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Autore: NCSP    19/04/2014    1 recensioni
Seguito di "On Purpose"
Parecchio tempo è passato da quando Jimmy si è presentato a casa di Thomas con una bambina tra le braccia, e ora ciò che è andato perso va ricostruito includendo una terza persona
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jimmy Kent, Nuovo personaggio, Thomas Barrow
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'A Family'
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«’Ta!»

Thomas si rivoltò tra le lenzuola dando un calcio a Jimmy per svegliarlo.

«’Ta!» strillò la bambina aggrappandosi al bordo del letto per tirarsi su, non riuscendoci visto che il suddetto bordo arrivava oltre la sua testolina bionda.

«’Ta! ‘Ta!» si mise a piagnucolare e Thomas diede un altro calcio al bell’addormentato al suo fianco che però non fece una piega; quando la bimba si mise definitivamente a piangere non poté più farcela e si sporse a sollevarla.

«Tu padre è un disgraziato.» sospirò prendendola tra le braccia e cullandola dolcemente fino a quando la piccola non gli passò un braccio dietro al collo e iniziò a succhiarsi un pollice «Ma dopotutto stanotte ha dormito poco.» sogghignò stiracchiandosi, ringraziando che Charlie fosse ancora troppo piccola per capire.

«’Ta!» ripeté felice posandogli una manina sulla guancia.

«Io non sono “’Ta”, lui è “’Ta”.» le fece presente indicando Jimmy.

«’Ta!»

«No, piccola, non io.» spostò un cuscino contro la testiera del letto e ci si appoggiò con la schiena, sedendosi e mettendola sulle proprie gambe, ma la bimba si ribellò andando ad accoccolarsi contro il suo petto sotto il suo braccio.

Thomas sorrise accarezzandole i lunghi boccoli dorati, ma nel frattempo si preoccupò di tirare un altro calcio al padre della bambina.

«Che c’è?» farfugliò il biondo rivoltandosi tra le coperte.

«C’è che sei un pessimo padre. Tua figlia vuole essere considerata e tu continui a dormire.» gli posò una mano su una spalla per farlo voltare.

«Ma non è nemmeno l’alba.» piagnucolò ricordando in modo incredibile sua figlia.

«Spiegalo a lei.» gli fece scorrere le dita sul braccio nudo.

«Adesso vado, adesso vado…» borbottò voltandosi verso di lui e scontrandosi con la bambina che si era assopita contro il petto di Thomas «A quanto pare non dovrò fare molta strada.» sorrise alla vista dell’espressione tenera della bambina che ancora si succhiava il pollice.

«Piangeva.» disse il più anziano come per scusarsi di quella debolezza.

Si tirò a sedere anche lui andando ad appoggiarsi contro la sua spalla «E ti sei messo a coccolarla?»

«Mi danno fastidio i bambini che piangono.» provò ancora a tirare su le barricate che aveva costruito in tanti anni per difendersi, ma Jimmy lo conosceva bene e sapeva che Thomas non era in grado di resistere quando Charlie gli chiedeva qualcosa.

«Vuoi darla a me?»

«Ormai si è addormentata qui…» constatò giocando con i capelli della bimba che gli si arrotolavano intorno alle dita.

«Allora posso sfruttarti anche io come cuscino?» chiese con un sorriso dolce al vedere come Thomas si fosse affezionato alla bambina.

«Dipende. Lei mi ha chiamato “’Ta”, tu cosa hai da offrire?»

«Come ti ha chiamato?» chiese sgranando gli occhi.

«Forse la stiamo confondendo un po’, magari sarebbe meglio se…»

«La tua richiesta di farci venire a vivere qui è ancora valida?»

«Certo, ma non sarebbe meglio se…?»

«Perfetto. Più tardi allora vado a prendere il resto della nostra roba.» si sporse a baciarlo e poi si lasciò di nuovo andare tra le coperte, tornando a dormire con una facilità che Thomas gli invidiava.

Lo guardò perplesso. Gli aveva chiesto un paio di settimane prima di andare a vivere insieme, e considerando che casa sua era grande e che ci avevano già vissuto insieme quello sembrava il posto migliore, ma Jimmy si era mostrato dubbioso, non sapendo se una situazione simile sarebbe andata bene a Charlie; alla fine avevano deciso di provare: Jimmy aveva preparato le valige e si era momentaneamente trasferito lì, almeno così avrebbero potuto vedere come stavano a vivere di nuovo fianco a fianco con una persona in più. Thomas difatti aveva allestito una camera per gli ospiti come cameretta della bimba sena dire niente a Jimmy, e Charlie si era dimostrata entusiasta sia della sua nuova stanza che di Thomas.

Era arrivata al punto di chiamarlo per ogni cosa, stillando perché la prendesse in braccio e le prestasse attenzione. Ormai sul tavolino del salotto giaceva una pila i giornali non letti di cui erano state scorse appena le prime pagine prima che una certa bimba bionda gli saltasse sulle ginocchia e spostasse il povero giornale.

E adesso quello.

Adesso Charlie era arrivata a chiamarlo “papà”, e lui aveva sentito una stranissima sensazione di felicità al centro del petto, una sensazione che aveva provato pochissime volte in vita sua.

In più quella piccola sillaba pronunciata dalla bimba aveva portato Jimmy a decidere di andare definitivamente a vivere con lui.

Sorrise felice alla bambina e in silenzio prese il libro che aveva sul comodino, ben sapendo che tanto non sarebbe riuscito a ritornare a dormire.

 

 

 

 

 

«’Ta!» strillò la bambina dal seggiolone sbattendo il suo cucchiaio di plastica sul ripiano davanti a lei.

