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Autore: elettra1991    15/07/2008    9 recensioni
Sesto anno ad Hogwarts. Draco Malfoy ha ricevuto un incarico da Voldemort e sta cercando in sè stesso la forza di portarlo a termine per sopravvivere. Ma non ha fatto i conti con qualcosa che sconvolgerà la sua vita e che gli farà trovare il coraggio e la voglia di non arrendersi e di tornare a combattere e a vivere. Hermione Granger. Dal settimo capitolo: Il Serpeverde appoggiò nuovamente la bocca all'orecchio della ragazza. -Che mi hai fatto Mezzosangue?- la sua voce si perse in un sussurro roco. Hermione lo guardò senza capire, terrorizzata da ciò che Malfoy avrebbe potuto farle. -Non fingere di non capire, Granger. Mi sei sempre in testa. Che mi hai fatto? Avanti rispondimi.-
Genere: Romantico, Commedia, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Qui dove batte il cuore...'
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Blaise Zabini era da poco uscito dall'Infermeria, dopo aver passato tutta la notte a cercare di parlare con Draco.
Avevano discusso di argomenti leggeri. senza mai entrare nel discorso di ciò che era accaduto quel giorno, ben sapendo che non era il momento opportuno.
Il moro Serpeverde scese lentamente le scale, con una sensazione opprimente al petto.
Aveva una strana sensazione, come se il posto in cui sarebbe dovuto essere era quello che aveva appena lasciato.
Ovvero la stanza in cui Draco stava riposando.
Cercò di scacciare via l'odioso presentimento che gli attanagliava le viscere e si sforzò di raggiungere i sotterranei.
Arrivato però all'ingresso del dormitorio fece un brusco dietro-front.
Zabini si fidava molto del suo istinto, e quello gli diceva di tornare da Malfoy.
Fece i gradini quattro a quattro, col cuore in gola.
Arrivato in Infermeria spalancò di botto la porta e la scena che gli si presentò davanti gli ghiacciò il sangue nelle vene.
Un uomo incappucciato era chino su Draco, intento a versargli nella bocca semichiusa il contenuto di una piccola ampolla.
Sentendo però il rumore provocato da Blaise, lo sconosciuto alzò il capo, e prima che il ragazzo potesse dire o fare qualcosa, girò sui tacchi e uscì di corsa dalla finestra, scomparendo.
Zabini angosciatissimo allora corse al capezzale di Malfoy e constatò che non respirava.
-Cazzo!- biascicò.
-Madama Chips! Venga! Di corsa! - iniziò ad urlare allora in preda al panico.
La porta della stanza attigua si aprì con forza e l'Infermiera di Hogwarts, in vestaglia e con una cuffia sui capelli raggiunse i due Serpeverde.
Dopo aver visto lo stato di incoscienza in cui versava il biondo, guardò Blaise interrogativamente.
-Che è successo qui, Signor Zabini?- domandò.
Il ragazzo balbettando iniziò a descrivere brevemente l'accaduto, facendo sbarrare sempre di più gli occhi alla donna.
Senza aprire bocca la Chips allora alzò la bacchetta e con un semplice gesto scrisse due righe su un notes, che volò rapidissimo fuori dalla porta.
-Ho mandato a chiamare il Professor Silente, spiegandogli l'accaduto- sussurrò in risposta allo sguardo di Blaise.
Quindi l'Infermiera si chinò accanto al letto di Malfoy per raccogliere l'ampolla che il Mangiamorte aveva lasciato cadere a terra nella fretta di uscire.
Scuotendola appena notò che sul fondo era rimasto un po' di liquido.
Era ambrato e fumoso.
-Ragazzo- ordinò la Chips- Vai dal Professor Piton e pregalo di venire qui con i suoi strumenti per classificare le pozioni, sbrigati-
Senza contestare il Serpeverde raggiunse l'ufficio di Piton, che non fu per niente contento di essere svegliato nel cuore della notte, ma che fu più che solerte nell' offrire il suo aiuto quando capì che c'era in gioco la vita di Draco.
Quando entrambi tornarono in Infermeria, trovarono anche Albus Silente, con espressione preoccupata, intento ad osservare la fiala.
