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Autore: Hono    18/04/2014    1 recensioni
- Reed, ascoltami bene perché sarà l’ultima volta che perderò tempo per questo: Riguarda solo me e dal momento che tu non sei nessuno, non ti direi mai nulla sul mio conto. E' chiaro, mezzosangue?
I loro nasi quasi si sfioravano e la giovane strega si ritrovò a pensare che le sarebbe bastato pochissimo per far si che le loro labbra si toccassero. Tuttavia, quelle parole, le lasciarono uno strano senso di amarezza.
- Cristallino, Malfoy. – mormorò sommessamente, mordicchiando con forza l’interno della guancia per evitare di lasciare che altre parole affluissero dalla sua bocca.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio, Theodore, Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 25

Capitolo Venticinque: Infection

“Kiss me, infect me with your loving
fill me with your poison
(Katy Perry - E.T. )”

 

Theodore sospirò osservando, dalla finestra, la pioggia che cadeva indisturbata dal cielo grigio e nuvoloso. Si era recato in infermeria quella mattina e aveva trovato l’amica e Potter dormire apparentemente tranquilli. Per cui, aveva preferito ritornare nel pomeriggio, aspettandosi di trovare Allyson sveglia. E così era stato.

- Dì la verità, ti ho fatto quasi venire un infarto.

- Ovviamente, Reed. Di certo, non ti avrei mai lasciato morire senza prima averti costretto a citarmi nel tuo testamento.

Aveva detto con fare scherzoso, sfiorandole la guancia con studiata noncuranza. Le aveva riservato uno sguardo d’intesa - “Poi, mi spieghi cosa diamine ti è preso” - e poi, dopo aver salutato lei e Potter con un “Cercate di sopravvivere”, se ne era ritornato in Sala Comune, da Blaise.

In realtà non si era preoccupato molto per lei. Era stata solo l’ansia di rivederla bianca e fredda come era già capitato non molto tempo prima. Ormai, ce l’aveva fatta ad ammettere che Allyson, contro ogni probabilità, era riuscita ad entrare nel suo cuore, in un certo senso. Certo, non potevano essere diventati i migliori amici di sempre, così, tutto d’un tratto ma le cose che solevano dirsi e confidarsi avevano, in qualche modo, lasciato che il loro rapporto divenisse sempre più forte. Nonostante il poco tempo e le circostanze in cui era nato.

Si concesse uno sbadiglio e poi si stiracchiò raggiungendo uno dei divani e sprofondando accanto a Zabini. Quest’ultimo fissava assorto il fuoco crepitante del camino.

- Ti stai preparando al bacio della Blustroid, Blaise? - gli sussurrò Nott sogghignando.

- Assolutamente no... - negò con un ghigno Blaise. - E poi Ruf ci consegnerà la pergamena solo domani, Theodore. E sono sicuro che sarai tu a doverti preparare per il bacio con la Reed.

- Io non ho nessun problema a baciare Allyson. - replicò tranquillamente Theodore.

- Oh, lo so. Ma non credo che a Draco o a Potter farà molto piacere, non credi? - commentò il bruno, un sorrisetto beffardo nel guardare l’amico.

- E’ inutile farsi certe congetture mentali, amico. Tanto sarai tu a dover baciare Millicent Blustroid, non io. - ripeté nuovamente Nott in un sussurro, lo sguardo sicuro e il ghigno ben piantato sulle labbra.

- Contaci!

Entrambi si concessero una risata divertita, circondati dal tepore del camino e dal chiacchiericcio sibilante dei pochi studenti presenti. Proprio in quel momento, Draco fece la sua entrata nella Sala Comune. Il viso pallido e scarno, quasi incavato, le occhiaie profonde e la magrezza eccessiva. Accennò a malapena un saluto ai due amici e virò dritto per la sua stanza. Sia Theodore che Blaise si scambiarono uno sguardo. Si erano accorti del cambiamento del loro amico, come chiunque lo conoscesse anche solo un po’. Ed erano preoccupati. Non l’avevano mai visto in quel modo.

- Secondo te che ha? - domandò sottovoce Blaise.

- Oltre alla missione che Tu-Sai-Chi gli ha assegnato, intendi? - ribatté sarcastico Theodore beccandosi un'occhiataccia.