«Non posso leggere il giornale per un momento?» chiese un Thomas piuttosto esasperato dall’angolo del divano.

«No.» gli rispose sbattendo ancora il cucchiaio «Qui, ‘ta!»

Alzò gli occhi al cielo ma la raggiunse e si sedette davanti a lei dall’altra parte del tavolo della cucina «Allora, cosa vuole la principessina?»

«’Ta!» sorrise allungando una manina in sua direzione.

«Impiastro.» le rispose sorridendole e alzandosi per prenderla in braccio «Devi fare merenda, cosa vuoi?»

«’mmellata.» disse abbracciandolo per tenersi in equilibrio sul suo braccio.

«Ti sporchi sempre con la marmellata, non vuoi i biscotti?»

«No.»

«Ma i biscotti sono più buoni.» provò a convincerla non avendo voglia di cambiarla da capo a piedi.

«Bicotti e ‘mmellata.»

«Sei furba, devo ammetterlo.» ridacchiò stringendola con entrambe le braccia «Mi prometti di non sporcarti?»

«Tì.» promise lasciandogli un bacetto umido sulla guancia per cui Thomas si intenerì.

«E va bene.» le concesse  sporgendosi verso la credenza per andarle a prendere la marmellata, i biscotti e un piatto in cui appoggiare il tutto; si ricordò solo in quel momento che un bavaglino avrebbe arginato almeno in parte i danni e quindi andò a cercarne uno tenendo sempre la piccola in braccio, e alla fine – colto da disperazione – optò per un asciugamano che assicurò bene alla sua maglietta.

«Ora cerca di non sporcarti troppo lo stesso.» la ammonì, ma la bambina si era già gettata sul barattolo aperto con un biscotto e aveva già marmellata su tutte le guance.

«Charlie…» sospirò spalmandosi una mano sulla fronte e spostando una ciocca che gli era caduta sugli occhi.

«Tì?»

«… Niente.» rise accasciandosi sul tavolo e appoggiando la fronte alle proprie braccia incrociate fino a quando non sentì una manina appiccicosa insinuarsi tra i suoi capelli «No, Charlie!» protestò sottraendosi al suo tocco, ma la bimba si mise a piangere per quel secco rifiuto, prima silenziosamente – il labbro inferiore che tremava – e poi singhiozzando.

«No, no, non piangere, tesoro.» si alzò di nuovo e la prese in braccio, lasciando che gli impiastricciasse tutta la faccia e i capelli con le manine sporche di marmellata.

Se c’era una cosa che Thomas non riusciva a sopportare era sentirla piangere, e ogni volta che la piccola si metteva a singhiozzare in quel modo non poteva resistere a mettersi a fare di tutto per farla smettere e rallegrarla.

«’Ta…» pigolò appoggiando la guancia contro la sua, le mani ancorate tra i suoi capelli ormai pieni di marmellata.

«Non importa, piccola, non importa.» la strinse a sé e le accarezzò la schiena, avvolgendola con le proprie grandi mani che la coprivano per buona parte.

«’Ta ‘bbiato?» chiese preoccupata guardandolo con quegli occhi così simili ai suoi.

«No, tesoro, papà non è arrabbiato.» le posò un bacio sulla fronte «Ora andiamo, devo lavarti le mani prima che combini altri disastri.» ignorando la sensazione fastidiosa che proveniva dai suoi capelli portò la bambina al lavandino e ve la fece sedere sopra, pulendole le manine con uno straccio umido «Ecco qui, tutta a posto.» la riprese in braccio e la portò sul divano «Ora cosa vuole fare la mia principessa?»

«Iocale!» esclamò lanciandosi sul divano e gettando giù il giornale che Thomas aveva appena ripiegato.

«Va bene, giochiamo.» sospirò «A cosa vuoi giocare?»

«Con Polly!» indicò la bambola in cima al pianoforte pretendendo che Thomas la prendesse.

«Ai vostri ordini.» le portò la bambola che la bimba abbracciò, sperando di potersi finalmente mettere a leggere il giornale, ma non appena si sedette e recuperò il quotidiano Charlie gli saltò sulle ginocchia.

«’nche tu.» impose porgendogli la bambola.

«Ma è la tua bambola.»

La bimba – piccolo demonio – lo guardò triste, il labbro inferiore che tremava debolmente.

«Va bene, gioco anche io, tu però non piangere.» la abbracciò stretta e si arrese alla volontà della bambina fino a che questa non si addormentò esausta in braccio a lui.

Dopo circa un’ora Jimmy tornò a casa, stanco per la lunga giornata di lavoro che non aveva potuto evitare come faceva Thomas visto che lui lavorava a casa con il computer, e fu subito accolto da Thomas che gli porse con urgenza la bambina addormentata.

«Ciao anche a te.» lo salutò confuso prendendo Charlie tra le braccia.

«Prendi tua figlia, devo farmi una doccia.»

«Cosa è successo ai tuoi capelli?» chiese soffocando una risata.

«Tua figlia si diverte a giocare con i miei capelli quando ha le mani sporche di marmellata.» spiegò dopo avergli voltato le spalle ed essersi diretto verso il bagno.

L’ultima cosa che sentì prima di aprire l’acqua fu la risata di Jimmy seguita da quella argentina di Charlie.

 

 

 

 

Note della Vecchia Volpe

No, non si vede che avevo voglia di fluff, proprio per niente.

Non so cosa dire di questa shot abbastanza demenziale, spero solo che vi sia piaciuta.

Grazie mille e baci a tutti <3

  
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