Capitolo
Venticinque: Infection
“Kiss me,
infect me with your loving
fill me with your poison
(Katy Perry - E.T. )”
Theodore
sospirò osservando, dalla finestra, la pioggia che cadeva
indisturbata dal
cielo grigio e nuvoloso. Si era recato in infermeria quella mattina e
aveva
trovato l’amica e Potter dormire apparentemente tranquilli.
Per cui, aveva
preferito ritornare nel pomeriggio, aspettandosi di trovare Allyson
sveglia. E
così era stato.
- Dì la verità, ti ho fatto
quasi venire un infarto.
- Ovviamente, Reed. Di certo,
non ti avrei mai lasciato morire senza prima averti costretto a citarmi
nel tuo
testamento.
Aveva
detto con fare scherzoso, sfiorandole la guancia con studiata
noncuranza. Le
aveva riservato uno sguardo d’intesa - “Poi, mi
spieghi cosa diamine ti è
preso” - e poi, dopo aver salutato lei e Potter con un
“Cercate di sopravvivere”,
se ne era ritornato in Sala Comune, da Blaise.
In
realtà non si era preoccupato molto per lei. Era stata solo
l’ansia di
rivederla bianca e fredda come era già capitato non molto
tempo prima. Ormai,
ce l’aveva fatta ad ammettere che Allyson, contro ogni
probabilità, era
riuscita ad entrare nel suo cuore, in un certo senso. Certo, non
potevano
essere diventati i migliori amici di sempre, così, tutto
d’un tratto ma le cose
che solevano dirsi e confidarsi avevano, in qualche modo, lasciato che
il loro
rapporto divenisse sempre più forte. Nonostante il poco
tempo e le circostanze
in cui era nato.
Si
concesse uno sbadiglio e poi si stiracchiò raggiungendo uno
dei divani e
sprofondando accanto a Zabini. Quest’ultimo fissava assorto
il fuoco
crepitante del camino.
-
Ti
stai preparando al bacio della Blustroid, Blaise? - gli
sussurrò Nott
sogghignando.
-
Assolutamente no... - negò con un ghigno Blaise. - E poi Ruf
ci consegnerà la
pergamena solo domani, Theodore. E sono sicuro che sarai tu a doverti
preparare
per il bacio con la Reed.
-
Io
non ho nessun problema a baciare Allyson. - replicò
tranquillamente Theodore.
-
Oh,
lo so. Ma non credo che a Draco o a Potter farà molto
piacere, non credi? -
commentò il bruno, un sorrisetto beffardo nel guardare
l’amico.
-
E’
inutile farsi certe congetture mentali, amico. Tanto sarai tu a dover
baciare
Millicent Blustroid, non io. - ripeté nuovamente Nott in un
sussurro, lo
sguardo sicuro e il ghigno ben piantato sulle labbra.
-
Contaci!
-
Secondo te che ha? - domandò sottovoce Blaise.
-
Oltre alla missione che Tu-Sai-Chi gli ha assegnato, intendi? -
ribatté
sarcastico Theodore beccandosi un'occhiataccia.
-
Sì,
ovviamente. Non sai qual è, vero?
Theo
scosse la testa, accennando appena ad un sospiro.
-
A
quanto pare non lo sa nessuno.
Zabini
si lanciò un’occhiata intorno, ben attento a
chiunque avesse potuto origliare
quella conversazione.
-
Tu
dici?
Il
moro gli riservò uno sguardo sospettoso.
-
Che
cosa intendi?
Blaise
gli si avvicinò ancora di più, la
serietà che spiccava nei suoi occhi.
-
Gwendolyn Wood ne sa qualcosa. Ci scommetto la pelle.
-
Attento a cosa scommetti, Blaise. - proruppe divertito Theodore.
Il
bruno si limitò a lanciargli un’occhiata alquanto
eloquente.
-
Non
sto scherzando, Theodore. E, secondo me, è coinvolta in
questa situazione
almeno quanto Draco.
Theo
mise su un espressione annoiata. Non doveva alimentare certi sospetti.
