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Autore: Maharet    13/07/2008    3 recensioni
Ginevra è una ragazza come tante. Forse più bella, forse più sola delle altre. Ma la sua vita in fondo è normale. Finché non incrocia due occhi verde muschio che la cambieranno per sempre. 'Lanciò uno sguardo disinteressato a sorvolare le nostre teste. Poi i suoi occhi si posarono su Ginevra, e non si mossero di lì. Non che fosse una grossa sorpresa, in realtà. Tra di noi lei spiccava come un raggio di sole in una mattinata uggiosa. Ma quello che forse solo io notai, con immenso stupore, fu che Ginevra ricambiava lo sguardo. Voltai appena la testa e la trovai come paralizzata, gli occhi sgranati e la bocca socchiusa in un leggero ansito. E capii che qualcosa era passata tra quei due.'
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una manciata d'ore più tardi avevano trovato un piccolo appartamentino in affitto per la stagione estiva, e se ne stavano comodamente affondati in un vecchio divano logoro a guardare un dvd. Rafael non aveva voluto spostarsi più di qualche decina di chilometri, il minimo indispensabile per impedire che i demoni potessero seguire l'odore di Ginevra. Questo avrebbe permesso loro di continuare a tenere la situazione sotto controllo, ma significava anche che non erano completamente al sicuro.

La sua protetta tuttavia sembrava piuttosto rilassata, realizzò con un leggero disappunto. Non aveva fatto in tempo a sedersi che si era ritrovato le lunghe gambe di Ginevra sulle ginocchia, mentre quest'ultima si allungava pigramente ad occupare la quasi totalità dello spazio disponibile. Una volta tanto non dava l'impressione di averlo fatto intenzionalmente, così aveva deciso di non allontanarla, nonostante questo lo costringesse a tenere le braccia incrociate piuttosto scomodamente nel tentativo di non sfiorare nemmeno per sbaglio la pelle nuda della ragazza, lasciata scoperta dai pantaloncini del pigiama.

  • Questo film non fa paura!

La guardò appena, il viso contratto in una smorfia di disappunto e una enorme ciotola di pop corn in equilibrio precario sullo stomaco. Sorrise, immergendo la mano in quella massa tiepida per pescarne una manciata.

  • Per forza che non ti fa paura, devo ricordarti che di demoni VERI ne vedi praticamente tutti i giorni?

Lei sbuffò infastidita, giocherellando con la croce d'argento che portava al collo. L'aveva comprata poco dopo la partenza, anche se lui le aveva più volte ricordato che si trattava solo di stupide superstizioni. Ma pareva che le desse sicurezza, così alla fine si era arreso.

  • Che palle, i film dell'orrore erano una delle mie poche passioni e ora non posso più godermeli...

Rafael aprì la bocca per risponderle, quando si udì, basso ma chiaramente distinguibile, un lieve bussare alla porta d'ingresso. Ginevra saltò in piedi, spargendo pop-corn ovunque, e afferrò il coltello dal tavolinetto davanti alla TV. Da quando si era trovata a dover combattere disarmata, la notte precedente, pareva non volersene separare mai più di un metro o due. Era l'unico indizio di quanto la cosa l'avesse effettivamente sconvolta. Si voltò verso di lui, gli occhi sgranati dall'apprensione.

  • Sono...

Aveva bisbigliato, un sussurro appena udibile, ma lui le fece comunque cenno di tacere. Chiuse gli occhi per un secondo, cercando di focalizzarsi sulla porta. Poi parve rilassarsi impercettibilmente, anche se la ragazza poteva ancora avvertire distintamente il suo nervosismo.

  • No, è uno dei nostri...

Lei sospirò di sollievo, abbandonando il coltello a terra e muovendosi verso la porta. La fermò una presa ferrea sul polso. Si voltò verso Rafael, che stava percorrendo con uno sguardo indecifrabile il suo abbigliamento.

  • Apro io, tu mettiti qualcosa addosso. Dei jeans, una giacca... se hai un burqua nascosto da qualche parte questa potrebbe essere l'occasione ideale per inaugurarlo!

Lo squadrò da capo a piedi, indecisa. Quando si rese conto che non c'era traccia di ironia nella sua voce annuì perplessa, prima di sparire nell'unica camera da letto del minuscolo bilocale. Se lo conosceva bene, le avrebbe spiegato tutto quando ne avesse avuto voglia. Ma prima di allora non ci sarebbe stato verso di scucirgli una sola sillaba.

