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Autore: eleanor89    13/07/2008    13 recensioni
E' una tua impressione.
Sai quanto è dura lavorare in ospedale? Voi uomini, sempre convinti che il mondo giri intorno a voi!
Sei paranoico. Davvero. Sta zitto!
Pensavo che tu evitassi me! Che malinteso, amici come prima?
Sono gelosa delle ragazze con cui giri, Temari in primis. E sono attratta da te. Prima che diventi amore prendo il largo, caro.
Cerco di trascorrere del tempo con Sakura. Voglio recuperare il nostro rapporto.
Cerco di stare accanto a delle ragazze per evitare di diventare un uomo a mia volta. Problemi?
Inutile dire che la risposta contenente le parole "gelosia" e "Temari" è quella vera, ma anche quella sull'ospedale non è male.
Persino le ultime due sono realistiche, deve usare Sakura e le ragazze per uscirne. Ino dondola, con i capelli che oscillano avanti e indietro, avanti e indietro.
Poi lo dice: «Sei paranoico. E' una tua impressione.»
Per lo ShikaIno's Day!
Genere: Romantico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Refrigerator’s Day










Piccola nota iniziale:

Per una serie di problemi sono sparita alcuni mesi da EFP, spero di poter essere più presente, ed intanto aderisco con gioia allo ShikaIno’s Day, un po’ come quello del novembre scorso partito da me ed un altro paio di autrici casualmente.

Non so cosa sia accaduto con le mosche nere, come al solito sono fuori, ma ognuno ama i propri pairing e non vedo cosa ci sia di male o perché accanirsi tanto. Qui Temari non è vista bene da Ino per esigenze di “copione” ma in altre mie storie è sempre trattata con rispetto perché sono tutti personaggi interessanti e soprattutto non reali, quindi non vedo perché farla apparire come una donna di strada, per essere fini. E ovviamente viceversa per Ino. Sono tutte kunoichi e come tali certi comportamenti che le vengono attribuiti sono ridicoli.

Questa fiction è un esperimento per me perché scritta al presente.

Note finali molto meno serie a fine storia, ora buona lettura!>










Ino sta collassando dal caldo.

Sente una goccia di sudore scivolarle giù per la schiena e con un brivido si scuote, disgustata. Odia l’estate.

L’estate con quel suo rendere tutto appiccicaticcio, la luce che fa male agli occhi, l’afa, per cui sembra quasi che manchi l’aria, ha sempre troppo caldo ma non può certo denudarsi, anche se i ragazzi stanno a petto nudo ed è ingiusto, vede i cani che lasciano la lingua a penzoloni e li trova disgustosi, i gelati danno sollievo solo momentaneo, le missioni sono un insieme di sudore-irritabilità-scottature, gli arrossamenti rendono chiunque meno attraente, i suoi capelli lunghi sono impossibili da legare a crocchia e quindi restano appiccicati alla sua schiena, lei usa reti sulle braccia e le gambe, così muore di caldo…

Odia l’estate. E basta.

Ricomincia un elenco mentale di tutti i motivi per cui va bene odiare l’estate, mentre serve un cliente nel negozio dei genitori. Un uomo romantico che stoicamente affronta la calura pomeridiana per portare fiori alla propria donna.

Ino pensa molto poco romanticamente a come la donna reagirà notando piuttosto l’alone sulla schiena dell’individuo stoico che ha davanti.

Odia l’estate. Molto.

La rende fin troppo simile a Qualcuno che alla calura è fin troppo avvezzo, vivendo nel deserto.

Per un attimo pazzo si domanda come starebbe se legasse i capelli in quattro codini, lei che li ha lunghi sino alla vita. Comincia a ridere da sola dandosi dell’idiota mentre si immagina a quel modo, piegandosi contro il bancone e dimenticando per un momento che i vestiti le si sono appiccicati addosso ed il grembiule è come un sudario. Ma solo per un momento.

Poi si tira su con calma ancora ridacchiando e si blocca. Sbianca. Apre la bocca per parlare ma la richiude all’istante.

