Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
Segui la storia  |       
Autore: The_winter_honey    13/04/2014    5 recensioni
"Io appartenevo alla città degli angeli, alle strade affollate, al suono della musica che si spande in ogni
dove con l'aria frizzante della sera...facevo parte di quegli spiriti liberi cresciuti per dominare e senza
la minima voglia di sottostare ai desideri altrui, in mezzo a sbagli ed errori che erano solo nostri.
Forse quando Sara mi aveva abbandonata l'aveva fatto per riparare ad un errore e allora era destino, no?
Se io stessa ero uno sbaglio non dovevo giustificarmi da sola per gli sbagli che avevo fatto e per quelli
che avrei fatto..in fondo da cosa nasce cosa. "
Questa è Jade, obbligata a cambiare città dopo un tragico evento, tormentata da un passato che non
conosce e non vuole conoscere...ma in tutto questo male che la circonda forse riuscirà a trovare uno
spiraglio di luce sotto forma di ombra... Perchè solo tra le tenebre la luce può risplendere.
E Jade potrebbe imparare che a volte da un errore può nascere qualcosa di buono.
Magari.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axl Rose, Izzy Stradlin, Quasi tutti, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
Capitolo 47
 


-Chi è? Jade! Jade sei tu?
Chiusi la porta alle mie spalle, sospirando e passandomi una mano tra i capelli,
cercando di elaborare tutto quello che era successo negli ultimi due giorni.
Era stato un vero casino.
La scomparsa di Duff, le lacrime di Slash e Bella, poi quella dannata macchina dove
avevo finto di dormire con Izzy e Axl che parlavano di me, le mani del rosso che gira
e rigira me le trovavo sempre addosso, insieme alle sue labbra…e quelle lacrime schifose.
Lacrime  senza senso, sgorgate da un sentimento o qualcos’altro che non riuscivo a capire.
E poi l’ospedale, il viso emancipato di Duff, il ragazzo dagli occhi di gatto che si era
presentato assumendosi la colpa della scomparsa della mia amica e del mio
momentaneo abbandono, il bassista dalle mani grandi e il cuore caldo…il Re della Birra.
Era stato come ricevere un pugno nello stomaco, e di nuovo le lacrime sul viso di Bella,
quel viso che aveva sempre portato un sorriso e che in quegli ultimi giorni era sempre stato
rigato di lacrime salate. La faccia stanca di Slash, la sua testa posata sul mio grembo,
i ricci selvaggi che mi si ingrovigliavano tra le dita ad ogni carezza, la sua mano grande
e ambrata sotto quel viso finalmente rilassato.
Aveva sussurrato “angelo”.
Un momento di quiete prima del solito tsunami.
La rabbia di Axl, i suoi occhi che mi trafiggevano, i suoi muscoli tesi, gli stessi che avevo
accarezzato quella mattina e che si erano stretti intorno al mio corpo.
E poi la mia rabbia, la mia frustrazione, il mio disappunto e, infine, la mia stanchezza.
Il bacio di Izzy lieve che sapeva di sigarette artigianali, di dolcezza, un profumo diverso
da chiunque avessi mai conosciuto.
Mi sfiorai la fronte, nel punto in cui le sue labbra si erano congiunte alla mia pelle fredda,
poi la mia mano scivolò fino al collo, toccando i segni che Axl mi aveva lasciato impressi.
-Jade? Jade, sei tu?- ripeté ancora la voce di Sara e udii il rumore di una sedia che strisciava
sul pavimento e passi affrettati che dalla cucina si dirigevano verso di me, ancora ferma
con le spalle appoggiate alla porta e gli occhi persi a fissare il vuoto.
Mi affrettai a far ricadere i capelli in una mossa strategica per nascondere i segni del rosso.
