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Autore: He_Zi    20/04/2014    0 recensioni
"[...] Nel mondo dei pirati si è pronti a morire; che sia per la fame, per la sete, per le troppe ferite inferte in battaglia o per mano di nemici e traditori non è rilevante. Ogni Pirata merita una degna sepoltura da parte della Ciurma di appartenenza. Un uomo cattivo può essere stato buono, in passato. Bisogna ricordare le persone per quello che sono, e non soltanto per i crimini commessi."
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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“Nel mondo dei Pirati niente è scontato, tutto può cambiare, mutare da un giorno all’altro sotto gli occhi di chi osserva senza che egli noti nulla di anormale. Non esistono limiti imprescindibili, non esistono regole. E’ tutto un gioco, un susseguirsi di mosse da parte di gente diversa, intrappolata su quella scacchiera come mosche nella tela di un ragno.
Nel mondo dei Pirati non esiste ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, esistono solo fatti, avvenimenti semplici o complessi che avvengono in sequenza.
Nel mondo dei Pirati non esiste il bene o il male, non esiste l’altruismo o l’egoismo, esiste semplicemente l’essere, nella sua forma terrena, così come noi tutti lo vediamo.
Nel mondo dei Pirati vi sono condizioni inviolabili, condizioni che nessuno potrà mai scavalcare senza doverne patire le conseguenze.
Nel mondo dei pirati si è pronti a morire; che sia per la fame, per la sete, per le troppe ferite inferte in battaglia o per mano di nemici e traditori non è rilevante. Ogni Pirata merita una degna sepoltura da parte della Ciurma di appartenenza. Un uomo cattivo può essere stato buono, in passato. Bisogna ricordare le persone per quello che sono, e non soltanto per i crimini commessi.”
 
Anonimo.
 
