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Autore: KikiShadow93    18/04/2014    9 recensioni
Durante una tranquilla giornata di navigazione, Barbabianca e la sua famiglia trovano qualcosa di incredibile in mare: una bambina, di cui però ignorano la vera natura.
Decidono di tenerla, di crescerla in mezzo a loro, ovviamente inconsapevoli delle complicazioni che questa scelta porterà, in particolar modo per l'arrogante Fenice.
Genere: Generale, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Marco, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un'allegra combriccola di mostri.'
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Piccola avvertenza: ve lo dico subito, così siete già preparati: questo capitolo sarà oscenamente lungo! In un primo momento avevo pensato di dividerlo in due, ma sarebbe venuto fuori una schifezza.
Vi consiglio quindi di leggerlo in un momento in cui avete tempo e di fare tutta una tirata! ;)
Beh, detto questo, vi lascio al capitolo! Ci risentiamo alla fine :*

 
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I corpi si muovono al tempo della musica sparata a tutto volume dalle voluminose casse sparse per tutto il locale, i drink colorati passano di mano in mano come offerte di pace in chiesa, le menti viaggiano lontane prede di trip distruttivi.
Akemi non si è mai sentita così viva, così euforica e così leggera. Continua a muoversi a tempo, a ballare come impazzita tra le braccia di quel pazzo di Kakashi, senza accorgersi del tempo che passa.
Quando lo aveva incontrato in quel vecchio manicomio abbandonato si era sentita profondamente minacciata, ma al ragazzo non ci è voluto molto per guadagnarsi un minimo di fiducia. Gli è bastato cominciare a parlare, a raccontarle le cose che sa su quel posto, farla camminare e scherzare, portarla a bere qualcosa. Poi tutto è filato liscio come l'olio, e adesso ballano come impazziti dentro al Neon, quello che viene considerato il locale più distruttivo di tutta Namba, unico locale in cui la marina non ha mai e poi mai messo piede. Pure gli appartenenti all'Ordine del Drago lo evitano, in quanto si troverebbero in netto svantaggio.
Kakashi, invece, è sempre stato un assiduo frequentatore di quel luogo così caotico e dispersivo, dove spesso e volentieri si è svegliato all'alba, preda di devastanti amnesie dovute all'eccesso di alcool e droghe. Anche adesso ci da giù pesante, fumando erba come se non ci fosse un domani, sniffando cocaina non appena ne ha l'occasione, tirando giù drink su drink, sballandosi come solo lui è in grado di fare.
I suoi capelli chiari ondeggiano in mezzo alla folla, risplendendo come raggi di sole in quella mischia. Le mani dei presenti provano ad afferrarlo, desiderosi di poter sfiorare quel corpo magnifico, senza però illudersi di poter baciare quelle labbra delicate.
«I adore you!» le urla facendola volteggiare, stringendola poi in una morsa d'acciaio.
Akemi scoppia a ridere, fuori controllo, e si lascia trascinare di nuovo verso il bar.
I baristi sudano, preparano da bere freneticamente, impegnandosi per riuscire a sentire le richieste dei clienti che provano a sovrastare la musica assordante.
A Kakashi non frega niente di quella gente e semplicemente scavalca il bancone e prende due grosse bottiglie contenenti un liquido verdastro, anche se difficile da vedere a causa delle luci psichedeliche che cambiano ogni colore.
Scavalca di nuovo il banco e afferra la ragazza per un polso, trascinandola verso dei divanetti appartati. Quando si prendono sbornie come quella è bene stare in disparte se non si vogliono fare danni seri. Come una strage, per esempio.
«Assenzio superiore, settanta gradi.» afferma sorridendole con aria furbetta, stappando la propria bottiglia e urtandola con quanta più delicatezza può contro quella della nuova amica.
Akemi, che è già vicina al coma etilico, scoppia a ridere di gusto e stappa a sua volta la bottiglia, cominciando subito a bere con ingordigia.
Le papille gustative di entrambi vanno completamente a fuoco, così come le gole e gli stomaci. La testa gira ancora di più tutto in un colpo, la vista si offusca ulteriormente.
Si sentono male, ma a nessuno dei due importa minimamente. Vogliono solo divertirsi, spaccare tutto quello che li circonda, trasgredire ad ogni legge o etica morale. Vogliono vivere.
«Questo posto ha rotto il cazzo!» sbotta Kakashi, saltando in piedi sul divanetto di velluto viola e ribaltandosi inevitabilmente dall'altra parte, scoppiando a ridere a crepapelle «Mi sa che sono caduto!»
Akemi ride ancora più forte, incapace di ragionare, e a fatica si alza a sua volta e lo aiuta a rimettersi in piedi, barcollando poi a braccetto verso l'uscita.
Fuori fa freddo, ma a loro non importa neanche di quello. Non gli importa neanche che le persone, alle cinque e un venti del mattino, dormano beate nei loro letti e quindi urlano a squarciagola, intonando canzoni a caso, ridendo per ogni cosa.
Si trascinano per le strade, bevendo e bevendo ancora, distruggendosi il fegato quasi fino alla decomposizione.
Raggiungono, con una fatica disumana, il lussuoso albergo in cui alloggia lo strano ragazzo e, sempre facendo un casino infernale, entrano e cominciano ad importunare i poveri lavoratori costretti a fare il turno notturno, che in tutti i modi li pregano di fare piano e di andare nella loro stanza.
«Io faccio come voglio!» urla Kakashi, prendendo di peso un divano e scagliandolo contro il muro «Non farmi incazzare!»
L'uomo, terrorizzato dal giovane con gli occhi di ghiaccio che più volte ha visto in quell'albergo e di cui conosce la fama, si scusa con le lacrime agli occhi, scatenando le risate dei due folli ubriachi, che senza dire altro s'incamminano verso l'ascensore.
«Stava piangendo!» strilla Akemi, preda di un attacco di ridarella degna del babbuino più stupido del creato.
Kakashi, più stupido di lei, si accascia contro la parete, ridendo come un ossesso, tanto da doversi tenere gli addominali «Che cazzone!»
Arrivano finalmente all'attico e Kakashi la conduce, strisciando per terra come un verme, fino alla propria stanza, che si rivela essere la cosa più lussuosa mai vista da Akemi.
«Ti piace lo champagne?» le domanda trascinandosi verso il piccolo bar privato nell'angolo della stanza, facendo cadere a terra diversi bicchieri di cristallo nel voltarsi.
Akemi scoppia di nuovo a ridere, ormai quasi incapace di intendere e di volere, e semplicemente si butta a sedere sul divano e si sfila gli stivali di dosso, accomodandosi come se fosse a casa sua.
Kakashi la raggiunge velocemente con due calici pieni e ghiacciati, e con fare galante le porge il suo.
«A cosa brindiamo?» gli domanda Akemi, mentre le palpebre diventano improvvisamente pesanti. In fondo, si sa, quando si è ubriachi non è bene fermarsi.
«Alla nostra libertà emotiva e ad una vita magnifica!» esclama il biondo, alzando il bicchiere e facendolo tintinnare con quello della ragazza.
Bevono guardandosi dritto negli occhi e, proprio mentre quel dolce liquido freddo scende per le loro gole, scoppia la ridarella idiota. A lui va completamente di traverso, mentre lei riesce a liberarsi di tutto sputandoglielo sulla spalla, incapace di trattenere le risate. Risate che aumentano di volume non appena Kakashi, tra un colpo di tosse e l'altro, si lascia scappare un sonoro rutto.
Ridono ancora di più, Akemi zampetta e saltella per la stanza come uno stambecco epilettico, mentre Kakashi si trova costretto ad alzarsi e correre verso il bagno, ormai incapace di trattenere il vomito che gli sta risalendo per la gola.
Vomita praticamente per tutto il tragitto, tappezzando tutto, e Akemi non si premura neanche di aiutarlo, troppo presa dalle risate sguainate di cui è preda.
Kakashi, piegato in due sul lavandino, riesce finalmente a riprendere fiato e, con tono scherzoso, esclama «Mamma mia, faccio schifo!»
Akemi lo raggiunge, cercando di evitare le macchie di vomito disseminate di qua e di là, ridendo delle sue pietose condizioni.
«Mi è andato di traverso... esplosione di bollicine!» urla in preda alle risate, decidendo di colpo di pulire tutto lo schifo che ha disseminato per il candido bagno. Decide però di farlo nel modo più sbagliato possibile: prende il tubo della doccia, situata praticamente in un altro locale, e spruzza l'acqua per terra, allagando la stanza.
«Che odore infernale!» commenta semplicemente Akemi, poggiata con le spalle al muro, il viso solcato da scie scarlatte «Kakashi, raccogli quella roba lì...? Oddio, anche là, tutto vomitato! Il lavandino...» farfuglia subito dopo, piegandosi in due per le risate.
Kakashi ride a sua volta, buttando degli asciugamani per terra «Il vomitatore pazzo!»
«Oddio, ma che è? Pezzi di roba mai vista!»
«Si e che sono, Alien?!» sbotta il biondo, chiudendo la porta e trascinando l'amica verso la camera da letto.
Si buttano sul morbido materasso come due pesi morti, respirando a fatica.
«Ti adoro, sei il mio nuovo idolo...» farfuglia Kakashi, prendendo il cuscino e sistemandoselo meglio sotto la testa mentre la voglia di dormire si fa sempre più forte.
«E perché?» domanda Akemi, sistemandosi a sua volta, ormai prossima a crollare.
«Erano anni che non incontravo qualcuno in grado di reggere le mie serate!»
Detto questo si scambiano un fugace bacio a stampo, giusto per concludere al meglio quella folle serata all'insegna dell'alcol e della stupidità, crollando in pochi minuti in un sonno profondo.

Il Sole è sorto ormai da qualche ora, la città si è completamente rianimata.
In una piccola ma lussuosa stanza d'albergo, Satch se ne sta stravaccato su un grande letto a baldacchino, intento a fissare le curve di Mimì, che sta chiamando il servizio in camera.
La ragazza si rende conto, dopo diversi minuti, dello sguardo malizioso dell'uomo steso nel suo letto e, con assai falso pudore, si copre il seno scoperto e gli rivolge un'occhiataccia.
«Smettila, Satch!» esclama sorridendogli raggiante, voltandosi dall'altra parte per potersi legare i capelli e, in tutta onestà, per fargli un dispetto.
«Mi ecciti quando fingi di essere pudica.» ridacchia il pirata, facendola voltare con un sorriso furbetto ad incresparle le labbra sottili.
Lo raggiunge con passo svelto e si sdraia al suo fianco, poggiandogli la testa sul torace muscoloso e segnato da più cicatrici. Tocca il simbolo della ciurma tatuato sul pettorale sinistro con la punta delle dita, alzando finalmente gli occhi sul suo viso allegro.
«Ti mancherò più io o più loro?» domanda con voce divertita non appena l'uomo fa scivolare, per l'ennesima volta, una mano sul suo seno.
«Mi mancherà tutto di te.» ammette con tono dolce, per poi farle un sorriso strafottente «Anche il fatto che russi!»
«Ma io non russo!» controbatte prontamente dandogli una leggera pacca sul petto, per poi sorridergli maliziosamente e montargli a cavalcioni sul ventre «E comunque non mi pare che tu mi abbia dato tanto la possibilità di dormire nelle ultime quindici ore.»
«Si, però almeno due ore abbiamo dormito. Quindi ho la prova che russi.»
Si sorridono divertiti, intrecciando le dita e guardandosi dritto negli occhi. C'è intesa tra loro, molta, tanto da far provare loro un senso di angoscia all'idea di separarsi. Il che è paradossale, dal momento che si conoscono da meno di un giorno.
Si baciano dolcemente, stringendosi con infinita delicatezza l'uno tra le braccia dell'altra, finché qualcuno non bussa alla porta, costringendo la ragazza ad alzarsi.
Si mette al volo la camicia per lei enorme del comandante e va ad aprire, scoppiando in un gridolino eccitato, che ovviamente attira l'attenzione del compagno.
«HIDAN!» Mimì si attacca con forza al collo del fratello, stritolandolo come fa sempre.
«Quello del servizio in camera aveva paura di bussare, così ha mollato la roba a me.» afferma con tono stanco il maggiore, sistemandosi i capelli castani dietro le orecchie «Di chi è questa camicia?»
Mimì, euforica, lo afferra per il braccio di metallo e lo trascina dentro la stanza, costringendo così Satch a coprirsi le nudità in fretta e furia con il lenzuolo bianco in cui si sono rotolati per ore ed ore.
«Satch, questo è mio fratello Hidan. Hidan, Satch.» li presenta in tutta tranquillità, non scatenando una reazione di alcun tipo nel fratello e facendo diventare di un insolito rosso-bordeaux il comandante.
«Ehm... piacere?» allunga incerto una mano verso di lui, sicuro che adesso gliela staccherà di netto. In fondo lui farebbe così se trovasse un uomo nel letto di sua sorella. Nel caso fosse una donna deve ancora pensarci, ma sicuramente non reagirebbe bene. Si tratta pur sempre di sesso.
«Questo furetto pazzo ti sta facendo dannare?» gli sorride allegro il maggiore, stringendogli la mano e voltandosi di spalle per non metterlo ulteriormente in imbarazzo.
Per quel poco che è riuscito ad osservarlo, Satch non è riuscito a riscontrare grandi somiglianze tra i due. Lei ha i capelli rosa -non saprebbe mai dire quale sia quello naturale-, i lineamenti dolci, delicati, tanto da conferirle un aspetto infantile, mentre lui ha i tratti decisi, i capelli di un castano scuro, è molto più alto e muscoloso. Caratterialmente, così a primo impatto, può dire senza ombra di dubbio che sono completamente differenti. Mentre lei è pazza ed impulsiva, lui appare più calmo e rispettoso.
«Senti, Mimì, ti aspetto giù. Quando avete finito con la colazione si va, ok?»
La ragazza annuisce distrattamente, guardandolo di sfuggita mentre se ne va dalla stanza, per poi tornare come un razzo tra le braccia del bel pirata.
«Ti sembra questo il modo di presentarmi tuo fratello?!» la rimprovera con un sorriso divertito, scompigliandole i capelli.
«E io che ne sapevo che sarebbe passato!» risponde piccata la minore, prendendo i vari vassoi e mettendoglieli davanti.
«Tu non mangi?» le domanda confuso, notando che ha preso roba solo per lui.
«Io non faccio mai colazione.» risponde con fare vago, alzandosi dal letto per cercare i vestiti dispersi «Quando hai finito vestiti, i tuoi compagni si staranno chiedendo che fine hai fatto.»
Veloce come un razzo, Satch spazzola tutto in meno di dieci minuti. In fondo non mangia dal giorno prima, troppo preso con le loro dure sessioni di sesso intensivo, in cui per un attimo ha seriamente pensato che sarebbe morto per il troppo sforzo.