Questi la passò al professore di Pozioni, che iniziò a passarla attraverso i suoi ammenicoli vari, rimestolandola con la bacchetta.
-Ora bisognerà anche capire come fanno questi individui a superare la barriera anti-Smaterializzazione che è posta sulla Scuola- borbottò il Preside.
-Non è che magari sono Animagi o qualcosa del genere?- chiese la Chips, mentre misurava il polso a Draco e cercava di scaldarlo.
-Mi sembra alquanto improbabile. Il Mangiamorte che ha combattuto contro il Signor Malfoy e la Signorina Granger non si è trasformato, nè tantomeno reso invisibile. Semplicemente si è dissolto nell'aria. A questo punto l'ipotesi è solo una. E non mi piace per nulla- terminò l'anziano mago, scuro in volto.
-A che punto sei, Severus?-
-Ho quasi terminato, Preside. Ecco...Si tratta della Pozione Mors Deletua-
Gli occhi di Piton si fecero vacui, mentre sussurrava ansante il nome della Pozione.
Silente annuì appena, socchiudendo gli occhi, pronto al peggio.
-Professore?- la voce di Blaise ruppe il silenzio creatosi - che effetto ha?-
-Vede, Signor Zabini- cominciò il Preside- gli effetti di questa pozione sono molteplici e mutevoli a seconda di chi è l'individuo a cui è somministrata. Generalmente porta alla morte.-
Gli occhi del ragazzo si spalancarono, spaventati, una muta preghiera bloccata a fondo gola.
-Fortunatamente - continuò Silente - al Signor Malfoy non è stata somministrata la Pozione per intero. Inoltre è un ragazzo giovane e forte, quindi il suo corpo potrebbe essere in grado di contrastare gli effetti della Mors Deletua.-
-E perchè non si sveglia allora? Perchè è così freddo e immobile?- gridò Blaise con la voce spezzata.
-Perchè ha bevuto buona parte di quel liquido.- sussurrò il Preside ad occhi bassi- Nonostante le nostre speranze siano alte, non possiamo essere sicuri di ciò che gli accadrà. Possiamo solo aspettare, pregando che la sua volontà di restare con noi sia più forte di qualsiasi Pozione e che continui a vivere. Lo so che è dura, ma è in momenti come questi che bisogna restare uniti, tentando di uscire dall'Oscurità.-
E dicendo questo appoggiò una mano sulla spalla di Zabini, stringendo forte.
-Madama Chips, mi informi di qualsiasi cambiamento, la prego.-
La donna annuì, e il Preside uscì dall'Infermeria con Piton, chiudendosi la porta alle spalle.



 
Hermione Granger si stava dirigendo con Harry verso la Sala Grande per fare colazione, quando furono entrambi investiti da Ron Weasley, arrivato su dalle le scale a tutta velocità.
Proprio mentre Potter stava per bestemmiargli sonoramente dietro il rosso alzò un braccio per farlo tacere, cercando in contemporanea di riprendere fiato.
-A-avete saputo quello c-che è successo stanotte?- domandò, rosso fuoco per lo sforzo.
I due Grifondoro lo guardarono interrogativamente.
-Qualcuno si è infilato in Infermeria e ha cercato di ammazzare Malfoy, a quanto pare. Me l'ha detto Neville poco fa, a cui l'ha detto Lavanda, a cui l'ha detto Padma, a cui l'ha detto la Parkinson. -
-Sì sì va beh!- tagliò corto Hermione muovendo impaziente un braccio- come sta lui ora?-
Appena Weasley le aveva detto di Draco il suo cuore aveva iniziato a battere incessantemente, minacciando di uscirle dal petto.
Harry le strinse una mano in segno di appoggio.
-Beh, sta veramente male, a quanto pare- borbottò Ron, senza sapere l'effetto devastante che quelle notizie avevano sulla sua migliore amica.
- Sembra che sia in una specie di coma, da cui non sanno se si sveglierà- concluse.
Potter guardò di sfuggita la Granger.
Era pallidissima, sembrava sul punto di svenire.
-Respira Herm, respira- le sussurrò dolcemente.
La ragazza obbedì, cercando di placare i battiti del suo cuore.
-Devo vederlo- sbottò ad un tratto, prendendo a correre verso l'Infermeria.
