Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Kaninchen    13/04/2014    3 recensioni
E se Elsa non fosse l'unica ad avere dei poteri? Se anche Anna possedesse dei poteri di cui nessuno, nemmeno il re e la regina di Arendelle, ne era a conoscenza? E se qualcuno nell'ombra stesse tramando contro le due sorelle per un torto subito?
- In revisione -
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo XIII



 

Era a casa..

Anna si guardò intorno sempre più confusa da quell'assurda situazione.

Prima si trovava in luogo in cui riusciva a malapena a vedere se stessa, insieme ad un mostro che stava per divorarla e che le aveva impedito di aprire una porta iridescente che era letteralmente apparsa dal nulla, e ora...

Ora si trovava nel suo castello, nella sua casa.

Perché ne era certa, il luogo in cui si trovava era sicuramente il corridoio che portava alla sala del trono e quella cittadina che vedeva oltre le grandi vetrate era sicuramente Arendelle.

Lentamente cominciò a camminare lungo quel corridoio deserto, sempre più convinta che il palazzo in cui si trovava era davvero quello di Arendelle.

Aveva passato praticamente tutta la sua infanzia a correre per i corridoi di quel castello, trovando dei nascondigli perfetti per sfuggire a Gerda e Grace quando ne combinava una delle sue o quando si apprestava a mettere in atto qualche nuovo piano che aveva escogitato per riuscire a vedere Elsa, in quelle rare volte in cui usciva dalla sua camera.

La rossa si pietrificò sul posto.

Sua sorella...

Elsa...

 

- Elsa! -

 

Anna cominciò a correre verso la stanza della sorella, mentre nuove lacrime minacciavano di voler uscire dai suoi occhi.

Si trovava nel castello, non in una grotta o in un luogo buio...

Si trovava nel castello, nella sua casa e se tutto quello era reale allora...

 

- ELSA!! -

 

La principessa urlò quel nome disperata, sperando di scorgere la sorella che le veniva incontro, mentre correva verso la grande scalinata per raggiungere le stanze della regina.

Salì velocemente le scale e nell'impeto di raggiungere più velocemente il piano saltò gli ultimi scalini, scivolando tuttavia sul gradino e finendo irrimediabilmente con il cadere malamente.

Ruzzolò giù per la scala fino a quando non riuscì a fermarsi, per poi sollevarsi dolorante mentre appoggiava le mani su un gradino, borbottando frasi sconnesse che gridavano vendetta verso quell'oggetto inanimato che aveva osato farla scivolare in un momento come quello.

Appena la rossa appoggiò nuovamente il suo piede sullo scalino per riprendere la salita, vide con la coda dell'occhio qualcosa di decisamente strano.

Due piccole scarpette calzate da due piccoli piedini, che sembravano attenderla in cima alle scale.

Alzò lo sguardo confusa, non ricordando che ci fossero dei bambini a palazzo...

Man mano che alzava lo sguardo riconoscendo la figura che aveva di fronte, le sue palpebre si dilatavano di pari passo con le sue labbra si schiudevano scioccate.

Quella bambina...

 

- Ciao! - disse sorridente la bambina.

 

Scese il silenzio.

La bambina inclinò lievemente il capo alzando un sopracciglio guardando confusa la rossa, che in tutta risposta la stava fissando con la bocca aperta e gli occhi spalancati tra lo stupore e il terrore.

 

- Ehi... Tutto bene? -

 

La bambina scese alcuni gradini allungando una mano verso la ragazza con l'intento di aiutarla, ma il suo movimento ebbe l'effetto opposto.

Il gesto dalla piccola aveva fatto scattare all'indietro Anna, che trovandosi ancora sulle scale aveva finito con lo scivolare all'indietro.

La bambina con ancora il braccio allungato nel tentativo di afferrare la principessa, chiuse istintivamente gli occhi nel momento in cui sentì la ragazza cozzare contro le armature posizionate alla base della scalinata.

 

- Ahi... -

 

Anna si portò una mano alla testa, stupendosi di non essersi ancora rotta nulla, per poi appoggiare l'altra mano sulla parete vicino a lei, alzandosi a fatica e provocando un clangore assordante a causa delle armature che le erano cadute addosso.

Sospirò amareggiata, pensando che dopotutto quella di indietreggiare non era stata proprio una grande idea...

 

- Ti sei fatta male? -

 

La rossa si voltò alla sua sinistra abbassando lo sguardo, trovandosi a specchiarsi negli occhi azzurri di quella piccoletta che la guardavano apprensivi, e per poco non le urlò in faccia.

