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Autore: Charlotte McGonagall    20/04/2014    1 recensioni
Il Dodicesimo Dottore è in viaggio con Clara e cerca di rifarsi una nuova vita in un nuovo corpo, ma diventa difficile quando il passato riaffiora, insieme a sentimenti che non ha mai davvero accantonato.
Rating arancione per tematiche dolorose e futuri accenni ad atti sessuali (non descritti).
Dottore/River e amicizia tra Clara e il Dottore.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Clara Oswin Oswald, Doctor - 12, Jenny, River Song
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Ecco il capitolo due, spero che vi piaccia. Mi dispiace perché è un capitolo di transizione ed è soprattutto composto da dialoghi. Cercherò di mettere più azione e più introspezione nei prossimi capitoli.
E buona Pasqua a tutti!

Quando Clara chiamò il suo nome, River si voltò verso di lei.
"Oh, la mia fama mi precede, vedo," disse, il respiro affannoso per la corsa, "e tu sei?".
Clara corrugò la fronte, mentre si sforzava di restare al passo col gruppo.
"Sono Clara Oswald," rispose, incredula, "come fa a non riconoscermi?".
Nel contempo, la giovane bionda che accompagnava River fissò il Dottore con un misto di stupore e gioia.
"Papà?", chiese, mentre un sorriso di comprensione si faceva strada sul suo volto. "River mi aveva avvertita che saresti stato diverso da quando ti avevo incontrato".
A quelle parole Clara dimenticò la professoressa Song per voltarsi a fissare Jenny, rivolgendosi poi verso il Dottore. "Papà?!", esclamò.
"Lunga storia," rispose lui. Poi si rivolse a Jenny, i cuori che ancora battevano all'impazzata, stentando a credere a ciò che vedeva. "Come fai ad essere viva? Tu eri morta! Io ti ho vista... Tu...".
"Ottima domanda per un altro momento," lo interruppe River. "Ora corri, dolcezza, voglio arrivare al TARDIS ancora viva!".
"Da chi o cosa stiamo scappando, esattamente?", chiese lui.
"Uomini della sicurezza," rispose lei.
"Armati?", chiese il Dottore, pur pensando di conoscere già la risposta.
In quel momento, uno sparo alle loro spalle lacerò l'aria.
"Tu che ne dici?", ribatté River. Sbirciò alle sue spalle, estrasse la pistola dalla cintura e sparò alcuni colpi in direzione degli inseguitori.
Il Dottore accelerò il passo e sbottò.
"Cosa hai fatto questa volta?".
"Non ho iniziato io!", protestò lei.
"E io dovrei crederti?".
Clara aveva gli occhi sgranati e spostava lo sguardo dal Dottore, a River, a Jenny.
"Ma... ma...", riuscì infine a balbettare, "voi avete una figlia?".
"Non è mia," rispose River.
Clarsa si rivolse al Dottore. "Tu hai una figlia?!".
"Storia lunga," tagliò corto lui.
Clara fissò nuovamente River, che portava una tuta nera aderente che sembrava provenire da un film d'azione... o da un Cosplay di Cat Woman, a dirla tutta.
"E," continuò, "la professoressa Song è qui, come può essere qui? Lei è...".
"Clara, taci!", la zittì brutalmente il Dottore, prima che la ragazza potesse terminare una frase che — temeva — avrebbe quasi certamente avuto conseguenze infelici. Avrebbe dovuto farle un bel discorsetto sull'importanza, per un viaggiatore nel tempo, di evitare di usare l'aggettivo "morto" riferito a persone vive e vegete davanti e sé.
Finalmente, videro il TARDIS comparire dietro un angolo e vi si lanciarono dento.
Clara chiuse la porta dietro di sé, mentre River — più rapida del Dottore — corse alla console e li fece smaterializzare — senza inserire i freni, naturalmente.
"Quindi mi hai già incontrata?", chiese quest'ultima a Clara, mentre stabilizzava la nave nel vortice.
"In un certo senso...", rispose lei, incerta. "Non se lo ricorda?".
"Deve essere accaduto nel mio futuro," spiegò River. "Questa è la prima volta che ti vedo in vita mia".
"Ma lei non mi conosceva, come mai non mi conosceva se ci siamo incontrate qui?", chiese Clara.
"Non ne ho idea," ribatté la donna, "probabilmente fingevo. Mi ricorderò di farlo quando ti rivedrò. E dammi pure del tu. Dopotutto, viaggi con mio marito".
Nel frattempo, il Dottore era intento a fissare Jenny. Non riusciva a credere che lei fosse davvero lì, davanti ai suoi occhi. Portava una camicia da notte bianca, simile a quelle degli ospedali, ma, per il resto, era identica a quando l'aveva vista per l'ultima volta, così bella e simile a lui in un modo che stentava a credere.
Lei osservò il TARDIS con lo sguardo colmo di meraviglia e sorrise.
"È questa, papà? La tua nave che viaggia nello spazio e nel tempo? È... è bellissima...".
Era lei, non aveva dubbi, era davvero lei, doveva essere lei. Aveva le lacrime agli occhi e gli tremavano le mani. Voleva abbracciarla, ma aveva quasi paura che, se avesse provato a toccarla, lei sarebbe potuta scomparire.
"Jenny...", bisbigliò, la voce rotta, "sei davvero tu... sei tornata...".
"Sì, papà," disse lei, "sono io. Ti ho cercato per molto tempo. Sapevo che ti avrei trovato".
"Vieni qui," disse, tendendo timidamente le braccia verso di lei. Jenny gli gettò le braccia al collo con tale foga che lui quasi perse l'equilibrio. La strinse a sé, dapprima goffamente, poi con tenerezza e sentì le lacrime scendergli lungo le guance.
Piangere quando si è felici... così umano... così meravigliosamente umano.

