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Autore: dragon_queen    19/04/2014    8 recensioni
Gandalf fissava il sovrano di Gran Burrone, sul volto dai tratti affilati un'espressione più cupa e preoccupata del solito.
-Tu sapevi della sua esistenza- disse l'elfo, stringendo un poco i pugni sul bracciolo della sedia sulla quale stava seduto.
-Si, lo sapevo. Sono stato io a salvarla molti anni fa-
-E' un abominio, Gandalf. Dovresti saperlo anche tu. Quelli come lei non dovrebbero neanche esistere-
-Parli di quella giovane come se non fosse neanche qualcosa di umano, mio buon re, alla stregua delle creature che Saruman e l'Oscuro Signore stanno creando alle pendici delle loro torri. Il destino di quella ragazza è importante-
-Stregone, dovresti conoscere la profezia che aleggia sulla sua testa. Lei ci porterà alla rovina-
*******
Premetto: La storia seguirà pressocchè fedelmente i tre film della saga.
Se vi fa piacere leggete e lasciate anche qualche impressione. Non siate troppo cattivi però XD
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP I – INCONTRO IN UNA STAMBERGA

 

Il mondo è cambiato.

Lo sento nell'acqua, lo sento nella terra, lo avverto nell'aria.

Molto di ciò che era si è perduto

perchè ora non vive nessuno che lo ricorda.

 

Un anello per domarli tutti...

 

 

Aprii gli occhi, stancamente. Avevo la testa che mi scoppiava, mi martellava incessantemente da giorni. Avevo cavalcato a lungo, albe e tramonti si erano susseguiti senza sosta e senza che quasi me ne rendessi conto.

Avevo spinto il mio cavallo sino al limite ed ero quindi stata costretta a fermarmi nei pressi di Brea, dove avevo trovato alloggio in una lurida stamberga. Non mi erano mai piaciuti i luoghi affollati, non sopportavo la gente e la confusione.

Preferivo rimanere nell'ombra, anonima, riparata da occhi estranei solo grazie ad un vecchio mantello rovinato e consumato che non mi dimenticavo mai di indossare. I ricordi che avevo della gente non erano felici, non mi portavano ad avere nostalgia dell'infanzia, ma per lo più a dimenticare quando riuscivo o, in caso contrario, a rivivere quel periodo attraverso incubi notturni.

Feci viaggiare lo sguardo per la locanda, osservando i presenti in quella notte fredda, giunti da chissà dove, solo per riscaldarsi ad un piccolo focolare o affogare i propri timori e problemi in un paio di pinte di birra o sidro.

Vedendoli ubriachi e spensierati, pareva quasi che nessuno di loro avesse mai colto le voci che invece erano giunte alle mie orecchie attente, né prestato attenzione ai misteriosi attacchi ai villaggi attorno al confine delle terre oscure.

Qualcosa si stava risvegliando tra le montagne di Mordor, qualcosa che non sarebbe dovuto mai tornare a tormentare noi poveri mortali.

Un giorno di molti anni prima avevo promesso che avrei fatto qualsiasi cosa per salvare la Terra di Mezzo, proteggerla dagli stessi che mi avevano resa orfana, non prima però di aver ritrovato ciò che mi era stato rubato.

Sospirai, afferrando con mano salda il boccale che mi stazionava davanti da ormai tutta la sera. Pensai al motivo che mi aveva spinto a viaggiare, alla missione che mi ero scelta di compiere, imponendomi di non attuare deviazioni o non farmi distrarre da niente e nessuno, nonostante tutto andasse contro il mio principio morale e d'onore. Fino a quel momento.

Quasi una settimana prima, passando al galoppo per le terre brulle intorno ai colli di Vesproscuro, avevo colto degli strani movimenti nelle pianure, esseri che non si vedevano in quei luoghi da secoli: orchi.

Incuriosita, senza farmi vedere, posizionandomi controvento in modo che il mio odore non potesse essere avvertito, avevo seguito quelle creature, captando qualcuno dei loro discorsi: erano alla ricerca di qualcuno, il quale era in possesso di un oggetto che il loro signore desiderava.

Ero stata avvertita di quella possibilità, dell'improvvisa ricomparsa di esseri come quelli al di fuori dei confini di Mordor, quindi in un istante decisi di agire, in modo da ritardare, anche se di poco, qualsiasi possibile danno.

Li avevo uccisi tutti, senza battere ciglio. Erano però soltanto degli esploratori, data la facilità con la quale li avevo sopraffatti, e in poco tempo ne sarebbero giunti altri. E così era stato.