Non
gliene sarebbe potuto fregar di meno della Wood ma c’era
qualcun altro che si
stava impegnando con tutto ciò che le rimaneva per coprire
il culo di Malfoy.
E, di certo, non le avrebbe peggiorato le cose più di quanto
non lo stessero già
facendo da sole.
-
Non
sparare cazzate.
-
Theodore, andiamo. Non ti sembra strano che proprio a metà
dell’anno arrivi una
nuova studentessa di dubbie origini da Bauxbatons? Una studentessa che,
guarda
caso, è proprio una vecchia amica di Draco e che,
probabilmente, ha avuto modo
di conoscerlo in circostanze diverse e sai a cosa mi riferisco. -
snocciolò
tranquillamente Zabini, la voce poco più che un mormorio
sommesso.
-
Ti
dirò, Blaise, che non mi interessano affatto le
“cose” in cui è immischiata
Gwendolyn Wood. Le cose a cui do conto sono poche e se proprio lo vuoi
sapere,
non mi interesso nemmeno più di tanto a Draco. - fece una
pausa trattenendo un
sospiro, sapendo perfettamente di mentire. - Nel senso che se lui non
ha voluto
spiegarci tutta la merda in cui è coinvolto, ci saranno dei
motivi. Quindi,
considerando che noi siamo i suoi migliori amici, finché non
sarà lui a
spiegarceli noi dobbiamo starne alla larga.
-
Hai
ragione, certo. Ma siamo i suoi migliori amici e non credi che dovremmo
aiutarlo? - protestò Blaise con calma.
-
Se lui
non vuole il nostro aiuto non possiamo imporglielo. Beh,
almeno…- replicò pazientemente
il moro per poi venire interrotto dall’amico.
-
Almeno
finché la situazione non diventa insostenibile. - concluse
Blaise, serio come
poche volte lo era stato.
-
Quale
situazione?
Entrambi
i Serpeverde sobbalzarono leggermente, voltando la testa e riconoscendo
il
proprietario di quella voce. Draco era sprofondato accanto a Theo, i
capelli
chiarissimi ancora bagnati, la camicia sbottonata per i primi bottoni,
l’aria
stanca e un colorito appena migliore rispetto ad una mezz’ora
prima.
-
La
nostra. Cioè della scommessa che abbiamo fatto. -
spiegò prontamente Blaise,
sistemandosi meglio sulla poltrona.
-
Scommessa? - chiese Malfoy con noncuranza.
-
Io
dico che Blaise non riuscirà a prendere nemmeno Accettabile
alla relazione di
Storia della Magia. Lui, invece, crede di riuscire ad ottenere
Eccellente.
-
Blaise Zabini? Eccellente? - cominciò divertito il biondino
guardando il bruno
con perplessità. - Theodore ha la vittoria in tasca.
-
Non
credo proprio. - obbiettò Zabini ostinatamente.
-
Sai
almeno su quale argomento era? - domandò con un ghigno
Theodore.
-
Naturalmente:
sulla rivolta dei Goblin del 1612.
Draco
e Theo si lanciarono uno sguardo prima di accentuare il proprio ghigno.
-
Era sul trattato del 1692, amico.
Blaise
sbiancò, spalancò gli occhi e cominciò
a farfugliare qualcosa di sconnesso.
-
Non
direte sul serio.
-
Mi
spiace, amico. Mi sa che dovrai baciare Millicent. - esclamò
Nott tutto
ghignante per poi scoppiare a ridere.
-
Non
è possibile! - Zabini si prese la testa fra le mani.
Malfoy
si concesse una risata più contenuta, scuotendo la testa
divertito.
-
Andiamo, non è andata poi così male.
-
Theo
ha ragione. Insomma, poteva essere lui a doverlo fare, no?
Nott
rise poco convinto, mugugnando qualcosa di incomprensibile e preferendo
evitare
l’argomento.
-
No,
Draco. Lui avrebbe dovuto baciare la…- iniziò
Blaise, riprendendosi all’istante
e stampandosi un ghigno che non prometteva niente di buono.