Istintivamente si schiacciò al muro appoggiando entrambi le mani sulla superficie della parete, guardando spaventata la bambina, come se davanti a lei fosse appena apparso un fantasma.

 

- C-chi sei?? -

 

La bambina sbatte le palpebre confusa da quella domanda, per poi ridere e guardare Anna divertita.

 

- Ma che domande fai? Io sono Anna, la principessa di Arendelle. -

 

Anna continuava a guardare la bambina come se si trovasse di fronte ad un mostro.

Non aveva senso.

Lei era la principessa di Arendelle!

Lei era Anna di Arendelle!

E non aveva di certo l'aspetto di una bambina di cinque anni!

 

- Potresti smetterla di fissarmi in quel modo... È davvero scortese lo sai? -

 

Anna si portò le mani alla testa.

Farsi rimproverare da una bambina di cinque anni per una scortesia...

No, peggio!

Si era fatta rimproverare da una bambina di cinque anni che riteneva di essere lei!

Il giorno in cui avesse visto un unicorno cavalcare sulle acque del fiordo avrebbe potuto dire di averle viste davvero tutte...

 

La rossa si schiarì la voce, per poi passarsi le mani sulla gonna disfatta.

Si guardò per un attimo confusa.

Strano...

Era certa di indossare altri indumenti prima di trovarsi nel castello, strinse per pochi attimi il tessuto del vestito per valutarlo velocemente.

 

“Davvero strano...”

 

Aveva come la sensazione che ciò che stava indossando fosse irreale, eppure al tatto la stoffa che stava stringendo era reale...

 

“Anche il dolore che sento alle natiche è reale, ma la presenza di questa piccolina...”

 

Anna si concentrò nuovamente sulla bambina.

 

- Quindi... Tu saresti Anna... -

 

- Esatto! - rispose la bambina con un sorriso.

 

Anna annuì arricciando le labbra.

 

- … e saresti la principessa di Arendelle. -

 

- Precisamente. -

 

Anna si soffermò a guardare la bambina che aveva cominciato a dondolarsi sui suoi piedini in seguito a quella affermazione.

Era uguale.

Era identica a lei quando le veniva posta la medesima domanda.

Stesso tono.

Stesso portamento poco regale.

Stesso dondolamento quando si rientrava nell'ovvio o in qualcosa che non le interessava veramente...

Ma...

Se quella bambina era Anna...

Lei chi era?

 

- Però... vedi piccola, qui deve esserci un errore... vedi anche io mi chiamo Anna e anche io sono la principessa di un regno chiamato Arendelle... -

 

- Mi sembra ovvio. -

 

- Com... -

 

- Oh, andiamo... - la bambina incrociò le braccia imbronciata. - … mi sembrava di avertelo detto prima. Io sono te! -

 

- No che non l'hai detto! -

 

- Oh, davvero? Me ne sarò dimentica. - rispose sorridete la bambina, facendo una piccola piroetta su se stessa divertita.

 

Anna scivolò lungo il muro per poi appoggiare i gomiti sulle ginocchia, mettendosi le mani tra i capelli.

Non era possibile.

In quale dannata realtà possono coesistere le stesse persone?

 

“ È... è una cosa impossibile!”

 

- Dopo tutto quello che hai visto credi che ci sia ancora qualcosa di impossibile? - chiese la bambina sedendosi accanto a lei.

 

Anna si voltò verso la piccola se stessa sgranando gli occhi stupita, per poi guardarsi intorno ancora più stupita.

L'armatura...

Le armature...

Quelle contro cui si era scontrata cadendo.

Erano...

Erano di nuovo al loro posto.

 

- È inutile che le guardi in quella maniera. Sarebbero comunque tornate al loro posto... - disse la bambina dandosi una lieve scrollata di spalle.

 

Cadde il silenzio per alcuni minuti prima che una delle due si decidesse a parlare.

 

- Questa non è Arendelle, vero? Non mi trovo nel mio castello... -

 

La piccola Anna si voltò per guardarla, inclinando un po la testa.

 

- Pensi davvero questo? -

 

- Sto parlando con la me stessa di cinque anni... già questo mi fa pensare che sto sognando o che sto impazzendo. - sorrise la più grande.

 

- Uhm... - la bambina si portò un ditino al mento pensierosa – In realtà siamo davvero ad Arendelle e questo è davvero il tuo castello, però... al tempo stesso non lo è. -

 

La bambina si alzò e si voltò verso la se stessa adulta.

