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Autore: occhicoloroceano    17/04/2014    1 recensioni
La vita di una sedicenne,Clara,la cui vita cambierà,non in modo positivo.
Una fanfiction che mette in risalto quanto sia difficile essere un'adolescente,le emozioni difettose,la tristezza,la felicità e molte altre cose.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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‘Porca puttana!’ Dissi guardando con un occhio l’ora dallo schermo del mio cellulare.
Erano le otto meno dieci e se non mi muovevo rischiavo di arrivare in ritardo a scuola.
‘Vaffanculo’ Dissi alzandomi dal letto.
Odiavo la scuola.
Odiavo quell’edificio con l’intonaco che cadeva a pezzi e la vernice bianca sporca e rovinata.
Odiavo quei banchi.
Odiavo quei professori che si credevano superiori e che pensavano di sapere tutto.
Magari sanno tutto di matematica,storia,geografia e puttanate varie,ma loro sono semplicemente adulti che hanno preso un diploma,si sono messi un 'cartellino' e che si credono uomini.
Non sanno un cazzo delle persone.
Non sanno un cazzo degli adolescenti.
Non sanno un cazzo della società.
Non sanno un cazzo di nulla.
Mi vestì di fretta
Non feci molto caso se stavo bene o meno,ma mi soffermai a nascondere le occhiaie causate da una nottata insonne e di lacrime.
Non feci colazione andai di corsa a scuola.
Arrivai davanti al cancello,tirai un respiro profondo ed entrai.
Percorsi il lungo corridoio che portava alla mia classe.
Bussai.
'Avanti' Pronunciò la professoressa con la sua voce fastidiosa.
'B-Buongiorno,scusi il ritardo'
Rimasi sulla porta,aspettavo che la professoressa mi rimproverasse,invece mi guardò solamente male,fece una strana faccia e abbassò gli occhi sul registro,segnando il mio ritardo.
Andai al mio posto.
Di solito c'era Hayley ad aspettarmi,con il suo sorriso che faceva invidia alle stelle.
Ma stavolta non era così.
Lei era da qualche parte in Germania,a fare chissà cosa.
Oh,quanto avrei voluto stringerla  a me.
Poggiai la mano sul suo banco,chiusi gli occhi e sospirai.
'Mi manchi' scrissi a caratteri minuscoli a matita.
La professoressa spiegava.
Ma non me ne fregava della sua noiosa spiegazione,preferivo guardare la pioggia e pensare ai fatti miei.
'Clara,e tu puoi rispondere alla domanda?' Mi chiese lei all'improvviso alzando la voce.
'Em..io..no..cioè..' Risposi io a bassa voce,con la voce che tremava.
'Vai dalla preside!' Gridò la professoressa.
Mi alzai tranquillamente e uscì.
Camminai con le mani in tasca e la testa bassa fino all'ufficio della preside.
Bussai.
'Avanti'
'B-Buongiorno' Dissi io a bassa voce balbettando.
'Clara,che hai combinato?' Mi chiese la preside con tono rassegnato.
Non era la prima volta che finivo nel suo ufficio.
'Non ero attenta alla lezione' Risposi io.
'Oh Clara Clara,la spiegazione è importante,oh voi adolescenti siete tutti uguali,siete tutti degli irresponsabili,vi lamentate del minimo problema,oh se solo sareste al posto di noi adulti,altro che problemi...' Disse lei.
'Mi scusi' La fermai io.
Lei smise di parlare.
Io deglutì.
Sapevo quello che stavo per fare e chiesi scusa a me stessa perchè le conseguenze non sarebbero state delle migliori.
