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Autore: Lylawantsacracker    17/04/2014    5 recensioni
" ..Restavano solo i ricordi e i rimpianti. Tirò fuori una foto dalla tasca interna dell’impermeabile. Era un po’ ingiallita, e ritraeva lui, Dean, Sam, Bobby, Ellen e Jo. Lui e la sua famiglia. "
La storia è ambientata un secolo dopo la morte di Sam e Dean, avvenuta dopo aver chiuso finalmente i cancelli infernali.
Possibili spoiler riguardanti personaggi e ambientazioni dell'ottava e nona stagione.
Rating tra giallo e arancione.
Genere: Azione, Sovrannaturale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
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Dopo che Gabriel se ne fu andato, Castiel restò a casa ad aspettare il rientro di Dean. Erano circa le cinque di pomeriggio; Dean sarebbe tornato circa un’ora più tardi.

Non avendo nulla da fare, prese un volume dalla libreria, ed iniziò a leggerlo. Aveva imparato da poco ad amare davvero la lettura. Apprezzava soprattutto la fantasia degli umani, che considerava, come sempre, interessanti e pieni di sorprese.

Non si rese conto dello scorrere del tempo, e quando finì il terzo libro (essendo un angelo, leggeva piuttosto in fretta), si rese conto che erano passate le otto. Castiel iniziò a preoccuparsi. Sapeva che Dean sarebbe stato via col figlio solo per poche ore, e che quindi sarebbe rientrato per cena.

Forse non era il caso di allarmarsi. Magari aveva semplicemente deciso di passare una serata con gli amici, senza pensare di avvertirlo. In effetti, non era in dovere di comunicargli tutti i suoi spostamenti. “Dopotutto” pensò Castiel tristemente “non sono importante per lui come lo ero prima.”

Annoiato, decise di dare un’occhiata nella stanza di Dean. Era abbastanza in ordine, nonostante il letto sfatto. Vide un album sul comodino al lato destro del letto. Lo aprì, ed iniziò a sfogliarlo. C’erano diverse foto di lui da piccolo con i genitori adottivi, poi alcune all’orfanotrofio durante l’adolescenza. Con tristezza si accorse che nelle ultime appariva spento e depresso. Dean aveva avuto una vita difficile anche questa volta, come lui stesso gli aveva raccontato. Castiel era convinto che non se lo meritasse, dopo tutto quello che aveva passato. Ma, purtroppo, la vita non ragiona in questo modo.

Poi vide i disegni. Erano molti; dai primi, inesperti scarabocchi, ai ritratti dettagliati. Rappresentavano tutti la stessa figura, Castiel. 

Quest’ultimo sorrise, quasi felice. Da quei disegni traspariva una tale dedizione, che si chiese se in Dean ci fossero ancora, nascosti, gli stessi sentimenti di prima. Forse era ancora importante per lui, nonostante tutto.

Sicuramente, quelli di Castiel erano rimasti invariati. Avrebbe fatto qualunque cosa per Dean; la sua felicità era sempre al primo posto. 

Controllò l’ora. Sobbalzò, notando che erano quasi le dieci. Ripose l’album sul comodino, e decise di fare una telefonata a Dean, tanto per assicurarsi che stesse bene. Chiamò diverse volte, ma il telefono squillava a vuoto.

Decise infine di andare a controllare a casa dell’ex moglie di Dean, l’unico posto che gli venisse in mente al momento. Si teletrasportò lì all’istante.

Appena arrivò, notò che c’era qualcosa fuori posto. La porta era spalancata, e le luci erano spente. Castiel ebbe un brutto presentimento, e, titubante, entrò in casa. Si ritrovò davanti uno scenario piuttosto macabro. La moquette del soggiorno era intrisa del sangue dei due cadaveri poco più avanti. Osservandoli, si rese conto che erano il figlio e l’ex-moglie di Dean.

Angosciato, Castiel proseguì fino in cucina. Lì vi trovò Dean, anche lui accasciato a terra. Il cassetto delle posate era aperto; e accanto a lui c’era un coltello insanguinato. Probabilmente lo aveva preso da lì, nel tentativo di difendersi.