- Sì, ovviamente. Non sai qual è, vero?

Theo scosse la testa, accennando appena ad un sospiro.

- A quanto pare non lo sa nessuno.

Zabini si lanciò un’occhiata intorno, ben attento a chiunque avesse potuto origliare quella conversazione.

- Tu dici?

Il moro gli riservò uno sguardo sospettoso.

- Che cosa intendi?

Blaise gli si avvicinò ancora di più, la serietà che spiccava nei suoi occhi.

- Gwendolyn Wood ne sa qualcosa. Ci scommetto la pelle.

- Attento a cosa scommetti, Blaise. - proruppe divertito Theodore.

Il bruno si limitò a lanciargli un’occhiata alquanto eloquente.

- Non sto scherzando, Theodore. E, secondo me, è coinvolta in questa situazione almeno quanto Draco.

Theo mise su un espressione annoiata. Non doveva alimentare certi sospetti. Non gliene sarebbe potuto fregar di meno della Wood ma c’era qualcun altro che si stava impegnando con tutto ciò che le rimaneva per coprire il culo di Malfoy. E, di certo, non le avrebbe peggiorato le cose più di quanto non lo stessero già facendo da sole.

- Non sparare cazzate.

- Theodore, andiamo. Non ti sembra strano che proprio a metà dell’anno arrivi una nuova studentessa di dubbie origini da Bauxbatons? Una studentessa che, guarda caso, è proprio una vecchia amica di Draco e che, probabilmente, ha avuto modo di conoscerlo in circostanze diverse e sai a cosa mi riferisco. - snocciolò tranquillamente Zabini, la voce poco più che un mormorio sommesso.

Nott si finse pensieroso, per esordire:

- Ti dirò, Blaise, che non mi interessano affatto le “cose” in cui è immischiata Gwendolyn Wood. Le cose a cui do conto sono poche e se proprio lo vuoi sapere, non mi interesso nemmeno più di tanto a Draco. - fece una pausa trattenendo un sospiro, sapendo perfettamente di mentire. - Nel senso che se lui non ha voluto spiegarci tutta la merda in cui è coinvolto, ci saranno dei motivi. Quindi, considerando che noi siamo i suoi migliori amici, finché non sarà lui a spiegarceli noi dobbiamo starne alla larga.

- Hai ragione, certo. Ma siamo i suoi migliori amici e non credi che dovremmo aiutarlo? - protestò Blaise con calma.

- Se lui non vuole il nostro aiuto non possiamo imporglielo. Beh, almeno…- replicò pazientemente il moro per poi venire interrotto dall’amico.

- Almeno finché la situazione non diventa insostenibile. - concluse Blaise, serio come poche volte lo era stato.

- Quale situazione?

Entrambi i Serpeverde sobbalzarono leggermente, voltando la testa e riconoscendo il proprietario di quella voce. Draco era sprofondato accanto a Theo, i capelli chiarissimi ancora bagnati, la camicia sbottonata per i primi bottoni, l’aria stanca e un colorito appena migliore rispetto ad una mezz’ora prima.

- La nostra. Cioè della scommessa che abbiamo fatto. - spiegò prontamente Blaise, sistemandosi meglio sulla poltrona.

- Scommessa? - chiese Malfoy con noncuranza.

- Io dico che Blaise non riuscirà a prendere nemmeno Accettabile alla relazione di Storia della Magia. Lui, invece, crede di riuscire ad ottenere Eccellente.

- Blaise Zabini? Eccellente? - cominciò divertito il biondino guardando il bruno con perplessità. - Theodore ha la vittoria in tasca.

- Non credo proprio. - obbiettò Zabini ostinatamente.

- Sai almeno su quale argomento era? - domandò con un ghigno Theodore.

- Naturalmente: sulla rivolta dei Goblin del 1612.

Draco e Theo si lanciarono uno sguardo prima di accentuare il proprio ghigno.

- Era sul trattato del 1692, amico.

Blaise sbiancò, spalancò gli occhi e cominciò a farfugliare qualcosa di sconnesso.

- Non direte sul serio.

- Mi spiace, amico. Mi sa che dovrai baciare Millicent. - esclamò Nott tutto ghignante per poi scoppiare a ridere.

