Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: maty345    17/04/2014    5 recensioni
Protagonista è Courtney Barlow, bambina undicenne ispanica dagli occhi neri, che abita, assieme al padre Alfred, in un grande castello. Quest'ultimo, assieme all'assistente Maria, compie nel suo laboratorio sotterraneo continui e macabri esperimenti di cui, nonostante l'uomo tenti di tenere nascosta la natura, la giovane è a conoscenza.
---------------------------------------------------------------------------------------
Estratto dal capitolo 1
"Beh. E' semplice."A Courtney le si illuminarono gli occhi.
"Quello che hai visto erano i cadaveri che tuo padre usava come soggetti per i suoi test. Sopraffatti dalla rabbia quelli deceduti sono stati riportati dal potere di un corso." continuò.
" Per vendicarsi di tuo padre... ma certo. " aggiunse, in fine.
" Cosa?! "esclamò Courtney.
"Quindi mio padre è in pericolo...?"
" Devo andare a salvarlo! "
----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Tratto dal celebre gioco "Mad Father" un avventura piena di colpi di scena, sangue e violenza che come unico scopo è quello di resistere ad una maledetta maledizione causata dagli esperimenti di uno scienziato pazzo
Genere: Angst, Dark, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Courtney, Duncan, Nuovo Personaggio
Note: AU, Otherverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mad Father
 
Chapter 2
La madre e la figlia.

 
Percorse metà corridoio, per poi fermarsi. Gli zombie, per fortuna, non c'erano più. Analizzò la situazione.
<< Mio padre è sempre stato gentile con me >> sussurrò per precauzione, non voleva che nessun mostro vivente venisse lì a squartarla viva.
<< E' l'unico padre che ho. E l'ho anche  promesso alla mamma!  >>

<< "Lo straniero rosso-eyed diede a Jack il potere di maledire gli altri" >> lesse la donna al capezzale della figlia, la quale, teneva stretta a se il coniglietto bianco regalatosi dalla madre anni orsono, Palla Di Neve.
<< "E Jack rispose... Grazie, straniero rosso-eyed. Ora posso prendermi la mia vendetta" >>
La stanza regnava in un silenzio quasi inquitante, ma a suo modo affascinante. Non c'era vento, quella notte. Non pioveva ne grandinava. Era tutto tranquillo, e quell'ambientazione fiabesca rendava tutto più facile per Courtney.
<< Hey, mamma... >>
La donna smise di leggere e si concentrò sul viso caldo e penetrante della figlia.
<< Si, Courtney? >>
<< Cosa fa papà sempre giù di basso? >>
La figura materna ci mise un po' a rispondere. Trovare le giuste parole era davvero un'impresa ardua... Cosa avrebbe potuto dirle? Posò il libro sul pavimento, ed accarezzò i candici capelli della figlia.
<< Fa' un lavoro molto difficile... >> sarebbe bastata come risposta? Una risposta così caotica avrebbe colmato le innumerevoli domande-tutte giustificate- di sua figlia?
<< Capirai quando sarai più grande, Courtney. >> tentò a precisare. Non sapeva se ci sarebbe riuscita, ma tentare non nuoceva.
<< Vorrei essere più vecchia >> si lamentò lei. La madre trattenne un rimprovero. Avrebbe voluto diglierlo. Avrebbe voluto diglierlo, e spiegarli la causa di tutto. Di quegl'urli, di quei camici sporchi, di tutto. Semplicemente di tutto. Ma avrebbe retto una verità così pesante? Ne dubitava.
<< Courtney... >> si lasciò sfuggire.
<< Qualunque cosa accada, non dovrai odiare tuo padre. >>
<< Mamma... Qual'è il problema? >> la bambina si girò verso la parte della madre, che era a poca distanza dal suo viso. Che cosa voleva intendere con quelle parole?...
<< Non vorrei mai odiare papà! >> tuonò, indifesa.
La donna sorrise. << ...Lo vedo... >>
<< Mamma... non ti piace papà? >> era da un po' troppo tempo che si soffermava su questo fatto. Era per colpa dell'assistente, Maria? Aveva ipotizzato-solo ipotizzato- che la mamma e papà divorziassero. Era una parola che la spaventava, la respingeva ogni volta che la sentiva. Divorziare. I suoi genitori avrebbero mai divorziato?...
<< No... nulla di simile. >> La bambina  si sollevò.
<< Sono proprio come te, Courtney. >>  disse la madre.
<< Amo tuo padre altrettanto. >>
Courtney sorrise.
<< Può essere un po'... imprevedibile. Quindi cerchiamo di sostenerlo a vicenda, non importa quale delle due. Promesso? >>
<< Si! >> mai si più forte fu come quello.
<< Ora. >> esultò la madre.  << Torniamo alla storia... >>