Rafael attese di vedere la porta della stanza richiudersi alle sue spalle, poi con un sospiro rassegnato spalancò la porta d'ingresso.

  • Ehilà Raf! Sono venuto a controllare di persona se la tua protetta è davvero carina come si dice in giro!

Il ragazzo si scostò quel tanto che bastava per permettere al nuovo venuto di sgusciare all'interno, poi gettò un'occhiata circospetta tutt'intorno e richiuse la porta.

  • Dimmi solo una cosa, riuscirò mai a liberarmi di te?

Il nuovo arrivato si stava guardando intorno, evidentemente alla ricerca di qualcosa. Qualcosa che parve aver trovato, con un certo grado di soddisfazione peraltro, quando Ginevra fece il suo ingresso nella stanza.


La ragazza si era limitata ad infilare, direttamente sopra il pigiama, i vestiti che aveva indossato quel giorno. Era troppo curiosa di vedere chi fosse il misterioso visitatore per perdere tempo prezioso a fare la cernita del suo pur esiguo guardaroba.

Appena aprì la porta si ritrovò a fissare il ragazzo più bello che avesse mai visto. Alto e prestante, dava l'idea di essere appena uscito da un telefilm americano. Il classico biondino, capitano della squadra di football del liceo, che fa spasimare tutte le cheerleaders. Non aveva nulla del fascino magnetico di Rafael, anzi, era una di quelle bellezze troppo accademiche che non l'avevano mai affascinata. Ma aveva un sorriso aperto e scanzonato, e questo le piacque molto. Avrebbe avuto bisogno di più sorrisi, in quel periodo della sua vita. Quello che invece non gradì affatto fu il modo in cui la squadrò non appena mise piede nella stanza. I suoi occhi blu sembrarono scurirsi ulteriormente mentre la percorreva da capo a piedi, lentamente, con uno sguardo talmente sfrontato che si sentì avvampare. Essere guardate così era un'esperienza quasi fisica, come se ad accarezzarla fossero state le sue mani. Non aveva mai provato nulla del genere. Si strinse le braccia al seno, palesemente a disagio. In quel momento non l'avrebbe stupita più di tanto vederlo leccarsi le labbra, quasi l'avesse assaggiata.

Rafael notò con disappunto il lieve rossore che era salito ad imporporarle le guance. Il suo collega faceva quell'effetto a molte donne, ma in cuor suo aveva sperato che Ginevra fosse diversa dalle altre. Si frappose tra di loro, irritato, e con una punta di sollievo avvertì che la ragazza gli si era avvicinata impercettibilmente, come a cercare riparo dietro di lui. Si diede dello stupido. Quella poveretta era solo un'adolescente in fondo, come poteva rimanere del tutto insensibile al fascino del ragazzo biondo? Con un sospiro rassegnato si decise a fare le presentazioni.

  • Ginevra, lui è...

  • Simon. Ti hanno mai detto che sei splendida?

Prima che Rafael riuscisse a muovere un muscolo il suo adorato collega l'aveva aggirato e si era portato alle labbra una delle mani sottili di Ginevra. La quale, peraltro, aveva assunto uno spiccato color aragosta e lo fissava con due occhi enormi e totalmente allucinati.

  • Rafael... questo chi diavolo è???


Ginevra era seduta a gambe incrociate sul tappeto del soggiorno, le braccia distese sulle cosce e gli occhi chiusi, nel disperato tentativo di rilassarsi e riuscire finalmente a dormire almeno un paio d'ore. In condizioni normali avrebbe avuto lei a disposizione il grande letto matrimoniale nella stanza accanto, ma l'aveva ceduto volentieri ai due ragazzi. Tutto, pur di liberarsi di Simon. Da quando Rafael si era trascinato in camera quel ragazzo assurdo si era rigirata almeno mille volte sul vecchio divano, facendo selvaggiamente zapping tra i pochi canali disponibili. Alla fine si era arresa all'evidenza – il sonno non sarebbe arrivato di sua spontanea volontà, quella notte – e aveva deciso di dedicarsi a qualche esercizio di yoga.

I miseri risultati dell'iniziativa si palesarono non appena la porta alle sue spalle si aprì, cigolando lievemente sui cardini e facendola schizzare letteralmente in piedi, una mano premuta sul petto nel tentativo di rallentare il ritmo tachicardico del suo cuore.