- Non è possibile! - Zabini si prese la testa fra le mani.

Malfoy si concesse una risata più contenuta, scuotendo la testa divertito.

- Andiamo, non è andata poi così male.

- Theo ha ragione. Insomma, poteva essere lui a doverlo fare, no?

Nott rise poco convinto, mugugnando qualcosa di incomprensibile e preferendo evitare l’argomento.

- No, Draco. Lui avrebbe dovuto baciare la…- iniziò Blaise, riprendendosi all’istante e stampandosi un ghigno che non prometteva niente di buono.

- La Parkinson. - lo anticipò Theodore lanciandogli un’occhiataccia.

- Beh, sempre meglio della Blustroid.

Fu il commento divertito di Malfoy. Theodore sospirò, sollevato, mentre la voglia di schiantare Blaise Zabini pareva attenuarsi.

**

Pioveva ancora quella notte. La pioggia si abbatteva violenta sulle mura del castello e i lampi squarciavano il cielo donando unici flash di luce, illuminando per qualche istante il buio che era calato su tutta Hogwarts. Il cupo rumore che produceva quella tempesta echeggiava all’interno della scuola con forti e spaventosi boati, impedendo il sonno a molti degli studenti che cercavano di addormentarsi accucciati nei propri letti.

“Devo essere impazzita sul serio.”

Allyson doveva essere davvero impazzita. Più di quanto già non fosse. E non solo per la follia che sentiva sempre più pressante, quella stessa pazzia che la stava lentamente divorando. In quel caso, quei pensieri erano stati scaturiti da tutt’altro. E quell’azione non fece altro che alimentare quella follia, perché nessuna persona sana di mente se ne starebbe accucciata su una delle panchine esterne sotto la pioggia battente.

Il motivo? Cercava un posto per restare sola, per scappare dall’infermeria. L’aveva sempre odiata. Non le piaceva affatto. Quell’odore di Pozione disinfettante di cui era impregnante le faceva venire la nausea. E trovare un buon posto le era risultato difficile. Così si era fiondata fuori senza nemmeno pensarci, incurante della pioggia, incurante di tutto. Sapeva benissimo che si sarebbe beccata un accidente ma non le importava granché in quel momento. Era stanca e avrebbe tanto voluto mollare tutto. Sperava che qualcuno la raggiungesse, che le dicesse che sarebbe andato tutto per il verso giusto. Ma pretendere ciò sarebbe stato troppo per la persona che stava lentamente e inesorabilmente diventando.

Prese a canticchiare distrattamente “The Unforgiven” dei ‘Metallica’ - una band babbana - fissando intensamente davanti a sé con espressione assorta, quasi assente. La pioggia aumentò e solo un tuono più rumoroso degli altri riuscì a destarla. Imprecò e alzandosi cominciò a correre verso l’interno del castello. Rischiò di scivolare parecchie volte ma riuscì ad arrivare tutta intera sino al secondo piano, completamente fradicia e grondante d’acqua, senza farsi beccare da nessuno.

Si tastò la tasca del mantello in cerca della sua bacchetta ma vi trovò solo stoffa bagnata.

“Fantastico. Se Madama Chips mi vedrà arrivare in questo stato mi ucciderà.”

Sospirò bruscamente, poggiandosi al muro e abbassando le palpebre per qualche istante. Rifletté sul da farsi e decise che sarebbe andata a recuperare la bacchetta alla Torre di Grifondoro, si sarebbe cambiata e poi sarebbe ritornata in infermeria per mettersi a dormire. Beh, tralasciando la ramanzina che l’infermiera avrebbe potuto fargli, considerato che conoscesse benissimo le sue abituali “fughe” quando si trovava costretta in uno dei quei lettini che tanto odiava. Non perse altro tempo e, incurante della scia di gocce che si lasciava dietro, s’incamminò rapidamente sperando di non trovare alcun tipo di problema sulla sua strada. Ma, ovviamente, sarebbe stato troppo semplice così, si disse.