'Voi adulti,parlate di noi adolescenti credendo di sapere tutto su di noi,ma sa la verità cara preside? Voi veramente non sapete un cazzo! Oh sì,proprio così. A cosa mi serve una fottutissima lezione di storia,di sapere quali guerre sono avvenute e dove,se dentro di me devo vincere le mie di guerre. Voi adulti dopo che prendete il diploma vi credete persone,fate i saputelli e rimproverate noi. Ci chiamate depressi,irresponsabili,ci dite che siamo un brutto esempio o che siamo il degrado o la rovina della società. Ma noi a differennza di voi abbiamo il coraggio di mostrare la guerra che c'è in noi,invece di spiegare le guerre che ci sono state anni e anni fa. Ora si metta nei miei panni. Nei panni di una ragazza che ha perso la sua migliore amica,che non la vedrà più forse per sempre. Come cazzo dovrei stare,me lo spiega? E ora glielo dico col cuore signora,a lei,a tutti gli adulti,con il cuore in mano...'
 
Presi fiato e tirai un respiro profondo,chiusi gli occhi e sbattendo le mani sul tavolo urlai:
'Vaffanculo!'
La preside rimase sbalordita.
'Esca fuori da qui! Lei verrà sospesa! 5 giorni di sospensione!' Mi urlò contro lei.
 
'Bene,mi sospenda,faccia così,tanto le viene bene prendere la via più semplice no? Siete tutti così,non ascoltate mai,egoisti di merda! Accetto con piacere la sospensione,ed esco da questo posto,arrivederci signora!'
Uscì sbattendomi la porta alle spalle.
Andai in classe,presi lo zaino e senza dire una parola uscì.
Una volta fuori da quella cazzo di scuola,presi le cuffie,le collegai al cellulare,me le misi nelle orecchie e iniziai ad ascoltare la musica.
La musica mi aiutava,mi aveva sempre aiutata.
Le cuffie erano come la flebo.
La musica era vita.
Tornai a casa.
Mia madre e mio padre rimasero scioccati quando entrai.
'Che ci fai qui?' Chiese mamma.
'Sono stata sospesa mamma,cinque giorni qui a casa a rompere i coglioni,contenti? ' Risposi io sorridendo,con gli occhi lucidi.
Mio padre si avvicinò e mi tirò una serie di schiaffi,forti schiaffi.
Mia madre lo fermò e lo allontanò da me.
Io la guardai negli occhi.
I suoi occhi azzurri incrociavano i miei occhi verdi forse troppo truccati.
Anche lei mi diede due schiaffi,uno per guancia.
 I miei genitori chiamarono la scuola e la preside spiegò loro tutto.
'Sei una testa di cazzo Clara!'
'Idiota'
'Cretina'
'Sei una delusione,la più grande,come figlia sopratutto'
Urlava mio padre dal piano di sotto mentre io ero in camera.
Ma non me la presi tanto perchè era strano lui,mi offendeva spesso quando era girato di palle.
Non pranzai.
Scesi di sotto dopo un pò a prendermi un bicchiere d'acqua.
I miei stavano parlando in salotto io riuscivo a sentirli.
'E' proprio una delusione amore,non ho parole,cosa darei per avere una bambina diversa da lei' Sentì dire queste parole da mia madre.
Rimasi immobile, con il corpo rigido.
Non me l'aspettavo,non mi aspettavo certe parole,sopratutto da mia madre.
Mi misi le scarpe e uscì.
'Clara non puoi uscire!' Urlò mio padre.
Non risposi, non mi voltai verso di lui, continuai a guardare davanti a me.
'Cazzo ma vaffanculo!' Pensai facendo una smorfia
Con le mani in tasca iniziai a camminare, non avevo una meta.
Guardavo il mio riflesso nelle pozzanghere; ogni tanto cadeva una foglia e il mio riflesso diventava confuso e si distruggeva.
Confuso come ciò che c'era nella mia testa e si dirtruggeva come i pensieri distruggevano me.
Ogni tanto guardavo il cielo, con le nuvole grigie cariche di pioggia che lo ricoprivano.
La pioggia mi piaceva, capivo che anche il cielo ogni tanto piangeva, e spesso, piangeva assieme a me.