Mimì, che con la coda dell'occhio nota che si è già ributtato tranquillamente sul letto, gli tirai la camicia in faccia «Vestiti! Non te lo dirò una terza volta. Sarà questione di qualche ora, poi torniamo qui a soddisfare la tua smania infinita. Lo sai che potresti davvero avere un serio problema? C’è gente che si fa curare in una clinica per questo continuo desiderio sessuale.»
S'infila la maglietta dandogli le spalle, ma vedendo comunque la sua espressione riflessa nello specchio.
«Oh oh! Ha parlato la santa! Mezz’ora fa mi hai intimato che non dovevo azzardarmi a fermarmi o rallentare, altrimenti mi avresti ucciso.» controbatte prontamente il comandante mentre la raggiunge, rischiando pure di ammazzarsi nel rimettersi i pantaloni, cingendole la vita sottile con le braccia forti «E poi io devo passare mesi in mare senza neanche l'ombra di una donna. È ovvio che quando metto piede a terra do il meglio di me, no?» continua baciandole piano il collo, preso da un'altra ondata di eccitazione. Fosse per lui non lascerebbe mai più quel letto.
«Non ci provare, brutta bestia in calore.» lo blocca subito, senza però riuscire a trattenere le risate «Devo andare a lavorare.»
«A che ora finisci?» le domandai con sofferenza, trascinandosi fino al letto per rimettersi le scarpe. Vuole passare più tempo possibile con lei e l'idea di separarsene per il suo lavoro, che ancora non sa in cosa consista, lo deprime parecchio.
«Finirò stasera.» risponde con voce triste la ragazza, andandogli in contro e prendendogli il viso tra le mani delicate e fredde, baciandolo delicatamente prima di doversene separare «Dopo sono tutta tua.»

Un mugolio sofferto si leva nell'aria, i corpi intorpiditi si muovono faticosamente sotto le lenzuola candide, gli occhi chiari e penetranti si aprono lentamente, infastiditi dai brillanti raggi del Sole che filtrano dalle tende.
Kakashi si passa le mani tra i capelli biondi, pettinandoli con le dita alla meglio, per poi mettersi a sedere sul materasso, guardandosi attorno con sguardo perso. Un fetido odore di vomito gli arriva alle sensibili narici, facendogli tornare in mente quella sottospecie di eruzione causata dallo champagne.
«Oh, cazzo...» borbotta passandosi le mani sul viso pallido, ributtandosi subito dopo con la schiena sul materasso.
Volta piano la testa per poter vedere in che condizioni è la nuova amica, trovandola stesa a pancia in su con le mani a coprirsi gli occhi sensibili.
«Sto a pezzi...» biascica Akemi, rannicchiandosi su sé stessa e sentendo l'ennesima sensazione di fastidio al seno sinistro «Poi mi fa male una tetta...» aggiunge subito dopo, spostando finalmente gli occhi su Kakashi, che le sorride con aria divertita.
«A me la lingua... Che ho?» caccia fuori la lingua, mostrandole uno scintillante brillante in mezzo al muscolo roseo.
Akemi sgrana gli occhi a quella visione, assalita da un orribile dubbio. Scatta immediatamente a sedere, scostandosi la canottiera nera dal petto e sgranando indecentemente gli occhi alla visione della sottile barra di metallo che le trapassa il capezzolo.
«Porca merda...» mormora semplicemente, passandosi una mano tra i capelli arruffati con fare sconcertato.
«Che?» domanda subito Kakashi, allungando la testa fino a poter vedere a sua volta il piccolo gioiello «Eccitante!» commenta immediatamente, facendole un sorrisetto malizioso mentre le sfiora la gamba scherzosamente.
Akemi ridacchia appena, sdraiandosi placidamente sul letto, osservando Kakashi mentre si alza e si sfila di dosso la camicia, mettendo in mostra un fisico asciutto e slanciato.
«Potevamo fare peggio.» afferma sovrappensiero il biondo mentre rovista tra i propri vestiti in cerca di qualcosa di decente. Certo, con i suoi gusti discutibili la parola “decente” ha un significato completamente controverso, ma questo è un altro paio di maniche.
«Concordo in pieno...» borbotta stancamente Akemi, rigirandosi a pancia in giù e guardandolo con aria incerta «Sai che alcune parti di ieri sera non le ricordo proprio?»
«Siamo in due.» risponde pacatamente, abituato ai vuoti di memoria in seguito a serate devastanti come quella «Senti, che ne dici di andare a fare due passi? Magari troviamo mia sorella.» propone subito dopo, sorridendole allegramente.
In realtà Kakashi non è mai stato un tipo eccessivamente socievole, anzi. Ha sempre avuto un doppio fine ben specifico se avvicinava qualcuno, come rapinarlo o ucciderlo, ma con Akemi è diverso. Poco c'entra in realtà l'ordine di non torcerle un capello, perché a quel punto avrebbe semplicemente potuto evitarla. No, è qualcosa di diverso. Come direbbe lui è una “connessione spirituale”, cosa che va a vantaggio della corvina.
Se Kakashi dice di avere una “connessione spirituale” con qualcuno, quel qualcuno sarà completamente intoccabile finché si trova nei paraggi. Nessuno tocca quello che è suo.
«Ci sto.» risponde sorridendo Akemi, alzandosi a fatica in piedi. Gli occhi le bruciano terribilmente a causa della luce e subito prova a coprirseli con una mano, mugolando infastidita.
«Hai degli occhiali da prestarmi? La luce mi crea qualche problema.» domanda allo strano amico, che le è apparso sorprendentemente alle spalle.
Akemi lo guarda incerta, non essendosi neanche resa conto di quel veloce spostamento, cercando di vedere i suoi occhi furbi sotto le spesse lenti nere.
«Anche a me.» le sorride Kakashi, porgendole un paio di grossi occhiali da sole.
Akemi li afferra con mano incerta, cercando di reprimere il vago senso di inquietudine che alcuni suoi atteggiamenti le infondono.
Si è convinta che non sia cattivo, e in fondo non si sbaglia neanche più di tanto, ma è consapevole che abbia qualcosa di strano, qualcosa di mistico come lei.
«Ti do un consiglio, ragazzina: non chiedere.»
Segue Kakashi in silenzio verso l'ascensore, sperando che Týr le dia una spiegazione da solo. In fondo hanno stipulato un patto secondo il quale non avrebbe più dovuto fare domande, e non vuole venir meno alla sua parola.
«Non ti stai sbagliando. Lui ha delle caratteristiche in comune con te, ma se non te ne parlerà di sua spontanea iniziativa ti conviene stare zitta. Se si sentono smascherati o comunque minacciati tendono ad innervosirsi e tu non sei ancora in grado di difenderti da uno della sua portata.»
«Hai fame?» le domanda sorridendo allegro Kakashi, riportandola con i piedi per terra.
Akemi annuisce semplicemente, guardandolo mentre cammina con passo tranquillo e sicuro tra la gente, fino a bloccarsi di colpo. Vede i muscoli contrarsi in una frazione di secondo e subito un campanello d'allarme le suona in testa, mettendola in guardia. Guardia che però si frantuma quando vede il ragazzo rilassarsi e sorridere con aria colpevole e divertita ad una giovane donna che sta camminando a passo di carica verso di loro.
«Dov'eri finito?!» gli urla contro senza neanche calcolarla, puntando i pugni sui fianchi e battendo nervosamente un piede per terra.
Kakashi si limita a sorriderle, cingendole le spalle con le braccia e dandole poi un affettuoso bacio sulla punta del naso.
Akemi li guarda e nota una lieve somiglianza, più che altro per il colore dei capelli e per alcuni tratti del viso, come il naso e la bocca. La sconosciuta però è leggermente più alta di lui, con un fisico piuttosto snello e slanciato, il viso dolce e gentile, più maturo di quello di Kakashi, ed emana una forte calma e pace interiore, al contrario del biondino che è dinamite pura.
«Ho fatto amicizia, non sei contenta?» cinguetta allegro il biondino, prendendole una mano e portandola di fronte ad Akemi, ancora intenta a studiarla.
«Immagino che ti abbia fatta dannare.» afferma sorridendo cordialmente la ragazza, porgendole una mano «Sakura.»
«Akemi.» stringe la sua mano con decisione, sorridendole a sua volta. Se all'inizio era scettica nei confronti di Kakashi e lo aveva considerato una potenziale minaccia, con lei questa sensazione non si presenta, tutt'altro.
«La stavo accompagnando al suo alloggio per cambiarsi e mangiare, vieni?» domanda allegro il biondino, mettendo le braccia attorno alle spalle delle due ragazze e trascinandole senza neanche aspettare una risposta. Tanto a lui cosa importa? Quando prende una decisione è quella, e poco importa se ciò implica di far fare qualcosa alla sorella contro la sua volontà.
«Sai che fa parte dei pirati di Newgate?!» esclama tutto emozionato Kakashi, facendo sobbalzare appena la sorella. In fondo le ha urlato direttamente in un orecchio e considerato il suo finissimo udito è più che comprensibile.
«Immagino che per colpa tua adesso saranno preoccupati per lei.» risponde pacatamente, arruffandogli dolcemente i capelli.
«Per qualche ora di assenza, via...»
Akemi li guarda divertita, sorridendo dolcemente. La loro complicità, il loro legame evidentemente profondo, il loro amore espresso in ogni gesto, le riempiono il cuore di allegria e dolcezza. È raro vedere due persone volersi bene come evidentemente se ne vogliono loro, ed è più che sicura che il loro è un rapporto così stretto che neanche la morte stessa potrebbe spezzarlo.
'Mi ricorda vagamente quello che avevi con tuo fratello.' pensa allegramente, sperando di attirare l'attenzione del folle torturatore, cosa che effettivamente avviene.
«Un cazzo. Nessuno avrà mai un rapporto come quello che avevamo io e lui, scordatelo. Più forte della morte stessa, più malato della mente di un sociopatico e più profondo degli abissi.»
Si porta una mano a coprirsi la bocca, trattenendo a stento una sonora risata. Di tanto in tanto Týr ha delle uscire assurde, tanto da farle dubitare sempre di più sulla sua effettiva sanità mentale.
'Quanto sei poetico!'
«Vaffanculo.»
E con quel dolce insulto si chiude definitivamente la loro conversazione, cosa che in realtà non le dispiace per niente. Vuole godersi la compagnia dei due il più possibile e, soprattutto, vuole ingraziarseli più che può e avere il loro aiuto nell'assai probabile caso che i suoi adorabili fratelli provino a tirarle il collo per essere sparita tutta la notte senza dire niente a nessuno.
I due nel frattempo parlottano tra loro di una certa Arista e sui programmi che avevano per il pomeriggio, ma che Kakashi rifiuta categoricamente perché vuole accompagnare in spiaggia la nuova amica.
«Hai fatto un miracolo, sai?» le sorride dolcemente Sakura, incuriosendola «Non fa mai amicizia con nessuno. Non così velocemente, almeno.»
«Neanche io tendenzialmente do tanta fiducia agli sconosciuti.» afferma Akemi, sorridendo allegramente al ragazzo che le sorride di rimando «Ma tra noi c'è... aspetta, come l'hai definita? Ah, si: connessione spirituale!»
«Povera te! Non ti mollerà più!» scherza la bionda, scansando il fratello e prendendola a braccetto «Se ti dà qualche problema comunque non esitare a dirmelo. Sa essere piuttosto invadente a volte.»
Kakashi le fa la linguaccia, superandole con passo svelto e andando a curiosare tra le varie vetrine, soffermandosi soprattutto sulle gioiellerie. Ha sempre avuto un debole per gli anelli e ha tutta l'intenzione di prendersene uno nuovo da aggiungere alla collezione.
Le due ragazze lo raggiungono e lo trascinando via da tutto quello scintillio, ridendo di tutto cuore quando si mette a fare le bizze come un bambino.
'Si, sono decisamente due tipi interessanti.'

Nel frattempo, poco distante dal trio, i vari comandanti siedono ad un tavolo nell'ostello dove hanno passato la notte, uno più nervoso dell'altro per la sparizione della ragazza.
Non ne hanno ancora fatto parola con nessuno, soprattutto col capitano, per il semplice fatto che non volevano creare scompiglio e che una parte di loro pensava -o meglio sperava- che avesse trovato Satch e fosse rimasta con lui a far festa. Quando però il quarto comandante li ha raggiunti e ha saputo della cosa, hanno capito di essersi completamente sbagliati. Satch, dal canto suo, è diventato viola per la rabbia e c'è mancato poco che ribaltasse il tavolo e uccidesse il primo malcapitato che gli passava sotto tiro. In fondo si era raccomandato fino alla nausea di non allontanarsi e di non fare stronzate!
Solo l'intervento di Vista ed Ace lo hanno fatto ragionare. I due infatti hanno ipotizzato che sia semplicemente andata a divertirsi in qualche locale e abbia incontrato qualche gruppo di ragazzetti con cui passare il tempo, cosa in realtà vera.
Marco si è mostrato piuttosto indifferente alla cosa, mangiando pacatamente come al solito e limitandosi a qualche commento di tanto in tanto, nascondendo così alla perfezione il profondo disagio di cui è preda. Una parte di lui è terribilmente preoccupata per le sorti della ragazza, mentre un'altra è preda di una gelosia ingiustificata.
Dopo che Ace se ne è uscito con “avrò incontrato qualcuno con cui divertirsi” si è sentito andare a fuoco per la rabbia, mentre nella sua mente prendevano vita filmini di vario genere, uno dei quali comprendeva pure un'orgia con un gruppo di completi sconosciuti, motivo per cui se ne è stato zitto e muto per una buona mezz'ora.
«Ehi, eccola!» esclama all'improvviso Halta, facendo voltare le teste di tutti i presenti.
«E quelli chi sono?!» domanda un più che nervoso Satch, che se ne avesse il potere avrebbe già incenerito il biondino che tiene un braccio intorno alla vita della sua scapestrata sorellina.
Il trio nel frattempo si è diretto senza tante storie al piccolo bar presente nella sala, ignorando quasi completamente il gruppo che li guarda in cagnesco.
«Prendiamo qualcosa da bere?» domanda Kakashi sorridendo allegro, tamburellando con le dita sottili e affusolate sul vecchio legno del bancone.
«Kakashi, sono le undici di mattina!» lo riprende inutilmente la sorella, sperando di riuscire ad impedirgli di bere senza una particolare ragione. Perché gli può passare tranquillamente le sbornie disumane che prende alle feste, ma vederlo bere superalcolici di prima mattina così proprio no.
«Infatti, è già tardi.» afferma indifferente il ragazzo, voltandosi con un raggiante sorriso in volto verso il barista «Tre Bloody Mary.»
«Scoprirai che è inutile discuterci...» mormora esasperata Sakura alla corvina, facendola sorridere. Si volta poi verso il barista che sta già prendendo l'occorrente per l'ordinazione appena ricevuta, guardandolo con indifferenza «Ne faccia due.»
L'uomo annuisce e si affretta ad eseguire quanto richiesto dal giovane, ma, purtroppo per lui, non è abbastanza svelto per i suoi standard.