Shikamaru e Choji la stanno fissando, il primo con occhi appena sgranati, e quindi nel suo imperturbabile modo di apparire allibito, il secondo a bocca aperta, con un pacchetto di patatine che ciondola pericolosamente su un braccio.

Tanto vale tirare fuori la faccia tosta come al solito.

«Salve ragazzi, che ci fate qui?» domanda esibendo un sorriso che vorrebbe fosse rassicurante, ma forse sembra un ghigno minaccioso.

VoiNonAveteVistoNienteVoiNonAveteVistoNienteVoiNon

I due si guardano per una frazione di secondo. Ino può immaginare che in quel brevissimo lasso di tempo si siano chiesti se fare finta di nulla o meno e abbiano deciso. E forse anche dove andare dopo e cosa dirle ora. Del resto Ino ha un vago ricordo di cosa significhi avere un amico con cui ti intendi senza parlare.

Vago.

«Pensavamo di… uhm… invitarti a prendere un gelato, così, per fare una pausa, se ti va…uhm…» spiega Choji incerto. Ha la faccia di chi vuole tenersi a distanza per paura di essere morso e contagiato.

«Lo dico a mio padre.» cinguetta Ino con ancora un sorriso amabile per dissipare le paure, al momento non del tutto infondate, di Choji. Si volta facendo svolazzare la coda e gratificandosi del fresco che gliene deriva, prima che questa si riattacchi di nuovo a lei con crudeltà. Può quasi sentirla uggiolare di trionfo mentre le comunica che non la lascerà mai, posto che una coda possa farlo. Il sorriso si tramuta in una smorfia di odio che gira nei dintorni dell’isteria, e urla non molto cinguettosamente: «PAPÀ, FACCIO UNA PAUSA!».

Inoichi Yamanaka non è uno stupido. È uno shinobi, uno shinobi molto bravo. E quando sente i muscoli dello stomaco contrarsi in quel modo sa di essere in pericolo di vita. La voce di Ino rasenta quella di sua madre quando torna ubriaco da un uscita tra uomini con i vecchi compagni di squadra, ed è una voce che ha in se le vibrazioni dell’inferno.

«Certo tesoro, torna pure con calma!» adesso è lui a cinguettare.

Non sarà molto virile, ma gli piace l’idea di avere un cuore che batte.

In effetti piace anche a Choji e Shikamaru, ecco perché non le dicono una parola ma aspettano che parli lei, anche se sanno che è un utopia. La logorroica del gruppo quando la temperatura supera un certo limite somiglia inquietantemente a Shino Aburame.

Quando entrano in gelateria, Choji scompare in una nuvola di panna e cioccolato, materializzandosi dietro il bancone con la gelataia, che avrà all'incirca trecento anni ma che è capace di lusingare con commenti sulla sua bellezza anche per ore per ottenere una porzione in più. Quel giorno poi vuole evitare Ino.

Shikamaru lo guarda tristemente. Gli mancherà Choji, è un bravo ragazzo in fondo.

«Voglio un cono...» mormora Ino. Sembra quasi dolce quando è tranquilla. Il fresco della gelateria l'ha subito riportata in vita. Shikamaru è pur sempre un uomo, e non può fare a meno di notare quanto sia sexy con i capelli meno perfettini del solito. Lo irrita tutta quella cura nell'aspetto, lui, testa d'ananas per eccellenza.

Annuisce, e prende una delle decisioni più difficile e serie della sua vita.

Vuole premiare in qualche modo Ino per non avergli rivolto parole malvagie a causa del caldo e aver fatto silenzio, il fato per avergli permesso di arrivare cosciente alla gelateria e persino il figlio della gelataia che sta mangiando Ino con gli occhi e la distrae. Va bene, forse l'ultima parte vuole eliminarla con il suo gesto clamoroso, ma sono dettagli.

«Offro io.»

L'ha detto.

Ino smette all'istante di guardare il figlio della gelataia, brutto maniaco pedofilo disgraziato che avrà minimo... quanto, vent'anni? e Shikamaru si sente gratificare da uno sguardo riservato in genere soltanto ai pazzi.

«Come? Cosa? Perché?»