<< Mamma, qualunque cosa accada, io amo papà... >> strinse i pugni.
<< Perciò non preoccuparti... Andrò a salvare papà! >> esclamò convinta.
Si guardò intorno. Che poteva fare, ora? Le sarebbe servito uno zainetto...  Così decise di rientare in camera sua.
Girò la capoccia a destra e a sinistra, ma no. Ogre era sparito.
<< Quello strano ragazzo se ne è andato... >> disse semplicemente.
S'avvicinò al suo baule di legno, lo aprì, e ci trovò dentro la sua cartella rosa. La mise in spalla, e arraffò tutto quello che poteva servigli... Non sapeva se poi quelle cose in fondo le sarebbero state utili, ma non poteva magari rimpiangerle dopo. 
Decise di portarsi con se Palla Di Neve, sarebbe stato utile, anche solo per farli compagnia. Era tutto arzillo e contento nella sua cuccia, intento a mangiarsi una foglia.
<< Vieni, Palla Di Neve! >> il roditore si buttò nella braccine della padroncina, speranzoso di ricevere le solite carezze.
<<  Anche Palla Di Neve ama papà, no? >>

<< Palla di Neve! >> Courtney girava nel terrazzo dietro a casa sua, disperata. Dove si era cacciato il suo coniglio? La sua villa era immensa... Non l'aveva nemmeno vista tutta neppura la sottoscritta, quindi poteva trovarsi ovunque! Corse sul prato, cercandolo dietro a qualche albero, a qualche cespuglio, a qualche tronco . Aveva provato a vedere nel laghetto, ma a meno che non fosse morto, non stava lì. E non si trovava neppure dentro al pozzo. Insomma, dove si era cacciato?
<< Paaallaaa Di Neeveeeee! Dove sei? >>
Chinò la testa, e cercò di non piangere.
<< Che faccio... La gamba le fa pure male... Sono preoccupata >>
Si sentirono dei passi veloci, delle zampette muoversi.
Courtney alzò la testa, e lo vide. Il suo coniglietto!
<< Palla Di Neve! >> il coniglio corse in contro a lei, squittendo.
<< Dove eri? Ero così preoccupata quando sei scomparso! Non riuscivo ad avvolgere quella ferita con te in giro! >> fece per indicare il taglio, ma si fermò.
<< Aspetta. Eh? Le tue ferite sono guarite... >>
Si sentirono altri passi. Ma non erano di un animale. Alfred entrò nella terrazza, spaventando appena la bambina.
<< Accidenti... Che coniglio fastidioso. >> sussurrò il dottore, accurandosi che la figlia non lo sentisse.
<< Padre! >
<< Courtney, cerca di non lasciare Palla Di Neve da solo, chiaro? Il coniglio ha fatto un pasticcio in cucina. >>
<< Scusa... >> disse lei, stringendo il coniglietto a se.
<< Palla Di Neve deve aver cercato di ottenere nuovamente un boccone dalla cucina di
Maria, eh... >> si disse fra se e se.
<< Hai trovato tu Palla Di Neve, papà? >> continuò lei.
<< Si, ho guarito la ferita sulla gamba mentre ero con lui. >>
<< Hai avuto un bel trattamente da papà, eh Palla di Neve? >> Disse Courtney al coniglio, poi, si girò ed esclamò:
<< Grazie papà! >>
<< Palla di Neve è un membro della famiglia >> disse semplicemente, avvicinandosi a Courtney.
<< Si ! >>


Mise il coniglio nello zainetto, procurandosi che avesse aria da respirare.
<< Andiamo a salvare papà adesso! >>
Si accertò che non perdesse neinte. Controllò nella libreria, sotto il letto, dietro le tende. provò pure a guardare fuori, ma ero troppo buio...
Aprì poi, i cassetti della cassettiera. E ne restò innorridita. Trovò il corpo di uno schifoso ratto e un uccellino, tutti e due con una caratteristica: erano morti. Assunse un espressiona schifata. Chi li aveva messi lì dentro? Facevano parte della maledizione anche quelli?
Quando fu sicura di non aver dimenticato nulla, uscì.
Decise di entrare in camera di suo padre e della sua defunta madre, che era proprio accanto alla sua. Vide una cosa che non aveva mai visto prima: una bambola.
Ma non una bambola come le altre. Quella era grande quanto suo padre, e sembrava  che stesse fissando la finestra, la quale specchiava solo l'oscurita.
S'avvicinò.

