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Autore: Tsunami_99    16/04/2014    0 recensioni
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Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Willow aumentò il passo, questa volta se la sarebbe cavata da sola. Alexis la raggiunse prima che potesse scomparire tra i fiumi di passanti. << Fermati Willow. >> disse risoluta. << Devi spiegarmi che cosa è successo. Sono la tua migliore amica. >> 
La quindicenne si voltò, lo sguardo duro, protettivo che assumeva solo quando accadeva qualcosa di brutto. << Per questo non ti posso rivelare niente. >> 
<< No! Per questo me lo devi dire! Sei fradicia, ti hanno picchiata e non vuoi che io ti aiuti? >> sbraitò Lexi, un fuoco si era acceso dentro di lei.
<< Questa volta no. Il tuo aiuto non servirà a nulla se non ha peggiorare la situazione. E poi…c’è qualcun altro in grado di darmi una mano. >> Alexis sbuffò, incrociò le braccia e puntò i suoi occhi bruni in quelli di Chiara.
<< Quando scoprirò che cos’è successo ne riparleremo. >> detto ciò le voltò le spalle e andò per la sua strada. La quindicenne sospirò, come aveva fatto Alexis a scoprire che era stata picchiata era un mistero. Certo non voleva metterla nei guai con Veronica, anche se, analizzando i fatti, l’amica avrebbe avuto molto più possibilità di sopravvivenza rispetto a lei.
Camminò spedita verso casa sua, aveva incominciato a pensare che forse il ragazzo aveva ragione e che la storiella sugli elementi non fosse inventata di sana pianta. Dei rubinetti non esplodevano per degli eccessi di rabbia di una ragazzina, quel fatto non poteva avere una spiegazione razionale, invece le parole di Simon sui Quattro Elementi non avevano nulla di scientifico che si potesse collegare alla realtà e Selphin credeva che dovesse cercare lì la soluzione al suo quesito.
Senza accorgersene era già davanti alla porta dell’appartamento, sempre vuoto a quell’ora. La aprì e si spogliò alla velocità della luce, andò in camera sua, prese una maglietta a casaccio dalla cassettiera e si cambiò gli indumenti bagnati. 
<< Simon! >> strillò. Andiamo, ti sei preso una pallottola, non puoi essertene già andato
Sentì del trambusto provenire dalla cucina. << Sono qui! >> urlò l’angelo mentre finiva d’ingoiare il panino che si era preparato frugando nel frigorifero. Chiara fu subito sulla soglia della stanza.
<< Oggi dei lavandini nel bagno sono esplosi. >> capitolò.
<< E allora? >> chiese Simon sgranocchiando il suo tramezzino. La quindicenne lo prese e lo gettò sul pavimento. << P-perché? >> domandò l’angelo sempre più perplesso. 
Willow si sedette sul bordo del tavolo e disse senza troppi giri di parole << Oggi Veronica mi ha fatto un regalino: due pugni nello stomaco. Sono andata al bagno e l’acqua ha iniziato a gocciolare e più mi arrabbiavo più il getto si faceva potente. Alla fine sono esplosi e mi sono inzuppata. >> 
Simon la fissò negli occhi. << Stai dicendo che il tuo potere si è rivelato? >> 
Willow sbuffò << No, tu stai dicendo che ho dei poteri, io dico che in qualche modo centri tu. >> 
L’angelo sorrise << Credo proprio che tu sia l’Acqua. Se mi permetti di verificare forse… >> 
<< Verificare cosa? >> sbottò la quindicenne.
<> Una risata aspra fendette l’aria. << Fa’ pure, tanto non troverai niente angelo. >> 
Simon roteò gli occhi, si avvicinò a Willow e le poggiò una mano sul cuore.
L’aria si fece densa, il tempo parve fermarsi, una calma irreale calò sui due giovani.
Poi, all’improvviso, un fascio di luce abbagliante li inghiottì. 
Willow fluttuava nel nulla, il buio era il suo unico compagno. Udì la voce di Simon, ovattata, come se fosse dentro una bolla. Un piccolo lume rischiarò l’oscurità e una visione si prese la mente di Willow.
Una bambina stava nuotando nelle acque tiepide dell’oceano. Ignorando gli avvertimenti della madre si allontanata; era a largo, in quel punto in cui l’acqua è blu scuro, il quel punto dove l’orizzonte pone i suoi limiti, in quel punto dove una bambina non dovrebbe stare. Ma la piccola dai capelli oro bianco aveva avvertito il richiamo del mare, era stata accarezzata dalle alghe, aveva sentito il canto melodioso delle sirene. 
Era per loro che si era allontanata, le voci delle creature marine la invitavano ad unirsi a loro. La piccola prese un gran respiro e si immerse.
Ora il canto era diventato più forte. Una corrente fredda le raggiunse le caviglie facendole aprire gli occhi. Si stupì di riuscire a vedere sott’acqua come in superficie ma, più di tutto, fu sorpresa d’incontrare lo sguardo profondo di una sirena.
<< Io, Regina Aurora del Popolo Sottomarino, dono a te, Custode dell’Acqua, il gioiello del nostro potere, cosicché tu possa portarlo sempre con te e salvare la vita che c’è nel mare. >> 
La bambina sgranò gli occhi cremisi, la lingua della sirena non era la sua ma era riuscita a comprenderla ugualmente. Aurora le mostrò per un attimo il gioiello, un bellissimo ciondolo che racchiudeva tra mille intarsi argentati una gemma più blu del mare stesso. Lo posò sul cuore della piccola e fece una leggera pressione. Un fascio di luce scaturì da quell’unione.
<< Addio Nenè. >> sussurrò la sirena prima che la bambina fosse riportata a riva dalle correnti. 

