Refrigerator’s Day
Piccola
nota iniziale:
Per
una serie di problemi sono sparita alcuni mesi da EFP, spero di poter essere più
presente, ed intanto aderisco con gioia allo ShikaIno’s Day, un po’ come quello
del novembre scorso partito da me ed un altro paio di autrici
casualmente.
Non
so cosa sia accaduto con le mosche nere, come al solito sono fuori, ma ognuno
ama i propri pairing e non vedo cosa ci sia di male o
perché accanirsi tanto. Qui Temari non è vista bene da Ino per esigenze di
“copione” ma in altre mie storie è sempre trattata con rispetto perché sono
tutti personaggi interessanti e soprattutto non reali, quindi non vedo perché
farla apparire come una donna di strada, per essere fini. E ovviamente viceversa
per Ino. Sono tutte kunoichi e come tali certi
comportamenti che le vengono attribuiti sono ridicoli.
Questa
fiction è un esperimento per me perché scritta al
presente.
Note
finali molto meno serie a fine storia, ora buona lettura!>
Ino sta collassando dal
caldo.
Sente una goccia di sudore
scivolarle giù per la schiena e con un brivido si scuote, disgustata. Odia
l’estate.
L’estate con quel suo rendere
tutto appiccicaticcio, la luce che fa male agli occhi, l’afa, per cui sembra
quasi che manchi l’aria, ha sempre troppo caldo ma non può certo denudarsi,
anche se i ragazzi stanno a petto nudo ed è ingiusto, vede i cani che lasciano
la lingua a penzoloni e li trova disgustosi, i gelati danno sollievo solo
momentaneo, le missioni sono un insieme di sudore-irritabilità-scottature, gli arrossamenti rendono
chiunque meno attraente, i suoi capelli lunghi sono impossibili da legare a
crocchia e quindi restano appiccicati alla sua schiena, lei usa reti sulle
braccia e le gambe, così muore di caldo…
Odia l’estate. E
basta.
Ricomincia un elenco mentale di
tutti i motivi per cui va bene odiare l’estate, mentre serve un cliente nel
negozio dei genitori. Un uomo romantico che stoicamente affronta la calura
pomeridiana per portare fiori alla propria donna.
Ino pensa molto poco
romanticamente a come la donna reagirà notando piuttosto l’alone sulla schiena
dell’individuo stoico che ha davanti.
Odia l’estate.
Molto.
La rende fin troppo simile a
Qualcuno che alla calura è fin troppo avvezzo, vivendo nel
deserto.
Per un attimo pazzo si domanda
come starebbe se legasse i capelli in quattro codini, lei che li ha lunghi sino
alla vita. Comincia a ridere da sola dandosi dell’idiota mentre si immagina a
quel modo, piegandosi contro il bancone e dimenticando per un momento che i
vestiti le si sono appiccicati addosso ed il grembiule è come un sudario. Ma
solo per un momento.
Poi si tira su con calma ancora
ridacchiando e si blocca. Sbianca. Apre la bocca per parlare ma la richiude
all’istante.
Shikamaru e Choji la stanno
fissando, il primo con occhi appena sgranati, e quindi nel suo imperturbabile
modo di apparire allibito, il secondo a bocca aperta, con un pacchetto di
patatine che ciondola pericolosamente su un braccio.
Tanto vale tirare fuori la faccia
tosta come al solito.
«Salve ragazzi, che ci fate qui?»
domanda esibendo un sorriso che vorrebbe fosse rassicurante, ma forse sembra un
ghigno minaccioso.
VoiNonAveteVistoNienteVoiNonAveteVistoNienteVoiNon…
I due si guardano per una
frazione di secondo. Ino può immaginare che in quel brevissimo lasso di tempo si
siano chiesti se fare finta di nulla o meno e abbiano deciso. E forse anche dove
andare dopo e cosa dirle ora. Del resto Ino ha un vago ricordo di cosa
significhi avere un amico con cui ti intendi senza
parlare.
Vago.
«Pensavamo di… uhm… invitarti a
prendere un gelato, così, per fare una pausa, se ti va…uhm…» spiega Choji
incerto. Ha la faccia di chi vuole tenersi a distanza per paura di essere morso
e contagiato.
