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Autore: Pancake_2309    17/04/2014    1 recensioni
Questa fiction ha partecipato al Lee&Tenten Contest - Sotto il segno delle Green Beasts indetto da sushiprecotto_chan e Lady Aethelflaed
Spero sia di vostro gradimento ;)
Buona Lettura!
Kokoro
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rock Lee, Tenten
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Filo gemello



"Quando si insegue un sogno, tutto sembra bello e carico di energia, proprio come quando si è innamorati."

(Il Coperchio del Mare - Banana Yoshimoto)



Ogni tanto, stretta al cuscino del suo futon, si ritrovava a immaginare come sarebbe stata la sua vita senza quell'irresponsabile ed eccentrico del suo compagno di squadra, nonché il numero uno nel campo delle arti marziali del Villaggio dopo Gai.

Sicuramente buia, senza il suo sorriso a dare luce alla mia giornata, meglio del sole. Forse anche monotona e vuota... e molto pessimistica. Insomma, la forza vitale che mi trasmette lui, non la emana nessun altro, escluso il maestro. Devo molto a quel testone.

Tenten sorrise.

Un vero sorriso, uno di quelli che le arrivava dal cuore.

Peccato che nessuno potesse vederla.


Qualcuno bussò alla porta.

Guardò l'orologio a muro, incuriosita dal visitatore che alle cinque di mattina si scomodava a venirla a trovare.

Passò davanti allo specchio, legandosi i capelli in un disordinato chignon e sistemandosi alla bell’e meglio la sottoveste azzurra.

Forse dovrei indossare qualcos'altro... e se fosse un pervertito? Come Kiba o Naruto?

I colpi aumentarono.

Seccata, si diresse spedita alla porta, berciando un “arrivo, un secondo”.


Non è un po' presto per le visite, Rock Lee?”.

Il suo compagno di squadra cercava in tutti i modi di non lasciar cadere lo sguardo sulle curve ben delineate dell'amica.

La guardò a malapena, imbarazzato.

Oh... bè... ecco... io...”.

Forza, entra. E io che pensavo fossi uno di quei depravati, come Kiba, o peggio, Naruto” disse, con una scrollata di spalle.

L'arredamento di Tenten lasciava già intravedere una buona parte di lei, come la collezione di bastoni affilati del XV secolo della dinastia Hang appesi nel salone o gli alberi di ciliegio disegnati sulla carta da parati, in ogni stanza.


Lo sguardo della castana si posò sull'abbigliamento dell'amico, che indossava una semplice maglia nera con le maniche arricciate fino ai gomiti e i pantaloni classici della divisa da ninja.

Nessun segno di copri fronte, gilet o dell’elastica tuta verde.

S'insospettì, “accidenti, sembri un umano”.

Uhm? A cosa ti riferisci?” distolse lo sguardo dal vaso di porcellana per poi posarlo in quello di lei.

Al tuo abbigliamento”.

Sì, non ho avuto modo di cambiarmi. Scusami. Ma Gai-sensei è piombato di punto in bianco a casa mia, più precisamente sopra il mio letto, e mi ha ordinato di informarti sulla missione di domani mattina”.

Cioè, fammi capire, tra quanto partiamo?”.

Cinque ore...”.

Vuoi del tè?”.

Accetto volentieri” sorrise, seguendola in cucina.


Lo sai, stavo proprio pensando a te, poco fa”.

Davvero? E come mai?” la stuzzicò.

Chi lo sa... magari per le sopracciglia”.

Tenten...” sospirò, esasperato.

Sto scherzando” ridacchiò.


Come stai?”.

Direi meglio... e non è una bugia” sorseggiò la bevanda calda.

Le mani – stranamente senza fasciature – di lui raggiunsero le sue.

Sicura?”.

Quegli occhi grandi e tondi la misero in soggezione per la prima volta.

Che strano... cosa mi sta succedendo?

Ma più che sulle sue parole, Tenten si ritrovò a concentrarsi sul calore inaspettato delle sue mani.

Gli prese la destra, girandola e osservandone il palmo, concentrandosi più che altro su una cicatrice diagonale che partiva da sotto l'indice e arrivava fino al pollice.

E questa?”.

È vecchia...”.

Questo lo so. Ma quando te la sei fatta?”.

Vediamo... ah sì! Stavo combattendo contro Gaara”.

