Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Feriket    20/04/2014    3 recensioni
Dopo una missione finita male, Eren cade in un sonno profondo, all'interno della sua forma di cristallo. Levi sta morendo, ma è determinato a spendere i minuti rimastigli provando a liberare Eren dal suo sogno.
Ma Eren non si potrà svegliare fin quando non accetterà la realtà dalla quale sta cercando di scappare.
Aka, AU incepition-esca nella quale Levi ed Eren sono bloccati in un limbo.
Note: questa storia è una traduzione della omonima fic inglese a opera di Feriket. Ho chiesto il permesso all'autrice di tradurla perché l'ho trovata stupenda, davvero profonda emotivamente. Vi consiglio davvero di dare un'occhiata, vi posso assicurare che non ve ne pentirete.
Genere: Angst, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eren, Jaeger
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note della traduttrice: Buona Pasqua e grazie di cuore a tutti quelli che hanno messo questa storia tra le preferite/seguite/ricordate, sia io che l'autrice ne siamo felicissime! A proposito, le ho già tradotto ed inviato i commenti al primo capitolo qualche giorno fa, ma non so se lei abbia intenzione di rispondere. Nel caso in cui lo faccia, tradurrò per voi quel che avrebbe da dirvi!
Volevo poi anche scusarmi per l'enorme lasso di tempo che ho lasciato intercorrere tra questi due capitoli, ma davvero non pensavo che l'università potesse prendermi tutte queste energie e questo tempo. Tra lezioni che finiscono sul tardo pomeriggio ed esami difficili da preparare, è un periodo un po' difficile. Vi chiedo un po' di pazienza. Il prossimo capitolo, quello finale, è lungo il doppio di questo, quindi non so entro quanto tempo riuscirò a tradurlo. Ma vi assicuro che ce la metterò tutta per non far passare mesi! Il numero di persone che segue la storia già dal primo capitolo mi da l'entusiasmo necessario per farcela :)
Ps: In questo capitolo sono presenti alcuni punti con traduzioni non letterali perché ho cercato quanto più possibile di rendere il concetto in un italiano scorrevole. Tuttavia è possibilissimo che ci siano pezzi poco fluidi. Già qualcuno aveva detto qualcosa del genere nelle recensioni al cap 1. Quindi vi prego di segnalarmi queste parti, qualora le trovaste, e di dirmi come secondo voi potrebbero rendere meglio. Sono aperta a qualsiasi tipo di commento, purché costruttivo! :)
Buona lettura!





 

Capitolo 2


 

Levi dice che qui il tempo scorre più velocemente, ma Eren non lo percepisce.

“E' come un sogno,” dice Levi. “Un attimo è autunno e quello dopo è inverno.” Aggiunge altra legna nel caminetto ed Eren lo osserva, sorseggiando la sua tazza di tè caldo con un po' di miele rimasto, che hanno comprato quando faceva ancora abbastanza caldo per poter visitare il paese.

Eren non percepisce il tempo allo stesso modo in cui percepisce il tempo Levi. Per Eren, sembra un'infinità. Sicuro. Certo. Forse è come ha detto Levi, che questo mondo è suo, ma Eren vuole credere che anche Levi gli appartenga.

“A me non sembra veloce,” dice Eren.

“E' perché sei ancora vivo,” dice Levi sbrigativamente ed Eren sente la tazza tremare tra le sue mani. Levi si volta a guardarlo, esitante, congelato sul posto, aspettando la turbolenza.

Tutto è tranquillo. Eren è calmo.

Lo sa.

“Lo sei anche tu,” dice Eren e nel suo cuore sa che è vero.

Levi non dice niente, dapprima. Va verso il tavolo e si siede di fronte ad Eren, mescolando il suo tè con un cucchiaio. Non lo assaggia.

“Cosa dice?” dice Eren.

Levi lo guarda. “Io non credo nel fatto che le foglie di tè possano prevedere il futuro.”

