Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Emily_19    20/04/2014    0 recensioni
Emily ha diciassette anni e come tutti noi ragazzi vive momenti belli e brutti... Il suo cuore batte per il suo migliore amico Simon, ma lui è fidanzato...
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2_Un nuovo incontro

_Biiiiiip!!!
Sobbalzo e mi affretto a spegnere la sveglia. È già mattina, sono ancora frastornata dalla notte agitata che ho passato.
 Oggi il preside farà un annuncio a tutti quelli del mio anno, spero sia per la gita dell’ultimo anno che ci aspetta. Dato che frequento una scuola a indirizzo linguistico e studio spagnolo e italiano, la gita sarà o in Italia o in Spagna.
Questa gita la aspettiamo dalla prima, ora dopo cinque anni di studio ce la caviamo davvero bene con l’italiano e lo spagnolo. Io preferisco l’italiano perché amo l’Italia, anche Simon la ama.
Simon.
Mi si apre come una voragine nel petto e penso alla lite di ieri, io non riuscirò mai a scusarmi, perché sono stufa di questa situazione…
Quando arrivo a scuola e trovo i miei amici vedo lo zaino di Peeta e allora vado dall’altra parte del gruppo per stargli più lontano possibile. Leslie mi vede abbattuta e chiede spiegazioni ma io non le dico nulla, non riesco a parlarne ancora. Per fortuna suona la campana. Tutti noi dell’ultimo anno andiamo nell’aula conferenze e prendiamo posto a sedere. C’è molto brusio ma quando arriva il preside Crown tutti si zittiscono.
Il nostro preside è molto stimato dagli alunni perché sa aiutare chiunque abbia un problema ma pretende rispetto e serietà nei confronti suoi, della scuola e degli insegnati.
_Benvenuti ragazzi, come ogni anno a voi studenti dell’ultimo anno viene data la possibilità, dopo cinque anni di studio, di prendervi una settimana di vacanza e andare a visitare uno dei paesi di cui avete studiato la lingua, gli usi, i costumi e la storia. Quest’anno la meta sarà l’Italia. Avrete la possibilità di andare a vedere Roma e un’atra città che deciderete voi alunni. Ora vi daremo dei fogli e avrete la possibilità di scegliere in quale altra città tra Milano, Torino e Firenze vorrete andare. La città più votata si aggiudicherà il posto di seconda meta.
Mentre parlava gli insegnanti hanno cominciato a consegnare i fogli agli alunni. Io non so proprio cosa scegliere. Sono già felicissima che abbiano scelto l’Italia come meta. Sto discutendo con Josh e Rosie sulla città da scegliere, quando noto che un ritardatario è entrato nella sala conferenze. Va dal preside a scusarsi e a presentare la giustificazione del suo ritardo quando mi ricordo che all’inizio dell’anno il preside lo aveva presentato a noi del quinto anno con il nome di Jacob Flinn, nuovo alunno proveniente dal Texas. Pare si sia trasferito qui con sua nonna dopo la morte dei genitori, la nonna ha pensato che allontanarlo dalla sua vecchia vita gli avrebbe fatto pensare di meno alla morte dei suoi. Povero, penso che nonostante tutto non riuscirei mai a stare senza mia madre e mio padre, anche se hanno un sacco di difetti e sono separati.
A un certo punto mi sento scuotere.
_Emily? Pianeta Terra chiama Emily!_ È Josh… il solito, mi giro e lo guardo con aria interrogativa e lui mi dice che mi ero incantata mentre lui e Rosie stavano valutando quale città era meglio scegliere.  
_Scusate non me ne sono accorta. Ero assorta nei miei pensieri…
_Ce ne siamo accorti_ dice Josh un po’ scocciato, detesta non essere ascoltato_ Noi pensavamo di scegliere Firenze… tu?
_Mmm… non ci ho pensato granché, ma credo che Firenze sia la più bella tra le tre.
Poco dopo il preside ci invita a scrivere sul foglietto il nome della città che avevamo scelto, così io, Josh e Rosie scriviamo “Firenze” e lo consegniamo.
Il preside e i professori che erano presenti nella sala iniziano a fare il conteggio dei foglietti e dopo circa quindici minuti ci comunicano i risultati.
_Allora ragazzi, il 17% di voi ha scelto Milano, il 20% Torino e il rimanente 63%  ha preferito Firenze. Quindi, mi sembra ovvio dirlo, Firenze sarà la vostra seconda meta durante la gita di fine anno.
