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Autore: BlackButterfly_m    11/04/2014    0 recensioni
"Ci siamo guardati e per una frazione di secondo ho pensato di non sapere più cosa significasse avere la terra sotto i piedi.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 6

 

Rose;

 

Quando scendemmo dalla macchina Marcel si allontanò frettolosamente da me, tendendo il capo chinato verso il basso.

 

<< Marcel!!>>. Si girò quasi sorpreso e spaventato, corsi verso di lui.

 

<< Dove scappi?>>. Dissi riprendendo fiato.

 

<< Non voglio che ti vedano con me, altrimenti ti pesteranno o chissà cosa.. >>

 

<< Non importa, possono dire tutto quel che vogliono, io non ti lascio.>> . Ci incamminammo ridendo e parlando del più e del meno verso l'entrata della scuola. C'era chi ci guardava stranito, altri sorpresi e altri a cui non importava nulla della nostra presenza, la prima a cui non importava ero io. Quando ero con Marcel riuscivo a stare bene, stranamente mi sentivo protetta.

 

<< Ti va se dopo pranziamo insieme?>>. Disse Marcel tutto d'un fiato.

 

<< Volentieri>>

 

<< Figo. Che armadietto hai?>>

 

<< Oh..>> Dissi prendendo un foglio dalla cartella, puntualmente non trovavo mai cosa cercavo. << Credo il 367>>

 

<< Io ho il 356, siamo un po' distanti>>

 

<> Dissi perdendomi nelle sue meraviglio iridi verdi. 

 

<< Comunque io sono arrivato, la mia classe è questa>>

 

<>

 

<> Disse sorridendomi, fui assalita da uno strano senso di timidezza e tremolio alle ginocchia. Marcel entrò in classe e si sedette accanto ad una tipa con capelli rossi, un po' paffuta. Quella sensazione era sicuramente gelosia. 

 

 

L'ora di pranzo arrivò e tutti si precipitarono fuori le classi, cercai con lo sguardo Marcel tra la folla e lo vidi lì, poggiato alla porta secondaria della scuola che cercava di sistemarsi gli occhiali. Cercando di fermare quel tremolio alle gambe mi avvicinai a lui lentamente, quando alzò lo sguardo mi sorrise e li, io temetti di svenire.

 

<< Cos'è quello?>>. Dissi indicando un sacchetto che aveva in mano.

 

<< E' il nostro pranzo, non mangeremo nella mensa.>> . Mi prese la mano, tremai al suo tocco aveva delle mani così grandi che mi davano un enorme senso di protezione e sicurezza, iniziammo a correre. 

 

<< Dove andiamo?>>

 

<< In un posto, stai tranquilla non è tanto lontano>>. Infatti dopo pochi secondi ci fermammo, eravamo nel campo di football. Ci sedemmo sull'erba fredda, mi porse il panino e si aggiustò il collo del cappotto beige.

 

<> . Disse addentando il suo panino.

 

<< Moltissimo, ti ringrazio. è molto rilassante qua>>.

 

<< Già.. >> . Assunse un aria quasi seria e continuò a masticare.

 

<< Ci vieni spesso?>>. Domandai…

 

<> . Fece una piccola pausa . << Non sopporterei le loro prese in giro anche quando mangio,qui sono sono tranquillo, di solito mi nascondo lì dietro le gradinate e suono la chitarra>>

 

<< Tu suoni?>>

 

<< Si e pratico atletica giovanile>>

 

<< Caspita, mi piacerebbe suonare la chitarra>>

 

<>

 

<< Sul serio?>>

 

<< Serissimo>>. Un altra occhiata folgorante e sarei morta, sicuro. Rimanemo lì a parlare e scherzare come se non ci fosse nient'altro di più giusto al mondo ed era la sensazione più bella. Fummò poco dopo interrotti dal suono della campanella che ci obbligò a ritornare a quella mielosa realtà. 

  
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