“Però lo capisci, cosa dicono?”

Levi guarda la tazza. Il tè probabilmente è freddo, adesso, quindi non lo berrà.

Eren aspetta pazientemente il verdetto di Levi.

“Dice che vivrò.”

 

***

 

(Entrambi lo sanno ma non lo dicono.)

(Il futuro è la speranza di Eren.)

 

***

 

Una delle cose migliori di vivere con Levi è l'apprendere che a Levi piaccia lavorare a maglia, anche se odia ammetterlo perché Eren sferruzza meglio di lui e lo prenderebbe in giro. Nonostante Eren sia più abile, lascia il lavoro a maglia a Levi perché i movimenti ripetitivi lo annoiano e Levi ha bisogno di attività meccaniche per rilassarsi. Levi sferruzza qualsiasi cosa – maglioni, sciarpe, guanti- e la maggior parte delle quali sono per Eren. Tuttavia questo significa che Eren deve andare a prendere il filo ogni volta che va in paese, e lui ci prova, a comprarne in grandi quantità per risparmiare viaggi.

Eren odia andare in paese. Levi non può andare con lui ed ad Eren non piace affrontare le facce grigie senza forma dei cittadini, da solo. Ciononostante, ci va ogni due settimane perché ci sono delle provviste da fare, e sono scorte che non possono ottenere dall'area intorno a casa loro.

Nonostante tutti gli inconvenienti, comunque, ad Eren piace stendersi sul letto e guardare Levi sferruzzare, rude, con mani segnate dalle cicatrici che si muovono rapidamente con i ferri, la luce dorata della lampada ad olio vicino al letto che brilla sulla testa di Levi, sulle pagliuzze di capelli grigi.

Eren lo raggiunge e tira uno di quei capelli grigi. Il pallido filo balugina alla luce.

“Cosa?” Ringhia Levi irritato, le sue dita vanno a tentoni per un attimo prima di riprendere il loro slancio.

“Stai diventando vecchio,” dice Eren.

“Complimenti per averlo notato, finalmente,” dice Levi. Gli da una ginocchiata nella coscia ed Eren sobbalza per la sorpresa. “Adesso lasciami finire.”

“A cosa stai lavorando?” Chiede Eren.

“Ad un maglione.”

“Sai, sarebbe carino se mi facessi delle nuove calze,” borbotta Eren nel suo cuscino, pensando a quanto caldi sarebbero i suoi piedi. Levi ne aveva fatti per lui un paio molto carino, una volta, ma hanno dei buchi sulle dita, adesso.

“E quelli vecchi ti sarebbero durati se tu ti fossi tagliato le unghie, a dire il vero,” ribatte Levi.

Eren allora rimane zitto. Non vuole tagliarsi le unghie, per adesso.

Mentre guarda Levi lavorare, non può fare a meno di pensare agli altri segni dell'età che sfiniscono il corpo di Levi. Le ossa e i muscoli di Levi hanno cominciato a dolergli più spesso, adesso, ed Eren deve aiutarlo a massaggiarli con un unguento ogni giorno. Le sue ferite si rimarginano più lentamente, negli ultimi tempi, e sebbene lui sia veloce quanto lo era in gioventù, mette più sotto sforzo il suo corpo, rispetto a prima.

“Neanche tu sei così giovane,” mormora Levi come sapendo a cosa stesse pensando Eren. Non solleva i suoi occhi dai ferri quindi non vede Eren aggrottare le sopracciglia mentre si guarda le sue stesse mani rugose. Eren se le passa sul viso, sentendo le rughe irregolari ai lati degli occhi.

“Hai più capelli grigi di me,” dice Levi quasi allegramente.

“Tu sei più grasso di me,” dice Eren severamente, senza essere realmente severo. E' qualcosa che fanno--- ricordarsi a vicenda quanto sono vecchi.

“Non sono grasso!”