Simon la osservava curioso, appoggiato a braccia incrociate allo stipite della porta, i capelli biondi appena illuminati dal chiaro di luna che filtrava attraverso le persiano abbassate. Le sorrise con aria assonnata, sollevando la maglietta per grattarsi distrattamente una spalla.

  • Che ci fai in piedi a quest'ora?

La voce era bassa e ancora leggermente impastata di sonno, e nel suo sguardo Ginevra non trovò traccia della malizia che vi aveva letto poche ore prima. Lo squadrò in silenzio, guardinga. Non era mai stata una persona particolarmente empatica, ma gli anni passati a cercare di compiacere tutti le avevano insegnato a leggere quei piccoli segnali che ognuno, spesso inconsciamente, trasmette agli altri. Ma quel ragazzo l'aveva spiazzata. Il suo atteggiamento sembrava completamente diverso da quello che aveva tenuto nei pochi minuti che avevano trascorso nella stessa stanza. E la cosa la innervosiva non poco.

  • Ehi, il gatto ti ha mangiato la lingua?

Mosse una paio di passi strascicati nella sua direzione, ma si fermò repentinamente, le mani sollevate in segno di resa, non appena la vide arretrare precipitosamente e rifugiarsi dietro al divano.

  • Cavolo ragazzina, vuoi darti una calmata? Guarda che non mordo!

Ginevra lo soppesò con lo sguardo, ammansita. Di che aveva paura, in fondo? Rafael dormiva nella stanza accanto, e fino a prova contrario quel tizio era uno di loro...

  • Non mordi ma sbavi... e non mi chiamare ragazzina!

Simon inaspettatamente sorrise, un ghigno ironico che la ragazza scoprì di apprezzare.

  • Touché. Ho idea che io e te abbiamo iniziato col piede sbagliato. Che ne dici di ricominciare dalle presentazioni?

  • Non si potrebbe saltare la parte in cui tu spandi fluidi corporei sulla mia mano? A parte essere igienicamente alquanto discutibile, è decisamente fuori moda!

Lui si portò l'altra mano al cuore, il volto distorto in un'espressione estremamente scandalizzata.

  • Ma se è il mio pezzo forte! Voi ragazze moderne non sapete più apprezzare la galanteria!

Lei sollevò ironicamente il sopracciglio destro, mentre la bocca le si curvava suo malgrado in un sogghigno.

  • Sorvolerò sul fatto che l'abominio a cui mi hai sottoposta qualche ora fa potrebbe a stento essere considerato galante all'interno di una comunità di lemuri... Piuttosto, cosa ci fa tu in piedi a quest'ora?

Simon si lasciò cadere sulla poltrona, passandosi teatralmente una mano tra i capelli arruffati. Sembrava più giovane in quella veste. Non doveva avere avuto più di vent'anni quando era cambiato.

  • Ottima domanda... diciamo che con tutto il casino che facevi di qua soltanto Rafael poteva riuscire a dormire come Dio comanda, e io ho un sonno umano. Il che ci riporta all'inizio di questa piacevole conversazione notturna: che diavolo hai?

Lei gli si stagliò davanti, le mani sui fianchi ed un espressione di suprema indignazione dipinta sul viso.

  • Mi dispiace di aver attentato al tuo sacro riposo, ma si dà il caso che il decalogo delle cose migliori da fare per conciliare il sonno non comprenda l'incontro ravvicinato con un maniaco sessuale!

Simon la fissò per un istante, improvvisamente serio, poi scrollò la testa.

  • Me la sono cercata. Però ci terrei a sottolineare che quello di ieri sera non è il mio atteggiamento abituale!

  • E allora mi spieghi perché Rafael mi ha spedito in camera bofonchiando qualcosa a proposito di un burqua appena ha capito che eri tu alla porta?

E bravo il suo collega, l'aveva subito messo in cattiva luce! Ingoiò le parole che gli erano salite spontaneamente alle labbra, fissandola. Non era certo il modo migliore per convincerla di non essere il porco che lei sembrava pensare. Per lui, ad ogni modo, era già incredibilmente sexy così, con indosso un paio di jeans sdruciti e una maglietta accollata. Come diavolo faceva Rafael a resistere da più di sei mesi con quella meraviglia, per di più seminuda, in giro per casa?

