Film > Il gobbo di Notre Dame
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Autore: Lady Atena    14/04/2014    1 recensioni
Gender Bender! di Esmeralda.
La gitana ridacchiò, saltellò sul posto e batté le mani tra loro con dei tintinnii metallici.
“Libertà è avere una canzone per ogni città che visiti, mio bel Saphir!” esclamò.
Saphir sorrise, guardò il cielo e addolcì lo sguardo, le iridi smeraldo brillarono.
“Vivrò qualsiasi storia Parigi vorrà raccontarmi”.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Clopin, Esmeralda
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Personaggi: Esmeraldo (Saphir), Altri.
Prompt: Neve.
Lanciato da: La Morte Fidanzata.

Saphir si strinse la coperta attorno alle spalle, avvicinò le ginocchia al petto arcuando la schiena in avanti e strusciò di lato avvicinandosi alla capretta. L'animale belò, il fiato le si condensò davanti al muso e si mise ai piedi del gitano; infilandosi sotto la fine della coperta. Saphir vide un gitano passarle davanti, lo seguì con lo sguardo fino al fondo del carro e lo osservò piegarsi porgendo del pane ad una bambina dalla pelle scura. Una donna al suo fianco strinse la piccola, un bambino uscì la testa fa un buco della coperta che li avvolgeva e guardò il pane. Saphir sentì lo stomaco gorgogliare, sospirò osservando l'aria condensarsi davanti al volto e voltò il capo verso l'esterno. Una patina bianca copriva il cielo e il terreno, ciuffi d'erba giallina spuntavano dalla neve. La capretta belò e Saphir le passò la mano tra il pelo, sorrise socchiudendo le iridi smeraldo.
“Almeno tu va a mangiare, finché siamo bloccati” la incoraggiò.
La capretta alzò il muso, belò forte emettendo una nuvoletta di vapore e si addentrò maggiormente sotto la coperta. Saphir roteò gli occhi, sospirò e si tolse di dosso l'oggetto; una serie di brividi lo scossero e si leccò le labbra violacee. Si mise in piedi, sollevò la coperta e la capretta lo seguì fino al bordo del carro. Saphir sorrise, gettò l'oggetto oltre il bordo.
“Prendila, avanti!”.
L'animale saltò nella neve, corse in avanti raggiungendo il capo violaceo e lo afferrò con la bocca. Saphir ridacchiò, si sedette sporgendo le gambe oltre il bordo; si tolse la fascia viola e la strinse tirando i capelli neri all'indietro. Un soffio di vento lo colpì facendolo rabbrividire, sentì una serie di starnuti e fruscii provenire dall'interno del carro. La capretta guardò verso il cielo bianco, sgranò gli occhi e lasciò la coperta. Belò, saltò sul carro e afferrò la manica bianco sporco della camicia di Saphir, tirandolo. Saphir voltò il capo, incrociò le gambe e si girò.
“Che c'è?” domandò.
La capretta tirò più volte, si scostò e belò ripetutamente muovendo il muso verso l'orizzonte. Saphir vide due uomini saltare giù dal carro, osservò delle donne prendere in braccio dei fagotti e vide dei bambini nascondersi dietro alcuni ragazzi. Si voltò verso l'orizzonte, la gitana con il vestito da giullare si sporse. Aveva gli occhi sgranati, le lunghe ciocche ondulate le ricadevano sui seni e ansimava formando nuvolette di vapore. Deglutì, si sistemò il cappello da giullare.
“Una tempesta di neve. Dobbiamo correre!” esclamò.
Saphir sgranò gli occhi, si sporse afferrando il tamburello e lo infilò nella camicia. Prese in braccio la propria capretta, saltò giù e si voltò.
“E Parigi?” chiese.
La gitana mosse le mani in aria, corse in avanti e si sporse afferrandogli il gomito, lo tirò e scosse il capo.
“Ci andremo a piedi!” urlò.
  
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