci si arrende mai se non dopo aver tentato”. E in questo ci credo. E non importa a cosa Kiyota si riferisca, perché vale per tutti gli aspetti della vita.
Lo sguardo che Nobunaga mi lancia è decisamente il più strano che io gli abbia mai visto. I suoi occhi neri come la notte, così tanto scuri che non si vede nemmeno la pupilla, sono leggermente socchiusi e liquidi, carichi di sentimenti che non riesco a comprendere. Li vedo combattuti, lucidi, si muovono di continuo. E mi fa strano, davvero, perché l’ho visto con milioni di espressioni diverse (felice, esaltato, corrucciato, concentrato, serio… esaltato l’ho già detto?), ma mai con un’espressione così… così… profonda, ecco.
Un sorriso amaro gli dipinge le labbra: “Non è così semplice…” sospira.
Lo fisso per un secondo intensamente, poi lo strattono fino a farlo sedere di nuovo sulla panca di legno dello spogliatoio. Lui mi segue docilmente, senza proteste, e questo è ancor più inquietante di vederlo piangere…
Mi siedo a mia volta e mi volto a guardarlo intensamente: “Se non mi spieghi quale sia il problema, dubito che io possa aiutarti, Kiyota…”.
Okay, detesto i deboli e le persone che si piangono addosso, ma non posso vederlo così!
Non lui!
Nobunaga è l’incarnazione della gioia, della felicità, della solarità, della spontaneità… e invece eccolo qui che ha quest’aspetto mogio e depresso!
I suoi occhi continuano a fissarmi seri, profondi e lucidi di pianto. Sono un po’ arrossati e si muovono velocemente a destra e sinistra, incapaci di concentrarsi troppo su niente. Eppure sento, non so come, che la sua attenzione è tutta calamitata su di me…
Lo osservo ancora una volta e come ogni singolo istante in cui i miei occhi si posano sul suo splendido viso, dentro il mio petto sento agitarsi milioni di sentimenti, il cui principale è sicuramente il fatto che mi piace da pazzi… ed è assurdo per me, perché non mi era mai capitato. Non mi sono mai innamorato di nessuno prima d’ora, anche se ho fatto le mie esperienze, e sapere di amare proprio lui, che è così diverso da me e così indifeso in questo momento, mi ha decisamente scosso, all’inizio. Ma poi ho immaginato fosse inevitabile… io sono serio e composto, fin troppo maturo per la mia età. E lui è una ventata d’aria fresca e una gioia, un sorriso continuo, un sorriso che ti spunta sulle labbra che quando non hai voglia o nulla per sorridere.
Lo vedo sospirare stanco, mollando pesantemente le braccia tra le gambe, come fossero due arti morti: “Tu sei l’ultima persona con cui vorrei parlarne, Maki-san…” mi confessa.
Io alzo un sopracciglio: “E perché mai?”.
Lui si volta a guardarmi con i suoi grandi occhi lucidi che mi scrutano dentro. Lo sento inghiottire rumorosamente, mentre vedo il suo pomo d’Adamo muoversi su e giù: “Perché la fonte di tutti i miei problemi sei tu” ammette.
Eh?
“Io?” domando, decisamente sorpreso e confuso.
Come un fiume in piena mi affiorano alla mente migliaia di immagini di questi mesi insieme. Qualunque cosa posso aver fatto o detto… ma a parte i pugni in testa e le solite ramanzine, direi che non mi sono mai comportato in modo sgradevole con lui. E i pugni e le ramanzine ci sono da mesi, e prima non erano un problema!
Lui annuisce, sorridendo amaramente: “E purtroppo sarà così per sempre fin quando ci conosceremo, e forse anche oltre…” sospira piano.
“Non credi che sia il caso di dirmi qual è il motivo per cui ce l’hai con me? Suppongo non sia qualcosa di irreparabile” dico, con quel tono maturo e serio che mi fa sembrare sempre più vecchio.