«Lo dico a mio padre.» cinguetta
Ino con ancora un sorriso amabile per dissipare le paure, al momento non del
tutto infondate, di Choji. Si volta facendo svolazzare la coda e gratificandosi
del fresco che gliene deriva, prima che questa si riattacchi di nuovo a lei con
crudeltà. Può quasi sentirla uggiolare di trionfo mentre le comunica che non la lascerà
mai, posto che una coda possa farlo. Il sorriso si tramuta in una smorfia di
odio che gira nei dintorni dell’isteria, e urla non molto cinguettosamente: «PAPÀ, FACCIO UNA
PAUSA!».
Inoichi Yamanaka non è uno
stupido. È uno shinobi, uno shinobi molto bravo. E quando sente i muscoli dello
stomaco contrarsi in quel modo sa di essere in pericolo di vita. La voce di Ino
rasenta quella di sua madre quando torna ubriaco da un uscita tra uomini con i
vecchi compagni di squadra, ed è una voce che ha in se le vibrazioni
dell’inferno.
«Certo tesoro, torna pure con
calma!» adesso è lui a cinguettare.
Non sarà molto virile, ma gli
piace l’idea di avere un cuore che batte.
In effetti piace anche a Choji e
Shikamaru, ecco perché non le dicono una parola ma aspettano che parli lei,
anche se sanno che è un utopia. La logorroica del gruppo quando la temperatura
supera un certo limite somiglia inquietantemente a Shino
Aburame.
Quando
entrano in gelateria, Choji scompare in una nuvola di panna e cioccolato,
materializzandosi dietro il bancone con la gelataia, che avrà all'incirca
trecento anni ma che è capace di lusingare con commenti sulla sua bellezza anche
per ore per ottenere una porzione in più. Quel giorno poi vuole evitare
Ino.
Shikamaru
lo guarda tristemente. Gli mancherà Choji, è un bravo ragazzo in fondo.
«Voglio
un cono...» mormora Ino. Sembra quasi dolce quando è tranquilla. Il fresco della
gelateria l'ha subito riportata in vita. Shikamaru è pur sempre un uomo, e non
può fare a meno di notare quanto sia sexy con i capelli meno perfettini del
solito. Lo irrita tutta quella cura nell'aspetto, lui, testa d'ananas per
eccellenza.
Annuisce,
e prende una delle decisioni più difficile e serie della sua
vita.
Vuole
premiare in qualche modo Ino per non avergli rivolto parole malvagie a causa del
caldo e aver fatto silenzio, il fato per avergli permesso di arrivare cosciente
alla gelateria e persino il figlio della gelataia che sta mangiando Ino con gli
occhi e la distrae. Va bene, forse l'ultima parte vuole eliminarla con il suo
gesto clamoroso, ma sono dettagli.
«Offro
io.»
L'ha
detto.
Ino
smette all'istante di guardare il figlio della gelataia, brutto maniaco pedofilo
disgraziato che avrà minimo... quanto, vent'anni? e Shikamaru si sente
gratificare da uno sguardo riservato in genere soltanto ai
pazzi.
«Come?
Cosa? Perché?»
Va
bene, non è mai stato cavaliere e non vuole neanche cominciare, però se glielo
fa notare a quel modo ritira tutto.
«Se
non vuoi...»
«Fossi
scema. Allora lo prendo grande.»
E
no, non è scema.
Choji
sta ammiccando in un modo che Shikamaru preferisce non vedere. Non capisce bene
perché lo fa, ma se Ino capta qualcosa la loro esistenza cessa
lì.
«Lo
voglio all'anice e al cioccolato!»
Tanto
d'occhi da parte di tutti per Ino. Prima di tutto da dove prende la sua figura
longilinea, e poi come può avere dei gusti simili sono le domande in quelle
iridi sconvolte.
«Io
al cioccolato e basta...» ordina Shikamaru con aria
schifata.