«Cazzo come sei lento!» sbotta infatti Kakashi, facendolo sobbalzare «Basta, faccio da solo.» afferma subito dopo, saltando agilmente il bandone e spingendolo via con un gesto brusco, cominciando a preparare velocemente la bevuta.
«Io vado un secondo dai miei compagni, prima che mi inceneriscano.» afferma sbrigativa Akemi, ricevendo un lieve segno di assenso dai due.
Si dirige velocemente dai fratelli, sorridendo con aria colpevole di fronte alle loro espressioni oltremodo indispettite.
«Dove sei stata?» le ringhia contro Satch, tenendo le braccia incrociate al petto e guardandola come se volesse polverizzarla con la sola forza del pensiero.
Akemi si gratta nervosamente la testa, sorridendo imbarazzata «Kakashi mi ha portata ad una festa, poi sono rimasta a dormire da lui.»
Marco rabbrividisce a quella risposta, mentre un forte desiderio omicida gli pervade ogni cellula del corpo. Se non fossero presenti tutti gli altri sarebbe già andato dal biondo alcolista che urla contro l'altra sconosciuta per zittirla e gli staccherebbe la testa dal collo.
«Tutto a posto?» le domanda prontamente Izo, facendo saettare lo sguardo dalla compagna al biondino che sta già bevendo, seduto sul bancone del bar.
«Tranquillo.» risponde Akemi, sorridendogli allegra, cercando di capire dal suo sguardo se è già uscito con la sua migliore amica o meno. Dal momento che però l'espressione del sedicesimo comandante è completamente indecifrabile, decide semplicemente di andarsene, richiamata anche dalla voce allegra del nuovo ed eccentrico amico.
«Adesso, con il vostro permesso, noi saliamo in camera mia. Devo assolutamente togliermi questi vestiti di dosso. Puzzano di fumo, sudore e vomito.»
Blamenco avvicina il viso ai suoi vestiti e prova a sentire il fetido odore da lei descritto, ma non ci riesce proprio. Cioè, forse un po' per il fumo, ma per il resto proprio no.
«Io non sento niente.» afferma confuso, guardandola come se fosse impazzita tutto in un colpo.
«Tu non hai il mio olfatto.» gli risponde sorridendo allegra, dandogli pure un fugace bacio sulla guancia per tranquillizzarlo. Tra loro in realtà non c'è mai stato un grandissimo rapporto, ma è comunque suo fratello ed era preoccupato per lei, quindi un po' di attenzioni se le merita.
Raggiunge velocemente gli amici sotto il loro sguardo attento e, prima di sparire su per le scale, urla semplicemente «A dopo!»

Dopo circa mezz'ora di chiacchiere, durante il quale i due drink sono stati bevuti fino all'ultima goccia, il trio se ne sta stravaccato sull'ampio letto della ragazza, parlando di tutto e niente, finché Akemi non si alza a sedere di scatto, sgranando gli occhi impaurita.
«Oddio, sta succedendo di nuovo!» esclama, portandosi le mani alla testa, in preda ad una quasi crisi isterica.
«Cosa?» le domanda prontamente Sakura, avvicinandola e mettendole una mano sulla spalla per calmarla.
«Comincia con un fremito alla bocca dello stomaco, ma poi sgorga nell'apparato digerente e si deposita in gola. Arriva al cervello attraverso le narici, oppure sfruttando gli occhi, poi tutto si fa buio e vedo Demoni selvaggi brillare agli angoli della stanza!» risponde tutto in un fiato la corvina, gesticolando come impazzita.
«Demoni?» domanda stranita la bionda, lanciando un'occhiataccia al fratello comodamente sdraiato sul materasso. Un brutto presentimento l'assale, ma prima di lanciare accuse decide di ascoltare quello che la corvina ha ancora da dire.
«Gli occhi mi si appannano, la lingua si secca e poi si appiccica tutta al palato!»
«Questa potrebbe essere... la paura!» afferma con una certa indifferenza Kakashi, attirando così lo sguardo delle due ragazze.
«La paura?»
«Si. Per caso si apre un pozzo senza fondo dove brucia un fuoco torrido nel mezzo della stanza?» le domanda guardandola seriamente per la prima volta, mettendosi finalmente a sedere con le spalle appoggiate al muro.
«Si...»
«La paura! A quel punto vedi conigli giganti che spuntano da sotto il tappeto che tengono una rivista di giardinaggio fai da te in una mano e una grossa falce nell'altra?» insiste, mentre la sorella assottiglia lo sguardo, trattenendosi con tutta sé stessa dal saltargli alla gola e ridurlo in poltiglia a suon di pugni.
«Oddio, si! Allora anche a te viene la paura!» esclama Akemi, quasi urlando.
«Si.» risponde semplicemente il ragazzo, decidendo di vuotare completamente il sacco «Può dipendere da un calo di zuccheri, stress... o dall'LSD che abbiamo preso prima.»
«LSD? Quale LSD?!» sbotta Sakura, mentre Akemi assume un'espressione a dir poco sconcertata. Si era promessa di non assumere mai droghe o robaccia simile, e invece l'ha fatto in pieno, seppur involontariamente.
«L'ho messo nel Bloody Mary.» risponde un più che pacato Kakashi, trattenendosi dallo scoppiare a ridere di fronte all'espressione sempre più stralunata della nuova amica.
«Per quale cazzo di motivo l'avresti fatto?!» gli urla contro la sorella, scattando in piedi come una molla e cominciando a camminare nervosamente per la stanza. Le mancavano solamente una coppia di immortali instabili e allucinati!
«Così, per movimentare un po' la giornata.» risponde onestamente il biondo, sorridendole con quell'aria furbetta che solo lui può avere.
«E ora che faccio?!» strilla Akemi, portandosi le mani tra i capelli.
«Ti godi lo sballo?» domanda sarcasticamente Kakashi, completamente a suo agio e ben lontano dall'essere pentito per averle dato un allucinogeno.
«Io mi tolgo di torno.» ringhia a denti stretti la maggiore, uscendo dalla stanza sbattendo con forza la porta.
Non aveva però preso in considerazione la possibilità di trovare il gruppo di pirati ancora al tavolo, e ancor meno aveva preso in considerazione la possibilità che volessero parlarle.
Quando però queste due possibilità si realizzano e le domande cominciano a diventare spinose, come per puro esempio come mai se ne è andata e cosa stanno facendo i due ragazzi da soli in camera, decide semplicemente di mostrarglielo, non sapendo quanto la situazione sia degenerata in quindici minuti scarsi.

«Shh! Ascolta!» esclama Kakashi, ben nascosto dietro alla barricata improvvisata che hanno fatto per nascondersi.
«Cosa?» mormora Akemi, nascondendosi ancora di più dietro al tavolo che hanno ribaltato e sistemandosi la pianta sulla testa che ha deciso di usare come elmo, stringendo saldamente in mano la lampada usata come arma.
«Si sta avvicinando...» mormora Kakashi, assottigliando lo sguardo e guardando con attenzione la stanza completamente messa sotto sopra. Quando le donne delle pulizie entreranno a sistemare probabilmente bestemmieranno in qualsiasi lingua conosciuta e ne inventeranno pure di nuove, ma questa è un'altra storia.
«Chi?!» domanda Akemi, cercando di ricordare per quale ragione si sono nascosti e chiedendosi pure come mai il ragazzo ha sulla testa un suo reggiseno, capendo velocemente che è bene non farsi domande del genere se non si vuole incappare in un doloroso mal di testa.
«Charlie...» bisbiglia in risposta Kakashi, lanciando un vaso dall'altra parte della stanza nella ferrea convinzione che sia una granata.
«Charlie il criceto?»
«Si... quel piccolo bastardo con la sua armata di lumache mutanti! Sono ormai ad un chilometro da qui.»
«Ho capito...» Akemi comincia a guardarsi intorno con aria circospetta, non riuscendo a capire dove veda i tanto temuti nemici, decidendo infine di farselo spiegare «Dimmi un po', come fai a saperlo? Io non vedo nessuno!»
«È il peggior nemico sulla faccia della terra: quello che non si vede.» risponde con ovvietà il biondo, facendola annuire con convinzione.
«Vero...»
«Dimmi esattamente dov'è che non vedi nessuno.» ordina con tono autoritario, mentre lancia l'ennesimo oggetto per respingere dei nemici che solo lui vede.
«Allora: non vedo nessuno là... non vedo nessuno là... e, a meno che non mi sbagli di grosso, non vedo nessuno neanche là!» risponde la ragazza, indicando ogni angolo della stanza.
«Sai cosa significa?» le domanda con un certo timore Kakashi, nascondendosi dietro alla barricata.
«Cosa?»
«Che siamo circondati!» quasi urla, prendendo i cuscini squarciati e lanciandoli in ogni direzione, colpendo involontariamente il secondo comandante in faccia.
I due drogati infatti non si sono neanche resi conto della presenza degli uomini alla porta e hanno continuato imperterriti a difendersi contro le allucinazioni di Kakashi.
Sakura volta semplicemente la testa verso il primo comandante, immobile al suo fianco.
«Vi avevo detto che era tutto sotto controllo.» afferma con indifferenza, provando a farli uscire. Non le piace molto la compagnia del fratello quando è sotto l'effetto di qualche sostanza stupefacente, per il semplice fatto che diventa troppo imprevedibile e decisamente incontrollabile, soprattutto con lei. Con Arista meno, dal momento che la rossa non si fa alcun problema a picchiarlo al punto di ridurlo in fin di vita.
«Questo per te è sotto controllo?!» le urla contro Marco, scrollandosi le sue mani di dosso in un gesto brusco e sgarbato.
«Normale routine.» risponde pacata la bionda, realmente dispiaciuta per l'accaduto «Resteranno sicuramente qui dentro, ma se volete stare più tranquilli posso chiamare un'amica che li tenga sotto controllo.»
«Ci penso io.» afferma con tono duro -per non dire proprio incazzato- Fossa, provando ad entrare nella stanza.
Sakura lo blocca al volo, afferrandolo per un braccio e tirandolo all'indietro come se fosse un bambino, dando involontariamente mostra della sua incredibile forza fisica.
«No.» afferma con tono duro, guardandolo dritto negli occhi «Quando Kakashi è in questo stato è bene che abbia intorno persone che conosce, sennò diventa aggressivo.»
Li spinge tutti fuori dalla stanza ed estrae un piccolo lumacofono dalla borsa, facendo loro segno di allontanarsi. Dentro è furiosa con il fratello per i suoi atteggiamenti irresponsabili, ed è più che decisa a fargli un bel discorsetto quando si riprenderà dal trip. Sarà completamente inutile e ne è consapevole, ma forse riuscirà a farlo ragionare quel tanto che basta da convincerlo a non mettere a repentaglio la vita di altre persone senza ragione.
«Forza, chiamo la mia amica. Andate al ristorante in fondo alla strada, vi offro il pranzo.» afferma con tono gentile ai vari pirati, decisa a farsi perdonare in qualche modo.
I vari uomini annuiscono poco convinti, continuando a guardarla in modo truce, per poi dirigersi tutti insieme verso il ristorante, discutendo animatamente tra loro su quale sarà la tortura più adatta da infliggere a quella piccola deficiente che hanno cresciuto.

Il Sole risplende alto nel cielo.
Nell'aria aleggia un dolce profumo di fiori, frutta e carne alla griglia.
Sulla spiaggia le persone prendono il sole o giocano a pallone, ridendo, scherzando e ballando al ritmo della musica allegra che i vari chioschi fanno risuonare per tutta la zona.
Barbabianca se ne sta all'ombra di un grosso ombrellone, affiancato dalle infermiere e dai figli che hanno ingerito un Frutto del Diavolo. Gli altri giocano in mare, tuffandosi e provando ad affogarsi a vicenda, inscenando una furiosa battaglia fatta di schizzi e alleanze improbabili. Akemi, per esempio, si è alleata con Namiur, mentre Vista e Satch hanno stretto un'alleanza micidiale con l'eccentrico biondino.
Quando poche ore prima li hanno visti spuntare nel ristorante in cui Sakura li aveva portati a mangiare, erano rimasti a dir poco shockati nel vederli perfettamente lucidi, come se non si fossero calati neanche due ore prima un acido a testa. Sakura ha spiegato loro, in un modo molto vago e assai poco esauriente, che quel genere di cose non hanno effetti prolungati su di loro e che per questo non si dovevano preoccupare.
Ovviamente nessuno di loro ha osato dire al capitano cosa aveva combinato quella schizzata di Akemi, evitandole così delle botte sicure ed evitando pure che l'adorato genitore si rovinasse la breve ma rilassante vacanza.
«Satch, blocca Namiur! Io e Vista pensiamo ad Akemi!»
Barbabianca scoppia in una cavernosa risata nel sentire le urla sguainate del ragazzino che adesso è stato sbalzato all'indietro dall'ottavo comandante, e ride ancora di più quando lo vede riemergere ridendo come un indemoniato.
«ANCORA! ANCORA!»
Tutti osservano con un certo stupore quel gracile ragazzino che corre in acqua e si fa lanciare di nuovo in aria dall'uomo pesce, completamente privo di paura o di imbarazzo nel trovarsi di fronte a uomini di quel calibro.
Quando, un'oretta prima, si era trovato faccia a faccia con nientepopodimeno che Barbabianca in persona, li aveva stupiti tutti quanti, uscendosene con un “ma le scarpe te le fanno su misura?”.
Inutile dire che pure il grande capitano è rimasto piuttosto sorpreso da quell'uscita ed è poi scoppiato a ridere di gusto di fronte all'espressione allegra e curiosa del nuovo amico della sua adorata figlia, dandogli semplicemente una pacca sulla spalla.
Marco, seduto al suo fianco, non ha staccato neanche per un secondo gli occhi da quel moccioso irrispettoso, e nella sua mente passa a rassegna ogni singolo metodo di tortura che conosce, profondamente indeciso su quale sia il più adatto da mettere in atto su di lui.
Già il fatto che abbiano dormito insieme dopo essersi sballati in discoteca l'ha mandato in bestia oltre ogni immaginazione, ma vederli adesso che si abbracciano e giocano come due bambini proprio sotto al suo naso... beh, non c'è un termine preciso per poter definire quello che prova. C'è gelosia, tanta, rabbia, ancora di più, ma anche dell'altro, come una specie di senso di inferiorità di fronte all'immagine tanto ammaliante di quel moccioso.
Quando, prima di buttarsi in acqua, si era sfilato la maglietta di dosso e aveva rivelato il fisico snello con i muscoli delineati, messi in risalto dalla carnagione pallidissima e delicata, si è sentito per un istante sminuito. Non ci ha badato molto, finché Akemi, fasciata in un bikini striminzito blu scuro con delle fantasie nere, gli si è avvicinata e gli ha fatto vedere chiaramente quanto quei due siano indecentemente belli. Si, indecentemente, perché c'è modo e modo di essere belli, ma loro sembrano calamitare su di sé pure i caldi raggi del Sole.