-Aspetta! Ti accompagno- le gridò Harry seguendola rapidamente, lasciando Ronald che non ci aveva capito niente, da solo in mezzo al corridoio.




-Draco...Draco! Ti prego, svegliati! Non mi mollare adesso, hai capito? Non osare arrenderti-
La voce rotta di Blaise Zabini riempiva l'Infermeria deserta.
Le bianche tende di lino coprivano le scure vetrate, dietro cui batteva incessante la pioggia degli ultimi giorni di Novembre.
Il letto di Malfoy era l'unico occupato e Blaise non si era mai mosso di lì.
Non aveva voluto mangiare, nè allontanarsi dal capezzale del suo migliore amico.
Draco giaceva, ancora incosciente sotto le candide lenzuola, il viso di un pallore marmoreo.
Sembrava morto, tanto era freddo, ma se si posava una mano sul suo polso si poteva distinguere il lontanissimo battito del cuore.
L'ultimo segnale che in quel corpo c'era ancora vita che scorreva.
Mentre cercava di cogliere un segno, un movimento, che gli indicasse che Draco ce l'avrebbe fatta, Zabini sentì un'esplosione di voci oltre la porta.
-Le ho detto di farmi passare! Devo vedere come sta!-
-Non sia irragionevole Signorina! Tanto lui non la riconoscerebbe comunque. Non è cosciente!
-La prego, la supplico, solo qualche minuto!
Alle due voci femminili, il Serpeverde sentì unirsi una terza voce maschile, che riconobbe essere quella di Harry Potter.
-Madama Chips, le chiediamo una cortesia, lei è una donna estremamente intelligente, credo che possa capire il nostro punto di vista. Ci faccia entrare.-
Blaise sorrise sotto i baffi.
Sapeva che l'unica cosa che poteva far cedere l'inflessibile Infermiera di Hogwarts erano le lusinghe.
Potter aveva colpito nel segno.
Infatti qualche istante dopo vide entrare lui ed Hermione, visibilmente scossa.
Ancora una volta, notando lo sguardo della ragazza, non potè impedirsi di sorridere dolcemente.
....E così il Grifone si innamorò del Serpente...
Quello sguardo era inequivocabile.
E, guarda un po', era lo stesso che Draco le rivolgeva mentre stavano combattendo contro quel Mangiamorte.
Uno sguardo a prima vista agghiacciato, impaurito, terrorizzato.
Ma Blaise non era uno che si fermava alle apparenze.
Dietro a quei sentimenti aveva saputo leggervi dell'altro...
-Blaise- la voce di Potter lo ridestò dai suoi pensieri.
-Dimmi...-
-Puoi uscire un momento? Dovrei parlarti-.
Il Serpeverde annuì, confuso, e seguì il Grifondoro fuori dall'Infermeria.
Appena si chiusero la porta alle spalle, Harry si appoggiò contro la porta, togliendosi per un attimo gli occhiali e strofinandosi gli occhi.
-Va tutto bene? Cosa devi dirmi?. chiede Zabini con i suoi soliti modi cortesi.
-Scusa Blaise, lo so che non è il momento, ma credo che sia opportuno parlarne prima che Malfoy si riprenda.-
-Vedi- riprese Potter notando lo sguardo confuso dell'altro - si tratta appunto di lui ed Hermione.-
Zabini cominciò vagamente ad intuire dove volesse andare a parare il Bambino Sopravvissuto.
-So che quell'idiota è il tuo migliore amico, ma Hermione è la mia migliore amica e a lei ci tengo moltissimo. Idem per quanto riguarda lui Ron, senza contare che loro sono stati insieme a lungo, quindi le è ancora più legato. Comunque, senza girarci intorno, sappi che se lui la fa soffrire, gli renderò la vita un'Inferno.-
Sul volto del Serpeverde passò l'ombra di un sorriso.
-Harry...io con lui non ne ho parlato molto...Sai anche tu come è fatto no?-
Potter alzò gli occhi al cielo, poi un ghigno si formò sulla sua bocca, al pensiero di come il biondo sembrasse schivo e riservato, ma poi non si facesse problemi a ripassarsi tutta la fauna femminile di Hogwarts.