Choji
alza lo sguardo e fiuta qualcosa nell'aria. È come gli animali, quando sta per
accadere qualcosa lui sa. Guarda oltre la
vetrata d'ingresso e vede arrivare di tutta fretta qualcuno. Se fosse un cane
rizzerebbe le orecchie, ma si limita a fremere e a spostarsi con circospezione.
E'
l'altro figlio della gelataia. Il signor marito della gelataia si è sentito male
e devono andare all'ospedale.
Non
possono lasciare il negozio così.
Shikamaru
sa già cosa sta per succedere.
«Signora,
non può correre, lasci che le dia un passaggio. Sono un chunin, sa? Vi accompagno io!»
«Io
e questo ragazzo ci occupiamo di chiudere il negozio, andate pure! So come si
fa, ho un negozio di fiori!»
Shikamaru
sospira, è stato incastrato.
«Ino,
quando devi decidere di cambiare attività per darti ai gelati, evita di
trascinare la gente con te. Io dovevo andare a casa dopo il gelato, non potevo
stare qua a chiudere con te.»
«La
signora ha detto che la chiave per la serranda è dietro la cassa, tu prendi
quella. Io metto questo nella cella frigorifera.»
Ignorato
e de-virilizzato, Shikamaru va a cercare la chiave.
La
chiave non c'è.
«Come
mai non ti sei fatta più vedere in questi giorni?»
Ino
non risponde.
Cerca
sotto la cassa.
La
chiave non c'è.
«Ino?!»
«Che
vuoi? » chiede la compagna ritornando a mani vuote. Afferra l'ultimo
scompartimento del ghiaccio e lo solleva serenamente a dispetto della voce
tornata acida. Il fresco le ha permesso di tornare la
solita.
«La
chiave non c'è. » spiega stancamente Shikamaru.
«Cerca
meglio. » e sparisce di nuovo.
«Che
diavolo... » vuol dire cerca meglio? non c'è!
Vorrebbe dire, ma non è ancora caduto così in basso da parlare da solo come
suo padre, che si rivolge a sua madre anche quando viene ignorato per due ore di
fila.
Maledette
donne... decidono per gli uomini, non danno spiegazioni, non ascoltano nulla,
ignorano e poi si offendono se un uomo fa lo stesso. Se un uomo osa contestare
APRITI CIELO! Dove la mettiamo la parità dei sessi tanto decantata? Seccature!
«Ino,
la chiave non c'è!» conferma, ora seriamente seccato. Shikamaru se ne vuole
andare, anche se sa che l'aspettano i cervi ed i lavori di casa, perché la
presenza di Ino in questo periodo lo mette a disagio e perché Choji l'ha
abbandonato solo con lei. In più lei si comporta come se si fossero visti il
giorno prima, anche se è talmente chiaro che lo sta evitando che Choji l'ha
obbligato ad accompagnarlo al negozio per un'uscita a tre, quando generalmente se
ne sbatte di con chi mangia purché tocchi cibo, e Sakura l'ha fermato per strada
per chiedergli se Ino ha deciso di mollare il team dieci o ha solo litigato con
loro, dato che passa tutto il tempo ad allenarsi come ninja
medico.
«Ino
la chiave non c'è ed io me ne vado. » aggiunge, un po' incerto. Si, se ne vuole
andare, ne è sicuro. Pero i piedi non si schiodano di lì.
Non
giunge poi nessun urlo o nessun saluto, e questo è strano.
E
i piedi finalmente si schiodano, ma stanno andando nella direzione opposta a
dove urla la testa e non possono farci nulla. E' di nuovo a disagio però vuole
vederla almeno in faccia prima di mollarla lì.
Mollarla
poi, lui non ha promesso nulla, ha fatto tutto lei come al
solito.
Apre
la porta della cella frigorifera, spingendola con un po' di fatica, per scoprire
che è piuttosto grande. Almeno quanto due stanze assieme, e piena di catasti.
Succede
in un attimo.
Appena
lascia andare la porta questa quasi lo investe, tornando indietro con violenza
per chiudersi con un rumore stridulo. Solo che non la porta, è Ino che grida di
non mollare. E quando se ne rende conto prova automaticamente a bloccarla ma
l'unico risultato è quello di rischiare due dita inutilmente. Il tonfo finale lo
deride.