Non fa in tempo a finire di parlare che suona la campanella e tutti i ragazzi si alzano e si dirigono verso le proprie classi.
Mi avvicino al mio gruppo di amici ma non ascolto granché i loro discorsi perché non riesco a fare altro che pensare a quel ragazzo, Jacob. Mi stupisco molto di questo fatto perché ormai sono circa due mesi e mezzo che è qui con noi, io sapevo della sua esistenza ma non lo avevo mai notato più di tanto. Mi trascino dentro la mia aula di spagnolo: oggi mi aspetta un bel compito in classe al quale spero di andare bene perché dopo la lite con Peeta non sono riuscita più ad aprire un libro.
Fortunatamente tutto fila liscio, ma quando arriva l’ora di pranzo la paura mi sale: come sarà con Simon? Come mi dovrò comportare? La colpa è sua quindi se vuole fare pace deve essere lui a venire da me, non il contrario…
Con questa idea entro nella mensa e quando arrivo al tavolo vedo tutti che mi guardano strani, ci sono tutti tranne Simon.
_Ci devi una spiegazione_ inizia Rosie.
Li guardo con aria interrogativa e Josh mi spiega che Peeta era già arrivato ma non si è venuto a sedere con noi. Cosi Leslie l’ha chiamato ma lui ha detto che in quel tavolo non ci avrebbe messo più piede, lei ha chiesto più spiegazioni e lui ha risposto “ chiedete ad Emily” ha girato i tacchi e se n’è andato.
_Quindi, cosa è successo tra voi?_ conclude Leslie.
Mi sento così in imbarazzo, sicuramente sono diventata rossa dalla vergogna, quindi la mia voce sarà tremante, ogni bugia sarebbe scoperta. Così mi rassegno e racconto tutta la verità, ogni particolare, persino il mio pianto… e invece di essere tratta male dopo aver sentito tutta la storia i miei amici mi circondano in abbraccio confortante che mi fa salire le lacrime agli occhi.
_No! Dov’è finita la nostra Emily! Quella dura che se ne frega di tutto? Quella che tira su di morale gli altri quando sono tristi? _ esordisce Josh.
A quel punto inizio a piangere e ridere allo stesso tempo mi alzo mi avvicino a Josh e lo riabbraccio e gli dico:
_Anche i duri hanno dei momenti di defaiance! _ e gli schiocco un bacio sulla guancia.
Quando eravamo più piccoli i nostri amici pensavano che noi stessimo insieme quando invece a lui piaceva da matti una sua amica. Mi ricordo che ad una assemblea sembrava veramente che fossimo fidanzati perché a un certo punto era arrivata in ritardo una nostra amica, però nella nostra fila non c’erano più posti allora io, che ero tra Josh e Rosie, mi sono messa in mezzo per lasciare un posto, ma stavo scomodissima. A un certo punto Josh mi ha detto di mettermi sulle sue gambe, all’inizio ho esitato ma poi ho accettato la sua proposta perché stavo veramente male seduta lì in mezzo! Dopo un po’ hanno proiettato un film e io ero così stanca, non so neanche io come mi sono ritrovata accovacciata su di lui con la testa sulla sua spalla. È stato bello perché mi sentivo protetta da uno dei miei più cari amici a cui voglio un bene dell’anima, farei di tutto per lui… Il punto è che lì c’erano un sacco di persone e io non mi sono vergognata neanche un momento e sicuramente tutti, a partire da Leslie che era quella che pensava più degli altri che tra noi ci fosse qualcosa, avranno pensato che i loro sospetti erano veri. Mi sono anche addormentata per poco quando ero su di lui, un po’ per le luci spente, un po’ perché avevo sonno, e anche perché Josh mi accarezzava la schiena con la mano che mi avvolgeva. È stato un momento dolcissimo anche se noi siamo solo amici. Il giorno dopo varie persone ci hanno preso in giro ma avevano un po’ ragione perché esternamente poteva sembrare, ma solo io e lui sapevamo che non era così.
Contenta di non essere stata trattata male dai miei amici, la giornata sembra passare stranamente veloce.
***
Quando arrivo a casa mi ricordo che oggi sarò sola fino a tardo pomeriggio perché mia mamma ha una riunione di lavoro e mia sorella è da una sua amica.