Eren ridacchia soltanto, guardando il rotolo di filo saltare in cima alle coperte ad ogni rapido movimento delle mani di Levi. Tende le braccia per dare un colpetto alla palla, e quella saltella su una gamba di Levi.

E' tranquilla, questa vita. Eren ricorda che prima di stare lì, non ha mai avuto l'opportunità di vedere un Levi che non si inquieta ogni volta che tiene d'occhio Eren. Eren non lo rimprovera, perché sa di non saper controllare la sua trasformazione bene come dovrebbe e c'è sempre la possibilità che Levi debba ucciderlo senza fare domande.

“E' divertente che le nostre posizioni siano invertite, adesso,” dice Eren. “Sono io a tenerti d'occhio.”

Levi si interrompe, abbassando le mani e i ferri in grembo. Guarda Eren. “Ma in ogni caso, non morirò qui proprio adesso, giusto?”

“No,” concorda Eren. Questo è qualcosa che Levi non può controllare, in ogni caso. “Invecchieremo insieme.”

“Lo faremo,” dice Levi, allungando una mano per stringere quella di Eren. La ritrae velocemente, imbarazzato, perché non è ancora abituato ai semplici gesti d'affetto. E' qualcosa di cui Eren si è accorto quando sono stati insieme i primi due anni. Non lo fa mai notare, aspettando pazientemente che Levi cominci a sentirsi suo agio, da solo.

Hanno molti anni alle spalle e ne avranno molti altri in futuro, ma Eren sa che un giorno questo finirà. Non sa come si senta a riguardo. Dato che aumentano le cose che impara su Levi, negli anni, non pensa di poterlo abbandonare.

“Stai di nuovo pensando a qualcosa di stupido, non è vero?” dice Levi, come se capisse Eren dal suo solo silenzio.

“No.” Eren guarda le loro ombre soffuse accalcarsi contro la parete di fondo.

“Vai a dormire,” ordina Levi.

Eren chiude gli occhi, rannicchiandosi contro al fianco di Levi. Il corpo di Levi è quasi del tutto rigido e scomodo per stringerglisi contro, ma è caldo.

Sono passati molti anni, ma Eren cade in un sonno pacifico, sapendo che la maggior parte di questi anni, sogno o no, li ha passati con Levi al suo fianco.

 

***

 

(La fine è sempre la morte.)

(Eren vuole che questa storia continui all'infinito perché non vuole vederla finire con la morte di Levi.)

 

***

 

Eren sa che, anche se a Levi piace ricordargli che il suo metabolismo sta rallentando, grazie all'età, il suo corpo è in realtà in perfetta forma. Oltretutto, se Levi decide di parlare ancora del suo peso, Eren gli ricorderà gentilmente della sua incombente perdita di capelli.

“Stiamo diventando tristi vecchietti,” dice col fiato grosso Eren, mentre corre lentamente accanto a Levi. Stanno di nuovo percorrendo il solito sentiero in salita ed è un altro promemoria del fatto che, in effetti, non sta diventando grasso, perché riesce ancora ad accompagnare Levi nelle sue ridicole corse mattutine.

O questo o entrambi stanno diventando più lenti di prima. Ad Eren piace pensarla diversamente.

Un sottile strato di nebbia ghiacciata piega gli alberi e il suono degli uccellini cinguettanti calma la tensione del corpo di Eren fino a quando la voce pungente di Levi attraversa l'aria mattutina ed Eren giurerebbe che Levi faccia fuggire per lo spavento tutti gli uccelli.

“Non so di che diavolo stai parlando,” scatta Levi. “Tutto il grasso con cui ti ingozzi ogni giorno deve averti smussato il cervello.”

“Che cazzo ti prende, di mattina?” Dice Eren. “E' appena l'alba e hai già la luna storta.”

E' una bella giornata e l'aria è fresca.