River li guardò e sorrise, poi osservò Clara, che non aveva ancora abbandonata l'espressione sbalordita.
"Non hai la minima idea di cosa stia succedendo, vero?", le chiese River. Clara annuì.
"Capita, quando si ha a che fare con lui," la rassicurò la donna.
Sentendola parlare, il Dottore sciolse l'abbraccio e fissò sua moglie. Le sorrise appena. "Ok, ho delle domande, ma la numero uno è: in nome della sanità mentale, cosa ti sei messa addosso?", disse, indicando la tutina nera.
"Oh, mio caro marito, questo è il mio completo da ladra professionista," rispose lei, come se fosse la cosa più naturale dell'universo. "Inoltre," aggiunse, "parla quello che ha usato un sedano come accessorio".
Il Dottore sbuffò. "Ladra professionista? Meno male che non eri stata tu a cominciare!".
"Non eri stato tu a dire che ti piacevano le ragazzacce?", ribatté lei con un sorriso malizioso e una strizzata d'occhio. "Pensavo ti sarebbe piaciuto," disse, sistemandosi la scollatura troppo profonda per essere casuale. Clara fu sul punto di chiedere se volessero essere lasciati soli.
"Non scherzare," ribatté il Dottore. "Ti metti in situazioni di pericolo e poi mi chiami per salvarti!".
River alzò gli occhi al cielo. "Dimenticavo che questa rigenerazione ti ha dato buon gusto nel vestire ma ti ha tolto la capacità di flirtare," disse, per poi aggiungere, con maggiore serietà, "Perché non prepari il tè per tutti e spieghi a quella povera ragazza la prima parte della storia, mentre io e Jenny ci rinfreschiamo e ci cambiamo? Dopo vi spiegheremo tutto".
Il Dottore annuì. River lanciò un'ultima occhiata a Clara. "Forse ti serve qualcosa di più forte del tè," commentò.
"Vieni, cara," disse poi a Jenny, prendendola per mano. "Ti mostro dove si trova il guardaroba".
Stava per scomparire dietro una porta scorrevole, quando sporse la testa un'ultima volta e si rivolse al Dottore. "A meno che tu non mi preferisca così, dolcezza," aggiunse, in tono volutamente provocatorio.
Il Dottore sospirò e scosse la testa, ma contemporaneamente sorrise.