-Comunque- continuò Zabini - questa volta mi sembra...non so...diverso...Penso che a lei ci tenga sul serio, al di là di quello che vuol far sembrare.-
-Se lo dici tu- rispose Potter diffidente - io ci credo poco. Non mi fido di lui.-
-D'accordo, vedremo. Intanto bisogna sperare che superi questa cosa.-
-Oh lo farà senz'altro!- disse Harry con espressione angelica - sopravviverà giusto per farmi un dispetto!-



Intanto a pochi metri da loro si svolgeva una triste scena.
Hermione Granger, con la testa posata sulla spalla inerme di Draco Malfoy singhiozzava come se le avessero strappato l'anima.
-Non provare ad andartene, mi hai capito? Non ci provare!-
La ragazza provò a scuotere Draco, che però non diede segni di vita.
-Come faccio poi? Chi mi chiamerà schifosa Mezzosangue?-
Un sorriso lacrimoso si aprì sul bel volto di Hermione.
Aveva odiato per anni quel nomignolo datole dal Principe di Serpeverde, eppure ora avrebbe dato un braccio pur di sentirglielo ripetere.
-E' tutta colpa mia! Se ieri non mi avessi difeso non avrebbero capito che eri passato dalla nostra parte...Ti ho messo io in questa situazione!- singhiozzò.
-Non dire sciocchezze, Mezzosangue...-
La Granger alzò la testa sbalordita.
Era stato solo un sussurro eppure...
Avrebbe potuto giurare di aver sentito quelle parole...
Guardò il viso di Draco e con un tuffo al cuore vide che i suoi occhi grigi, tempestosi come non mai, la stavano fissando.
Cominciò a sorridere tra le lacrime, ringraziando Dio che glielo aveva rimandato indietro.
Ringraziando Dio per averle dato un'altra possibilità.
Un'altra possibilità di parlare con lui, di litigarci, di scontrarcisi e di incontrare nuovamente il suo sguardo.
Malfoy dal canto suo non ricordava quasi niente, e non capiva le lacrime della Mezzosangue.
Della sua Mezzosangue...
Incredibile cosa va a pensare il cervello se lo si lascia correre a briglia sciolta.
Lievemente sorrise alla ragazza, nello sguardo quasi un invito, una supplica, una preghiera.
Tentò di tirarsi su per avvicinarsi nuovamente a lei.
Hermione inconsciamente si allontanò, ma lui serrò il polso di lei nella sua mano, attento a non stringere troppo, e la costrinse ad accostarsi a lui.
Appoggiò la guancia alla fronte della ragazza, inspirando il lieve profumo dei suoi capelli, conscio che non sarebbe più stato in grado di sopravviverle a lungo.
-Dr-Draco...Io devo ringraziarti. Mi hai salvato la vita ieri...- il sussurro della Granger fu appena percepibile, ma bastò a far fremere Malfoy, che intuì ancor di più quanto fosse stato vicino a perderla per sempre.
Poteva negarlo fino alla morte.
Ma quella Mezzosangue gli era entrata nell'anima, come mai nessun'altra aveva fatto, lasciando solo la cenere del suo orgoglio di Purosangue.
Abbassò lo sguardo su Hermione, incapace di risponderle, e avvicinò la fronte alla sua.
La ragazza però si alzò di scatto, senza fiato.
-Devo...devo parlare con Silente. Me ne ero scordata. Scusami.-
E, lasciando il ragazzo allibito, corse fuori dalla stanza.



Mentre saliva nello studio del Preside Hermione cercava di mettere ordine nella sua testa.
Perchè gli fuggiva così?
Non aveva senso, se poi lui era il suo pensiero fisso.
Forse era istinto di conservazione, pensò triste.
Sapeva benissimo che lo scopo di Malfoy era quello di portarsela a letto e basta, come faceva con tutte.
Ma nonostante questo non riusciva a stargli lontana.
Probabilmente cercando di prolungare ulteriormente l'inevitabile scorrere delle cose, sperava di mantenere vivo l'interesse di Draco per lei e così di tenerselo vicino.
Ma non ce l'avrebbe fatta ancora a lungo.
Lo vedeva, anche in classe, che il loro era un cercarsi.
