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Autore: LaGrace    14/04/2014    1 recensioni
"Per anni immaginai la Montagna Solitaria e le imponenti sale di Erebor riposte sotto di essa. Per anni io e mio fratello Fili ci preparammo ad affrontare il viaggio alla riconquista della nostra patria.
Eravamo appena scesi dal dorso delle grandi aquile e riuscivamo a scorgerla in lontananza: la nostra montagna, la nostra casa."
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Ciao a tutti, in questa fanfiction ho voluto riscrivere parte della storia de "Lo Hobbit" partendo dal secondo capitolo della trilogia di P.J.
Guardando il film mi ha molto colpito il legame che si stava creando tra Kili e Tauriel e ho pensato che sarebbe stato interessante descrivere la storia dal punto di vista di kili.
I primi capitoli terranno abbastanza fede al secondo film "La desolazione di Smaug", ma poi.. MISTERO!
Auguro a tutti una buona lettura e spero di ricevere le vostre opinioni =)
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 3

<< La freccia maledetta >>

 
“Scommetto che il sole sta sorgendo, deve essere quasi l’alba”.
La voce di Bofur echeggiò nelle segrete e mi fece rinvenire dal mio leggero sonnecchiare.
“Non raggiungeremo mai la montagna”
Questa sembrava la voce di Ori, poi udii un tintinnio come se qualcuno si fosse messo a scuotere un mazzo di chiavi.
“Bilbo”disse Balin con voce festosa.
Mi lanciai tra le sbarre tentando di vedere il nostro Hobbit che era venuto a liberarci. Continuavo a chiedermi come avesse fatto ad illudere la sorveglianza, ma la cosa era irrilevante, dovevamo uscire subito.
Una volta liberi, Bilbo cominciò a farci strada e iniziammo a scendere, in fila e cercando di fare più silenzio possibile.
“Da questa parte” richiamò Bilbo.
Mi guardai attorno, poi realizzai dove fossimo.
“Non ci credo, siamo nelle cantine” dissi irritato.
Bofur mi sorpasso e si avvicinò a Bilbo dicendo: “dovevi portarci fuori non ancora più all’interno”.
Due guardie stavano dormendo, accasciate su di un tavolo con bicchieri e caraffe sporchi di vino. Decisamente ubriache. Poi alzai lo sguardo e notai dei barili vuoti disposti in fila.
“Entrate tutti nei barili” ordinò Bilbo, poi aggiunse: “dovete fidarvi di me”.
Sembrava uno scherzo. Tutti esponemmo la nostra disapprovazione, ma Thorin ci zittì: “Fate come dice!”.
Entrammo nei barili.
“Ora trattenete il fiato” disse, poi Bilbo afferrò una leva e iniziammo a rotolare verso il basso, finendo in acqua.
Con le mani cercavamo di avanzare, ma la corrente iniziò a trascinarci velocemente lungo il fiume. Gli elfi dettero l’allarme e proprio quando stavamo per raggiungere il cancello che ci permetteva di uscire dal confine del Reame Boscoso, due guardie abbassarono la leva e lo spesso cancello si chiuse. Eravamo nuovamente in trappola, le due guardie sguainarono le spade, ma una si blocco e ci cadde addosso trafitta da una freccia annerita. Orchi.
Un branco numeroso iniziò ad attaccarci approfittando della situazione.
Lasciai il mio barile e mi arrampicai sulle rocce, alcuni orchi mi si pararono davanti, tuttavia riuscii a colpirli e li spinsi in acqua.  Raggiunsi la leva, ma una dolorosa fitta alla gamba mi arrestò di colpo.
“Kili” urlò Fili.
Tentai comunque di afferrarla senza verificare la fonte del mio dolore, ma non ne fui in grado.
Una freccia mi si era conficcata nella coscia.
Un altro orco si avvicinava pronto a colpirmi, poi cadde trafitto da una freccia. Mi voltai e vidi Tauriel con l’arco ancora teso, un velo di preoccupazione le attraversava il volto e i sui occhi erano rivolti a me.
Riprese a dare la caccia agli orchi e io cercai di rialzarmi per aprire il maledetto cancello che ci aveva sbarrato la strada.
Riuscii nell’impresa dopodiché mi lasciai cadere sofferente . Fili mi chiamava di sotto tenendo stretto il barile che avevo lasciato.
Mi lanciai all’interno del barile e una seconda e ancor più dolorosa fitta mi immobilizzò togliendomi il respiro.
Riprendemmo a scorrere lungo il fiume trascinati dalla forte corrente, gli orchi ci seguirono e nonostante l’assalto degli elfi, continuavano ad attaccarci. Tuttavia riuscimmo a seminarli.

