Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
Segui la storia  |       
Autore: 3lkom    10/04/2014    2 recensioni
Angelica ha 19 anni, un passato burrascoso alle spalle e un futuro incerto davanti a sé.
E' bella, a vederla sembra quasi una bambola, ma il suo carattere è schivo, aggressivo, opportunista. Nessuno la conosce per com'è veramente, perché nessuno lo merita, almeno così crede lei. Non crede nell' amicizia, e tanto meno nel vero amore. Non nasconde le sue dipendenze, non si sforza di apparire migliore di com'è veramente, perché non le interessa l'opinione degli altri: solo iniettandosi un liquido ambrato dritto in vena, con la mente annebbiata di piacere, riesce a non impazzire..
La sua vita cambierà radicalmente quando, in un famoso pub di Los Angeles, conoscerà cinque ragazzi folli e autodistruttivi; con i quali, per la prima volta nella sua vita, instaurerà un legame.
E forse, proprio grazie a loro, riuscirà anche ad aprire il suo cuore e ad affrontare la vita a testa alta, senza doversi più nascondere dietro al paradiso artificiale donatole dall'eroina.
Quella droga maledetta, e così dolce..
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axl Rose, Duff McKagan, Izzy Stradlin, Nuovo personaggio, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

AXL

 

 

Lo sapevo. Lo sapevo che prima o poi avremmo sfondato, ne ero sicuro!

L’ EP è circolato in sole 10.000 copie. Quattro tracce, due cover. Così hanno deciso quelli della Geffen. Al momento stiamo lavorando al nostro primo album, passiamo almeno otto ore al giorno in studio a provare e riprovare i brani, fino alla noia, fino a che non sono perfetti; e tra una settimana andiamo in California, per le vere e proprie sessioni di registrazione. E’ il mio giardino dell’eden personale.

Io so solo che i 75.000 dollari di anticipo sono stati come una manna dal cielo; cioè, ammetto che stare con la band al completo nella Hellhouse era uno spasso, soprattutto per uno come me che ama correre rischi: in ogni momento poteva, che ne so, staccarsi un pezzo di soffitto e finirci in testa, e allora addio carriera musicale. Mi piaceva l’idea perversa di non essere completamente al riparo da una morte improvvisa, e ora invece…

Ora ho una villa e una macchina, tutte per me. Ora niente più soffitto pericolante o porte sfondate o un cesso in sei, finalmente si ragiona! Il mio caro amico Slash è pienamente d’accordo.

Sorseggiamo Jack Daniel’s stravaccati su divani di pelle lucida, a casa mia, nel mio salotto. Facciamo feste enormi, con ragazze ed alcol a fiumi; non dobbiamo più pensare a come rimediare i soldi per il gas e la luce e la spesa, niente più problemi di bollette  e niente più rigidissimi digiuni… Brindo a questo! Un altro giro, è d’obbligo…

Il riccioluto qui di fianco ormai ha trovato un secondo letto nel mio divano, è che a casa sua Duff fa il fidanzatino smielato con la sua dolce biondina cocainomane e, come è giusto che  sia, lui preferisce rifugiarsi qui e divertirsi alla grande, da buon playboy qual è e quale sono io stesso. Già prima era difficile, per me ed il mio bel visino, non portarmi a letto una fighetta almeno sette –diciamo quattro, ehm, forse tre è più onesto- sere a settimana, ed ora che sono pure famoso è praticamente impossibile! Ce n’è a fiotti, qui, di fi..ehm. Colpa dell’alcol che manda a quel paese i miei freni inibitori. Benedetta droga legale, dico io, e benedetti gli alcolizzati ipocriti al governo!

 

«Che si fa stasera?» Mi chiede svogliatamente il mio chitarrista, allungandosi per bene sul divano di pelle nera e spalancando la bocca per uno sbadiglio da leoni.

«Man, cazzo, è la terza volta che me lo chiedi e la terza volta che ti ripeto: è il compleanno di Selene, e Duff le ha organizzato una festa a sorpresa, ricordi? Sarebbe da maleducati non andarci… Soprattutto perché la festa è a casavostra, quindi non hai scuse stavolta, ti tocca!»

«Ah, si, giusto… Ma Selene è mica quella tipa roscia col ragazzo palestrato per la quale Duff si era preso una bella sbandata?»