  • Rafael è molto rigido su certe cose, mi diverto semplicemente a stuzzicarlo un po'!

Lei lo fissò dall'alto in basso con aria scettica, le braccia incrociate appena sotto il seno. Non sembrava granché convinta.

  • Va bene, confesso di non essere propriamente uno stinco di santo, e non intendo certo votarmi ad una vita di castità perpetua, ma ti assicuro che saltare addosso ad una Predestinata minorenne sotto gli occhi del suo Guardiano è troppo persino per il mio pur scarso senso morale!

La guardò speranzoso, ma Ginevra pareva aver smesso di ascoltare all'incirca a metà della sua filippica. Lo osservava con aria assorta, mordicchiandosi leggermente il labbro inferiore. Simon si chiese se avesse una seppur vaga idea dell'effetto che quel gesto involontario era in grado di scatenare in qualsiasi uomo con un minimo di sangue nelle vene.

  • Sul serio, Ginevra, io non...

Lei con un movimento fluido ed incredibilmente veloce si accoccolò sul bracciolo della poltrona, facendogli morire in gola il resto della frase.

  • Lascia stare, ho capito. Piuttosto, posso farti una domanda?

Lui annuì in silenzio, incapace di articolare anche solo una sillaba. Che cavolo gli stava succedendo? Averla così vicina lo innervosiva, anche se non avrebbe saputo dire il perché.

  • Voi... immortali potete fare sesso?

Il ragazzo quasi si strozzò per la sorpresa. Lei lo guardava con aria curiosa, senza nemmeno un'ombra di malizia negli occhi cerulei.

  • Certo che possiamo! Ma come diavolo ti è saltato in mente di farmi una domanda del genere così a bruciapelo??

Lei scrollò le spalle fissando il vuoto davanti a sé, evidentemente intenta ad elaborare l'informazione appena ricevuta.

  • Niente di che... io e Rafael parlavamo del cibo, un paio di giorni fa. Lui ha detto che il vostro corpo non ne ha bisogno, ma che per lui rimane un piacere irrinunciabile. Mi sono chiesta se fosse la stessa cosa per...

Si interruppe, nuovamente pensierosa. Il ragazzo accanto a lei cominciò ad intuire che forse non si trattava di una curiosità puramente accademica.

  • E perché non l'hai chiesto a lui?

Un sorriso bellissimo e totalmente disarmante le illuminò per un secondo il volto.

  • Ci ho provato, ma era troppo imbarazzante. Rafael non è propriamente il tipo di persona che induce a confidarsi!

'Bugiarda' la contraddisse una vocina fastidiosa nella sua testa 'non gliene hai parlato perché poi non saresti più riuscita a guardarlo negli occhi!'

  • E hai ben pensato che un perfetto sconosciuto, una stanza vuota e le quattro e mezzo del mattino fossero rispettivamente la persona, il posto e l'ora ideale per questo genere di discorsi?

Lei si rilassò appena contro lo schienale della poltrona, sfiorandogli la spalla con un gomito. Simon si stupì di non vederla saltare come una molla a quel contatto casuale.

  • Ti confesso una cosa... nonostante tu sia probabilmente il tizio più assurdo che abbia mai incontrato, cominci a starmi simpatico. Ovviamente, negherò fino alla morte di aver mai detto una cosa del genere!

Simon rimase a bocca aperta di fronte a una così candida ammissione. Rafael doveva aver mantenuto una distanza siderale dalla sua protetta, se lei si era ridotta a cercare l'amicizia di una persona appena incontrata, e neppure nelle condizioni più favorevoli!

  • Eh no bimba non ci provare... Se hai intenzione di condividere con il sottoscritto buona parte della tua vita sessuale, sono assolutamente favorevole. Ma all'amicizia tra uomo e donna proprio non ci credo!

Lei boccheggiò un paio di volte, indignata, prima di rendersi conto che il ragazzo stava scherzando. A quel punto le uscì spontanea una risata, chiara e cristallina, prontamente soffocata dietro la mano destra.

  • Negli ultimi sedici anni la mia vita sessuale è stata sostanzialmente inesistente, quindi non ho nessun problema a condividerne una parte considerevole con te... Quant'è il 90% di zero?

Simon la fissò allibito. Nonostante il sorriso che ancora le increspava gli angoli della bocca, la ragazza sembrava seria.

  • Tu sei... vergine?