Porta
è
femminile, sarà per questo che è stato ignorato?
Ino
lo raggiunge al trotto dopo la sua breve corsa, andando ad abbattersi sulla
porta con abbandono, e lancia una serie di improperi piuttosto originali verso
la porta, la cella frigorifera, Shikamaru, la gelataia ed il
mondo.
Non
ci vuole il genio di Shikamaru per capire che sono intrappolati.
Guarda
a terra e trova poco distante un pezzo di legno, sicuramente usato per evitare
che la porta si bloccasse. Ino sarà anche sensuale come una pantera, ma quando
lavora ha la camminata di un bufalo e avrà semplicemente spedito via con un
calcio l'ostacolo, restando bloccata per via delle mani
occupate.
Beh,
ora sa perché non rispondeva.
Un
pugno alla porta lo riporta alla realtà.
«Voglio
morire... e tu morirai con me.»
«Guarda
il lato positivo. Freddo.»
«Troppo
freddo, idiota. Ci vuoi morti?»
Evita
accuratamente di rispondere, cercando una via d'uscita che di sicuro ci sarà.
Ino per quanto isterica capisce e cerca anche lei.
«Siamo
bloccati.»
E'
la dura realtà contro cui si scontrano poco dopo.
Shikamaru
si sente in dovere di rassicurare entrambi. «Stiamo calmi. Choji tornerà di qui
e vedendo aperto ci verrà a cercare. Stiamo accanto alla porta e
aspettiamo.»
«Shikamaru...
e se Choji non passa oggi?» chiede Ino. E' preoccupata, i suoi occhi blu sono
spalancati e le labbra strette stanno diventando bianche.
Shikamaru
preferisce non rispondere ed alza le spalle. Nota che non solo le sue labbra
sono impallidite per la pressione ma Ino intera sembra evanescere. Ha sempre
avuto la carnagione chiara, insieme ai capelli ed agli occhi. O almeno, rispetto
a lui. Lì dentro però si gela ovviamente ed Ino è come sempre poco
coperta.
«Sciogliti
i capelli.»
Ino
lo guarda stupita. E' tentata di picchiarlo perché non capisce dove voglia
arrivare. Shikamaru non è tipo né da piccolezze né superficialità. Tanto meno da
avventure erotiche dell'ultimo minuto, posto che qualche sciacquetta di quelle
che la sostituiscono nelle missioni a cui lei non può partecipare non glielo
abbia insegnato.
Ma
Shikamaru si sta togliendo la giacca ed Ino inizia a dubitare di questo suo
pensiero. Arrossisce per quanto il freddo le abbia fatto perdere colore al viso
e si sposta un po'. «Ma perché...?» chiede e si sente parecchio stupida dopo.
Gli uomini sono uomini, hanno certi bisogno animaleschi e Shikamaru è in piena
fase ormonale. Poi lei è bellissima, ovvio.
«Tieni.
Non voglio sentirti piagnucolare per il freddo.» Shikamaru si sente ridicolo
mentre lo dice. Piuttosto che ammettere di stare male Ino si lascerebbe morire
assiderata, ma ha bisogno di essere burbero per spiegare la propria gentilezza.
Incrocia le braccia al petto, ora che lo copre solo la sua maglia a rete che,
sinceramente, è stata proprio una cazzata. Gli fa sentire di più il caldo fuori,
ma là dentro è inutile.
Ino
ringrazierebbe ma il commento con cui ha accompagnato il suo gesto le tappa la
bocca. E poi si sta ancora riprendendo dai pensieri a luci rosse che l'hanno
investita prima.
Non
è una stupida o un'illusa, sa benissimo che desidera Shikamaru da parecchio. Del
resto è un bel ragazzo.
Intendiamoci,
nulla di speciale. Sasuke si che era speciale, le ragazze gli correvano dietro a
frotte, l'atteggiamento freddo da bello impossibile contribuiva a renderlo
nobile e quegli occhi neri brillanti sulla pelle diafana erano indimenticabili.