*

"Quindi tu l'hai vista morire, ma ora è tornata in vita? Come?", chiese Clara, mentre sfornava i muffin e li disponeva su un piatto.
"Senti chi parla," ribatté il Dottore. "Tu sei la ragazza impossibile".
"E River? È tornata in vita anche lei?".
"No," rispose lui, apparecchiando la tavola, il tono improvvisamente più basso e cupo, "lei non è ancora morta. Le nostre timeline non sono sincronizzate, ci incontriamo nell'ordine sbagliato. Abbiamo dei diari che usiamo per non perdere il filo, per capire a che punto ci troviamo e non rischiare di rivelare avvenimenti futuri".
"Non me ne avevi mai parlato," commentò lei, cercando di non sembrare ferita. "Non pensavi che lo dovessi sapere, nel caso l'avessi incontrata?".
"Non credevo che l'avrei più rivista," rispose, e Clara capì, dal dolore nei suoi occhi, che non mentiva. "Credevo di avere esaurito il mio tempo con lei secoli fa, prima che ti incontrassi".
Clara avrebbe voluto dire qualcosa, ma il fischio del bollitore la interruppe, facendoli sobbalzare entrambi.
Il Dottore si alzò e versò l'acqua nella teiera.
In quel momento River e Jenny entrarono in cucina.
River indossava una camicia blu senza maniche e un paio di jeans, mentre Jenny portava un paio di pantaloni neri e una t-shirt con lo stemma di Grifondoro (che il Dottore non ricordava di avere sul TARDIS, per inciso).
"Avete fatto presto," disse, sorridendo.
"Jenny non vedeva l'ora di parlarti," spiegò River.
"Prego, sedetevi," disse il Dottore, indicando il tavolo rotondo in vetro al quale Clara era già seduta. "Il tè è quasi pronto e Clara ha preparato i muffin".
River prese posto accanto a Clara.
"Oh, scommetto che è felicissimo di avere una compagna di viaggio che sa cucinare," le disse, "ma non viziarlo troppo, mio marito ama i dolci più di quanto dovrebbe".
"Non sono un bambino," protestò il Dottore, sedendosi a sua volta accanto a River, mentre Jenny si sistemava all'altro lato di suo padre.
"Sì che lo sei, tesoro," ribatté River, protendendosi a baciarlo sulla guancia.
Clara rise, sentendosi per la prima volta a proprio agio da quando lei e il Dottore avevano incontrato River e Jenny.