  • Lo dici come se ti facesse schifo l'idea!

Il ragazzo contemplò per un istante quel bel volto oltraggiato, ma non poté impedire al proprio sguardo di scivolare poco più giù, alla curva del seno che si intravedeva attraverso la maglietta leggera. Che spreco!

  • E allora perché diavolo eri così interessata al fatto che noi potessimo o meno fare sesso?

Lei gli lanciò uno sguardo obliquo, quasi colpevole, ed una scintilla di comprensione si accese finalmente nella mente di Simon.

  • Diventerò anch'io come voi, e presto anche. Volevo solo sapere se era qualcosa che mi sarei persa per l'eternità!

Il ragazzo finse di credere a quella spiegazione. Forse, in fondo, era anche quella una parte della verità. E bravo Rafael! Tutta la fatica che aveva fatto a costruirsi una immagine da duro senza cuore non era bastata ad evitare che la sua giovane protetta si prendesse una colossale cotta per lui.

Con un gesto brusco ed improvviso le afferrò il braccio e la fece crollare sulle sue ginocchia, infischiandosene del fatto che molto probabilmente si sarebbe messa a strillare come un'aquila. Ma lei lo sorprese, accoccolandosi in silenzio contro la sua spalla, senza guardarlo in faccia. Non c'era nulla di nemmeno lontanamente sensuale in quell'abbraccio, era la cosa più simile ad un contatto fraterno che Simon avesse mai sperimentato. Eppure nei suoi pensieri, mentre le accarezzava lentamente i capelli, non c'era assolutamente nulla di fraterno.

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Angolino dell'autrice:

Decisamente l'estate non è il periodo migliore per pubblicare una storia. Tra l'altro sarà un mese che non ho tempo di mettermi seduta davanti al portatile e scrivere qualcosa di decente, per fortuna (mia e vostra) questa storia era già ad un ottimo punto quando ho iniziato a pubblicarla, ed in un modo o nell'altro vi prometto che riuscirò a finirla senza farvi aspettare tempi biblici! Per ora, capitolo un po' più lungo del solito per farmi perdonare di aver saltato un aggiornamento!

E ora veniamo a noi:

Saphira87: ciao dolcezza, sono davvero contenta che Gin ti piaccia. Rafael a mio parere ancora non si è delineato del tutto, nei prossimi capitoli ho scavato un po' più a fondo sotto la sua scorza da bello e impossibile (anche grazie alla new entry di questo chap) e personalmente mi piace di più.... Mi farai sapere! Un bacio, al prossimo chap. PS non mi hai detto se ti è piaciuta oppure no la fine di Moonlight, lo sai che ci tengo a sapere la tua opinione!!!

Emily Doyle: non preoccuparti, il fatto che le cose siano un po' confuse è assolutamente voluto. L'intenzione è di svelare la situazione poco a poco, comunque ti faccio un minuscolo riassunto. Gli Sterminatori sono immortali, ma diventano tali solo dopo la loro prima morte (tipo vampiri ma senza la sete di sangue). Rafael è uno di loro, e Gin è destinata a diventarlo. Il resto dovrai scoprirlo da sola :-) ciau

_sefiri_: sono molto felice di rivederti tra le recensioni, e soprattutto che la mia Gin ti piaccia. Mi raccomando continua a seguire le mie storie!!

AliceCullen93: diciamo che ho vissuto dei periodi di profonda solitudine, anche se per motivi molto diversi da quelli dell'essere troppo perfetta, quindi so bene come ci si sente. Gin è nata dalla domanda: 'ma essere bellissimi vuol dire per forza essere felici'? La risposta che mi sono data, ovviamente, è no. Un aspetto secondario è poi quello della ricerca di uno scopo. Gin non è felice solo per aver abbandonato una vita che non sentiva sua, o per aver incontrato Rafael (anche se questo influisce un bel po'), ma soprattutto perchè ha scoperto che la sua esistenza ha un significato ben preciso nel disegno del fato. Spero che nonostante le vacanze (che impediscono anche a me di aggiornare spesso quanto vorrei) tu riesca a leggere presto questo nuovo chap, e a farmi sapere che cosa ne pensi! Un bacio ma cherie!

Demetra85: benvenuta, è come sempre molto molto piacevole leggere la recensione di una nuova lettrice! Spero che la mia storia continui a piacerti! Al prossimo chap, un bacio!

   
 
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