Levi risponde andando avanti più velocemente ed Eren non può mettersi al passo con lui perché il sentiero si restringe fino ad essere percorribile da una sola persona. Solo dopo un buon quarto di miglio il sentiero si riallarga ed Eren raggiunge il fianco di Levi, quindi. “Che ho fatto?”

Levi guarda Eren. “Ho trovato l'origine del nostro problema coi moscerini della frutta, stamattina.”

“Oh,” dice Eren, capendo immediatamente perché Levi è arrabbiato. “Te l'avrei detto, prima o poi.” Più o meno. Eren si era dimenticato che qualche settimana prima aveva mangiato furtivamente alcune bacche a letto, quando Levi era profondamente addormentato, e dal momento che faceva troppo freddo per uscire, le aveva nascoste sotto il letto, dietro i vestiti invernali arrotolati che Levi aveva legato saldamente con corde e logore, vecchie coperte che non usavano più. Il giorno dopo se ne era completamente dimenticato e, ovviamente, non ne avrebbe fatto parola con Levi anche se se ne fosse ricordato, perché Levi aveva una rigida regola sul 'niente cibo a letto'.

Questa settimana, Eren è stato salutato dalla divertente vista di un Levi che correva inutilmente dietro alle mosche con uno straccio, e avrebbe riso se non fosse stata colpa sua, in primo luogo.

“Confidavo nel fatto che pulissi tutto,” dice in tono arrabbiato Levi, nello stesso momento in cui Eren dice, “Prometto di non mangiare più a letto.”

“Che cosa?”

Rendendosi conto dell'errore, Eren spera che Levi non lo abbia sentito. “Cosa?”

“Hai detto che hai mangiato a letto?” ringhia Levi, suonando pericolosamente arrabbiato, e dal momento che Eren tiene molto alla sua vita, prova a cambiare argomento.

“TI sfido a correre di nuovo verso casa!” Urla Eren prima di precipitarsi avanti.

Ne viene fuori che il motivo per cui Eren riesce a star dietro a Levi nelle sue corse mattutine è perché Levi rallenta per lui. Questo diventa ovvio quando Levi si rimette immediatamente in pari sulla sua visuale, nonostante Levi sia a tre miglia buone di distanza da lui.

E' Eren ad affrontare il problema delle mosche, alla fine. Una boccia di succo di limone e sapone dopo, riesce ad uccidere tutti i moscerini che ronzavano dentro casa loro negli ultimi giorni.

Levi controlla i progressi di Eren e dice “Non male.”

 

***

 

“Stai ingrassando,” dice Levi quando Eren strattona il maglione fatto ai ferri sulla sua testa.

“Mi sta,” dice Eren. Gli sta anche largo, quindi non capisce da dove Levi stia traendo le sue conclusioni.

“Dovresti smetterla di mangiare il grasso della carne,” Levi tira un'estremità del maglione finché raggiunge la vita dei pantaloni di Eren.

“Ma è così buono,” si lamenta Eren e quando Levi gli lancia un'occhiata, Eren concorda sul mangiare la metà del grasso animale che mangia di solito.

 

 

***

 

La volta successiva in cui mangiano carne, Levi toglie scrupolosamente le parti grasse, il bastardo.

 

***

 

La quarta morte di Levi fu terrificante. Erano fuori, nei boschi, l'estate che vibrava intorno a loro di calore e insetti, il sudore che appiccicava i loro vestiti alla pelle.

Eren la odiava. Levi la amava.

“Ho rinunciato a fartelo accettare,” disse Levi ed Eren deglutì il calore e la paura premonitrice nella sua gola. La sensazione persistente di inesattezza nei recessi della sua mente divenne più forte e la terra sotto i suoi piedi cominciò a tremare. “Ma tu devi ricordare.”

Non ricordare, Eren riusciva a sentire una voce disperata gridare. Non farlo.

“Vorrei che noi due invecchiassimo insieme,” disse Eren, la voce impastata di dolore. Gli insetti ronzavano intorno a loro. “Perché vuoi così tanto lasciarmi?”