- Jade! Perché l’hai fatto? Dove sei stata? Che hai fatto? Con chi eri?
Rimasi un attimo immobile a fissare la donna di fronte a me, con i capelli scompigliati,
senza un velo di trucco a parte un po’ di mascara, un maglione largo su dei jeans stretti
e con negli occhi un misto tra sollievo, paura, preoccupazione, ansia e altro che non avevo
voglia di identificare.
-Ah…
Mi ero completamente dimenticata di avvisarla, non le avevo lasciato neppure un biglietto,
ero scomparsa per due giorni, saltando scuola e scomparendo dalla circolazione senza dire
niente a nessuno… Eppure non riuscivo a sentirmi in colpa.
-Ora sono qui, non c’è bisogno di agitarsi tanto…- sbuffai, incrociando le braccia al seno
e distogliendo lo sguardo.
Non si era mai preoccupata per me in diciassette anni, non mi aveva mai cercata, non si era
mai degnata di sapere che fine avessi fatto, con chi fossi, cosa facessi. Prima della chiamata
del tribunale io non sapevo neppure se la donna che mi aveva messa al mondo fosse viva
o morta. Come non le ero mai interessata io in quegli anni, non poteva credere che a me
interessassero le sue improvvise attenzioni per quelle poche settimane.
E io non ero mai stata abituata con John a quel genere di interrogatori, lui sarebbe stato
in silenzio, avrebbe aspettato che fossi io a parlargliene.
Non mi avrebbe mai aggredita in quel modo, conoscendo il mio carattere…
Ah, vero, lei non si era mai presa la briga di conoscermi.  
Un suono, un dolore inaspettato, la mia faccia che scattava di lato.
La sua mano ancora sospesa in aria, tra un respiro e un altro.
Le mie labbra si strinsero lentamente, mentre con la stessa lentezza tornavo a voltarmi
verso di lei, massaggiandomi la guancia colpita.
Ferita. Ferita nella parte più sensibile di me.
Ferita nell’orgoglio.
Strinsi la mano libera in un pugno, facendo sbiancare le nocche già pallide, mentre la
mia faccia diveniva una maschera.
Avevamo lo stesso sguardo, per la prima volta i nostri occhi non erano identici sollo visivamente.
Come aveva potuto colpirmi in quel modo? Come poteva comportarsi improvvisamente così?
Non poteva farlo, io non l’accettavo. Non ne aveva alcun diritto.
-Non toccarmi mai più! Tu non sei mia madre!- le ringhiai contro prima di correre su per
le scale e sbattermi la porta della mia stanza alle spalle.
Tirai un calcio alla valigia ancora per terra e strinsi i denti.
Rabbia e orgoglio.
I miei peggiori difetti si erano impossessati di me e non mi avrebbero lasciata, non questa
volta, non dopo ciò che mi aveva fatto Sara.
Quella donna, quella donna che mi aveva strappato dalla mia vita senza chiedermi niente,
senza pensare a me, a ciò che avrei voluto.
Ma no, cosa potevo pretendere da una sconosciuta?
Cosa potevo pretendere da una persona che non aveva mai voluto conoscermi?
Eppure lei pretendeva  da me chissà cosa…
Diedi un altro calcio alla valigia, prima di buttarmi sul letto e imprecare tra me e me.
Chiusi gli occhi e ripensai al sogno che avevo fatto, la mia mente si dipinse delle immagini che
mi avevano tormentata la notte prima e sta volta non ci sarebbero state alcune braccia a
rassicurarmi, solo la presenza della donna che mi aveva abbandonata sotto di me,
ferma alpiano inferiore, con ancora la mano sospesa e gli occhi come i miei.
Velati e lontani.
Occhi che avevano mille pensieri, che si rivolgevano al passato invece che andare avanti
e vivere il presente.
 
