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Autore: He_Zi    20/04/2014    0 recensioni
"[...] Nel mondo dei pirati si è pronti a morire; che sia per la fame, per la sete, per le troppe ferite inferte in battaglia o per mano di nemici e traditori non è rilevante. Ogni Pirata merita una degna sepoltura da parte della Ciurma di appartenenza. Un uomo cattivo può essere stato buono, in passato. Bisogna ricordare le persone per quello che sono, e non soltanto per i crimini commessi."
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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Su un’isola…
 
“Ehi, fannulloni! Vedo della polvere, in giro! Non vi avevo forse detto di farne sparire anche il più piccolo granello?”
Quello che più colpisce del capitano Albida è la sua stazza, seconda sola alla sua mazza chiodata. I capelli neri le ricadono scomposti dietro le spalle, mentre con le mani usa la sua fidata kanabō come perno sul quale posarsi. La sua nave è perfetta, impeccabile. L’unica cosa che non vi è presente è uno specchio, ma in fondo, che importa? Ha già i suoi uomini che, ad ogni sua richiesta, le ricordano quanto sia bella. Albida sa quanto quei buoni a nulla siano anche menzogneri, ma non vi fa poi molto caso. Si limita a ricevere i complimenti che le vengono posti, senza rimuginarci troppo su.
“S-scusi, capitano! È solo che…”
“Non voglio sentire scuse, mozzo. Pulisci! Questa nave deve risplendere! Risplendere, capito?”
Vagando per la nave, Albida scorge con la coda dell’occhio Kobi.
“Kobi! Lustrami le scarpe!”
Senza alcun tipo di eleganza, pone il suo piede avvolto dalla calzatura in pelle nera sotto il naso del ragazzo, il quale, smettendo di pulire il pavimento, si precipita con lo straccio ancora umido sulle calzature del capitano. Trema, ma cerca di non darlo troppo a vedere.
“Kobi, chi è la donna più bella del mondo?”
“L-lei, signorina Albida. Ovviamente”
Quella che il ragazzo prova in fondo allo stomaco è una radicata sensazione di disgusto. Odia quella donna, ma non è abbastanza forte per scappare.
“E ora, Kobi, da bravo, vai a pulire le latrine! Poi, se vuoi, potrai fare un giro in spiaggia”
Il pensiero di Kobi si precipita su quella distesa soffice sulla quale non vede l’ora di metter piede. Le latrine non sono un problema. Le latrine non lo spaventano affatto.
 
Poche ore prima…
 
“Oh, oggi è proprio quella che si definirebbe una bella giornata!”
Rufy sorride, gli occhi chiusi a causa della luce solare troppo forte.
“Però… che sfortuna… verrò sicuramente ingoiato da questo vortice…” dice Rufy pensieroso, poco prima di essere ingoiato dal mare nero.
 
Al ritorno dalla spiaggia…
 
“Ehi, ragazzi! Guardate che ho trovato!”
I tre uomini all’interno della nave di Albida si voltano, svogliati. Ma quando vedono che Kobi porta con sé un barile del tutto intatto, il loro animo si rallegra. Solitamente i barili contengono sake. E se quel barile è intatto, significa che ne è pieno fino all’orlo.
“Kobi, portalo qui! Muoviti, pezzo d’idiota! O vuoi che il capitano ti veda?”
Al pensiero della mazza chiodata di Albida a contatto sul suo esile corpo, Kobi rabbrividisce. Accelera quindi il passo, e in men che non si dica eccolo all’interno della stanza di legno, al riparo da occhi indiscreti.
“Forza, ragazzi, apriamolo! Non ci vedo più dalla sete!”
“Ma non era dalla fame?”
“E sta zitto!”
“Smettiamola di litigare! Chi è a conoscenza di questo barile a parte noi tre e Kobi?”
“N-nessuno” mormora il mozzo, distribuendo il suo sorriso migliore.
“Fantastico. E nessuno deve rimanere. È chiaro, Kobi?”
Il tono di quell’uomo suona come una minaccia. È così che Kobi si ritrova ad annuire, desideroso solo di mantenere la pelle intatta.
“Allora apr-“
Non fanno in tempo ad aprire il barile, che esso si apre da solo, dall’interno. Il coperchio esplode, svelando la figura di un ragazzo straordinariamente sorridente, un ragazzo dal cappello di paglia. Il suo sorriso è così ampio e splendente da risultare accecante.
“Wow, che dormita che mi sono fatto!” esclama Rufy, allungando il suo corpo in maniera tale da sciogliere i muscoli raggrinziti.
“E poi sono salvo! Per un istante ho temuto di morire affogato!”
“Ma tu chi diavolo…?”
“Ehi, voi, branco di sfaticati! È ora che vi rimettiate al lavoro!”
La mazza di Albida fa il suo ingresso all’interno della stanza. Quando le travi di legno cadono finalmente tutte al suolo, la scena torna chiara, seppur disordinata.
“Signora, è stata tutta colpa di Kobi! È stato lui che ha fatto entrare un intruso a bordo della nave. Ha portato una botte, e noi volevamo aprirla nella speranza di trovarvi dei tesori da donarle! Invece ne è uscito un ragazzo! Un ragazzo giovane, sì!”
“Un intruso, eh? Che Kobi abbia assoldato il famoso cacciatore di pirati, Roronoa Zoro? Ma no, è impossibile… la Marina lo aveva arrestato. A proposito: dov’è Kobi?”
 