Shikamaru aveva l'atteggiamento da sfigato e ora quello da menefreghista totale
quale è, quindi perde punti e non ha schiere di fans
scatenate che si picchiano per lui. Non ha la pelle diafana, ma un po'
abbronzata, e dopotutto forse non è male. Se proprio deve dirla tutta Sasuke era
così pallido da risultare malato a volte. I capelli di Shikamaru sono
inguardabili ma onestamente quelli di Sasuke facevano ridere col senno di poi. E
gli occhi di Shikamaru sono altrettanto belli. Fisicamente parlando Sasuke era
meno virile di Shikamaru dall'inizio. Erano bambocci dodicenni e non sa se ora è
ben piazzato, ma ha davanti a se Shikamaru che le dimostra che non si vive solo
di begli occhi. Non è il più muscoloso di Konoha ma Ino non ha mai cercato i
muscoli.
Vorrebbe
vederlo coi capelli slegati.
Dovrebbe
farsi Sai. Chi è che glielo aveva detto? Forse sua cugina. Fatti Sai che somiglia a Sasuke e scordati di tutto,
sei solo in astinenza.
Forse
funziona.
Vorrebbe
vederlo
Forse
deve chiedere a Sakura di organizzare un incontro.
coi
capelli slegati.
«Ti
conviene scioglierteli i capelli, fatti più caldo
possibile.»
«E
tu no?» si sente ancora più cretina ma ne vuole
approfittare.
«Non
che siano così lunghi i miei... » le fa notare lui con occhi
sarcastici.
Ecco
qual’è la prima cosa che l'ha attratta di lui. Quello
sguardo ironico che contrasta tanto con l'aria da menefreghista, quasi si
sentisse superiore a certe stupidaggini. Non che Shikamaru si senta così, ma da'
quell'impressione. E combatte la supponenza di Ino solo con quello sguardo. Ino
lo bacerebbe solo per toglierglielo di dosso.
«Fatti
più caldo possibile, hai detto.» protesta Ino. Sta ancora pensando a cose sconce, ma si è
arresa.
«Muori
dalla voglia di vederli.» dice apatico. E' curioso di sapere il perché, ma
neanche tanto. E' che Ino è femmina e quindi curiosa.
Ino
sgrana gli occhi per la sorpresa, sentendosi scoperta. Ma il tono di Shikamaru è
indecifrabile e non risponde, sciogliendo i suoi. Ringrazia la sua vanità per
quella coperta dorata.
«Non
li scioglierò.» proclama.
«Coglione.»
borbotta a denti stretti Ino, stringendosi nella giacca. Si sente subito in
colpa, visto che la giacca non è sua.
«Sboccata.»
«Vaffanculo.»
Non abbastanza in colpa da trattenere la lingua in bocca. Oh, altri pensieri
osceni. Dovrebbe farsi davvero Sai.
Ma
Sai sarà sessuato? Sakura dice che ha dubbi in tal
proposito.
Ma
Sakura è troppo innocente.
«Perchè
mi eviti?»
Shikamaru
si da' da solo del coglione, come Ino ha fatto prima. Sa da solo che non
dovrebbe cominciare un discorso simile se sono bloccati in qualche luogo, ma gli
è scappato. Perchè è abituato a chiedere quando vuole sapere le cose, senza
tanti giochetti.
Ino
boccheggia, non se l'aspettava. E' un tradimento quello! Farle abbassare le
difese e poi una domanda simile! Cosa rispondergli?
E'
una tua impressione.
Sai
quanto è dura lavorare in ospedale? Voi uomini, sempre convinti che il mondo
giri intorno a voi!
Sei
paranoico. Davvero. Sta zitto!
Pensavo
che tu evitassi me! Che malinteso, amici come prima?
Sono
gelosa delle ragazze con cui giri, Temari in primis. E sono attratta da te.
Prima che diventi amore prendo il largo, caro.
Cerco
di trascorrere del tempo con Sakura. Voglio recuperare il nostro
rapporto.
Cerco
di stare accanto a delle ragazze per evitare di diventare un uomo a mia volta.
Problemi?
Inutile
dire che la risposta contenente le parole "gelosia" e "Temari" è quella vera, ma
anche quella sull'ospedale non è male. Persino le ultime due sono realistiche,
deve usare Sakura e le ragazze per
uscirne.