“Non ti voglio lasciare,” Levi fermò il passo, girandosi per incontrare gli occhi di Eren, ed era difficile mantenere contatto visivo con lui quando Eren riusciva a vedere la disperazione nei suoi occhi, la perdita, il lutto, il rimpianto, il silenzioso “Non voglio morire proprio adesso.” “Ma ovviamente non posso; è il mio fottuto lavoro badare a te. La tua stretta sulle spade e la tua postura richiedono ancora allenamento e tu non riesci ancora ad uccidere un titano da solo per salvarti la vita---” Levi si interruppe nella sua filippica, forse realizzando che più ci rimuginava, più riluttante sarebbe stato ad andare. “Ma entrambi sappiamo cosa è successo e io non ho molto tempo a disposizione--”

“Ma sei qui,” scattò Eren. “Sei con me e sei vivo, adesso. E' abbastanza.”

“Eren, non sono---” cominciò Levi, ma si fermò quando la terra sotto i loro piedi cominciò a incrinarsi.

Non dirlo.

“Che mi dici dei tuoi amici, Eren?” Tirò fuori l'asso nella manica, facendogli pressione, ed Eren prese un profondo respiro. “Sai che hanno bisogno di te.”

Nei recessi della sua mente, Eren cominciò a ricordare, luminosi capelli biondi e occhi blu come l'oceano che si erano promessi di vedere insieme, capelli scuri che cadevano sulla sciarpa rossa che aveva segnato l'inizio della loro amicizia, e le loro voci, che urlavano al di là del mondo rotante, “Eren! Eren!” ma Eren non poteva voltarsi verso di loro perché di fronte a lui--- “Eren, lascialo andare. Lui è---”

“Basta,” Eren indietreggiò da Levi, gli occhi chiusi stretti come se i ricordi potessero dissiparsi una volta che avesse aperto gli occhi di nuovo. Non lo fecero.

“Eren---”

No.

Il terreno si ruppe in due, ingoiando per intero Levi, e il mondo andò in pezzi, frantumandosi in pezzi di vetro.

 

 

***

 

 

Eren è più eccitato di Levi per l'innalzamento di temperatura perché la fine della primavera significa bacche. Levi ha bisogno della primavera perché l'inverno è gelido. La primavera è fresca ma è tollerabile. Primavera significa anche che pianteranno verdura dopo che la neve si sarà sciolta e Levi ricorderà ad Eren chi è più bravo con l'arco, non appena andranno a caccia insieme.

Eren pensa che Levi sia più bravo di lui ad uccidere cose, in generale, ma non esprime questo pensiero privo di tatto ad alta voce.

Primavera significa che cipollotti, ravanelli, patate fresche con la buccia sottile come un foglio di carta e cose verdi che Eren non riconosce saranno mescolate nella pentola insieme alla carne, con un po' di limone, e verranno bollite fin quando la carne sarà tenera e le spezie si mescoleranno insieme. E' in primavera che Eren testa sul serio la pazienza di Levi.

“E' pronto?” chiede Eren, scuotendo le gambe per l'eccitamento. Hanno catturato un bel coniglio, oggi, e ad Eren piacciono molto i cipollotti nello stufato.

“No,” dice Levi, senza neanche alzare lo sguardo da quel che sta facendo. Sistema con attenzione gli archi uno alla volta sul tavolo, con l'impennaggio che sporge dal bordo per controllare che sia dritto. Levi è abituato all'ossessione di Eren per i cipollotti e la carne tenera che si scioglie in bocca, quindi le sue risposte sono automatiche. Il tavolo trema leggermente perché Eren sta scuotendo le gambe e tamburellando le dita, ma Levi ignora il suo personale fastidio per finire il suo compito in pace.

“E adesso?” chiede Eren.