Vederli adesso mentre scherzano tra di loro, mentre si guardano con intesa e si completano le frasi a vicenda, beh... è semplicemente troppo per lui.
Nota però con estremo dispiacere che il capitano è completamente indifferente alla cosa, ma che anzi continua a ridere di tutte le sciocchezze che il moccioso spara in continuazione, dei vani tentativi di Akemi di atterrarlo per riempirlo di sabbia, finché di colpo il biondo di blocca e punta lo sguardo da un lato, sorridendo raggiante ad un'avvenente rossa che ancheggia nella loro direzione.
«Arista!» strilla con allegria, lasciando per terra la nuova amica per correre in contro alla ragazza, che lo blocca con una mano prima che possa stritolarla in un soffocante abbraccio.
Sia chiaro, è molto felice di vederlo di nuovo allegro e non più in lutto, visto e considerato che era uno strazio vederlo aggirarsi ovunque come un spettro, coperto fin sulla testa con una coperta con degli orsetti ricamati, ma non ha alcuna intenzione di farsi abbracciare. È felice? Benissimo, però alla larga comunque.
«Per oggi passi, ma stasera dai il cambio a tua sorella e a Mimì.» afferma duramente la rossa, stando ben attenta a non farsi sentire neanche dall'udito assai sensibile di Akemi, che sbuffa innervosita dal fatto di non riuscire a capire cosa si stiano dicendo.
«Devo proprio?» si lamenta prontamente il biondo, sfoggiando due tenerissimi occhioni da cucciolo.
«Si.» risponde secca Arista, sorridendogli malignamente «Il Mietitore è venuto a controllare come stanno andando le cose. Vuole fare pulizia il prima possibile. Adesso sta dando man forte a tua sorella e agli altri due, mentre Freya perlustra la zona e Genma si occupa delle navi che attraccano. Sei libero fino a stasera, durante il quale mi è stato ordinato di tenerti sott'occhio, poi dovrai dare il cambio.»
«Hidan chi lo sostituisce?» domanda incuriosito, grattandosi distrattamente il mento liscio e vellutato.
«Nessuno, lui resta. Sai bene che da quando ha perso il braccio è diventato molto più aggressivo e tende a rimanere sul campo finché ce n'è ancora uno in grado di respirare.» risponde pacatamente la rossa, salutandolo sbrigativamente con un cenno della mano mentre si allontana, chiudendo così quella che per lei è stata un assai fastidiosa conversazione. Per lei Kakashi è troppo esuberante e decisamente troppo sopra le righe per poterlo sopportare, quindi tenta sempre di evitare di passare del tempo con lui, a meno che questo non sia strettamente necessario.
Il biondo, nel frattempo, è tornato con passo svelto verso il numeroso gruppo, ascoltando in silenzio le loro chiacchiere e ridendo alle loro battute, giocherellando nel frattempo con una ciocca di capelli di Akemi.
Si è accorto degli sguardi decisamente poco amichevoli che gli rivolgere il primo comandante e non riesce a non trattenere dei sorrisi derisori e, tanto meno, non riesce a trattenersi dall'abbracciare Akemi e mormorarle sciocchezze nelle orecchie. L'odore della rabbia e della gelosia gli è sempre piaciuto da impazzire, tanto quanto quello del sesso, ma non tanto come quello della paura. Ecco, quello lo manda davvero in orbita.
«Senti cara, perché non andiamo a fare spese?» le domanda di punto in bianco, stendendosi al suo fianco a pancia all'aria, prendendo una mano tra le sue e intrecciando le loro dita molto lentamente, sotto lo sguardo sempre più alterato del comandante.
'Quanto è divertente far incazzare la gente!' pensa entusiasta, facendo nuovamente la faccia da cucciolo quando nota che la nuova amica è indecisa sul da farsi, convincendola così in pochi secondi. In fondo nessuno sarebbe mai capace di resistere di fronte al suo visetto triste da cucciolo abbandonato. Era con questo trucchetto che, da ragazzino, commetteva i suoi primi e assai fruttuosi furti ed omicidi.
«Va bene, ma smettila di guardarmi così!» esclama ridendo, puntando subito dopo un dito contro Halta «Tu vieni con noi!»
«Non ci sperare.» si sistema meglio sul proprio asciugamano, godendosi i raggi del Sole che le baciano dolcemente la pelle, mentre, senza farsi vedere da nessuno, Izo giocherella con la punta delle sue dita da sotto la sabbia.
«Ohhh, tu vieni eccome! Dobbiamo parlare di una certa questione, ricordi? Non vorrai mica che mi sieda qui, con un bel cocomero fresco e cominci a farti domande?» la minaccia prontamente Akemi, sorridendole con aria arrogante e decisamente bastarda.
Sa che ad Halta questo genere di cose non piacciono per niente, ma almeno una volta vorrebbe andare a far spese con la sua migliore amica. Le scoccia dirlo davanti a tutti, e Halta lo sa bene, quindi ricorre a questi subdoli ricatti da quattro soldi.
La comandante sbuffa sonoramente e si alza di scatto, legandosi un lungo pareo verde dietro al collo per coprirsi completamente e si mette le infradito ai piedi, venendo imitata velocemente anche dall'insistente sorella.
«Questa me la paghi.» le ringhia contro mentre si allontanano dal gruppo, facendola ridacchiare.
«Dopo che mi avrai raccontato di ieri sera!» risponde elettrizzata la corvina, venendo raggiunta velocemente da Kakashi.
«Appuntamento galante?» domanda incuriosito, facendo sporgere la testa oltre la spalla della ragazza.
Halta, seppur con un certo imbarazzo, annuisce appena con la testa, facendolo sorridere raggiante.
«Allora i dettagli li voglio anche io, soprattutto se sono particolarmente sconci.» afferma convinto, ricevendo in risposta degli sguardi assai contraddetti dalle due «Che c'è? Sono in astinenza da più di un mese, così mi rifaccio con i racconti degli altri.»
Halta non riesce a trattenere una forte risata, così come Akemi, e, dopo quella bizzarra risposta, decide di accontentarlo «Mi dispiace deluderti, carino, ma c'è stato solo un bacio a stampo.»
Kakashi si blocca in mezzo alla strada, scuro in volto.
«Cosa?» ringhia a denti stretti, facendole ridere di gusto «Non c'è niente da ridere! Il sesso è forse la cosa più bella che si può fare e voi non la fate! Mavvia, eh! Tu hai il bel moretto, tu invece il... il coso biondo!»
«Coso?» domanda Akemi, trattenendo l'ennesima risata.
Pure Halta, in quelle poche ore in cui è stata in sua compagnia, si è resa pienamente conto che con quel pazzo è impossibile non divertirsi.
«Si, non mi piace. Meglio il ragazzo di fuoco. O anche quello con la cicatrice e i capelli strani!»
Akemi gli mette un dito sulla bocca per zittirlo e lo afferra subito dopo per un polso, trascinandolo senza sforzo dentro al primo negozio di abbigliamento che le capita sotto tiro.
«Bene, volevi fare spese? Accomodati!» esclama, dandogli una lieve spinta, non rendendosi conto di quanto questo suo gesto le si rivolterà contro.
«Cosa? Scelgo io per voi? Cazzo, quanto ti adoro!»
Akemi e Halta si guardano per qualche secondo dritto negli occhi, per poi abbandonarsi ad una fragorosa risata di fronte alla vista dell'eccentrico biondo che impartisce ordini a destra e a sinistra.
Si mettono poi comodamente sedute su due poltrone di velluto rosso e in pochi minuti vengono serviti loro due calici pieni di champagne, ovviamente ordinato dal biondo.
«Potrei abituarmici...» mormora Halta, osservandolo mentre fa volare in aria vestiti su vestiti, ne abbina altri, prende degli accessori e li accosta con cura «Sicura che non sia gay?»
«Bisessuale.» risponde con un filo di voce Akemi, bloccando qualsiasi commento da parte dell'amica con un'alzata di mano «Non abbiamo fatto proprio un bel niente, ok? Stai tranquilla.»
Kakashi nel frattempo ha trovato il vestito che considera più adatto per Halta: un abito corto al ginocchio di un verde acceso, che lascia la schiena in parte coperta.
Dopo averla osservata un po' ha capito che questo è il massimo che riuscirà a farle indossare, quindi si accontenta e afferra un paio di sandali marroni, con delle piccole borchie sui lacci che s'intrecciano alle caviglie.
«Tieni, provati questo.» ordina convinto, passandole gli oggetti e spingendola di peso verso il camerino, ignorando deliberatamente le sue lamentele e gli insulti assai fantasiosi che gli rivolge.
Akemi se la ride di gusto, quasi piegata in due di fronte a quella scenetta, ma si ricompone di colpo quando una giovane donna dai foltissimi capelli rosso sangue l'avvicina, sedendosi sulla poltroncina che prima occupava l'amica.
Si ammutolisce di fronte al suo sguardo freddo ed inespressivo, quasi folgorata dagli occhi di ghiaccio, glaciali e profondi.
«Sei molto bella, sai?» afferma la rossa, continuando a scrutarla con attenzione, imprimendosi nella mente ogni dettaglio. Arriccia un poco il naso quando nota i troppi tatuaggi che adornano la sua pelle candida, contraria a quel genere di cose.
Lei ne ha uno in mezzo alle scapole, è vero, ma l'ha fatto per una ragione ben precisa: per il suo Sire.
«Ti conosco?» mormora incerta Akemi, arretrando involontariamente con il busto, come se il suo subconscio le stesse suggerendo di scappare a gambe levate da quell'avvenente e alquanto gelida donna. Quando poi si accorge delle due daghe incrociate dietro la schiena, sente un brivido lungo la spina dorsale.
'Che anche lei voglia provare ad uccidermi?'
«Mi chiamo Arista.» si presenta la rossa, senza cambiare minimamente espressione. Allunga semplicemente un braccio verso di lei e le porge un sottile braccialetto d'oro bianco, su cui è incisa la lettera 'G'.
«Dallo a Kakashi e digli di starci più attento.» detto questo si alza con grazia ed esce dal negozio, silenziosa come era entrata.
Akemi la guarda ancheggiare per la strada come ipnotizzata, seguendone attentamente ogni movimento, finché Kakashi non spunta alle sue spalle, facendola sobbalzare come un gatto.
«Che voleva?» le domanda incuriosito, sorridendo come un bambino quando la ragazza gli porge il gioiello «Lo perdo in continuazione!» esclama con un finto imbarazzo, indossando velocemente il braccialetto a cui è tanto legato.
«È normale che mi guardasse come se volesse sbranarmi?» domanda incerta Akemi, inarcando un sopracciglio.
«Si, Arista è fatta così. Non temere, ti stava solo osservando. Ha sempre avuto un debole per le corvine.» spiega sovrappensiero, notando un certo smarrimento nello sguardo dell'amica. Sorride divertito, prendendole il mento tra le dita pallide e affusolate, portandola così a pochi centimetri dal proprio «Le piacciono le donne, si. Ma non preoccuparti, non ti toccherà. È fidanzata da più di una vita... si limita solo a qualche commento di tanto in tanto, ma niente di più. Adesso scusami, ma devo trovare dei vestiti per te.»
«No, caro: sono già piena di vestiti!» lo blocca immediatamente Akemi, afferrandolo per un polso e costringendolo a girarsi.
«Allora perché hai accettato di venire a fare spese?» le domanda confuso il biondo, aggrottando le sopracciglia.
«Così, per fare un giro.» risponde onestamente, alzandosi finalmente in piedi e camminando per l'ampio negozio con sguardo attento «Però un paio di scarpe le compro volentieri.»
«Allora le scelgo io! A guardarti sembri una che si veste sempre di nero.» afferma convinto Kakashi, cominciando a curiosare tra i vari modelli alla ricerca di un paio che attiri abbastanza la sua attenzione. Non deve essere troppo vistoso, ma deve avere comunque un colore acceso, e non devono essere basse, ma neanche tanto alte da risultare fastidiose o difficili da portare.
«Mi piace il nero. Qualcosa in contrario?»
«Proprio no. È un colore che non passerà mai e che dona sempre. Però le scarpe sono fondamentali e ci si può giocare quanto si vuole.» le risponde distrattamente, trovando finalmente il paio adatto a lei: tacco sedici piuttosto sottile, plateau abbastanza alto in modo che non crei nessun disagio, di un bel blu acceso.
«Mh, possono andare.» sorride allegramente all'amico e subito si dirige verso la commessa per farsi dare il numero, che le viene dato pochi minuti dopo.
Quando anche Halta è uscita dal camerino, biascicando a mezza bocca che vanno bene, Kakashi le sorprende di nuovo pagando per tutte e due.
«Ma sei matto?!» gli urlano contro le due, facendolo sorridere divertito.
«Con il lavoro che faccio posso permettermi quello che voglio.» risponde semplicemente, suscitando in entrambe una forte curiosità.
«Che lavoro fai?» gli domanda Halta, notando un cambio di espressione repentino: se prima era allegro e solare, adesso è freddo e serio, tanto da metterla leggermente in allarme. Nota anche che si ricompone in pochi secondi, come se avesse paura di essere smascherato, e rabbrividisce di fronte al suo sorriso evidentemente falso.
«Spacciatore.» afferma con voce sicura, mentendo spudoratamente. La cosa strana sta nel fatto che Akemi non senta alcuna variazione nel suo battito cardiaco, e la cosa in realtà la insospettisce un po': anche quando correva o riemergeva dall'acqua il suo battito era perfettamente regolare.
«Sentite, io adesso andrei a farmi una dormita sennò stasera sono a pezzi. Vieni a prendermi alle undici?» le domanda sorridendo allegro, facendola riprendere dai suoi pensieri.
«Certo, va bene.» 'Sono troppo paranoica. Kakashi è ok, non devo essere così sospettosa. Poi, cazzo, sono una piratessa e sulle mie mani scorrono litri di sangue, come posso giudicare il suo lavoro?'
Le due ragazze tornano all'ostello, dove Akemi riceve una sconcertante notizia: la sua stanza è stata cambiata e tutte le sue cose sono state spostate.
Per un attimo l'idea di uccidere la donna che adesso le sta porgendo la nuova chiave diventa incredibilmente allettante, ma poi si ricorda del macello in cui era immersa la stanza quando è uscita e decide di lasciar perdere.
La nuova camera è più piccola delle precedente, con un arredamento essenziale e discutibile. Ma non è questo ad infastidire pesantemente Akemi, no. Quello che veramente la urta è il fatto che le sue cose siano sparse a destra e a sinistra. Per sua fortuna lo zaino è stato appoggiato sul divano e le preziose bottiglie al suo interno sembrano intatte. Anche perché se così non fosse, primo farebbe una strage, secondo poi il divano sarebbe imbrattato di rosso, quindi può escludere che sia successo qualcosa di male.
