Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Mudokon    17/04/2014    2 recensioni
Convinta, sì è convintissima di essere da sola, sola con un potere così meraviglioso quanto pericoloso. Inconsapevolmente, ha creato un magico cuore di ghiaccio, morto, ma anche vivo. Uno spirito? Forse. Ma sarà l'unico a proteggerla dalle piccole disavventure che avrà nel corso della sua vita. Ed Anna? Sì c'è anche lei, più sbadata che mai, col suo Kristoff ovviamente; e non dimentichiamoci che la corona di Arendelle è uno degli obiettivi più voluti dai regni confinanti, che trovano la regina semplicemente meravigliosa, e possono avere ghiaccio a un prezzo ridotto se non completamente gratuito. Ad Elsa manca proprio l'amore, non quello fraterno, ma quello che ti sconvolge la vita. Bene Elsa, un uragano di emozioni presto ti divorerà.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vivo?



-Elsaaa! Tutto bene?- la voce limpida di Anna attaccata alla stronza porticina si alza di volume.
-Ieri non ti ho vista a cena- dice, questa volta con un tono deluso.
-S-sì, va tutto bene, tra poco scendo a fare colazione, non preoccuparti- dico rassicurandola, ma non so se ci sono riuscita.
Dopo dieci minuti abbondanti scendo giù per le scale ed entro nella sala da pranzo.
-Tutto bene?-
-Certamente, tu- rispondo con una domanda, ma senza intonazione.
-Ehm... Sì, se stai bene tu sto bene anch'io- mi sorride.
Ricambio con uno finto, ma pare che non si sia accorta della falsità.
-Mi chiedevo se Kristoff...- mi dice. ma io l'ho interrotta subito.
-Sì, può vivere qui al castello- la mia voce è ferma, senza emozione, non per la richiesta ovviamente, avevo altro per la testa.
-Gra-grazie- entusiasta e tanto sorpresa. -Ma come fai a sapere quello che qualcuno deve dirti?-
-Immagino- dico senza un minimo di intonazione ed espressione, il mio sguardo era concentrato sulla tazza colma di cereali davanti a me.
Anna si è accorta del mio comportamento freddo, e mi posa la sua mano sul mio braccio, facendomi una lieve carezza.
-Se posso esserti utile... Ti prego Elsa, non nascondermi più niente, ti prego!- dice quasi con il suo visino dapprima sorridente, poi triste, con le sopracciglia abbassate e i suoi occhioni socchiusi.
Mi è venuto da piangere, ma non potevo. Alzo lo sguardo e incrocio il suo, ed Anna nota che anche io ho la sua stessa espressione, così si alza lasciando perdere la colazione e mi abbraccia inginocchiandosi, io, ancora seduta, resto immobile, sorpresa dall'atteggiamento della mia amata sorella.
-Ti prego Elsa, ora che siamo unite, possiamo dirci tutto!- mi supplica.
Mi alzo dalla sedia e con un'espressione più severa le accenno che non appena mi sarò lavata, le dirò tutto. Alla fine ha ragione, perchè nasconderle le cose adesso che siamo unite? Adesso che ho finalmente una persona accanto? Adesso che ho la persona più importante della mia vita al mio fianco? 
Così mi affretto ad andare a lavarmi come sono solita a fare tutte le mattine, la mia doccia fredda, i denti, il viso e la mia amata crema alla peonia, che mi fa la pelle morbida e delicata. Mi prodigo ad andare nella mia stanza per vestirmi, quest'oggi scelgo il mio vestito azzurro, mi piace tanto, e mi fa sentire libera dai miei poteri. Poi scendo le scale con grazia e saluto Liam, un domestico irlandese giovane e carino. Busso alla porta.
-Anna? Posso entra...- una mano mi prende il braccio e mi scaraventa dentro. 
-Che modi bruschi!- dico ironica. Io lo so, Anna era felice perchè finalmente mi confidavo con lei, perchè finalmente la consideravo, perchè finalmente credeva di rendersi utile. Lei mi ha sempre sostenuto, è sempre stata disponibile, ogni volta che bussava alla mia porta, mi dava un certo conforto, e mi faceva capire che non ero sola, in un certo senso. Mi siedo sul suo letto e inizio a parlare.
-Carlos mi ha fatto vedere le morti che ci sono state durante la mia assenza ad Arendelle...- la mia voce iniziava ad essere strana, stavo per piangere. La piccola Anna mi ha fatto cenno di continuare.