Con gli occhi e con la mente.
Sentiva perennemente il suo sguardo addosso, mentre mangiava, camminava, studiava.
Ormai aveva fatto l'abitudine a vederselo intorno, a sentire le sue battutine sarcastiche e a leggere i bigliettini sconci che lui le lasciava nella borsa.
Brama, pura brama.
Sapeva che da parte del ragazzo non c'era altro che quello.
Se ne era fatta una ragione, ma tuttavia aveva paura di cedere a lui, perchè intuiva che poi sarebbe stata in suo pugno per sempre...
-Parola d'ordine?-
Hermione fece quasi un infarto quando sentì la voce del gargoyle di pietra che faceva da guardia allo studio di Silente.
Gliela disse, poi salì.
Trovò il Preside ad aspettarla seduto alla scrivania.
Le fece cenno di sedersi, poi senza lasciarle il tempo di parlare iniziò a sommergerla di un fiume di parole.
-E' un piacere vederla, Signorina Granger. Ho ricevuto la piacevole notizia che il Signor Malfoy sta meglio.-
La ragazza annuì debolmente.
-Mi fa molto piacere. Ora, immagino che lei sia qui per parlarmi delle sue conclusioni riguardo il modo in cui sono entrati i Mangiamorte.-
Il limpido sguardo azzurro di Silente si fece penetrante, mentre osservava sorridendo Hermione oltre i suoi occhialetti.
-Ma lei come fa...-iniziò la Grifondoro.
-Ormai posso dire di conoscere bene l'animo delle persone- la interruppe il mago.- Ora, siccome immagino che le tue conclusioni siano identiche alle mie, ti pregherei di parlarmene.-
- Beh ecco...-iniziò la Granger- ho trovato certe informazioni in quel libro sui Benèfici...-
Con un cenno il Preside la invitò a proseguire, così la ragazza prese coraggio e continuò con maggior vigore:
-Lì  tra le altre cose ho letto che i Benèfici non hanno problemi a superare barriere di alcun tipo. Siccome però mi sembra alquanto strano che quei Mangiamorte siano anch'essi dei Benèfici, ho cercato ulteriori fonti. Così ho scoperto che dai Benèfici minorenni si può ricavare della magia e farne uso liberamente. Quindi, dato che Voldemort tiene in ostaggio quella ragazza, può aver fatto uso dei suoi poteri per mandare qui dentro i suoi seguaci.-
-Brillante deduzione Signorina!- le disse Silente rivolgendole un sorriso luminoso- ammetto che non sarà facile contrastare tutto ciò, ma almeno abbiamo un punto da cui partire. Ora più che mai è importante liberare al più presto la fanciulla!-
Quindi si rivolse verso la sua fenice, Fanny, cominciando ad accarezzarle il folto piumaggio rossastro, facendo capire ad Hermione che la conversazione era finita.




Il resto della giornata passò come in un sogno.
Hermione stette per un po' in Biblioteca, poi nel parco, ignorando la fredda pioggia che le sferzava il viso e le inzuppava le vesti e i capelli.
Evitò i suoi amici tutto il giorno, non avendo la forza di confrontarsi con loro, e stette alla larga dall'Infermeria, ben sapendo cosa sarebbe accaduto se fosse entrata nuovamente in contatto con il corpo di Draco.
Il problema era che quel luogo la richiamava come mai prima d'ora.
Sentiva che era lì che doveva stare, e in nessun altro posto.
Rientrò al castello che ormai era notte inoltrata.
Era bagnata fradicia, le lacrime mischiate alle gocce di pioggia.
Incapace di andare a dormire senza passare da lui, andò verso l'Infermeria, per vegliare un po' Draco, almeno nel sonno.
La sua sorpresa fu grande quando lo vide in piedi, eretto ed elegante, a guardare fuori da una delle grandi vetrate, che dava sul parco.
Conscia che nel punto verso cui lui guardava fino a poco prima c'era lei, capì che la stava osservando.
Malfoy si voltò, inchiodando i suoi occhi argentei in quelli di lei.
Incapace di sostenere il suo sguardo, Hermione fece per dargli la buonanotte ed uscire, ma lui, seppur affaticato, la raggiunse in due grandi passi.
