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Autore: Fantasiiana    19/04/2014    10 recensioni
Se tenete alla vostra sanità mentale vi consiglio di NON LEGGERE questa storia.
Fatti e persone presenti all'interno di essa NON sono puramente casuali, purtroppo.
Se avete un po' di sale in zucca, CONTINUATE A SCORRERE LE STORIE, NON FERMATEVI! (Per la vostra sicurezza).
Se siete degli squilibrati, CONTINUATE A SCORRERE LE STORIE, NON FERMATEVI! (Per la vostra sicurezza).
Se siete ragazzi razionali, che non credono a forze sovrannaturali o che possano minimamente esistere altre creature al di fuori dei mortali, PERFETTO! Potete leggere quanto volete, sempre che lo vogliate, ma se la storia comincia a piacervi: FERMATEVI! (Per la vostra sicurezza).
Ah, dimenticavo, sono Adèl Raicemond e, purtroppo, non sono una persona normale. Non proprio...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ade, Annabeth Chase, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Saluto la Morte come una vecchia amica






La macchina del campo ripartì.
Eravamo davanti alla Grande Stazione Centrale. Argo ci aveva gentilmente comprato i biglietti per Phoenix, ma mancavano ancora quattro ore alla partenza del treno, quindi dovevamo trovare un posto dove passare il resto del pomeriggio.
Annabeth si offrì di farci da guida turistica, ma a nessuno sembrò entusiasmare l'idea. Percy propose allora di andare in un fast food o in una sala giochi, ma la figlia di Atena lo fulminò con lo sguardo e dovette rimangiarsi la proposta.
Alla fine optammo per aspettare nella piazzetta vicino la stazione.
Era una piazza con al centro una fontana, circondata da alberi e piena di panchine vuote.
Ci sedemmo su una di queste, in silenzio.
-Che faremo quando troveremo Eris?- chiesi per sciogliere quel silenzio assordante.
-La costringeremo a distruggere la Lancia- rispose Percy.
-Come?
-Ehm... Annabeth?- chiese.
-Le spiegheremo che le sue azioni non... Non lo so, ci devo pensare.
Percy e Nico assunsero una faccia sconvolta.
-Annabeth, cosa...- provò a chiedere Percy, ma lei lo interruppe esclamando uno scocciato: -Non stressarmi, Testa d'Alghe!- e si voltò sbuffando.
-Ma Atena non ha sempre un piano?- chiese Percy sconsolato.
-Tzè, non nominarmela nemmeno!
Probabilmente, mi dissi, Annabeth ce l'aveva con la dea della sapienza perchè non era stata molto... ehm... sapiente in quel caso.
-Annabeth, tua madre è una grande dea, lo sai- intervenne Cecil. -Solo non poteva tirarsi indietro, perchè avrebbe significato accettare la sconfitta. A modo suo sta cercando di dimostrare che la sapienza è più forte di tutto.
Annabeth la guardò grata.
Fu così che prendemmo a parlare del più e del meno, del campo, di quanto fosse importante proteggerlo... arrivammo anche a commentare la guerra di Troia.
Fu bello, molto, e divertente. Anche Nico si aggiunse alla conversazione e io desiderai che il tempo si fermasse.
Ad un tratto, però, un vento gelido si gettò sulla piazzetta.
Un piccione che fino a qualche istante prima stava volando da un palazzo all'altro, ci casse morto ai piedi, imitato subito dopo da tutti quelli che stavano sorvolando la piazza.
Eppure, poco lontano, oltre la strada, i piccioni erano tutti vivi e vegeti!
Un gemito sordo e cupo mi fece accapponare la pelle.
Mi voltai e vidi gli alberi piegarsi e creparsi, marci e neri, le foglie scure cadute a terra.
Cecil inorridì.
Un uomo sulla trenina, con un maglioncino grigio e pantaloi marroni, i capelli spettinati e una bellezza semplice ma sciupata, avanzò verso una panchina all'altro capo della piazzetta, seguito da un cane nero che gli scodinzolava dietro.
-Vecchietta inquietante, gatto inquietante: andiamo via- commentò piano Percy.
-Cosa stai dicendo? E' una normalissima donna con una valigetta. Ed è sola!- ribbattè Annabeth.
-Guardate che è un normalissimo uomo con il suo cane!- replicai io.
Nico scosse la testa, più pallido del solito.
-Veramente... Lì c'è... Bianca.

Annabeth si alzò.
-Ho capito.
-Davvero?- chiese Percy.
-Ma sì! E' così logico! Quello è Thanatos!- esclamò lei.