-Ho fatto morire un ragazzo- basta, sono scoppiata in un mare di lacrime, e non si fermavano! -Oh Anna...- sono saltata in piedi e l'ho abbracciata, una stretta forte, che Anna ha ricambiato immediatamente. Quanto la amo. Con una mano mi accarezza la testa e con l'altra mi stringe forte a sè.
-Dai stai tranquilla- la sua voce delicata mi conforta, ma si nota benissimo che non sa cosa dire, anche perchè non credo che lei sappia di cosa si occupi veramente Carlos. Lei non si doveva preparare per diventare regina, dato che la primogenita sono io, e con questo, non si è mai interessata a niente che potesse riguardare il suo futuro; non ha mai letto il CPN, ovvero il Codice di Portamento dei Nobili, e le sue lezioni di diritto ed economia erano molto più leggere delle mie. Io ero più in difficoltà di lei, con un libro di cinquecento pagine, senza un insegnante, tutto da sola, esclusa. Di tanto in tanto, mia mamma alla sera, veniva in camera mia, e mi spiegava alcuni argomenti, quelli che chiedevo, approfondendo poi anche quelli più semplici, così ero certa di aver capito bene. Piangendo a dirotto, stavo ricordando anche il mio passato.
-Ma dimmi, quanti anni aveva questo ragazzo?- 
-solamente venticinque- lacrime ovunque.
-Dai, non fare così, non l'hai fatto di proposito, sei brava tu- mi sorride. 
-No Anna! I miei poteri mi sono sfuggiti, ancora...- 
-Non preoccuparti! Io non ho paura- mi asciuga le lacrime che mi ricoprivano il viso.
-Sei bella, ma quando sorridi non ti batte nessuno!- dice col suo sorriso stampato in faccia.
Con le lacrime inizio a sorridere, ed Anna mi trascina sulla terrazza, il sole picchia, e fa tanto caldo.
-Caspita Elsa!- mi dice guardondomi allibita.
-Cosa succede?- dico con lo sguardo preoccupato.
-Hai la pelle morbida!- mi fissa con la bocca aperta.
-Sì, opera della crema peonia- 
-Wow! Sei morbida come i culi dei neonati!-
-Anna!- dico con un tono severo, ma venendomi da ridere, non ho potuto dare l'esempio della sorella raffinata.
Infatti abbiamo riso come pazze, sotto il sole cocente, fino a quando abbiamo notato una sagoma osservarci dalla portafinestra, Kristoff.
-Buongiorno- dico col sorriso.
-Buongiorno a tutte e due- dice abbastanza agitato.
-Ciao Kristoooooff!- Anna gli salta addosso.
-Hai finito di vendere ghiaccio? Attento che ti congelo!- dico scherzosamente.
-Ehm, sono giusto venuto qui per questo- dice sempre più agitato e grondante di sudore.
Io ed Anna ci guardiamo preoccupate, facendo capire al ragazzo di proseguire con la spiegazione, e arrivare più in fretta possibile al sodo.
-Ho trovato un ragazzo accatasciato a terra, ho chiamato i soccorsi e mi sembrava giusto dirlo anche a voi due- ansima.
Io ed Anna siamo rimaste immobilizzate, senza aprire bocca.
-Portatelo al castello dopo- dico quando finalmente ho ripreso i sensi.
Sicuramente non ha un posto dove dormire, e non voglio sentirmi male nuovamente.
Tutti e tre non abbiamo pranzato, e ho detto a Pedro di non aspettarmi nel mio studio, oggi non ci sarei stata. 
Si erano fatte le sette di sera, e finalmente io ed Anna abbiamo udito un tonfo, ci siamo guardate e abbiamo subito capito che era il grandissimo portone principale. Accompagnamo il medico e i soccorritori in una delle tante camere da letto del castello e aspetto fuori dalla porta con Anna, facendo entrare solamente il medico e qualche soccorritore. Io stavo sudando freddo e la mia ragione di vita anche, con la coda dell'occhio, ho notato che anche Kristoff non stava al massimo. Vediamo uscire il medico, che mi fa cenno di seguirlo e allontanarmi per qualche istante da Anna e Kristoff.
-Il ragazzo apre gli occhi, è stanco ma sembra stia bene- pausa e riprende -Ci sono solo due cose che non mi quadrano-
-Quali sarebbero?- dico subito, impaziente.
-É molto freddo, ha una temperatura corporea bassa, e non sento il battito cardiaco- dice con gli occhi spalancati.
-É assurdo!- dico incredula, come può raccontarmi una cosa del genere?