 

- Questo... potremmo definirlo come un sogno se vuoi, ma puoi scegliere. -

 

- Scegliere? Scegliere tra cosa? -

 

- Restare qui con me. - rispose sorridente la bambina allargando le braccia - Oppure sparire per sempre divorata dal Nefilim. -

 

Anna guardò tremante la bambina.

 

- Il Nefilim... il Nefilim si trova qui? -

 

La piccola Anna abbassò le braccia, guardando seriamente la se stessa più grande, una serietà che stonava se messa a confronto con il viso paffuto della bambina.

 

- Il Nefilim che devi temere si trova in questo palazzo, ma al tempo stesso non si trova qui. -

 

Anna corrugò le sopracciglia cercando di capire quello che la bambina le aveva detto, non riuscendo a comprendere come quella creatura potesse trovarsi nel palazzo e la tempo stesso non trovarsi lì.

La bambina sorrise mentre osservava la ragazza davanti a lei confusa dalle sue parole, e si apprestò a spiegarle almeno una parte del dilemma.

 

- Il potere di Elsa sta impedendo a quella creatura di entrare, ma adesso dipenderà tutto da quello che farai e deciderai. Sarà in base alle tue decisioni se... -

 

- Elsa? Elsa! -

 

Anna scattò in piedi voltandosi verso le scale e cominciando a correre nuovamente verso la stanza della regina, interrompendo la spiegazione della bambina che per lo spavento aveva arretrato di qualche passo.

 

“Se anche questo è un sogno, quella piccoletta ha appena detto che Elsa sta impedendo al Nefilim di entrare... Questo vuol dire che Elsa in questo luogo è... Elsa è...”

 

Nel preciso istante in cui Anna salì l'ultimo scalino appoggiando il suo piede sul piano, una violenta fiammata scaturì da sotto la suola della sua scarpa avvolgendola totalmente.

 

- ELSA! -

 

Anna urlò il nome della sorella avanzando lentamente, mentre tra una fiammata ed un'altra cominciò ad intravedere la porta che conduceva alle stanze della regina.

Tutto intorno a lei stava venendo divorato da quelle fiamme, che ad ogni suo passo si facevano sempre più alte e roventi, ma a lei non importava. Sembrava come se non avvertisse il calore di quel fuoco e sebbene il suo vestito avesse cominciato a bruciare, la ragazza continuava ad avanzare con uno sguardo determinato verso la camera della sorella.

 

“Forza Anna, ci sei quasi! Ancora qualche passo, devi fare ancora qualche passo e poi potrai rivedere Elsa!”

 

Ma non appena riuscì a raggiungere la porta, cominciò a guardarla confusa.

Quella porta, quella non era la porta che portava alla camera di Elsa.

Se doveva essere sincera non si ricordava nemmeno che ci fosse una porta simile all'interno del palazzo e lei le aveva viste tutte le porte, le conosceva a memoria!

Quella era l'ala giusta del palazzo e lì doveva esserci la porta della camera di Elsa.

Eppure...

 

Anna”

 

Anna sgranò gli occhi.

Quella voce, quella porta...

Erano le stesse che aveva sentito e visto nel luogo in cui si trovava prima.

Lentamente allungò una mano verso la maniglia, non riusciva a spiegarsi la sensazione che stava provando in quel momento, era come se qualcosa la spingesse ad aprirla e la tempo stesso un'altra forza le stesse impedendo di farlo.

Una tempesta di neve e fiamme si scatenò nell'istante in cui le sue dita furono a pochi centimetri dalla superficie lucente della maniglia, costringendola ad arretrare nuovamente da quella strana porta.

 

- Allontanati da quella porta Anna. -

 

La principessa rabbrividì all'istante nell'udire quella voce, voltandosi lentamente verso il punto in cui l'aveva udita.

Nel momento in cui si era voltata totalmente, la bufera di neve e fiamme che fino ad un attimo prima l'avevano avvolta era sparita rivelandole, invece del corridoio annerito dal fuoco, la sua sala preferita.

Anna si stropicciò gli occhi incredula e confusa ritrovandosi nella stanza dei dipinti, ma la sua attenzione fu ben presto occupata da due figure.

Nella stanza parzialmente illuminata dalla fiamme scoppiettanti del camino, si trovavano la piccola Anna e distesa sulle sue spalle una piccola creatura dal pelo fiammeggiante che la stava fissando con i suoi occhi rossi, mentre con la lunga coda avvolgeva il braccio della bambina.

