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Autore: MetanoiaDike    16/04/2014    0 recensioni
"La guardo,mi guarda.
E' un miscuglio di occhiate confuse,ma finalmente,fra tutte quelle persone,ci troviamo per leggerci dentro."
"Ricordo che la mamma diceva che se fossi stata un fiore sarei stata sicuramente una di quelle rose,bianche e candide,solitarie e beate nel silenzio del loro pensiero;non sarà per questo che mi chiamo Beatrice?"
Due vite ed una storia,due amiche ed un racconto.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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  BEATRICE
Tutti in classe. Tutti pronti ad affrontare le lunghe ore di supplizio che seguiranno questo gioioso inizio accompagnato da baci e abbracci pieni di triste ed estiva nostalgia repressa. Ed ecco che entra la donna che vedrò più spesso di mia madre stessa, ecco la donna che ci rimprovererà perché con le orecchie arrivate al limite della sopportazione, stanche di ascoltare quella parvenza di cultura che cerchiamo di dare attraverso risposte improvvisate. I capelli neri e corvini sono la cornice di un visto rotondo, di un pallore spettrale. Entra con passo svelto e, arrivata vicino alla cattedra, lascia cadere la cartella di cuoio sformata, quasi la seconda pelle dei libri che contiene. Il tonfo è impercettibile.
Stanca della mia posizione, mi sposto, quasi invisibile, vicino alle finestre. È una bella giornata, non voglio sprecare nessun raggio di sole che filtri da questa finestra, chi sa se ne rivedrò altri, ormai qui è tutto così imprevedibile, ignoto. Il rumore delle chiacchiere continue è insopportabile, mi rende indescrivibilmente nervosa, irascibile, intoccabile. Preferirei vivere nel vuoto più totale anzi che restare qui, disturbata dallo schiamazzo di tutta questa gente felice di esternare i propri sentimenti migliori. Tutte bugie, domani nessuno sentirà più la malinconia di nessuno e tantomeno della scuola! Mi sentivo del tutto persa, sull’orlo di scoppiare, ma questo non bastava. Arrivano quattro ragazze; le avevo notate troppo profumo e poco cervello… le persone da cui mi dovevo tenermi alla larga. Mentre si avvicinano e la mia fermezza inizia a vacillare, noto di nuovo la Ragazza. Mi guardava da lontano, sapeva cosa stavo per passare, glielo leggevo negli occhi, eppure, non muoveva dito, mi guardava come per dirmi “Vai, ora è il tuo turno.”.  Una voce, che pareva più la suoneria di una vecchia sveglia, mi fa tornare con la testa sulle spalle. Mi ritrovo faccia a faccia con una di quelle ragazze; trucco sugli occhi e tanto, troppo profumo. Mi rivolge un sorriso a trentasei denti e mi dice: -oddio ma hai dei capelli bellissimi! – a quanto pare, sono più importanti del mio nome, si volta e si rivolge alle sue amiche dicendo: -non è vero? – e loro come se avessero imparato a farlo, rispondono all’unisono: - si! Sono fantastici! - . Senza lasciarmi aprire bocca girano sulle loro gambe perfette e se ne vanno seguite da altre due aggiuntesi in seguito al misero corteo.
La Ragazza era rimasta tutto il tempo a fissarmi mentre mi “confrontavo” con quelle ragazze vuote, più le guardavo e più mi chiedevo come fossero arrivate in Terzo superiore. Il tempo dei saluti finalmente viene interrotto dalla flebile voce che quasi supplicante ci chiede di prestarle ascolto. Mi allontano dalla finestra con la speranza che la piccola professoressa non mi presenti all’intera classe come “la nuova arrivata”. Non lo fa scaturendo così in me un senso di infinita gratitudine nei confronti di quella donna sconosciuta. Cambio idea dopo il suo secondo annuncio: scambio di posti. Panico, sento solo quello, un panico che manda in fumo tutti i miei piani di calma e naturalezza. I sensi quasi mi mancano quando penso alle conseguenze di questa insensata scelta. E se capitassi al fianco di una di quelle stupide ragazze o ancor peggio, al fianco di un ragazzo curioso di sapere quello che non gli è dato? Come tutto qui ormai, anche il mio futuro compagno di banco rimane ignoto fino a che, una frase richiama la mia attenzione: - Cassandra...ehm, allora Cassandra Balossino la mettiamo con... Roi! Si…ti siedi con Roi! - . Il mio cognome esce quasi impercettibile dalle sottili e rosee labbra della stabile figura davanti a me. Mi sento mancare a tal punto da dovermi appoggiare al davanzale della finestra. Sarei stata affianco alla Ragazza, la peggiore delle opzioni, forse.                                                                                                  
 
  
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