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Autore: _Live_Laugh_Love_    20/04/2014    0 recensioni
Dal testo:
“Ci vediamo Herm!”. “A presto Harry!” detto ciò guardò dentro le finestre della sala grande ed il suo viso si sciolse in un sorriso. Un sorriso malinconico. Per un istante Harry fu certo che la giovane stesse fissando un punto ben preciso. O meglio, non un punto, ma qualcuno. Sembrava che un magnete la tenesse ancorata a quel luogo, ma poi fu una lacrima a liberare i suoi occhi da quel vincolo. Si voltò verso l’amico un' ultima volta e si smaterializzò lasciando ad Harry un immagine: una lacrima, nella quale si poteva quasi vedere il fantasma della persona che la giovane Grifondoro stava fissando con tanta malinconia.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Famiglia Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Edizione straordinaria! Buona Pasqua a tutti :) una piccola comunicazione di servizio: volevo "regalare" questo capitolo alla mia Vale che oggi compie 18 anni ;) detto ciò spero che vi piaccia (come sempre!) e direi che ci vediamo in fondo ;) a dopoooo!
7- I’m breathing fire.
I am feeling so small
It was over my head
I know nothing at all

And I will stumble and fall
I’m still learning to love
Just starting to crawl

Say something, I’m giving up on you
I’m sorry that I couldn’t get to you
Anywhere, I would’ve followed you
Say something, I’m giving up on you

And I will swallow my pride
You’re the one that I love
And I’m saying goodbye

A great big world, Christina Aguilera- Say something
 
Sei mia.
Quel sussurro, quasi impercettibile, ma forte abbastanza da diffondersi  in un fragile sibilo in tutta la stanza, riempiendola di tutto ciò che lui aveva provato e stava provando, del dolore lancinante della notte appena finita, del terrore appena trascorso e della vita appena iniziata. La guardò per un tempo infinito, studiò ogni suo più piccolo dettaglio, dal margine delle labbra, leggermente più scoro rispetto al resto della bocca , alla perfezione delle sue mani candide a delicate, poggiate sul petto di lui e abbandonate anch’esse ad un sonno tanto agognato. Di tanto in tanto poggiava una carezza sulla sua guancia, per poi farla scendere al collo e scivolare sulle spalle nude, fino ad arrivare a sfiorarle le mani. Amava farlo e proprio per questo cercava di evitarlo, sapeva che ben presto le sue dolce attenzioni l’avrebbero tradito, sfociando in qualcos’altro di meno innocente, così decise di prendere due dei cuscini che ornavano il letto e di posarli sotto il capo di lei. La adagiò con delicatezza, facendo attenzione a non svegliarla, le tolse l’asciugamano ormai umido e lottando contro tutti i suoi istinti la coprì di nuovo col lenzuolo di seta blu. Restò accanto al letto per qualche istante e nemmeno lui seppe cosa invase la sua mente nel vederla così, proprio a qualche passo da lui, alla sua mercé, e nel vedersi restare fermo a contemplarla senza avere il rimorso di aver sprecato la sua unica opportunità. Era immobile di fronte a lei che sembrava la perfezione scolpita nel marmo, la seta le accarezzava le forme in modo talmente definito da farla sembrare nuda davanti ai suoi occhi, la pelle bianca ed il tessuto scuro, i capelli ondulati e la pelle liscia, i muscoli rilassati ma il volto ancora teso. Per la prima volta sentiva di avere tempo, sapeva che fintanto fossero rimasti lì, i secondi non si sarebbero mossi, proprio come la sabbia della clessidra che fluttuava sopra di loro, sapeva che lì lei era sua e lui era suo, sapeva che l’esistenza lì dentro era loro e proprio per questo lui poteva aspettarla. Poteva concedersi tempo, tempo per guardarla, per respirarla, per imprimerla nella sua mente in modo indelebile e una volta finito di aspettare, avrebbe potuto viverla, proprio come aveva sempre voluto.
Si allontanò dal letto con passi lenti e si sedette su una poltrona, perfettamente in tono col resto della stanza, ricoperta di seta damascata, impreziosita da ricami a motivi floreali ed astratti; fece un respiro profondo, poggiò gli avambracci sulle proprie gambe, fece scorrere le mani tra i capelli e si guardò intorno. Quella stanza era riuscita a stupire perfino lui, abituato agli ambienti più lussuosi e raffinati, vissuto tra tutta quella falsa bellezza e la sfarzosa apparenza che il male ama dare di sé . Nonostante tutto ciò, non aveva mai visto niente di così armonico e bello, talmente bello da stordire, da annebbiare i sensi e la sua cognizione del tempo. Draco, infatti, era pienamente cosciente del fatto che il sole stesse splendendo oltre quelle mura, nonostante non potesse vederlo, eppure nell’aria c’era quell’indescrivibile atmosfera che solo la sera porta con sé, piena delle emozioni del giorno appena passato e carica di pretese per la notte, una sorta di limbo dove tutto è e non è, allo stesso tempo. Tutto, insomma, sembra alludere alla loro situazione, dalla clessidra all’interno della quale il tempo era fermo, all’atmosfera surreale di quel posto. Tutto sembrava ricordargli che volare è utile, ma che atterrare è necessario; che avrebbe avuto la sua opportunità, ma che quella non era la vita vera e che prima o poi avrebbero dovuto affrontala, assieme.
Fu proprio quell’ultima parola a riportare la calma nel suo animo. Assieme. Ogni cosa sembrava possibile a quella condizione, tutto sembrava superabile se lei era lì di fianco a  lui, sana e salva. Una nuova consapevolezza si diffuse in lui, ora non sarebbe più stato libero, lei aveva messo le sue catene dorate attorno ai suoi polsi, tutto sarebbe verso su di lei e lui avrebbe dovuto proteggerla con ogni fibra del suo essere, questa era la sua condanna. La condanna più dolce che un dannato potrebbe desiderare.    
Dopo qualche istante in cui la sua mente sembrava essere vuota, l’ordine che lei era riuscita a portare lo aveva spiazzato, tornò nella realtà e ricominciò a pensare all’immediato presente. Nel giro di qualche secondo si accorse di avere una sgradevole sensazione di freddo che scivolava su tutto il suo corpo, cosa a cui non aveva dato molto peso fino a qualche attimo prima, mentre si premurava per lei non curandosi del fatto che lui stesso stesse ancora indossando la divisa della notte prima, strappata, sporca di sangue e completamente fradicia. Così si alzò in piedi e si sfilò la camicia senza sbottonarla, la fece cadere a terra vicino ai suoi piedi e nel giro di qualche secondo anche i pantaloni sgualciti e strappati raggiunsero la camicia atterra. Infine si tolse la biancheria, raccolse tutto ciò che si era appena tolto e lo poggiò accanto ai vestiti di lei. Si avvicinò allo stesso armadio di prima e prese un asciugamano come quello utilizzato per Hermione, se lo avvolse in vita e si incamminò alla volta del letto. Decise di distendersi accanto a lei, senza spostare le lenzuola, semplicemente distendendosi sopra ed adagiandosi su un fianco, quello destro, in modo da poterla guardare fino a quando il sonno non avrebbe vinto anche lui.
Hermione aveva la mente inebriata del suo profumo, i sensi storditi dal suo calore e la mente ancora paralizzata dalla paura e dal dolore. Questo mix si rivelò essere troppo forte da sopportare, ecco perché lasciò che il suo corpo la vincesse, concedendogli un po’ di ristoro. Si abbandonò al dolce buio tra le sue braccia, sentì la lucidità abbandonare le sue membra pian piano e sentì il suo corpo sempre più vicino a quello di Draco, che la stringeva quasi volesse impedirle di fuggire, ignaro del fatto che non sarebbe mai stata in grado di lasciarlo, ora. Lasciò che un nero sipario calasse di fronte al suo sguardo e che il buio la rapisse, portandola lontano, in acque profonde e torbide, acque già vissute. La legò in fondo a quell’incubo e la costrinse a rivivere la realtà in maniera distorta, in maniera ancora più terribile. Vedeva la scena da fuori, quasi quel corpo non fosse il suo, vedeva lei stessa immobilizzata, costretta a vedere un lampo verde colpire lui, lui che era più della sua vita, che era il suo cuore e senza il quale non avrebbe potuto andare avanti. Fu costretta a sentire le sue stesse urla strazianti, la sua supplica poco prima della fine, uccidi me, e il suo silenzio eloquente come mille grida, quando tutto era crollato. Una volta finita quella tortura, una voce s’insinuava nella sua testa e le sussurrava è così che sarebbe dovuta andare , per poi ricominciare dall’inizio e ripetersi all’ infinito.