-
La
Parkinson. - lo anticipò Theodore lanciandogli
un’occhiataccia.
-
Beh,
sempre meglio della Blustroid.
Fu
il
commento divertito di Malfoy. Theodore sospirò, sollevato,
mentre la voglia di
schiantare Blaise Zabini pareva attenuarsi.
**
Pioveva
ancora quella notte. La pioggia si abbatteva violenta sulle mura del
castello e
i lampi squarciavano il cielo donando unici flash di luce, illuminando
per
qualche istante il buio che era calato su tutta Hogwarts. Il cupo
rumore che
produceva quella tempesta echeggiava all’interno della scuola
con forti e
spaventosi boati, impedendo il sonno a molti degli studenti che
cercavano di
addormentarsi accucciati nei propri letti.
“Devo essere impazzita sul
serio.”
Allyson
doveva essere davvero impazzita. Più di quanto
già non fosse. E non solo per la
follia che sentiva sempre più pressante, quella stessa
pazzia che la stava
lentamente divorando. In quel caso, quei pensieri erano stati scaturiti
da
tutt’altro. E quell’azione non fece altro che
alimentare quella follia, perché
nessuna persona sana di mente se ne starebbe accucciata su una delle
panchine esterne
sotto la pioggia battente.
Il
motivo? Cercava un posto per restare sola, per scappare
dall’infermeria.
L’aveva sempre odiata. Non le piaceva affatto.
Quell’odore di Pozione
disinfettante di cui era impregnante le faceva venire la nausea. E
trovare un
buon posto le era risultato difficile. Così si era fiondata
fuori senza nemmeno
pensarci, incurante della pioggia, incurante di tutto. Sapeva benissimo
che si
sarebbe beccata un accidente ma non le importava granché in
quel momento. Era
stanca e avrebbe tanto voluto mollare tutto. Sperava che qualcuno la
raggiungesse, che le dicesse che sarebbe andato tutto per il verso
giusto. Ma
pretendere ciò sarebbe stato troppo per la persona che stava
lentamente e
inesorabilmente diventando.
Prese
a canticchiare distrattamente “The
Unforgiven” dei ‘Metallica’ -
una band babbana - fissando intensamente
davanti a sé con espressione assorta, quasi assente. La
pioggia aumentò e solo
un tuono più rumoroso degli altri riuscì a
destarla. Imprecò e alzandosi
cominciò a correre verso l’interno del castello.
Rischiò di scivolare parecchie
volte ma riuscì ad arrivare tutta intera sino al secondo
piano, completamente
fradicia e grondante d’acqua, senza farsi beccare da nessuno.
Si
tastò la tasca del mantello in cerca della sua bacchetta ma
vi trovò solo
stoffa bagnata.
“Fantastico. Se Madama Chips mi
vedrà arrivare in questo stato mi
ucciderà.”
Sospirò
bruscamente, poggiandosi al muro e abbassando le palpebre per qualche
istante.
Rifletté sul da farsi e decise che sarebbe andata a
recuperare la bacchetta
alla Torre di Grifondoro, si sarebbe cambiata e poi sarebbe ritornata
in
infermeria per mettersi a dormire. Beh, tralasciando la ramanzina che
l’infermiera avrebbe potuto fargli, considerato che
conoscesse benissimo le sue
abituali “fughe” quando si trovava costretta in uno
dei quei lettini che tanto
odiava. Non perse altro tempo e, incurante della scia di gocce che si
lasciava
dietro, s’incamminò rapidamente sperando di non
trovare alcun tipo di problema
sulla sua strada. Ma, ovviamente,
sarebbe stato troppo semplice così, si disse.
Mrs
Purr era proprio davanti a lei, perforandola con quei suoi occhi scuri
e, da un
certo punto di vista, inquietanti. Odiava quella gattaccia. Fece un
grosso
sospiro e mosse qualche passo lentamente, passando davanti alla gatta
che la
fissava immobile. Si voltò di scatto e udendo il richiamo
del vecchio custode
in lontananza cominciò a darsela a gambe. Quando giunse al
terzo piano si fermò
qualche istante, il respiro corto e le gocce d’acqua che le
scorrevano
velocemente sulla pelle e sui vestiti per poi finire sul pavimento.