Ino
dondola, con i capelli che oscillano avanti e indietro, avanti e
indietro.
Poi
lo dice: «Sei paranoico. E' una tua impressione.»
Shikamaru
soppesa se darle credito o meno. Non che pensi minimamente che sia sincera, ma
potrebbe lasciargliela passare. Se non fosse che una volta usciti di lì
riprenderebbe, e non vuole avere pensieri per la testa.
«Dai,
Ino, ci conosciamo da anni ormai. »
Si
guardano. Shikamaru ha l'impressione che si stanno avviando verso un cammino
pericoloso. Forse è ancora in tempo per accettare di essere paranoico, magari
convincere anche se stesso.
Ino
invece riflette perché non vuole perdere la sua amicizia che dura appunto da
anni.
«Penso
di essere un po' gelosa.» vede la faccia adorabilmente intontita di Shikamaru e
si affretta ad aggiungere: «Non in quel senso. » Sfoggia un sorriso
rassicurante. Il modo migliore di mentire è partire dalla verità e dar a vedere
di prendere quasi in giro la stupidità di chi ha posto la
domanda.
Shikamaru
cerca di non battere i denti dal freddo, non è molto ninja farlo, e si gira
verso di lei del tutto, pronto ad ascoltare.
«Pensavo
che tu avessi trovato compagne migliori di me per le missioni quando ero
occupata, ecco.» spiega sempre con quel sorriso, avendo cura di mostrarsi appena
in imbarazzo. Non che sia difficile, anche quella confessione costa, pur
omettendo la parte più succosa.
«Ma
non dire scemenze!» si affretta a smentire girandosi di nuovo Shikamaru. Questo
non è un discorso in cui se la sa cavare, e guarda da un'altra parte. Però vuole
anche rassicurarla, rinfrancato che sia solo quello il problema. Con Choji è
comunque tutto molto più facile, due patatine, un sorriso e via. «Noi siamo il
team dieci, e poi anche nello shoji... l'InoShikaCho è sempre la combinazione
migliore per me.»
«Eh?
» fa molto saggiamente Ino. Shikamaru sospira. E pensare che gli era risultato
azzeccato dirlo.
Ino
era bella ma stancante.
«Non
lo sapevi? Il nome della nostra formazione è anche una combinazione di gioco.
Nello shoji.» dice, massaggiandosi le braccia ormai troppo fredde. Non vuole
pensare a come sarà tra un'ora, se Choji non si muove. E se Choji non passa può
scrivere testamento.
«E'
un segno del destino!» annuncia Ino. Si sente improvvisamente euforica. Ecco
qualcosa che nessun'altra potrà avere! InoShikaCho, non TemaShikaCho. Non
FemminaQualunqueShikaCho. Le piace. Suona di
predestinato.
Shikamaru
assottiglia lo sguardo, annuendo lentamente. Forse si chiede se il freddo le ha
ucciso i neuroni, ma ad Ino non interessa. Forse lo ha fatto, ma è troppo
felice. Per questo quando si rende conto dopo poco che le gambe non la reggono
si sorprende parecchio. Passare dal troppo calore al gelo non fa bene, e le gira
anche la testa.
Ci
rimane quasi male.
Si
siede per terra con Shikamaru che grazie ai pantaloni più spessi non sente il
freddo del pavimento quanto lei, curandosi di non sfiorarlo. E' imbarazzante
dopotutto.
Ha
detto troppi dopotutto mentali
oggi.
«Hai
pensato di abbattere la porta?» suggerisce Shikamaru. La forza fisica di Ino
ormai dovrebbe essere superiore alla sua, se ha imparato come controllare il
chakra.
«Troppo
spessa. E mi fracasserei solo le dita col freddo.» spiega sconsolata. Sta
iniziando a spaventarsi, anche perché Shikamaru trema come una foglia. In un
impeto di generosità non del tutto disinteressata gli ri-cede metà della sua
giacca cercando di coprirci entrambi, col risultato che ora sembra che il
braccio sinistro le voglia cadere a terra.
Non
è così che doveva andare.