-E' esatto, signorina- rispose da lontano l'uomo, ma lo sentimmo benissimo come se fosse a pochi centimetri da noi.
Ci alzammo e gli andammo incontro.
Cecil rimase seduta, tremante.
-Che c'è, Cecil? Cosa vedi?- chiese Annabeth.
Cecil sussultò, pallida.
-Io...
Le andai vicino.
-E' spaventoso, Adel...- balbettò, cercando con la mano sinistra il braccialetto legato al braccio destro.
-Non ti farà del male. Vieni- la rassicurai e l'ammirai per il coraggio che trovò nel seguirmi, seppur con gli occhi terrorizzati.
Quando fummo a un paio di metri dall'uomo, il cane prese a ringhiare.
-Su, su, da bravo. Non vedi che abbiamo visite?- chiese l'uomo dandogli qualche buffetto sulla testa. Annabeth appariva confusa.
Poi l'aspetto del tipo cambiò e diventò quello di una grande figura ammantata, il volto coperto e una falce in mano.
-Interessante...- mormorò Thanatos, con una voce priva di sesso, guardandomi.
-Cosa c'è di interessante?- chiesi.
-Sembra che tu non abbia un'immagine precisa della morte. Di solito la gente ha già un'idea del suo aspetto, prendendola come una cosa soggettiva, invece tu l'associ più alla paura. E sembra che la cosa che ti faccia più paura della morte è la morte stessa. E' molto saggio.
Lo guardai strizzando gli occhi, confusa e incredula insieme. -Ehm...
-Sì, parafraso Harry Potter, e allora?! E' comunque vero.
Di nuovo cambiò il suo aspetto, trasformandosi nella donna in nero con l'unicorno ferito accanto.
-La vuole smettere?!- esclamai facendo un passo indietro.
-Io non sto facendo niente, mia cara. Sei tu. E' il tuo subconscio.
-Ma lei è una specie di dio della morte?- chiese Percy.
Si voltò verso il ragazzo e diventò una vecchietta scheletrica con un gatto spelacchiato e mezzo cieco in grembo.
-Vedi, figlio di Poseidone, io no sono il dio della morte. Io sono la "personificazione" della morte. Il dio è vostro padre, figli di Ade- disse arricciando le labbra e voltandosi verso me e Nico.
-Che intende dire?- chiesi.
-Semplicemente che lui "ha" il potere. Io "sono" il potere, fatto a qualsiasi cosa. Non scelgo io il mio aspetto. Lo scieglie incosciamente la vittima. Se vi fa comodo, potete vedermi come una specie di divinità minore.
Thanatos cambiò, diventando una trentenne bionda vestita da avvocato.
-Perchè è venuto qui? Che cosa vuole?- chiese Percy.
-Volevo solo farvi visita. E dirvi che la vostra impresa è inutile.
Sgranammo gli occhi.
-Cosa?!- esclamò Annabeth.
-Mi hai sentito, figlia di Atena.
-Ma come...
-Avete udito la profezia. La morte, alla fine, prevarrà, no? Vincerò io, miei cari, fatevene una ragione.
-Ma io credevo che...- cercai di replicare, ma Thanatos mi interruppe.
-Oh, arriverà anche la tua ora, cara, stanne certa.
-Le stavo solo ricordando che lei è una personificazione. Mio padre...
-Tuo padre è troppo occupato da circa duemila anni per badare a quello che faccio io, figlia di Ade- replicò lui-barra-lei ghignando.
Mi accigliai.
-Come osa?- chiese Nico, arrabbiato quanto me.
Thanatos rise di gusto.
-Calmati, piccolo dio, se io vinco, Ade vince. E siamo tutti felici, no?
-Lei è solo un'emanazione, un dio di nessuno! E' un servitore e basta!
Thanatos si accigliò, o meglio, si infuriò e si alzò.
Il suo aspetto cambiò di nuovo, tornando quello della figura incappucciata, ma questa volta aveva e ali.
-Non sfidarmi, piccolo dio! Non hai idea di quale sia la mia forza! Io sono la Morte, che tu lo voglia o no. Ade può usarmi come un'arma ma non può cotrollarmi!
Nico estrasse la spada.
-Ha insultato Ade, Re degli Inferi. Merita di pagare per questo.
Non potevo vedere la faccia di Thanatos, ma sapevo che stava ghignando.
-Credimi, se tuo padre avesse voluto punirmi lo avrebbe già fatto.
Si risedette, trasformandosi in una bambina di cinque anni con le codine e un piccolo uccellino ferito fra le mani.