*

"Così la mia nave si è guastata," stava spiegando Jenny. "Ho lanciato un SOS e sono stata soccorsa e portata su una stazione spaziale. C'erano alieni di diverse razze, ma prevalentemente umani. Naturalmente, con la nave fuori uso e niente soldi o oggetti di valore per pagare le riparazioni, ero bloccata. Così ho iniziato a cercare un lavoro o qualcuno che mi desse un passaggio, puntavo ad andarmene il prima possibile, volevo imbarcarmi su una nave e partire. Inoltre, ero interessata ai viaggi nel tempo, pensavo che sarebbe stato più facile trovarti se avessi potuto cercarti in più zone temporali. Un giorno ho incontrato una donna: ha detto di essere un'Agente Temporale, mi ha chiesto di raccontare la mia storia e ha detto che poteva aiutarmi, che conosceva un uomo che avrebbe potuto procurarmi un manipolatore del vortice. Ovviamente ho accettato, ma era una trappola e mi sono ritrovata prigioniera di un uomo".
"Chi era? Che cosa ti ha fatto? Per quanto tempo?", la interruppe il Dottore, stringendo convulsamente la tazza di tè tra le mani. I suoi occhi accesi di rabbia erano così furiosi che Clara ne ebbe paura.
River gli poggiò una mano sulla schiena e lo accarezzò.
"Va tutto bene, dolcezza, lei sta bene, nessuno le ha fatto del male, adesso calmati," sussurrò lei, cercando di tranquillizzarlo.
"È tutto a posto, papà," lo rassicurò a sua volta Jenny. "È tutto passato. Non mi ha fatto molto, ha solo fatto degli esami. Credo fosse interessato al mio DNA, al mio collegamento con i Signori del Tempo".
"A questo punto posso riprendere io il racconto," intervenne River. "Il delinquente che ha rapito Jenny altri non è che Ruben Smithsen, ladro e truffatore ricercato in tre galassie e responsabile di furti in svariate zone temporali, grazie a una buona rete di complici armati di manipolatori del vortice. Nessuno era mai riuscito a scovarlo, almeno non finché non ha incontrato me".
River increspò le labbra in un sorriso soddisfatto e bevve un sorso di tè.
"Nessuno," proseguì, con tono minaccioso, "può rubare dei reperti al dipartimento di archeologia e sperare di passarla liscia. Così, ho trovato il suo nascondiglio e mi sono ripresa ciò che mi spettava. Tuttavia, dovevo accertarmi che non avesse nascosto niente di pericoloso, stile angeli piangenti in cantina... Sapete come sono i collezionisti, vedono qualcosa di raro, vivo e soprattutto pericoloso e decidono che devono averlo. Dopo l'incidente della Bisanzio e soprattutto dopo Grayle, dovevo controllare".
Il Dottore fece una smorfia all'udire il nome di Grayle.
"Quindi, abbiamo già fatto gli angeli a New York? Mi ero dimenticato di chiederti a che punto siamo," chiese il Dottore, senza riuscire a nascondere un lieve tremito nelle voce.
"È stato tre settimane fa, per me," rispose lei.
"Mi dispiace," disse lui, abbassando lo sguardo.
"Non importa," disse River, con dolcezza, sfiorandogli la mano e sorridendo. "Sto bene".
Clara conosceva il Dottore e ormai sapeva che non amava parlare di ciò che lo faceva soffrire, quindi non chiese nulla. Tuttavia fu Jenny a parlare: "Che cosa è successo?".
"All'epoca, il Dottore viaggiava insieme ai miei genitori," spiegò River, "e li abbiamo persi".
"Mi dispiace," disse Clara, rivolta a quella strana donna seduta accanto a lei, che Clara ancora non comprendeva del tutto, ma che sapeva essere così vicina al Dottore.
"Non preoccuparti," le rispose. "Non sono morti... Hanno avuto una lunga vita insieme e sono stati felici, ma io e il Dottore non possiamo più incontrarli. Ci siamo accordati su un sistema per spedirci delle lettere".
Clara fissò il volto imperturbabile di River Song e si chiese se davvero quella donna fosse serena e forte come voleva mostrarsi.
"Dunque, cosa stavo dicendo?", proseguì River, tornando al tono spigliato che aveva in precedenza. "Ah, sì: ho perlustrato l'edificio e ho trovato Jenny. Appena mi ha detto il suo nome ho pensato subito a lei. È bastato parlarle per pochi minuti per capire che doveva essere lei".
Dunque, il Dottore le aveva parlato di Jenny — pensò Clara. River song sembrava sapere tutto del Dottore: il suo nome, il suo passato, tutto ciò che a Clara non avrebbe mai rivelato. Naturalmente, River era sua moglie e Clara per lui era sempre stata solo un'amica, non poteva aspettarsi che si confidasse come avrebbe fatto con River, ma questo non le impediva di essere gelosa della donna col nome buffo e i capelli spaziali. Aveva creduto che il Dottore non amasse parlare del proprio passato a nessuno, ma si era sbagliata: il Dottore era disponibile a confidarsi, solo non con lei.
"E questo delinquente, lo lasciamo libero di fare danni?", chiese il Dottore, interrompendo i pensieri di Clara.
"Oh, ho già provveduto," rispose lei, con la naturalezza con la quale avrebbe detto di avere portato fuori la spazzatura.
Il Dottore la guardò con sospetto.
"Non guardarmi così," protestò lei, "non ho ucciso nessuno, se è questo che temi. Mi sono limitata a disattivare i teletrasporti, a bloccare i manipolatori del vortice con un'interferenza e a mandare le coordinate del suo nascondiglio al Proclama Ombra e alla polizia di tre galassie. Sono stata talmente politicamente corretta che nemmeno tu puoi avere da ridire. Coraggio, dillo, non sono brava?".
"Oh, sei straordinaria, River Song," convenne lui, tra l'ammirato e il divertito.
"Vorrei tornare a Stormcage solo per godermi il comitato di benvenuto che riceverà Smithsen. Ha infastidito un certo numero di persone poco raccomandabili," proseguì River, mentre addentava un muffin al cioccolato. "Clara, questi muffin sono davvero ottimi".
"Grazie," rispose Clara. "Ehm... cos'è Stormcage?".
"Non le hai ancora raccontato tutta la storia, vero?", chiese River al Dottore, in tono di rimprovero.
"Non ho esattamente avuto tempo," disse lui. "Non è qualcosa che si può spiegare in cinque minuti".
"Allora vorrà dire che mi fermerò a cena," commentò River. "Dopotutto anche Jenny ha il diritto di sapere la storia del matrimonio di suo padre".
"Oh, sì," esclamò Jenny. "Voglio sapere come vi siete conosciuti!".
"È una storia lunga e complicata," esordì River, "e cominciò tutto con mia madre, Amelia Pond".