La ragazza si muoveva convulsamente, stringendo le lenzuola tra le dita e nascondendo il viso nel cuscino. Aveva le mani che tremavano, sentiva il cuore battere a mille e una forte pressione all’altezza delle tempie. Era bloccata in quell’orribile fase in cui si è consapevoli del fatto che si stia vivendo all’interno di un incubo, ma si è incapaci di uscirne, nonostante ci si provi con tutte la proprie forze. Dopo quasi un’ora la sua tortura ebbe finalmente fine, qualcosa la fece sussultare e la costrinse ad aprire gli occhi di colpo.
Davanti a sé vide Draco immerso in un sonno profondo e apparentemente sereno, che lo aveva spinto a cingerla con un braccio inconsciamente. Non appena vide cosa l’aveva spaventata tanto si sciolse in un sorriso, probabilmente quella era la prima bella cosa che vedeva da molto tempo. Restò ferma a guardarlo, proprio come lui aveva fatto con lei poco tempo prima. Si stupì nel constatare che tutto ciò che aveva solo potuto immaginare di lui, era esattamente identico a ciò che lei si era prefigurata. Dalle labbra sottili e ben marcate, alle fronte apparentemente sempre accigliata, da quegli occhi lasciati spesso in ombra, a quei capelli quasi angelici. Tutto sembrava combaciare, tranne un dettaglio, che non notò prima di qualche minuto. Si sentì stupida nel non aver visto una cosa del genere ancora giorni prima, nel bagno dei Prefetti, quando l’aveva visto completamente nudo, proprio com’era ora. Si sporse verso di lui per accertarsi di ciò che aveva intravisto e ciò che vide fu semplicemente la conferma dei suoi timori. La schiena di Draco era coperta di cicatrici profonde, ancora rosate, quasi non fossero state impresse nella sua pelle candida da molto. Non erano piccoli segni, ma risultati di lunghe e dolorose ferite di origine incomprensibile, troppo larghe per essere state causate da un coltello, troppo lunghe per essere frutto di un incantesimo, perfino per il sectumsempra. Hermione rimase scioccata davanti a quello scempio, non avrebbe mai creduto di vedere una cosa del genere su di lui, la cui pelle era bianca come la neve e liscia come la seta, il cui aspetto rifletteva la perfezione e nulla più. Cercò di immaginare quali terribili torture potessero essere nascoste dietro a quelle cicatrici, ma non riuscì a trovare risposta, per quanto cercasse di negarlo, l’aveva sempre visto come il nemico ed il malvagio e le risultava tuttora difficile pensare che quando lei e molte altre persone stavano soffrendo lo stesse facendo anche lui.
Cercò di scacciare dalla mente tutte le terribili ipotesi che aveva formulato e si alzò in piedi, avvolgendosi meglio nell’asciugamano, cominciò a muoversi verso l’altro lato del letto per raggiungerlo e subito fitte di dolore si fecero sentire, seguite da stanchezza terribile e giramenti di testa. Si sorresse appoggiandosi alla struttura del letto e lo raggiunse, si sedette alle sue spalle e gli accarezzò la schiena il più delicatamente possibile, solamente con un dito, al suo toccò lui rabbrividì e si ritrasse leggermente, perciò decise di non continuare e di sfilare delicatamente il lenzuolo da sotto di lui per coprirlo. Dopo averlo fatto si distese e lo abbracciò stando distesa dietro di lui, cingendogli il petto e appoggiando il suo corpo, ora totalmente scoperto, alla schiena torturata del ragazzo. Improvvisamente avvertì i muscoli di lui rilassarsi e credette di avvertire il suo corpo sprigionare un calore nuovo. Gli posò un bacio sul collo e appoggiò il viso sulla sua spalla, restando a guardarlo, ormai incapace di riaddormentarsi davanti ad uno spettacolo del genere. In poche ore la sua vita era cambiata radicalmente, erano dovuti arrivare a distruggere tutto quello che avevano, per capire quanto gli fosse caro, avevano perso tutto e guadagnato tutto allo stesso tempo, si erano annientati e salvati come solo loro due avrebbero potuto fare. In fin dei conti, ognuno aveva sempre vegliato sulla vita dell’altro da lontano, di nascosto, con l’attenzione che solo una persona innamorata può dare a qualcuno. Da piccoli si erano seguiti con lo sguardo fin quando gli fu possibile; crescendo a lui fu imposto di starle distante, di evitarla, di fare finta che non esistesse, per cui poterono seguirsi solo con le loro giovani menti confuse. Ma poi ognuno prese la sua strada, si schierarono su fronti opposti e si trovarono a dover puntare la bacchetta l’uno contro l’altro e tutto sembrò diventare impossibile. Ognuno dei due cercava di evitare di vedere l’altro, perché se si fossero incontrati,  tutti si sarebbero aspettati uno scontro mortale; nessuno di loro poteva permettersi di pensare all’altro, si sarebbero traditi nel giro di pochissimo tempo ed il fatidico passo falso sarebbe arrivato ben presto, per cui sia a Draco che ad Hedrmione restava solamente il loro stesso cuore, che continuava a battere solo grazie alla speranza di vedere la guerra finire, di vedere le due schiere sciogliersi e di poter correre verso il fronte nemico senza la paura di essere ucciso e di buttarsi tra le braccia di chi, qualche istante prima, avresti dovuto uccidere, di baciarlo e di stringerlo come se fosse sabbia pronta ad essere soffiata via dal vento. Lei aveva corso verso di lui e lui aveva corso verso di lei, si erano trovai a metà strada e nessuno aveva osato far nulla e ora loro erano ancora stretti in quell’abbraccio, proteggendosi l’un l’altro da quel vento che potrebbe portargli via tutto.
Dopo qualche minuto Draco si svegliò, inevitabilmente. Aveva avvertito quella strana sensazione che si ha ogni volta che si viene guardati nel sonno. Aprì gli occhi con calma, ancora prima di incrociare lo sguardo di lei stava già sorridendo, voltò leggermente il viso e cercò di trovare i suoi occhi e non appena ci riuscì lei gli sussurrò con tono dolce “Ben svegliato..” . Lui non riuscì a trovare parole per risponderle, così l’ afferrò per le spalle e la face scivolare sopra di sé in modo da riportarla al centro del letto e da poterla avere davanti a sé. “Ciao..” gli rispose lui con un filo di voce. In quella stanza ogni parola sembrava rovinare la sua atmosfera magica, parlare non era necessario, così nessuno disse niente per un po’. Lui le accarezzò il viso dolcemente e le spostò i capelli, portandoli dietro alla spalla, scese fino al collo, alla clavicola e scivolò lungo tutto il braccio fino ad arrivare ad incrociare le dita di lei con le sue. Le posò un bacio sulla mano, alzò lo sguardo, intrappolò i suoi occhi d’ambra e le disse solamente due parole: sei un sogno.
Tutto ciò che lei riuscì a fare fu sorridergli e baciarlo, come se fosse la cosa più naturale al mondo. Gli passò una mano tra i capelli e nel farlo seguì i suoi stessi movimenti con lo sguardo, come del resto aveva fatto lui, ogni cosa, per piccola che potesse sembrare, era per loro qualcosa di assurdo, imprevisto e dannatamente desiderato.