Toccò un taglio obliquo sul dorso della stessa, “Quando non eravamo riusciti a riportare indietro Sasuke, quattro anni fa”.

Questa?” sfiorò un taglio sul suo polso.

Sakura mi aveva appena rifiutato... così, per la disperazione, ho fatto 600 giri sulle mani intorno a Konoha”.

La parte destra delle sue labbra si curvò all'insù, “Sciocco”.

Tenten afferrò l'altra mano e così si ritrovarono a trascorrere una buona parte del tempo a parlare della storia delle sue cicatrici.

Un attimo... fammi vedere...” ma il ragazzo si stava già sottraendo al suo tocco.

È un taglio fresco, sei impazzito? Dobbiamo disinfettarlo o ti beccherai qualcosa!”.


Davvero, Tenten... non è niente...”.

Zitto!” strinse di più la fasciatura intorno alla sua mano.

Così mi bloccherai la circolazione...”.

Allora lasciati curare. Irresponsabile che non sei altro!”.

Il sottoscritto ammutolì.

Come te lo sei fatto?”.

Io... stavo venendo da te...”.

E?” lo esortò a continuare.

E ho incontrato due Jonin... loro hanno incominciato a parlare della morte di Neji... insinuando che era colpa nostra se era successo. Poi... non ci ho più visto... e li ho attaccati...”.

Cosa?...”.

Inoltre, uno dei due si è riferito al fatto che tu eri la più incapace della squadra...” sbottò iracondo. “Penso abbia tirato fuori un kunai... e mi abbia colpito”.

Lo fissò stravolta, per poi rabbuiarsi all'improvviso.

Mi hai difesa...”.

Sì. Mi sembrava il minimo, quel verme non ti conosceva e non sapeva nulla di te! Sono ancora vivi comunque...”.

Non dovevi farlo”.

Ma...”.

Il corpo della giovane venne scosso da una serie di singhiozzi.

Devo sempre mettere a repentaglio la vita dei miei amici, per l'incolumità della mia. Non è...”.

Venne interrotta dalle labbra di lui sulle sue.

Chiuse gli occhi, assaporando quelle labbra che sapevano di lacrime e di amore puro.

Lee...


Le mani di Tenten s'infilarono nelle ciocche corte e morbide dei suoi capelli mentre quelle di lui scivolavano incerte e delicate sulla schiena esile della ragazza sopra di lui.

Le emozioni si sovrapponevano l'una sopra l'altra, mutevoli e incontrollabili per entrambi.


Esitazione, curiosità, felicità erano un miscuglio confuso ma che, per qualche strano motivo, erano l'elemento armonizzante di quel momento.

Rock Lee continuava a baciarla con trasporto, imparando a memoria ogni centimetro della sua pelle, ogni cicatrice, ogni piccola imperfezione.

Si ritrovò a pensare che quello strano allenamento fosse il migliore in assoluto.

Imparare’ Tenten era e sarebbe rimasto l'allenamento più difficile di tutta la sua vita.

Le prese il viso tra le mani, un leggero rossore le imporporava le guance mentre gli occhi, coperti da qualche ciuffo di capelli castani, erano più dolci e grandi del solito.


Un forte imbarazzo la colse, non per pudore, ma per il fatto che lo sguardo che aveva davanti a sé, intenso e magnetico, le spogliava persino l'anima.

Come ci siamo arrivati qui, Lee?

È un punto di non ritorno, questo… Tenten. Non ha più senso per me mentirti...”.

Credo di sapere... cosa intendi...” si accoccolò vicino a lui, posando una mano sul petto perlaceo del compagno.

È sbagliato...?”.

Come può esserlo?”.

Rock Lee le baciò una tempia, “Se io ti portassi in un posto... verresti?”.

E la missione?”.

Strappo alla regola”.

Ma se tu sei fissato, con le regole” alzò gli occhi al cielo.


Due colpi secchi, provenienti dal corridoio, li fecero sobbalzare.

Tenten, sono Gai”.

La ragazza fissò impaurita il suo compagno di squadra.

E adesso...?

Senza pensarci due volte, corse verso il bagno per prepararsi, inciampando nella trapunta che aveva intorno al corpo.

Ti sei fatta male?”.

Ahio...” si massaggiò una guancia.


Rock Lee? Ci sei anche tu?” domandò l'uomo dietro la porta, insospettito.