Va bene, non è mai stato cavaliere e non vuole neanche cominciare, però se glielo fa notare a quel modo ritira tutto.

«Se non vuoi...»

«Fossi scema. Allora lo prendo grande.»

E no, non è scema.

Choji sta ammiccando in un modo che Shikamaru preferisce non vedere. Non capisce bene perché lo fa, ma se Ino capta qualcosa la loro esistenza cessa lì.

«Lo voglio all'anice e al cioccolato!»

Tanto d'occhi da parte di tutti per Ino. Prima di tutto da dove prende la sua figura longilinea, e poi come può avere dei gusti simili sono le domande in quelle iridi sconvolte.

«Io al cioccolato e basta...» ordina Shikamaru con aria schifata.

Choji alza lo sguardo e fiuta qualcosa nell'aria. È come gli animali, quando sta per accadere qualcosa lui sa. Guarda oltre la vetrata d'ingresso e vede arrivare di tutta fretta qualcuno. Se fosse un cane rizzerebbe le orecchie, ma si limita a fremere e a spostarsi con circospezione.

E' l'altro figlio della gelataia. Il signor marito della gelataia si è sentito male e devono andare all'ospedale.

Non possono lasciare il negozio così.

Shikamaru sa già cosa sta per succedere.

«Signora, non può correre, lasci che le dia un passaggio. Sono un chunin, sa? Vi accompagno io!»

«Io e questo ragazzo ci occupiamo di chiudere il negozio, andate pure! So come si fa, ho un negozio di fiori!»

Shikamaru sospira, è stato incastrato.

«Ino, quando devi decidere di cambiare attività per darti ai gelati, evita di trascinare la gente con te. Io dovevo andare a casa dopo il gelato, non potevo stare qua a chiudere con te.»

«La signora ha detto che la chiave per la serranda è dietro la cassa, tu prendi quella. Io metto questo nella cella frigorifera.»

Ignorato e de-virilizzato, Shikamaru va a cercare la chiave.

La chiave non c'è.

«Come mai non ti sei fatta più vedere in questi giorni?»

Ino non risponde.

Cerca sotto la cassa.

La chiave non c'è.

«Ino?!»

«Che vuoi? » chiede la compagna ritornando a mani vuote. Afferra l'ultimo scompartimento del ghiaccio e lo solleva serenamente a dispetto della voce tornata acida. Il fresco le ha permesso di tornare la solita.

«La chiave non c'è. » spiega stancamente Shikamaru.

«Cerca meglio. » e sparisce di nuovo.

«Che diavolo... » vuol dire cerca meglio? non c'è! Vorrebbe dire, ma non è ancora caduto così in basso da parlare da solo come suo padre, che si rivolge a sua madre anche quando viene ignorato per due ore di fila.

Maledette donne... decidono per gli uomini, non danno spiegazioni, non ascoltano nulla, ignorano e poi si offendono se un uomo fa lo stesso. Se un uomo osa contestare APRITI CIELO! Dove la mettiamo la parità dei sessi tanto decantata? Seccature!

«Ino, la chiave non c'è!» conferma, ora seriamente seccato. Shikamaru se ne vuole andare, anche se sa che l'aspettano i cervi ed i lavori di casa, perché la presenza di Ino in questo periodo lo mette a disagio e perché Choji l'ha abbandonato solo con lei. In più lei si comporta come se si fossero visti il giorno prima, anche se è talmente chiaro che lo sta evitando che Choji l'ha obbligato ad accompagnarlo al negozio per un'uscita a tre, quando generalmente se ne sbatte di con chi mangia purché tocchi cibo, e Sakura l'ha fermato per strada per chiedergli se Ino ha deciso di mollare il team dieci o ha solo litigato con loro, dato che passa tutto il tempo ad allenarsi come ninja medico.

«Ino la chiave non c'è ed io me ne vado. » aggiunge, un po' incerto. Si, se ne vuole andare, ne è sicuro. Pero i piedi non si schiodano di lì.

Non giunge poi nessun urlo o nessun saluto, e questo è strano.

E i piedi finalmente si schiodano, ma stanno andando nella direzione opposta a dove urla la testa e non possono farci nulla. E' di nuovo a disagio però vuole vederla almeno in faccia prima di mollarla lì.