“Come ti senti?” le chiese con tono visibilmente preoccupato. “Sto bene! Te l’ho già detto, non preoccuparti, nel giro di qualche ora tornerò come prima …” Lui la guardò esitante. “Non ne sembri molto sicura..” lei gli rispose col tono di chi è costretto a confessare ciò a cui sta davvero pensando “ Voglio solo che tu non mi costringa ad uscire da qui, so quello che dovrò affrontare fuori e so che è inevitabile, ti chiedo solo di non buttarmi in pasto a tutti loro adesso..” Lui la guardava senza rispondere e la ragazza non avrebbe mai potuto immaginare cosa balenasse nella testa del biondo. Volerla tenere per sé e nasconderla al mondo, essendo consapevole di farle del male, ma non riuscire a farne a meno. Questo era il suo cruccio più grande. “ Voglio solo che tu mi stringa e che non mi lasci più andare, mi hai già persa troppe volte negli ultimi anni.” E detto ciò lui non poté far altro che accontentare lei e se stesso, esaudendo la sua richiesta e mettendo a tacere quella parte di lui che lo faceva sentire vile e scorretto.
“Non so se lo sai, ma tu sei sempre stato la mia spina nel fianco, fin dalla prima volta che ti ho visto!” disse Hermione all’improvviso. “Beh non è proprio la cosa più carina da dire, in un momento del genere, non trovi?” la provocò lui. “Non per una persona come me! Voglio dire, eri l’unica persona che riusciva ad influenzarmi in un modo o nell’altro. Di commenti odiosi ne ho sentiti a valanghe, specialmente da piccola, ma non mi hanno mai fatto molto effetto, mai. O per lo meno, quasi mai . Ogni volta che ti giravi verso di me, sembrava sempre che mi guardassi negli occhi per una frazione di secondo, ho sempre pensato che in quel momento tu volessi farmi capire qualcosa, ma poi rovinavi tutto e le tue parole erano le uniche a farmi male veramente, le tue  occhiate erano le uniche a bruciarmi sulla pelle e non capivo il perché. E come avrei potuto? Ero ancora piccola e ingenua, convinta che la mia vita sarebbe andata avanti così come l’avevo pensata, convinta che sarei riuscita a tenerti fuori da tutto, dalla mia testa.. da me..” “E poi.. e poi cos’è successo, come mai non sei più riuscita a tenermi lontano?” “Dovresti dirmelo tu, io questo non lo so. So solo che un giorno tu sei sparito, eri lì, in mezzo a tutti noi, ma non c’eri veramente tu, allora ho capito di aver bisogno di te. Ho cominciato a cercare i tuoi occhi negli occhi di tutti, a sentire il tuo profumo in ogni cosa, a sentire un desiderio incontenibile di sentire il battito del tuo cuore di ghiaccio” ammise, senza mai distogliere lo sguardo dal suo, per poi continuare “Così ho iniziato a cercarti, a tentare di offrirti il mio aiuto, a voler sapere cosa ti stesse succedendo. Ti guardavo da lontano, chiedevo informazioni che non avrei dovuto sapere, mi soffermavo in aspetti che per altri erano solo dettagli” parlava senza sosta, quasi non riuscisse a fermarsi “ Non dimenticherò mai quel giorno. La guerra aveva raggiunto il suo picco di crudeltà e devastazione, ricordo Remus venire verso di noi e dirci che erano riusciti a portare a buon fine un attacco a Voldemort ed ai suoi servitori più stretti e che i danni erano stati notevoli. Ricordo perfettamente tutti i miei compagni esultare e se penso a me, sento ancora la morsa di terrore che mi strinse il cuore una volta sentite quelle parole. Quando tutti furono andati fermai Remus e con sguardo implorante e le lacrime agli occhi gli chiesi lui è vivo? In un primo momento finse di non capire, ma sapevo benissimo come i miei occhi stessero riflettendo i miei pensieri nitidamente, per cui non mi arresi ed insistetti, ti prego! Lui, dopo un attimo infinito annuì lentamente senza nemmeno guardarmi negli occhi. Sono certa che se non l’avesse fatto sarei crollata e ora non sarei qui.” Il silenzio calò in tutta la stanza e coprì ogni cosa con un telo pesante, fatto di ricordi dolorosi, momenti strazianti e cicatrici ancora brucianti. Poi lui iniziò a parlare, nello stesso modo in cui lei gli aveva raccontato tutto, guardandola negli occhi e parlando quasi a se stesso “Quel giorno..” si interruppe un attimo per far spazio ad una risata amara “..sai, fin’ora non avevo mai pensato a come l’avessero vissuto dall’altra parte.. quel giorno è stato per me il capolinea per molto tempo, non ricordo nemmeno per quanto, ricordo solo l’oblio da cui ero stato assorbito. Ogni tanto, quando chiudo gli occhi, vedo ancora i nemici arrivare, vedo tutti coloro tra cui hai sempre combattuto, Hermione, ma non vedo te. Non ti vedo! Non ti vedo e mi sento morire! Come mai non ci sei? Dove sei? Sei ferita, da qualche parte? Sei fuggita, sono riusciti a convincerti ad andartene, magari è stato Wisley.. poco importa, sei salva almeno. O magari no, magari.. non riesco nemmeno a dirlo” un attimo di silenzio interminabile, poi riprese “ .. La mia mente è sotto perenne controllo, avranno sicuramente visto cosa sei per me. Bastardi! Non mi hanno lasciato niente, niente! Mi hanno tolto tutto! Cosa ti hanno fatto? Perché non sei qui? Non sei morta, no!”
Mentre parlava, i suoi occhi erano lucidi, vuoti, tremanti. La voce usciva dalle sue labbra come se il ricordo stesso si stesse raccontando, come se volesse far sapere ad Hermione che anche nel dolore erano uguali, che mentre lei piangeva credendo di averlo perso, lui voleva togliersi la vita per raggiungerla, mentre lei implorava risposte che sarebbero arrivate a stento, lui chiedeva qualcosa che non avrebbe mai avuto. “Chiesi a chiunque per sapere cosa ti avessero fatto, affrontai tutte le conseguenze. Più insistevo, più la punizione era terribile. Lo domandai a mio padre, ricordo ancora il suo schiaffo, lo domandai alla schifosa di mia zia, sento ancora la maledizione cruciatus invadermi le membra, arrivai a domandarlo al signore oscuro stesso, davanti a tutti i suoi seguaci. Ricordo ancora cosa fece comparire nella mia mente. Ricordo come urlai e come graffiai la mia stessa pelle, dalla disperazione nel vedere te, nuda e priva di sensi, diventare il banchetto di Nagini. Ricordo quante volte implorai perché smettesse. Basta! Ricordo mia madre piangere senza nemmeno sapere cosa fossi costretto a vedere, ricordo l’impassibilità di mio padre e il disonore che nascose, ricordo le risa divertite di mia zia. Ricordo il mio ultimo sussurro, prima di crollare al suolo, con la faccia a terra, come un verme. Hermione.”
Nessuno dei due avrebbe mai voluto che anche l’altro avesse vissuto le sue stesse atrocità, ecco perché quelle parole furono letali per entrambi. Poi, però lui proseguì, cambiando tono al suo racconto, non riusciva più a sopportare di vedere il dolore riflesso nei suoi occhi.