*

"E io l'ho fissato dritto nell'appendice oculare e gli ho detto: 'Sono River Song, ricontrolla i tuoi dati'," disse River, versandosi un bicchiere di vino. Erano seduti attorno al tavolo di vetro, ormai al termine della cena ma ancora immersi nel racconto. River era una narratrice nata, efficace ma dettagliata. Inoltre il Dottore cercava spesso di interromperla per rettificare alcune affermazioni, il che finiva per generare un acceso dibattito trai due coniugi, tra le risate di Jenny e Clara (specialmente dopo l'apertura della seconda bottiglia di vino).
"E il Dalek cosa ha fatto?", chiese Clara.
"Il Dalek se l'è fatta nella corazza per la paura!", rispose River, con un ghigno. "Ha iniziato a implorare pietà! Riuscite ad immaginarvi un Dalek che implora pietà?".
"Sinceramente no," rispose Clara. "E tu cosa hai fatto?".
"L'ho fatto supplicare per un po', poi l'ho ucciso, ovviamente," disse l'altra, con soddisfazione. "Nessuno può cercare di uccidere mio marito a parte me".
Persino il Dottore rise.
"Wow, avrei tanto voluto esserci," esclamò Jenny.
"Da adesso avrai anche tu le tue avventure," la rassicurò River. "Con tuo padre non si ha mai un momento di tregua".
"Non vedo l'ora," disse Jenny, soffocando uno sbadiglio.
"Penso sia il momento di andare a letto," disse il Dottore, "hai avuto una lunga giornata". Si alzò e accennò a Jenny di seguirlo. "Sono certo che il TARDIS ti ha già preparato una stanza".
"Ma io voglio sentire il resto della storia," protestò lei.
"River riprenderà il racconto quando ti sveglierai," disse lui. "Vieni, cerchiamo la tua stanza".
"Ok, papà," si rassegnò lei. "Buonanotte," aggiunse rivolta a Clara e a River.
Lei e il Dottore stavano per andarsene quando Jenny sembrò improvvisamente colta da un'idea.
"Papà," chiese, "ma, se River è tua moglie, significa che lei è mia madre?".
"Oh, be'," balbettò il Dottore, imbarazzato, senza sapere esattamente cosa rispondere.
Fu River a risolvere la situazione.
"Sarei felice di essere tua madre, Jenny," disse, con un ampio sorriso.
Jenny corse ad abbracciarla, i grandi occhi azzurri da bambina colmi di gioia.
"Ho sempre voluto avere una madre," disse. "Tu mi hai trovata, mi hai riportata da mio padre e adesso accetti di essere la mia mamma".
River le accarezzò i capelli.
"Tutti dovremmo avere una mamma, Jenny," disse.
"Ti voglio bene," disse Jenny e Clara fu certa di vedere una lacrima correre lungo la guancia di River.
"Anch'io ti voglio bene".

