Mi sveglio di soprassalto quando sento il rumore della sveglia. Cavolo, sono le 8:00 e sarei dovuta essere pronta già mezz’ora fa.
Il luogo in cui siamo diretti io e la mia famiglia è Londra, la città natale di mia madre. Adoro Londra. Ci ho trascorso un paio di volte le vacanze e ci sono stata davvero bene, ma il problema è che non voglio andarmene di qui. Non voglio lasciare Cristina,la mia migliore amica, non voglio lasciare Daniele, il ragazzo di cui ho una cotta da sempre e non voglio lasciare la mia Napoli.
Mentre pianifico un modo per fingermi malata, mia madre bussa alla porta: « Ehi, sei pronta? » contro la mia volontà rispondo: «si, cinque minuti e scendo»
Dieci minuti più tardi mio padre carica i bagagli in macchina, per poi dirigerci all’aeroporto. Quando sono nell’aereo mi ci perdo nel bellissimo panorama al di sotto dei miei occhi e mi viene da piangere se penso che probabilmente non so quando ritornerò in quella città.
 Tra circa una settimana inizia la scuola ed io non sono ancora psicologicamente pronta. Mi ritroverò in una classe nuova, in un paese nuovo, con compagni di classe nuovi. L’unica fortuna è che so parlare l’inglese: almeno riesco a comunicare.
Essendo troppo impegnata ad immaginarmi come sarà la mia vita a Londra, non mi accorsi che mancavano solo dieci minuti e saremmo atterrati. Siccome avevo promesso a Cristina che non appena sarei arrivata a Londra l’avrei chiamata, quando atterriamo, faccio come promesso. Al solo secondo squillo risponde: «Em! Sei arrivata?! Com’è lì?! Come sono i ragazzi?! » ridacchio: «Cri, calmati:sono arrivata da soli 5 minuti » lei risponde con voce emozionata: «Emily, lo so. Devi raccontarmi ogni singolo dettaglio del viaggio»  rispondo che non c’è ancora nulla da raccontarle e parliamo al telefono fin quando non arrivo all’appartamento. Sono sole poche ore che non ci vediamo, ma già mi manca da morire. Lei per me è come se fosse la sorella che non ho mai avuto.
Mentre i miei genitori disfano i bagagli, decido di salire e di vedere com’è fatto l’appartamento. All’improvviso mi si illumina il telefono: era Cristina che mi aveva mandato una selfie stupida per farmi ridere, e ci era riuscita. Però,essendo troppo impegnata a ridere per la stupida foto della mia migliore amica, vado a finire addosso a qualcosa. O a qualcuno. Quando alzo gli occhi noto che è un ragazzo. Grandioso, il mio primo giorno qui a Londra e già ho mostrato a tutti la mia goffaggine. Il ragazzo ha gli occhi di un marrone che non avevo mai visto prima, i capelli scuri e un sorriso da far invidia a chiunque.