 

- Allontanati da quella porta prima di compiere una scelta della quale potresti pentirti, e pensa attentamente a ciò che ti ho detto prima. -

 

Anna guardò spaventata la bambina e quella strana creatura sulle sue spalle, che non aveva smesso un solo istante di osservarla, come se fosse pronto ad attaccarla ad un suo passo falso.

Se quella creatura la spaventava ricordandole quell'enorme lupo fiammeggiante che aveva cercato di divorarla in quel luogo buio, la bambina che riteneva di essere lei le procurava un brivido di terrore ogni qual volta i loro sguardi si incrociavano.

Non era più la bambina di poco prima...

Il vestitino dei suoi ricordi infantili era stato sostituito da un abito simile, ma nero come la pece il cui unico tocco di colore era donato da del bianco alle estremità del pizzo del vestito.

I capelli rossi che le arrivano alle spalle erano sciolti, creando uno strano gioco di fiamme con il pelo dorato del cucciolo disteso; ma quello che spaventava la principessa erano i suoi occhi...

Due pozze nere, in netto contrasto con la pelle diafana, che occupavano l'intero occhio e che sembravano quasi voler inghiottire quei due dischi dorati delle iridi, macchiati da delle lievi venature rossastre che si perdevano all'interno della pupilla scura.

 

Ad un tratto il cucciolo di lupo sulle spalle della piccola si sollevò sulle sue zampe, cominciando a ringhiare verso la ragazza nel momento in cui questa aveva cominciato ad arretrare spaventata.

Il pelo della creatura che poco prima disegnava attraverso le fiamme che lo componevano dei piccoli guizzi che passavano dal dorato a dei toni più chiari quasi bianchi, aveva preso a gonfiarsi flebilmente sostituendo il tenue color bianco con un rosso accesso, come a voler ammonire la giovane di non provare a fare un ulteriore passo in quella direzione.

 

- Te l'ho detto poco fa Anna, allontanati da quella porta prima che sia troppo tardi. Il potere di nostra sorella non ti proteggerà ancora per molto da lui. -

 

- Lui? Lui chi? Intendi quel mostro che hai sulle spalle per caso?! È lui il Nefilim giusto?! -

 

- Mostro? -

 

La piccola Anna deformò il proprio volto in un broncio, corrugando le sopracciglia contrariata da quella affermazione, mentre con una mano accarezzava il muso del cucciolo di lupo che a quel contatto sembrò quasi rasserenarsi, portando le fiamme del suo pelo a riassumere un tono più chiaro e meno acceso.

 

- Credo che tu stia fraintendendo Anna. Brann è un Nefilim non lo nego, ma non è da lui che nostra sorella ci sta proteggendo... - rispose la piccola, mentre sul suo viso si formava un ghigno divertito - … o se vogliamo essere più precisi non è solo da lui che sta tentando di proteggerti. -

 

 

 

 

 

 

Due occhi gialli osservavano rabbiosi il porto del regno di Arendelle.

Dopo giorni di viaggio era finalmente giunto a destinazione...

 

- Mio Signore, la tempesta di neve si è placata, ma vi devo porgere le mie scuse... ci vorrà ancora un po' prima di poter raggiungere il porto del regno, inoltre non posso assicurarvi che non ci sarà una seconda nevicata che ci rallenti ulteriormente... -

 

La figura incappucciata non si voltò nemmeno verso l'uomo che aveva appena parlato, sollevò solo infastidita la mano guantata facendo comprendere a quell'insetto che aveva compreso le sue parole.

Appena sentì i passi dell'uomo che si allontanava, un ringhio emerse dalla gola dell'incappucciato, ricreando in quel semplice suono tutta la sua frustrazione.

Le sentiva...

Riusciva a sentire le loro emozioni come se fossero le sue, senza però venirne travolto.

Erano sole ed erano spaventate.

Un ghigno si dipinse sul volte dell'uomo, mentre i suoi occhi venivano attraversati da uno scintillio eccitato.

Sì...

Non mancava poi molto...

Ancora un po' e avrebbe potuto dare il via alla caccia che avrebbe segnato per sempre il loro destino.

L'uomo strinse con forza il cornicione dell'imbarcazione, mentre il suono di stoffa stracciata e dello scricchiolio del legno catturò per pochi secondi la sua attenzione.

L'incappucciato sollevò una mano per poterla osservare e ciò che vide lo portò a sorridere, un sorriso che si trasformò ben presto in una macabra risata che accompagnò per parecchio il dondolio del grande peschereccio diretto verso Arendelle.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Kaninchen