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Autore: Bruschii    18/04/2014    3 recensioni
PRENOTATE IL VOSTRO VIAGGIO NEL PASSATO,
ALLA RICERCA DI UN MISTERO CUSTODITO NEL FONDO DELL'OCEANO.
PRESTO VI SARA' CONSEGNATA LA CHIAVE.
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"Ce ne andiamo in America"
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"Dovrai sputare una miniera di carbone prima di poterti avvicinare ad una come lei"
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"Sto volando"
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"Sono il re del mondo"
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"Non spetta a te salvarmi,Harry"
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"Iceberg!Dritto davanti a noi!"
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"Qualsiasi cosa facciate,il Titanic affonderà"
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"Perchè l'hai fatto,Katherina?Perchè?"
"Salti tu,salto io.Giusto?"
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"Spero morirete insieme"
TITANIC.(& After)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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You

won't


do this.

 

 

 

 

Katherina's pov.

 

“Katherina” Sentii il mio nome urlato da dietro la porta laccata.

 

Alzai gli occhi al cielo.

Rivolsi poi lo sguardo verso la porta.

Mi alzai di malavoglia e mi ritrovai davanti alla superficie di legno.

Guardai l'orologio che segnava le 6.30 del pomeriggio.

Feci scattare la piccola serratura e aprii la porta,ritrovandomi mia madre di fronte.

 

“Si,madre?” Gli sorrisi ingenuamente.

 

“L'ora di cena è stata annunciata.Ti devi vestire adeguatamente.

Levati quegli stracci di dosso e indossa un vestito decente.Non voglio mai più ritrovarti in queste condizioni.Sembri una misera donna che va a lavorare in qualche fabbrica.” Mi rivolse le spalle e se ne andò,facendomi sentire per bene il rumore dei tacchi che battevano nel legno.

 

Arrivò una cameriera,molto probabilmente chiamata da mia madre,che entrò subito nella stanza e chiuse la porta dietro alle sue spalle minute.

 

“Signorina DeWitt Bukater,io sono Margaret,al suo servizio.Aveva ragione sua madre.Lei è in condizioni pietose.Abbiamo solo un ora e trenta minuti per riportarla ad avere un aspetto decente.” L'anziana cameriera si avvicinò a me e mi studiò da vicino.

 

Si,ero un po stanca,ma non potevo avere un aspetto così malandato.

Niente che non si poteva recuperare velocemente.

Vidi la donna avvicinarsi a me con un corpetto.

Mi tosi di dosso l'abito che indossavo e alzai i bracci,per far si che me lo mettesse.

Me lo avvolse intorno al busto e iniziò a tirare i lacci,facendomi mancare il respiro.

Dopo svariati tiri,fece un nodo in fondo con le estremità dei due lacci e mi lasciò un attimo andare.

Poco dopo mi si avvicinò con il sottogonna.

Dopo aver indossato sia il sottogonna e un vestito di un viola chiaro,

mi truccò con il solito trucco.

Un po di ombretto lillà sulle palpebre,un pizzico di colore sugli zigomi e un rosa tenue sulle labbra.

Mi raccolse i capelli con un fermaglio e se ne andò.

Mi guardai allo specchio.

Non importa quanto ero bella,avrei sempre disprezzato quello che ero.

Sentii bussare alla porta.

Mi alzai e mi avvicinai ad essa.

 

“Katherina,dobbiamo andare.” Louis mi porse una mano.

 

Aspettai qualche secondo prima di afferrarla e dirigermi insieme a lui verso la sala da pranzo.

 

***

Mia madre stava blaterando qualcosa ai signori che sedevano al tavolo con noi.

Non ce la facevo più.

Avevo davanti agli occhi tutta la mia vita, come se l'avessi già vissuta.

Un'infinita processione di feste, balli di società, yacht, partite di polo...

Sempre la stessa gente gretta, lo stesso stupido cicaleccio.

Mi sentivo sempre come sull'orlo di un precipizio, e non c'era nessuno a trattenermi, nessuno a cui la cosa importasse o che se ne rendesse almeno conto.


“Con permesso” Mi alzai dal tavolo e lentamente arrivai alle porte.

 

Appena uscita iniziai a correre a più non posso.

I piedi mi facevano male,per via delle scarpe,ma continuavo a correre più velocemente che potevo.

Sentii la forcina cadermi dalla testa,lasciando i capelli al vento.

Continuavo a tenere il vestito troppo lungo,per correre meglio.

Delle lacrime amare bagnavano le mie guance,che si ghiacciavano per via del forte vento che tirava quella sera di aprile.

Spinsi per sbaglio una signora anziana che stava camminando in compagnia di suo marito,ma non mi fermai a chiedere scusa.

Sbattei anche contro una panchina,ma nonostante il dolore,continuai per la mia strada.

Mi fermai solo quando arrivai alla poppa.

Mi fermai un attimo a pensare.