“No.” Soddisfatto dal fatto che le frecce siano dritte, Levi comincia a controllare che non abbiano crepe.

“Adesso?” Ormai Eren ha perso interesse nello stufato in sé ed è più interessato alla prospettiva di ottenere l'attenzione di Levi.

Levi neanche gli risponde. Individua una lunga, sottile crepa che va dal centro dell'arco alla punta e lo mette da parte, spostandosi all'altro. Se finisce questo, può controllare l'arco prima dell'ora di pranzo e forse fare qualche tiro per esercitarsi, nel pomeriggio.

Eren nota il cipiglio sul viso di Levi e decide di interrompere il suo obiettivo di infastidire Levi, per oggi. “Che cosa che che non va?”

“Voglio uscire per esercitarmi a tirare,” dice Levi. “Ma mi sono dimenticato di fare il bucato, stamattina, e i vestiti non asciugheranno se non li appendo fuori adesso.”

“Lo farò io,” dice Eren, e quando Levi lo guarda scettico, aggrotta le sopracciglia. “Ne sono capace! Quando ero nella tua squadra mi affibbiavi sempre lavori ordinari come questo, in ogni caso.”

“Ma non il bucato,” dice Levi. “Le cose sembrano diventare più sporche, dopo che provi a stenderle. E per la cronaca, tutti devono fare lavori ordinari, non solo tu, quindi smettila di lamentarti.” Eren sa dall'espressione di Levi che sta vincendo e non è sorpreso quando alla fine Levi sospira, “Suppongo che tu possa occuparti del bucato, per oggi.”

“Non ti stai dimenticando qualcosa?” Eren allunga il braccio sul tavolo per prendere uno degli archi, ma Levi scaccia via la sua mano. “Oww.”

“Non sto dimenticando niente,” dice Levi, mettendo a posto tutte le frecce. “Sono anche i tuoi vestiti. Se li sporchi allora ti scuoierai da solo la tua roba.”

Eren pensa alle rapide mani di Levi mentre faceva un piccolo taglio sul retro del collo. Levi poi immergeva le dita e le estraeva, la pelle che si separava dal retro della testa e giù dalle zampe posteriori come tessuto stracciato. Le budella erano state rimosse precedentemente, subito dopo che avevano catturato il coniglio, tramite una stretta soffocante che Levi aveva usato per rimuovere lentamente le interiora dal corpo. In questo modo la carne sarebbe durata un po' più a lungo, anche se non importava, dato che l'avrebbero mangiata oggi.

Eren era stato a guardare mentre Levi maneggiava l'animale senza vita. Tenne lo sguardo fisso sugli occhi calmi e morti fin quando Levi non gli recise la testa.

“Farò in modo che il bucato rimanga pulito,” promette Eren e Levi annuisce.

“Probabilmente è pronto,” Levi indica la pentola.

“Ho capito.” Eren si alza in piedi per spegnere il fuoco, entusiasta al profumo che gli assale il naso, persino più forte e invitante di prima.

Lo stufato di coniglio è delizioso.

 

***

 

 

(Eren pensa, ma non lo dice a Levi, che anche se quella volta il falco non avesse catturato il coniglio, il coniglio sarebbe comunque morto per qualcos'altro.)

(Eren stesso potrebbe averlo ucciso. Gli piace lo stufato di coniglio.)

 

***

 

Levi è elegante con l'arco allo stesso modo in cui lo era con le sue spade.

Eren ama stare a guardarlo.

Levi non si accorge di Eren una volta che si posiziona nella familiare posa aperta, i suoi piedi ad una spalla di distanza l'uno dall'altro e il suo piede anteriore posizionato davanti all'obiettivo. Levi mantiene salda la mano che regge l'arco e controlla dove vuole fare pressione con la stretta sull'arco anche se Eren sa che che Levi l'ha imparata a memoria. Nonostante Levi sia famoso per cacciarsi sempre in situazioni pericolose senza esitazione, Eren osserva che è sempre attento durante i preparativi.