Nelle mie brevi soste avevo sentito parlare di ombre che cavalcavano verso ovest, in sella a neri destrieri, lasciando alle loro spalle solo echi striduli capaci di perforarti i timpani. Cominciavo a preoccuparmi, ma imposi a me stessa di non curarmene.

Tirai giù l'ennesima gozzata di quella disgustosa birra. Non mi piaceva bere, ma quell'intruglio di malto scadente avrebbe sicuramente allontanato un po' dei miei pensieri.

Inconsapevolmente, guardandomi ancora attorno, notai un tipo, seduto in fondo al locale, come me rivestito di un sudicio mantello, il quale sbuffava fumo dalla bocca da quasi tutta la sera. Era strano, sicuramente nascondeva qualcosa, ma chi ero io per giudicare? Avevo passato la vita a nascondermi, a tenere celato quello che ero.

D'un tratto la porta della locanda si schiuse con un acuto suono di cardini, sovrastato ovviamente dal vociare della gente, ma che a me non sfuggì. Mi stupii nel vedere entrare quattro mezz'uomini, hobbit della Contea. Cosa ci facevano così lontani da casa?

Si avvicinarono al bancone, dove attirarono l'attenzione del locandiere, il quale diede loro il benvenuto, chiedendo ovviamente il nome con cui avrebbe potuto registrarli. Quello più vicino a lui rispose:

-Sottocolle...mi chiamo Sottocolle-

Bugia.

Sorrisi velatamente, divertita della goffaggine dei quattro poverini, probabilmente profondamente spaesati e impauriti nel ritrovarsi così lontani da casa. Ma a volte la paura fa commettere errori e l'intonazione di quello che rispose, a chi sapeva captarla, avrebbe senz'altro fatto capire che stava spudoratamente mentendo.

-Siamo amici di Gandalf il Grigio-

Mi feci attenta. Perchè quattro hobbit cercavano Gandalf? Cosa c'entrava il vecchio stregone?

Qualche tempo prima, senza sapere come, dato che viaggiavo di continuo, il vecchio era riuscito a trovarmi. Gli dovevo un favore e lui era venuto a riscattare.

Mi aveva pregato di tenere occhi e orecchie aperte su un certo qualcuno del quale mi aveva rivelato solo il cognome. Io gli avevo ribadito che tutto ciò all'infuori della mia missione per me era superfluo, ma lo stregone era furbo e alla fine ero stata costretta ad accettare. Ecco una deviazione di cui avrei fatto volentieri a meno, dato che le spiegazioni erano state frettolose e le ragioni del mio impiego in quell'impresa del tutto sconosciute. Ma ero una persona che manteneva le promesse.

Che fossero loro quelli che andavo cercando da allora? Non mi era certo venuto in mente di cercarli nella Contea, dato che i suoi abitanti erano sempre stati considerati tipi poco avventurosi e assai attaccati alle loro case e Gandalf non mi aveva certo facilitato il compito.

Qualcosa però mi preoccupava: se i quattro hobbit cercavano Gandalf, perchè lui non c'era? Eppure era sempre stato un uomo di parola, che manteneva le sue promesse, rispettoso degli appuntamenti. Quindi gli era sicuramente accaduto qualcosa.

Notai dall'espressione dei quattro che l'assenza dello stregone li aveva lasciati del tutto spiazzati.

Tornai a fissare il boccale che avevo tra le mani. Mentre osservavo i mezz'uomini, che nel frattempo si erano accomodati ad uno dei tavoli, avevo notato che anche lo straniero aveva mantenuto lo sguardo su di loro, attento.

D'un tratto avvertii però un gran trambusto:

-Baggins? Certo che conosco un Baggins. Eccolo là, mio cugino di secondo grado-

Baggins? Era quello il cognome a cui Gandalf mi aveva detto di stare attenta. Ne avevo dunque la certezza: erano loro quelli che dovevo tenere d'occhio per suo conto.

A parlare era stato uno degli hobbit, indicando il giovane che si era fatto riconoscere dal locandiere con il nome di Sottocolle. Quello, sentendosi probabilmente scoperto, cercò di raggiungere il compagno per zittirlo. Lo vidi sgusciare tra gli uomini ubriachi, sino a raggiungere lo spione e tentare di portarlo via. Poi però scivolò e fu in quel momento che accadde.

Nell'attimo in cui il giovane finiva a terra, qualcosa gli uscì dalla mano, brillando a mezz'aria e andando magicamente ad infilarsi nel dito indice dell'hobbit, facendolo scomparire nel nulla.

D'istinto, e forse anche un pò per la sorpresa, mi alzai in piedi, strusciando rumorosamente la sedia sulle vecchie assi di legno della stamberga, attenta a movimenti lievi o respiri sottili.