Chiara aprì gli occhi. La testa le girava, non capiva nulla di quello che era accaduto. << Ciao Acqua. >> disse sorridendo Simon. 
<< C-che cos’era? >> domandò la quindicenne, confusa.
<< Sono entrato in contatto col tuo gioiello, il dono che fa di te la Custode dell’Acqua. La visione che ne è scaturita era un modo per metterti al corrente di come sei stata scelta, ogni Elemento ne ha avuta una.>> 
Willow chiuse gli occhi e si massaggiò le tempie. << Vuoi dire che una sirena mi ha donato il gioiello dell’Acqua? >> domandò, un puzzle si stava formando nella sua mente.
Simon allargò il suo sorriso. << Guarda tu stessa. >> 
La quindicenne lo fissò di sbieco poi abbassò lo sguardo e lo notò: al collo portava un ciondolo argenteo, al centro risplendeva una pietra più del cielo e del mare messi insieme. Quello era il gioiello. 
Selphin scese dal tavolo, barcollò in avanti e sfoggiò un sorriso << Allora questa è la prova che non mentivi. >> L’angelo annuì. << Sai che cosa? Mi piace, anzi lo adoro. Sono la Custode di un Elemento, non è qualcosa che capita tutti i giorni. >> 
<< Questo vuol dire che mi aiuterai? >> 
<< Sì. Salviamo Eden. >> concluse Willow risoluta.
Proprio quando Simon la stava per abbracciare, un capogiro la colse facendola crollare a terra. L’angelo l’afferrò giusto prima che la ragazza toccasse il pavimento. 
Willow sillabò un “grazie” e disse, la voce resa flebile dalla stanchezza << La prossima volta non esageriamo con le visioni, eh? >> 
L’angelo sorrise e la sollevò, portandola nella sua camera e poggiandola delicatamente sul letto.
Acqua, giocosa e frizzante quanto bella e delicata pensò Simon rimembrando le parole che il sacerdote gli aveva rivelato all’inizio della sua missione. 
§ 
Un basso ronzio la fece rinvenire. Willow girò la testa per vedere meglio che cosa produceva quel rumore ed incontrò gli occhi mare dell’angelo. Abbassò gli occhi e vide che un globo di luce le stava dando sollievo sul ventre, lì dove Veronica l’aveva colpita. Guardò prima la palla, poi Simon e continuò così finché non gli scoccò un’occhiata interrogativa.
<< Trucchetti da angelo. >> rispose semplicemente. La quindicenne si sentì improvvisamente in imbarazzo, si tirò giù la maglietta e si balzò dal letto. 
<< Non ci provare mai più, capito!? >> lo aggredì. 
Simon fece spallucce << Se preferisci tenerti i lividi allora… >> 
Willow lanciò un urlo furioso << Non è per questo! Potevi anche chiedermi se volevo che tu mi curassi! >> 
<< Già, quando scoprirai come parlare con gli svenuti, dimmelo. >> ribatté acido. << Aspetta, tu credi che io abbia sbirciato? >> domandò poi seguendo la logica di Willow.
<< Se l’hai fatto tra poco non ti ritroverai la testa. >> lo minacciò. 
<< Non ho visto niente. >> 
<< Quindi hai guardato! Tzé, ma che cosa insegnano a voi angeli!? >> 
<< No! Non intendevo dire quello! >> si affrettò a rimediare Simon, messo all’angolo. Il telefono squillò in salotto. La quindicenne sbuffò << Salvato dalla tecnologia. >> 
Percorse a gradi falcate il corridoi e rispose alla chiamata.
<< Willow, sono io, la mamma. >> 
<< Che cosa vuoi?! >> 
<< Calma piccola, è per tuo padre. >> 
<< Che ha fatto questa volta? >> chiese scocciata.
Dall’altra parte della cornetta, la madre sospirò. << Dice che deve lavorare. >> 
<< Come al solito. >> la interruppe Willow secca.
<< E che per due notti dormirà in ufficio. >> concluse.
<< Faccia pure.>> 
<< Piccola…non trattarlo così. >> 
<< E come dovrei trattarlo?! >> 
<< Come un padre. >> 
<< Mi dispiace ma ha perso questo diritto tre anni fa. >> dettò ciò attaccò e sbuffò arrabbiata.
<< Tutto bene? >> chiese Simon, appoggiato alla parete del corridoio.
Willow si riscosse, si sforzò di sorridere e mentii << Benissimo. Questa sera ti va pizza?>> 
Simon incrocio le braccia, quella ragazzina non lo convinceva. << E pizza sia! >> 
 
   
 
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