Dense
nubi oscuravano l’orizzonte. Un vento leggermente
autunnale, ma non eccessivamente freddo, faceva sollevare la sabbia in
turbinii
isolati, che poi si disperdevano nell’aria. Il cielo
ristagnava come una
plumbea cappa opprimente, sovrastando la terra, manifesto
dell’ira di un
ipotetico Dio. In quel momento Tess credeva fortemente
all’eventualità di una
creatura soprannaturale, qualcuno che le aveva concesso, in quello
scenario
apocalittico, un barlume di tregua. La spiaggia deserta la rilassava e
il rombo
del Pacifico la cullava come una levatrice avrebbe fatto col suo
pupillo. Si
chiese come sarebbe stato lasciarsi andare in quell’oceano
agitato, arrabbiato.
Lei ne era sicura: se lo avesse fatto il suo corpo non avrebbe opposto
alcuna
resistenza. Dopo tutto il disagio provato negli ultimi tre anni, forse
il lento
oblio della morte sarebbe stato la prima oasi di serenità.
She won't make a sound
Alone in this fight
with herself and the fears whispering if she stands she'll fall down
She wants to be
found
The only way out is
through everything she's running from wants to give up and lie down.
Erano
passati dieci giorni dall’ultima volta che si era
presentata all’università. Aveva lottato contro
quel malessere, quell’ansia,
che le si infiltrava sotto la pelle, per settimane, ma alla fine aveva
perso.
Perso anche l’ultimo barlume di speranza di andare avanti,
farsi un futuro. Non
era la sua lotta, ma quella di suo padre e lei non voleva saperne
più.
Intrappolata da un padre, importante geochimico della California, nel
presente
e da una brillante carriera come chimico, nel futuro, cercava riparo in
se
stessa, ma ormai tutto era stato contaminato. Quella spiaggia era
l’unico posto
in cui vivessero ancora i suoi ricordi felici: rammentava la bambina
gioiosa che
era stata, i suoi amici del mare, la sua spensieratezza. Ora qualcosa
si era
rotto dentro di lei. Un ingranaggio si era ossidato e nessuno era in
grado di ripararlo.
Si
tolse quelle maledette ballerine, che le stringevano i
piedi e decise di camminare. Un tuono la minacciò con
veemenza: il temporale
non avrebbe tardato, si poteva addirittura gustare il suo sapore
nell’aria
salmastra. Lei non ci badò. Imperturbabile, immersa nei suoi
pensieri, oltrepassò
come un ombra gli ultimi bagnanti, e si lasciò investire
dalle prime gocce di
pioggia.
So stand in the rain
Stand your ground
Stand up when it's
all crashing down
You stand through
the pain
You won't drown
And one day,
what’s
lost can be found
You stand in the
rain
Non
aveva più amici, non usciva mai. Si sentiva insicura
fuori dalle sue mura domestiche, non riusciva a fidarsi di nessuno
là fuori. Si
era lentamente isolata dal mondo, cercando di capire la sua angoscia,
ma ogni
volta che provava a dargli un nome vedeva solo il suo riflesso. Le
veniva da
piangere. Com’era possibile cambiare in questo modo?
Qual’era la sua colpa?
Improvvisamente si sentì adirata con quello strano Dio che
le aveva donato il
temporale. Quando pregava, nessuno rispondeva alle sue preghiere.
Quando
piangeva, nessuno le asciugava le lacrime. Spesso, apparentemente senza
motivo,
sentiva la rabbia e la desolazione crescere dentro di lei. Scoppiava in
singhiozzi, si chiudeva in se stessa, non voleva vedere nessuno. I
pochi amici
che le erano rimasti le consigliarono un medico. Uno psicologo. Dopo
una seduta
era tornata a casa con un senso di vuoto e stanchezza. Sotto la pioggia
scrosciante, Tess ricordava bene i gesti che credeva (si illudeva) di
aver
abbandonato: la calma e allo stesso tempo l’impazienza delle
sue mani, che si
muovevano sicure, esperte, facendo riaffiorare vecchie abitudini.
Infine, il
suo volto riflesso nella lametta.
She never slows down.
She doesn't know
why but she knows that when she's all alone, feels like it’s
all coming down
She won't turn
around
The shadows are
long and she fears if she cries that first tear, the tears will not
stop
raining down
Iniziò
a correre. La pioggia non accennava a diminuire,
ma a lei non importava un accidente né del cielo,
né del mare. Corse fino a
dimenticarsi chi era, a perdersi dentro e fuori di sé.
Quando stanca e stremata
rallentò, le nubi iniziarono a diradarsi e il sole fece
capolino all’orizzonte.
Si sentiva in pace.
Si
accoccolò sulla sabbia e lentamente si
addormentò.