“Esisteva un tempo una donna più potente anche di Gold Roger, il Re dei Pirati. Esisteva questa donna dal corpo di ragazza con i capelli lunghi che salutavano il vento, una donna dagli occhi castani profondi tanto quanto il mare, se non di più. Era una donna che non compariva su nessun libro di storia, e il cui nome raramente usciva dalle labbra della gente. Lei era il Pirata Supremo, era la legittima padrona di tutti i mari. Era colei che avrebbe potuto distruggere ogni cosa con un semplice battito di ciglia. Era il Paradiso e l’Inferno incarnati in un’unica persona. Non aveva mai torto un capello a nessuno, eppure chi sapeva della sua esistenza la temeva, e sai perché? Perché quella donna era immortale. Quella donna non sarebbe dovuta esistere”
“Io non ci credo!”
“E dai, Rufy, possibile tu debba fare sempre il difficile?”
Shanks il Rosso è abbattuto. Ogni volta che fa tappa a Foosha insieme alla sua ciurma, il tentativo di raccontare una storia della quale il piccolo Rufy possa andare entusiasta va sempre in fumo. Mentre Makino gli porta un altro boccale di sake, l’intero Partys Bar è scosso da grasse e fragorose risate. Nemmeno i suoi uomini si trattengono, tranne forse il suo Vicecomandante, Benn Beckam, il meno amante fra tutti del divertimento. In silenzio, in cuor suo, lo ringrazia enormente.
“Non faccio il difficile, Shanks! Sei tu che continui a raccontarmi delle baggianate! Una donna più forte di Gold Roger? Stai scherzando spero! Nessun uomo è più forte del Re dei Pirati, tanto meno una donna!”
Il piccolo Rufy strilla e si agita, in piedi sul suo sgabellino di legno. La ferita che egli stesso si era auto inferto con un coltello nel tentativo di dimostrare quanto fosse arrabbiato ai pirati del Rosso poche ore prima brucia sotto il cerotto che la ricopre, ma egli sembra non farci caso. Nella sua testa l’unica cosa che conta è che quel bugiardo di Shanks gli sta raccontando solo altre scemenze.
“Rufy, è solo una storia! Non c’è bisogno che ti agiti così tanto! E poi, corpo di mille balene, io quella donna la conosco, te lo giuro!”
“Sei solo un bugiardo. Mpf”
Rufy è davvero incavolato nero. Fa segno a Makino di portargli altri cibo e la donna, sorridendo, gli porge un piatto di carne sul quale egli si avventa, rischiando di restare soffocato un paio di volte.
“Rufy, stai truffando questa signora!” esclama il Rosso facendo l’occhiolino alla proprietaria del locale.
“Non è vero! Makino lo sa: quando diventerò un Pirata famoso le ridarò tutti i soldi che le spettano!”
“Oh, ma davvero?”
Shanks si diverte a sbeffeggiare il piccolo Rufy. È qualcosa di appagante vederlo farneticare sulle sue ambizioni e convinzione, nelle quali egli crede ciecamente. È determinato, non di certo disposto a mollare o, ancora peggio, lasciarsi abbindolare da dei sudici pirati.
Proprio in quel momento l’occhio di Rufy si posa su un frutto dall’aria strana. Sembra quasi un mandarino più grosso del normale di colore viola, sulla cui superficie sono disegnati degli strani simboli. Un dessert? Sì, sicuro. E il suo stomaco avrebbe proprio bisogno di un dessert col quale concludere il pasto.
Proprio mentre Rufy, indisturbato, sta finendo il suo frutto, la porta del Partys Bar si apre. Un’ombra compare sulla soglia, l’ombra di una figura rozza e arrogante.
“Noi siamo i Masnadieri, abitanti del monte Corbo. Ma tranquilli, non siamo venuti qui per depredarvi… volevamo solo dieci barili di sake”
Sudando, Makino non riesce a staccare gli occhi da loro.
“Mi dispiace, ma… il sake è finito”
Higuma, il capo dei Masnadieri si guarda intorno, con aria di superiorità.
“E questi sarebbero pirati? Belle facce da idioti. Comunque noto che stanno tutti bevendo qualcosa. Ditemi, è acqua per caso?”
“No, signore, è quel poco di sake che ci era rimasto”
“Accidentaccio, mi dispiace! Non sapevo che il sake era quasi finito! Comunque, signore, mi è rimasta quest’ultima bottiglia. Se vuole…”
Shanks non fa in tempo a finire la frase che Higuma, in un impeto di rabbia, gli riversa addosso il contenuto della bottiglia. Il pirata guarda il pavimento bagnato con un’espressione tremendamente dispiaciuta.
“Oh no! Il pavimento è tutto bagnato! Scusaci, Makino. Ti aiuto a ripulire”
È allora che la sciabola nelle mani di Higuma parte, sottraendo qualche filo di paglia al cappello che Shanks porta in testa.
“Se ti piace tanto pulire, idiota, fa pure” dice prima di uscire dal Partys Bar, per il sollievo di tutti.
“Capitano, ma guardati! Sei tutto bagnato!” esclama Lucky Lou, sovrastando il suono delle risate dei compagni, una coscia di polla stretta fra i denti.
Anche Shanks scoppia in una sonora risata, fino a quando non scorge Rufy, un’espressione corrucciata dipinta in volto.
“Rufy, che…”
“Perché non hai combattuto, Shanks? Eh? Quell’uomo ti ha umiliato davanti a tutti e tu non hai battuto ciglio! Non sei un uomo! Non sei nemmeno un vero pirata!”
“Capisco, ma… mi ha solo rovesciato addosso un po’ di sake. Non c’è da arrabbiarsi, non c’era alcun motivo per combattere”
“Lasciami in pace. Io non ci voglio più parlare con un vigliacco come te”
Il piccolo Rufy passa davanti a Shanks camminando a passo svelto, deciso a non tornare indietro. Non sa esattamente se è allontanarsi dal Rosso che vuole, o farla vedere a quel brutto Masnadiero.
“Rufy, fermati…”
Shanks gli afferra un braccio, ma...
Mentre Rufy continua a camminare, il suo braccio si allunga. E si allunga, e si allunga. Sembra un elastico, sì, un bel pezzo di gomma.
“R-Rufy… il tuo braccio… si è allungato… non è che…”
Tutti gli occhi presenti nell’osteria sono puntati su di lui. Si legge un vago terrore nelle loro pupille.  Lucky Lou, lesto, si alza dal suo posto, e dopo aver constatato che il Frutto nel cofanetto non c’è più, ne realizza uno schizzo su un foglio di carta.
“Dimmi, Rufy, non è che hai mangiato un Frutto come questo, vero?” domanda, mostrandogli la fedele riproduzione.
“Mh, sì, l’ho mangiato! Per dessert! E non era nemmeno tanto buono!”
“Rufy! Sai cos’hai mangiato? Hai mangiato il Frutto Gom Gom, uno dei tanti Frutti del Diavolo! Sono un tesoro preziosissimo! Dopo che hai mangiato quel Frutto il tuo corpo è diventato di gomma. Sai che significa? Significa che non potrai mai nuotare! Se solo sfiorerai la superficie dell’acqua, il tuo corpo perderà le forze, e se dovessi finire in mare, il tuo corpo andrà a fondo!”
“Cosa? No, non è vero!” esclama Rufy in lacrime.
“Razza d’idiota!”
 