«No! Selene è la nuova ragazza di Duff, idiota, la vedi tutti i giorni e tutte le notti! » Sbuffo io, esasperato. In condizioni ottimali –o quantomeno sulla soglia della decenza-, se la sarebbe ricordata eccome quella bella biondina…

«Ah, ok, menomale… Perché la ragazza di cui parlavo io me la sono fatta proprio la settimana scorsa, in gran segreto…» Ghigna soddisfatto, perdendosi nei suoi confusi ricordi da ubriaco «Non dirglielo, comunque… Una gran bella scopata, si… E il coglione col quale convive era a trovare sua nonna in Florida! » Scoppia a ridere da solo, ride e non la finisce più, fino alle lacrime e fino ad un attacco di tosse «…Chissà come si chiamava… Aveva un piccolo cane, mi sembra…» Sussurra riprendendo fiato, mentre con gli occhi chiusi mi sorride, beato. «O forse era un gatto?...»

«Avanti, Slash, puoi dirmelo, che cazzo ti sei preso?»

Apre un occhio solo, accennando una piccola smorfia «Ma che cazzo ne so, non mi ricordo… Una pasta qui, una pasta là, una striscia di questo e una di quello, un paio di cartoni… sai, la solita roba…» Risponde poi, facendo spallucce. Richiude l’occhio aperto.

«Amico, ma perché ti riduci così? Posso capire lo sballo e tutto il resto, ma solo fino ad un certo punto… E poi ‘sta faccenda dell’eroina, lo sai, non mi va proprio giù…»

«I used to do a little but a little wouldn't do 

So the little got more and more                                                                                  

I just keep tryin’ to get a little better                                                                          

Said a little better than before…»  Canticchia sogghignando, tirandosi su a sedere ed accendendosi una paglia.

«…Te lo riconosco, Izzy sarebbe fiero di sapere che lo hai citato!» Gli concedo, divertito.

 

Noi caschiamo sempre in piedi…

 

 

 

 

 

 

 

SELENE

 

 

Maledizione. Credevo di aver risolto, e invece no.

Ho da sempre un fastidioso problema caratteriale, che riesce a danneggiare sia la gran parte dei rapporti che instauro, sia il mio buonsenso ed il mio scarno autocontrollo: quando dopo tanti sforzi ottengo qualcosa, poi questo qualcosa non mi piace più; come un giocattolo vecchio, vorrei buttarlo e prenderne un altro. Spesso lo faccio.

Ma stavolta non posso.

Non posso, dannazione, il vecchio giocattolo mi ha donato il suo amore, le sue risate, e mi ha fatto sentire amata e importante per la prima volta nella mia vita… Duff. Povero ragazzo ingenuo. Il mio povero ragazzo tanto premuroso quanto scemo.

Mi sento davvero in colpa, perché lui mi tratta benissimo, tranne quando è troppo ubriaco: diventa geloso da morire e mi fa certe scenate assurde, ingiustificate –perché non l’ho mai tradito, e fino ad ora non ho mai nemmeno pensato di farlo-, ma comunque non si è mai permesso di alzarmi le mani, anche se con gli altri quando è sbronzo diventa violento, l’ho visto.

Non avrei niente di cui lamentarmi. E invece, lo faccio lo stesso.

 

Ha detto di amarmi. Era fatto. Io pure. Inizialmente non ho dato poi tanto peso alle sue parole: insomma, ho pensato, magari se lo sarebbe pure scordato! E poi a me lui piace davvero, non ho l’urgenza di capire se sia amore o meno, ma non sto scherzando…  

Mi piace. Di questo ne sono sicura. Solo, io ho sempre avuto seri problemi ad impegnarmi, e se voglio che questa storia duri –e lo voglio- ho il fottuto bisogno di sgarrare, anche per una sola volta. Di fare una qualche stronzata.

Di farmi un qualche stronzo, ecco... Cazzo, l’ho detto.

E non ci ho messo molto a decidere chi preferirei per questo.

(I “ti amo” hanno su di me un effetto repellente, maledetto cinismo del cazzo…)

 

Slash.