Mollarla poi, lui non ha promesso nulla, ha fatto tutto lei come al solito.

Apre la porta della cella frigorifera, spingendola con un po' di fatica, per scoprire che è piuttosto grande. Almeno quanto due stanze assieme, e piena di catasti.

Succede in un attimo.

Appena lascia andare la porta questa quasi lo investe, tornando indietro con violenza per chiudersi con un rumore stridulo. Solo che non la porta, è Ino che grida di non mollare. E quando se ne rende conto prova automaticamente a bloccarla ma l'unico risultato è quello di rischiare due dita inutilmente. Il tonfo finale lo deride.

Porta è femminile, sarà per questo che è stato ignorato?

Ino lo raggiunge al trotto dopo la sua breve corsa, andando ad abbattersi sulla porta con abbandono, e lancia una serie di improperi piuttosto originali verso la porta, la cella frigorifera, Shikamaru, la gelataia ed il mondo.

Non ci vuole il genio di Shikamaru per capire che sono intrappolati.

Guarda a terra e trova poco distante un pezzo di legno, sicuramente usato per evitare che la porta si bloccasse. Ino sarà anche sensuale come una pantera, ma quando lavora ha la camminata di un bufalo e avrà semplicemente spedito via con un calcio l'ostacolo, restando bloccata per via delle mani occupate.

Beh, ora sa perché non rispondeva.

Un pugno alla porta lo riporta alla realtà.

«Voglio morire... e tu morirai con me.»

«Guarda il lato positivo. Freddo.»

«Troppo freddo, idiota. Ci vuoi morti?»

Evita accuratamente di rispondere, cercando una via d'uscita che di sicuro ci sarà. Ino per quanto isterica capisce e cerca anche lei.

«Siamo bloccati.»

E' la dura realtà contro cui si scontrano poco dopo.

Shikamaru si sente in dovere di rassicurare entrambi. «Stiamo calmi. Choji tornerà di qui e vedendo aperto ci verrà a cercare. Stiamo accanto alla porta e aspettiamo.»

«Shikamaru... e se Choji non passa oggi?» chiede Ino. E' preoccupata, i suoi occhi blu sono spalancati e le labbra strette stanno diventando bianche.

Shikamaru preferisce non rispondere ed alza le spalle. Nota che non solo le sue labbra sono impallidite per la pressione ma Ino intera sembra evanescere. Ha sempre avuto la carnagione chiara, insieme ai capelli ed agli occhi. O almeno, rispetto a lui. Lì dentro però si gela ovviamente ed Ino è come sempre poco coperta.

«Sciogliti i capelli.»

Ino lo guarda stupita. E' tentata di picchiarlo perché non capisce dove voglia arrivare. Shikamaru non è tipo né da piccolezze né superficialità. Tanto meno da avventure erotiche dell'ultimo minuto, posto che qualche sciacquetta di quelle che la sostituiscono nelle missioni a cui lei non può partecipare non glielo abbia insegnato.

Ma Shikamaru si sta togliendo la giacca ed Ino inizia a dubitare di questo suo pensiero. Arrossisce per quanto il freddo le abbia fatto perdere colore al viso e si sposta un po'. «Ma perché...?» chiede e si sente parecchio stupida dopo. Gli uomini sono uomini, hanno certi bisogno animaleschi e Shikamaru è in piena fase ormonale. Poi lei è bellissima, ovvio.

«Tieni. Non voglio sentirti piagnucolare per il freddo.» Shikamaru si sente ridicolo mentre lo dice. Piuttosto che ammettere di stare male Ino si lascerebbe morire assiderata, ma ha bisogno di essere burbero per spiegare la propria gentilezza. Incrocia le braccia al petto, ora che lo copre solo la sua maglia a rete che, sinceramente, è stata proprio una cazzata. Gli fa sentire di più il caldo fuori, ma là dentro è inutile.

Ino ringrazierebbe ma il commento con cui ha accompagnato il suo gesto le tappa la bocca. E poi si sta ancora riprendendo dai pensieri a luci rosse che l'hanno investita prima.