Mi chiedevo se era giusto quello che stavo per fare.

Certo che lo era.

Era una mia liberazione.

Questo poteva rendere felici molte persone.Compresa me.

Mi avvicinai al parapetto e lentamente,facendo attenzione e con cautela,lo scavalcai.

Mi tenni aggrappata al ferro,mentre i piedi stavano a malapena nel bordo che sporgeva.

Stavo prendendo un ultimo respiro.

 

“Non lo faccia” Mi girai verso la voce che aveva parlato,alle mie spalle,vedendo il ragazzo di oggi,quello di terza classe.

 

 

Harry's pov.

 

Avevo cenato con 3 tozzi di pane e acqua in abbondanza.

Ero uscito per prendere un po di aria.

Il compartimento della terza classe era strapieno.

Avevo trovato una panchina,sulla quale mi ero disteso per contemplare il cielo,fumando una sigaretta.

Sentii la mia postazione traballare,come se qualcuno ci avesse sbattuto contro.

Mi alzai immediatamente,per vedere una signorina,probabilmente di prima classe,che correva all'impazzata verso la poppa.

Corsi verso di lei,trovandola attaccata al parapetto,dall'altra parte della nave.

La dovevo fermare.Non poteva buttarsi.

 

“Non lo faccia” Si girò verso di me e spalancò gli occhi.

 

La guardai per bene.

Aveva un'aria familiare.

Spalancai anch' io gli occhi guardandola.

Aveva il trucco colato lungo le guancie,gli occhi rossi,i capelli sciolti e il respiro affannato.

Mi guardò per bene.

Era bellissima anche così.

Mi avvicinavo cautamente a lei,per non fargli fare mosse sbagliate.

 

“Indietro.Non faccia lei un'altro passo.” Delle lacrime continuavano a scendere lungo le sue guance bellissime.

 

Le feci vedere la sigaretta e mi avvicinai al parapetto per buttarla in mare.

Feci un paio di passi indietro e la guardai,mettendomi le mani nelle tasche dei calzoni sporchi.

 

“Venga qui.Mi dia la mano,l'aiuto a tornare a bordo” Tolsi la mano dalla tasca destra e l'allungai verso la bellissima ragazza.

 

“No!Rimanga lì dov'è.Dico sul serio.Mi butto.” Rivolse lo sguardo verso l'acqua blu dell'oceano,mentre i capelli le tornavano sul viso.

 

“Non lo farà.”

 

“Che significa non lo farò?Lei non può venire qui a dirmi quello che farò o quello che non farò.Lei non mi conosce”

 

“Bhè,l'avrebbe già fatto.”

 

“Lei mi sta distraendo,se ne vada.”

 

“Non posso oramai ci sono troppo dentro.Se lei si butta,io sarò costretto a buttarmi per salvarla.” Mi abbassai per slacciarmi gli scarponi.

 

Me li levai e li lasciai cadere a terra,provocando un tonfo.

Mi levai il cappotto sottile che indossavo e altri indumenti,rimanendo con la camicia leggera.

 

“Basterebbe l'impatto con l'acqua ad ucciderla.”

 

“Certo,bene non mi farà.Non dico di certo il contrario.Ma,per quanto mi riguarda,mi fa molto più paura l'acqua fredda.”

 

“Quanto fredda?”

 

“Un paio di gradi sopra lo zero” Mi avvicinai a lei e mi appoggiai al ferro.

 

“Ricordo, una volta, da bambino, io e mio padre andammo a pesca sul lago ghiacciato, vicino alle cascate. La pesca sul ghiaccio, sa, è quando...”

 

“So cos'è la pesca sul ghiaccio!”

 

“Mi scusi. Lei ha tanto l'aria di, come dire, di una timorata di Dio... Comunque, il... ghiaccio ha ceduto, e io sono caduto in acqua. E mi creda, cadere in acque gelide, come quelle laggiù, è come avere tutto il corpo trafitto da mille lame. Non riesci a respirare. Non riesci a pensare... a nulla, tranne che al dolore. Ed è per questo che non ci tengo a tuffarmi dietro di lei. Ma, come ho già detto, non ho scelta. Da una parte, spero che lei riscavalchi il parapetto, e mi risparmi quest'incombenza.”

 

“Lei è pazzo”

 

“Non è l'unica a dirlo...ma,con tutto il rispetto,non sono io quello appeso alla poppa di una nave.Venga,l'aiuto a tornare da questa parte” Allungai la mano,che lei afferrò.

Si girò verso di me,facendoci ritrovare faccia a faccia.

Lasciai che un sospiro uscisse dalle mie labbra.

 

“Harry Styles” Mi presentai accennando un sorriso.

 

“Katherina DeWitt Bukarter” Sorrise anche lei.

 

“Dovrà scrivermelo il suo” Fece una piccola risatina.

 

Cercai di tirarla,ma inciampò nel vestito lungo,scivolando verso l'oceano.

                                                                      

 

  
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