“Il problema, Maki-san, è che c’è poco da dire…” sorride tirato “Questa situazione, che tu la sappia o no, non ha un finale felice, e perciò è una cosa che mi porterò dentro per sempre e basta…”.
Lo fisso sconcertato: “Continuare a girarci intorno non serve a niente” dico, con tono asciutto, quindi mi faccio ancor più serio: “Parla, Nobunaga!”. Il tono è duro, ma è così che voglio apparire. Non mi piacciono i giochetti di parole, né girare intorno alle cose. Le situazioni vanno affrontate di petto, non schivate.
Lo vedo irrigidirsi appena, quindi i suoi occhi sgranarsi ancora di più. Trema appena, e le sue spalle vengono scosse da un singhiozzo. Serra forte le labbra, e poi se ne morde un angolo con i denti. Continua a fissarmi indeciso, arrovellandosi le dita in disegni contorti. Quindi alla fine esala lentamente quel pensiero che tanto lo tormenta, e che mi sconvolge al solo sentirlo: “Sono innamorato di te, Maki-san…”.
“Eh?”.
Okay. Non è la cosa più intelligente da dire, ma seriamente mi aspettavo qualunque cosa tranne questo!
Kiyota ha appena detto che è innamorato di me? Ho sentito bene?
“Sono innamorato di te, Maki-san” ripete, inghiottendo il groppo di saliva che aveva in gola.
Mi sento confuso e non posso che stare lì a fissarlo ad occhi sbarrati, troppo sorpreso per reagire.
Vedo il suo labbro inferiore tremare appena, quindi fa per alzarsi ma io lo blocco di nuovo per il polso, costringendolo seduto.
“Maki-san, lasciami! E’ già abbastanza imbarazzante così…” geme lui, divincolandosi con forza dalla mia stretta. Ha il viso in fiamme, e gli occhi talmente lucidi che non ho dubbi che stia per piangere ancora. Si è pentito di aver parlato, ma vista la mia reazione non posso dargli torto…
“Tu non vai da nessuna parte…” gli intimo, tirandolo verso di me.
Lui trema più forte, quindi chiude gli occhi, serrandoli, mentre una lacrima sfugge al suo controllo. Pensa che io voglia picchiarlo, ma non ha idea di quanto si sbaglia…
O forse ce l’ha quando le mie labbra si posano sulle sue e i suoi occhi si spalancano.
L’attimo di confusione è passato. La sorpresa ha lasciato il posto alla gioia.
“Anche tu mi piaci, Nobunaga…” sussurro piano, staccandomi per un secondo dalle sue labbra, prima di tornare a baciarlo di nuovo.
Lui continua a fissarmi stralunato per qualche secondo, poi le sue braccia mi circondano il collo e con uno slancio è su di me, che mi abbraccia forte e mi bacia profondamente.
“Ti piaccio sul serio?” mi chiede, con voce tremate, staccandosi appena da me e fissandomi con quei grandi occhi felici.
“Ti pare che altrimenti mi invischierei con un rompi scatole come te?” domando con sarcasmo.
Lui ride: “Mi piaci tanto, Maki-san…”.



**FINE**

(*01) Il –san è un suffisso che usano in Giappone come forma di rispetto per una persona più grande che copre un ruolo maggiore del tuo.

Nota di fine fan fiction: Scrivere questa one-shot è stato un tormento senza precedenti. hikaru83 lo sa bene, perché l’ho tormentata per settimane intere sui nefasti tormenti che mi coglievano quando dovevo aprire questo file e iniziare a scrivere (o meglio: a finire di scrivere!)! Perciò, anche se la ringrazio profondamente, non le dedico questa fan fiction perché ‘sta roba che non è credibile e i personaggi non mi piace neanche come li ho caratterizzati (temo di essere andata in OOC, perdonatemi! ç__ç) e mi vergognerei troppo a dedicarle una schifezza del genere dopo tutta la sua gentilezza!
Prima di nascondermi a vergognarmi, vi ricordo che ci vediamo il 04 Maggio per il Toru/Kenji Day!

   
 
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