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Autore: Bruschii    14/04/2014    1 recensioni
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"Ce ne andiamo in America"
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"Dovrai sputare una miniera di carbone prima di poterti avvicinare ad una come lei"
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"Sto volando"
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"Sono il re del mondo"
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"Non spetta a te salvarmi,Harry"
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"Iceberg!Dritto davanti a noi!"
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"Qualsiasi cosa facciate,il Titanic affonderà"
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"Perchè l'hai fatto,Katherina?Perchè?"
"Salti tu,salto io.Giusto?"
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"Spero morirete insieme"
TITANIC.(& After)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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I would
have done.

 

 

Katherina's pov.

 

Ci stavamo recando nella sala da pranzo.

Il pasto era già stato annunciato suonando una tromba.

Arrivati al tavolo mi sedetti lentamente lisciando l'abito azzurro che avevo indossato per il pranzo in compagnia di altre persone.

Poco tempo dopo arrivarono il signor Andrews,il signor Ismay e la signora Margaret Brown,che tutti noi chiamavamo Molly.

La storia l'avrebbe ribattezzata 'L'innaffondabile Molly Brown'.

Era una signora un po sovrappeso e indossava sempre abiti scuri,con dei cappelli e dei guanti sempre abbinati.

Capelli rossi sempre raccolti dentro i numerosi cappelli che possedeva.

Suo marito aveva trovato l'oro nel west,o una cosa del genere.

Mia madre definiva le persone come lei 'I nuovi ricchi'.

 

Durante il pranzo parlarono di affari e poco altro.

Mi accesi una sigaretta e la portai alle labbra.

 

“Katherina,lo sai che non mi piace” Mi ammonì mia madre guardando in direzione della piccola sigaretta che avevo tra le labbra.

Per dispetto gli soffiai il fumo in faccia,allontanando leggermente la sigaretta.

 

“Lo sa” Louis mi strappò la sigaretta di mano e la spense in un ciotolino argentato.

 

Tornai a guardare annoiata il piatto di agnello che Louis aveva ordinato per me,punzecchiando leggermente la carne rossa con il coltello prima di infilzarla delicatamente con la forchetta e portarla lentamente alle labbra,masticando piano e lentamente.

 

“Chi è stato a dargli il nome 'Titanic'?Scommetto che è stato lei signor Ismay” Chiese Molly accompagnando il tutto con una risatina falsa.

La riconoscevo perchè era una tipica risata delle mie.

 

“Oh,si.Volevo che infondesse grandezza e forza.Ma il riconoscimento va tutto al signor Andrews” Rispose l'uomo, portando le mani incrociate sotto al mento,per poi lisciarsi i folti e ben curati baffi.

 

“A mai sentito parlare del Dottor Froid,signor Ismay?” Chiesi interrompendo quello che stava per aggiungere il signor Andrews,che per non farlo notare,si portò un altro po' di cavolo alla bocca.

La sua espressione incuriosita mi bastò per andare avanti.

 

“Le sue teorie sulla preoccupazione del maschio riguardo alla grandezza potrebbero risultarle particolarmente interessanti” Notai Molly e il signor Andrews fare un sorrisetto divertito mentre guardavano l'espressione sbigottita di mia madre.

 

Mi sentii strattonare per un braccio dalla donna che sedeva affianco a me.

Mi girai verso di lei con un sorriso sulle labbra.

Appena le feci notare la sua presa intorno al mio braccio,mi mollò all'istante.

 

“Ma si può sapere cosa ti prende?” Mia madre indicò il giovane uomo seduto alla mia destra,per farmi ricordare che non mi dovevo comportare in quel modo.

 

Alzai gli occhi al cielo e spostai la sedia all'indietro,pulendomi la bocca.

Poggiai il tovagliolo sul tavolo e mi alzai.

 

“Con permesso” Sempre educatamente lasciai il tavolo.

 

“Froid?Chi è?Un passeggiero?” Sentii il signor Ismay in lontananza,una volta arrivata alle porte scorrevoli,che mi furono aperte da un signore anziano che indossava una divisa bianca.

 

Appena sentii il vento fresco sulla pelle liberai un sospiro che non sapevo nemmeno di trattenere.

Mi avvicinai cautamente e lentamente al piccolo cornicione che divideva il settore della prima classe dai passeggieri di terza.

Mi appoggiai sempre cautamente al bordo tenendomi alla sbarra solo con le mani.

Rivolsi lo sguardo verso l'orizzonte,senza avere un punto fisso.

Sempre la stessa monotonia.

Il cappello pensante in testa.

I capelli raccolti.

Il corpetto che non ti lasciava nemmeno respirare.

Le scarpe più strette.

Il sottogonna ingombrante e pesante.

Per non parlare di quando dovevo mettere i guanti.

Perdevo completamente sensibilità alle dita e risultava un'impresa difficile anche afferrare una forchetta.

L'unica cosa bella era che avevo poco trucco.

Mia madre invece,al contrario di me,aveva sempre uno strato rosso fuoco sulle labbra e gli occhi contornati di un pesante colore,in base all'abito che decideva di indossare giorno per giorno.

Abbassai lo sguardo verso i passeggeri di terza classe.

Dei bambini stavano giocando allegramente.

Come facevano ad essere allegri?
La miseria li aveva colpiti in così giovane età,e molto sicuramente sapevano già come dovevano condurre la propria vita per sopravvivere.

Un signore porta a spasso 5 cani di prima classe,facendogli fare i bisogni nel ponte di terza classe.

Passò davanti ad un ragazzo.

Ce ne erano 3.

Uno girato di spalle con i capelli biondi,un cappello malandato in testa,una sigaretta nella mano destra.

Camicia sporca,molto probabilmente neanche di terza mano.

Calzoni di un marrone sporco,lezzo.

Per non parlare delle scarpe.

Erano tutti vestiti uguali.

Ma un ragazzo in particolare attirò la mia attenzione.

Capelli scuri e riccioli,anche un po malandati.

Chissà da quanto non se li curava,se lo aveva mai fatto.

Labbra carnose e sottili,di un color rosa scuro,tendente al rosso.

Mascella scolpita.

Occhi di un verde smeraldo bellissimo.

Mi rivosi di nuovo all'orizzonte.

Aveva un'aspetto malandato,si,ma era davvero bello.

Aveva acceso in me un'emozione mai sentita.

Un fuoco nello stomaco.

Mi voltai ancora vero di lui e vidi che mi stava già osservando,mentre i suoi amici parlavano.

Aveva una mina appuntita in mano,che molto probabilmente aveva passato diverse volte sul foglio scarabocchiato davanti a lui.

Accennò un sorriso verso la mia direzione quando mi vide girata.

Mi voltai ancora,questa volta verso il mare.

Avevo solo sprecato tempo.

Non dovevo neanche guardarlo.

Anche se era un bel ragazzo,era sempre un poveraccio.

Uno di terza classe.

Non dovevo interessarmi a lui,come era successo.

Non dovevo donargli la mia attenzione.

Ma,anche se non dovevo,lo avrei fatto.

                                                                                                   

  
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