Mrs Purr era proprio davanti a lei, perforandola con quei suoi occhi scuri e, da un certo punto di vista, inquietanti. Odiava quella gattaccia. Fece un grosso sospiro e mosse qualche passo lentamente, passando davanti alla gatta che la fissava immobile. Si voltò di scatto e udendo il richiamo del vecchio custode in lontananza cominciò a darsela a gambe. Quando giunse al terzo piano si fermò qualche istante, il respiro corto e le gocce d’acqua che le scorrevano velocemente sulla pelle e sui vestiti per poi finire sul pavimento. Deglutì parecchie volte e poi si fiondò nel bagno di Mirtilla Malcontenta, chiudendosi la porta alle spalle con una certa delicatezza, cercando di fare il minimo rumore.

Poggiò la schiena sulla porta e chiuse gli occhi in cerca di ossigeno. Si scostò i capelli bagnati che le si erano appiccicati sul viso mentre tentava di regolarizzare il respiro. Quando ci riuscì cominciò a tossicchiare, poi starnutì un paio di volte.

- Potresti fare meno rumore, mezzosangue? - sbottò in un sussurro la voce irritata di Malfoy.

Allyson aprì di scatto gli occhi e vide che il Serpeverde se ne stava seduto non molto lontano dall’ingresso, l’espressione stanca, le occhiaie ben evidenti e la metà di una sigaretta tra le dita.

- Ah, sei tu. - fece lei tirando un sospiro di sollievo.

Draco scosse leggermente la testa facendo Evanescere la sigaretta. Si alzò, passandosi le mani sui pantaloni con fare elegante e poi si concentrò sulla Reed.

- Com’è stato il bagno, Reed?

- Non male, direi. - disse Ally in risposta, riservandogli un’occhiata sarcastica. Poi abbassò lo sguardo e starnutì nuovamente. - Non è che potresti prestarmi la tua bacchetta?

Draco la fissò per una manciata di secondi senza fiatare e, dopo un suo colpo di bacchetta e un incantesimo mormorato, Allyson si ritrovò completamente asciutta. Lo ringraziò e lui si limitò ad una scrollata di spalle.

- Come mai sei qui?

- E i fatti tuoi, Reed?

- Sai che cominci ad essere parecchio ripetitivo?

- Sai che cominci ad essere parecchio irritante?

Si guardarono per qualche istante e poi distolsero contemporaneamente lo sguardo. Allyson borbottò qualcosa e andò a sedersi vicino al muro, poggiandovisi contro. Tra di loro si andò a creare un silenzio fin troppo imbarazzante per i gusti di entrambi. Malfoy sbuffò e si risedette nuovamente, questa volta, mettendosi accanto a lei. Solo pochi centimetri a distanziare le loro spalle.

- Come va con…uhm…beh…hai capito, no? - azzardò dopo un po’ lei, stanca di quel silenzio.

- Si tira avanti. - emise in un debole sussurro lui.

- Oh…capisco.

La Reed non sapeva cos’altro dire. Sentiva il bisogno impellente di parlare con lui. Sarebbe andato bene anche un litigio, l’importante era parlarci. Ultimamente, si era ritrovata fin troppo spesso a pensare a lui e a tutta quella situazione. Aveva tratto le proprie conclusioni e aveva constato che odiava il silenzio in presenza di Draco. Troppo opprimente e carico di parole mai dette, sentimenti sempre repressi.

- Nemmeno tu riesci a dormire?

- Altrimenti non sarei qui, Reed. - le rispose con calma, abbandonando la testa la muro.

- A volte gli incubi sono troppi e vorrei che qualcuno riuscisse a…uhm…sai, a “sedarli” in qualche modo. - le scappò un grosso sbadiglio e arrossì leggermente davanti al sorrisetto, apparentemente immotivato, del mago.

- Posso pensarci io se vuoi. - fece con l’accenno di un piccolo ghigno.

- E come?

- A te basterebbe la mia sola presenza, mezzosangue. Ma credo che anche uno schiantesimo dovrebbe funzionare alla perfezione.

- Bastardo. - sbottò la Reed tra i denti, non riuscendo, però, ad evitare un sorrisetto.

- Theodore mi ha detto che domani mi aspetterà qualcosa di strabiliante. Sai a cosa si riferiva? - chiese per cambiare totalmente argomento.

- Oh, si. - cominciò lui, un sorrisetto allegro sul viso. - Blaise ha perso una scommessa. Domani sarà ufficiale e beh…dovrà baciare la Blustroid.