Deglutì
parecchie volte e poi si fiondò nel bagno di Mirtilla
Malcontenta, chiudendosi
la porta alle spalle con una certa delicatezza, cercando di fare il
minimo
rumore.
Poggiò
la schiena sulla porta e chiuse gli occhi in cerca di ossigeno. Si
scostò i
capelli bagnati che le si erano appiccicati sul viso mentre tentava di
regolarizzare il respiro. Quando ci riuscì
cominciò a tossicchiare, poi
starnutì un paio di volte.
-
Potresti fare meno rumore, mezzosangue? - sbottò in un
sussurro la voce
irritata di Malfoy.
Allyson
aprì di scatto gli occhi e vide che il Serpeverde se ne
stava seduto non molto
lontano dall’ingresso, l’espressione stanca, le
occhiaie ben evidenti e la metà
di una sigaretta tra le dita.
-
Ah,
sei tu. - fece lei tirando un sospiro di sollievo.
Draco
scosse leggermente la testa facendo Evanescere la sigaretta. Si
alzò,
passandosi le mani sui pantaloni con fare elegante e poi si
concentrò sulla
Reed.
-
Com’è stato il bagno, Reed?
-
Non
male, direi. - disse Ally in risposta, riservandogli
un’occhiata sarcastica.
Poi abbassò lo sguardo e starnutì nuovamente. -
Non è che potresti prestarmi la
tua bacchetta?
Draco
la fissò per una manciata di secondi senza fiatare e, dopo
un suo colpo di
bacchetta e un incantesimo mormorato, Allyson si ritrovò
completamente asciutta.
Lo ringraziò e lui si limitò ad una scrollata di
spalle.
-
Come
mai sei qui?
-
E i
fatti tuoi, Reed?
-
Sai
che cominci ad essere parecchio ripetitivo?
-
Sai
che cominci ad essere parecchio irritante?
Si
guardarono per qualche istante e poi distolsero contemporaneamente lo
sguardo.
Allyson borbottò qualcosa e andò a sedersi vicino
al muro, poggiandovisi
contro. Tra di loro si andò a creare un silenzio fin troppo
imbarazzante per i
gusti di entrambi. Malfoy sbuffò e si risedette nuovamente,
questa volta,
mettendosi accanto a lei. Solo pochi centimetri a distanziare le loro
spalle.
-
Come
va con…uhm…beh…hai capito, no? -
azzardò dopo un po’ lei, stanca di quel
silenzio.
-
Si
tira avanti. - emise in un debole sussurro lui.
-
Oh…capisco.
La
Reed
non sapeva cos’altro dire. Sentiva il bisogno impellente di
parlare con lui.
Sarebbe andato bene anche un litigio, l’importante era
parlarci. Ultimamente,
si era ritrovata fin troppo spesso a pensare a lui e a tutta quella
situazione.
Aveva tratto le proprie conclusioni e aveva constato che odiava il
silenzio in
presenza di Draco. Troppo opprimente e carico di parole mai dette,
sentimenti
sempre repressi.
-
Nemmeno tu riesci a dormire?
-
Altrimenti non sarei qui, Reed. - le rispose con calma, abbandonando la
testa
la muro.
-
A
volte gli incubi sono troppi e vorrei che qualcuno riuscisse
a…uhm…sai, a
“sedarli” in qualche modo. - le scappò
un grosso sbadiglio e arrossì
leggermente davanti al sorrisetto, apparentemente immotivato, del mago.
-
Posso pensarci io se vuoi. - fece con l’accenno di un piccolo
ghigno.
-
E
come?
-
A te
basterebbe la mia sola presenza, mezzosangue. Ma credo che anche uno
schiantesimo dovrebbe funzionare alla perfezione.
-
Bastardo. - sbottò la Reed tra i denti, non riuscendo,
però, ad evitare un
sorrisetto.
-
Theodore mi ha detto che domani mi aspetterà qualcosa di
strabiliante. Sai a
cosa si riferiva? - chiese per cambiare totalmente argomento.