Il Dottore guardava in silenzio l'abbraccio tra sua moglie sua figlia e nei suoi occhi vi erano un amore e una sofferenza che Clara aveva visto solo una volta, quando ancora era l'Undicesimo: quando aveva guardato la tomba di River a Trenzalore.
Il TARDIS mormorò dolcemente.
E così era sempre stato questo il tuo piano, amica mia — pensò il dottore — prima mi hai portato da Jenny, poi mi hai dato River: volevi che avessi una famiglia. Volevi che avessi qualcuno che mi rendesse felice, ma io ho rovinato tutto; ho perso la speranza con Jenny e l'ho creduta morta per tutto questo tempo, non ho potuto salvare River e adesso che le ho entrambe è troppo tardi. Grazie di averci provato, ad ogni modo.
Sì, era valsa la pena tentare. Se era servito ad averle entrambe, anche solo per un giorno, ne era valsa la pena.
Eppure non poteva fingere che non facesse male.

NdA: Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Se avete qualsiasi considerazione da fare, anche negativa, scrivetela pure in una recensione. Mi fa piacere a vere un vostro parere e i consigli sono sempre utili. E se ho fatto degli errori voglio saperlo.
Mi sono davvero divertita molto a scrivere i dialoghi, soprattutto le scene con River. Ora capisco cosa intendeva Moffat quando diceva che scrivere di River è molto divertente. Spero di essere riuscita a rendere adeguatamente quello che ho immaginato, soprattutto le espressioni e il tono dei personaggi.
Considerazioni e precisazioni random:
- il completo indossato da River è quello che indossa all'inizio della 5x12 (La Pandorica si apre). Come vedete non esageravo parlando della scollatura;
- "piangere quando si è felici, così umano" è una citazione del Christmas special della sesta stagione (Il Dottore, la vedova e l'armadio);
- "in nome della sanità mentale" è naturalmente una citazione di River dalla 5x13 (Big bang), riutilizzata dal Dottore. Del resto, Eleven la usa anche in Day of the Doctor, è probabile quindi che il Dottore la possa usare, in questo caso per prendersi gioco di River;
- sì, ho messo a Jenny una t-shirt di Grifondoro. No, non ho idea del perché il Dottore ne avesse una sul TARDIS e nemmeno lui. Sì, ero a corto di idee e dovevo pur metterle addosso qualcosa;
- "la donna col nome buffo e i capelli spaziali" è la traduzione letterale di "the lady with the funny name and the space hair", ovvero il modo in cui Clara definisce River nella 7x13 (Il nome del Dottore). In italiano, per questioni di doppiaggio, dice solo "la donna con la pettinatura spaziale";
- Ten aveva detto che il TARDIS lo aveva portato sul pianeta di Jenny perché attratto dalla presenza di Jenny, che però — paradossalmente — non era ancora nata. È sempre stato un mio head canon che la TARDIS fosse andata lì col preciso scopo di far nascere Jenny e dare una figlia al suo amato Dottore, un po' come ha "creato" River rendendola simile al Dottore.

   
 
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