Il suo migliore amico?! Come potrebbe mai diglielo? E’ uno di quelli che una notte è strafatto e l’altra pure, l’ho visto! Lui si che se lo scorderebbe, o quasi…

 

“Frena un attimo. Fai un respiro, ecco, ora va meglio. Motiva le tue argomentazioni cercando di non apparire come una squilibrata, so che puoi farcela, Me-stessa

 

 

Tutto è iniziato una settimana fa: dopo una nottata passata per locali ero rimasta a dormire a casa di Duff, e mi ero appena alzata dal letto -nel quale lui ancora stava russando beato- mi ero infilata al volo i miei shorts e la prima maglia che avevo trovato nella camera; ero andata in cucina a farmi un caffè, quella sera avevo il turno al pub ed era già pomeriggio inoltrato, quando Slash mi si era parato davanti all’improvviso e per poco non mi aveva fatto prendere un colpo -non si può dire che siamo amici, ma nemmeno nemici; ci divertiamo a pungolarci alle spalle e a sfotterci a vicenda, quello si-, e da lì era sorta una discussione assai ambigua che mi aveva lasciato da pensare per giorni…

 

 

«Ti ho spaventata?» Mi aveva chiesto, sogghignando.

«Stupido idiota!» Gli avevo sbraitato, non riuscendo a contenere l’irritazione. Lui si era messo a ridacchiare tutto soddisfatto. Lo odiavo, quando faceva così.

«Non prendertela, dai, non volevo farlo apposta… Ehi, ma quella è la mia maglietta!»

«Ah si? Non lo sapevo… Vuoi mica che me la levo? Mi ero protesa verso di lui, scherzando.

«Magari…» Aveva sussurrato appena, con un sorrisetto strafottente.

Io mi ero limitata a sbuffare, portandomi a una debita distanza. «Se lo faccio, poi ti levi dalle palle?»

«Non ne avresti il coraggio, bionda… o si?» Mi si era avvicinato, facendomi indietreggiare, fino a farmi urtare il bancone con la schiena; e di nuovo avevo sbuffato, non sapendo fino a che punto sarebbe arrivato quello stupido gioco. Fino a che punto ci saremmo spinti io e lui, per la precisione.

 

«Se mi dai qualcosa in cambio… Gli avevo ammiccato, rincarando la mia dose di sarcasmo.

 

«Tipo cosa? Si era finto disinteressato, ma avevo notato un leggero cambiamento nel suo tono di voce…

 

«Cento dollari, è il minimo» Gli avevo fatto un occhiolino, per poi scostarmi nuovamente da lui, non senza difficoltà.

 

«E che ci dovresti fare, sentiamo!»

 

«Ci pago le bollette dell’appartamento…» Avevo alzato le spalle, giustificandomi, assumendo un cipiglio da brava ragazza –che mi era stato utile in moltissime situazioni- ; poi però mi ero detta che tanto non sarebbe servito, o non ci avrebbe creduto, dato che per certi aspetti noi due eravamo simili. «No, seriamente, mi ci pago la coca» Avevo ammesso, con un sorrisetto amaro.

 

«E il caro Duff non ne ha a sufficienza?» Mi aveva domandato perplesso.

 

«Duff non vuole che la usi…» Avevo alzato le spalle, fingendo noncuranza, ma in realtà ribollivo dentro. E lui mi aveva capito al volo.

 

«Che ipocrita bastardo!» Aveva esclamato istintivamente, facendomi trattenere una risata.

 

«Non dirlo a me…»

 

«E quindi saresti disposta a fare ciò, pur di avere due grammi di neve?» Era scoppiato a ridere, scuotendo la testa e i suoi bei ricci scuri. «Lo sapevo, lo sapevo fin dall’inizio che dietro al tuo visino da angelo si nascondeva una stronzetta egoista!»

«Ehi, mi hai dato della stronza?! Ma va a quel p... Aspetta» Ci avevo riflettuto su un attimo, «Visino da angelo, eh? Lo pensi davvero?»

 

Lui mi era sembrato un po’ a disagio. Avevo trattenuto a stento un sorrisetto. «Beh, bimba, mica ho detto chissà che…» Aveva aggiunto poi, spavaldo.

«Però saresti stato disposto a darmeli, i cento dollari…» Avevo insinuato, non volendomi arrendere.

«E tu saresti stata disposta a rimanere mezza nuda per soldi… Chi è il peggiore, tra di noi? Non sono poi tanto sicuro di vincere, stavolta…»

«Chi te lo dice che lo avrei fatto?» Avevo protestato, incrociando le braccia.

Slash aveva sogghignato e mi si era avvicinato di scatto, portandosi ad un palmo dal mio naso. Mi aveva preso per la vita e si era chinato verso di me…

Mi era mancato il fiato, avevo chiuso gli occhi. Non sapevo se urlargli contro, se dargli uno schiaffo, se un calcio, o se invece…

 

Non mi aveva baciata, lo avevo solo sentito inspirare profondamente, il viso poggiato contro i miei capelli.