“ E poi ti ho rivista, in mezzo a tanti, ho visto solo te e  tutto ha ripreso a muoversi. Sai, è sempre stato così per me” disse con un sorriso sincero dipinto sulle labbra “tu mi influenzavi come nessuna persona si è mai preoccupata di fare. Da piccoli, se tu non eri in aula passavo l’intera lezione a guardarmi intorno, aspettando che entrassi in classe, magari all’improvviso. Poi crescendo ho cominciato ad imparare quali fossero i posti che ti piacevano di più del castello e iniziai a voler sapere dove e con chi tu fossi. Cercavo di esserti vicino il più spesso possibile, ovviamente, evitavo la biblioteca, sarebbe stato troppo palese. Poi tu sei diventata una donna e anche volendo, non sarei più riuscito a toglierti gli occhi di dosso” a quelle ultime parole lei si mise a ridere ed arrossì leggermente, nessuna persona al mondo le aveva mai detto una cosa così, in quel modo poi, apertamente, come fosse la cosa più ovvia. “Non ridere! E’ la pura e semplice verità! Ricordi quel giorno? Era il primo giorno del quarto anno, eravamo appena saliti in treno. Io ero nello scompartimento dei Serpeverde e ricordo di essermi alzato all’improvviso, senza dire nulla e di essere uscito dalla cabina. Cominciai a camminare veloce lungo il corridoio, avevo bisogno di vederti. L’estate era troppo lunga da sopportare. La mia famiglia, quello che la mia famiglia comportava e la tua assenza. Troppo! Dovevo trovarti e fu proprio quello che accadde, dopo qualche passo mi scontrai con te, letteralmente, ti guardai negli occhi e come sempre mi comportai da idiota. Ti sei persa Granger? Poi tu mi risposi col tuo tono sagace e mi sentii ancora più idiota. Bentornato anche a te, Malfoy! E poi proseguisti oltre, camminando veloce. Dopo qualche tuo passo mi voltai e restai a guardarti fino a quando non cambiasti scompartimento..” Lei lo ascoltava sorridendo e aspettò che finisse per raccontare la sua parte di storia “ Sai, quell’anno è stato l’inizio della fine, avevo deciso di ignorarti ad ogni costo, volevo essere superiore, perfino a me stessa. Volevo ignorare tutto quello che mi passava per la mente. Camminavo veloce a testa bassa e poi ho sentito un urto. Ero pronta a scusarmi, ma poi ho alzato la testa ed eri tu, più bello dell’anno prima e più sicuro di te che mai. Così mi impegnai a tener fede alla promessa che mi ero fatta e ti risposi in quel modo.” Lui rise apertamente e accarezzandole il viso la guardò con sguardo malizioso “ Si, so di essere irresistibile! Ma toglimi una curiosità, Krum… era anche quello un patetico tentativo di starmi lontana?” lei lo guardò indispettita “Ma cosa stai dicendo?!” “Oh andiamo!” iniziò lui, molto divertito “ Insomma, non è certo una cima quello lì. Voglio dire.. io sarò stato un idiota, ma lui era proprio un cretino!” Draco rideva ed Hermione cercava invano di salvare la sua situazione “Non è vero, era molto intelligente.. a suo modo! Non lo sai che ci sono molti tipo di intelligenze? Ecco beh, lui aveva quella.. motoria! Si, decisamente! Quindi si può dire che fosse intelligente..” a quelle parole lei stessa scoppiò a ridere e si arrese al biondo, che le prese il viso tra le mani  e le diede un bacio che voleva darle da molto, da quando aveva iniziato a parlare, ma non era riuscito a fermarla, la luce nei suoi occhi era troppo bella per essere spenta.
“La sera in cui sei tornata..” accennò con un filo di voce “ Dimmi” lo incoraggiò lei. “Ero ad Hogwarts per molti motivi. Volevo scappare da quello che mi era crollato attorno e allo stesso tempo non avevo più nulla. Eppure volevo lasciare tutto. Mia madre non capiva, continuava a dirmi di restare con lei, mi implorava e io continuavo a rispondere di dover tornare. Lei mi chiedeva di non lasciarla sola e io riuscivo solamente a dire che tutti eravamo soli e che io non avrei fatto la differenza nella sua vita. Ero distrutto. Eravamo dilaniati. Poi, il giorno in cui vide i nostri elfi domestici caricarono in carrozza i miei bagagli me lo richiese. Perché vuoi andartene? E in quel momento mi arresi. Per lei! In quell’ istante mi sorrise, vidi una lacrima scenderle su una guancia e mi disse Vai, figlio mio! In quel momento sentii un briciolo di felicità diffondersi in me, guardai mia madre, l’unica persona che mi avesse mai amato fino a quel momento, lasciarmi andare rinunciando alla sua felicità, per dare a me un’opportunità di trovare la mia. E così sono tornato, ero sicuro che qui ti avrei rivista, non potevi stare lontana da questo posto ancora per molto, infondo io e te siamo uguali anche in questo, dove potremo stare, se non qui?” a quelle parole il viso della ragazza si rabbuiò pensando a come avesse cancellato ogni ricordo di lei dalla mente dei suoi genitori, a come avesse visto morire troppe persone care e a come ognuno dei sopravvissuti avesse qualcuno su cui appoggiarsi, tranne lei. Harry aveva Jinny, Ron aveva una famiglia che nemmeno la guerra era riuscita a distruggere, tutti avevano trovato qualcuno con cui continuare, lei no. Poi Draco continuò “ Quando il primo giorno non ti vidi mi chiusi nel bagno dei Prefetti e diedi di matto, tutto quello in cui avevo sperato, che avevo costruito nella mia mente, un futuro capace di cancellare il passato, un futuro con te accanto, non si stava avverando e tu non tornavi. Non avevo tue notizie, come nessuno del resto. Blaise cercava di capire di cosa avessi bisogno, cosa mi stesse succedendo, ma pensava che fossero le conseguenze della guerra, per cui il suo aiuto si rivelò inutile per quanto ci provasse. Poi finalmente arrivò quella sera. Qualche ora prima mi vestii con l’abito migliore che riuscii a trovare in circolazione e mi sentii ridicolo nel farlo, mi feci la barba e mi pettinai, sentendomi un illuso. Facevo tutto senza un briciolo di speranza. Entrai nella sala e non mi fu nemmeno necessario guardarmi attorno, sentivo che non eri lì, ma poi qualcosa cambiò. All’improvviso sentii tutti i rumori attorno a me annullarsi, la musica cessò nonostante l’orchestra stesse ancora suonando, il vocio di mille persone si spense e tutto ciò che riuscivo a sentire erano dei passi che si avvicinavano lenti ed il battito di un cuore spaventato. E poi sei apparsa tu. Una visione, eri un angelo nero caduto dal cielo. Non puoi capire cosa sia stato rivederti, non sono riuscito a trattenermi dal sorridere, dentro di me si sprigionò qualcosa di mai provato, una sensazione di calore che penetra in ogni millimetro del corpo. Ti seguii con lo sguardo per tutta la sera, in ogni tuo più piccolo movimento, gesto, sguardo. Sono sicuro che prima di parlarti i nostri sguardo si siano incontrati mille volte e so che anche tu l’hai notato. Non potrei mai trovare le parole per descrivere come i miei occhi ti videro quella sera. Quell’abito sembrava pensato per risvegliare anche i miei istinti animali più assopiti,  accarezzava il tuo corpo come solo io potrei fare. La schiena nuda e la spalla scoperta, lo spacco profondo ed il seno fasciato dal pizzo nero. Tutto, tutto di te mi toglieva il fiato. I capelli morbidi che scendevano su un lato, le tue labbra sempre color del fuoco e i tuoi occhi, Merlino i tuoi occhi! Ghiacciarono ogni luce della sala con il loro ardore!” ad ogni parola la stringeva di più a sé e il contatto fra i loro corpo completamente nudi lo inebriava ancora di più. Il ricordo lo stordiva, il presente lo uccideva. “ I tuoi occhi. I tuoi occhi sono stati la prima cosa che ho visto in quella sala. Ad ogni passo sentivo il tuo sguardo scivolare su di me e non volevo che smettesse. La tua indifferenza mi stava uccidendo, dentro di me urlavo disperata, poi ti sei avvicinato, mi hai presa per un braccio e mi hai tirata a te. In quella terrazza tu hai rovinato tutto di nuovo, Draco Malfoy. Hai distrutto ogni tentativo di starti lontano, hai distrutto ogni prospettiva dove tu non fossi presente. Volevo solo che tu mi dicessi che tutto era finito, che tutto era cambiato, ma era troppo presto per riuscirci. Ma i tuoi occhi non mentono, il ghiaccio riflette tanto quanto uno specchio. E fu proprio il riflesso dei tuoi pensieri che mi restò impresso per giorni, anche ora posso vederlo. Quella sera ogni sguardo era per te, ogni passo era verso te, ogni respiro era grazie a te!”