Andando a compare un po’ di pesce all’unica pescheria di Foosha, Rufy ha modo di mostrare le nuove sorprendenti capacità di cui è stato dotato il suo corpo. La gente ride e scherza insieme a lui, anche se forse non sono proprio a loro agio. Tutti sembrano lodare Rufy per le sue nuove, emozionanti caratteristiche, ma il sindaco Woopslap…
“Non so che ci trovate di così tanto divertente in un corpo di gomma, voi altri! In quanto a te, Rufy, te lo ripeto! Non ti permetterò di diventare un pirata! Non ti lascherò infangare il buon nome del villaggio! Sembra che quel buffone di Shanks sia l’unico coi piedi per terra, ma non ti permetterò lo stesso di avere altri rapporti con loro!”
Le parole del sindaco non scalfiscono l’animo di Rufy il quale, tappandosi le orecchie e dandogli la schiena, non fa altro se non prendersi gioco di lui.
 
“Signor sindaco! Signor sindaco!”
Makino irrompe all’interno della residenza dell’uomo, il quale, preso alla sprovvista, non capisce motivo di tanta agitazione.
“Che c’è Makino?” domanda, cercando di calmarla.
“Eravamo al Partys Bar quando sono entrati i Masnadieri, e… oh, non c’è tempo! Hanno rapito Rufy!”
 