Lo afferra con mano ferma e, stando ben attenta a non far urtare gli oggetti al suo interno, lo nasconde sotto al letto matrimoniale, mentre Halta l'aiuta a mettere un po' di ordine. In fondo la comandante è a conoscenza delle sue manie, tra cui quella di dover avere tutto sempre in ordine.
«Cosa ne pensi di Kakashi?» le domanda di punto in bianco Akemi, notando con un certo dispiacere l'espressione stranita della maggiore.
«Che è strano?» butta lì, sperando che come risposta possa bastare. Ma quando si accorge dell'espressione della corvina, che silenziosamente le chiede una risposta più accurata, decide di vuotare del tutto il sacco e di rivelarle le sue preoccupazioni «Non so, Akemi. Sento che non ci ha detto tutto, che sta nascondendo qualcosa di grosso
«Ho avuto anche io questa impressione...» si blocca un attimo, passandosi una mano tra i capelli, per poi sganciare il nodo del pareo e rimanere così in costume. Alza poi gli occhi sull'amica, mettendola in guardia così come ha fatto l'omino nella sua testa «Týr si è raccomandato di non fargli sorgere dei sospetti perché diventerebbe violento. Quindi, per favore, comportati in modo naturale con lui e basta. Resta con gli altri e vedrai che andrà tutto bene.»
«Tu ti fidi di lui, vero?» le domanda a bruciapelo Halta, sperando in una risposta negativa. In fondo come potrebbe fidarsi di una persona di cui ha dei sospetti? Nella sua breve ma intensa vita ha già avuto più volte la prova che non deve fidarsi degli sconosciuti, soprattutto se questi ti sembrano poco raccomandabili.
«All'inizio no. Pensavo che volesse uccidermi. Ma poi... non so. Ci parlo bene, mi diverto con lui... non mi guarda come se fossi un mostro come invece fa il resto della gente che incontro.» risponde con tono pensieroso Akemi, abbassando lo sguardo con un certo imbarazzo. Neanche lei riesce a spiegarsi perché sente questo strano attaccamento all'eccentrico ragazzo, pur rendendosi conto da sola che è dannoso.
Halta sospira rumorosamente, accettando a malincuore la faccenda. In fondo non deve essere facile sentirsi costantemente un mostro, un errore. Quando le capitò di assistere ad una specie di crisi esistenziale di Ace ci pensò un po', ma non aveva mai realmente affrontato la cosa come da quando Akemi è entrata nella sua vita.
«Basta che stai attenta, ok?» si raccomanda continuando a piegare i vestiti, senza neanche guardarla. Non vuole che capisca che è dispiaciuta per lei, che prova un po' di compassione nei suoi confronti. Sa bene quanto questo la innervosisca.
«Puoi giurarci sorellona.» risponde sorridendo allegramente la corvina, buttando sul divano un giacchetto di jeans e stiracchiandosi la schiena e le braccia «Senti, quasi quasi dormire anche io un paio d'ore. Dici tu ai ragazzi che alle undici dobbiamo trovarci tutti insieme al Neon?»
«Proverò a convincerli, ma non ti prometto niente.» le risponde con indifferenza la comandante, prendendo le sue buste e dirigendosi verso la porta, venendo però prontamente bloccata dall'amica.
«Ohhh, andiamo! È il locale più figo di tutta Namba! Tu non ci sei stata, non sai come ci si diverte! Tu buttagliela giù pesante, usa ogni trucco che ti viene in mente, ma portaceli!»
«Va bene! Va bene!» urla, alzando le mani in alto in segno di resa. Si trova pure a sorridere di fronte all'espressione eccitata della ragazza, come se stesse morendo dalla voglia di tornarci per mostrare qualcosa. In effetti un po' la cosa la insospettisce, quindi pensa bene di indagare un pochetto «Che ti metterai?»
«Un vestito corto nero, leggermente scollato e i tacchi che mi ha comprato Kakashi.» risponde sorridendo trionfante la minore, facendo una piroetta su sé stessa.
«Non esagerare, eh!» scherza facendole l'occhiolino la maggiore, scompigliandole i capelli e uscendo con passo calmo dalla stanza, pronta ad andare nella propria per farsi una lunga doccia per togliersi il salmastro di dosso «A dopo sorellina!»

Finalmente è giunta la tanto attesa sera.
I vari comandanti sono già usciti per andare al locale, uno più svogliato dell'altro, mentre Akemi quasi corre verso l'albergo di Kakashi.
Si è preparata in fretta e furia, lavandosi alla velocità della luce e truccandosi praticamente per strada. I capelli si sono asciugati da soli, prendendo così una piega selvaggia.
Avrebbe voluto prepararsi al meglio, farsi un trucco sofisticato ed elegante, ma era rimasta addormentata. Inutili sono stati i richiami dei compagni, tanto il suo sonno era profondo.
Ora si trova quasi in ritardo per l'appuntamento, con gli occhi cerchiati da una pesante linea nera e le labbra dipinte di un intenso rosso sangue.
Nella sua mente non pensa più che si è sicuramente bruciata la possibilità di far colpo su Marco, ma pensa solamente al fatto che adesso Kakashi le farà sicuramente delle storie. Perché lui è decisamente maniacale per questo genere di cose e non rimarrà in silenzio di fronte al suo aspetto quasi anonimo.
In realtà la nostra Akemi ci ha preso solo per metà: perché è vero che il biondo modaiolo non rimarrà zitto di fronte al suo abbigliamento, ma non starà a fare una vera e propria ramanzina.
Una volta entrata nell'hotel, dove si rende conto di essere fissata con una punta di nervosismo dagli addetti ai lavori, corre dentro l'ascensore e quasi rompe il pulsante che la porterà all'ultimo piano per la forza che impiega nel premerlo.
Si accascia contro la parete per riprendere fiato, osservandosi poi nello specchio al suo lato.
'Sembro una tossica.' pensa con una punta di rammarico, sistemandosi alla meglio il vestito e i capelli, notando che tutto sommato come stile non le dispiace. In fondo è piena di tatuaggi, un trucco pesante come quello che ha adesso non è del tutto sbagliato.
Una volta che l'ascensore giunge al piano desiderato, bussa con forza alla porta dell'amico, aspettando impazientemente che le apra. In cuor suo prega che sia già pronto, perché non riesce proprio a sopportare l'idea di arrivare troppo in ritardo.
Kakashi spalanca di colpo la porta in modo molto teatrale, con un sorriso furbetto che va da un orecchio all'altro, cosa che non le piace per niente.
«Cambio di programma!» urla a pieni polmoni, facendole vibrare i timpani. Per un breve istante si domanda dove trovi tutta questa energia, come diavolo faccia ad essere sempre così dinamico ed incredibilmente attivo, ma poi il suo cervello elabora la sua affermazione e il sangue le si gela nelle vene.
«Cosa?!» urla di rimando, entrando come una furia nella sua camera e sbattendo violentemente la porta.
«Si! Arriveremo un pochino in ritardo, perché devi cambiarti i vestiti!» risponde sempre con quel maledetto sorriso Kakashi, afferrando una busta nera con appeso un piccolo fiocco rosa cipria e porgendogliela da vero gentiluomo come si considera. In realtà di gentiluomo ha davvero poco, ma lui vede tutto in modo molto relativo, quindi c'è poco da discutere.
«Scherzi, vero?»
«Ho la faccia di uno che scherza?» risponde indicandosi il viso con l'indice, sfoggiando così un anello d'oro bianco e piccoli diamanti incastonati «No, oggi mentre tornavo in albergo ho visto un paio di cose e te le ho comprate. Vai a metterteli, il bagno sai dov'è.»
Akemi lo guarda incerta per qualche secondo, per poi fargli un sorriso emozionato e strappandogli velocemente la busta di mano. Stacca il fiocchetto velocemente, curiosa di vedere cosa le ha comprato, rimanendo di sasso quando apre e si rende conto di qual è il contenuto.
«Stai scherzando...» mormora sconcertata, alzando di scatto gli occhi su di lui.
«Dai, non rompere! Ho un piano!» le sorride emozionato Kakashi, prendendole la busta di mano e sventolandola per aria «Il coso biondo è geloso del nostro rapporto, se tu non te fossi resa conto. Se ti vede arrivare vestita così andrà fuori di testa già di suo, ma quando vedrà che arriverai in ritardo vestita così con me... beh: BOM
«Si, ti picchieranno in massa.» afferma con tono esasperato, massaggiandosi le tempie.
In effetti la tentazione di fare come dice lui e di mettersi quegli assurdi “vestiti” l'attira parecchio, ma la consapevolezza che i suoi fratelli non la prenderanno esattamente bene la confonde.
«So difendermi a dovere.» risponde con tono stizzito Kakashi, mettendole il pacchetto in mano con un gesto brusco e dirigendosi verso l'ampio e sfarzoso divano, su cui si butta a peso morto «Dai, mettilo. Sarà divertente!»
Quando, alzando lo sguardo, la vede ancora titubante sbuffa sonoramente, non abituato a tanti tentennamenti, e scherzosamente le lancia addosso una caramella che prima giaceva in un piccolo vassoio d'argento poggiato sul tavolo che ha di fronte.
«Se non riesci a conquistarlo ti offro da bere tutta la sera! Poi, se tu fossi un po' più sveglia, faresti un po' di sano sesso con Pugno di Fuoco!» afferma più che divertito, sfoggiando un sorrisetto malizioso e al contempo scherzoso.
«Senti, se li metto, la fai finita di dire cazzate?» cede infine Akemi, passandosi nuovamente una mano tra i capelli. Ormai si è convinta che se continuerà a ripetere tanto spesso questo gesto alla lunga diventerà calva, ma ormai è diventato un vizio.
«Si!» risponde in uno squittio il biondo, scattando in piedi come una molla e guardandola con aria trionfante.
«Bene, faccio in due secondi che siamo già in ritardo mostruoso!»

Camminano a braccetto per le strade affollate di Namba, diretti con passo svelto e fiero vero il Neon.
Sono in molti quelli che si voltano verso di loro per ammirarli, sperando inutilmente di avere quella marcia in più sufficiente per attirare la loro attenzione. Perché loro due, soprattutto insieme, sembrano due creature celestiali, di una bellezza così pura e ammaliante che ti lascia senza fiato.
Kakashi è consapevole di ciò e la cosa non fa altro che montarlo sempre di più, tanto da fargli credere ingenuamente di essere una specie di Dio, o quanto meno un bellissimo angelo caduto dal cielo perché troppo bello per essere accettato. Questo è sempre stato un suo grande difetto: è borioso, superbo ed è convinto che niente sia superiore a lui. In tanti hanno provato a farlo ragionare, a fargli capire che non è sufficientemente forte o esperto per poter solo pensare una cosa simile, ma nessuno è mai riuscito nell'intento. Perché lui è figlio del Re delle Tenebre, il più grande di tutti loro e, di conseguenza, può fare ciò che vuole.
Akemi lo guarda di sfuggita di tanto in tanto, notando la sua espressione incredibilmente fiera e arrogante, non riuscendo a capire dove trovi questa sorprendente grinta. Lei si sente fortemente a disagio, non riesce a non mordersi in continuazione il labbro inferiore, mostrando così a tutti i passanti i suoi acuminati canini.
«Cos'è, hai perso tutta la tua sicurezza?» la sfotte prontamente Kakashi, che ha percepito il suo particolare odore: disagio, vergogna, senso di inferiorità. La cosa lo urta anche parecchio, perché nessun immortale dovrebbe mai sentirsi inferiore a nessun altro, soprattutto se si parla dell'aspetto fisico, ma non può certo spiaccicarle la testa contro il muro per una sciocchezza simile. Dopo chi lo sente l'Imperatore?
«I miei fratelli sono tutti lì dentro...» mormora con un filo di voce la corvina, abbassando lo sguardo e piantando saldamente i piedi a terra quando si trovano di fronte alla discoteca. Fissa insistentemente il pavimento, soffermandosi su ogni dettaglio, arrivando addirittura a pensare che magari potrebbe anche rimanere lì fuori e fissarlo tutta la notte.
«Tesoro, così mi perdi punti.» borbotta il biondo, passandosi una mano tra i capelli scompigliati, brillanti come i raggi del Sole «Tira fuori le palle cucciola: fagli vedere quanto splendi!» afferma subito dopo, piazzandosi dietro le sue spalle e mettendole qualcosa attorno al collo.
Akemi prova a vedere di cosa di tratti, inutilmente, così Kakashi estrae un pugnale dalla pelliccia chiara e le mostra il riflesso, lasciandola di sasso.
«Oh mio Dio...» mormora incredula con un filo di voce, passando le dita sul magnifico collier d'oro bianco e diamanti che il giorno prima aveva visto in gioielleria.
«Ma sei impazzito?!» urla sempre più sconcertata voltandosi verso di lui per guardarlo in faccia, rimanendo completamente spiazzata di fronte al suo sorriso allegro.
«Cara, con il lavoro che faccio guadagno molto bene. Inoltre molte persone mi devono alcuni favori. Quindi... non farti problemi.» le risponde prendendola di nuovo sotto braccio, quasi trascinandola di peso verso l'ingresso. Tanto, alla fine, tutti fanno sempre quello che vuole lui, volenti o meno.
Nel frattempo i vari comandanti se ne stanno seduti sui divanetti comodi del Neon, circondati da ragazzi e ragazze di tutte le età, quasi tutti ubriachi o strafatti e vestiti per la maggioranza solo con dei costumi da bagno o biancheria intima.
Il ritmo frenetico della musica non è ancora stato alzato al massimo, quindi riescono ancora a parlare senza dover urlare come degli indemoniati per farsi sentire.
Per loro estrema fortuna, inoltre, non c'è ancora una calca disumana al bar, quindi le loro ordinazioni sono state portate praticamente subito. Sul tavolino di fronte a loro, infatti, ci sono un sorprendente numero di bottiglie di super alcolici, bicchieri sia vuoti che pieni e diverso drink colorati che mai prima di allora avevano assaggiato e che si stanno rivelando oscenamente buoni.
Speed Jil ha scherzosamente detto che si trasferirà lì dentro e che diventerà un'alcolista nel giro di neanche tre giorni, e subito Fossa e Kingdew gli hanno dato man forte, bevendo tutto in un fiato le proprie ordinazioni e chiamando subito una delle cameriere per avere un altro giro. Fossa, inoltre, è al settimo cielo perché può fumare tutti i sigari che gli pare e piace senza che nessuno gli dica assolutamente niente. Il massimo che gli ha detto una cameriera era se per caso gli faceva fare un tiro!
«Akemi?» domanda Ace, riempiendosi la bocca di stuzzichini e sventolando allo stesso tempo una mano per aria per farsene portare altri. Sicuramente pagherà per l'ottimo servizio, forse per la prima volta in vita sua. 'Adesso capisco perché sono tutti così gentili con i clienti!'