Tutto ciò che avevano provato, vissuto e sentito ora era alla mercé dell’altro e non restava altro da dire. A loro, però restava ancora tutto da vivere.
Draco tolse lentamente il lenzuolo di seta che copriva i loro corpi e lo lasciò scivolare giù dal letto. Hermione non distolse gli occhi dai suoi nemmeno per un istante, quasi volesse sfidarlo, quasi volesse confermare che lei lo desiderava tanto quanto lui voleva lei. Erano sguardi di fuoco i loro, passione che bruciava da anni schermata dietro le loro maschere e che ora divampava senza alcun freno. Lui sorrise ma in maniera troppo maliziosa, il suo sembrò più un ghigno compiaciuto, che tuttavia non sembrò infastidire la ragazza. “ Siamo diventati grandi piccola Granger..” sussurrò all’orecchio della Grifona, per poi scivolare lentamente sopra il suo corpo. Lei rabbrividì a quel contatto e cercando di mantenere il controllo gli rispose “Te ne rendi conto solo ora?”. Draco soffocò una risata dal tono quasi amaro. Si, c’era amarezza in quel momento, nonostante fosse ciò che avevano sempre voluto. C’era amarezza nel sapere che si erano  sempre voluti, nel sapere che quando l’uno aveva bisogno dell’altro, quello non poteva fare nulla. C’era rabbia, nel sapere che chi sosteneva di amarli aveva fatto di tutto per allontanarli. C’era rimpianto, nel sapere che il tempo perso non sarebbe tornato. C’era desiderio, desiderio di riprendersi ciò che è proprio.
Scese lentamente, in maniera esasperante lungo il suo corpo, poggiando baci infuocati sulla pelle candida e coperta di brividi di lei. La destrezza con cui riusciva a trattare il suo corpo, la facilità con sui la faceva impazzire la destabilizzavano. Sembrava che conoscesse il suo corpo meglio di lei stessa, che sapesse i suoi desideri più proibiti prima che le si presentassero nella mente. Quando arrivò al seno interruppe la sua scia di baci e semplicemente la sfiorò con le labbra, lentamente. Quando lei inarcò la schiena dal piacere lui alzò leggermente lo sguardo verso di lei e disse a voce bassa “ Sapevo che ti avrebbe fatto impazzire”, quel suono ruvido, che sembrava uscire direttamente dalla sua anima, le fece perdere il controllo portandola a divincolarsi dalla morsa di Draco per prendersi quelle labbra tanto desiderate. Col suo movimento Hermione riuscì a capovolgere la loro posizione, probabilmente solo perché il biondo non aveva nulla in contrario.
Sospiri. Tutto ciò che riempì quella stanza.
Draco aveva la testa poggiata sul petto di lei e stava fermo ad occhi chiusi, assaporando tutte le sensazioni che gli altri sensi potevano dargli. Hermione cingeva le sue spalle e faceva scivolare una mano tra i suoi capelli. All’apparenza tutto era perfetto, ma in fondo non lo era. C’era qualcosa in lei che non le dava pace, era irrequieta, era spaventata. Aveva paura che ciò l’aveva tormentata fino a spingerla ad andarsene potesse tornare. Non poteva più stare lì ferma, doveva muoversi, scaricare tutta la tensione, doveva convincersi che non poteva commettere lo stesso sbaglio, doveva tenere fuori da lei tutto ciò che avrebbe potuto rovinare quel momento. Voleva convincersi che il bello delle cose orribili, è che essendo così brutte non riescano mai a ripetersi con la stessa intensità.
Si alzò, scostando il braccio ed il viso del biondo, sperando che si fosse addormentato, lo coprì col lenzuolo di seta e rimase in piedi accanto al letto, con una mano poggiata al tessuto morbido che ricadeva sopra la struttura. Sorrise nel vedere quanto bello fosse, era da togliere il fiato. La pelle bianca come la luna coperta dal manto blu scuro come la notte, i capelli appoggiati alla fronte come quando era piccolo, il viso sereno, come mai prima. Si voltò e si allontanò di qualche passo. Camminava nella stanza, non aveva nulla indosso, ma sembrava non crearle problemi, probabilmente perché credeva di non esser guardata. Si avvicinò ad una gruppo di candele che fluttuavano più basse rispetto alle altre ed iniziò a fissare una fiammella in particolare. L’aveva catturata. Era strana, diversa dalle altre. L’aveva attratta a sé col suo colore, era passato dalla tonalità calda del fuoco al blu che imperava nella stanza. In un primo momento le sembrò incredibile e stette a guardare. La fiamma cambiò colore nuovamente, diventò di un nero intenso e denso, che tolse alla fiamme le sembianze del fuoco. Ciò la stranì e riuscì ad incuriosirla sempre di più. La piccola sagoma iniziò ad agitarsi, iniziando a emanare piccole bolle che iniziarono a fluttuare attorno a lei. In un istante si trovò circondata da piccole goccioline nere, che non riusciva a scacciare e che si facevano sempre più numerose.
Draco era rimasto a guardarla da quando lei gli aveva voltato le spalle convinta che lui si fosse addormentato, l’aveva seguita in ogni singolo movimento e rise, quando si accorse della semplicità con cui una candela era riuscita ad attrarla. Ma non appena vide gli stani movimenti della fiamma si alzò e le si avvicinò lentamente. La ragazza non si accorse di lui, sembrava ipnotizzata. Quando vide le piccole ombre nere circondarla, un’ondata di terrore lo invase e affrettò il passo per raggiungerla.
La sostanza all’interno delle piccole bolle iniziò a muoversi vorticosamente e nel giro di qualche istante quella materia densa si stemperò, tramutandosi in una liquido color rosso sangue. Hermione fu presa dal panico non appena si rese conto che quella sostanza non aveva solamente il colore in comune col sangue.
“Hermione!” gridò Draco, facendola uscire dallo stato di trance in cui era stata imprigionata. La giovane si girò di scatto e tutte le piccole gocce che la circondavano caddero di colpo atterra, formando attorno a lei una pozza di sangue. Il biondo non esitò un attimo, la prese e la portò lontano da quell’orrore, giusto un istante prima che le sfuggisse un urlo agghiacciante, che spense tutta la stanza. Draco prese la bacchetta e fece sparire tutto, la poggiò al centro del letto, la circondò di cuscini, fece comparire una vestaglia di pizzo e raso bianco e gliela mise, la coprì con cura e le accarezzò il viso fin che non vide quell’ombra di terrore sparire dal suo volto. Controllò con un incantesimo se ci fossero altri pericoli ma la stanza si rivelò sicura, non riusciva a capire come fosse potuto succedere e soprattutto di chi potesse essere opera.
Hermione non disse niente, semplicemente perché non c’era nulla da dire. Aveva appena capito che la fine era solo l’inizio. Si era riconciliata col suo miglior nemico e si era inimicata il mondo. Aveva chiuso una guerra e ne aveva iniziata un’altra. Non importa. Si disse, fin tanto che aveva qualcosa per cui lottare, fin tanto che aveva lui, non si sarebbe lasciata vincere.
Il ragazzo la guardava preoccupato, mai in vita sue l’aveva vista stare zitta così a lungo, tantomeno in un momento del genere. I suoi occhi si erano velati di piombo, non lasciavano più trasparire nulla e ciò lo fece disperare. Si sentì inutile, un fallito, non sarebbe mai stato capace di difenderla dal suo passato, si rimproverò. Poi smise di pensare e semplicemente si rese conto di aver davanti a sé la cosa che amava di più al mondo, tutto quello che aveva sempre desiderato ora era suo e fortunatamente l’ostinazione e la caparbietà che l’avevano sempre reso odioso agli occhi di tutti, si ripresentarono.