Giungemmo fino alla sponda rocciosa del fiume e uscimmo tutti dai barili. Provai a camminare, ma le fitte riprendevano e crollai a terra a denti stretti. Bofur mi guardava con aria preoccupata.
“Sto bene non è niente!” dissi tentando di celare le smorfie di dolore.
“In piedi” ordinò Thorin.
“Kili è ferito” lo informò Bofur.
“Dobbiamo fasciargli la gamba” continuò Fili.
“Abbiamo un branco di orchi alle calcagna, dobbiamo muoverci da qui. Fasciategli la gamba, presto! ” disse Thorin.
Ad un tratto ci accorgemmo di un alto uomo che reggeva semiteso un grande arco e ci teneva sotto tiro.
Tentai di lanciargli una pietra, ma questi me la fece schizzare via dalla mano con una delle sue frecce.
“Fatelo di nuovo e siete morti” disse lo sconosciuto.
“Scusami , sei di Ponte Lago Lungo?”chiese Balin, poi continuò: “Quella tua chiatta, sarebbe possibile noleggiarla?”.
L’uomo ci fissò, poi ripose l’arco e iniziò a caricare i barili sulla sua chiatta.
“Cosa vi fa pensare che vi aiuterò?”chiese.
“Quegli stivali hanno visto giorni migliori, come quel cappotto”disse Balin riferendosi ai suoi abiti, poi riprese: “sospetto che tu abbia delle bocche da sfamare, quanti bambini?”domandò.
“Un maschio e due femmine” affermò il chiattaiolo mentre caricava gli ultimi barili.
Dwalin iniziò a spazientirsi: “ora basta, bando alle ciance”.
“Perché tanta fretta?” chiese l’uomo.
“Perché ti interessa?” ribatté Dwalin.
“Vorrei sapere chi siete e che cosa ci fate in queste terre!”disse .
“Siamo dei semplici mercanti provenienti dalle Montagne Blu, in viaggio per vedere i nostri parenti sui Colli Ferrosi” intervenne Balin.
“Semplici mercanti, tu dici?” domandò sospettoso.
“Ci occorrono cibo, provviste, armi. Puoi aiutarci?”chiese Thorin.
L’uomo iniziò a strofinare i barili poi disse: “so da dove sono arrivati questi barili” poi ci guardò e continuò: “non so che affari aveste con gli elfi, ma non credo sia finita bene. Si entra a Ponte Lago Lungo solo col permesso del Governatore, tutte le sue ricchezze derivano dagli scambi col Reame Boscoso. Vi metterebbe ai ferri prima di rischiare l’ira di Re Thranduil!”.
“Scommetto che ci sono altri modi per entrare non visti”disse Balin.
“Certo, ma per quello vi occorrerebbe un contrabbandiere” dichiarò.
“Per il quale pagheremo il doppio” affermò Balin.
Il nostro Balin riuscì a convincere l’uomo. Rientrammo nei barili per nasconderci, poi ci allontanammo dalla sponda a bordo della chiatta.
 
Una serie di brividi mi attraversò il corpo, sentii le forze abbandonarmi e la vista oscurarsi lentamente.
Mi appisolai e nella mia testa iniziai ad intravedere miliardi di piccole luci lontane simili a stelle. Non capivo dove fossi, ma di sicuro era un sogno perché non ero solo. Con me c’era Tauriel, mi guardava e sorrideva, ma il suo sorriso e il suo sguardo erano diversi da quella notte passata a parlare nelle segrete.
Feci per prenderle la mano, ma non vi riuscii. Stava scomparendo e con lei anche la luce delle stelle.
Il buio e il freddo piombarono su di me e rimasi solo, con la mia sofferenza.

  
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