“Ehm… va tutto bene?”
Quando la mazza chiodata di Albida ha fatto il suo ingresso in scena, Rufy è fuggito, insieme a Kobi, recandosi in una foresta nei pressi della nave pirata di quella spregevole donna.
“Sì, va tutto bene, ma… dove siamo?”
“Davvero non sai dove ti trovi? Siamo su una delle isole residenziali preferite dalla piratessa Albida, una delle più temute di tutti i mari!”
Kobi spalanca le braccia, nel tentativo decisamente teatrale di sottolineare la gravità della situazione.
“Uhm, davvero? Io non ne avevo mai sentito parlare…”
“Co-cosa? È impossibile, devi aver preso un abbaglio!”
Il mozzo è esterrefatto, al dir poco allibito. Piacevolmente sorpreso, anche. Chi l’avrebbe mai detto che Albida non è quella persona ricca di fama che ella stessa crede di essere?
“No, seriamente. Piuttosto, ce l’hai una barca? La mia è andata distrutta in quel brutto vortice, e…”
“A-aspetta. Sei sopravvissuto a un vortice semplicemente rifugiandoti in un barile? Non mi stai prendendo in giro, vero?”
“No, dico davvero! Pensavo di morire, sai? Ora che il mio corpo è fatto di gomma non mi è più concesso di nuotare”
“Go-gomma? Posso sapere chi sei?”
Io sono Monkey D. Rufy, colui che un giorno diventerà il Re dei Pirati!
Il sapore di quelle parole esalta le papille gustative di Rufy, il quale gonfia il petto, inspirando, pieno d’orgoglio.
“Re... dei… Pirati…? Voglio dire, ma sei matto? Il Re dei Pirati è il posto a cui i più temibili pirati del mondo ambiscono, alcuni addirittura da anni! Non ce la farà mai un ragazzo giovane come te! Morirai, sì, finirai sicuramente ammazzato!”
Kobi si agita, strilla. Quel ragazzo deve avere davvero qualche rotella fuori posto. Insomma, diamine, non è possibile che stia parlando sul serio! Non può esserne convinto! O forse sì?
“Lo so. Trovare lo One Piece sarà un compito arduo ed estremamente faticoso. Dovrò solcare i mari più pericolosi e affrontare i pirati più temibili. Dovrò radunare una ciurma fortissima. Ma quello è il mio sogno, e io sono disposto anche a morire, per realizzarlo. È così che ho deciso tempo fa, e la mia decisione è irremovibile”
Con uno sguardo carico di nostalgia, Rufy si toglie il cappello che ha in testa, scrutandolo e rigirandoselo tra le dita. Quel cappello gli ricorda Shanks, e Shanks gli ricorda il suo sogno.
Kobi fissa il ragazzo in piedi di fronte a lui con un misto di meraviglia e ammirazione. Qualcosa, dopo aver udito le parole di Rufy, si mette in moto nel suo cervello, portandolo con la memoria a quel giorno di sole durante il quale si era avventurato in mare aperto per pescare, per poi ritrovarsi a fare il mozzo sulla nave di Albida. In un impeto di coraggio decide di raccontare la sua storia a Rufy che, accovacciato, lo scruta intensamente.
“Hai ragione tu, Rufy! Anche io voglio realizzare il mio sogno! Entrerò nella Marina Militare e diventeremo nemici! Sì, ci puoi scommettere! Andrà così! E una volta che vi sarò entrato, catturerò Albida, e…”
“Chi è che catturerai, Kobi?”
Le lacrime del ragazzo si arrestano nell’udire l’aspra voce della donna che, con la sua ciurma al seguito, gli si para davanti, incutendogli timore.
“Ehi, Kobi, chi è questa balena?”
Le parole escono dalla bocca di Rufy con un’innocenza disarmante, quel tipo di innocenza che diventa sempre più difficile trovare.