“ Ho controllato tutto, è sicuro, non ti preoccupare! Io devo fare una cosa, tornerò il prima possibile!” lei lo guardò con i suoi grandi occhi d’ambra e lui si sentì morire nel reggere il suo sguardo “Promettimelo.”
Il silenzio riempì l’ eternità.
“Promesso.”
Draco si smaterializzò ed in un istante si trovò nella stanza che divideva con Blaise e Nott. I due amici stavano dormendo, ognuno nei propri letti, ignari di cosa stesse capitando al biondo. Draco si avvicinò a Zabini, lo scosse ed il ragazzo aprì gli occhi immediatamente, quasi lo stesse aspettando. “Dio Draco, dove eravate finiti? Vi stanno cercando tutti!” chiese angosciato “Ascoltami! Non ho tempo! Devo sparire sta notte, ora! Mi serve il tuo aiuto!” aveva la voce che tremava, il tono di chi sa che di aver appena detto ad alta voce la sua ultima speranza “Cosa stai dicendo? Dove vuoi andare? E .. Hermione? Draco non buttare via tutto!” L’amico subito pensò al peggio “ Lei viene con me! Voglio sparire prima che si levi il sole, non posso continuare così, non possiamo! Ho bisogno del tuo aiuto!” Blaise si sedette e guardò l’amico di sempre con tutta la compassione del mondo, non l’aveva mai visto soffrire così tanto, in fondo non c’è fuggiasco più terrorizzato di colui che scappa da se stesso. “ Amico ascoltami, scappare non vi servirà a nulla, sareste soli e deboli, chiunque riuscirebbe a liberarsi di voi in un secondo. Ricorda che ora siete vulnerabili, che ognuno è il punto debole dell’altro, tu metti lei al primo posto e lei mette te e in fin dei conti entrambi siete in pericolo!” “ Non mi interessa, qui non è sicuro!” “Nemmeno la fuori Draco! Se qui va male, lì andrà peggio!” “ Non può andare peggio di così, abbiamo toccato il fondo!” “Smettila, calmati e ragiona! Qui tutti sarebbero pronti a difendervi, la McGranitt ha già ordinato le più avanzate misure di difesa. Il castello è stato setacciato da cima a fondo, Larsson ha scandagliato il Lago Nero e la foresta proibita, Hogwarts ha affrontato ben di peggio, non credi che sia abbastanza sicura per voi due?” Il biondo esitava a rispondere alle parole dell’amico, non lo guardava nemmeno, fissava un punto fuori dalla finestra accanto al letto dell’amico. “Da quanto non dormi Draco?” chiese seriamente preoccupato Blaise “E’ l’ultimo dei miei pensieri ora come ora. E poi anche volendo non potrei. Chiudo gli occhi, resto immobile e lotto contro il buio, non posso lasciare che ricomincino a torturarmi o peggio, che torturino Hermione. Io non posso essere così vulnerabile ed a lei non deve esser torto un capello! Non posso permettermi certi lussi!” Zabini sembrò indispettito da quella risposta e non si contenne più nel rispondergli, gli disse esattamente ciò che pensava, senza tentare di indorare la pillola “ Però ti permetti il lusso di stare qui a piagnucolare, e lei dov’è? E’ sola? Cosa potrebbe esserle successo nel frattempo? Sicuramente te lo starai chiedendo, eppure sei qui! So che la ami, l’ho sempre saputo, ma lungi da me dal dirlo ad alta voce! Capisco il tuo comportamento, vuoi essere tutto per lei come lei è tutto per te, ma questo non è il modo giusto! Va da lei, prendila e portala in infermeria! Lì si prenderanno cura di lei e di te e sarà sorvegliata costantemente. Così dimostreresti di amarla davvero!” “Basta! Non capisci!” “ Cosa non capisco? Che sia difficile? Invece si, lo capisco.” “ Non ce la faccio! Non posso lasciarla andare!” “ Non la lascerai andare, darai solo una chance ad entrambi! Vi stai solo facendo del male. Va da lei e fai quello che devi fare, risolvi questa cosa, adesso!”
Draco si alzò e si diresse alla porta. Era entrato in quella stanza sperando che il suo amico fosse diventato pazzo, tanto quanto lui, e che l’ avesse aiutato, ma non era stato così. Sapeva benissimo che tutto ciò che gli aveva detto era giusto, lui stesso sapeva di doverlo fare, ma era troppo da reggere, era troppo presto, il legame tra loro era ancora fragile e allo stesso tempo troppo forte. “Draco.. nessuno vuole più separavi.. siamo soli al mondo, chi si interesserebbe di noi? Del nemico che è stato sconfitto? Anche io sto lottando per tenere lontano il passato …” “Spero tanto che tu abbia ragione amico ... lo spero davvero!” disse prima di smaterializzarsi.
Comparve nella stanza all’improvviso, Hermione lo aspettava esattamente come l’aveva lasciata, sul letto, con lo sguardo fisso alla porta. Non appena lo vide gli occhi le diventarono lucidi e senza che lui chiedesse nulla spiegò “ Pensavo che non saresti tornato. Avevo paura, possono trovarci dovunque. Ero sola..” Draco la fermò stringendola a sé e le disse con tono calmo “ Ssh, ascoltami …” le prese il viso tra le mani “ Devi stare tranquilla, ci sono io. Non avrei mai dovuto lasciarti qui! Ma ora so cosa dobbiamo fare. Non ti preoccupare, non siamo soli, io ho te, tu hai me, finalmente! Niente ci porterà via questo, d’accordo?” lei gli diede un bacio sulle labbra e si strinse più forte a lui. Era impressionante come Draco riuscisse a nasconderle le sue paure e le sue angosce, come lasciasse da parte tutto se stesso per dedicarsi a lei, tutto spariva quando si trattava di quella ragazza, da sempre. Non importava che lui soffrisse, pur che lei sorridesse, non importava quanto pesane fosse il suo silenzio, fin che lei parlava con lui, non importava quello che avrebbe perso, con lei, aveva già avuto tutto.
Uscì dalla stanza delle necessità lasciando tutto com’era, vestendosi col poco che gli restava. Prese Hermione dal letto, le lasciò la sottoveste che aveva fatto comparire per lei e la avvolse nel lenzuolo perché l’aria fredda della notte non pungesse la sua pelle delicata. Decise di camminare invece di smaterializzarsi, sarebbe stato troppo da reggere per lei, che aveva provato ad opporsi al fatto che lui volesse prenderla in braccio ed aveva provato a mettersi in piedi, cadendo dopo qualche passo.
Dopo circa venti minuti Draco spinse leggermente le porte dell’infermeria di Hogwarts e davanti a sé vide due letti già pronti, Madama Chips in piedi di fronte a loro affiancata da due Medimaghe e la preside, la cui espressione fu di rimprovero in un primo momento, ma non appena vide il dolore dipinto chiaramente sul viso di entrambi sentì il cuore stretto in una morsa e si precipitò ad aiutare le Medimaghe.