«Si era raccomandata di essere puntuali e poi non si presenta neanche.» commenta Satch, sbuffando sonoramente. Sperava di incontrare Mimì durante la giornata, o quanto meno di intravederla da qualche parte, ma di lei non c'è stata assolutamente traccia da nessuna parte e la cosa lo ha sorprendentemente amareggiato.
«Prima andava a prendere il suo amico.» afferma Halta, bevendo tranquillamente il suo cocktail alla frutta, andandoci decisamente più piano rispetto agli amici. In fondo, almeno uno di loro dovrà pur restare vagamente lucido, no?
«Quella non è la rossa che oggi è venuta in spiaggia?» domanda Speed Jil con un sorriso entusiasta che va da un orecchio all'altro mentre se la mangia con gli occhi. Per sua sfortuna, però, la ragazza non se li fila neanche per sbaglio, troppo concentrata a scrutare con attenzione tra la folla danzante per scegliere chi avrà l'onore di accompagnarla a cena più tardi.
«Mh? Ah, si. Si chiama Arista.» gli risponde disinteressatamente Halta, continuando a lanciare delle veloci occhiate all'entrata nella chiara speranza di vederla arrivare. Il fatto che sia andata da sola da Kakashi non le è andato del tutto giù in realtà, anzi l'ha un po' preoccupata. Perché sa che c'è qualcosa di sbagliato in lui, che nasconde un segreto e che probabilmente non ha fatto altro che raccontare balle su balle per avvicinarli senza problemi. Sennò perché attaccarsi così tanto proprio a lei?
«È una bomba.» commenta Ace, seguendone le forme esaltate da un attillatissimo vestito nero e bordeaux.
«Ed è lesbica.» lo informa Halta, lasciandosi scappare un risolino di fronte alla sua espressione assai delusa.
«Porca di quella puttana...» mormora Namiur, portandosi le mani al viso e sospirando assai rumorosamente, attirando lo sguardo del secondo comandante su di sé.
«Dai, è una bella ragazza, ma così esageri!» lo prende in giro Pugno di Fuoco, scoppiando in un'allegra risata. Risata che però si spezza nel momento esatto in cui l'ottavo comandante gli afferra il mento con una mano e gli volta la testa, facendogli capire il perché di quell'affermazione.
«Porca di quella puttana!» urla Ace alzandosi in piedi di scatto, facendo così saettare lo sguardo di tutti nella sua stessa direzione.
Lei è arrivata, mano nella mano con quell'eccentrico ragazzo che sfoggia una pelliccia chiara senza maniche che lascia scoperto l'addome e un paio di pantaloni di pelle nera attillatissimi. Ma non è il suo abbigliamento a lasciarli di sasso, quanto quello di Akemi: un paio di tacchi chilometrici di un blu acceso, calze nere con dei motivi floreali, un costume da bagno intero nero con le spalline calate e un'elegante e assai abbagliante collier di diamanti attorno al collo.
Che avesse una certa avversione per i vestiti lunghi e coprenti lo avevano capito già da un po', ma questo gli pare veramente esagerato.
«Se la vedesse il babbo, andrebbe fuori di testa per la rabbia!» commenta Satch, desideroso di andare da quei due scostumati e di fracassargli il cranio l'uno contro l'altra, inconsapevole di quanto il primo comandante condivida questo suo desiderio.
Akemi li guarda per un breve istante, salutandoli appena con la mano, a disagio come poche volte in vita sua. In genere si veste poco, è vero, ma è consapevole di aver superato un altro limite e ciò la mette notevolmente in imbarazzo.
«Mi stanno guardando...» afferma passandosi una mano tra i capelli, pentendosi per non essersi tenuta i vestiti con cui era andata a prenderlo. 'Ho bisogno di bere. Subito!'
«Mi sorprenderebbe il contrario.» risponde Kakashi, sorridendole dolcemente e portandosi una sua mano alle labbra, baciandola piano «Forza, andiamo a bere qualcosa, così mollo anche la pelliccia ad Arista.»
Il gruppo li segue con lo sguardo, uno più sbalordito dell'altro.
Satch scuote la testa rassegnato, passandosi una mano sul volto mentre allunga l'altra verso il proprio bicchiere, deciso ad affogare quelle spiacevoli sensazioni che gli stringono lo stomaco nell'alcol. Non fa però in tempo a portarselo alle labbra che qualcuno glielo strappa di mano, poggiandosi sulla sua spalla con una mano piccola e fredda.
Volta di scatto la testa, ritrovandosi a sorridere inebetito di fronte agli occhioni allegri di Mimì, che senza tanti problemi si sta scolando tutta la sua bevuta.
«Hai finito?» le domanda speranzoso, già pronto a mollare i compagni per tornare in camera con lei, ricevendo però in risposta una negazione col capo «Sei in pausa?» ritenta, pregando con tutto sé stesso di ricevere una risposta affermativa e di poter avere il tempo sufficiente quanto meno per trascinarla in uno dei bagni. Si dà del pervertito da solo, ma di fronte al suo visetto angelico e a quegli occhi ipnotici non riesce proprio a resistere.
«Solo cinque minuti, giusto per ricaricarmi.» risponde la ragazza appena finisce di bere, poggiando il bicchiere sul tavolo e tornando subito dopo a guardarlo in viso, notando l'espressione speranzosa e allo stesso tempo maliziosa «Non guardarmi così, ho detto ricaricarmi.»
Satch si lascia andare ad una risata divertita, per poi afferrarla per un polso e trascinarsela in braccio, catturando subito dopo le sue labbra sottili in un bacio che non lascia scampo, intrecciando le dita tra i suoi capelli sottili.
Gli altri distolgono lo sguardo, vagamente imbarazzati, finché non notano con la coda dell'occhio che si sono finalmente separati. Solo a quel punto Ace prende la parola, sorridendole allegro mentre la studia attentamente.
«E così sei tu che ce l'hai tenuto lontano per tutta la notte.» afferma con tono malizioso, sperando di riuscire a metterli un po' in imbarazzo.
Il tentativo però fallisce miseramente. Il caro Pugno di Fuoco infatti non ha neanche la più vaga idea di chi si trova di fronte, di quali discorsi sia capace la pittoresca ragazza che siede sulle gambe del quarto comandante, ed è completamente ignaro del fatto che quel genere di argomentazioni la divertono in maniera particolare.
«Grazie a me avrà perso almeno due chili!» risponde prontamente Mimì, facendoli ridere di gusto. Si volta poi verso Satch, guardandolo con curiosità «Come mai siete venuti in questo locale?»
«Perché la cosa ti sorprende tanto?» le domanda a sua volta l'uomo, mentre l'idea che si trovi lì per vedersi con un altro uomo prende velocemente forma nella sua testa, urtandolo all'inverosimile. Non si capacita neanche lui di questo forte fastidio che prova dal momento che la “conosce” da poco più di ventiquattr'ore, ma non riesce proprio a reprimerlo.
«Non mi sembrate tipi da posti simili.» risponde semplicemente Mimì, allacciandogli le esili, ma micidiali, braccia al collo, sistemandosi meglio sulle sue gambe.
«Akemi ha insistito per farci venire qui.» borbotta il quarto comandante, cercando di capire cosa sta guardando con tanta insistenza. Quando poi si rende conto che si tratta solo del fratello tira un sospiro di sollievo, facendogli un cenno col capo quando il ragazzo col braccio di metallo lo saluta.
«Io vado un secondo a parlare con Hidan di una faccenda, torno tra poco.» afferma sorridendo allegra la ragazza, alzandosi agilmente dalle sue gambe e trotterellando verso il ragazzo seduto al bancone del bar, cominciando subito a parlarci animatamente di una faccenda piuttosto delicata.
«Satch!» urla Rakuyo, facendo sobbalzare il diretto interessato «È meravigliosa!» aggiunge subito dopo, dandogli una sonora pacca sulla spalla.
«A quando le nozze?» lo sfotte prontamente Marco, a cui non è sfuggito assolutamente il suo atteggiamento possessivo nei suoi confronti.
«Ah-ah-ah, quanto sei simpatico!» risponde sarcasticamente l'uomo, rubandogli la bottiglia di mano e riempiendosi il bicchiere, bevendo tutto in un fiato il liquore dorato che tanto gli piace, giusto in tempo prima del ritorno dell'eccentrica e misteriosa ragazza dai capelli rosa.
«Beh, mio caro, io devo andarmene subito. Quel bastardello a quanto pare ha già trovato le informazioni che voleva quindi dobbiamo ricominciare.» lo informa la ragazza, abbassandosi al suo livello per baciarlo, stavolta in modo più delicato e dolce.
«Tra quanto finisci?» le domanda immediatamente Satch, scattando indietro col busto per sfuggire dalle sue labbra e poter parlare tranquillamente.
«Quattro ore.» risponde sbuffando la ragazza, giocherellando con il suo foulard.
«Perfetto. Tra quattro ore esatte in camera tua. Fatti trovare nuda possibilmente.»
I due si guardando dritto negli occhi per qualche istante, sorridendosi maliziosamente, finché Mimì non lo tira per il foulard e lo bacia con quanta più passione può, facendolo sciogliere come un cubetto di ghiaccio al sole.
«Sei insaziabile.» mormora contro le sue labbra prima d'incamminarsi verso l'uscita, salutando con un sorriso smagliante tutti gli altri, che hanno assistito alla scenetta con un certo stupore. In fondo non è da tutti i giorni trovarsi una ragazza che sia bella ed incredibilmente ben disposta come lei. Ancora meno è trovarne una con quelle caratteristiche e che accetti pure di sentirsi dire quel genere di cose di fronte a dei completi sconosciuti!
«Amico: sposala!» afferma ridendo Curiel, facendo scoppiare a ridere tutti quanti.
Satch sbuffa esasperato, bevendo e cercando di concentrarsi sulla musica per non sentire i continui commenti idioti dei suoi fratelli, finché non vede la sua cara sorellina ballare in pista con quel ragazzetto, in un modo tutt'altro che innocente.
'Akemi, sei la mia salvezza!' pensa sorridendo compiaciuto, decidendo di cogliere la palla al balzo e di far concentrare l'attenzione di tutti loro su di lei.
«Guardate lì come ballano quei due!» esclama convinto, accavallando le gambe e poggiando la schiena sul comodo schienale imbottito, godendosi le facce sbalordite dei suoi compagni.
Halta se la ride di gusto, cercando di ignorare le dita fresche di Izo che le carezzano la pelle nuda della schiena, lasciandosi sfuggire un commento delicato «Scommetto che Shanks darebbe anche l'altro braccio per potersela portare a letto!»
Marco s'irrigidisce di colpo nel sentirle pronunciare quella frase, stringendo dolorosamente la mascella. Vorrebbe urlare che se solo si azzarderà ad avvicinarla o anche solo a guardarla in modo strano glielo strapperà lui il braccio, ma si deve astenere dal farlo.
Gli altri tornano a ridere e scherzare tranquillamente, alcuni addirittura si alzano e si buttano in pista, trascinati da delle ragazze vistosamente ubriache che di certo non andranno a stressarli il giorno dopo e che gli offriranno una notte di sesso facile.
Solo uno non scherza, rimanendo serio a fissarla, il bicchiere pieno di rum ancora stretto nella mano davanti alla bocca.
La guarda e pensa che le mani troppo pallide di quel ragazzino stonino incredibilmente su di lei, che dovrebbe essere lui a tenerle le mani sui fianchi, quello con cui ballare e su cui strusciarsi così lentamente. La guarda e non riesce più a pensare di poterla evitare, di poterle lasciare i suoi spazi.
I loro occhi s'incrociano per qualche secondo e Marco sa che è una sfida ad alzarsi, a raggiungerla in mezzo a quella gente, a ballare con lei, forse pure a mettere in atto tutte quelle cose oscene che il suo subconscio gli ha fatto sognare in più occasioni.
Beve tutto d'un fiato il contenuto del suo bicchiere, stringendo con forza gli occhi nel tentativo di cancellare quei pensieri sporchi, di cancellare la sua immagine così dannatamente sexy.
Ma quando li riapre, vedendola ancheggiare sorridente verso il loro tavolo, quei pensieri si fanno più forti, insostenibili.
«Che sono queste facce?» domanda innocentemente, mettendosi a sedere sulle gambe di Ace, che di colpo smette di ridere, guardandola con una strana luce negli occhi e le sussurra qualcosa all'orecchio.
A Marco questo gesto non sfugge e la malsana curiosità di sapere cosa le ha sussurrato con aria così complice lo pervade, insieme ad una ingiustificata gelosia.
I loro occhi s'incrociano di nuovo, un brivido gli risale lungo la spina dorsale.
'È mia sorella, dannazione...' afferra di scatto un bicchiere lasciato incustodito al suo fianco, bevendo d'un fiato il contenuto che gli brucia la gola.
'Avevo deciso di metterci una pietra sopra!' vede le mani di Ace scivolare sui suoi fianchi e lì rimanere. Le vede e sente la forte urgenza di picchiarlo a sangue, trattenendosi con sua grande sorpresa.
'Cazzo...' si passa una mano sul viso, fermandola sugli occhi per evitare di continuare a torturarsi da solo, sentendo improvvisamente una presenza al suo fianco.
Sospira pesantemente, voltando un poco la testa e incrociando per l'ennesima volta gli occhi glaciali di Akemi, che gli sorride in modo provocante, tanto da fargli mancare un battito.
'Perché mi guardi così?'
«Tutto bene, comandante?» poggia una mano sullo schienale del divanetto, Akemi, sorreggendo così il suo peso e mettendosi in modo tale da esaltare i fianchi fasciati dal tessuto nero, notando con gioia quanto il pirata provi a non guardarla.
«Certo.» mormora in risposta, afferrando un altro bicchiere e trangugiandone il contenuto, lasciandosi però sfuggire una goccia sul mento. Goccia che viene prontamente recuperata da un freddo e affusolato dito della ragazza, che finisce poi tra le sue labbra per poter assaporare il sapore forte dell'alcolico.
Marco la guarda, eccitato come non pensava di poter essere per colpa della mocciosa che ha visto crescere, distogliendo velocemente lo sguardo e fissando con estrema attenzione il bicchiere vuoto che stringe convulsamente in mano.
Akemi lo guarda e sogghigna. L'alcol precedentemente ingerito ha già fatto il suo effetto e il suo autocontrollo vacilla pericolosamente. Se non ci fosse Týr ad urlarle furiosamente di darsi una calmata, di riflettere prima di agire, probabilmente sarebbe già sdraiata sopra alla Fenice, baciandolo con tutta la passione che le sta distruggendo e mordendolo sul collo muscoloso e abbronzato che tanto l'attira.
Volta lentamente la testa verso gli altri compagni, sorridendo enigmatica di fronte ai loro sguardi stupiti. Perché mai l'hanno vista muoversi così, mai l'hanno vista atteggiarsi in quel modo così bizzarro. Giusto la volta che perse completamente il controllo di sé aveva avuto per poco l'atteggiamento da femme fatale, ma, appunto, aveva perso il controllo.