Non voleva che lei se ne andasse.
Non voleva che si portasse via la luce con cui aveva riempito la sua vita vuota.
Il battito incessante del suo cuore quasi lo piegava in due.
Dannato cuore traditore.
La sua coscienza gli diceva di lasciarla.
Di farla correre il più lontano possibile da lui.
Da lui e da quella passione incendiata che si portava dentro.
Ma la voglia di lei faceva tacere anche quella poca coscienza che gli era rimasta.
Si sentiva uno schifo, sapendo che comportandosi così l'avrebbe solo trascinata all'Inferno con lui.
Ma non poteva più starle lontano...
Non era più solo sesso, e desiderio, e sfida...
Era il senso di pace che lei gli dava ad indurlo a non staccarsi da lei...
Era la voglia di tenerla tra le sue braccia, di non farla fuggire, di proteggerla.
Se ne era accorto quando l'aveva vista di fronte a quel Mangiamorte.
Aveva quasi dato la vita per lei.
Perchè lei era ciò che lo teneva in vita in quel momento.
Con una mano le tolse i capelli bagnati dal volto, mentre con l'altra andava a stringerla per la vita sottile, portandosela più vicina.
Hermione, sorpresa di tanta delicatezza alzò il volto, specchiandosi negli occhi di lui, incendiati di desiderio.
Con le braccia andò sfiorargli appena il fianco, dove quella maledetta lama destinata a lei l'aveva colpito, poi passò alle spalle, larghe e forti, toccandole più e più volte, in un massaggio lento ed ipnotico.
Quindi gli strinse un braccio dietro al collo, accarezzandogli con l'altro i bei capelli biondi.
Draco sapeva che non ci sarebbe stata via di uscita.
Che per loro il lieto fine forse non era previsto, che sarebbe stata una lotta, da combattere nell'ombra, che si sarebbero dissanguati e feriti a vicenda, ma non poteva tornare indietro.
La voleva per sè.
Aveva bisogno di lei.
Affondò con la bocca in quella di Hermione, e il mondo attorno a loro scomparve, per entrambi.
Non più famiglie, non più amici, non più guerre.
La Granger gli morse appena le labbra, per poi far incontrare la sua lingua con quella del Serpeverde.
E poi fu resa incondizionata.
Erano arrivati ad un punto di non ritorno, lo sapevano entrambi.
Si baciarono con impeto, quasi con disperazione, scoprendo che le loro labbra sembravano fatte per essere unite.
Non riuscivano a staccarsi, ad allontanarsi l'uno dall'altra, si cercavano, si volevano, bramavano l'una le mani dell'altro.
Il Paradiso che raggiunsero insieme solo con un bacio quella sera fu stupendo.
Quando finalmente si staccarono Draco la strinse a sè, baciandole i capelli.
Hermione appoggiò la testa sulla sua spalla, lasciandosi cullare dalle sue forti braccia, pregando che quella magica notte non avesse mai fine...





E finalmente c'è stato il tanto atteso bacio tra i nostri due protagonisti! Ci ho messo tantissimo a scriverlo, e spero di essere stata in grado di rendere tutte le sensazioni che ho provato io scrivendolo!
Passo subito ai ringraziamenti:
pei_chan: come vedi ho aggiornato subito, così che tu potessi leggere il capitolo prima di partire! Adesso come farò senza le tue recensioni per un mese? ç__ç
Beh spero di cavarmela, pregando che le altre persone continuino a lasciarmi commenti!
Comunque credo di riuscire a postare un altro capitolo prima di venerdì ma non prometto niente. In ogni caso buone vacanze! Non dimenticarti di me XD
Nika_chan01:non ti preoccupare per le recensioni corte, le apprezzo lo stesso=) Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto, spero apprezzerai anche questo!
Hollina:Mi fa piacere che ti piaccia l'amicizia tra Blaise e Draco, ho cercato di renderla il più vera possibile, e ce ne sono altre dimostrazioni in questo capitolo! Mi raccomando dimmi che ne pensi!
poppi: sì il capitolo era molto dolce, spero che questo lo sia stato altrettanto! Grazie delle recensioni! Mi fanno molto piacere!

  
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