Camminai a lungo, non sapevo dove stavo andando; ad un certo punto trovai una stradina asfaltata, che ai lati era affiancata da moltissimi alberi, dalle foglie gialle, rosse, marroni e arancioni, che cadevano piano piano, lasciando sulla strada uno splendido tappeto di foglie.
Decisi di prendere quella strada, non era molto lunga.
Portava a un laghetto; davanti al laghetto c'erano due panchine; sarei rimasta ore a guardare quel paesaggio fantastico, quell'acqua limpida, le foglie di quegli alberi cadere.
Sarei rimasta ore a sentire il vento che mi attraversava i capelli, il rumore dell'acqua, delle foglie, dei rami.
Era come vivere dentro una poesia.
Mi sedetti su una panchina e ci rimasi per molto tempo.
Quel giorno quando arrivai a casa salì in camera mia senza salutare nè mia madre nè mio padre, ma proprio mia madre salì e inizò a prendermi a schiaffi, dopo i primi quatto iniziai a reagire, la spinsi contro il muro e mi asciugai il sangue che usciva dal naso, dato che mi aveva beccata in pieno con i suoi numerosi anelli.
Lei rimase sconvolta dalla mia reazione, io indietreggiai e lei uscì dalla stanza in silenzio.
Quella sera nessun altro salì in camera mia.
Presi il mio diario e iniziai a scrivere:
'Caro diario,
oggi ho assaporato un pezzo di paradiso, ho trovato un luogo dove 'rifugiarmi' il pomeriggio, perchè tanto sono sola. Oggi mi hanno sospesa, perchè dicono che ho risposto male alla preside, ma comunque io ho semplicemente detto la verità, nient'altro, ma si sa, in fondo, la gente vuole la verità, ma quando gliela dici si incazzano. Vaffanculo allora. Hayley non risponde, non ho notizie di lei, starà bene? starà male? avrà bisogno di me o no? sono in ansia,cazzo, e mi manca, troppo.'
Così da quel giorno le mie giornate di sospensione furono solo casa-laghetto, monotone sì, ma pur sempre belle giornate, almeno lì potevo pensare, star bene, beh, bene no, ma potevo stare un pochino meglio e rilassarmi.
Dopo quei cinque giorni tornai a scuola, anche se voglia di tornarci, non ne avevo affatto.
Entrai in classe, dissi il solito buongiorno e andai a sedermi al solito posto.
C'era la professoressa di Matematica, era una stronza unica, con tono da persona superiore mi chiede:
'Hai imparato la lezione Clara? Ora sai come devi comportarti, spero.'
Si tolse gli occhiali e alzò lo sguardo verso di me, mentre con quelle sue unghie picchiettava sulla cattedra.
Io non risposi, lei continuò a fissarmi, io abbassai la testa, lei si rimise gli occhiali e iniziò a spiegare.
Le due ore rompi coglioni finirono presto, io presi lo zaino e uscì dalla classe dirigendomi verso la classe di Inglese.
'Clara,Claretta,fermati!' Sentì qualcuno chiamarmi.
Mi voltai e vidi le ragazze popolari della mia classe, Mandy e Allison, che devo ammettere, mi stavano anche parecchio sulle palle, guardandomi strano e ridendo di me.
'Che cazzo volete anche voi due?' Chiesi io con tono infastidito
'Fai tanto la forte ora senza la tua amichetta eh' Rispose Allison con tono arrogante, avvicinandosi a me.
'Lasciate perdere Hay,per piacere!' Gridai io.
'Hey hey,c'è bisogno di incazzarsi, cicciona' Disse Mandy.
Cicciona, perchè cicciona? Mi sembrava di essere normale, nè troppo magra nè troppo grassa.
Cercai di non far caso a quel 'cicciona', anche se avevo un'aria perplessa.