«Tutto bene?» le domanda Curiel al suo fianco, dandole una pacca sulla spalla per attirarne l'attenzione.
Akemi non guarda più nessuno di loro, adesso.
Guarda la pista da ballo come se fosse un predatore famelico pronto a scagliarsi contro la preda indifesa, per divorarla e dilaniarla.
Sente il cuore batterle più forte, la gola farsi improvvisamente secca, le mani fremere dalla voglia di affondare nelle viscere di qualcuno e di sentire così la piacevole sensazione del sangue caldo che le cola sulla pelle.
Ma quando Curiel le tira un altro colpo, più forte rispetto al precedente, volta finalmente la testa, guardandolo con un ghigno inquietante ad incresparle le labbra vermiglie.
Gli poggia una mano sulla spalla e avvicina il viso al suo, in modo lento e calcolato.
«Qualche problema, fratello?» mormora al suo orecchio, facendogli irrigidire tutti i muscoli per il fastidio. Perché Curiel le vuole bene, sopporta senza fiatare tanti suoi atteggiamenti, ma questo gli sembra troppo. I vestiti, il comportamento da pazza, il rivolgersi a lui in quel modo. No, decisamente non va, ma non vuole rovinare la serata a tutti. Resterà in silenzio e il giorno dopo, se si ricorderà di qualcosa, le parlerà.
«No.» risponde secco, guardandola con aria di sfida.
«Bene.» piega un poco la testa di lato, Akemi, senza abbandonare quel fastidioso e macabro sorriso, finché l'odore dolce e penetrante di Kakashi le arriva nitidamente alle narici sensibili, facendole alzare di scatto lo sguardo. Ora è a lui che sorride, in modo più provocante e perverso, come se fossero in combutta per qualcosa.
«Vieni a ballare, tesoro?» le domanda lascivo, camminandole attorno con passo felpato e lento, sensuale come solo un immortale può essere. Perché loro sono questo: forza, passione, rabbia, sesso, peccato.
Akemi gli sorride e allunga un braccio verso di lui, facendosi prendere per mano e venendo così trascinata in mezzo alla mischia di corpi sudati ed eccitati, inebriandosi di quell'odore dolce e travolgente che la manda su di giri, spinta oltre ogni suo limite dal folle amico.
Con la coda dell'occhio nota che la strana ragazza dai capelli di fuoco li sta fissando, sempre con quello sguardo duro e glaciale di quel pomeriggio, e senza pensarci si ritrova a sorridere come per volerla sfidare, come se volesse invitarla ad entrare nel loro mondo di sangue e ormoni alle stelle.
«Il coso ci sta guardando.»
Kakashi è affascinante, la sua voce è morbida ed eccitante, le sue mani forti e fredde le scivolano sulla schiena lentamente. Sa come fare, ha inscenato tante volte quei giochetti infantili per infastidire qualcuno, per attirarne l'attenzione, per catturarlo.
Akemi volta la testa verso Marco, sorridendogli maliziosa, gioendo nel vederlo bere ancora per il forte fastidio che quella loro danza troppo intima gli provoca.
«È tuo.» le soffia all'orecchio Kakashi, facendola ghignare ancora di più.
Ma per lui tutto quello non è sufficiente. Il gioco non è abbastanza eccitante, il suo umore si sta abbassando. Vuole sempre di più, vuole infrangere ogni etica morale, ogni dannatissima legge mortale. Vuole uccidere e vuole farlo adesso.
Guarda la ragazza al loro fianco, sorridendole con aria enigmatica, facendosela scivolare tra le braccia. Le sussurra che è bellissima, che sarà suo. E lei ci crede. Ci crede e ride, facendosi trascinare lontano da tutti, andando in contro alla propria morte dentro uno squallido sgabuzzino buio.
Al Neon nessuno vede e nessuno vedrà mai. I loro occhi saranno sempre chiusi per quel genere di omicidi compiuti nel buio, gli assassini non verranno mai accusati di niente. Perché loro sono dei dannati immortali e nessuno sarebbe in grado di distruggerli se non chi dalla nascita viene addestrato a farlo.
Al Neon nessuno vede e nessuno vedrà mai. Quella vita va bene, la loro sete di sangue e smania di uccidere sono accettate. Che vengano avanti, che caccino liberamente. Sono i soldi a far girare il mondo e loro ne hanno da buttare.
Akemi continua a ballare, avvolta da quelle luci psichedeliche che la confondono, sfiorata da quelle mani desiderose di poterla stringere, spintonata da quella massa di corpi lussuriosi che vorrebbe solo possederla.
Un ragazzo dal viso allampanato le passa davanti e le sorride, mettendo in mostra la bizzarra dentatura, così simile alla sua da farla sbiancare. È quando però che si accorge che il suo cuore è fermo, che di fronte a lei è appena passato un morto vivente, che si spaventa sul serio.
Vorrebbe gridare, vorrebbe scappare, ma non riesce a far altro che guardare quella giovane ed ubriaca ragazza che esce mano nella mano con lui. Vorrebbe fermarla, dirle di mettersi al sicuro, di scappare dalla morte, ma Týr la ferma.
«Le cose non si cambiano.» afferma sicuro, facendola vacillare. Tutta la sua sicurezza svanisce, l'euforia dettata dall'alcol è scomparsa «Un immortale fa quello che vuole. Un immortale può peccare fino a consumarsi, fino a disintegrarsi. Può uccidere chiunque voglia eccetto un compagno. Un immortale è superiore. Un immortale è un Dio.»
Non riesce a sopportarlo e scappa fuori.
Scappa da quella cerchia di persone che la opprimono, lontana da quegli occhi che la fissano, da quei sorrisi falsi in cui si era beata.
Scappa ma qualcuno la raggiunge, bloccandola per un polso e rigirandosela tra braccia come se fosse ancora una bambina piccola, come se non fosse capace di uccidere a mani nude in pochi secondi.
«Non devi avere paura.» gli occhi glaciali di Arista le scavano nel profondo dell'anima, facendola perdere in un oblio tiepido e rassicurante «Non li temere, non ti sfioreranno mai. Tu sei una di loro, avrai il loro timore e rispetto se rimarrai.»
Si lascia cullare dalle sue parole come se fossero una melodia e la voce di Týr le sembra improvvisamente lontana. Forse sta urlando di smettere, di non ascoltare, ma non riesce a capirlo. La voce di Arista è così bella, così rassicurante e calda.
«Torna dentro e goditi la tua immortalità, tenebrosa creatura della notte.»
Tutto svanisce. Arista non c'è più, lei è dentro al Neon, seduta ad un tavolino insieme a Kakashi.
Si guarda attorno spaesata, vedendo alcuni dei suoi compagni ballare spensierati in mezzo a quella calca di persone, mentre la musica diventa sempre più assordante.
Non ricorda niente. Non sa come è finita al tavolino. Credeva di essere uscita, di aver visto un morto vivente sfilarle davanti, ma non ne è sicura. È tutto così semplice, così calmo.
«Che ore sono?» domanda incerta, interrompendo così il flusso di parole dell'amico, che la guarda come se fosse impazzita di colpo.
«Saranno all'incirca le tre. Perché?»
'Le tre? Non era mezzanotte? Ero sicura che fosse mezzanotte...'
«Niente.» mente e Kakashi lo sa bene. Ma non le dice niente. Perché mai dirgli che sa che gli sta dicendo delle bugie? Perché mai infrangere le sue poche sicurezze sul mondo che la circonda?
«Mi dispiace cara, ma adesso devo proprio andare. Avevo promesso ad alcuni amici che sarei andato a cena con loro.» beve l'ultimo sorso di vodka, Kakashi, passandosi lentamente la lingua sulle labbra piegate in un sorriso malizioso, mentre con gli occhi continua a fissare insistentemente qualcosa dietro le spalle di Akemi «Divertiti anche per me questa notte.»
«Se manca la materia prima ne dubito.» afferma divertita, bevendo a sua volta.
«Ahhh, dubito che ti mancherà piccola.» detto questo le fa l'occhiolino e se ne va con passo tranquillo.
Akemi per qualche istante lo segue con lo sguardo, finché non sente nitidamente la presenza di qualcuno al suo fianco.
Si volta di scatto, incrociando lo sguardo divertito del primo comandante, evidentemente alticcio.
«Ti ha dato palo, ragazzina?» biascica sorridendole, afferrando con mano decisa il suo bicchiere e bevendo un lungo sorso di quel liquido trasparente.
«Può darsi che si, può darsi che no.» gli sorride in modo enigmatico, fingendosi completamente indifferente alla sua vicinanza. Dentro, però, si sta distruggendo per la voglia che avrebbe di allacciargli le braccia al collo e dare libero sfogo a tutte le fantasie che affollano la sua mente perversa.
'No. Sarà lui a cadere ai miei piedi. Non mi abbasserò a tanto!'
Si allontana con passo calmo, consapevole di avere i suoi occhi puntati addosso.
Ancheggia lentamente, soppesando ogni movimento, riuscendo a percepire i movimenti dell'uomo anche in mezzo a quella marmaglia di gente.
È a metà della sala, spintonata dai corpi dei presenti che la fissano desiderosi solo di toglierle i pochi indumenti che indossa, quando un paio di mani forti e calde le afferrano con decisione i fianchi, costringendola a fermarsi.
Sente il calore del torace della Fenice contro la propria schiena, le sue mani farsi incredibilmente audaci tanto da vagare sul suo addome, mentre lentamente i loro bacini si sfiorano, ballando lentamente sulle note di quel ritmo frenetico.
Si muove piano, Akemi, strusciandosi contro di lui, sorridendo quando sente le sue labbra sfiorarle la spalla nuda, reclinando la testa all'indietro in un chiaro invito.
Marco però non se ne accorge immediatamente, intontito dall'esagerata dose di alcol ingerito, e si limita a stringerla a sé, a farla continuare a muoversi e a mordicchiarle l'incavo del collo, incurante degli sguardi sorpresi dei fratelli, che mai l'hanno visto comportarsi così. Per fortuna della Fenice, però, vedono solamente che ballano insieme e non tutte le sue attenzioni decisamente poco fraterne che le sta rivolgendo.
L'unica che però lo intuisce è Halta, che afferra di peso Izo e lo trascina in mezzo alla folla. Deve avvertire l'amica che sono sotto tiro e che nessuno di loro terrà la bocca chiusa, non con l'alcol che hanno bevuto.
Il sedicesimo comandante si lascia trascinare in mezzo a quella marmaglia di corpi sudati, ridendo di gusto quando un ragazzo crolla a terra stordito da chissà quale mix di alcol e acido.
Halta, davanti a lui, sgomita per farsi spazio, fino a raggiungere i due, ancora intenti a strusciarsi l'uno sull'altra.
Quando Akemi la vede non fa niente, limitandosi a sorriderle con aria soddisfatta, ma quando si accorge della presenza dell'altro comandante si scosta di scatto, facendo vacillare Marco, che era completamente appoggiato a lei.
«Vi stanno guardando, contenetevi!» strilla Halta vicino all'orecchio della corvina, facendo un lieve cenno col capo in direzione dei compagni che li osservano ridendo come impazziti.
Akemi annuisci convinta e prova ad allontanarsi, respirando affannosamente, venendo però raggiunta in breve da Marco, che è riuscito a recuperare da qualcuno che gli ballava vicino una bottiglia di vodka ancora ghiacciata.
Lo guarda sorpresa, indietreggiando fino a ritrovarsi con le spalle al muro, sentendosi andare in fiamme quando l'uomo le poggia con decisione una mano sul fianco per avvicinarla.
Gli poggia poi le mani sulle spalle per trovare un appiglio quando le bacia piano il collo, sperando di essere abbastanza nascosta dalla vista degli altri. Per sua fortuna la colonna contro cui si è appoggiata li ripara completamente, ma non riesce comunque a stare tranquilla.
Se lo stacca di dosso con un movimento brusco, guardandolo con lo sguardo più serio che il suo stato alterato le permette.
«Direi che è meglio se te ne vai a dormire.» afferma decisa, rabbrividendo di fronte al suo sorriso malizioso, sorprendendosi nel vederlo tornare all'attacco.
La stringe Marco, non permettendole di scappare, non lasciando a nessuno la possibilità di avvicinarla e di strappargliela dalle mani.
«Mi rimbocchi le coperte?» le mormora all'orecchio con tono seducente, mordendole poi il lobo.
Akemi sorride vittoriosa e la sua mente escogita in pochi secondi la vendetta perfetta per il torto subito e, senza neanche dirgli una parola, lo prende per mano e lo conduce fuori dal locale.
Non ha preso neanche per un istante in considerazione il fatto che il suo sia un piano pericoloso, che le si possa ritorcere contro con la stessa velocità con cui è stato concepito. L'idea di vendicarsi, di ripagarlo con quella che considera la stessa moneta, è davvero troppo allettante.
Camminano per le strade ancora piuttosto popolate della città, sorreggendosi l'un l'altro.
Un ragazzo, diretto insieme a degli amici verso il Neon, gli offre una bevuta dalla sua bottiglia di gin, e subito Marco accetta, bevendone una dose assai generosa. Akemi invece rifiuta per il semplice fatto che deve rimanere il più lucida possibile per poter riuscire nella propria impresa.
Riprendono a camminare verso l'ostello, incrociando pure qualche membro della ciurma in dolce compagnia, non venendo neanche calcolati più di tanto. Qualcuno di loro semplicemente si raccomanda con la ragazza di far tornare il comandante sano e salvo in camera, per poi tornare a farsi gli affari propri. Non sospettano niente, per sua fortuna.
Arrivati finalmente a destinazione, Akemi si toglie velocemente le altissime scarpe ed imbocca immediatamente la rampa di scale, mettendosi un braccio del comandante attorno alle spalle e costringendolo a salire, cercando di evitare che si schianti al suolo e si rovini il bel faccino che tanto la manda su di giri.
«Sei ridicolo!» ride forte, sorreggendolo come meglio può. La cosa risulta però piuttosto difficile, visto che l'uomo sembra essere completamente calamitato dal pavimento.
Marco volta la testa verso di lei, sorridendole inebetito dal troppo alcol e senza rifletterci allunga la testa verso di lei, nascondendo il viso tra i suoi capelli profumati, provando a mordicchiarle il lobo.
«Marco...» la sua voce è come una supplica a smettere, mentre la tentazione di buttarsi a terra per dar sfogo a tutto il desiderio che con un solo tocco riesce a sprigionarle dentro diventa quasi insopportabile.
Il comandante, in tutta risposta, stringe semplicemente la presa del braccio attorno al suo collo e se la tira addosso, afferrandole il fianco per non permetterle di scansarsi.
Si guardano dritto negli occhi ora, senza nascondere l'innegabile attrazione che provano l'uno per l'altra.
Ma Akemi di colpo abbassa lo sguardo, impedendogli di avvicinarsi ulteriormente. Non lo ha ancora del tutto perdonato malgrado i mille discorsi di Kakashi sul lasciarsi andare. Vuole che le dimostri sul serio che la vuole e farlo da ubriaco non le basta. Inoltre deve portare a termine la sua dolce vendetta, e cedere adesso rovinerebbe tutto quanto.