Allyson scoppiò in una risata fragorosa, abbandonando la testa sul muro dietro di lei. Il ragazzo le intimò di abbassare la voce, ma neanche lui riuscì a trattenere le risa. La strega si mordicchiò un labbro, cercando di contenersi.

- Theo ci va giù pesante.

- Già.

Il silenzio ritornò tra di loro. Ally sbuffò interiormente mentre prendeva ad osservarlo di sottecchi. Il pallore ben evidente, le occhiaie scure, il disordine con cui si presentava, una magrezza che stava divenendo fin troppo eccessiva. Lei si stupì della sua  preoccupazione e dei pensieri che faticò ad ignorare. Avrebbe voluto dire qualcosa. Sentiva il desiderio di farsi stringere da lui, di farsi dire che c’è sempre una speranza, che sarebbe andato tutto bene. E si rese anche conto che Draco sarebbe stato l’unico dal quale avrebbe accettato certe parole. Avvertiva il bisogno di lui, di averlo accanto. E non riusciva a capacitarsene. 

E se da un lato desiderava ardentemente quelle cose, dall'altro voleva di più. Non riusciva a capire da quanto tempo avesse cominciato ad avvertire certe sensazioni ma sapeva fin troppo bene che era stata la follia che la stava invadendo a scaturirle. Se da una parte avrebbe voluto aiutarlo, dall'altra voleva baciarlo fino a farsi male. Voleva infilzare le unghie nella sua carne, voleva fargli male e nello stesso tempo voleva sentirsi sua ed essere stretta in modo rassicurante. Allyson si sentiva infetta. Lei era infetta e, in qualche modo, anche Draco lo era. E voleva setirne il veleno dentro di lei, voleva avvertire il sapore del suo sangue dolcemente infetto. Sentiva che c'era qualcosa di malato, qualcosa di malsano in quei pensieri che, giorno dopo giorno, sembravano farsi sempre più vividi e presenti.

Deglutì non appena il Serpeverde si accorse dei suoi sguardi fugaci. Al suo sorrisetto compiaciuto, avvertì il calore invaderle le membra e il sangue affluire sul viso. Imprecò debolmente e sospirò, brusca, chiudendo gli occhi per qualche secondo. Stava cercando di darsi una calmata. Doveva smetterla di arrossire per ogni fottuta parola, ogni dannato gesto o sguardo di quell’idiota. Doveva smetterla di parlarci o di litigarci. Doveva smetterla di pensarci e basta.

- Reed…

- Mh? - mugugnò lei, voltando appena la testa verso di lui.

- …Posso farti una domanda?

La Reed si raddrizzò, girandosi completamente verso di lui. Lo guardò un po’ confusa, stranita da quel comportamento. Non è che Malfoy fosse tanto dedito alle buone maniere e quella domanda subito la insospettì. Non era affatto da lui chiederle il permesso di farle una domanda. Annuì semplicemente e poi lo vide assumere un espressione seria.

- Voglio una spiegazione.

- A proposito di cosa? - fece lei, il fiato corto e il cuore che, improvvisamente, cominciò a batterle nel petto.

- Lo sai, no? Su tutta questa dannata faccenda. Come fai a sapere che...beh…hai capito, no?

Draco non sapeva neanche da dove cominciare. Le parole gli erano uscite senza che avesse la possibilità di riuscire a frenarle. Certo, voleva sapere ma era in difficoltà. Una parte di lui non voleva ammettere davanti a lei che cosa fosse diventato, che cosa avrebbe dovuto compiere per adempiere al volere di Colui-che-non-deve-essere-nominato. Perché ammetterlo a qualcuno che non fosse se stesso stava a significare che, quello che lui aveva sempre visto come un incubo, non era altro che la pura e semplice realtà. All’inizio ne era stato più che fiero. Era stato scelto per un compito molto importante. Il Signore Oscuro aveva riposto fiducia in lui, marchiandolo e affidandogli il compito più importante, quello da cui tutto sarebbe dipeso.