'Si si, cicciona, sei una cicciona, grassa, obesa, balena, non vedi che le tue cosce sono cosi larghe da sembrare il continente Australiano e che sei una botte.' Aggiunse Mandy.
Iniziarono a spingermi, Mandy a Allison e viceversa, come una palla, tentai di reagire ma non ci riuscì.
'Saresti perfetta come pallone da Basket!' Esclamarono entrambe ridendo.
Si scambiarono un 'cinque' e se ne andarono, facendomi uno sgambetto, e facendomi cadere a terra.
Mi rialzai e me ne andai.
Per due settimane intere quelle due ragazze mi diedero il tormento, aumentando sempre di più la pesantezza degli insulti, e iniziarono a picchiarmi.
Non riuscivo a reagire, Allison mi teneva e Mandy mi faceva a pezzi.
Se tentavo di ribellarmi mi arrivavano di quelle gomitate nello stomaco che mi facevano vomitare anche l'anima.
Da quando Hayley se n'era andata non avevo più avuto sue notizie, le scrivevo ovunque, la chiamavo, ma lei sembrava svanita.
SOTTOFONDO: http://www.youtube.com/watch?v=xqip4WBOMeY
Una sera accesi la televisione, c'era il telegiornale e siccome mi annoiavano ero pronta a girare canale, ma una cosa attirò la mia attenzione, un nome, 'Hayley Montgomery'
Sgranai gli occhi e alzai il volume; mi venne un nodo alla gola e il cuore iniziò a battermi forte.
Stavano parlando proprio di Hayley.
'La sedicenne Hayley Montgomery si è gettata dal nono piano della palazzina in cui abitava con il padre, era da poco tornata in Germania, il suo paese natale'
Gli occhi mi diventarono lucidi, il nodo alla gola che avevo iniziò a fare male, la vista mi si offuscò.
Il mio corpo diventò rigido e iniziò a tremare, mi cadde il telecomando dalla mano.
Iniziai a piangere, urlai, diedi pugni al muro e presi a calci ogni cosa che mi capitava a tiro.
Mi appoggiai al muro e scivolai a terra, in lacrime, con i pugni insanguinati.
Sbattevo la testa alle ginocchia.
Iniziarono a tornarmi in mente i sorrisi, le risate, le cazzate e tutti i bei momenti che avevamo passato insieme.
Mi tornarono in mente le sue braccia, i suoi tagli.
Mi tornò in mente il suo viso triste, il momento in cui ci salutammo, il momento in cui la strapparono da me.
Mi tornò in mente tutto.
E faceva fottutamente male.
Mia madre e mio padre arrivarono in camera mia quasi subito dopo avermi sentita urlare.
'Cos'hai, cosa ti è successo?' Chiese mia madre con tono preoccupato.
Mio padre accarezzava la schiena a mia madre per tranquilizzarla e contemporaneamente mi guardava, anche lui era preoccupato.
'Hayley non c'è più' Risposi io con un filo di voce, tra singhiozzi e lacrime.
Mia madre chinò la testa e mi prese una mano, mi baciò la fronte, ma io la respinsi.
Mio padre mi mise una mano sulla spalla, ma io respinsi anche lui.
'Lasciatemi in pace' Dissi alzando leggermente la voce.
I miei genitori si alzarono e se ne andarono, senza commentare.
Rimasi per un pò di tempo a terra, a piangere e a pensare, a maledirmi per tutto ciò che avrei potuto fare per lei ma che non avevo fatto.
Mi alzai, le gambe mi tremavano, ma riuscivo a camminare anche se faticavo a fare pochi passi.
Sentivo la testa scoppiarmi, gli occhi bruciare, il cuore spezzarsi.
Andai in bagno, mi guardai allo specchio.
Ormai non ci stavo molto con la testa, stavo dando di matto, infatti mi immaginai Hayley accanto a me, che mi poggiava la testa sulla spalla e che mi teneva per mano.
