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Autore: spencer_    13/04/2014    4 recensioni
[dalla storia..]
«Quando troverai quell'SI mandalo a fanculo anche da parte mia» disse prima di allontanarsi per tornare in casa.
«Athena?» La richiamò.
«Si?» si girò verso di lui.
«Ti amo» disse sorridendo.
Athena sorrise spontaneamente. Era indecisa se tornare per la sua strada o andare da lui. Una frazione di secondo dopo si era già avviata verso il ragazzo.
«Spencer, sei la più grande contraddizione vivente. Prima mi allontani, poi mi avvicini. Mi lasci credere che è finita e poi mi dici che mi ami –si avvicinò ancora di più a lui— come devo fare con te?» gli chiese sorridendo. «Sei il peggior fidanzato di questo mondo, sappilo» aggiunse prima di baciarlo.
«Forse è per questo che mi ami» disse tra un bacio e l'altro.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 4
Complicità


I fratelli siano uniti perché quella è la prima legge.
Che abbiano unione vera in qualsiasi momento che sia,
perché se litigano tra loro gli divorano gli stranei.
 

José Hernández


«Lui come si chiama?» chiese sorridendo il fratello di Athena. L'aveva beccata al telefono con Spencer. Alzò gli occhi al cielo e si morse il labbro; non era ancora il momento di parlare di lui con i suoi fratelli.
«Era Beth e fatti i tuoi, Justin» rispose fredda buttandosi sul letto. Solitamente i suoi fratelli non si impicciavano nella sua vita privata, quindi sperava che quella breve frase fosse bastata.
«E da quando dici a Beth che la ami? Non sapevo avessi certi orientamenti sorellina» commentò Justin ridacchiando sedendosi accanto a lei.
«Si chiama Spencer» si arrese sbuffando. Era testardo come lei, sapeva che non avrebbe mollato facilmente la presa.
«Mike mi deve venti dollari -- disse ridendo -- avete litigato e sei scappata qui?»
Roteò gli occhi «No, non abbiamo litigato! Lui ha molto lavoro e io mi annoiavo a casa da sola, pure Beth è con i parenti» rispose alzando le spalle.
«Ha un lavoro? – chiese sorpreso -- Che fa? Il fattorino? Il cameriere? »
Athena scoppiò a ridere pensando alla sua reazione. «Agente dell'FBI, e' un profiler»
Justin rimase con la bocca spalancata. La sue espressione pendeva tra lo shock e la sorpresa. «Quanti anni ha?»
«Ha la tua età, venticinque anni» e il meglio stava per arrivare. «E’ specializzato praticamente in tutto quello che l’uomo ha scoperto: matematica, chimica, ingegneria, psicologia, sociologia» aggiunse per far sentire ancora più inutile il fratello. In fondo gli voleva bene.
Justin rimase impietrito davanti a quello che la sorella gli aveva appena detto.
«È uno di quei bambini prodigio?» chiese dopo essersi ripreso dalla botta iniziale.
«Eh già, 187 come QI non è da tutti» rise ancora.
«Mi stai facendo sentire una nullità, sorellina» ridacchiò Justin.
«Era questo il mio obiettivo» fece spallucce e gli scompigliò i capelli.
«Mi vuoi sempre più bene, eh?» chiese lui facendo il labbruccio.
«Anche lui ha i suoi difetti, tranquillo --disse appoggiando la testa sulla sua spalla-- c'est la vie» mormorò sospirando.
«C'è qualcosa che non va?» le chiese. Quando era arrivata non sembrava così tanto felice di essere tornata in Texas; e –di per certo- non si beveva la storia che Spencer avesse così tanto lavoro da non potersi dedicare a lei per qualche ora. Conosceva bene sua sorella, non riusciva a mentirgli per tanto tempo, il silenzio stampa e i segreti funzionavano soltanto con i genitori.