Si rese conto che era morto anche lui. Pieno di orrore, cercò di non perdere la ragione. Era uscito sempre vincitore dagli scontri con i demoni degli ultimi mesi; tuttavia, questi lo avevano indebolito di molto. Non sapeva se sarebbe riuscito a riportare in vita Dean.

Inspirò profondamente, e strinse la sua mano. Avrebbe cercato di salvarlo, anche al costo di rimetterci la pelle.

Poco dopo, Dean aprì gli occhi, si trascinò verso il muro lì vicino e vi appoggiò la schiena. Castiel, debole, gli si gettò letteralmente addosso, e gli prese il viso tra le mani. -Grazie a Dio- disse, guardandolo intensamente. -Grazie a Dio.- ripeté piano, baciandogli la fronte.

Dean iniziò a farfugliare qualcosa, confuso. -Ash, ho visto delle cose assurde… ci hanno aggredito… poi sono svenuto e ho fatto un sogno strano… c’erano Liz e Jack…in un grande giardino*… a proposito, non sono morti, vero? Forse era la mia immaginazione…forse sono ancora vivi…- disse Dean, tenendo stretta la mano dell’amico.

Castiel lo guardò addolorato. -Dean…

-No, non può essere…- sussurrò Dean, cercando di alzarsi. 

-Dean, mi dispiace…- rispose l’altro, stringendolo forte. Dean rimase in silenzio, in preda alla disperazione. 

Poi, debolmente, esclamò: -Ash, alle tue spalle!

Questi non fece in tempo a voltarsi, che il demone gli era già addosso.

-Ciao Castiel, ci si rivede! Attraente come al solito, vedo - disse il demone, che aveva occhi e capelli di un nero corvino. -anche se ti preferivo rinchiuso all’inferno, mentre venivi torturato. Era più eccitante.

-Ciao Seth. Sei sempre adorabile. Ora scusami, ma non ho proprio il tempo di giocare con te.

In un attimo, Castiel tirò fuori dall’impermeabile una lunga spada argentea, e la conficcò nell’addome del demone. Il corpo di Seth, o meglio dell’umano che questi aveva posseduto, cadde a terra con un tonfo.

Dean appariva molto confuso. -Ash… perché quel tipo ti ha chiamato Castiel? Era un…demone? Cosa sta succedendo?

 -Dean, le spiegazioni te le darò più tardi, qui non siamo al sicuro. Ora, vedi di reggerti forte a me. Stiamo per andarcene.

In un attimo, i due erano spariti.


*****

Si materializzarono nel bunker degli Uomini di Lettere.

-Ma come hai fatto? Dove ci troviamo?- iniziò a chiedere Dean, ma venne interrotto da Castiel. 

-Dean, giuro che dopo ti spiegherò tutto. Ma prima, per favore, raccontami esattamente quello che è successo. È molto importante.

L’altro iniziò a parlare, esitante. - Va bene. Allora… Ho passato la giornata fuori con Jack…L’ho portato al parco giochi… - Dean si interruppe ed inspirò profondamente, cercando di non piangere. Castiel gli accarezzò il volto con la mano, per confortarlo.

-Come dicevo - continuò. - Ho passato la giornata fuori con Jack. L’ho riportato a casa verso le sei e mezza. Elizabeth mi ha offerto un caffè e ci siamo messi a parlare del più e del meno, mentre Jack guardava la tv.

Poi le luci hanno iniziato ad andare e venire. Pensando che stesse per arrivare un blackout, mi sono offerto di andare a prendere le candele in cantina.

Le avevo appena trovate, quando ho sentito Elizabeth e Jack urlare. Sono corso in soggiorno, e li ho visti legati ad una sedia. Dietro di loro, c’era un ragazzo piuttosto giovane.

« Eeehi, Dean. Da quanto tempo. Ti ricordi di me?» mi ha chiesto sorridendo, mentre i suoi occhi diventavano completamente neri.

Io gli ho risposto che non avevo idea di chi fosse, ma che avrebbe fatto meglio ad andarsene, perché avevo intenzione di chiamare la polizia.