Vedevo me, gli occhi gonfi e rossi, il mascara sulle guancie, il sorriso che era sparito.
Mi tornarono in mente, in quell'istante, le parole di Mandy e Allison, 'cicciona'.
Mi faceva male vedere quel riflesso, mi faceva sentire ancora più in colpa, mi faceva sentire una merda, sotto tutti i punti di vista, così tirai un pugno allo specchio.
I frammenti di vetro rimasero fra la mia pelle, i miei gentori salirono subito e di corsa mi portarono all'ospedale.
IL GIORNO DOPO
. . .
Mi risvegliai in un letto d'ospedale, mi guardai la mano che era avvolta da una fasciatura.
Aprì bene gli occhi e vidi mia madre accanto a me.
'Buongiorno' mi disse con un sorrisone stampato in faccia.
Non risposi.
'Ieri sera hai perso molto sangue, sei svenuta, così ti hanno trattenuta, ma oggi puoi tornare a casa' aggiunse lei.
Io continuai a non rispondere.
'Beh, non sei contenta?' chiese lei.
'Spiegami come cazzo faccio essere contenta, dimmelo mamma!' le risposi io a voce alta.
Lei abbassò la testa e uscì dalla stanza.
Dopo un paio d'ore ero fuori da quella stanza, da quel posto che non mi era mai piaciuto per vari motivi.
Salì in macchina, non parlai.
Poco dopo mio padre mise in moto e partimmo.
Quando arrivai a casa presi il cellulare e chiamai il papà di Hayley.
'Ciao Clara' disse lui a bassa voce.
'Salve signon Montgomery' risposi io.
Ci fu silenzio, poi iniziai a parlare io:
'Signore, volevo porle le mie più sentite condoglianze, mi dispiace davvero, comprendo il suo dolore, anche per me è struggente perchè Hay era la mia migliore amica, il mio tutto, era una delle persone che avevo più paura di perdere e ora che l'ho persa non so che senso abbia la mia vita, mi dispiace davvero'
'Come sei dolce Clara, sono sicura che Hay ti proteggerà da lassù'
'Ci proteggerà signor Montgomery'
Lui iniziò a piangere, e iniziai a piangere anche io.
'S-Se vuoi venire domani..a vederla..per l'ultima volta' Disse lui singhiozzando.
'Ci sarò, voglio dirle addio, arrivederci signor Montgomery'
Dopo quelle parole chiusi il telefono e iniziai a piangere; mi precipitai poi davanti al computer a cercare un volo per la Germania.
'Che stai facendo?' chiese mio padre.
'Domani vado in Germania' risposi io.
'Tu non vai da nessuna parte' mi urlò contro strappandomi dal computer.
Io lo respinsi e tornai a cercare frettolosamente un volo economico.
'Cazzo, sì, ci vado, non me lo impedirai!' Urlai.
Mia madre prese mio padre e lo portò in cucina, dove parlarono, mentre io continuavo a cercare.
'Trovato' sussurrai a bassa voce.
'Se non fai cazzate puoi andare, ma devi stare sempre vicina al signor Montgomery, ci siamo capite Clara?' Disse mia madre.
Io annuì e senza pensarci due volte ordinai il biglietto aereo.
Era tutto pronto, tranne me, non sapevo se ce l'avrei fatta a dirle addio.
'Sii forte,Clara,sii forte' ripetevo dentro la mia testa, mentre un'altra lacrima scivolava sul mio viso.
Spazio autore.
Scusate se non ci sono stata per moltissimo tempo, ma oltre ad aver avuto problemi di internet ho avuto parecchie cose importanti da fare per la scuola, quindi non potevo dedicarmi alla fan fiction. A proposito della fan fiction, ho deciso di cambiare il nome, semplicemente perchè non mi piaceva molto quello che avevo dato. Spero che il capitolo vi piaccia, tenterò di farmi perdonare del tutto nel prossimo. Buona giornata e scusate ancora (:
 
  
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