Solo un oggetto poteva esercitare quella magia e sentivo con tutta me stessa che le mie paure erano più che reali in quel momento. Gandalf era forse così pazzo da affidare una cosa tanto potente ad una creatura taciturna e timorosa come un hobbit?

Potevo avvertire il suo respiro, il battito accelerato del suo piccolo cuore, ma era come se non fosse lì, come bloccato in un limbo tra i due mondi, luogo pericoloso per chi non vi si era mai avventurato.

Nonostante la mia mente mi imponesse di farmi gli affari miei, il mio corpo si mosse d'istinto, compiendo qualche passo verso il punto in cui l'hobbit era sparito.

All'improvviso però quello ricomparve dal nulla e, neanche il tempo di un respiro, venne malamente afferrato dal forestiero che aveva attirato la mia attenzione poco prima e condotto, senza troppe cerimonie, al piano di sopra.

La cosa non mi convinceva e avrei di sicuro indagato. Dopotutto Gandalf me lo aveva chiesto come favore.

Inoltre, dove c'entrava il Grigio, lui non poteva essere lontano.

 

***

 

La sera stessa dell'arrivo degli hobbit, la locanda era stata bersaglio degli Spettri, i quali molto probabilmente cercavano l'Unico. Probabilmente il forestiero però era riuscito a nascondere i mezz'uomini, dato che tra i corridoi si udì il chiaro stridìo del loro insuccesso.

La presenza dei nove dette conferma alla mia prima ipotesi: l'hobbit, quel Baggins, era in possesso dell'Anello.

Decisi, nonostante tutto, di seguirli, vegliare da lontano su di loro sino a quando non si fossero riuniti con Gandalf e il mio patto con lui non si fosse quindi estinto. Preferivo non farmi vedere per non dover dare spiegazioni, per non essere costretta a far sapere loro della mia esistenza, soprattutto dopo che avevo intuito la strada che il ramingo gli stava facendo percorrere: Gran Burrone, dimora degli elfi, luogo che avevo sempre evitato come la peste.

Mentre viaggiavo al loro seguito, nascosta tra la vegetazione e le ombre, seguendo le traccie del loro cavallo quando mi distanziavano, continuavo a sentire in lontananza la presenza dei nove Spettri, erranti in quelle terre, guidati dal richiamo dell'Anello, avidi delle vite di quei poveri quattro mezz'uomini e di chiunque li accompagnasse.

Avevo però accertato che il ramingo era bravo, quasi quanto me a nascondere i loro spostamenti. Aveva un orecchio vigile e occhi attenti, quindi ero costretta a muovermi la notte o marciare a molti metri da loro.

Era il terzo giorno di cammino e li avevo visti accamparsi in una piccola radura nascosta tra gli alberi. Volevo accertarmi che il portatore stesse bene, dato che temevo che l'Anello potesse portarlo a compiere mosse azzardate e, con gli Spettri alle calcagna, era proprio l'ultima cosa che ci serviva.

Così lasciai il cavallo a brucare poco lontano e, con passo leggero, mi diressi verso l'improvvisato accampamento. Mi nascosti tra gli arbusti, dietro un grosso tronco, cercando di non far sentire lo sferragliare della spada che portavo al fianco e i pugnali dietro la schiena.

Gli hobbit dormivano, stretti in pesanti coperte, i loro bagagli adagiati poco lontano. In un attimo però mi accorsi dell'assenza del ramingo. Prima che potessi anche solo guardarmi in giro, avvertii alle mie spalle il suono di una spada che abbandonava il suo fodero e dopo qualche istante la sensazione del taglio della lama fredda all'altezza della giugulare.

-Chi sei?- mi chiese la voce dell'uomo alle mie spalle.

-Sai che è maleducazione chiedere chi sia una persona senza prima essersi presentati?- sdrammatizzai.

-Non rivelo il mio nome a chi indossa un cappuccio-

-In questo caso...-

Mi mossi rapida: tirai un violento pestone al suo piede, tanto da farlo allontanare, aggiungendoci una bella gomitata allo stomaco. Prima che quello potesse reagire, estrassi uno dei miei pugnali e glielo puntai alla gola.

-Visto? Non è più facile se si chiede le cose con gentilezza?-

L'espressione esterefatta dell'uomo mutò quasi subito, allargandosi in uno strano sorriso. Con uno scatto che mi colse del tutto impreparata, afferrò il polso che teneva il pugnale, torcendomelo, facendomi gemere e cedere leggermente le ginocchia.