Non è una stupida o un'illusa, sa benissimo che desidera Shikamaru da parecchio. Del resto è un bel ragazzo.

Intendiamoci, nulla di speciale. Sasuke si che era speciale, le ragazze gli correvano dietro a frotte, l'atteggiamento freddo da bello impossibile contribuiva a renderlo nobile e quegli occhi neri brillanti sulla pelle diafana erano indimenticabili. Shikamaru aveva l'atteggiamento da sfigato e ora quello da menefreghista totale quale è, quindi perde punti e non ha schiere di fans scatenate che si picchiano per lui. Non ha la pelle diafana, ma un po' abbronzata, e dopotutto forse non è male. Se proprio deve dirla tutta Sasuke era così pallido da risultare malato a volte. I capelli di Shikamaru sono inguardabili ma onestamente quelli di Sasuke facevano ridere col senno di poi. E gli occhi di Shikamaru sono altrettanto belli. Fisicamente parlando Sasuke era meno virile di Shikamaru dall'inizio. Erano bambocci dodicenni e non sa se ora è ben piazzato, ma ha davanti a se Shikamaru che le dimostra che non si vive solo di begli occhi. Non è il più muscoloso di Konoha ma Ino non ha mai cercato i muscoli.

Vorrebbe vederlo coi capelli slegati.

Dovrebbe farsi Sai. Chi è che glielo aveva detto? Forse sua cugina. Fatti Sai che somiglia a Sasuke e scordati di tutto, sei solo in astinenza.

Forse funziona.

Vorrebbe vederlo

Forse deve chiedere a Sakura di organizzare un incontro.

coi capelli slegati.

«Ti conviene scioglierteli i capelli, fatti più caldo possibile.»

«E tu no?» si sente ancora più cretina ma ne vuole approfittare.

«Non che siano così lunghi i miei... » le fa notare lui con occhi sarcastici.

Ecco qual’è la prima cosa che l'ha attratta di lui. Quello sguardo ironico che contrasta tanto con l'aria da menefreghista, quasi si sentisse superiore a certe stupidaggini. Non che Shikamaru si senta così, ma da' quell'impressione. E combatte la supponenza di Ino solo con quello sguardo. Ino lo bacerebbe solo per toglierglielo di dosso.

«Fatti più caldo possibile, hai detto.» protesta Ino. Sta ancora pensando a cose sconce, ma si è arresa.

«Muori dalla voglia di vederli.» dice apatico. E' curioso di sapere il perché, ma neanche tanto. E' che Ino è femmina e quindi curiosa.

Ino sgrana gli occhi per la sorpresa, sentendosi scoperta. Ma il tono di Shikamaru è indecifrabile e non risponde, sciogliendo i suoi. Ringrazia la sua vanità per quella coperta dorata.

«Non li scioglierò.» proclama.

«Coglione.» borbotta a denti stretti Ino, stringendosi nella giacca. Si sente subito in colpa, visto che la giacca non è sua.

«Sboccata.»

«Vaffanculo.» Non abbastanza in colpa da trattenere la lingua in bocca. Oh, altri pensieri osceni. Dovrebbe farsi davvero Sai.

Ma Sai sarà sessuato? Sakura dice che ha dubbi in tal proposito.

Ma Sakura è troppo innocente.

«Perchè mi eviti?»

Shikamaru si da' da solo del coglione, come Ino ha fatto prima. Sa da solo che non dovrebbe cominciare un discorso simile se sono bloccati in qualche luogo, ma gli è scappato. Perchè è abituato a chiedere quando vuole sapere le cose, senza tanti giochetti.

Ino boccheggia, non se l'aspettava. E' un tradimento quello! Farle abbassare le difese e poi una domanda simile! Cosa rispondergli?

E' una tua impressione.

Sai quanto è dura lavorare in ospedale? Voi uomini, sempre convinti che il mondo giri intorno a voi!

Sei paranoico. Davvero. Sta zitto!

Pensavo che tu evitassi me! Che malinteso, amici come prima?

Sono gelosa delle ragazze con cui giri, Temari in primis. E sono attratta da te. Prima che diventi amore prendo il largo, caro.