“Rufy, rimangia subito quello che ha detto!”
Kobi afferra con forza la maglia rossa che riveste il petto di Rufy, temendo per la sua sorte. Ma negli occhi del ragazzo non scorge alcun tipo di paura, né di ansia o di timore. Così, voltandosi verso quella che non ritiene più il suo capitano, decide di farsi valere.
“Ha ragione, Albida. Tu sei la più brutta delle balene di questo mondo!”
L’ira della donna è palpabile, l’aria ne sembra improvvisamente pregna. La donna carica la mazza, per poi riversarla al suolo. solo che, invece di colpire Kobi come avrebbe voluto, colpisce energicamente Rufy sulla testa.
“Sei stato bravo, Kobi, ma ora lascia fare a me! Gom Gom… Pistol!”
Il corpo molle di Albida striscia al suolo per parecchi metri, fino ad arrivare ai piedi dei suoi uomini, allibiti, dal primo all’ultimo.
“Il braccio gli si è allungato…”
“Capo!”
“Quel ragazzo è un vero demonio!”
“Ehi, voi. Se non volete fare la stessa fine, date una barca a questo ragazzo. Subito. Deve raggiungere al più presto la base della Marina Militare”
Lo sguardo di Rufy è intimidatorio, le sue parole non ammettono repliche. Mentre parla, Albida si mette a sedere. Poi, un fruscio fra i rami distoglie la sua attenzione dal ragazzo in piedi di fronte a lei, in quella sua posa arrogante, spingendola a guardare verso l’alto. Alla vista di ciò che le sta a meno di dieci metri dalla testa, il suo colorito sbianca, e le sue labbra diventano violacee.
“Ciao, Albida. Hai visto Shanks?”
Tutti gli occhi sono ora puntati sulla ragazza appollaiata su uno dei rami più robusti, un paio di anfibi neri ai piedi, un paio di pantaloncini corti di jeans e una maglia annodata appena sopra l’ombelico. I capelli, nota Rufy, sono accuratamente rasati lungo i lati, per poi ricadere in un lungo e morbido ciuffo castano sul davanti. La pelle ambrata le conferisce un aspetto etereo, leggermente baciato dal sole.
“T-tu…”
Gli occhi della donna si spalancano. Inizia a boccheggiare, ma nessuno sembra badarvi più di un tanto.
“Allora? Lo hai visto o no?”
“N-no… cosa vuoi da me? Perché sei venuta a cercarmi?”
Ma la ragazza, come in un lampo, è già sparita, lasciandosi alle spalle un’ Albida particolarmente svenevole.
 
“Ehi, Kobi! Nella base della Marina dove stiamo andando è tenuto prigioniero il famoso Roronoa Zoro, giusto?”
“Sì, correttissimo! Pensa che è temuto da tutti! Ha una terribile e macabra fama!”
“Bene, perché volevo chiedergli di entrare a far parte della mia ciurma!”
Rufy ride grattandosi il capo, sotto gli occhi sbalorditi di Kobi.
“Rufy, no! Quell’uomo è cattivo!”
La barca ondeggia, sottolineando il peso delle sue parole, annuendo tacitamente.
“Lo so, ma se è buono…”
“Mi ascolti quando parlo? Ti ho detto che è cattivo!”
“Uhm, d’accordo. Si vedrà. Ma, senti, chi era quella ragazza di prima? Quella che ha fatto svenire Albida”
Kobi si gratta il capo, pensieroso.
“Sinceramente, Rufy, non lo so. Non l’ho mai vista in vita mia. Non sapevo neanche che Albida potesse temere una ragazza tanto giovane. Perché me lo chiedi?”
“No, ehm, così”, risponde Rufy, sedendosi sulla punta della barca e fissando pensieroso le onde del mare.
  
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