Come risposta, è scoppiato a ridere. Poi ha legato alla sedia anche me. Non sono riuscito a liberarmi dalla sua stretta; era incredibilmente forte.

«Certo che sei diventato proprio banale, eh Dean? Comunque è molto comodo non ricordarsi di me, visto che sono marcito secoli** all’inferno per colpa tua e del tuo adorabile fratellino. A quanto pare, io ero il fratello meno adorabile. Non ero uno Stark come voi, ero solo il miserabile bastardo Jon Snow***.» mi ha detto in tono lamentoso, mettendo ironicamente il broncio.  Mi ha dato una pacca sulla spalla. « Va be’ fratellone, ora goditi lo spettacolo.» Poi se ne è andato, fischiettando la sigla del Trono di Spade, una serie tv del secolo scorso.

All’improvviso, sono entrati un paio di…demoni? Da quello che ho capito è proprio così… eppure non riesco a crederci. Comunque, hanno iniziato a torturare Jack ed Elizabeth davanti ai miei occhi. Non puoi capire… è una cosa che non dimenticherò mai. Non potevo salvarli. Le loro urla mi risuonano ancora nelle orecchie. Ho pregato i due demoni di prendere me al posto loro, di torturare me per tutto il tempo che volevano. Mi hanno risposto che le istruzioni del “capo” erano quelle, e che dovevo stare zitto. Dopo quella che mi è parsa un’infinità di tempo, mi hanno liberato, dopo averli brutalmente uccisi. Probabilmente per divertirsi ancora un po’.

Sono corso in cucina, ed ho preso un coltello dal cassetto. 

«Senti Seth.» ha detto uno dei due demoni. «Sto iniziando ad annoiarmi. Lo facciamo fuori subito?»

« Ma sì, dai. Mi sto annoiando anch’io.»

Vedendo Seth che si avvicinava, gli sono piombato addosso e l’ho accoltellato. Ma il demone non ha fatto una piega, limitandosi a prendermi la testa e a sbatterla contro lo spigolo del bancone. Ho perso immediatamente conoscenza. Evidentemente non sono morto, perché ho fatto uno strano sogno, e poi sei arrivato tu a svegliarmi.

Ora, per favore, avrei bisogno di alcune spiegazioni. - disse Dean, terminando il discorso. Era distrutto.

-Non è possibile. - disse Castiel. - Non è possibile. 

- Cosa?

Castiel lo guardò a lungo. Poi gli disse, stringendogli forte la mano:  - Preparati, Dean. Perché quello che sto per dirti non è affatto facile da accettare.



















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*Si trovavano in Paradiso.

**Come era stato detto nella quarta stagione, il tempo all'inferno scorre diversamente (nel caso non lo ricordaste. Io infatti me ne ero completamente dimenticata)
**Ok, scusate, non ho resistito, ho dovuto fare un riferimento al Trono di Spade, ci stava troppo :'D Inoltre ho letto solo i libri di George R.R Martin, ma il fatto che fischiettasse la sigla della serie mi divertiva parecchio.

Comunque, inizio col dire che sono un'idiota. Mi sono completamente scordata che magari qualcuno potesse non essere a conoscenza del bunker degli Uomini di Lettere, visto che non tutti guardano spn in inglese, e qui la nona stagione è ancora inedita.
Mi scuso con chiunque non l'avesse ancora vista. Ora metto una nota nell'introduzione.

Inoltre, mi chiedo se forse dovrei cambiare il rating della storia in arancione (per le scene che potrebbero risultare un po' cruente) <.< Non ci capisco niente, secondo voi dovrei cambiarlo? 
La prossima volta che pubblicherò una serie, farò in modo di averla prima finita di scrivere, così non farò più questi pasticci ç_ç

Ok, so che questo capitolo non è molto piacevole, infatti mi sono sentita taanto sadica ç_ç Mi rifarò nei prossimi.
Ancora un immenso grazie a tutti quelli che seguono la serie, spero di non essere caduta in basso con questo capitolo ç-ç 

  
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