Cerco di trascorrere del tempo con Sakura. Voglio recuperare il nostro rapporto.

Cerco di stare accanto a delle ragazze per evitare di diventare un uomo a mia volta. Problemi?

Inutile dire che la risposta contenente le parole "gelosia" e "Temari" è quella vera, ma anche quella sull'ospedale non è male. Persino le ultime due sono realistiche, deve usare Sakura e le ragazze per uscirne.

Ino dondola, con i capelli che oscillano avanti e indietro, avanti e indietro.

Poi lo dice: «Sei paranoico. E' una tua impressione.»

Shikamaru soppesa se darle credito o meno. Non che pensi minimamente che sia sincera, ma potrebbe lasciargliela passare. Se non fosse che una volta usciti di lì riprenderebbe, e non vuole avere pensieri per la testa.

«Dai, Ino, ci conosciamo da anni ormai. »

Si guardano. Shikamaru ha l'impressione che si stanno avviando verso un cammino pericoloso. Forse è ancora in tempo per accettare di essere paranoico, magari convincere anche se stesso.

Ino invece riflette perché non vuole perdere la sua amicizia che dura appunto da anni.

«Penso di essere un po' gelosa.» vede la faccia adorabilmente intontita di Shikamaru e si affretta ad aggiungere: «Non in quel senso. » Sfoggia un sorriso rassicurante. Il modo migliore di mentire è partire dalla verità e dar a vedere di prendere quasi in giro la stupidità di chi ha posto la domanda.

Shikamaru cerca di non battere i denti dal freddo, non è molto ninja farlo, e si gira verso di lei del tutto, pronto ad ascoltare.

«Pensavo che tu avessi trovato compagne migliori di me per le missioni quando ero occupata, ecco.» spiega sempre con quel sorriso, avendo cura di mostrarsi appena in imbarazzo. Non che sia difficile, anche quella confessione costa, pur omettendo la parte più succosa.

«Ma non dire scemenze!» si affretta a smentire girandosi di nuovo Shikamaru. Questo non è un discorso in cui se la sa cavare, e guarda da un'altra parte. Però vuole anche rassicurarla, rinfrancato che sia solo quello il problema. Con Choji è comunque tutto molto più facile, due patatine, un sorriso e via. «Noi siamo il team dieci, e poi anche nello shoji... l'InoShikaCho è sempre la combinazione migliore per me.»

«Eh? » fa molto saggiamente Ino. Shikamaru sospira. E pensare che gli era risultato azzeccato dirlo.

Ino era bella ma stancante.

«Non lo sapevi? Il nome della nostra formazione è anche una combinazione di gioco. Nello shoji.» dice, massaggiandosi le braccia ormai troppo fredde. Non vuole pensare a come sarà tra un'ora, se Choji non si muove. E se Choji non passa può scrivere testamento.

«E' un segno del destino!» annuncia Ino. Si sente improvvisamente euforica. Ecco qualcosa che nessun'altra potrà avere! InoShikaCho, non TemaShikaCho. Non FemminaQualunqueShikaCho. Le piace. Suona di predestinato.

Shikamaru assottiglia lo sguardo, annuendo lentamente. Forse si chiede se il freddo le ha ucciso i neuroni, ma ad Ino non interessa. Forse lo ha fatto, ma è troppo felice. Per questo quando si rende conto dopo poco che le gambe non la reggono si sorprende parecchio. Passare dal troppo calore al gelo non fa bene, e le gira anche la testa.

Ci rimane quasi male.

Si siede per terra con Shikamaru che grazie ai pantaloni più spessi non sente il freddo del pavimento quanto lei, curandosi di non sfiorarlo. E' imbarazzante dopotutto.

Ha detto troppi dopotutto mentali oggi.

«Hai pensato di abbattere la porta?» suggerisce Shikamaru. La forza fisica di Ino ormai dovrebbe essere superiore alla sua, se ha imparato come controllare il chakra.