-
Oh,
si. - cominciò lui, un sorrisetto allegro sul viso. - Blaise
ha perso una
scommessa. Domani sarà ufficiale e
beh…dovrà baciare la Blustroid.
Allyson
scoppiò in una risata fragorosa, abbandonando la testa sul
muro dietro di lei.
Il ragazzo le intimò di abbassare la voce, ma neanche lui
riuscì a trattenere
le risa. La strega si mordicchiò un labbro, cercando di
contenersi.
-
Già.
Il silenzio ritornò tra di loro. Ally sbuffò interiormente mentre prendeva ad osservarlo di sottecchi. Il pallore ben evidente, le occhiaie scure, il disordine con cui si presentava, una magrezza che stava divenendo fin troppo eccessiva. Lei si stupì della sua preoccupazione e dei pensieri che faticò ad ignorare. Avrebbe voluto dire qualcosa. Sentiva il desiderio di farsi stringere da lui, di farsi dire che c’è sempre una speranza, che sarebbe andato tutto bene. E si rese anche conto che Draco sarebbe stato l’unico dal quale avrebbe accettato certe parole. Avvertiva il bisogno di lui, di averlo accanto. E non riusciva a capacitarsene.
E
se da un lato
desiderava ardentemente quelle cose, dall'altro voleva di
più. Non
riusciva a capire da quanto tempo avesse cominciato ad avvertire certe
sensazioni ma sapeva fin troppo bene che era stata la follia che la
stava invadendo a scaturirle. Se da una parte avrebbe voluto aiutarlo,
dall'altra voleva baciarlo fino a farsi male. Voleva infilzare le
unghie nella sua carne, voleva fargli male e nello stesso tempo voleva
sentirsi sua ed essere stretta in modo rassicurante. Allyson si sentiva
infetta. Lei era infetta e, in qualche modo, anche Draco lo era. E
voleva setirne il veleno dentro di lei, voleva avvertire il sapore del
suo sangue dolcemente infetto. Sentiva che c'era qualcosa di malato,
qualcosa di malsano in quei pensieri che, giorno dopo giorno,
sembravano
farsi sempre più vividi e presenti.
Deglutì
non appena il Serpeverde si accorse dei suoi sguardi fugaci. Al suo
sorrisetto
compiaciuto, avvertì il calore invaderle le membra e il
sangue affluire sul
viso. Imprecò debolmente e sospirò, brusca,
chiudendo gli occhi per qualche
secondo. Stava cercando di darsi una calmata. Doveva smetterla di
arrossire per
ogni fottuta parola, ogni dannato gesto o sguardo di
quell’idiota. Doveva
smetterla di parlarci o di litigarci. Doveva smetterla di pensarci e
basta.
-
Reed…
-
Mh?
- mugugnò lei, voltando appena la testa verso di lui.
-
…Posso farti una domanda?
La
Reed
si raddrizzò, girandosi completamente verso di lui. Lo
guardò un po’ confusa,
stranita da quel comportamento. Non è che Malfoy fosse tanto
dedito alle buone
maniere e quella domanda subito la insospettì. Non era
affatto da lui chiederle
il permesso di farle una domanda. Annuì semplicemente e poi
lo vide assumere un
espressione seria.
-
Voglio una spiegazione.
-
A
proposito di cosa? - fece lei, il fiato corto e il cuore che,
improvvisamente,
cominciò a batterle nel petto.
-
Lo
sai, no? Su tutta questa dannata faccenda. Come fai a sapere
che...beh…hai
capito, no?
Draco
non sapeva neanche da dove cominciare. Le parole gli erano uscite senza
che avesse
la possibilità di riuscire a frenarle. Certo, voleva sapere
ma era in
difficoltà. Una parte di lui non voleva ammettere davanti a
lei che cosa fosse
diventato, che cosa avrebbe dovuto compiere per adempiere al volere di
Colui-che-non-deve-essere-nominato. Perché ammetterlo a
qualcuno che non fosse
se stesso stava a significare che, quello che lui aveva sempre visto
come un
incubo, non era altro che la pura e semplice realtà.