Le due aiutanti dovettero strappare Hermione dalle braccia di Draco per poterla adagiare su un letto, attorno al quale era già predisposto tutto il necessario per prendersi cura di lei. Nell’esatto momento in cui il suo corpo toccò la superficie morbida perse i sensi. Draco iniziò ad urlare “Cos’ha? Cos’è successo? Stava bene! Cos’ho fatto?!” La McGranitt gli si avvicinò, gli strinse le braccia e lo guardò negli occhi “ Calmati Draco! Soffrirà ancora di più se sentirà te soffrire! E’ normale che abbia reagito così, fin’ora ha lottato per non dare a vedere le sue condizioni effettive, non ti avrebbe mai messo in una situazione come questa, conosciamo entrambi Hermione. E’ probabile che si sia finalmente arresa, sapendo che qui c’è chi sa come gestire la sua situazione ed al tempo stesso, prendersi cura di te!”. Draco stette in silenzio. Era sfinito, non aveva più un briciolo di energia in corpo, era notte fonda e non aveva pace da giorni. Distolse lo sguardo e lo rivolse verso la ragazza, già accuratamente sistemata sotto le coperte e accerchiata dalle Medimaghe e da altri aiutanti giunti in quell’istante, poi Madama Chips si avvicinò a Draco. Dovette prenderlo per un braccio perché si accorgesse della sua presenza e smettesse di guardala. “Avanti figliolo, fa quello che ti dico ed entrambi starete meglio entro pochi giorni” il giovane Serpeverde si fece guidare passivamente fino al letto preparato per lui accanto a quello di lei, vi si distese e girò il viso verso di lei. Vedeva un grande trambusto attorno ad Hermione, gente agitata, preoccupata, vedeva l’espressione della preside, la vedeva guardare la ragazza con aria provata per poi girarsi verso di lui fingendo un sorriso rassicurante. Per ciò cercò di alzarsi e di raggiungerla, ma della mani forti lo bloccarono al letto. Due Medimaghi lo tenevano fermo, ecco perché avevano fatto chiamare anche quegli uomini, avevano previsto che lui non l’avrebbe lasciata nemmeno per un secondo, mettendo in secondo piano la sua salute. “Cosa le state facendo?” chiese angosciato “Perché non si è ancora ripresa?! Rispondetemi!” sentì di nuovo quelle mani premerlo contro il letto ed un ago forare la sua pelle all’altezza della clavicola. Avvertì il liquido caldo e denso entrare nel suo corpo. Dentro di sé stava urlando, non potevano sedarlo, non potevano rendere incosciente anche lui. Se li avessero lasciati soli? Chi avrebbe badato a lei, inerte ed indifesa? Poi la pozione iniettatogli lo vinse ed il sonno lo trascinò nella sua tana.
La notte avanzò a passi lenti e pesanti. Ad Hermione furono bendate le poche ferite rimaste anche dopo l’incanto di Draco, le furono somministrate diverse pozioni ed il suo corpo fu ricoperto di unguenti. Draco fu medicato minuziosamente, il suo corpo, al contrario di quello di lei era ancora coperto di ferite aperte ed ematomi sanguinanti. Furono costretti ad usare dei punti di sutura per chiudere i tagli profondi ed infetti che presentava alla mano, ci misero un po’ di tempo a togliere tutti i residui di specchio dalla sua carne. Le sue gambe furono ricoperte con un unguento che lenì le lesioni del veleno della pianta subacquea, le ferite sul resto del corpo furono coperte e gli diedero una pozione piuttosto potente per sopportare il dolore. La preside non uscì dall’infermeria nemmeno per un istante e quando Madama Chips ebbe finito il suo lavoro con Draco si rivolse alla Medimaga “ Credo di non aver mai visto una persona capace di sopportare tanto. E’ proprio vero che la vita ti cambia, povero ragazzo.. è stato addestrato al dolore, in tutti i sensi!” disse in tono amareggiato “Credimi Minerva, oggi Draco non ha sentito nulla del dolore fisico di cui noi ci stiamo occupando, l’amore è fortunatamente l’antidolorifico più potente al mondo. Tutto il male che a lui è stato inflitto in passato era privo di scopo, oggi ha sofferto per la ragazza e credo che per lei darebbe la vita..” La McGranitt sorrise alle parole della sua collega a rispose “ Non posso che darti ragione. Quando l’ho visto aprire quella porta era il ritratto della disperazione e del dolore, ma ogni volta che lei incrociava il suo sguardo lui nascondeva tutto e la rassicurava con un sorriso talmente sincero … sono rimasta senza parole davanti a quella scena. Voglio dire, li ho visti crescere entrambi e tutti e due rientrano in quella categoria di alunni che sono più di studenti, che hanno bisogno di una guida e che al tempo stesso ti danno molto. Nessuno sa quanto loro mi abbiano dato, soprattutto Draco, il semplice lasciarsi aiutare per lui era una cosa incredibile, eppure eccoci qui. E come siamo finiti poi? L’ho sempre detto io che l’uno avrebbe ceduto di fronte all’altro prima o poi. Da bambini erano così belli, l’innocenza di quell’età ci fa dimenticare cosa riservi per noi il futuro, erano semplicemente loro, senza le ombra di un passato che doveva ancora accadere” “Ora il passato è passato Minerva, tutti dobbiamo ricominciare e se si ha la fortuna di avere qualcuno accanto, tanto meglio.”
Hermione aprì gli occhi lentamente e sentì immediatamente come tutti i muscoli del suo corpo fossero intorpiditi e doloranti. Ci mise un po’ per realizzare dove fosse, ricordava a tratti ciò che le era capitato prima di perdere i sensi, per cui dovette ricomporre il puzzle che aveva in testa per rivedere Draco che, pur essendo tanto stremato quanto lei, la prendeva in braccio ed attraversava tutto il castello per portarla in infermeria, mettendo in secondo piano i suoi desideri per mettere al primo posto il suo bene. Voltò il viso verso destra e lo vide. Era ancora addormentato, le sembrava strano che dormisse così profondamente dato che avrebbe giurato di aver sentito delle urla e di aver riconosciuto la sua voce, la notte precedente. Magari si sbagliava, si disse, in fin dei conti lei non era cosciente e vederlo così tranquillo, finalmente, la fece sentire molto meglio. Si alzò sui gomiti per guardarlo meglio. Dormiva profondamente, ogni centimetro del suo corpo era totalmente abbandonato al sonno tanto che sembrava che il suo corpo pesasse oltremodo sul materasso e che sopra di lui fosse stata stesa una coperta di piombo, per evitare che uscisse da quello stato. Ormai da un po’ di giorni i suoi capelli non erano più perfetti e composti, ma lasciati al caso. La barba era cresciuta, coprendo guance e mento. Il viso era stanco. Il cuore era distrutto. Soffriva nel vederlo così, aveva tolto tutto a sé per prendersi cura di lei, aveva represso i suoi istinti ed ignorato i suoi desideri per dare a lei ciò di cui aveva bisogno. Ma infondo era esattamente ciò che facevano l’uno per l’altro da una vita. Non se n’erano mai resi conto prima d’ora, ma lei aiutava lui e lui aiutava lei, senza chiedere nulla in cambio, anzi, senza nemmeno farlo sapere all’altro. Guardava l’uomo che aveva sempre odiato e amato, guardava il ragazzino che l’aveva sempre fatta star male, ragazzo che le aveva preso il cuore, il nemico che doveva ucciderla, il compagno che avrebbe dovuto difenderla. In quel momento tutta la loro vita era ritratta in quel volto, così paradossalmente inespressivo. Si, quel viso d’angelo, un angelo addormentato, le raccontava tutto quello che era stato per lei.