«Troppo spessa. E mi fracasserei solo le dita col freddo.» spiega sconsolata. Sta iniziando a spaventarsi, anche perché Shikamaru trema come una foglia. In un impeto di generosità non del tutto disinteressata gli ri-cede metà della sua giacca cercando di coprirci entrambi, col risultato che ora sembra che il braccio sinistro le voglia cadere a terra.

Non è così che doveva andare.

Shikamaru non noterà la sua particolare bellezza in quelle condizioni.

Tra l'altro lui si è sciolto i capelli alla fine, ma non si arrischia a guardarlo da quella distanza perché ha così freddo che teme che gli si spezzi il collo nel farlo, e se dovesse arrossire lui capirebbe un po' troppo. La curiosità la sta mangiando viva. Ricorda più o meno che esiste un vecchio detto sulla curiosità e i gatti ma la mente non ragiona.

«Shikamaru, Choji sarebbe già passato.»

«Zitta, non dirlo. Magari si è fermato a mangiare.» dice lui, e se ne pente. Se si è fermato a mangiare tanto vale sperare nel passaggio di un passante qualunque.

«Sei gelido. »

«Non me n'ero accorto.»

Probabilmente era qualcosa come la curiosità uccide il gatto si dice Ino, quando si gira a guardare Shikamaru con aria scocciata. Le guance che aveva gonfiato d'offesa si sgonfiano subito.

E' meglio di quello che pensava.

Sta arrossendo.

Shikamaru la becca in pieno.

«So che sono bello.»

Maledetto bastardo.

«Per favore, il primato qui ce l'ho io.» la sua voce trema un po' troppo per apparire sincera, Ino se ne rende orrendamente conto.

Le labbra di Shikamaru sono così vicine...

Dì qualcosa Scrofa! La voce di Sakura le invade la mente. E' sgradevole dover pensare a lei anche lì.

«Io non sono arrossito...»

Ino resta a bocca aperta. La sta provocando?

Shikamaru si chiede a sua volta che gli prende. Gli ha fatto piacere vederla arrossire, è compiaciuto. Eppure vuole qualcosa di più.

Beh Ino è bella...

E devono scaldarsi...

Ora si prendere a schiaffi. Compromettere amicizia e squadra a quel modo, per un eccesso di testosterone!

Vorrebbe fumare.

Tutto nel giro di tre secondi.

Ino sceglie la facoltà di non rispondere e soffoca un impeto di orgoglio che potrebbe farli litigare. Ha troppo freddo per litigare.

Le fanno male le mani ed i piedi, il naso non lo sente neanche più.

E poi crede di pensarlo soltanto, quando dice a bassa voce: «Ho paura.»

«Di restare chiusa qui stanotte? Non accadrà, vedrai.»

Non l'ha neppure presa in giro. Si metterebbe a piangere. Forse sta per farlo. Non è solo la paura, è anche il fatto che ricordarsi di averlo vicino la fa sentire al sicuro all'istante, e che gli mancava tanto la sua voce, e che gli crede senza riserve. E soprattutto la consapevolezza che deriva da questo.

Gli mancava tutto di lui.

«Credo di essere troppo gelosa di te, più di Choji.» comincia ad ammettere.

Shikamaru esita. Stavolta è lui ad essere confuso e stupito. Il discorso era chiuso, è tornato serio appena lei ha ammesso di aver paura, perché anche lui ne ha un po' ora, e più per lei che per se. Lui regge meglio il freddo e poi se lei dice una cosa simile sta proprio male. Ma questa frase era l'ultima che si aspettava di sentire e sente di nuovo quella minaccia incombere, la strada pericolosa che rischiava di intraprendere non solo è stata intrapresa ma è stata anche percorsa per buona parte.

Si impone di non essere troppo ansioso, e chiede: «Perchè?»

Ino si sente inutile quando risponde: «Non lo so.»

E' più forte di lei, e si gira a guardarlo di nuovo. Ora quasi spera che lui capisca solo guardandola. Anche lui la guarda, sperando di leggerci qualcosa, e non sa neppure lui cosa, nei suoi occhi azzurri.

Sono azzurri quegli occhi? Forse verde acqua, tra il celeste ed il verde chiaro. Così tanto vicini sembrano diversi dai soliti occhi. E poi quando si arrabbia sembrano più scuri, e con lui è sempre arrabbiata.