Come era ovvio lasciai andare l'arma, caddi a causa di un doloroso sgambetto e mi ritrovai faccia a terra, un ginocchio contro la schiena e il fiato del ramingo sul collo. Ringraziai solo che il cappuccio non mi fosse caduto.

Alzai un poco lo sguardo, avendo avvertito dei movimenti leggeri attorno a noi, notando i quattro hobbit, in piedi, armati di bastoni e padelle.

Mi venne da ridere.

-E io che pensavo che gli hobbit fossero creature pacifiche-

-Chi sei, donna?- mi chiese nuovamente l'uomo che ancora mi teneva bloccata a terra.

-Un'amica- mi limitai a rispondere.

-E chi ce lo garantisce?- chiese risoluto uno dei mezz'uomini.

-Nessuno. Dovrete fidarvi di me e del vostro caro stregone-

-Conosci Gandalf?- domandò quello che rispondeva al nome di Baggins.

-Per mia sfortuna. Se il vostro amico gentilmente mi lasciasse andare, magari avrei anche il fiato di spiegare-

Ad un'occhiata dell'hobbit, il ramingo abbandonò la sua posizione, permettendomi di mettermi seduta e massaggiare la spalla che quello mi aveva quasi lussato.

-Dunque?-

-Gandalf è venuto a trovarmi quasi un mese orsono, chiedendomi un favore: tenere gli occhi e le orecchie aperte se mai avessi incrociato un certo Baggins della Contea. In quel caso avrei dovuto accertarmi che giungesse sano a salvo qualunque fosse il posto nel quale era diretto-

-E perchè avresti accettato?-

-Diciamo che non ho potuto rifiutare. Comunque vedo che siete tutti e quattro in buone mani, quindi posso anche ritenermi sciolta dalla mia promessa e tornare al mio viaggio-

Feci per alzarmi, ma una mano robusta mi costrinse a rimanere seduta a terra.

-Non possiamo permetterci di lasciarti scorrazzare libera per le pianure con il rischio che tu faccia sapere a qualcuno dove siamo diretti. Quindi verrai con noi. Se davvero sei amica di Gandalf, sarà lo stregone stesso a chiarirci la tua posizione in tutta questa storia-

-E se io non volessi?-

-Non hai molte alternative. Mentre ero in esplorazione ho casualmente trovato il tuo cavallo e l'ho allontanato, togliendoti in questo modo il mezzo per andartene-

Dopodichè mi si avvicinò, in modo che solo io potessi sentire le sue parole:

-Inoltre credo che ti convenga, dato che abbiamo gli Spettri alle calcagna e a piedi non potresti avere molta possibilità di aggirarli-

Rabbrividii. Poi aggiunsi:

-Sei davvero convinto che tu non mi abbia semplicemente colta di sorpresa?- chiesi, osservandolo da sotto il cappuccio, un sorriso sghembo che si era aperto sulle mie labbra, unico dettaglio visibile del mio volto.

Il ramingo mi riservò un'occhiata chiaramente sarcastica.

-D'accordo, va bene. Non mi oppongo- risposi, le braccia leggermente alzate in segno di resa.

-Spero almeno tu abbia avuto la decenza di recuperare le mie cose, ramingo-

Con un rumore sordo, la mia sacca da viaggio mi cadde al fianco.

-Bene- borbottai, piccata.

Nel giro di poco il campo venne smontato e ci rimettemmo in cammino. Il ramingo viaggiava in testa, nel mezzo il gruppo di hobbit con il loro ronzino e io chiudevo la fila, guardandomi intorno, circospetta.

-Sai dove stiamo andando, non è vero?- mi chiese l'uomo dalla cima della colonna.

-Purtroppo si- biascicai io, continuando a tenere gli orecchi attenti ad ogni minimo rumore.





ANGOLO AUTRICE:
Bene gente, premetto che è la prima volta che mi cimento in una simile impresa e spero di non viaggiare troppo di immaginazione e rimanere abbastanza nei personaggi. 
Spero inoltre di non far apparire il mio personaggio come una Mary Sue, ma in tal caso ditemelo, cercherò di apportare qualche modifica XD
Detto questo vi invito cmq a farmi sapere il vostro parere, anche perchè è una storia nata per puro sfizio, quindi se non verrà apprezzata, probabilmente non andrà avanti. Cercherò di pubblicare un capitolo a settimana.
AVVERTENZE: Ci sarà qualche traccia di crossover, con quale film ve lo dirò più avanti, per non rovinarvi la sorpresa :)
Un saluto e buona lettura

"Aa’ lasser en lle coia orn n' omenta gurtha"
(Che le foglie del tuo albero della vita mai appassiscano)

  
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