Bene. Allora, io corro in bagno a prepararmi. Tu inventati qualcosa!” gli ordinò lei, spingendolo fuori dalla porta della camera e lanciandogli dietro la maglia.

Ehi! Aspetta un secondo-”.

Fu troppo tardi; lei gli aveva già chiuso la porta in faccia.

Tenten...” concluse la frase il ragazzo, dirigendosi verso il corridoio.


Gai esaminò dalla testa ai piedi il suo “adorato pupillo”.

Come mai sei qui, Lee?”.

Vede, sono venuto da Tenten per avvisarla della missione e visto l'orario... ho finito per rimanere qui” rise nervoso.

Il ninja più vecchio corrugò le sopracciglia.

È la verità?”.

Maestro! Prego, si accomodi” la kunoichi era sbucata dietro le spalle del compagno, vestita di tutto punto.


L'uomo continuava a spostare lo sguardo dall'allievo alla compagna, come se stesse seguendo i movimenti di una pallina da ping pong durante una partita.

Sì, c'è decisamente qualcosa che non va tra questi due. Insomma, Lee ha uno sguardo troppo lucido per i miei gusti e Tenten ha i capelli sciolti, una cosa anomala per una come lei.

Ma queste sono solo supposizioni superficiali...

Allora, ragazzi. Parlando della missione di oggi... il Daimyo del Paese dei Fulmini ci vuole per una missione di rango A: sono stati rubati alcuni tesori antichi dei Samurai, ieri pomeriggio...”.

Pomeriggio? Non è un po' presto per un furto?” lo interruppe Tenten.

Infatti. Devono essere nemici scaltri” convenne il compagno.

Non mi avete fatto finire. Come da tradizione, il pomeriggio è l'ora in cui avviene il cambio di guardia, e per un breve lasso di tempo, la piramide è scoperta”.

Ho capito. Hanno approfittato della confusione...”.

Sì. Dobbiamo recuperate l'elmo e la lancia d'oro della dinastia Hong del XIII secolo”.

Ancora non capisco. Perché rubare delle armi antiche?”.

Il valore di quegli oggetti è inestimabile per il Daimyo, Lee. Nelle mani sbagliate, potrebbero causare gravi danni. La lancia è dotata di uno speciale meccanismo che si attiva non appena viene in contatto con un chakra di tipo fulmine mentre l'elmo dona una forza inumana a chi lo indossa”.

C'è da supporre che siano entrambi shinobi del fulmine o di qualche Villaggio circostante...”.

Non è da escludere...”.


Gai si fermò, “Ragazzi, ora, tornando a noi… Capisco che entrambi avete una certa età, e...”.

COSA STA CERCANDO DI INSINUARE?!” Proruppe la giovane, alzandosi di colpo.

Dovrei credere che ci sia qualcosa da insinuare, Tenten?”.

Ecco, l'aveva messa alle strette.

In realtà, no. Insomma, siamo buoni amici. Tutto qui” intervenne il ragazzo, soccorrendola.


Per tutto il viaggio le parole di Rock Lee la tormentarono.

Buoni amici...

Erano quello? Si era illusa da sola?

Però...

E' un punto di non ritorno, questo... Tenten. Non ha più senso per me, mentirti...

Era lui che si contraddiceva, o aveva interpretato male i segnali?

Buttò lo sguardo sulla schiena del sopracitato.

Perché non riesco a guardarti diversamente. Vorrei poter alleviare tutto il dolore che provi. Credimi, Tenten. Ma non so come fare... ultimamente, hai alzato delle barriere insondabili intorno a te. Capisco che tu voglia escludere il mondo... ma non farlo anche con me.

Tenten si rese conto che non c'era mai stato niente di normale nel loro rapporto.

Cosa siamo sempre stati, noi due?

Credeva di conoscere la risposta.

Era un vecchio detto che chiedeva spesso a sua nonna, per il puro di piacere di sentire la sua voce, saggia e profonda, un'ultima volta prima che morisse.


Due fili dispersi nell'universo, tra mille altri. Solo quando si troveranno, capiranno che da quel momento, quell'universo è troppo piccolo per contenere la forza del loro legame”.

Nonna, tu l'hai trovato quel filo?”.

L'anziana donna, dai dolci occhi a mandorla, sorrise alla bambina sulle sue ginocchia.

Oh sì, dal primo momento che ci siamo visti, avevo capito che lui era il mio filo gemello”.

Filo gemello?”.