All’inizio ne era stato
più che fiero. Era stato scelto per un compito molto
importante. Il Signore
Oscuro aveva riposto fiducia in lui, marchiandolo e affidandogli il
compito più
importante, quello da cui tutto sarebbe dipeso.
Al
di
là di tutto, la sua voglia di capire, di scoprire chi lo
stesse controllando
dall’inizio dell’anno erano ben presenti. E aveva
dei sospetti. Uno di questi
si trovava proprio davanti lui. Era qualcosa di inaccettabile pensare
che Allyson
Kathleen Reed potesse avere dei legami con Voldemort. Lei era sempre
stata
“pura” in qualche modo, e non avrebbe permesso a
nessuno di “sporcarla”. Questo
era uno dei motivi principali per cui reprimeva i sentimenti che covava
per lei
e, proprio per questo, voleva scoprire a tutti i costi se i suoi
sospetti
fossero giusti o meno.
-
Te
l’ho già detto, Malfoy. - iniziò
Allyson tossicchiando debolmente. - Harry
sospetta di te e io ho supposto che fosse vero. Ho agito senza
pensarci, non
avrei dovuto dirti quelle cose ma non voglio che tu…
“Possa essere scoperto. Potrebbero volerti
come spia e sarebbe pericoloso.”
- Ally è preoccupata…-
la canzonò la solita vocina
irritante nella sua testa. La scacciò via, scuotendo
leggermente il capo.
Si
era
bloccata giusto in tempo. Distolse lo sguardo e si schiarì
la gola. Starnutì e
poi tirò su col naso. I sintomi di un grosso raffreddore
cominciavano a
manifestarsi, ormai. Il biondo l’osservava con sospetto,
avvicinandosi
lentamente, quasi senza nemmeno accorgersene.
-
Non
voglio che tu…cosa, Reed? - le soffiò a
pochissimi centimetri di distanza dal
suo viso.
-
Non
voglio che tu…possa…
-
Continua! Non è così difficile, mezzosangue!
Basta solo muovere le labbra in
questo modo. - commentò lui, parlandole lentamente, quasi
sulle sue labbra.
-
‘Fanculo. - sibilò in tutta risposta la strega,
fulminandolo con lo sguardo.
Lui
rise, allontanandosi e poggiandosi al muro come se nulla fosse. Allyson
restò
immobile e tesa, la gola riarsa e un rossore non indifferente
concentrato sugli
zigomi.
-
Allora?
-
Allora niente, Malfoy. Ora, se non ti dispiace…- ma Draco
interruppe le sue
parole con una mezza risata.
-
Che
c’è adesso?
-
Ma
davvero? - esalò lei con ironia, alzando gli occhi verso il
soffitto.
-
Riprendiamo il discorso, quindi?
-
Non
c’è nulla da dire. - sbottò lei.
-
Mezzosangue, comincio a stancarmi. Sappi che se non ti decidi a
parlare, ti
estorcerò le spiegazioni che mi devi con la forza.
Questa
volta fu Ally a ridere ma con sarcasmo ben evidente.
-
Piantala.
-
Non
sto scherzando.
Affermò
lui con serietà, fissandola dritta negli occhi. La
Grifondoro si mordicchiò
l’interno della guancia. Sapeva che avrebbe dovuto fare
qualcosa. Non poteva
andarsene poiché lui l’avrebbe fermata. Non poteva
mentire perché lui l’avrebbe
capito. E non poteva neanche schiantarlo poiché la sua
bacchetta se ne stava
chiusa nel suo baule al dormitorio. Che
situazione di merda, si disse.
Un
pensiero veloce, come un lampo, le si insinuò nel cervello.
C’era solo una cosa
che avrebbe potuto distrarre Malfoy, almeno fino al momento in cui non
avrebbe
avuto la bacchetta con sé per proteggersi da eventuali
“pericoli”. Quella
situazione però si mostrava potenzialmente problematica, e
non solo per il suo
orgoglio.
-
Sto
aspettando.