Si rende conto che uno dei due si è avvicinato ancora, e non saprebbe dire quale. Però spera che lei non si sposti, non gridi, non lo spinga o che comunque non finisca male, e in modo violento.

Ma lei è di tutt'altro avviso, e chiude gli occhi.

E Shikamaru la sta baciando, prima ancora di poterci ragionare sopra, perché su queste cose non si ragiona, si fanno e basta.

Sentono un rumore ma nessuno dei due si rende conto che era la porta, finché non sentono un: «Cazzo.» assai poco romantico.

Si staccano alla velocità della luce e vedono la faccia di Choji fare capolino dalla porta aperta, e accanto a lui Sakura che ha appena parlato.

Presa dal panico Ino grida per prima «Non chiudete la porta, non possiamo aprire da dentro!»

Poi lei e Shikamaru schizzano fuori travolgendo i due e scappano. Ino dimentica anche di avere la giacca di Shikamaru su di se.

«Ma li hai visti? Cioè, tu sapevi che... » comincia Sakura sbalordita.

«No, no... cioè forse stanno pure bene, però boh... insomma di solito non... non è che stanno sempre così appiccicati... cioè, ovvio che no o starebbero insieme ma, oh signore! Stanno insieme?»

«Ma non lo so! Se lo chiedo a te!» alza la voce Sakura esasperata. Ci mancava che Choji andasse in crisi.

«Si, vero. » ammette lui, passandosi una mano tra i capelli, sconvolto. Si chiede se d'ora in poi dovrà assistere a questo durante gli allenamenti. Poi ricorda che si tratta di Shikamaru e decide che no, non pomicieranno davanti a lui.

Shikamaru vuole sprofondare per non far fronte a quello che accadrà ora, perché non ci ha pensato e non è calcolabile. E' ancora accanto ad Ino ma non s'azzarda a sfiorarla. Non le chiederà scusa, perché lei ha ricambiato e gli darebbe un pugno, ma non può essere felice perché lei è volubile e magari il pugno glielo da' lo stesso con un due di picche.

Invece che un pugno Ino gli passa la giacca, e lo guarda dritto negli occhi.

«Grazie della giacca. Ora vado a casa, tra poco mi sentirò male. Tra i cambiamenti di temperatura improvvisi, il panico e... tutto, meglio se vado.»

Il panico... e...? Il panico... E...? E... cosa? Se lo chiedono entrambi.

Lui si da del vigliacco cento volte vedendola andar via senza neanche averle rivolto la parola. Chissà cosa penserà ora. Magari che è un maniaco delle celle frigorifere.

«Ino!» la chiama prima che se ne vada.

Ino si gira subito, come se non aspettasse altro.

«... domani ti porto il gelato che ti devo... ci sei?» di meglio non sa fare, ma a giudicare dal sorriso di Ino che sorge spontaneo, va bene. Non pretende di meglio da lui.

«Cioccolato e anice.» conferma lei, e annuisce brevemente, prima di girarsi e andare via di nuovo soddisfatta.

Shikamaru si chiede se le sue labbra sapranno più di cioccolato o di anice.

E che gusto sia l'anice.

Domani lo scoprirà.








Note finali: Ringrazio Akami e Mimi a cui ho fatto leggere questa storia per prime e a cui pare sia piaciuta e poi la mia amica S. che non ha mai visto Naruto ma l’ha letta comunque per farmi felice. Infine Hilly grazie a cui pur avendo perso office ho potuto ri-avere la storia. La dedico a voi quattro in particolare, e poi a tutte le mosche bianche!

La storia della cella frigorifera è presa da un mio amico, che ci è rimasto chiuso dentro 2,5745 secondi, facendosi prendere dal panico comunque. Ma è bello, quindi glielo si perdona.

Presto ne pubblicherò un’altra, o altre due, vedremo! Ora devo andare al mare, e non vedo l’ora di godermi tante ShikaIno al ritorno!!!

Auguri a tutte le mosche bianche!!! Spero vi sia piaciuta!

   
 
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