Shikamaru
non noterà la sua particolare bellezza in quelle
condizioni.
Tra
l'altro lui si è sciolto i capelli alla fine, ma non si arrischia a guardarlo da
quella distanza perché ha così freddo che teme che gli si spezzi il collo nel
farlo, e se dovesse arrossire lui capirebbe un po' troppo. La curiosità la sta
mangiando viva. Ricorda più o meno che esiste un vecchio detto sulla curiosità e
i gatti ma la mente non ragiona.
«Shikamaru,
Choji sarebbe già passato.»
«Zitta,
non dirlo. Magari si è fermato a mangiare.» dice lui, e se ne pente. Se si è
fermato a mangiare tanto vale sperare nel passaggio di un passante
qualunque.
«Sei
gelido. »
«Non
me n'ero accorto.»
Probabilmente
era qualcosa come la curiosità uccide il gatto
si dice Ino, quando si gira a guardare Shikamaru con aria scocciata. Le
guance che aveva gonfiato d'offesa si sgonfiano subito.
E'
meglio di quello che pensava.
Sta
arrossendo.
Shikamaru
la becca in pieno.
«So
che sono bello.»
Maledetto
bastardo.
«Per
favore, il primato qui ce l'ho io.» la sua voce trema un po' troppo per apparire
sincera, Ino se ne rende orrendamente conto.
Le
labbra di Shikamaru sono così vicine...
Dì
qualcosa Scrofa!
La voce di Sakura le invade la mente. E' sgradevole dover pensare a lei anche
lì.
«Io
non sono arrossito...»
Ino
resta a bocca aperta. La sta provocando?
Shikamaru
si chiede a sua volta che gli prende. Gli ha fatto piacere vederla arrossire, è
compiaciuto. Eppure vuole qualcosa di più.
Beh
Ino è bella...
E
devono scaldarsi...
Ora
si prendere a schiaffi. Compromettere amicizia e squadra a quel modo, per un
eccesso di testosterone!
Vorrebbe
fumare.
Tutto
nel giro di tre secondi.
Ino
sceglie la facoltà di non rispondere e soffoca un impeto di orgoglio che
potrebbe farli litigare. Ha troppo freddo per litigare.
Le
fanno male le mani ed i piedi, il naso non lo sente neanche
più.
E
poi crede di pensarlo soltanto, quando dice a bassa voce: «Ho
paura.»
«Di
restare chiusa qui stanotte? Non accadrà, vedrai.»
Non
l'ha neppure presa in giro. Si metterebbe a piangere. Forse sta per farlo. Non è
solo la paura, è anche il fatto che ricordarsi di averlo vicino la fa sentire al
sicuro all'istante, e che gli mancava tanto la sua voce, e che gli crede senza
riserve. E soprattutto la consapevolezza che deriva da
questo.
Gli
mancava tutto di lui.
«Credo
di essere troppo gelosa di te, più di Choji.» comincia ad
ammettere.
Shikamaru
esita. Stavolta è lui ad essere confuso e stupito. Il discorso era chiuso, è
tornato serio appena lei ha ammesso di aver paura, perché anche lui ne ha un po'
ora, e più per lei che per se. Lui regge meglio il freddo e poi se lei dice una
cosa simile sta proprio male. Ma questa frase era l'ultima che si aspettava di
sentire e sente di nuovo quella minaccia incombere, la strada pericolosa che
rischiava di intraprendere non solo è stata intrapresa ma è stata anche percorsa per buona parte.
Si
impone di non essere troppo ansioso, e chiede: «Perchè?»
Ino
si sente inutile quando risponde: «Non lo so.»
E'
più forte di lei, e si gira a guardarlo di nuovo. Ora quasi spera che lui
capisca solo guardandola. Anche lui la guarda, sperando di leggerci qualcosa, e
non sa neppure lui cosa, nei suoi occhi azzurri.
Sono
azzurri quegli occhi? Forse verde acqua, tra il celeste ed il verde chiaro. Così
tanto vicini sembrano diversi dai soliti occhi. E poi quando si arrabbia
sembrano più scuri, e con lui è sempre arrabbiata.