“Me ne pentirò, già
lo so.”
Deglutì
un paio di volte e poi, con un’audacia che non credeva di
possedere, si
avvicinò al ragazzo, frapponendosi tra le sue cosce e
posandogli le mani sulle
spalle. Si concesse qualche istante per osservare i suoi occhi confusi
e poi,
con una lentezza a dir poco esasperante, posò le proprie
labbra su quelle di
lui. Il familiare profumo le invase le narici e si ritrovò a
stringere con
forza un lembo della sua camicia. Draco in un primo momento
restò rigido al
contatto. Per poco non la spinse via, dando ascolto alla propria
ragione, ma
l’odore che avvertiva lo inebriò e
approfondì il contatto.
Allyson aveva la vaga impressione di ricadere nel buio dei suoi incubi quando, sprofondando nelle labbra di Draco, avvertì la terra mancarle sotto i piedi. Era una sensazione strana, irreale, quasi nuova e, al tempo stesso, le riportava alla mente la follia che di lei si appropriava in quelle missioni che non avrebbe voluto come tali e alle quali, al tempo stesso, non avrebbe saputo rinunciare. C'era qualcosa di appagante in quella follia; così come c'era qualcosa di appagante nel sapore delle labbra di Draco. Proprio come l'aveva immaginate, ancor meglio di come le ricordava. Infette, avvelenate, e piacevolmente sbagliate.
Il
bacio si scaldò. Lei passò le mani nei suoi
capelli, lui le cinse la vita con
forza. Si baciarono con ferocia, famelici, desiderosi di un contatto
ancora più
profondo, il lume della ragione completamente spento. Le loro lingue si
sfioravano, saggiando il sapore dell’altro senza mai
stancarsi. Dopo un po’
furono costretti a separarsi, ricercando ossigeno. Gli occhi socchiusi,
le
fronti che si toccavano, le labbra schiuse e il respiro affannato. Non
passò
molto tempo prima che ricominciassero a baciarsi.
-
Noi…non…è sbagliato. -
cercò di mormorare tra un bacio e l’altro.
Così
si fermarono a guardarsi negli occhi. Entrambi erano stravolti dalla
potenza
delle sensazioni appena provate. Erano spaventati da ciò che
sarebbe successo
di lì in avanti. Certo, si erano già baciati una
volta prima di allora, alla
festa di Halloween di quello stesso anno, ma quello non contava come un
vero
bacio a differenza di questo.
-
Io…dovremmo andare. - mormorò Allyson, restando
ancora immobile.
-
Credo che tu abbia ragione…- sussurrò a sua volta
lui, chiudendo gli occhi per
qualche secondo. Si concesse un ultimo bacio e poi aprì le
sue labbra in un
ghigno. - …ma non pensare che finisca qui, mezzosangue.
“Maledizione!”
Allyson
lo guardò storto e, a malincuore, si alzò.
Cercò di darsi un certo contegno e
poi porse una mano a Malfoy, aiutandolo ad issarsi.
-
Questa…uhm…cosa deve restare qui,
Malfoy…e non dovrà ripetersi.
-
Sono assolutamente d’accordo con te. - fece lui
con un certo divertimento.
-
Lo sai che ti odio con tutta me stessa, vero? -
precisò lei, poco convinta, dandogli le spalle mentre
raggiungeva la porta del
bagno.
-
Ricominci ad essere ripetitiva, Reed, perché non
provi qualcosa di nuovo? Sai, come la cosa che hai fatto poco fa. -
esclamò lui
tranquillo, il solito ghigno ad ornargli il volto.
Lei
si limitò ad un gestaccio con la mano, senza
nemmeno voltarsi a guardarlo. Borbottò qualcosa in segno di
saluto e imprecando
a mezzavoce uscì di gran carriera dal bagno, avviandosi nei
corridoi per
raggiungere l’infermeria, sperando di non trovare nessun
altro tipo di intoppo.
“Lo odio. Lo
odio. Lo odio.”
- Mh, davvero?
Sai, quel bacio diceva tutto fuorché questo.
“Vaffanculo.
Odio
anche te.”