«Ti porto a dormire, forza.»
Lo afferra per un polso e lo trascina, facendolo sbuffare forte.
La sua stanza è sempre più vicina, ancora una rampa di scale e potrà scaricarlo sul suo letto a smaltire in solitaria la sbornia, ma Marco non è decisamente d'accordo.
Infatti l'ubriaca Fenice si scaglia con forza contro la porta della nuova camera della ragazza, puntando i piedi come un bambino. La guarda con lo sguardo più deciso che può trovare nel suo stato, facendole capire anche senza dover proferir parola che non si muoverà da lì.
Akemi ringhia esasperata, pentita per non essere rimasta a festeggiare fino all'alba, pregando di veder sbucare dal fondo del corridoio l'eccentrico amico pronto a salvarla e a portarla ad un altro rave. Ma questo non accade, quindi si vede costretta a spintonarlo per aprire la porta, guardandolo con aria esasperata mentre si addentra e comincia ad urtare ogni singolo oggetto presente. Fa pure cadere un vaso a terra, distruggendolo irrimediabilmente. Non che fosse un bel vaso, ansi faceva piuttosto schifo, ma comunque le dispiace. In meno di ventiquattro ore ha già causato la distruzione di troppi oggetti!
Si affretta ad afferrare Marco quando si avvicina troppo al piccolo balcone, tirandolo via per la camicia. Ok che con il suo potere può volare, ma in quello stato non è sicura che ne sia in grado.
Lo trascina di peso fino al grande letto matrimoniale, dove lo getta senza tanti complimenti, facendolo scoppiare a ridere.
«Senti, tu stai fermo e buono, ok? Io mi cambio e torno.» mentre lo dice sta già affrettando un paio di slip più consoni alla situazione e la prima canottiera che le capita sotto tiro, non rendendosi conto che è di un tessuto decisamente chiaro e vagamente trasparente. È troppo impegnata ad impedire all'ubriaca Fenice di raggiungerla per poterci badare.
«Dai, ti do una mano...» biascica Marco, provando a prenderla per un polso, senza successo. In compenso, però, si prende una porta in piena faccia.
«Cazzo...» brontola a mezza voce, massaggiandosi il viso. Subito dopo pensa bene di curiosare tra i vari sacchetti sparsi per la stanza, che ha urtato non appena entrato. Uno in particolare attira la sua attenzione, visto che ha involontariamente rivelato il prezioso contenuto.
Quando Akemi esce, vorrebbe veramente essere inghiottita in una voragine: Marco la guarda con aria decisamente troppo maliziosa per i suoi gusti, tenendo in mano un completo intimo di pizzo, composto da un bustino nero e un perizoma tanto sottile che si può definire inutile.
«Perché non metti questo?» le domanda avvicinandola, sventolandole sotto gli occhi il micro-indumento che gli viene prontamente strappato di mano.
«Ti sembra forse di meritartelo?» gli tira una spinta e lo butta sul letto, per poi rimettere tutto in perfetto ordine. Va bene che Satch è impegnatissimo in sessioni di sesso intenso e non perderà neanche un secondo a controllarla, ma non si sa mai.
«Se ti dicessi che non ho mai visto una donna più sexy di te?» le domanda Marco, faticando per riuscire a mettersi a sedere sul materasso. In vita sua ne ha prese davvero tante di sbornie, probabilmente anche troppe, ma questa si sta rivelando una delle più devastanti di tutte.
«Ti direi che sei ubriaco.» controbatte piccata la ragazza, cercando una coperta nell'armadio per poter andare a dormire -o quanto meno a sdraiarsi- sul divano.
«E che quando mi sei vicina ho dei brividi?» ritenta, alzandosi a stento in piedi e traballando per la stanza, deciso più che mai a raggiungerla e stringerla a sé.
«Ti direi che sei ubriaco e che probabilmente ti disgusto.» risponde mostrandosi il più fredda possibile, trovando finalmente la tanto desiderata coperta, non riuscendo però ad evitare che il pirata l'afferri con forza per i fianchi e si appoggi completamente a lei.
«Ti sembra forse che mi disgusti?» le sussurra all'orecchio, spingendo il bacino contro il suo per farle arrivare chiaramente il messaggio.
Passa poi a baciarle languidamente il collo, facendo scivolare le mani sotto la sua maglietta e sfiorandole con la punta delle dita l'addome piatto e muscoloso, facendo salire quelle dolci carezze sempre più in alto.
«Marco... per favore...» vorrebbe davvero voltarsi e tirargli uno schiaffo così forte da farlo volare giù dalla finestra, ma non riesce a trovare la forza necessaria per farlo. Non riesce neanche ad urlargli in faccia che si sta comportando di nuovo come uno stronzo, troppo presa da quella dolce tortura, ma quando Marco apre bocca le torna di colpo la grinta necessaria.
«Lo vuoi tanto quanto me, non negarlo. Prima mi scopavi con lo sguardo...»
«Quello eri tu.» gli ringhia contro, togliendosi le sue mani di dosso e scansandosi di scatto, guardandolo con occhi fiammeggianti.
«Allora che ne dici di scoparci sul serio?» propone Marco, non rendendosi neanche lontanamente conto di quanto il suo atteggiamento rischi di allontanarla definitivamente. Se fosse stato lucido le avrebbe parlato con calma, avrebbe sicuramente affrontato tutta la questione con razionalità e si sarebbe imposto a forza dei freni inibitori, ma con tutto quello che ha bevuto proprio non riesce a stare zitto, a controllare il proprio corpo.
«Quanto sei volgare!» gli urla contro sempre più inviperita, tirandogli un forte schiaffo sulla mano quando prova a toccarla di nuovo «No, fermo.»
«Dai, qual è il problema?» le domanda in un lamento Marco, portandosi le mani tra i capelli. È ubriaco, vuole divertirsi e proprio non riesce a capire dove stia l'intoppo. In fondo sa di piacerle, di essere desiderato tanto quanto lui desidera lei.
'Che sia Kakashi la causa?' questo è, senza ombra di dubbio, il pensiero più logico che è riuscito a partorire nelle ultime ore, ed è anche quello più fastidioso.
«Che sei ubriaco, Marco. Ecco qual è il problema.» gli risponde secca, raccattando una minigonna da terra ed infilandosela velocemente. Passa poi alla ricerca di un paio di scarpe, ripiegando alla fine per i tacchi abbandonati vicino al letto.
«Se domani mi dirai le stesse cose, se mostrerai di volermi anche quando sei lucido, che sei geloso delle attenzioni maschili che ricevo anche in quel frangente, beh... allora ne riparleremo.» afferma convinta, sorprendendosi di sé stessa. Perché aveva si pianificato di illuderlo e poi piantarlo in asso, ma non credeva né di esserne capace né tanto meno di poter fare discorsi simili dopo aver bevuto.
Marco si butta di peso sul letto, tenendosi le mani sul viso e trattenendo dei forti conati di vomito. Quando però sente il ticchettio delle scarpe sul pavimento, alza il più possibile la testa, vedendola camminare a grandi falcate verso la porta.
«Dove vai?» le domanda con tono scocciato, sentendo montare nel petto una forte rabbia. Perché dentro sa dove sta andando e la cosa lo manda oltremodo in bestia.
«A cercare Kakashi... o uno di loro, comunque. Non ce la faccio a stare qui.» risponde malinconicamente Akemi, afferrando un giacchetto di jeans che aveva lasciato sul divano ed infilandoselo in fretta e furia.
Prima che riesca ad uscire di camera però, Marco le lancia l'ultima frecciatina, con un tono così piatto e sufficiente che la urta oltre ogni limite.
«Carino il piercing al capezzolo, comunque.»

Cammina con passo lento e calmo su uno dei pontili presenti sulla spiaggia, quello più lontano dal porto e dagli occhi delle guardie presenti sulla Moby, stringendosi il giacchetto addosso per non sentire il vento freddo.
Le persone le passano accanto ridendo e festeggiando, divertendosi come avrebbe voluto fare lei, senza neanche calcolarla.
Era uscita alla ricerca di Kakashi, ma non ha trovato neanche una traccia. Si era anche addentrata un poco nella zona fantasma, ma quando ha sentito uno strano verso animale e il fortissimo odore di sangue è tornata indietro, non incline ad uno scontro.
«Ehi!»
Alza di scatto la testa, rendendosi improvvisamente conto di essere arrivata in cima dove è situato il bar e un palco con una band che suona della musica allegra e rilassante, vedendo seduta ad un tavolino da sola la sorella di Kakashi.
«Ciao Sakura.» la saluta con un sorriso tirato, avvicinandosi quando la bionda la invita a sedersi con lei.
«Tutto bene?» le domanda con tono dolce, notando il suo umore nero.
«Preferirei non parlarne.» risponde passandosi le mani sul viso, trattenendo a stento le lacrime che spingono per uscire.
Ma Sakura non è una ragazza stupida, proprio per niente. Pur essendo una grande assassina, ha un cuore d'oro e un animo dolce, tanto da essere sempre la prima ad accorgersi quando qualcosa non va in qualcuno, da essere sempre pronta ad ascoltare e consolare.
Anche adesso vorrebbe consolarla, ma non saprebbe neanche come fare. Loro in fondo non sono amiche, non la conosce abbastanza da poterla consigliare su cosa fare, ma può provare comunque a distrarla «Sai... anche io in questi ultimi tempi soffro abbastanza per amore.»
Akemi si volta a guardarla stupita, senza però riuscire a ribattere. Non vuole essere il tipo di donna che va in giro a frignare perché ha dei problemi di cuore, consapevole di quante cose peggiori ci sono al mondo, ma si dice che per una volta può fare anche uno strappo alla regola, può lasciarsi andare con la semi-sconosciuta tanto gentile che adesso le sorride tristemente, pensando ai propri problemi e al proprio dolore.
«Deve essere un idiota per farti soffrire e rischiare di perderti...» si trova a mormorare, facendo cenno al cameriere di portarle lo stesso drink che sta bevendo la bionda.
«La situazione è complicata. Entrambi siamo assenti per lavoro e quindi abbiamo poco tempo da dedicarci... e fa un male del cazzo.» afferma Sakura, accendendosi una sigaretta e aspirando una profonda boccata di fumo, come se quel semplice gesto fosse in grado di portare via un po' delle sue preoccupazioni.
«Siamo due donne belle ed indipendenti... perché ci logoriamo tanto per gli uomini?» domanda improvvisamente nervosa la corvina, incidendo il proprio nome sul tavolino di legno. Tanto è così pieno di scritte che nessuno ci farà caso.
«Perché sono utili.» le risponde convinta la maggiore, rigirandosi in una mano il bicchiere pieno di alcol, facendo tintinnare i cubetti di ghiaccio.
«E a cosa?»
«Sesso?»
«Non l'ho ancora fatto... e anche nel caso, sono sicura che sarei benissimo capace di darmi piacere da sola.» controbatte convinta Akemi, facendola ridere di gusto.
«Ti assicuro che non sarebbe la stessa cosa. E non sto parlando da romantica, credimi. Parlo proprio come una a cui piace veramente tanto fare sesso e che prima di fidanzarsi lo faceva con qualsiasi bell'uomo che avesse un buon conto in banca.» afferma senza imbarazzo Sakura, facendola ridere «Si, ero piuttosto troia.» aggiunge subito dopo, ridendo a sua volta.
«Eri un genio, altroché.» scherza Akemi, sorridendo cordialmente al cameriere che le ha portato da bere.
«Beh, propongo un brindisi: alle donne indipendenti, belle ed irrimediabilmente imbecilli!» afferma spiritosamente Sakura, alzando il bicchiere e facendolo scontrare delicatamente con quello della nuova amica.
«Alla nostra, sorella...»


Angolo dell'autrice:
Eccoci finalmente alla fine di questo capitolo chilometrico! Ben 30 pagine gente! Mi sono superata questa volta x.x
Lo so, preferite i capitoli più corti come il precedente, ma questa volta ero incredibilmente ispirata! XP
Cooomunque... che ve ne pare? Forse ho esagerato un pochetto, si. >.<
Chi di voi si era preoccupato per le sorti di Satch e Akemi? E quanti di voi hanno gioito quando hanno letto che stavano più che bene? XD Beh, ora Satch patirà il doloroso morso dell'amore -povero cucciolo!- ma Vabbe'! Almeno a lui andrà vagamente bene! :D
Marco è geloso. Geloso marcio! X°D BENE! AHAHAH! Come dice sempre mia madre, gli uomini innamorati fanno schiantare dalle risate! Ahhh, quella donna ha sempre ragione! ♥
I nuovi personaggi invece come vi sembrano? Che siano uno più bizzarro dell'altro è ovvio, ma è ancora più ovvio che appartengono tutti alla stessa specie. La domanda è: quale? :P
Akemi che si sballa e fa cazzate... ahhh, quanto mi mancano i tempi delle sbornie con gli amici! X°D Tra l'altro il piercing al capezzolo non fa assolutamente male (almeno secondo la mia esperienza), ma si sa: sono cose soggettive.
Ah, piccolo appunto: so bene (stavolta non per esperienza personale ma perché mi sono informata) che l'effetto dell'LSD dura mooolto più di un paio d'ore, ma loro due non sono normali, quindi gli effetti durano assai meno rispetto a chiunque altro e non hanno effetti collaterali. Quindi, esatto: Kakashi è così di suo!
Halta e Izo... HALTA E IZO!♥ Non so neanche io da dove mi sono usciti, perché, quando... ma boh! Volevo che si formassero tre coppie sulla Moby e così sarà! Un triangolo MarcoxOcxAce sarebbe stato scontato, quindi via, la coppia di partenza -e centrale- era MarcoxOc e quella rimane. Izo e Halta invece sono un po' una novità e, per quanto diversi, mi piacciono :3 Poi ora ci sono Satch e Mimì... voi non avete idea di cosa gli combinerà quella nanetta dagli occhi di ghiaccio! ♥
Beh, detto questo, direi che probabilmente è il caso di chiuderla qui anche questa volta.
Un grazie di cuore a Yellow Canadair, ankoku, Okami D Anima, Law_Death, Monkey_D_Alyce, Lucyvanplet93, Aliaaara, e Portogas D SaRa che hanno recensito il precedente capitolo! Io vi farò un monumento, presto o tardi! Se non fosse per il vostro appoggio, dubito che riuscirei ad avere tante idee e tanto meno riuscire a trovare la voglia e il tempo di scrivere sempre più capitoli. (← in sintesi vi siete fregate da sole!)
A presto, un bacione
Kiki ♥


PS: ecco i personaggi apparsi in questo capitolo: http://it.tinypic.com/r/9gg66g/8
       e, già che ci sono, i vestiti delle due: http://it.tinypic.com/r/rsdco6/8
  
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