«Hai un buon odore, volevo solo sentirlo meglio… E’ delicato ma eccitante, non so come spiegarlo…» Si era giustificato con la sua voce un po’ roca, mantenendo il sogghigno. Merda.

«Uhm, grazie…» Avevo mormorato solamente…

(Ripensandoci: grazie? Ma che diavolo di risposta è? Tante grazie, Slash, se ora sono terribilmente confusa e ho paura di non meritarmi Duff e di perdere la testa per…

Ovviamente sto scherzando. Credo. Si, lo sto facendo.)

 

«E che mi dici di Duff?» Mi aveva poi domandato, tirandosi indietro e facendosi un bel po’ più serio in viso. Avevo inspirato profondamente.

«Lui… Certe volte è perfetto, il miglior ragazzo che si possa desiderare, altre invece…»

«Quando è ubriaco, intendi» Avevo annuito, abbassando nuovamente lo sguardo. «Sai, credo che dovresti parlargliene…»

«Ci ho provato, ma è inutile… Dopotutto mica posso impedirgli di bere, o diventerei un’ipocrita anch’io!»

«Smettere di bere è un conto, trattare bene le donne un altro» Aveva ribadito, con aria da grande esperto.

«E tu… Tu davvero sei convinto di trattarle bene?» Ero scoppiata a ridere come un’ idiota. Giuro, non riuscivo a smettere! «Che galantuomo che sei, se dopo averli sfilato il reggiseno magari ti scappa pure un qualche banale complimento… E permetti loro di dormire addirittura nel tuo letto! E’ ammirevole, da parte tua, e magari tieni pure la porta aperta mentre le sbatti fuori di casa…»

Aveva sogghignato di nuovo. Odiavo, odiavo a morte quel sorrisetto arrogante! «Sono loro che si fanno trattare così, io non obbligo nessuno… Sono loro a venire da me e a finire nel mio letto, e a quel punto ci metto d’impegno per far si che passino la notte di sesso migliore della loro vita… Che c’è di sbagliato?» E poi aveva aggiunto, i suoi occhi scuri puntati nei miei, mantenendo quell’aria strafottente e quella faccia da schiaffi che mi faceva irritare tanto «Tanto lo so che su di me ci hai fantasticato almeno una volta, non negarlo…»

«Io? Dio, sei serio?» Ridendo in maniera quasi isterica, avevo tentato di nascondere quel minimo rossore che mi stava delicatamente colorando le guance «Mi dispiace tanto, Hudson, ma questa è e rimarrà per sempre una tua fantasia!»

«Non contarci, bimba… Quando si tratta di questo, io non mi sbaglio mai…»

«E allora, il tuo amico Duff?» Avevo giocato la mia ultima carta.

«Gli voglio bene come a un fratello, ma spesso si comporta da idiota, non è abbastanza riconoscente per le botte di culo che ha avuto dalla vita e forse non capisce il loro valore prezioso… ma a differenza sua, honey, io non mi lascio scapparecerte belle cose se le voglio veramente…»   E dopo un occhiolino se ne era andato, lasciandomi confusa e disorientata in quella stanza vuota e fin troppo lussuosa per i miei standard.

Il fischio della caffettiera non era riuscito a distrarmi. Nemmeno il turno al pub o la voce petulante di Mick.

 

 

Ecco, da quel giorno sono confusa. Non l’ho nemmeno più visto. Ma oggi credo che mi tocchi, dato che è il mio fottuto compleanno –sto diventando vecchia, ben 19 candeline e sempre meno fiato per spegnerle-, e da come si comportava Duff ieri –mi teneva all’oscuro dei programmi, mentre complottava con Axl, e poi era euforico in una maniera singolare, ma forse era anche per colpa dei funghetti…- ho il sospetto ed il terrore che mi stia organizzando una festa a sorpresa.

Yu-huu, non vedevo l’ora!...

 

Ancora il cinismo. Perfetto. Happy birthday

 

 

 

 

 

 

 

SLASH

 

 

Dico io, ma che bravo imbecille che sono, bell'amico di merda. Se esiste un premio per il “miglior coglione dell’anno”, allora state pur certi che lo vinco di sicuro!