-Ho provato più volte a sentire, ma tutto ciò che sento è il silenzio- detto questo, se ne va, chiedendomi di non dire niente ad Anna e Kristoff, data l'assurdità della situazione. 
-Preferisco che adesso andate a cenare, domani potrete vedere il ragazzo- dico ritornando dalla coppietta.
Stavano un po' esitando, ma alla fine mi hanno obbedito, ed io ne ho approfittato per entrare e vedere se stava realmente bene. Apro la porta e lo vedo sul letto, mi fissa, poi ritorna a guardare i suoi piedi nudi.
-Stai meglio adesso?- chiedo con un po' di imbarazzo, ma mantenendo il mio tono un po' altezzoso.
-Sì- tono fermo. -Comunque non c'era bisogno di portarmi qui, ero solo svenuto, tutto qui-
-Potevi morire, con quelle temperature così basse su in montagna- dico con un tono più disperato.
Ma mi sento presa in giro dato che il signorino si è messo a sghignazzare come se avessi detto di aver visto un pony volare.
-Che cosa c'è di tanto buffo?- dico con le mani sui fianchi.
-Diciamo che sono un morto vivente, gelato, in tutti i sensi- ride, ride e ride. Mi dice assurdità e scoppia a ridere.
-Ehm, sicuramente starai male e quindi...- non mi ha fatto finire la frase che mi interrompe.
-Io sto benissimo- sorride. 
-Qual'è il tuo nome?- dico un po' irritata dal suo comportamento.
-So solo che mi chiamo Jack Frost e ho venticinque anni, del resto, non so più nulla, la Luna non mi ha più parlato- dice facendo spalline.
Jack Frost...
25 anni...
morte: assiderato
Lui ha la pelle fredda, ed era solo svenuto. Oh mio Dio. La Luna? Cosa c'entra la Luna? Parla? Ma quante sciocchezze mi sta dicendo quest'individuo?
Assiderato, Jack Frost, 25 anni.
Corro verso il mio studio e trovo Carlos, intento a lavorare come al solito; prendo il suo taccuino e ricontrollo bene il ragazzo che ho ucciso, non riuscivo a credere ai miei occhi, è veramente lui, dal bozzetto, è uguale, il suo stesso nome, cognome, età. L'unica cosa differente è il colore die capelli, sono platinati, ma nel taccuino si considerano castani. Senza spiccicare parola a Carlos, strappo il foglietto ingiallito e mi dirigo nuovamente verso l'individuo strano.
-Sei tu?- dico con un tono di voce alto e un po' disperato, un po' imbarazzata per l'assurdità della situazione, gli porgo il foglio con velocità.
Lui mi guarda stranito, poi osserva il foglio per due minuti circa, ma mi sembravano un'eternità.
-Allora?- dico nuovamente.
-Evidentemente sì, tutte le informazioni sono giuste- dice con un sorrisino abbastanza stupido. -E sono anche venuto bene nel bozzetto! mi hanno fatto il mento un po' storto, ma sono figo lo stesso- ghigna. 
Rimango allibita.
-Ma tu sei...- deglutisco -Morto?-
-Teoricamente sì, praticamente no-
-Ma è impossibile! É una situazione assurda!- urlo e mi dispero, portandomi le mani tra le tempie.
-Ma sentila!- dice ghignando.
-Come prego?- alzo un sopracciglio.
-Parla quella che c'ha l'inverno nel corpo!- 
Avrei voluto ribattere, ma non mi veniva in mente nulla. In effetti non ha tutti i torti, io sono nata con dei poteri, se ci penso, è forse più assurda la mia situazione.
-Sarai controllato da Sarah e Liam, ventiquattro ore su ventiquattro, fino al mio ritorno al castello- dico con un po' di cattiveria.
-Perchè? Dove scappi?-


Ciao ciao ciao ciao! 
Scusate, nel capitolo precedente non mi sono presentata! *sbadataggine mode on*
Ciao a tutti, io sono Mudokon, sono una studentessa di terza superiore e la scuola mi uccide :')
Amo Frozen e ho deciso di scrivere qualcosina di particolare. Jack non ha le stesse caratteristiche che possiede nel film "Le cinque leggende", diventa spirito a causa della mia idola(?) Elsa *-* Va beeeene, vi lascio.
Ciao e alla prossima.
P.S. non aggiornerò in questi giorni poichè mi è un po' difficile a causa di alcuni problemini... Vedremo...
Ciao ciao ciao ciao!

  
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