Si
rende conto che uno dei due si è avvicinato ancora, e non saprebbe dire quale.
Però spera che lei non si sposti, non gridi, non lo spinga o che comunque non
finisca male, e in modo violento.
Ma
lei è di tutt'altro avviso, e chiude gli occhi.
E
Shikamaru la sta baciando, prima ancora di poterci ragionare sopra, perché su
queste cose non si ragiona, si fanno e basta.
Sentono
un rumore ma nessuno dei due si rende conto che era la porta, finché non sentono
un: «Cazzo.» assai poco romantico.
Si
staccano alla velocità della luce e vedono la faccia di Choji fare capolino
dalla porta aperta, e accanto a lui Sakura che ha appena
parlato.
Presa
dal panico Ino grida per prima «Non chiudete la porta, non possiamo aprire da
dentro!»
Poi
lei e Shikamaru schizzano fuori travolgendo i due e scappano. Ino dimentica
anche di avere la giacca di Shikamaru su di se.
«Ma
li hai visti? Cioè, tu sapevi che... » comincia Sakura
sbalordita.
«No,
no... cioè forse stanno pure bene, però boh... insomma di solito non... non è
che stanno sempre così appiccicati... cioè, ovvio che no o starebbero insieme
ma, oh signore! Stanno insieme?»
«Ma
non lo so! Se lo chiedo a te!» alza la voce Sakura esasperata. Ci mancava che
Choji andasse in crisi.
«Si,
vero. » ammette lui, passandosi una mano tra i capelli, sconvolto. Si chiede se
d'ora in poi dovrà assistere a questo durante gli allenamenti. Poi ricorda che
si tratta di Shikamaru e decide che no, non pomicieranno davanti a lui.
Shikamaru
vuole sprofondare per non far fronte a quello che accadrà ora, perché non ci ha
pensato e non è calcolabile. E' ancora accanto ad Ino ma non s'azzarda a
sfiorarla. Non le chiederà scusa, perché lei ha ricambiato e gli darebbe un
pugno, ma non può essere felice perché lei è volubile e magari il pugno glielo
da' lo stesso con un due di picche.
Invece
che un pugno Ino gli passa la giacca, e lo guarda dritto negli
occhi.
«Grazie
della giacca. Ora vado a casa, tra poco mi sentirò male. Tra i cambiamenti di
temperatura improvvisi, il panico e... tutto, meglio se
vado.»
Il
panico... e...? Il panico... E...? E... cosa? Se
lo chiedono entrambi.
Lui
si da del vigliacco cento volte vedendola andar via senza neanche averle rivolto
la parola. Chissà cosa penserà ora. Magari che è un maniaco delle celle
frigorifere.
«Ino!»
la chiama prima che se ne vada.
Ino
si gira subito, come se non aspettasse altro.
«...
domani ti porto il gelato che ti devo... ci sei?» di meglio non sa fare, ma a
giudicare dal sorriso di Ino che sorge spontaneo, va bene. Non pretende di
meglio da lui.
«Cioccolato
e anice.» conferma lei, e annuisce brevemente, prima di girarsi e andare via di
nuovo soddisfatta.
Shikamaru
si chiede se le sue labbra sapranno più di cioccolato o di
anice.
E
che gusto sia l'anice.
Domani
lo scoprirà.
Note finali:
Ringrazio Akami e Mimi a cui ho fatto leggere questa storia per prime
e a cui pare sia piaciuta e poi la mia amica S. che non ha mai visto Naruto ma l’ha letta comunque per farmi felice. Infine Hilly grazie a cui pur avendo perso office ho potuto
ri-avere la storia. La dedico a voi quattro in particolare, e poi a tutte le
mosche bianche!
La storia della cella
frigorifera è presa da un mio amico, che ci è rimasto chiuso dentro 2,5745
secondi, facendosi prendere dal panico comunque. Ma è bello, quindi glielo si
perdona.
Presto ne
pubblicherò un’altra, o altre due, vedremo! Ora devo andare al mare, e non vedo
l’ora di godermi tante ShikaIno al
ritorno!!!
Auguri a tutte le
mosche bianche!!! Spero vi sia piaciuta!