Così vado in cucina e mi preparo un po’ di pasta al sugo, dopo mi stendo comodamente sul divano a vedere un po’ di televisione e a messaggiare; noto subito che Simon  è uscito dal gruppo che avevo fatto io con tutti i miei amici, deve odiarmi davvero tanto …
Non mi ricordo come ma, a un certo punto, mi sono ritrovata in una parte di salotto dove non andavo da tempo, la parte più in fondo dove, contro la parete, c’è il pianoforte, strumento che non suono da quando mio padre se n’è andato, cioè circa tre anni fa…
Era grazie a lui che amavo suonare e cantare, ora non suono né canto più perché questo mi fa tornare in mente ricordi di quando eravamo una famiglia unita.
Ad esempio mi ricordo una volta, avevo circa dieci anni, avevo appena cominciato a suonare e mio papà mi aveva insegnato una canzoncina con una piccola parte al pianoforte e io suonavo la parte semplice con la mano destra mentre lui faceva un accompagnamento meraviglioso; intanto cantavamo. Era bellissimo…
Poi qualche anno dopo sono iniziati i litigi, i problemi, Cathy che piangeva e io che dovevo consolarla.
Alla vista del pianoforte mi passano nella mente tutti questi ricordi in un solo momento.
“Chissà se mi ricordo come si suona…” penso e immediatamente mi siedo al piano, lo apro e inizio a cercare di ricordare come era la canzone di mio padre. Inizio a canticchiarla e poi provo anche a suonare. Sì, me la ricordo nonostante siano passati anni, nonostante abbia fatto di tutto per dimenticare quei momenti, nonostante abbia creduto che fosse meglio così.                                      Però non sono arrabbiata con me stessa, anzi,  forse sono felice che non abbia davvero cancellato tutti quei ricordi.
Come se tutto questo fosse stato un sogno, quando finisco di suonare mi alzo di scatto chiudo il piano e me ne scappo in camera.
Dopo aver passato circa un ora a sentire la musica a palla nelle cuffie, decido che forse è meglio che faccia un po’ di compiti così mi metto a tradurre un testo di italiano e leggo un capitolo di un libro di poesie in spagnolo che ci ha dato la prof.
Dopo circa due ore sento mia mamma e mia sorella rientrare a casa e urlo loro:
_Ciao!
Come risposta sento la porta che si apre e Cathy che entra e si blocca un momento sulla soglia.
_Che c’è?_ domando.
_Era da tanto che non ti vedevo così.
_Così come?
_A studiare.
Ha ragione quest’anno ho fatto davvero ben poco, non studiavo mai più di due orette scarse ed ero sempre sul letto con il computer, il telefono o qualcos’altro affianco che mi distraeva. A scuola poi risultati si vedevano: voti mediocri in materie in cui eccellevo, eventuali insufficienze che gli altri anni non prendevo. Oggi invece sono a studiare sulla scrivania con il computer sul letto spento e il cellulare in carica sul comodino. Mi sorprende vedere che mia sorella è stata così attenta in questi tempi da notare il mio calo di studio.
_Oggi mi è presa così_ dico sorridendo _Vieni qui e raccontami cosa hai fatto oggi.
Lei si avvicina e si mette sul letto e mi racconta che oggi è stata interrogata di inglese e ha preso nove, nella verifica di francese ha preso nove e mezzo e nel pomeriggio era andata dalla sua amica Christine con la quale aveva studiato.
_Cathy a che scuola andrai l’anno prossimo?_ sembrerà strano che io non sappia che scuola sceglierà mia sorella dato che ci vivo insieme ma è così.
_ Pensavo di venire nella tua scuola, sai sono brava nelle lingue e mi piacerebbe impararne altre…
_ Mi sembra che tu sia molto brava e magari lo studio delle lingue farà parte del tuo futuro lavoro, al giorno di oggi la conoscenza delle lingue offre molte opportunità.
Che discorsi banali…
Sorrido a Cathy che se ne stava andando per studiare anche lei.
Il pomeriggio passa lento tra un libro e l’altro, questa volta finisco tutti i compiti diligentemente e poi soddisfatta di me stessa, mi infilo le cuffiette nelle orecchie ed esco nel terrazzo di camera mia; inizia a fare un po’ freddo quindi prima di uscire mi metto un bel maglione caldo e avvolgente.
Quella sera vado a letto presto sopraffatta dal sonno.
 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Emily_19