 
 
 
 



 
***************************************************************************************

 
 






Oddio. Oddio. Oddio.
Il pavimento si stava muovendo in modo vorticoso sotto ai miei stivali,
mentre tentavo di raggiungere il giradischi…
-Aaaaaargh! Un terremoto! Cazzo Kelly! Sotto al letto!
Mi voltai, buttandomi per terra e cercando di strisciare fin là sotto, ma era troppo pieno
di cose…ma chi cazzo aveva fatto quel casino? Oh, guarda! Ecco dov’era finito il sacchetto
di popcorn della settimana scorsa! E io che ero convinto di averlo messo nell’armadio!
No, no Steven! Non c’è tempo! Qui rischia di crollarti il sole addosso!
Oddio guarda come oscilla! Ma lì non ci doveva essere il lampadario?
-Kelly, cazzo! Che fai ancora lì sopra?
-Stevie, non c’è spazio per me e Mr. Candy lì sotto!- il volto della ragazza si sporse dal bordo
delle coperte, mentre rideva, Mr. Candy stretto al suo seno insieme alla bottiglia
di vodka mezza vuota.
-Non posso permettere che vi succeda qualcosa!- esclamai, capendo di dover fare una scelta.
Cercai di mettermi in piedi come meglio potevo, poi mi buttai sul letto sopra Kelly
che si mise a ridere, rovesciando un po’ di alcool sulla propria maglietta.
Cercai di non darci importanza, la situazione era troppo critica per pensare a quanto
fosse sexy con la maglietta mezza trasparente.
-Ok, ho tutto sotto controllo…- mormorai, osservandomi intorno, poi sentii qualcosa
muoversi sotto la mia maglia e osservai lo sguardo malizioso di Kelly –Ehm…Kelly, qui ci
potrebbe crollare tutto addosso…e Mr. Candy deve essere messo al sicuro, è piccolo!-
-Allora dobbiamo salvarlo!- si accigliò la rossa, prendendo tra le mani Mr. Candy e,
dandogli un lieve bacio, lo fece scivolare sotto al letto.
Mi lasciai andare a un sospiro di sollievo, mentre Kelly si rimetteva a ridere sotto di me.
Stavamo rischiando la vita e lei rideva! Non ci potevo credere!
Ma almeno non piangeva più, non avrei sopportato vedere di nuovo i suoi occhi vuoti…
-Steven Adler!
-Presente!- esclamai, facendola ridere di nuovo –E al suo servizio, principessa!
-Sei davvero al mio completo servizio?- improvvisamente si fece seria e mi studiò
con i suoi occhi neri.
Neri come la liquirizia, lei una volta aveva detto che erano neri come la pece, come le notti
buie senza luna, tristi come dormire senza sogni…invece no. Per me erano neri come
la liquirizia, come quelle caramelle che ti sporcavano la lingua e ti lasciavano un sapore
buono in bocca.
Perché Kelly era come la liquirizia.
Lasciava un segno.
-Sì!- le sorrisi e lei mi studiò per un secondo, prima di invertire le nostre posizioni
e mettersi a cavalcioni su di me.
-Allora non giudicarmi.
-No, non lo farò.
-E non lasciarmi, Steven.
-Non ti lascerò, Kathleen.
Prese con una mano la bottiglia, che fino a quel momento aveva stretto come se fosse l’unica
cosa a cui si potesse aggrappare, e ne tracannò un lungo sorso, facendone traboccare un po’
dai lati, poi me la passò. La imitai, per poi far scivolare la bottiglia di fianco a noi.
I suoi occhi si tuffarono nell’oceano del mio sguardo per un lungo istante.
Non aveva più niente a cui aggrapparsi.
Si chinò su di me, cercando la mia bocca e baciandola appassionatamente, senza un briciolo
di incertezza.  Fece scorrere le sue mani lungo la mia maglia e me la tolse, accarezzandomi
l’addome, per poi prendere le mie mani e posarle sui suoi fianchi. Le sfilai la canottiera
ormai trasparente e le  lasciai una scia di baci lungo il collo, la spalla, scostando una spallina
del reggiseno.
Le sue mani si strinsero ai miei capelli, mentre lei chiudeva gli occhi.
Le slacciai il reggiseno e lei lo fece scivolare per terra, mentre io invertivo un’altra volta
le posizioni.
Baci, la sua bocca era assetata di baci, baci dal gusto di vodka, nascosti dall’obblio dell’alcool,
mentre i miei occhi si beavano della malizia dei suoi movimenti, del suo sguardo di liquirizia
che intravedevo dagli occhi socchiusi.
Le sue mani corsero ai miei pantaloni, aprendo la cintura e abbassando la cerniera, aveva
sentito la mia eccitazione…come io sentivo la sua grazie ai suoi sospiri.
-Steven…- mormorò piano, mentre io mi staccavo per sfilarle i pantaloni.
Mi chinai di nuovo su di lei, accarezzandole il viso e baciandole il mento, un lato della bocca,
la guancia e dietro un orecchio. Sussultò e mi bacio il collo, mordendomi lievemente
e causandomi brividi di passione.
-Sono qui, Kelly.
-Per favore, Steven…- mormorò con voce spezzata al mio orecchio, accarezzandomi la schiena
con le sue unghie –Per favore, fammi dimenticare…-
La strinsi più forte a me e tornai a baciarle quelle labbra rosse e gonfie, gonfie dei miei
baci, appesantite dalle suppliche, e le alleggerii con le mie carezze, con tutta la dolcezza
che disponevo, che volevo darle.
-Aggrappati a me, io non ti lascio…- mormorai, facendo combaciare le nostre fronti
e lei sorrise lievemente.
Le sue braccia si avvolsero intorno alle mie spalle, aumentando la presa,
mentre io entravo in lei con dolcezza.
Perché la mia principessa dagli occhi di liquirizia aveva bisogno solo di dolcezza,
perché aveva vissuto fin troppa passione, fin troppa violenza
e io non le avrei fatto del male.
L’avrei protetta.
 