«Dopo quanto tempo hai detto a Kate che l'amavi?» buttò lì Athena, incuriosita.
«Oh ehm.. -- Justin si grattò il collo imbarazzato -- finché non mi sono sentito sicuro. Più o meno un anno. Perché?»
«Cerco di capire voi maschi» disse ridacchiando. «Ho scoperto che anche se sono cresciuta con due maschi, non vi comprenderò manco morta» aggiunse abbozzando un sorriso.
«Lui non te l'ha ancora detto, vero?» chiese lui.
«No, ma non è un dramma» rispose facendo spallucce.
«Ma vorresti che te lo dicesse» affermò Justin accarezzandole i capelli.
«Sinceramente? Mi basterebbe capirlo --ridacchiò-- cioè, a volte mi sembra di affrettare le cose, altre di rallentarle. Non ci capisco nulla con lui.»
«Forse è la prima volta che trova una persona come te» mormorò lui sorridendo.
«Confusionaria, testarda e lunatica?».
«E dolce, divertente e simpatica dove li hai messi?» chiese lui corrugando le sopracciglia, per poi scoppiare a ridere.
Sorrise guardando il fratello. «Sei il miglior fratello di sempre --mormorò abbracciandolo-- ma non dirlo a Mike» rise. «A proposito di Mike, che avevate scommesso?» chiese inarcando un sopracciglio.
«Io ho scommesso che avevi il ragazzo, lui diceva che non avevi passato un esame e te ne sei andata dalla Virginia» rispose alzando le spalle.
«Siete sempre stati dolcissimi --disse ironica-- ma non indovinerete da quanto stiamo insieme» rise alzandosi in piedi.
«Se per lui sei la prima -- disse -- ricorderà anche giorni e ore»
«Ad essere sincera non so se sono la prima e comunque lo ricorderebbe anche se fossi la milionesima, la sua memoria è di ferro puro.»
«Ha quella cosa -- disse -- la memoria dietetica?» chiese lui gesticolando.
«Memoria eidetica, non dietetica, può leggere ventimila parole al minuto e si è diplomato a dodici anni» rispose come se non fosse nulla.
Justin rimase nuovamente senza parole. «Deve esserci qualcosa in te» disse lui socchiudendo gli occhi.
«Cosa?» chiese non capendo.
«Non prenderla come un insulto, ma devi avere qualcosa che il supercervellone non ha» rispose ovvio.
«Una vita normale?» chiese ironica ridendo.
«L'amore, sciocca» commentò facendole un gesto con la mano.
«Sarà… diciamo che è una cosa tipica delle ragazze» ripose alzando le spalle. Sapeva che era sicuramente molto più avanti di lui in quel campo.
«Dai ragazza, sei sicuramente tre passi avanti a lui in questo» ridacchiò Justin scompigliandole i capelli.
«Solo tre?!» scoppiò a ridere.
«Okay, forse un po’ di più» rispose ridendo con lei.
«In compenso quando lui parla di roba scientifica o filosofica o semplicemente studia, sembra venire da un altro pianeta. E' cinquemila passi avanti a me.» Justin non riuscì a non ridere.
Athena si avviò verso la porta di camera sua. «Comunque, tanto per la cronaca, mamma e papà sanno che sto insieme a lui da dieci mesi»
«Ho vinto altri venti dollari - disse - Mike ha scommesso meno di sei mesi».
Scoppiò a ridere. «Lui con me aveva scommesso che tu e Kate non duravate neanche due mesi!»
«Ricordami di ringrazialo per averci fatti conoscere» disse indicandola giocosamente per poi sorridere.
«Ti ricordo che sono IO quella che si è subita tutte le litigate tra voi due. Dovete amarmi per non avervi ucciso.»
Justin sorrise e seguì la sorella fuori dalla camera da letto.
 