Ma con il passare dei giorni aveva capito che non era una cosa così facile. Aveva compreso che Lord Voldemort gli aveva affidato quel compito, celando la minaccia  con parole di importanza. Non aveva scelta, lui, e finché Voldemort sarebbe rimasto in vita lui non avrebbe mai avuto la possibilità di scegliere. Eppure, qualcosa era cambiato. Un pensiero di ribellione, sempre più pressante, si faceva largo tra i suoi pensieri molto più spesso di quanto avrebbe dovuto. Anche se cercava in tutti i modi di fare ciò che gli era stato ordinato, c’era qualcosa che gli impediva di andare fino in fondo. Ma non avrebbe saputo dire che cosa lo bloccasse.

Al di là di tutto, la sua voglia di capire, di scoprire chi lo stesse controllando dall’inizio dell’anno erano ben presenti. E aveva dei sospetti. Uno di questi si trovava proprio davanti lui. Era qualcosa di inaccettabile pensare che Allyson Kathleen Reed potesse avere dei legami con Voldemort. Lei era sempre stata “pura” in qualche modo, e non avrebbe permesso a nessuno di “sporcarla”. Questo era uno dei motivi principali per cui reprimeva i sentimenti che covava per lei e, proprio per questo, voleva scoprire a tutti i costi se i suoi sospetti fossero giusti o meno.

- Te l’ho già detto, Malfoy. - iniziò Allyson tossicchiando debolmente. - Harry sospetta di te e io ho supposto che fosse vero. Ho agito senza pensarci, non avrei dovuto dirti quelle cose ma non voglio che tu…

Possa essere scoperto. Potrebbero volerti come spia e sarebbe pericoloso.”

- Ally è preoccupata…- la canzonò la solita vocina irritante nella sua testa. La scacciò via, scuotendo leggermente il capo.

Si era bloccata giusto in tempo. Distolse lo sguardo e si schiarì la gola. Starnutì e poi tirò su col naso. I sintomi di un grosso raffreddore cominciavano a manifestarsi, ormai. Il biondo l’osservava con sospetto, avvicinandosi lentamente, quasi senza nemmeno accorgersene.

- Non voglio che tu…cosa, Reed? - le soffiò a pochissimi centimetri di distanza dal suo viso.

- Non voglio che tu…possa…

- Continua! Non è così difficile, mezzosangue! Basta solo muovere le labbra in questo modo. - commentò lui, parlandole lentamente, quasi sulle sue labbra.

- ‘Fanculo. - sibilò in tutta risposta la strega, fulminandolo con lo sguardo.

Lui rise, allontanandosi e poggiandosi al muro come se nulla fosse. Allyson restò immobile e tesa, la gola riarsa e un rossore non indifferente concentrato sugli zigomi.

- Allora?

- Allora niente, Malfoy. Ora, se non ti dispiace…- ma Draco interruppe le sue parole con una mezza risata.

- Che c’è adesso?

- Sei divertente, Reed. Ti ostini a non voler ammettere che ti preoccupi per me, negando l’evidenza. Non sono poi così stupido, sai?

- Ma davvero? - esalò lei con ironia, alzando gli occhi verso il soffitto.

- Riprendiamo il discorso, quindi?

- Non c’è nulla da dire. - sbottò lei.

- Mezzosangue, comincio a stancarmi. Sappi che se non ti decidi a parlare, ti estorcerò le spiegazioni che mi devi con la forza.

Questa volta fu Ally a ridere ma con sarcasmo ben evidente.

- Piantala.

- Non sto scherzando.

Affermò lui con serietà, fissandola dritta negli occhi. La Grifondoro si mordicchiò l’interno della guancia. Sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa. Non poteva andarsene poiché lui l’avrebbe fermata. Non poteva mentire perché lui l’avrebbe capito. E non poteva neanche schiantarlo poiché la sua bacchetta se ne stava chiusa nel suo baule al dormitorio. Che situazione di merda, si disse.

Un pensiero veloce, come un lampo, le si insinuò nel cervello. C’era solo una cosa che avrebbe potuto distrarre Malfoy, almeno fino al momento in cui non avrebbe avuto la bacchetta con sé per proteggersi da eventuali “pericoli”. Quella situazione però si mostrava potenzialmente problematica, e non solo per il suo orgoglio.

- Sto aspettando.

“Me ne pentirò, già lo so.”