Tuo nonno, tesoro”.


La consapevolezza di essere riuscita a decifrare le proprie emozioni la scosse.

Si fermò.

Filo gemello... anima... gemella...

Rock Lee si voltò verso di lei, sorridendole.

Io... sei tu?

Sbrigati, Tenten!”.


Tenten si buttò a terra, evitando una decina di kunai.

Gai era da qualche parte, lontano da loro.

E Rock Lee... non riusciva a trovarlo.

Sgattaiolò a carponi sul terreno sfalsato, procurandosi graffi ed ematomi sul tutto il corpo.

Finalmente lo vide, disteso a terra, incosciente.

Lee!” si fiondò su di lui.

Il ragazzo si riprese mettendosi seduto quando volse la testa di lato.

Tenten, no! Non avvicinarti!” le intimò in un urlo.

Fu troppo tardi.

Le carte bomba esplosero in un unico colpo.



Buio. Era l'unica cosa che riusciva a percepire.

Il suo corpo era qualcosa di pesante e intorpidito.

Tenten! Svegliati ti prego... Tenten!

Quella voce l'avrebbe riconosciuta tra mille.

Rock Lee.

Lei è il maestro?

La voce dell'infermiera la mise in allarme.

Sì... sono io.

E' molto grave... non so se riuscirà a passare la notte.

Sentì una stretta sul suo braccio, poi qualcosa di umido scivolarle sulla mano.

Lacrime?

Il maestro Gai?


Il ragazzo si estraniò completamente dal tempo, continuando a fissare il viso della giovane.

Pregando che quegli occhi castani si aprissero e tornassero a vedere il mondo intorno a loro.

Non possiamo perderci così, Tenten... non ora che abbiamo capito perché non possiamo separarci.


I medici erano stati chiari fin da subito.

L'urto delle carte bomba aveva provocato una serie di traumi sul suo corpo.

La cosa peggiore era un'altra: lei rischiava di perdere completamente la memoria.


Lee afferrò la sua mano, avvolta da fili e piastrine, stringendola saldamente.

Lo sai...” esaminò le dita affusolate, disinteressato “non sono mai stato molto bravo con le parole...” portò l'altra mano in cima alla testa della giovane, accarezzando i capelli morbidi per poi lasciarla scivolare sul viso pallido, “vorrei poter trovare quelle giuste, Tenten”.

Il -bip della macchina della flebo era l'unico suono percepibile nella stanza.

Una volta, credevo che nessuno avrebbe mai potuto capire il motivo per cui continuavo ad allenarmi o anche solo a comportarmi come un emerito imbecille. Ero solo, contro tutti. Ero un imbranato. Poi, sono stato assegnato ad una squadra. Credevo di rimanere solo anche lì. Volevo diventare un grande ninja, cancellare i pregiudizi che le persone avevano su di me e sul mio aspetto... dimostrare che nessun sogno è impossibile, se ci s'impegna a superare i nostri limiti. E sai... ci ho messo l'anima ad arrivare dove sono adesso.

E se tu non fossi stata lì a incoraggiarmi, anche solo con un sorriso, non ci sarei mai riuscito... quindi, sono arrivato a una conclusione...”.

Il ragazzo non si accorse del monitor, collegato con delle piastre al cuore di Tenten, che cominciava a mostrare linee irregolari.

Se tu non fossi mai esistita nella mia vita... dove sarei, ora? A piangermi ancora addosso, probabilmente. Il maestro Gai mi ha dato la spinta necessaria, è vero, ma tu mi hai dato la carica per tutto il tragitto... ho bisogno di te... io ti amo, Tenten” mormorò le ultime parole, rendendosi conto che le iridi castane erano impiantate su di lui, sbarrate e lucide.

Ciao... mi ero fermata a dove dicevi dove saresti stato se io non fossi mai nata... temo di non aver ben capito le ultime parole”.

Lui le sorrise, “quindi, dove ti dicevo che ti amo?”.

Sì... proprio lì. Davvero sono così importante?”.

Senza di te non avrei mai realizzato il mio sogno...”.

E?” lo incalzò.

Senza di te... non avrei mai scoperto cosa si prova ad essere veramente innamorati”.

Tenten, con un gesto secco si strappò i fili del monitor e delle flebo.

Cosa vuoi fare?”.

Mi spieghi come riesco ad arrivare a baciarti con questi affari addosso?”.























































































  
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