Rufy si vede circondato da un gruppo di uomini rozzi, brutti e puzzolenti. Lo hanno trascinato al molo, ignorando le sue pretese di ricevere delle scuse e tutte le sue proteste. Lo guardano dall’alto. Poi, Higuma gli sferra un calcio. Tutto quello che riesce a vedere ora Rufy sono le assi di legno. Sente la testa spremersi sotto il peso del piede di Higuma.
“Così non senti né calci né pugni, eh?”
La gente del villaggio guarda la scenda da dietro i sicuri vetri delle finestre. Qualcuno vorrebbe intervenire, ma alla vista di quegli uomini le gambe prendono inevitabilmente a tremare. Solo un gruppetto di temerari si avvicina ai Masnadieri, spinti dall’intento di salvare Rufy. Quegli uomini sanno che non si faranno intenerire dal fatto che egli è solo un bambino.
“Ehi, tu! Lascia quel bambino! Non so cosa vuoi da lui, ma, ti prego, lascialo stare. Non voglio litigare con voi. Se volete, vi pagherò”
Il sindaco si inginocchia al cospetto di Higuma, il capo tanto chino da toccare il pavimento. ‘Sindaco…’ pensa Rufy, non aspettandosi un simile intervento da parte della massima autorità del paese.
“Ma io lo voglio ammazzare. Mi sembra chiaro che questo bambino è spacciato”
“No, ti prego ti scongiuro, non…”
“Come mai non c’era nessuno al porto ad aspett-. Ehi, che sta succedendo qui?”
Una figura coperta da un mantello si posa dietro la folla riunita ad assistere all’evento. In testa, porta un singolare cappello di paglia.
“Oh, voi siete i Masnadieri dell’altro giorno! Rufy, ti vedo bene, lì disteso a terra!”
“Sta zitto, Shanks!” esclama il bambino a denti stretti.
“Vattene, tu, ficcanaso. Vattene o ti mando in pappa il cervello”
Uno dei Masnadieri si fa avanti, puntando una pistola alla tempia di Shanks il quale, di rimando, non muove un muscolo. Se quell’uomo premesse il grilletto lui morirebbe sul colpo, ma la cosa sembra non destabilizzarlo.
“Oh, allora fai sul serio”
“Che?”
“Le pistole non sono fatte per minacciare”
Le parole di Shanks vanno in sincronia con il proiettile che fuoriesce dalla pistola di Lucky Lou, il quale, ingurgitando l’ultimo pezzo di cibo, uccide l’uomo che poco prima minacciava il suo capitano.
“Ehi, pirati! Ma si può sapere che volete? Non siete certo più importanti di noi!”
“Vedi, amico, se mi rovesciate in testa una bottiglia di sake, se vi prendete gioco di me, sono disposto a riderci sopra… ma non tollero chi fa del male a un mio amico!”
Shanks è davvero infuriato. In men che non si dica, i Masnadieri ingaggiano battaglia con i Pirati del Rosso. L’unico a sopravvivere dei nemici è il loro capo, Higuma.
“E-ehi, aspettate un secondo! Io non ho fatto nulla di male! È il moccioso che mi ha provocato!”
“Sarà… ma in ogni caso sei un ricercato con una taglia di otto milioni sulla testa”
Ancora una volta le parole di Shanks vanno in sincronia con il colpo di una pistola. No, un momento; non è un colpo di pistola. È stato Higuma a creare questa piccola esplosione con un fumogeno. Il fumo ricopre l’intera area. Nessuno riesce a vedere a più di un palmo dal proprio naso.
“Rufy! Rufy è sparito!”
“Sta calmo, capitano! Se lo cercheremo tutti insieme, prima o poi lo troveremo! Sicuro!” esclama Lucky Lou, deciso a non deludere il suo capitano.
 
“Mh… bello il mare aperto, vero, Rufy?”
“Lasciami andare, Higuma! Sei solo un vigliacco! Sei un mostro!”
Rufy si dimena, la testa compressa fra l’enorme mano dell’uomo che, tenendolo sollevato a mezz’aria, guarda un punto imprecisato oltre la spalla del bambino.
“Hai del coraggio da vendere, moccioso. L’unica altra persona che mi aveva affrontato così a viso aperto è stata una donna che me ne ha fatte passare di tutti i colori. Solo che, vedi, quella donna era più forte e più vecchia di te”
Gli occhi di Rufy sono carichi di rabbia e, suo malgrado, di lacrime.
“Lasciami andare ti ho detto!”
“Hai ragione, posso lasciarti andare. In fondo, non mi servi poi più a molto. Sai, tutti coloro che non mi andavano a genio sono morti. Cinquantasei vittime in totale. Buon viaggio, Rufy! Spero che ti piaccia il colore blu del mare!”
Il corpo di Rufy supera le pareti della piccola barca sulla quale Higuma è ancora tranquillamente in piedi. Con un tonfo, il bambino cade in acqua. Sente il mare muoversi sempre più, fino a quando alle spalle del suo improvvisato esecutore non compare un mostro marino. Higuma fa appena in tempo a voltarsi e a domandarsi cosa possa essere, quando la creatura spalanca le fauci e, senza pensarci due volte, fa scomparire all’interno del suo stomaco l’uomo e la piccola imbarcazione. Poi, i suoi occhi si puntano su Rufy.
“Aiuto! Non sono nuotare! Che qualcuno mi aiuti! Che qualcuno…”
Un paio di braccia afferrano Rufy da dietro, solo dopo aver incontrato i denti aguzzi del mostro.
“Vattene” mormora Shanks, guardando la bestia che, tutto d’un tratto, scompare negli abissi, rabbrividendo.
È l’Ambizione del Re.
“Ti ringrazio, Rufy. Makino mi ha raccontato tutto. Hai combattuto per noi. Avanti, non piangere. Sei un uomo, o sbaglio?”
Shanks sorride, strofinando energicamente i capelli neri del ragazzo.
“Sì, però… Shanks… il tuo braccio! Il tuo braccio!”
Quelle che escono dalla gola di Rufy sono urla in mezzo ai singhiozzi.
“Non è niente, Rufy! Era solo un braccio. Piuttosto, meno male che sei salvo” sussurra Shanks, senza badare al suo braccio sinistro mancante.
 