Madama Chips entrò in infermeria ed Hermione si distese velocemente e richiuse gli occhi, restando immobile. La Mediamga si diresse subito al letto di Draco e, notando che era ancora sotto effetto del sedativo, ne approfittò per disinfettare tutte le sue ferite, cosa che sarebbe stata straziante se lui fosse stato cosciente. Hermione dovette lottare con tutta sé stessa per frenare il sussulto che le salì istintivo non appena vide le condizioni del corpo del ragazzo,  che fino a qualche istante prima era rimasto coperto dal lenzuolo. Iniziò a domandarsi come avesse fatto a sopportare tutto quel dolore senza lasciarle nemmeno il più sottile dubbio. Le ferite che riportava erano davvero terribili e le gambe erano completamente ricoperte di ematomi scuri a causa del veleno. Ma ciò che la colpì fu la sua mano, completamente coperta di punti di sutura. Non riusciva a collegare i vari attacchi con le ferite alla mano, era sicura che nessun incantesimo avesse colpito quella parte del suo corpo, che eppure era dilaniata. Dopo qualche istante entrò un’altra Medimaga e subito si mise all’opera per aiutare l’anziana signora con bende e unguenti. “ Che ragazzo! Credo di non aver mai visto tanta tenacia in vita mia! Sapeva di rischiare la vita tentando di salvare la sua con quell’incanto..” “Vulnera sanentur , giusto?” chiese la giovane medimaga “Si cara, non ho davvero parole. Dire che darebbe la vita per la signorina Granger è un eufemismo, non trovi?” “ Ciò che trovo un eufemismo è che un Malfoy sia così altruista, sinceramente” Madama Chips la guardò con sguardo severo e aggiunse “ Non c’è male più grande del negare gli sforzi di chi sta tentando di uscirvi! Ora se non le dispiace mi chiami la sua collega.” Hermione non poté fare a meno di provare rabbia a sua volta nei confronti di quell’assistente, avrebbe voluto alzarsi e dirle tutto ciò che pensava sull’argomento, ma sapeva benissimo che se lei fosse stata sveglia Madama Chips non si sarebbe sbilanciata su certi commenti o avrebbe omesso certi dettagli. Se l’avesse creduta sveglia non avrebbe mai parlato del vulnera sanentur col quale aveva tentato di salvarle la vita a costo di sacrificare la propria e di cui lei era ancora completamente all’oscuro. Quando il giovane aveva tentato il tutto e per tutto il suo corpo era clinicamente morto, non c’era né respiro né battito cardiaco, ecco perché nel suo ricordo c’era un enorme buco, durante il quale era rimasta prigioniera di due mondi, che la tiravano a sé con egual forza fin quando Draco non intervenne e vinse per lei quel braccio di ferro con la morte. Era cosciente del fatto che le avesse salvato la vita, ma non pensava che lui avesse offerto così tanto in cambio pur di farla tornare alla vita. La sua anima per la sua, la sua vita per la sua, il buio per la luce. Era pronto a dare tutto per lei, pur sapendo che se qualcosa l’avesse aspettato dopo la morte sarebbe stato atroce ed eterno. Non gli importava! L’ unica parola a cui riusciva a collegare il termine eterno era il suo nome, Hermione. Non poté evitare che lacrime amare le rigassero il volto, lui in poche ore le aveva donato la sua vita, ecco perché la ragazza non riusciva nemmeno ad immaginare come sarebbe stata la loro esistenza, se il distino avesse lascito che le loro strade si intrecciassero molto tempo prima, se avesse impedito alle persone di mettersi tra loro, se gli avesse lasciato amarsi.
La Medimaga le si avvicinò e le poggiò una mano sulla fronte, le spostò i capelli dal viso e la guardò per un attimo. Hermione aprì gli occhi lentamente e non poté evitare di ricambiare il sorriso col quale l’anziana signore l’accolse “Come ti senti cara?” chiese premurosamente “Meravigliosamente!” rispose lei, esagerando decisamente e rendendosi tutto fuor che credibile “Posso immaginarlo!” rispose ridendo ironica la donna, per poi continuare “ Su! Ho bisogno che tu ti sieda, devi bere un po’ di pozioni. Ci vorrà un po’, ma riporteremo indietro la nostra Hermione!” il sorriso col quale l’aveva svegliata continuò a restare sul suo viso provato dagli anni anche quando la ragazza face una smorfia schifata all’orribile sapore delle varie pozioni, poi la giovane si distese nuovamente e la donna si sedette in fondo al letto. “Allora cara, com’è stato il ritorno?” Hermione rise amaramente a quella domanda e poi rispose “Beh, se non fossimo in questo posto sarebbe decisamente meglio, ma meglio qui che..” la giovane si interruppe e si voltò verso Draco, a cui rivolse un sorriso malinconico “ Ah figliola, l’amore ha toccato anche noi, capisco cosa vuoi dire.. Meglio qui, che in qualsiasi altro posto dove lui non ci sia, giusto?” Hermione si limitò ad annuire col capo e continuare a guardare il ragazzo “Quanto ci vorrà perché si riprenda?” “Non è il quanto che ci dovrebbe preoccupare, ma il come. La tua situazione è paradossalmente più facile da gestire, il tuo corpo non riporta più lesioni, per cui possiamo concentrarci sul farti recuperare le forze e i tuoi ritmi. Mentre per Draco è tutta un’altra storia, il suo corpo è martoriato e è troppo debole per sopportare il dolore delle cure,ma allo stesso tempo tenerlo sotto sedativo troppo a lungo potrebbe essere una lama a doppio taglio, come ho già detto, le sue energie sono scarsissime e riprendere  sensi non è mai facile, nemmeno se lo stato di incoscienza è indotto, dobbiamo essere molto attenti con lui” detto ciò madama Chips si avviò alla porta di uscita lentamente, ma Hermione la interruppe “Un secondo! Posso muovermi, giusto?” la donna si voltò verso Draco e rise poi, diretta alla ragazza disse “Se ti rispondessi di no otterrei solamente che tu andassi da lui ancora prima di quanto non faresti se tu avessi il permesso di farlo!”
La donna lasciò la stanza ed Hermione si alzò immediatamente, come previsto. Si avvicinò al suo letto a passi incerti e barcollanti. Era scalza e la sottoveste che indossava non teneva molto caldo. I capelli la scendevano in onde morbide ma non più luminose, le accarezzavano i contorni del viso e scendevano sulla schiena e sulle spalle. Aveva le mani che tremavano, ma non per il freddo, aveva paura. Paura che lui non aprisse gli occhi. Paura che se avesse aperto gli occhi non l’avrebbe riconosciuta. Paura che se l’avesse riconosciuta non l’avrebbe amata. Si sedette sul bordo del letto e d’istinto gli poggiò una mano sul viso freddo e pallido. Il cuore cominciò a batterle a mille, pensava che non avrebbe retto un secondo di più, poi lui si mosse. Premette la sua guancia sul palmo di Hermione e sorrise, dopo qualche secondo aprì gli occhi e le sussurrò un flebile ciao col poco fiato che gli restava. Hermione gli rispose immediatamente, quasi prima che finisse le sue quattro lettere. “Ciao! Come ti senti? No! Aspetta.. non serve che tu mi risponda, non sprecare energie!” il ragazzo le sorrise “Non cambierai mai!”. Draco le strinse una mano e le disse “ Ti sei svegliata vedo. Ieri notte credevo che ti avrei persa di nuovo, non appena siamo arrivati qui i tuoi occhi si sono chiusi e non si sono più riaperti. Mi sono sentito colpevole, terribilmente colpevole! Egoista! Non avrei dovuto..” “Smettila! Se non fossi stato tu a stringermi tra le braccia sulla riva di quel lago, non avrei mai lottato così arduamente per tornare. Se sono qui non è colpa tua, ma merito tuo. Sono qui con te e sono intenzionata a ricambiare, ti darò tutto quello che mi hai dato anche se il mio debito è insaldabile” “No ascoltami..” “No! Ascolta tu per una volta! Io sono qui e non me ne andrò. Sono tua, ricordi? Me l’hai detto tu prima che io mi addormentassi..” la ragazza lo guardò in cerca di una risposta che non arrivò, allora riprese a parlare “ Quindi ti chiedo una cosa sola adesso.. Lascia che io sia tua per sempre.” 

Note dell'autrice:
Eccoci qui :) spero che il mio pensierino per Pasqua vi sia piaciuto ;) non posso sbilanciarmi molto sul capitolo, dato che sto scrivendo una fase di passaggio, ma nonostante ciò spero di non avervi annoiati o delusi! So di averci messo un po' più del solito a pubblicare, ma ho avuto qualche problema nel scegliere che strada prendere, dopo lo scorso capitolo le carte si sono rimescolate parecchio, quindi ogni passo rischia di essere un passo falso e di rovinare tutto. Ecco perchè ci ho pensato su un po' prima di pubblicare. 
Ora come sempre vorrei ringraziare tutti e mandarvi un bacione, spero di sentire cosa ne pensate ;) Di nuovo tanti auguri di buona Pasqua! L.L.L.
P.S.: volevo laciarvi con una piccola domanda... "dopo la tempesta esce sempre l'arcobaleno" Ne siete davvero sicuri? ;) al prossimo capitolo :*


 
  
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