Inoltre, anche se Levi non lo ammetterà e dirà cose del tipo “Fa troppo freddo, cazzo” Eren sa che gli piace stare all'aperto.

Levi ritrae l'arco, lo allinea con mani salde, controlla la linea visiva.

Thud.

Vicino al centro, ma non abbastanza.

C'è una grazia tranquilla nei movimenti di Levi con l'arco, se Eren dovesse paragonarlo a Levi con le sue spade. Il Levi qui presente non deve uccidere nulla--- caccia raramente e di solito lascia questo lavoro ad Eren--- quindi non c'è alcuna fretta a sforzargli i suoi muscoli, nessuna ansia a tirargli rughe sul viso, nessuno sguardo ossessionato nei suoi occhi. C'è solo Levi e il suo arco e l'obiettivo di fronte a lui, e nient'altro.

Eren osserva la luce pomeridiana inondare la figura di Levi. Le lenzuola bianche che ha appeso ondeggiano per un secondo, impedendogli momentaneamente la vista di Levi.

Thud.

Eren tira le lenzuola via dalla sua visuale.

Levi colpisce esattamente nel centro, questa volta.

Eren sorride e continua ad appendere il resto del loro bucato.

E' tranquilla, questa vita.

 

***

 

 

Le giornate sono calde ma le sere sono gelide e Levi ricorda questo dato di fatto ad Eren ogni giorno fino a quando finisce la primavera. Eren gli avrebbe allora fatto notare che è più calda dell'inverno, o forse Levi avrebbe preferito che tornasse adesso l'inverno, e questo sembra calmare le lamentele di Levi di un paio di gradi. Raggiungono il compromesso di lasciare la coperta invernale, di lana, e questo sembra soddisfare Levi, anche se contribuisce poco a diminuire i suoi borbottii.

Ad Eren manca l'inverno, ma l'odore di legna bruciata di mattina rimane anche in primavera e lui da il benvenuto ai nuovi profumi della vita che prorompono sulle colline con l'erba verde e fiori a colori vivaci.

Durante la prima primavera che hanno vissuto insieme, Eren aveva preso un bouquet di fiori per Levi. Non era andata bene.

“Perché?” Aveva chiesto Levi, guardandolo scettico mentre Eren gli porgeva il mazzo di fiori, freschi di campo; il profumo di vita ancora indugiava alle estremità degli steli spezzati dove Eren li aveva strappati alle loro radici.

“Cosa, non ti piacciono?” Eren aggrottò le sopracciglia. “E' un regalo.”

“Che me ne faccio di fiori morti?” Disse Levi. Li prese comunque perché Eren aveva detto che erano un regalo, eppure...

“Non sono ancora morti,” Fece notare Eren. I fiori colorati stavano ancora in piedi orgogliosamente, allungando i loro petali in un saluto. Bastava un bicchiere d'acqua e sarebbero rimasti vivi, anche se solo per poco.

“Moriranno,” sospirò Levi.

“Ma non ancora,” disse Eren, testardo.

Levi non disse nulla. Guardò silenziosamente i fiori come se non sapesse cosa farne.

“Li metterò in un bicchiere d'acqua,” disse Eren. “Se cambieremo l'acqua di tanto in tanto, non moriranno.”

“Fin quando il tempo non se li riprenderà,” fece notare Levi. Sembrava malinconico. Sembrava che volesse dire “Come me.”

“Ma dureranno comunque per un po' di tempo,” disse Eren.

Levi non insisté oltre.

Eren trovò un bicchiere d'acqua alto per i fiori. Lo mise sul tavolo accanto al letto, vicino alla finestra.

A Levi non importava.

Giorni dopo, quando Eren si era dimenticato le riserve di Levi riguardo i fiori, Levi si voltò verso di lui e disse.

“Grazie.”

 

***

 

(I fiori sopravvivono.)

 


 
  
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