Un urlo stridulo, invase la camera. La bambola, o meglio quella cosa che sembrava una bambola, si girò.
Sulla faccia colava sangue, tanto sangue. La bocca aperta in un urlo che non sarebbe mai stato completo, gli occhi grandi corrugati in un'espressione inquitante.
<< RIDAMMELA! RIDAMMELA INDIETRO! >> tuonò quella cosa.
<< RIDAMMI MIA FIGLIA! >>
Courtney  indietreggiò , fino a compiere una breve corsetta. Toccò la maniglia della camera ed uscì da lì.
Che... cos'era? Aspettò un po', prima di riaprire la porta.
Al posto della donna, c'era solo una pozza di sangue.
Entrò di nuovo, ed esaminò meglio. No, non c'era solo sangue; c'era anche la chiave degli archivi.
La raccolse, la pulì, e la mise nella tasca. Controllò circospettosa la stanza: quella signora sembrava sparita.
Cercò qualcosa che le sarebbe servito, ma non trovò niente. 
C'era una cassaforte, si... ma impenetrabile. Non sapeva il codice.
<< Non so il codice per aprirla... >> 
Uscì da lì.
Percorse l'ultima parte del corridoio east, per poi passare alla sala d'entrata.
La porta per uscire da quella villa era lá... doveva solo scendere le scale-aveva pure l'imbarazzo della scelta, perchè ce ne erano addirittura due- ed uscire da lì. Ma non poteva. Non solo per il fatto che dovesse salvare suo padre, ma anche perchè gli zombi di prima si erano proprio accampati in quella zona. Camminavano, mostrando le loro ossa umide in vista. decise che non sarebbe passata da quella parte, e che avrebbe proseguito per il corridoio West.
la stanza degli Archivi era la prima che incontrava. Mise la chiave  nella  toppa, ed aprì la porta. Trascinò quest'ultima a se, ed entrò. Al suo interno era appoggiate delle serie di librerie, colme di libri. Certi di fiabe, certi di laboratorio. Un libro la colpì in particolare. C'era scritto "Esperimenti". Lo aprì ad una pagina a caso.
Era proprio la caligrafia di suo padre. Piccola, schizzata. Da scienziato. C'erano diversi disegni di zombie... di cadaveri, di uomini stesi su lettini di legno.
Trovò pure un'annotazione. La raccolse, e la mise nello zaino.
Che cos'era?... un codice memo?... può darsi.
Chiuse il libro di esperimenti, e lo rimise sullo scaffale.
Qualcosa le sfiorava la spalla. Si girò preoccupata, e ci volle tutta la sua volontà per non cominciare ad urlare...
<< Mamma... Mamma... >> una bambina, pressapoco alta come lei, le stava affianco.
Completamente nuda. Ma non era quello che la scandalizzava. Questa ragazzzina, aveva la pelle bluastra, dagli occhi e dalla bocca usciva della bava umida e appiccicosa e faceva paura, insomma. I capelli lunghi biondi erano fermati da una fascetta azzurra, che contiunuava ad oscillare.
<< FA MALE... AIUTAMI...AIUTO... >> la bambina toccò Courtney, e tutto si fece bianco.

Courtney si ritrovò, nel laboratoio di suo padre. Era succube, era buio, era pieno di sacchetti insanguinati*... 
La bambina di prima era, questa volta, della carnagione umana, ed era ancora umana. Era legata saldamente su un tavolo di legno insanguinato, e non smetteva di muoversi. Maria la teneva ferma.
Il padre, intanto, stava lavorando una medicina su un'altro tavolo.
<< Papà! >> urlò Courtney. Ma non la sentì nessuno.
In quel momento, era un fantasma: stava vivendo un ricordo, lei in quel determinato momento era da qualche altra parte.
La bambina schiamazzò.
<< Voglio andare a casa! Voglio vedere mamma! >>
Maria la trattenne. << Non preoccuparti. Ti porterò da lei, una volta che tutto sarà finito. >>
<< Nooo! Voglio andare adesso! Mamma! MAMMA! >>
Il padre di Courtney s'avvicinò alla bimba, con una siringa piena di sangue in mano.
<< Non avere fretta. Ogni cosa presto giungerà alla fine. >> disse, avvicinando la siringa al braccio della femmina.
<< Vogliamo solo che testi questa medicina. Potrebbe far male... ma non troppo. >> sussurrò, inserendo l'ago nella carne.
<< Presto sentirai sollievo. >> disse infine. Spinse l'ago ancora di più e cominciò a far inalare la medicina.
<< NOOOOOOOOOOO! MAMMAAAAAA! >>
<< Stop... >> sussurrò Courtney. Cominciò a tremare. Sentì dei rumori violenti. Sembrava che lei stesse soffrendo, e non la bambina.
<< Nn....ah....ahhhHHH! >> emise la giovane bambina dai capelli biondi.
I rumori si fecero più forti. I colpi d'ago del padre si fecero più forti.
Courtney mise le mani sulle orecchie.
<< Stop! Non voglio vedere questo! >> urlò ancora.
La pelle della giovane oramai era blu, le iridi bianche.
<< ARhg.......KK.......Arh..... >>
Courtney urlò. Urlò così forte, che i rumori non si sentirono.
Ridivenne tutto bianco. Si ritrovò di nuovo nella stanza degli archivi.
La bambina era ancora appiccicata a lei. Forse perchè era scandalizzata, o forse perchè aveva un effettiva paura di lei, le tirò un pugno. Questa cadde a peso piuma, e le sue ultime parole furono
<< Mamma... ma....ma.... >>

 

 

 
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: maty345