 

 
 
***************************************************************************************

 

 
 
 




Freddo.
No, un attimo. Non faceva più così tanto freddo.
C’era qualcosa vicino a me che mi trasmetteva un calore forte, irradiante dal petto,
quasi bruciante per la mia pelle gelata. Voci, voci diverse, poi di nuovo silenzio.
Tra quelle voci una, una sola aveva attirato la mia attenzione…
Un attimo, eccola di nuovo!
Quella voce forte e fragile a un tempo, una voce dolce, ma incrinata, una supplica, una minaccia…
-...Giuro che vengo lì, ovunque sia lì!, e ti prendo a calci in culo fin quando
non torni qui con me…perché…perché, cazzo!, io ti amo
e non voglio stare senza di te! Non posso stare senza di te!-
Neppure io posso stare senza di te…senza la tua voce…
No. Assolutamente no. La tua voce non mi basta.
Voglio vederti, voglio toccarti…ma dove sei?  
Ti sento vicina, eppure mi sembri così distante…

Dove sei Bella? Non riesco a vederti, e ho paura che tu mi venga davvero a prendere
a calci in culo...ma se almeno venissi ti potrei vedere di nuovo, prendere tra le mie braccia,
stringerti e chiederti scusa. Scusa per non averti detto di me e di Betty, scusa per non
averti cercata dopo, per non averti fermata nei corridoi di scuola, mentre te ne stavi lì da
sola, scusa se non sono più venuto a bussarti alla porta.
Ma con te tutto è dannatamente difficile.
Avevo paura, paura di perderti, di sentirti dire che è finita, perché se me l’avessi detto
in faccia avrebbe voluto dire che era vero… E io non potevo accettarlo.
Scusami amore, non sai quanto darei ora per vederti!
I tuoi capelli, i tuoi occhi, le tue guance, le tue labbra…
Voglio baciarti, voglio stringerti.
Voglio solo te.

Ti sento singhiozzare, qualcosa mi bagna la guancia…
Dannazione, no! Altre lacrime no!
Non voglio che piangi, non voglio sentirti piangere senza poterti abbracciare…
Bella, ti amo anch’io. Bella sono qui. Bella non ti lascio.

Bella! Bella, non piangere, io ti amo!
La sento sussultare sulla mia spalla. Oh, sì! Questa è la mia spalla! Riesco a percepirla di nuovo!
E le sue mani che stringono la mia! E ora devo muovere le labbra…sì, devo farlo...
-Duff! Oddio! Duff mi senti?
Devo rispondere, devo dirle che non voglio che pianga che io…
-…ti amo…- le mie labbra secche articolano lentamente le due parole che riesco a dire,
mentre la mia vista appannata mette a fuoco degli occhi pieni di lacrime
che mi fissano estasiati.
-Oh…- sta singhiozzando, si porta una mano al viso, cercando di trattenersi.
-Sono qui…- mormoro di nuovo, ora distinguo meglio il suo viso ed è l’unica cosa importante.
I suoi capelli scompigliati che sparano in aria in modo tenero, le sue guance tonde inondate
di lacrime, il suo naso piccolo, le sue labbra tremanti a cui si è portata le mani piccole che
stringono la mia.
-Brutto stronzo! Non provare mai più ad allontanarti da me, capito?- si sforza di minacciarmi,
mentre l’unica cosa che vuole è baciarmi e stringermi.
Lo so, perché provo lo stesso impulso.
-Sì, te lo prometto…- mormoro, mentre lei si china su di me e mi abbraccia, baciandomi
con dolcezza le labbra.
Le sue labbra…quanto mi sono mancate…
E le sue braccia, il suo profumo…

La stringo anch’io, ignorando il fatto di avere gli arti tutti intorpiditi e doloranti.
Finalmente ho tra le braccia la persona più importante della mia vita
e non la farò scappare mai più...
 













***** Ciao a tutti! *****
Scusate per il mio ritardo...
Mispiacemispiacemispiace!
La scuola mi ha tewnuta impegnata tutto 
questo tempo, sapete...le ultime verifiche
prima delle vacanze di Pasqua sono un tormento!
E poi non volevo pubblicare un capitolo squallido 
dopo lo scorso! Spero che sia piaciuto!
Ditemi cosa ne pensate,
anche perchè non mi convince ancora del tutto...
Grazie mille per aver letto fino a qui!
E un grazie speciale a:
Meringa, Emanon, Irelas18 e Light_My_Fire!

E a tutti coloro che continuano a leggere e seguire la mia storia!
Spero di sentirvi presto e mi scuso in anticipo per il 
probabile ritardo del prossimo capitolo :(
Un bacio J ;)








 
 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses / Vai alla pagina dell'autore: The_winter_honey