Sorrise dolce e mooolto inquietante.
-Poveri, piccoli semidei. State solo sprecando il vostro tempo. Mi piacete, però, sapete? Quindi vi darò qualcosa che potrebbe tornarvi utile.
Si alzò ed estrasse dalla tasca una boccetta con del liquido nero e il coperchio a forma di teschio.
-Veleno?- chiese Cecil.
-Oh, no, mia cara, è molto meglio! Vi ucciderà momentaneamente, ma poi vi risveglierete- aggiunse con una faccia un po' delusa, sospirando. Lo guardammo con odio, ma lei sorrise, mentre Annabeth prendeva il dono. Mossa saggia, dato che non si rifiutano i doni degli dei, a meno che non si voglia ricevere un altro tipo di "dono", con una percentuale di fatalità più alta da parte degli stessi dei molto più furiosi.
Si voltò verso Cecil.
-Comunque interessante il genere del mostro bianco dagli occhi grondanti di sangue. Le unghia sono la mia parte preferita- mugolò agitando le dita.
Cecil sobbalzò.
-Perchè alcuni di noi la vedono in compagnia di un anmale e altri no?- chiese Annabeth.
Scrollò le spalle. -Che differenza fa? Acuni vedono oggetti, armi, animali... E' il modo che hanno di immaginarmi.
Sospirò alzandosi.
-Arrivederci, piccoli dei.
Si voltò a guardarmi,.
-Ci rivedremo, figlia di Ade.
Sparì in una nuvola di piume nere.
-Inquietante- commentò Percy.
-A chi lo dici- commentai io.
-Andiamo, abbiamo già perso abbastanza tempo- disse Nico e nessuno replicò.
Mentre ci incamminavamo verso la stazione, mi voltai un'ultima volta: la piazza era tornata normale, gli alberi erano rifioriti e i piccioni si erano svegliati. Mi sembrò di scorgere la bambina che era Thanatos salutarmi con quella sua manina coperta del sangue dell'uccellino ferito e sparire subito dopo.
-Molto inquietante- mormorai e seguii gli altri con il cuore in agitazione.




Angolo Autrice
Rieccomiii! Dopo un sacco di tempo (non voglio neanche sapere quanto di preciso) eccomi tornata con un nuovo capitolo!!! Piaciuto? Ho un sacco di cose da dire ç_ç
Primo: il capitolo sembrava più lungo su carta.
Secondo: non avendo letto gli Eroi dell'Olimpo non so se Thanatos compare nel libro e quindi l'ho completamente reinventato... e a questo punto devo dire lo stesso di Eris.
Terzo: qual era? Mmh... Ah, sì! Nico. Okay, l'ho fatto un tantino (ma proprio poco, eh) OOC, è vero, lo so! Ma... Non lo so, mi allettava l'idea di farlo "paladino dei diritti del Signore dell'Averno" mi spiego? Una specie di Pretty Cure al maschile, ecco u.u ...Sapete chi sono le Pretty Cure, no? Quelle che alle bambine insegnavano la violenza come Dragon Ball faceva con i bambini maschi^^ Ho imparato da loro u.u
Cooomunque (e ci risiamo, sì^^): ho questa strana richiesta da farvi u.u Ecco, mi piacerebbe che ognuno di voi, o almeno quelli che hanno il tempo di farlo, mi scrivessero in una recensione o in un messaggio privato chi è il suo genitore divino. Non so perchè, non chiedetemelo, e se volete non fatelo. Però, davvero, mi piacerebbe troppo saperlo. Perciò... Grazie in anticipo a chi vorrà farlo, ahahah. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Non c'è molto humor, ma dai prossimi in poi sì, o almeno l'idea è quella, dato che ancora sono ben conservati nella mia testolina malata ^^'''
Ehm... Spero anche che Thanatos sia venuto come me lo immaginavo. Ci tengo a precisare che gli eventi narrati in questo capitolo sono stati ispirati da fatti realmente accaduti u.u A parte la cosa dei piccioni e degli alberi marci, ovvio. Infatti, quando mi è capitato, è spuntata questa vecchietta precisa a Bathilda Batt (ditemi che il nome si scrive così, sono troppo pigra per cercarlo D: !!!) che si ferma in mezzo alla villeta, mi guarda e se ne va. Infatti mi è venuta l'ispirazione per questo capitolo, e per altro che non posso dirvi eheheh Spoiler enorme sennò, e non posso u.u
Comunque, spero anche che il titolo vi abbia fatto sorridere.
Notte a tutti, e grazie sempre di tutto^^

  
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