Sono impulsivo, non penso alle conseguenze mentre dico tutto ciò che mi passa per la testa: e combino casini, ci provo spudoratamente con la ragazza del mio migliore amico e poi provo ad evitarla per non fare altre stronzate, per esempio... Selene.

Sono un bravo attore, però... Axl credeva davvero che non ricordassi chi diamine fosse. Meglio così... Cos’è che ha detto prima?

Ah, ecco. Parafrasando le sue parole, era tipo “Alla festa devi andarci perché è a casa tua” –sottinteso, Duff si offenderebbe a morte-.

 Perfetto…

 

No. No! Ammettiamo che lei non mi piaccia. Cosa vera. Certe volte proprio non la sopporto.

Ammettiamo anche che non mi interessi minimamente, disgraziatamente falso. Cioè, non è che provi sentimenti per lei, sia ben chiaro! Mica sono Duff, cazzo, mica sono una checca io. Però me la farei volentieri… No. No, cazzo! Non devo pensare a certe cose…

Devo proprio andarci, stasera?

Ma si che devo. E’ inevitabile. Per fortuna tra poco ce ne andiamo un mesetto in California per registrare il disco, diograzie non avrò più quella ragazzetta bionda tra le palle. E il suo ragazzo non ci provasse nemmeno ad invitarla a venire con noi, sia ben chiaro! Izzy può fare quello che vuole, invece, se venisse pure Angelica non sarebbe un problema.

Aspetta, no, se viene lei è probabile che la sua amica la segua a ruota… A meno che…

Potrei accusarle di essere fonti di distrazione per due membri della band, cosa inaccettabile soprattutto in un momento così importante: Axl sarebbe di sicuro d’accordo con me, e insieme potremmo convincere i due a non portare le loro innamorate –bleah- con noi. Semplice ma geniale. E così ho evitato il problema futuro.

Per quello imminente, invece, non ho idea di cosa cazzo fare. Axl è nell’altra camera e si sta cambiando –lui tutto elegante e pettinato, ed io coi miei soliti due stracci, trasandato e… diciamo che non c’è nemmeno bisogno di definire i miei capelli- , e canta talmente forte che lo strozzerei, se non ci servisse la sua fottuta voce per valorizzore i nostri testi un po’ rozzi... Sono ancora da lui, se non si era capito… A casa mia non ci voglio tornare.

 

Selene e Duff costantemente appiccicati che dormono insieme ridono insieme e scopano come conigli, felici, mentre il sottoscritto se ne va in un qualche pub a sbronzarsi per svuotare il cervello e rilassare un po’ i muscoli. Con un sacco di gente intorno ma sempre solo. Tutti che aprono bocca per sparare paroloni, frasi pre-confezionate, emettendo pareri che valgono perlopiù come sentenze, e poi in sostanza tutto ciò che dicono è solo un mucchio di stronzate: ma ti guardano come se si aspettassero una risposta, o meglio, un applauso per le loro parole vuote. Patetici. E io sono uno di loro.

Rimorchio ragazze senza volto e senza nome, l’alcol me li fa dimenticare, e dopo averci fatto sesso già è tanto se non le calcio fuori dal letto, poi. Cazzo, se aveva ragione quella ragazzina! Non la sopporto proprio… L’ho già detto?...

 

« Allora, muovi il culo si o no?» Mi chiama il rosso, come avevo previsto vestito di tutto punto, dalla soglia della porta d’ingresso. Quando ci è arrivato lì? Mica ci avevo fatto caso ai suoi spostamenti, ero troppo preso a rimuginare!

«Fanculo, Rose, arrivo…» E sbuffando trascino le mie gambe fino a raggiungerlo, in testa ancora quella fastidiosissima ragazzetta bionda...

Che poi è troppo  bionda, dai, siamo sinceri, sembra quasi tinta e invece non lo è nemmeno! E poi è troppo magra per i miei gusti, anche se devo riconoscerglielo, i suoi tatuaggi sono una figata…

E poi ha quella voce saccente del cazzo. E quegli occhi chiari del cazzo, pure. E quel paio di stupidi pantaloncini aderenti -che mi fanno venire pensieri poco pudichi- con i quali, dopo aver dormito con Duff, si aggira tranquillamente per casa mia, mia, con nient’altro addosso, se non una leggera maglia sopra…

Soprattutto se si parla delle mie t-shirts. Allora lì si che la situazione diventa grave!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses / Vai alla pagina dell'autore: 3lkom