Il motivo per cui Shanks non porta Rufy in navigazione con lui è la durezza di mare; la debolezza di Rufy. Ma Rufy ha ora avuto modo di conoscere Shanks come uomo, tanto da decidere che un giorno diventerà come lui.
 
“Ho sentito dire che dopo questo viaggio non tornerai più in questo villaggio”
“No. Siamo rimasti fermi per tanto tempo. Ora è giunto il momento di salpare verso terre lontane. Sei triste?”
“Sì, un po’! Ma non ti chiederò di portarmi con voi!”
“Tanto non ti avrei portato comunque! Sei troppo debole. Non diventerai mai un pirata” lo sbeffeggia Shanks, nascondendo l’ombra di un sorriso.
“Invece sì che lo diventerò, e sarò un pirata decisamente migliore di te! Troverò degli uomini migliori per la mia ciurma! Scoverò i più grandi tesori del mondo. E poi diventerò il Re dei Pirati!
“Ah sì? Beh, in questo caso… tieni. Ti presto volentieri questo cappello. È il mio cappello delle grandi occasioni. Me lo restituirai quando sarai diventato un bravo pirata”
Shanks calca il cappello di paglia che poco prima portava come una corona sulla testa di Rufy, il quale, i pugni chiusi, piange copiosamente, senza tuttavia emettere un singhiozzo.
“Quel ragazzo diventerà sicuramente un bravo pirata” dice Benn Beckam accogliendo il suo capitano a bordo della nave.
“Già, Vicecomandante, hai proprio ragione, lo diventerà sicuramente. In fondo, mi ricorda me, da piccolo”
 
L’avventura di quel ragazzo di sette anni sarebbe poi incominciata in quello stesso porto dieci anni dopo…
 
Dieci anni dopo…
 
“Finalmente è partito, signor sindaco. Alla fine ce l’ha fatta” dice Makino, le mani sui fianchi, guardando la barchetta di Rufy divenire un punto sempre più indistinto in mezzo al mare.
“Che vergogna, per il villaggio, aver partorito un Pirata”
 
“Yahoo! Oggi il cielo è limpido! E il mare è calmo! Ma cosa…”
Rufy è partito da pochi minuti quando sente il mare scuotersi. Poi, dinanzi a lui ricompare lo stesso mostro che aveva strappato il braccio a Shanks dieci anni prima.
“Mi dispiace, bestiolina, ma hai sbagliato a prendertela con te. In questi dieci anni mi sono allenato molto, sai? Guarda qua! Gom Gom… Pistol!”
Il braccio di Rufy si allunga a dismisura, colpendo il bestione in pieno muso. Questo, dolorante, sprofonda nel mare, in cerca di un posto sicuro, un posto dove è sicuro di essere ancora lui a comandare.
“Hai visto, stramaledetto merluzzone? Comunque devo cercarmi dei compagni. Vediamo… ne vorrei almeno dieci! Bene, partiamo! Perché io diventerò… il Re dei Pirati!
 
Questo piccolo naviglio va per mare a cercare compagni ancora sconosciuti. Così è cominciata la grande avventura!
  
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