 
Spencer era appena uscito da una di quelle riunioni in cui di solito era Penelope a parlare. Si passò una mano sul volto prima di prendere posto alla sua scrivania. Non era abituato a vedere fotografie di persone che gli stavano a cuore sullo schermo, non dopo quello che era successo l’ultima volta. Chiuse gli occhi cercando di riordinare i pensieri, quando il cellulare cominciò a squillare.
«Pronto?» rispose con voce stanca.
«'Non sarai ne la prima ne l'ultima', Spence devi dirmi qualcosa?» esordì Athena calma, senza neanche salutarlo, saltando completamente i convenevoli. Era in giardino con la madre, Kate e amici di famiglia, non poteva dare di matto proprio in quel momento.
Ci mancava anche un altro messaggio e la sua giornata era completa. «Athena -- disse -- sono uscito ora dall'ufficio di Hotch».
Sinceramente non aveva proprio la voglia di continuare a parlare di quella cosa. Voleva sentire la sua voce, certo, ma non piena di paura.
«Lascio il Texas, ti manderò un messaggio quando arriverò» disse calma cercando di nascondere la paura.
Reid rimase impietrito. «Non rimani per il matrimonio?».
«Il matrimonio è più avanti, farò qualche viaggio in più. Voglio andare in un posto dove nessuno possa trovarmi e poter stare sola.»
«In Bangladesh?». No Spencer, non riesci a sdrammatizzare, si disse ritornando ad ascoltare quello che lei stava dicendo.
«Troppe ore di viaggio» rise. «Ma il senso è quello!»
«Mi dispiace per questa situazione, Athena».
«Ti prego, non chiedere a Penelope di cercarmi. Ciao» mise giù prima che il ragazzo potesse risponderle.
Ci mancava solo che la sua ragazza sparisse nel nulla. Si alzò veloce dalla sedia e cominciò a correre per l'ufficio, raggiungendo la sala computer di Penelope.
«Non posso» disse Penelope sentendo arrivare Reid.
«Garcia, te ne prego».
«Mi ha chiamato e mi ha fatto promettere che non ti avrei messo nei guai --gli rispose guardandolo-- Hotch che ha detto?»
«Che lavoreremo a questo caso».
«Cosa vuoi fare? Una volta saputo il luogo cosa farai?»
«Niente - rispose - tu dimmi solo dove si trova e se sta bene».
«Lei sta bene e ha il volo tra cinque ore. Se vuoi hai tempo per raggiungerla in Texas; c'è un volo tra un ora» dice facendogli l'occhiolino.
«Se andassi da lei, la metterei ancora più in pericolo» mormorò Spencer lasciando andare un sospirò.
«Puoi andare la in segreto, siamo dell' FBI in fondo» rispose Penelope facendo spallucce.
«Garcia -- disse esausto -- mi piacerebbe fare questa pazzia per lei».
«Il tuo volo parte tra 57 minuti e Morgan ti ha già fatto le valigie, sono di fianco a te. Buon viaggio! Ah, ricordati che se Athena prende il bouquet poi ti tocca sposarla!» disse ridendo digitando velocemente dei testi al pc.
Spencer rimase impietrito, sorrise impercettibilmente e scappò fuori dalla sala computer di Penelope.
 
La famiglia Williams era riunita in casa anche se facevano cose diverse. C’era chi preparava prelibatezze in cucina, chi si era rintanato in biblioteca a studiare e chi –come Athena- non sapeva che cosa fare, se non desiderare di sparire dalla faccia della terra per un tempo indefinito. Erano tutti tranquilli, presi dal loro passatempo che non accorgevano di nulla, di quello che le stava accadendo. Suonarono alla porta e andò ad aprire.
Reid non sapeva cosa dire. Era la seconda volta -in poco tempo- che il dottor Spencer Reid rimaneva senza parole. Forse un "ciao" sarebbe bastato a salvargli la faccia da un pugno ben assestato.
«Nuovo metodo dell'FBI per controllare le vittime di stalker?» chiese ironica Athena dopo aver riconosciuto il fidanzato.
«Nuovo metodo di Spencer Reid per dire: mi dispiace, mi sei mancata così tanto» rispose lui accennando un sorriso.

 




“L’oracolo del computer, per servirvi.” 
Ciao ragazzuoli ♥
Siamo arrivati al quarto capitolo. Speriamo che quello che stiamo scrivendo vi piaccia, perché ci stiamo impegnando davvero molto. Nonostante i terribili errori nello scorso capitolo, ci auguriamo che non ce ne siano anche in questo (in caso contrario fateci notare dove). Athena non riesce a stare in Texas un giorno di più. Si confida con il fratello e poi prendere una decisione: prendere un aereo e andare il più lontano possibile. Riuscirà Spencer a farla rimanere in Texas? Lo scoprirete nella porsisma puntata, rimanete sintonizzati.
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Alla prossima, 
much love ♥
“L’oracolo chiude”
   
 
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