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Autore: Writerry    18/04/2014    2 recensioni
C'è che quando una persona ti fa stare bene non devi correre. Devi restare accanto a lei. Chissà se non vuole dividere un po' di quel bene che ti fa. Samira l'aveva capito.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario, Storico
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Il bodyguard si scosta, per far passare i miei amici. Ogni sabato sera è la solita cosa, sempre. Io dico chiaramente che non voglio andare con loro, io sto meglio da sola.
Con i miei casini per la testa, con la mia musica che mi salva, mi salva così bene. E quindi in qualche modo mi hanno convinto a mettermi questo schifosissimo vestito che tanto odio.
Così entro a testa bassa, dietro quelli che chiamo "amici", ma tanto lo so benissimo che non lo sono e sono da sola. Lo sono sempre stata.
Accenno una risata verso il bodyguard come per dire "dentro farà sicuramente schifo, potrei prendere il tuo posto." 
Entro in quel locale, c'è un puzzo asfissiante di fumo, sembra erba, io mi guardo in giro ed i miei "amici" sono spariti chissà dove. D
Decido di sedermi su una poltrona isolata da tutto e tutti, e prendo il libro dalla mio pochette, me lo porto al petto e chiudo gli occhi, dimenticandomi di tutti i problemi, isolandomi da quelle teste di cazzo.
Si, li ho etichettati tutti così. Loro mi etichettano come "quella strana" ed io ricambio il favore.
Mi faccio cullare dalla musica assordante, in quache modo. 
Serro gli occhi aperti davanti a me, respirando pesantantemente, girando poi il collo e guardando una ragazza accovacciata dietro di me.
Lei ha dei tratti dolci, quasi familiari, mi sembra dimenticare tutto. Ha due occhi blu che mi tolgono il fiato, in confronto a quelli marroni che ho io.
I capelli sono legati in una coda e sono biondi, ha la fronte imperlata di sudore, è davvero bella. 
"Sono Alexia, chiamami Al." mi dice, con la sua voce. Mi trafigge i polmoni e mi fa star male.
"Samira, chiamami.. Samira." dico, balbettando e guardandola negli occhi. 
Lei impreca guardando l'oggetto che tengo tra le mani. 
"Ti piace Bukowski?" dice, portando lo sguardo dal libro a me. Io annuisco imbrazzata abbassando il viso e di conseguenza lo sguardo.
Mi prende il libro tra le mani e fruga nelle tasche dei suoi jeans. L'ho notato ora, è l'unica a portare un paio di pantaloni in questo posto del cazzo.
Scrive qualcosa nell' indice con la penna, ed io resto immobile guardandola. Lei mi porge nuovamente il libro e mi sorride.
"Non balli?" Mi chiede curiosa avvicinandosi di più al mio viso.
"No. Mi fa schifo ballare." Sputo. Sento che a lei posso dire queste cose, e lei si avvicina a me e mi passa un braccio sulla spalla appoggiandosi completamente su di essa, socchiudendo lentamente gli occhi.
"Ti chiamo Mira, va bene?" Alza lo sguardo su di me, penetrandomi gli occhi, ho paura che mi legga il pensiero. Annuisco debolmente e mi accomodo sul divano.
Liberandomi da ogni ansia, quella ragazza ha fatto uno strano effetto su di me. Di solito erano le pasticche che mi liberavano dall'ansia non le persone.
E così chiudo gli occhi. Ma solo perchè so che lei li ha chiusi, forse crede che mi sia addormentata perchè la sento lasciarmi lì. Ho una piccola fitta al petto e tengo gli occhi serrati.
Non credo ritornerà da me, così stringo il labro che aveva tenuto tra le mani. Mi fa sentire bene.
  
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