Deglutì un paio di volte e poi, con un’audacia che non credeva di possedere, si avvicinò al ragazzo, frapponendosi tra le sue cosce e posandogli le mani sulle spalle. Si concesse qualche istante per osservare i suoi occhi confusi e poi, con una lentezza a dir poco esasperante, posò le proprie labbra su quelle di lui. Il familiare profumo le invase le narici e si ritrovò a stringere con forza un lembo della sua camicia. Draco in un primo momento restò rigido al contatto. Per poco non la spinse via, dando ascolto alla propria ragione, ma l’odore che avvertiva lo inebriò e approfondì il contatto.

Allyson aveva la vaga impressione di ricadere nel buio dei suoi incubi quando, sprofondando nelle labbra di Draco, avvertì la terra mancarle sotto i piedi. Era una sensazione strana, irreale, quasi nuova e, al tempo stesso, le riportava alla mente la follia che di lei si appropriava in quelle missioni che non avrebbe voluto come tali e alle quali, al tempo stesso, non avrebbe saputo rinunciare. C'era qualcosa di appagante in quella follia; così come c'era qualcosa di appagante nel sapore delle labbra di Draco. Proprio come l'aveva immaginate, ancor meglio di come le ricordava. Infette, avvelenate, e piacevolmente sbagliate. 

Il bacio si scaldò. Lei passò le mani nei suoi capelli, lui le cinse la vita con forza. Si baciarono con ferocia, famelici, desiderosi di un contatto ancora più profondo, il lume della ragione completamente spento. Le loro lingue si sfioravano, saggiando il sapore dell’altro senza mai stancarsi. Dopo un po’ furono costretti a separarsi, ricercando ossigeno. Gli occhi socchiusi, le fronti che si toccavano, le labbra schiuse e il respiro affannato. Non passò molto tempo prima che ricominciassero a baciarsi. 

Continuarono così per lunghi minuti che sembrarono intere giornate, ma dovette passare almeno un quarto d’ora prima che Allyson riuscisse a rendersi conto della situazione. Imprecò mentalmente e spalancò gli occhi, sorpresa da ciò che aveva appena fatto. Non avrebbe dovuto cominciare. Non avrebbero dovuto assecondare i propri malsani desideri.

- Noi…non…è sbagliato. - cercò di mormorare tra un bacio e l’altro.

Così si fermarono a guardarsi negli occhi. Entrambi erano stravolti dalla potenza delle sensazioni appena provate. Erano spaventati da ciò che sarebbe successo di lì in avanti. Certo, si erano già baciati una volta prima di allora, alla festa di Halloween di quello stesso anno, ma quello non contava come un vero bacio a differenza di questo.

- Io…dovremmo andare. - mormorò Allyson, restando ancora immobile.

- Credo che tu abbia ragione…- sussurrò a sua volta lui, chiudendo gli occhi per qualche secondo. Si concesse un ultimo bacio e poi aprì le sue labbra in un ghigno. - …ma non pensare che finisca qui, mezzosangue.

“Maledizione!”

Allyson lo guardò storto e, a malincuore, si alzò. Cercò di darsi un certo contegno e poi porse una mano a Malfoy, aiutandolo ad issarsi.

- Questa…uhm…cosa deve restare qui, Malfoy…e non dovrà ripetersi.

- Sono assolutamente d’accordo con te. - fece lui con un certo divertimento.               

- Lo sai che ti odio con tutta me stessa, vero? - precisò lei, poco convinta, dandogli le spalle mentre raggiungeva la porta del bagno.

- Ricominci ad essere ripetitiva, Reed, perché non provi qualcosa di nuovo? Sai, come la cosa che hai fatto poco fa. - esclamò lui tranquillo, il solito ghigno ad ornargli il volto.

Lei si limitò ad un gestaccio con la mano, senza nemmeno voltarsi a guardarlo. Borbottò qualcosa in segno di saluto e imprecando a mezzavoce uscì di gran carriera dal bagno, avviandosi nei corridoi per raggiungere l’infermeria, sperando di non trovare nessun altro tipo di intoppo.

“Lo odio. Lo odio. Lo odio.”

- Mh, davvero? Sai, quel bacio diceva tutto fuorché questo.

“Vaffanculo. Odio anche te.”




  
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